juveland

© foto di Giacomo Morini

Non parla ancora da juventino per una questione di correttezza formale, anche se si tratta solo di aspettare poche ore, per il nuovo direttore generale bianconero Beppe Marotta. Alla domanda di Sky se si porterà a Torino (ormai anche questo è scontato) Gigi Del Neri, risponde così: "Io non sono ancora della Juventus, quindi è giusto che siano i dirigenti e la presidenza a dare la giusta comunicazione quando lo riterranno opportuno. Posso solo dire che Del Neri è assolutamente pronto per la Juventus. E' uno dei migliori allenatori in circolazione. giusto che una società come la Juventus pensi anche a lui". I tifosi bianconeri si aspettano tanto dopo una stagione disastrosa: " chiaro - risponde Marotta uscendo allo scoperto - che tutti auspicano per la Juventus un ritorno in quella posizione che le compete per il suo blasone e la sua gloriosa storia. Farò di tutto per aiutarla a ritrovare la giusta collocazione". Poi, arriva la domanda scomoda, sul futuro di Diego, che non sembra molto adatto al modulo di Del Neri. "Sono situazioni che verranno affrontate al momento giusto, quando ci sarà l'allenatore nuovo. I tecnici si devono adeguare un po' a quelli che sono i valori dei giocatori. Il modulo classico di Del Neri è il 4-4-2 ma vedremo con calma e valuteremo tutte le cose". Poi lancia un messaggio affettuoso a Garrone, entrando con classe in un curioso gioco delle parti: "Con lui sarei disposto a trattare per fare arrivare qui qualche giocatore della Samp. Ma preferirei di no perché la Sampdoria ha raggiunto un obiettivo importante. Il presidente e i suoi collaboratori nuovi sono in grado di valutare le cose. Se dipendesse da me, li terrei ben stretti".

L’appuntamento è per le 16 di oggi a Napoli. Al Centro direzionale, sede della cittadella giudiziaria, negli uffici della Procura della Repubblica. Stefano Palazzi, il numero uno della Procura della federazione italiana giuoco calcio, arriva in città. E la sua non si limiterà certo a una visita di cortesia agli ex colleghi napoletani (Palazzi è stato a lungo magistrato in servizio presso il Tribunale). Un vertice, il suo, che impegnerà più fronti, a cominciare da quello incandescente di Calciopoli. Nel processo in corso a Napoli davanti ai giudici della nona sezione penale - nel quale sono imputati tra gli altri l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, ma anche gli ex designatori arbitrali Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo - si sono registrate alcune improvvise fiammate: accusa e difesa hanno infatti squadernato nuove richieste probatorie, chiedendo l’acquisizione agli atti del dibattimento di nuove intercettazioni telefoniche. Non solo. Da parte loro, i due pubblici ministeri Giuseppe Narducci e Stefano Capuano, hanno chiesto che i giudici assumano l’interrogatorio reso dal figlio di Giacinto Facchetti (che fu presidente dell’Inter per qualche tempo) e altri documenti che confermerebbero l’esistenza del cosiddetto «sistema Moggi». Nel frattempo, il 10 maggio, è successo anche dell’altro. Il 10 maggio è giunta al Coni anche una richiesta ufficiale da parte della Juventus: il club bianconero ha reso noto di aver presentato un esposto al Coni e alle altre istituzioni sportive per la revoca dello scudetto 2006 assegnato all’Inter. In quella circostanza il presidente della Figc Abete disse : «Prendiamo atto della richiesta: gireremo il documento agli organi competenti per le valutazioni». Ecco, oggi a Napoli si muove uno dei primi passi ufficiali dell’inchiesta sportiva. Palazzi potrebbe richiedere ai colleghi Narducci e Capuano alcune carte, tra i nuovi atti acquisiti a Napoli. Com’è noto, la procura della Federcalcio aveva aperto un’altra indagine su Calciopoli, proprio in riferimento «al nuovo filone di intercettazioni», e aveva già avanzato una richiesta al Tribunale di Napoli di acquisire «tutto il materiale probatorio prodotto dalle parti, ogetto di perizia che potrà essere disposta dal Tribunale». La decisione venne presa in una riunione presieduta a Roma dallo stesso Palazzi all’indomani dell’udienza del processo di Calciopoli in cui i giudici della nona sezione erano chiamati a decidere se acquisire le nuove intercettazioni come da richiesta degli avvocati di Moggi. «In merito al processo in corso a Napoli - aveva fatto sapere la Federcalcio - la Procura federale chiederà fin da ora di poter acquisire tutto il materiale probatorio prodotto dalle parti, oggetto di perizia che potrà essere disposta dal Tribunale. Nelle prossime ore, il procuratore Stefano Palazzi invierà formalmente una richiesta in tal senso al Presidente della nona sezione penale del tribunale di Napoli Teresa Casoria, avviando così l'indagine con riferimento al nuovo filone di intercettazioni». Ma la giornata di oggi potrebbe offrire a Stefano Palazzi anche lo spunto per altri incontri e altri colloqui. Tra questi potrebbe esserci quello con il procuratore aggiunto della Sezione criminalità comune, il presidente Giovanni Melillo, che sta seguendo le più delicate indagini sul tifo violento.

© foto di Alberto Fornasari

Tre anni fa, a campionato sigillato, Gigi Buffon raccontò che non avrebbe fatto trasloco dalla Juve, e mica per mancanza di residenze alternative, come puntualizzò con umanissimo orgoglio: «Diranno che nessuno mi voleva - spiegò, dopo un’infinità di chiacchiere sul suo futuro - ma la verità è che richieste ne avevo. Se avessi voluto andare via, ce l’avrei fatta. Non voglio fare il presuntuoso, ma un po’ di mercatino ce l’ho anch’io». Così era, se al contrattone con il Milan mancò solo l’autografo del migliore del pianeta, che da campione del mondo s’era appena fatto un anno di serie B, e s’apprestava a vivere il secondo filato senza Champions. Così potrebbe pure non essere più, però. Perché gli anni scivolano anche per i fenomeni, perché di acciacchi ne ha avuti, dai flessori alle noie alla schiena, e soprattutto perché da lui la Juve vorrebbe guadagnarci un sacco di quattrini: dai 20 milioni di euro in su, altrimenti non se ne fa nulla. Detto che resta un marziano, a quelle cifre ammacchi ed età stavolta assottigliano l’elenco di chi potrebbe offrirgli domicilio.

E dire che dopo la serataccia di San Siro, una delle tante di questa disgraziata stagione, Buffon non è mai stato così chiaro, così vacillante sul futuro: «Non so se resto». L’annata allucinante gli ha prosciugato l’entusiasmo, e all’orizzonte s’affaccia una stagione fuori dall’Europa che conta. Forse per la prima volta, cuore e cervello vorrebbero davvero andarsene da altre parti. Su tutte l’Inghilterra, come lui stesso ha ammesso, un paio di settimana fa. L’ideale sarebbe il Manchester United, che però non ha i soldi del City, cui manca la Champions. Con il portafogli all’altezza ci sarebbe anche il Bayern Monaco, che da mesi sta cercando un portiere, ma la Germania non pare essere cool come la Premier League. Resta comunque un dato di fatto: al momento nessuna offerta concreta, a quel prezzo, è arrivata al club bianconero. Nell’attesa, da tempo, è stata via via compilata la lista dei possibili sostituti, setacciati dagli osservatori bianconeri. A parte i soliti Hugo Lloris (Olympique Lione), Salvatore Sirigu (Palermo) e Federico Marchetti (Cagliari), già annotati, ogni tanto viene appuntato qualcuno: l’ultimo è Diego Alves, 25 anni, portiere brasiliano dell’Almeria, detto “El gato”. S’è fatto la fama di pararigori (7 su 13) e ha una valutazione tra i 10 e i 12 milioni di euro: ci hanno fatto un pensiero Milan, Bayern e Fiorentina.

Prima, volendo, bisognerà però trovare la destinazione di Buffon, la cui cessione resta fondamentale per tutto il mercato juventino: ricavi del genere sarà difficile spremerne. Una magia, per esempio, ci vorrà per piazzare Diego, che da trequartista non pare proprio il giocatore ideale per il 4-4-2 di Del Neri. Gran lavoro aspetta Beppe Marotta pure per scovare acquirenti di Trezeguet, Camoranesi e Amauri, solo per rimanere ai giocatori finanziariamente piuttosto ingombranti. Da cacciare, invece, ci sono soprattutto esterni, per difesa e centrocampo. Dietro continua a piacere Mattia Cassani, 26 anni, per il quale Zamparini chiede sui 10 milioni di euro, mentre sul fronte di mezzo attira il serbo Milos Krasic, 25 anni del Cska Mosca: talento e indole da incursore, alla Nedved, non mancano, ma potrebbe diventare un problema la tendenza all’anarchia tattica. Davanti, come punta di ricambio, non dispiace Sergio Floccari, mentre come star il duello pare tra Pazzini e Dzeko: piuttosto costosi.