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Messaggi del 20/05/2010

BUFFON: "Il futuro? La mia prioritą č e sarą sempre la Juve"

Post n°1902 pubblicato il 20 Maggio 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

"La priorità è stata, è e sarà sempre la Juve". Così il portiere bianconero e della nazionale, Gianluigi Buffon, ha replicato, a margine della presentazione della nuova campagna pubblicitaria di PokerStars.it, alle domande sul suo futuro calcistico. "E' una domanda fuori luogo - ha osservato -. Non ho mai detto addio a nessuno e non ho mai creato un caso. Io parlo sinceramente se poi qualcuno deve creare dei casi non mi farà piacere". Rivolgendosi ai cronisti che lo attorniavano, Buffon ha poi aggiunto: "Non mi fate sbilanciare, perché non ho nessun tipo di contatto con nessun altra squadra. Non ho mai sentito di Arsenal e delle altre squadre che mi affibbiate ogni giorno. La priorità - ha concluso - è, è stata e sarà sempre la Juve".
Buffon, ha commentato le novità societarie in seno alla Juventus, spiegando che l'arrivo alla Juventus dell' accoppiata ex sampdoriana Marotta-Del Neri
"è una buona base per cercare di ripartire nel migliore dei modi dopo una annata che non è stata foriera di molte gioie".
Il portiere juventino non ha voluto dare consigli per gli acquisti ai nuovi arrivati. "Io sono quello che deve stare di fronte alle scelte, io devo solo pensare a giocare". "Quando ci vedremo - ha aggiunto, riferendosi al neodirettore generale Beppe Marotta -, parleremo, non credo che ci sia alcun tipo di problema". Interrogato sul futuro bianconero dopo un anno difficile, Buffon ha risposto:
"Tutti abbiamo voglia di vincere dopo tre anni di purgatorio. Società, giocatori e tifosi: con questa maglia è un obbligo".
Quindi Gigi parla dei Mondiali alle porte: "Penso che alla fine, come negli ultimi anni, partiamo un pò a fari spenti. La considerazione nei nostri confronti non è eccelsa, ma penso che alla fine si possa fare bene". Una considerazione non troppo benevola, ha proseguito Buffon, può "pungolare il gruppo nell'orgoglio e chissà se, alla fine, non siamo la sorpresa" del Mondiale, come avvenne quattro anni fa in Germania. "Scommettere sull'Italia - ha aggiunto
- è un atto di fede".
Infine una battuta sulla finalissima di Champions League di sabato sera: "Non è detto che la guarderò - ha spiegato Gigi -. Ho una famiglia, due bimbi e non è sicuro che la guarderò. Comunque tiferò per l'Italia: come sempre bisogna provare un pò di spirito patriottico che fa bene anche alla Nazionale".

 
 
 

che orrore!!!!!

Post n°1901 pubblicato il 20 Maggio 2010 da nadir63l
 

 Nuove maglie Juve, con le onde e il tricolore
Fonte: Tuttosport

Ecco l’anticipazione delle nuove maglie Juve. La Nike propone la novità delle “onde”. Che dovrebbero simboleggiare le Alpi, in modo stilizzato. Strisce seghettate, quindi. A dare movimento alla maglia. E nella seconda divisa, bianca, ecco al centro il tricolore italico. L’impatto è notevole. Anche se i maligni storcono il naso perché la Nike ha messo le strisce zigzagate anche sulle maglie dell’Inter.

 
 
 

Nulla fu giusto.....

Post n°1900 pubblicato il 20 Maggio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB

di Cirdan

«Al momento non c'è nessun organo della giustizia sportiva al lavoro per l'esposto della Juventus sulla revoca dello scudetto del 2006 finito dopo Calciopoli nella bacheca dell'Inter».
A chiarirlo è il presidente della FIGC, Giancarlo Abete, nel corso della conferenza stampa svoltasi al termine del Consiglio Federale.
«Come le decisioni prese dal commissario (Guido Rossi, ndr) si basavano su indagini di organi di giustizia sportiva deliberanti - ha spiegato Abete - così, in questo caso, l'iter della Procura deve essere ancora effettuato. È inutile lavorare sui brogliacci o porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni. Bisogna aspettare i risultati conclusivi della perizia del tribunale di Napoli, che ha dato tempo 60 giorni (a partire dal 18 maggio ndr), e lasciare che si completi l'iter della giustizia ordinaria».
Il presidente della Federcalcio ha riconosciuto di comprendere il dibattito sugli organi di stampa, «...ma è meno comprensibile che ci sia intorno alla Federcalcio un'aspettativa prima che si completi il lavoro degli organi competenti ad accertare la verità. Non sarebbe giusto».
A leggere quanto sopra esposto da Abete non si può che essere in linea su quanto dice; va preservato l'accertamento della verità.
Ma la domanda è:
come mai solo adesso?
Perché solo oggi si dichiara che è inutile lavorare sui brogliacci? Perché solo oggi ci si sdegna a porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni? E sopratutto, perché solo oggi le aspettative sulle decisioni da prendere in merito sono meno comprensibili di un tempo?

Il processo su Calciopoli si basò in via esclusiva sulle intercettazioni, anche se l’art.270 del Codice di Procedura Penale prevedeva che "i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli nei quali sono stati disposti, salvo che risultino indispensabili per l’accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza".
L’art.37 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva imponeva tre gradi di giudizio: "iI giudizio per illecito sportivo e per violazioni in materia gestionale ed economica è di competenza delle Commissioni disciplinari in prima istanza e della C.A.F. in seconda ed ultima istanza. Nel caso di più incolpati, appartenenti a Comitati diversi, la competenza territoriale è determinata dal luogo ove è stato commesso l'illecito".
Rispettando i dettami del codice, l’iter di giudizio sarebbe dovuto iniziare con la Disciplinare ma Guido Rossi decise arbitrariamente di eliminare questo passaggio.
L’art.37 comma 6 del CGS prevedeva che "il dibattimento si svolge in contraddittorio tra la Procura Federale e le parti, che possono stare in giudizio con il ministero e l’assistenza di un difensore. Al termine del dibattimento il rappresentante della Procura Federale formula le proprie richieste. La difesa ed i soggetti deferiti hanno il diritto di intervenire per ultimi.
Ma il procuratore Palazzi pronunciò la sua requisitoria prima ancora dell’inizio del dibattimento, violando palesemente l’articolo citato.
Il processo della Caf durò cinque giorni, quello della Corte Federale soltanto quattro. Tra discussione di eccezioni, formalità burocratiche e presentazioni, alle difese rimase poco tempo per produrre le proprie memorie. In considerazione della mole di intercettazioni, delle persone coinvolte e dei numerosi capi di incolpazione, il tempo processuale avrebbe dovuto raddoppiarsi anziché ridursi.
E il ruolo dei media, quelli che oggi vengono compresi ma bacchettati perché prima c'è il bisogno che si completi il lavoro degli organi competenti ad accertare la verità?

Quella strana "fuga di notizie" centellinata con il procedere dei giorni, fu la chiave di volta: creare l'opinione pubblica forcaiola che poi sarebbe stata accontentata, celermente e senza aspettare l'eventuale verità: “...nella valutazione del materiale probatorio la Commissione (la Caf, ndr) si limiterà ad indicare quegli elementi di sicura valenza, che non si prestano ad interpretazioni equivoche, perché già solo dall’analisi di taluni fatti incontrovertibili emerge a chiare lettere ciò che era nella opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio, e cioè il condizionamento del settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus” ; pagina 79, Sentenza di Primo Grado (Presidente Cesare Ruperto).

Come già detto, ha ragione Abete: nulla fu giusto!

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