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Messaggi del 12/05/2010

La Juve: «Fiducia nella revoca dello scudetto 2006. E deferite tutti»

Post n°1861 pubblicato il 12 Maggio 2010 da nadir63l
 

 

Non solo revoca: la società bianconera fa sul serio e nel documento esclusivo che pubblichiamo si chiede con dovizia di particolari che vengano deferiti anche gli altri tesserati coinvolti in Calciopoli 2
MILANO, 12 maggio - «Siamo molto fiduciosi». Così ha risposto,l'avvocato del club bianconero, Michele Briamonte, che ha steso in prima persona l'esposto per chiedere la revoca all'Inter dello scudetto 2006 avanzata nei giorni scorsi alla Federcalcio. Il legale stamattina era nella sede della Lega calcio, dove è in corso una riunione straordinaria, convocata d'urgenza per fare il punto sulla situazione dei diritti tv.

REVOCA, DEFERIMENTI, DANNI - Non solo revoca: la Juve fa sul serio e nel documento esclusivo che pubblichiamo si chiede con dovizia di particolari e indicazioni di giurisprudenza calcio polista inoppugnabili che vengano deferiti (almeno per quella sistemica violazione dell’articolo 1 che costò così cara alla Juve nel 2006) anche gli altri tesserati coinvolti nei rivoli che si sono fatti torrente e fiume in piena di Calciopoli 2. Ormai è ampiamente assodato dagli audio e dalle prime sommarie trascrizioni di decine di telefonate (in attesa di quelle “ufficiali” del tribunale di Napoli) che chi si prese lo scudetto mise in atto comportamenti «poco limpidi» e la Juve lo sottolinea a chi (la Figc) assegnò per quel motivo con l’avvocato milanese Guido Rossi il titolo e il triangolino tricolore all’amico Moratti. Palazzi che mise sul banco deli imputati per «numerose trascrizioni di intercettazioni telefoniche» attende per operare. Ma sa che «la frequenza dei contatti e rapporti con Pairetto, Bergamo e l’arbitro De Santis» ebbero pesantissima «rilevanza disciplinare» alterando «i principi di terzietà del settore arbitrale». Così come non più esclusiva moggian-giraudesca «la predisposizione delle griglie»… Scrivono l’avvocato Briamonte e il presidente in carica Blanc (che firma l’ultimo pesantissimo documento prima dell’avvicendamento) chiedendo di «DEFERIRE» «ai sensi dell’articolo 32 comma 4 («La Procura federale, quando non adotti un provvedimento di archiviazione per manifesta infondatezza della denuncia o per esito negativo degli accertamenti, deferisce al giudizio della competente Commissione disciplinare i soggetti di cui all’art. 1, fatte salve le specifiche competenze delle altre istanze di giustizia») tutti i tesserati e le Società, al titolo di responsabilità che a ciascuna pertiene, coinvolti nei comportamenti antisportivi emersi a Napoli. Chiede, la Juve, di essere «notiziata» «con salvezza di ogni ulteriore azione e diritto, nonché di ulteriormente produrre e dedurre a supporto del presente esposto». Come a dire: poi i cocci, magari, qualcuno li dovrà pure pagare. No?

 
 
 

Bergamo a Collina: «Non siamo noi a fare i risultati»

Post n°1860 pubblicato il 12 Maggio 2010 da nadir63l
 

Nuova intercettazione prodotta dalla difesa di Moggi. Il designatore all'arbitro: «Noi cerchiamo solo di sbagliare il meno possibile»
TORINO, 12 maggio - Dice di essere arrabbiato con gli ex arbitri «che vanno in tv a fare i commentatori». Anzi, «mi girano i marroni», e spiega di avercela, tanto per non far nomi, "con Paolo Casarin". Al telefono dopo la partita Parma- Sampdoria del 20 aprile 2005, finita 1-1 con un gol di Gilardino annullato tra le polemiche per un fuorigioco di Vignaroli, c'è l'ex arbitro Pierluigi Collina (ora designatore) e l'ex designatore Paolo Bergamo. La chiamata è una delle telefonate prodotte dalla difesa di Luciano Moggi al processo Calciopoli. L'ex designatore dice anche all'ex arbitro: «Noi non facciamo mica i risultati, noi cerchiamo di sbagliare il meno possibile». Ecco il testo integrale: 

Bergamo: Pierluigi, allora abbiamo un altro gol in fuorigioco?
Collina: Devo essere io che non porto fortuna. Eho, Evidentemente porto sfiga agli assistenti che arbitrano con me.
B: E’ difficile perché quando tocca la palla, ma quando la palla parte sono allineati
C: Dal campo sembrava proprio di quelli belli.
B: Fanno il movimento contrario. Però, lì quando stacchi l’occhio è tutto cambiato.
C. : La partita è stata brutta, il Parma ha il gioco che cerca sempre Gilardino, è uno scomodo da marcare. Poi la Samp salivano in fretta in attacco (…) Non è stata una partita dura anche come provvedimenti disciplinari, tanti falli, tanti falletti perché giocano male. Alla fine quelli del Parma erano un po’ incazzati. Sono venuti negli spogliatoio Carmignani con Cinquini, Cinquini ha provato a fare l’arrogante, gli ho detto anche se abbiamo un buon rapporto, lui è di Viareggio, qui dentro te non ci stai e l’ho proprio preso e fatto uscire dalla porta. Non può venire dentro e fai l’arrogante. Gedeone mi ha detto: siamo messi male, abbiamo problemi, ci dobbiamo salvare. Noi più di finire così stanchi come ci vede. Vediamo di fare tutto e ci prepariamo per una settimana. Se lei ci vede finire stanchi come siamo, se poi le nostre prestazioni vanno valutate da 24 telecamere, mettevi d’accordo e dateci una telecamera anche a noi è finita. Mi hanno detto che in conferenza stampa Carmignani ha detto che si poteva alzare e non alzare, che era difficilissima… E’ Baraldi… E’ Baraldi che è così…
B: E’ quello dei 6 miliardi presi alla Lazio in quattro mesi, lasciamo perdere Baraldi…
C: Ho cercato di spiegargli. E Gedeone mi ha detto: Anche io ho smesso di arbitrare le partitelle, è difficilissimo… E’ venuto a sfogarsi, lo capisco, è una brava persona Carmignani.
B: Anche in tv ha detto le cose giuste in tv. E’ Baraldi, sempre lui: loro hanno il problema che se retrocedono non hanno acquirenti, ma questo non è mica un problema nostro. La Fiorentina ha pareggiato all’ultimo minuto, ha preso gol alla fine e fatto 1-1 in casa. Noi non facciamo mica i risultati, noi cerchiamo di sbagliare il meno possibile.
C: Se ti dico: ho detto a Carmignani, mi giravano i maroni, ce l’avevo in gola. Gli ex arbitri che oggi sono dietro le tv a fare i commenti, e le faccio anche il nome di Paolo Casarin quando arbitrava lui faceva cose che noi non facciamo. E la domenica era facile arbitrare. Lei giocava e lei sapeva come andava, stavano a centrocampo: facile con una telecamera sola. Facile stare dietro una telecamera: allora vedevi e non vedevi quel che succedeva. A me non frega un cazzo, glielo dico anche in faccia a Casarin, se non gli va bene. E’ facile sulla poltrona
B: E’ facile sulla poltrona, con sei- sette angolazioni. Poi alla Ds dicevano che non sapevano il regolamento, dicevano che era fuorigioco Vignaroli che fa gol: Agnolin ci ha difeso, lui sempre. L’altro cretino Zazzaroni non conosce il regolamento dicevano che Vignaroli era in fuorigioco. Quando riceve era dietro…
C: Niccolai (l’assistente di gara, ndr) è qua che dice che era fuorigioco netto… Giorgio. Sono io che porto sfiga ai guardalinee: mandatemi da solo, così prendo due guardalinee di parte (ridono)
B: Bene, l’importante è che non ti manchi lo spirito. Pensiamo ora che c’è Milan-Juve, che si annuncia come un bombardone. La Juve è sulle gambe, mamma mia, l’Inter ha fatto una buona partita, ma niente di che.
C: Episodi niente?
B: Non sono… No niente: reclama la Juve ma non sono niente. Semmai Ibra fa un altro gesto con la testa Ibrahimovic, una mezza manata (Ibra prenderà la prova tv per la cravatta a Cordoba, ndr). Massimo (De Santis, ndr) ha fatto una bella partita. Può recriminare la Juve, televisivamente parlando, non assolutamente vedendo la partita a velocità normale. Assolutamente. Il Milan ha giocato male anche il Milan, ha vinto 1-0 a fatica: è il momento che chi ha più gambe e testa vince. Sia Milan che Juve ce ne hanno poche di gambe e testa.
C: Farà una rimonta l’Inter, torna fuori l’Inter (ridono)…
B: Ho sentito dire che l’Inter al girone di ritorno è a pari punti del Milan.
C: Non sembrerebbe… Pensa te.
B. Va bou’ Per il resto un rigorino forse al Lecce, ma niente La Roma in caduta libera, proprio.
C: Totti espulso, ho sentito.
B: Totti espulso: sono nervosi, meno male che la Roma ha 39 punti, se no la Roma si faceva coinvolgere in zona retrocessione. La Fiorentina è malmessa, il Siena ha fatto 6 punti d’oro, c’è il Parma lì davanti.
C: Male male la fiorentina. Messa male. C’era il pubblico che assediava i giocatori all’uscita, mi dicono.
B: Mi ha chiamato Luci: col Messina tranquillo e non vinci la gara e…
C: Roba da matti. Domani sei, a Coverciano? A me ha chiamato Manfredi, vado il pomeriggio, rifaccio la lezione nel pomeriggio, lo rifaccio in italiano tanto non penso parlino inglese. Manfredi lo sa, te lo ricordo solo: io il 1 maggio ho chiesto di stare fermo, Milan-Juve è l’8. Ti ricordi: ho la comunione della bimba più piccola. Torna bene per la copertura, vedete voi se per non stare fermo due domeniche.
B: Sì, meglio…
C: Meglio?
B: Meglio uscire!
C: Non il contrario!
B: No, no: e che stai fermo due giornate, dopo questo gol di Parma? Poi viene fuori sui giornali e ci uccidono.

 
 
 

Sponsor metaforici...

Post n°1859 pubblicato il 12 Maggio 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di Mason

Iniziava nella primavera del 2006 la peggior era di sempre della gloriosa storia juventina.
Nel bel mezzo del battage mediatico che travolgeva la squadra bianconera ed i suoi vertici, John Elkann, davanti alle telecamere e rilasciando interviste in primis per i propri giornali, dichiarava la sua vicinanza a squadra e allenatore, scaricando così di fatto la triade prima ancora del giudizio sportivo. Del resto, il quotidiano sportivo rosa, quello che ha recentemente stretto una partnership commerciale con la squadra autoproclamata vergine telefonica, l’aveva ben anticipato, richiamando il rampollo della real casa al codice etico valido per l’universo Exor-Fiat. E d’altronde lo stesso quotidiano fa parte del gruppo Rcs-MediaGroup, nel cui azionariato è presente con una quota pari al 10,4% la Giovanni Agnelli & C. S.A.p.A. e nel cui CDA sono presenti, tra gli altri, John P. Elkann e Franzo Grande Stevens. Pazienza se poco dopo allo scoppiare del caso equity-swap il codice etico non venne richiamato dagli altri organi di informazione del gruppo stesso, o perché no proprio da La Stampa, direttamente di proprietà Fiat.
Così come la legge è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale, idem dicasi per i principi di applicazione del codice etico.
Per Gabetti fu etico attendere il regolare corso della giustizia, e nel frattempo confermargli fiducia.
Per Moggi-Giraudo-Bettega fu etico esautorarli da ogni forma di solidarietà. Ma non vorremo mica paragonare le “grigliate telefoniche” di Moggi con una inchiesta sulla violazione delle fondamentali regole finanziarie che governano i mercati borsistici: non c’è paragone, specie poi quando c’è persino qualcuno che minaccia di chiudere negli spogliatoi un arbitro! E per giunta neppure con fare dolce e severo.

Alcuni tifosi rancorosi, nonché un buon numero di piccoli azionisti, capirono subito l’antifona. Ma anche per chi ai tempi non l’avesse ancora capita, la realtà fu presto talmente devastante che tutti i tifosi di Madama si sentirono come se gli fosse passato sopra un trattore. Un caterpillar. Una gru.
La calce ce la misero sopra quando il 31 agosto 2006, come ricorda Blatter anche grazie alla mediazione di Luca Cordero di Montezemolo, fu ritirato il ricorso al Tar in base al quale la Juventus avrebbe contestato la farsesca sentenza sportiva che la condannava in serie B per non aver commesso illecito sportivo.

Non è dato sapere se sia il destino al quale non fa difetto il senso dell’ironia, oppure se sia John Elkann a manifestare perversioni pur ben diverse da quelle del fratello, ovvero un certo qual richiamo al marchese de Sade nei confronti del popolo juventino. Fatto sta che, dopo che la dignità e la storia della Goeba erano state asfaltate dal teatro dell’assurdo imbastito e recitato in fretta e furia da Guido Rossi & compagnia cantante, anche le maglie della squadra bianconera nell’estate del 2007 recavano in bella vista un nuovo sponsor, metafora della nuova “cosa” che aveva distrutto la Juve: New Holland.
Un caterpillar per distruggere.
Un trattore per asfaltare.
Una scavatrice, tanto per non rischiare di lasciare neppure una sezione di fondamenta.

Per gli amanti della Vecchia Signora l’intervallo di tempo 2006-2010 sarà per sempre ricordato come “gli anni della New Holland”. Perché chiamarla Juventus era troppo doloroso. Mai si era vista una società così poco competitiva in campo. Così poco presente politicamente. Così mal assettata dal punto di vista dell’organizzazione societaria. Così non amata da quella famiglia che aveva da sempre legato la sua storia a quella della società di corso Galfer.

Fa così sorridere apprendere che la New Holland ha voluto comunque fare festa nella domenica in cui dopo la sconfitta casalinga con il Parma l’onta del settimo posto è diventata realtà matematica: un book fotografico, con gli eroi della New Holland (la squadra) fotografati in fianco al trattore dell’anno 2010. Una foto che ha del beffardo, che richiama la vittima ritratta sorridente a fianco del suo carnefice. La squadra che ha battuto quasi ogni record negativo della sua storia, con il mezzo che invece ha registrato il maggior successo nello stesso anno.

Il 30 giugno scade il contratto di sponsorizzazione.
E il destino, sempre appostato dietro l’angolo, sempre pronto a fare “buh!”, ma anche a far incontrare la persona dei sogni, non vuole smettere di scherzare.
Il nuovo sponsor, scommesse sportive on-line, sarà BetClic.
Si mostrerà sulle maglie della nuova stagione, 2010-2011.
Una nuova stagione che parte ricca di nuove premesse. Un nuovo presidente, innamorato della Juventus, Andrea Agnelli. Sicuramente un nuovo allenatore. Sicuramente una squadra fortemente rinnovata. Ed infine una brezza di novità che soffia da Napoli in direzione Roma e direzione Torino: il processo a Moggi dà indicazioni sempre più chiare, la FIGC apre nuovi fascicoli, e questa volta sotto inchiesta finiscono tante vergini, che vergini non erano ma tali si decantavano.

Vuoi vedere che il destino parla chiaro?
I trattori sono passati sopra la storia della Juventus.
Ed ora se ne vanno.
Per lasciare posto ad una scommessa.
Forse non sarà lecito attendersi una virata della storia a 360° con un Clic.
Ma intanto i trattori si ritirano. Chissà che non terminino il loro lavoro compiendo il tragitto a ritroso, ripassando sopra agli ultimi 4 anni per nasconderne le tracce.
Tracce che per gli juventini rimarranno sempre visibili, come piccole cicatrici sulla pelle.
Poiché la New Holland ha lasciato solo macerie, non resta che una sola strada per gli juventini: scommettere sul futuro.
Un futuro che otterrà onori solo se saprà affermarsi.
Ma un futuro che poggerà su basi solide e universalmente riconosciute solo se saprà recuperare il suo passato.

wikio, ok notizie, fai informazione

 
 
 

PAVEL NEDVED...

Post n°1858 pubblicato il 12 Maggio 2010 da nadir63l
 



Immagine IPB

Pavel Pavel Nedved Nedved, Pavel Pavel Nedved Nedved

Così Pavel è stato accolto all’interno dello stadio Olimpico di Torino il 31 maggio del 2009, giorno del suo addio. Non era il solito saluto ad un campione al suo ingresso nel rettangolo verde, era il saluto dell’addio scandito da tutto lo stadio.

Il capitano gli lascia la fascia. Esplode il cuore dei tifosi, il maxischermo inquadra il momento, e si alza nuovamente la voce di tutto stadio.

Un Pavel incredulo e commosso, ma professionale come sempre, come ci ha abituati: serio, concentrato, che corre, soffre, spinge e trascina la squadra.

L’addio al calcio annunciato solo qualche giorno prima: "Ho deciso di non accettare alcuna delle offerte che ho ricevuto nelle ultime settimane e quindi di porre fine alla carriera da giocatore. Dedicherò tutto il mio tempo alla famiglia, a mia moglie ed ai figli. Ringrazio tutti i tifosi per il sostegno che mi hanno dimostrato durante tutta la mia carriera sui campi di gioco". La Juventus aveva deciso la fine della sua carriera dedicandogli una pagina di un quotidiano in suo onore. La New Holland non aveva spazio per un campione come Pavel, il nuovo modulo non prevedeva nessun posto per la furia ceca.

Pavel Pavel Nedved Nedved, Pavel Pavel Nedved Nedved

Non c’era nessuna particolare coreografia, forse troppo poco il tempo per prepararla, ma il calore e la vicinanza dei tifosi si sentiva bene. E un Pavel, incredulo, che non si aspettava così tanto affetto, ricambiava alzando la mano di tanto in tanto.

Ritornano alla mente quelle lacrime all’uscita del campo nella semifinale di Champions League, viene alla mente le partite giocate sui quei campi nella maledetta stagione in serie B, sempre con onore, proprio come quando il suo sorriso accompagnava l’alzare di un trofeo.

A chi ancora oggi chiede cosa è lo stile Juventus non posso far altro che indicarlo e riviverlo in Pavel: simbolo della Juventus, rispettato dai tifosi non solo per le qualità calcistiche, ma anche per quelle umane, che lo hanno portato a non arrendersi mai e a dare sempre il massimo per la nostra maglia .

E’ il momento, Ciro richiama Pavel in panchina prima della fine della partita e Pavel esce tra la standing ovation del pubblico. Non mi vergogno a dirlo, mi sono commossa. A chi incredulo mi chiedeva il motivo di quelle lacrime non ho voluto rispondere. Già sentivo la mancanza dell’uomo che non si lamenta mai, del campione che ha scritto una grande pagina di storia Juventina. Orgoglio e tristezza.

Pavel esce dal campo salutando il suo pubblico: è un’emozione per tutti. La furia si copre con le mani il viso, i compagni lo abbracciano, la fascia ritorna al Alex e si siede in panchina. L’applauso del pubblico fa da corollario al saluto finale dei compagni che vestono tutti la maglia bianconera n. 11, e lo accolgono in campo dopo che lo speaker annuncia: “Per l’ultima volta, con il numero 11 Paveeeeeeeeeel” e tutto lo stadio “NEDVED”. Con il sottofondo musicale della colonna sonora del "Gladiatore" e la sciarpa bianconera al collo, fa il giro d’onore del campo con la squadra che lo accompagna poco lontano. Nonostante molti nutrissero ancora dei dubbi circa il suo effettivo ritiro dal calcio giocato, ai microfoni di Sky conferma che questa è stata la sua ultima partita da calciatore. Un estremo gesto di correttezza verso i tifosi che non lo ha portato ad accettare l’offerta dell’inter, ben sapendo cosa poteva significare vederlo vestire proprio quella maglia.

Posso ora elencare tutti i trofei conquistati, che sono tanti, così come il numero delle sue presenze con la nostra maglia, ma per un campione come lui, e nel suo stile, scrivo solo due parole, tanto è tutto chiaro: PAVEL NEDVED.


wikio, ok notizie, fai informazione

 
 
 

Avv. Prioreschi : "Franco Baldini presto dovrà spiegare tante cose...."

Post n°1857 pubblicato il 12 Maggio 2010 da nadir63l
 

Fonte: www.tuttipazziperlajuve.com
© foto di Federico De Luca

Maurilio Prioreschi, avvocato difensore di Luciano Moggi al processo di Napoli, è intervenuto nella trasmissione "Tutti pazzi per la Juve", vero punto di riferimento per migliaia di tifosi juventini.

Buonasera Avvocato. Tempo fa il figlio di Facchetti è stato abbastanza duro definendo qualche testata giornalistica “Quattro barboni” e parlando anche male del collegio difensivo di Luciano Moggi. Voi già avete risposto a mezzo stampa. Cosa si sente di aggiungere?
"Il nostro comunicato mi sembra chiarissimo. Noi come difensori abbiamo il dovere di difendere l’imputato, sempre nel rispetto delle norme che prevede il Codice deontologico che regolano la professione di Avvocato. Io come cittadino posso rispettare chiunque, vivi e morti. Ma come Avvocato devo rispettare il Codice e fare il mio dovere. Se ciò provoca reazioni da parte di qualcuno a me francamente non interessa. Noi ci siamo limitati a chiedere la trascrizione di alcune telefonate; io non mi sono mai permesso di esprimere giudizi sulla persona, così come hanno fatto gli altri miei colleghi. Se poi il contenuto delle telefonate non piace al figlio di Facchetti, non è certo colpa mia."
Abbiamo avuto l’impressione che molte delle persone chiamate a testimoniare forse non erano preparati ad un processo penale dove i PM hanno formulato un’accusa molto grave. Forse pensavano di poter dire ciò che più gli era comodo; non ricordare quando non volevano, trincerarsi dietro assurdi “si dice”. Non ritiene questo molto strano?
"Questo è un processo che dal punto di vista penale non presenta alcun reato. Sono state fatte nel corso delle indagini delle verbalizzazioni che gridano vendetta; il Codice, con l’articolo 194, vieta espressamente di verbalizzare opinioni, deduzioni, pressioni e voci correnti. I Carabinieri non hanno fatto altro che questo tipo di verbalizzazioni. È chiaro che la persona informata dai fatti, in assenza di un contraddittorio della difesa, davanti ai Carabinieri può dire ciò che vuole. Nel processo penale poi, grazie a Dio ci sono gli avvocati difensori che, studiando le carte, fanno le contestazioni che devono fare."
Recentemente, sia De Santis che Bergamo, si sono scagliati contro i Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma che sembrerebbero la reale causa di tante mancanze nell’indagine. In questi casi c’è possibilità di avviare un’azione, anche da parte vostra, nei confronti di queste persone o, al limite, potrebbero essere oggetti solo di un’indagine interna?
"A noi questo aspetto interessa poco. Noi dobbiamo portare a casa un risultato, che è l’assoluzione di Luciano Moggi. Questa era un’indagine mirata, con un obiettivo precostituito. Luciano Moggi e la Juventus. Ed è stato dichiarato chiaramente dal Colonnello Auricchio. Basti pensare che la delega di indagine sulla regolarità o meno del campionato 2004/2005 è datata 5 luglio 2004, quando poi il campionato 2004/2005 è iniziato ad agosto. Le indagini non si fanno così; c’è un reato, vediamo chi l’ha commesso. Qui hanno detto “C’è Moggi, vediamo che ha fatto”. Cioè l’esatto contrario!"
Avete insistito molto, sia lei che l’Avvocato Trofino, per ciò che riguarda i rapporti tra il Colonnello Auricchio e l’ex dirigente della Roma Baldini. È venuto fuori qualcosa? Baldini verrà chiamato a testimoniare?
"Certamente Baldini era un teste dell’accusa, la quale ha poi rinunciato a chiamarlo. Noi invece lo chiameremo sicuramente a testimoniare e ci dovrà spiegare tante cose; la prima cosa è perché quando è stato interrogato al processo Gea han negato di conoscere Auricchio, tesi confutata in aula dallo stesso Colonnello. Lo stesso Auricchio prima ha negato di aver parlato con Baldini di Calciopoli, poi ha dovuto ammettere di avere parlato sia con lui che con il procuratore Antonelli. Stiamo parlando del fine 2004, quando di questo processo non ne sapeva niente nessuno. Questa cosa è passata un po’ sotto silenzio per l’uscita delle nuove intercettazioni, ma sarà un tema del processo molto interessante per noi."
Da quelle che sono le vostre analisi, chi pronuncia per primo il nome di Collina nella famosa telefonata Facchetti – Bergamo?
"La prima volta che l’ho ascoltata ho percepito che fosse Facchetti a fare il nome di Collina. Ma chi lo dice serve a poco perché questa intercettazione va letta insieme a quella precedenti di Facchetti con Mazzei, dove il presidente dell’Inter chiede di non fare il sorteggio e gli chiede il numero 1 degli arbitri. E Mazzei gli risponde che parlerà con Pairetto. Chi pronuncia il nome non è importante perché il significato della telefonata è chiarissimo."

 
 
 

     

 

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