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Messaggi del 23/05/2010

Del Piero: "Grazie ai tifosi per la splendida accoglienza"

Post n°1914 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

Fonte: Juventus.com
© foto di Federico De Luca

Alessandro Del Piero, al termine dell’amichevole persa con i Red Bulls, vuole sottolineare il lato positivo della giornata: «Vogliamo ringraziare i tifosi per la splendida accoglienza. La cornice di pubblico era splendida, peccato non aver regalato loro uno spettacolo diverso e la soddisfazione che avrebbero meritato».
Sulla partita poche parole: «Sulla nostra prestazione hanno influito il fuso orario e la stanchezza»

 
 
 

La Juve sconfitta per 3-1 dai New York Red Bulls...

Post n°1913 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

le prendiamo anche nel nuovo continente

 
 
Nella prima amichevole della tournée americana i bianconeri di Alberto Zaccheroni sono stati sconfitti dal club della "grande mela". Il primo tempo si era chiuso sullo 0-0 ma nella ripresa gli statunitensi hanno trovato per tre volte la via della rete. Gol della bandiera per Amauri
NEW YORK (STATI UNITI), 23 maggio - La Juventus di Alberto Zaccheroni è stata sconfitta per 3-1 nella prima amichevole della tounée negli Stati Uniti. Dopo un bel primo tempo la formazione bianconera è stata piegata dalle tre reti a stelle e strisce realizzate da Hall al 50', Chinn al 55' e Ange al 75'. Gol della bandiera per Amauri che al 90' ha reso meno amara la prima uscita del club piemontese.

 
 
 

Se a rappresentarci sono questi…

Post n°1912 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB

di marcolanc

C’era anche Guido Rossi, nella tribuna vip del Santiago Bernabeu, a festeggiare la vittoria dell’Inter. E certamente nel suo intimo si sarà sentito protagonista di quell’“impresa”: senza di lui, i tifosi nerazzurri continuerebbero a riguardare i vecchi filmini in bianco e nero, per potere ammirare una Coppa Campioni alzata dai loro beniamini. Poco distante dal grasso ex-commissario Figc, seguiva la partita ovviamente anche il presidentissimo Moratti: giustizia vuole che prima di andare a festeggiare con Mourinho e i suoi uomini, abbia abbracciato il suo vero capitano, colui che nel 2006, grazie alla complicità dei proprietari della Juve, riuscì ad instaurare un regime che ora porta i suoi frutti anche in Europa. Certamente, se non l’ha fatto prima di congratularsi con allenatore e squadra, l’avrà fatto dopo: l’uomo più importante della storia recente dell’Inter merita il massimo rispetto di proprietario e tifosi.

In campo, Materazzi, anche detto “Macellazzi”, un nomignolo guadagnato per meriti sportivi, sfoggiava una maglietta con impressa una coppa campioni accompagnata dalla domanda: “rivolete anche questa?” . Chiaro il riferimento alla Juve ed ai recenti sviluppi di Farsopoli. Tranquillizziamo immediatamente il picchiatore nerazzurro: noi non siamo abituati a chiedere trofei vinti da altri sul campo. Quella è un’attività di cui hanno l’esclusiva solo i perdenti cronici come lui (già, perché potrà vincere anche mille trofei, ma resterà per sempre un perdente). Piuttosto, sappia che per onestà intellettuale consideriamo anche questa vittoria per quella che è: insignificante, in quanto derivante da un peccato originale che ancora deve essere lavato. Ma forse chi, come lui, in un famoso 5 maggio di qualche anno fa piagnucolava chiedendo l’elemosina agli avversari, pur di vincere uno scudetto che non sarebbe mai arrivato prima delle gesta di Guido Rossi, si può ben accontentare di vittorie false come questa.

Il problema di ogni interista è che nell’intimo sa come stanno le cose, anche se tende a cercare di nascondere la realtà perfino a se stesso. Ed è proprio l’animo perdente che accompagna i nerazzurri a non portarli a godersi nemmeno i successi. Quando Vialli alzò la Coppa dei Campioni nel ’96, ogni juventino sano di mente pensava solo ai colori bianconeri: per noi in quel momento esisteva solo la Juve. Per gli interisti non è così e forse mai lo sarà: sanno perfettamente che anche questa coppa va catalogata tra i trofei di cartone e allora non riescono a festeggiare serenamente. Purtroppo per loro, questo è il pegno da pagare per chi ha preferito scendere a compromessi e distruggere gli avversari fuori dal campo, sfruttando la propria forza politica, piuttosto che crescere in maniera naturale per riuscire un giorno a superarli sul campo.

Il refrain che i nerazzurri ripetono da ieri sera è: “Ora state zitti, perché noi abbiamo vinto e rappresentiamo l’Italia”. Sull’invito a starsene zitti, c’è poco da aggiungere: gli interisti da quattro anni a questa parte sono abituati ad impartire ordini, per cui cosa ci si doveva aspettare? Per loro, e per la federazione che li appoggia, è normale che la Lazio, su invito dei tifosi, si “scansi”, per non ostacolarne la marcia trionfale. Al contrario, se il presidente del Siena chiede ai suoi di giocare seriamente, scattano immediatamente le indagini: come si permette costui di sbarrare la strada agli “onesti”? Per quanto riguarda l’idea di farsi rappresentare all’estero dalla banda di Moratti, quali cittadini italiani ne facciamo volentieri a meno. Cosa c’è di italiano in una squadra che ha messo in campo solo stranieri? Anzi, per essere precisi, l’unico italiano a mettere piede sul terreno di gioco è stato, a pochi secondi dal fischio finale, Materazzi: uno che in campo internazionale viene ricordato soprattutto per la testata che gli fu rifilata da Zidane, in reazione alle provocazioni dell’interista al francese. E forse Materazzi un simbolo di italianità lo è veramente, ma nel senso peggiore del termine. È l’archetipo di chi è disposto a tutto pur di vincere: quello che alla sportività preferisce la furbizia, ad una giusta sconfitta predilige un’ingiusta vittoria. Insomma, è uno di quei personaggi per colpa dei quali gli italiani vengono considerati, generalmente a torto, truffaldini ed inaffidabili.

Se a rappresentarci devono essere Guido Rossi, Tronchetti Provera, Moratti e Materazzi, stiamo meglio senza alcuna rappresentanza. O meglio, preferiamo che all’estero continuino ad immaginare gli italiani con i volti di Totò e Peppino, che nei loro film impersonavano spesso furbi truffatori, capaci di vendere anche la Fontana di Trevi. Ma Totò e Peppino almeno facevano ridere. Questi nuovi stimolano tutt’altre reazioni, di carattere intestinale.


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Tifoso della Juve ucciso a Torino per maglia Materazzi...

Post n°1911 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

Accoltellato ieri notte un fan bianconero, arrestato il colpevole
TORINO, 23 maggio Ha ucciso per la sua fede calcistica, per l'Inter campione d'Europa. Una passione che si è trasformata in follia, quella di Rocco Acri, l'uomo di 60 anni che ieri sera ha accoltellato a morte Edmondo Bellan, 63 anni, per difendere la sua squadra del cuore. Un banale litigio finito in tragedia di fronte a un bar, il Blu Sky, dopo avere seguito fianco a fianco la finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco. «Sfotti pure, ma quella non è una squadra italiana», avrebbe detto la vittima - di simpatie juventine - all'aggressore nerazzurro.

L'INSULTO FATALE - Un affronto troppo grande, nella sera del trionfo di Zanetti e compagni, per un nerazzurro convinto. Ma a scatenare la sua violenza sarebbe stato l'insulto che la vittima avrebbe rivolto a Materazzi: «Guarda che maglietta vergognosa, è un uomo di m...», avrebbe sostenuto il bianconero Bellan criticando la maglietta indossata e mostrata dal difensore dell'Inter nella festa post-partita. Parole pesanti, a cui hanno fatto seguito i primi colpi proibiti: qualche spintone, forse uno schiaffo. Il televisore del locale trasmetteva le immagini di Mourinho in lacrime mentre abbraccia il presidente Moratti.

LA LITE - Davvero troppo per la Torino bianconera, reduce da una stagione disastrosa e con il dente avvelenato per lo scudetto revocato del 2006 e assegnato a tavolino all'Inter. La lite è degenerata in strada, con i caroselli degli interisti sullo sfondo a suscitare le invidie degli juventini che per tutta la serata hanno guardato la partita tra indifferenza e "gufate". «Adesso te la faccio pagare», ha detto l'interista al "nemico" juventino, ed è spuntato il coltello con cui lo ha colpito a morte.

LA CONFESSIONE - Avrebbe confessato Rocco Acri, 60 anni, l'uomo fermato dalla polizia per l'omicidio avvenuto ieri sera a Torino al culmine di un litigio per la finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco. Al termine di un lungo interrogatorio negli uffici della questura, secondo quanto si apprende, l'aggressore avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Gli agenti della squadra mobile, inoltre, hanno sequestrato al fermato alcuni abiti sporchi di sangue e un coltello a serramanico, la probabile arma del delitto.

 
 
 

Juve, attesa per Vargas .....

Post n°1910 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

mah
© foto di Giacomo Morini
Per la nuova Juventus il nome forte resta quello di Juan Manuel Vargas (27), l'esterno sinistro peruviano messosi in luce a Catania e confermatosi a Firenze nelle ultime due stagioni. Secondo Tuttosport La rivoluzione dirigenziale, che ha portato a Torino Giuseppe Marotta e Fabio Paratici, non ha modificato l'interesse per il centrocampista della Fiorentina. Anzi. Il pressing è aumentato, del resto Vargas sarebbe uno dei tasselli ideali per soddisfare le esigenze di Delneri, che sugli esterni di corsa e qualità costruisce il suo gioco d'attacco. Vargas, del resto, è uno dei viola con più mercato. Il Real Madrid, su input di José Mourinho, ha iniziato il corteggiamento. Corvino chiede 25 milioni, Beppe Marotta è pronto a entrare in azione per abbassare le pretese, magari inserendo qualche giocatore

 
 
 

Caliari (ex dir. comu. Juve): "Calciopoli una questione politica...

Post n°1909 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

 Blanc? Con lo stadio non c'entra nulla!"
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Pier Francesco Caliari, ex direttore comunicazione della Juventus dal 2002 al 2003, durante “l’epoca Moggi”, si è prestato volentieri in esclusiva ai microfoni di "Tuttojuve.com”, per un’intervista che tocca un po’ tutti i vari nodi che attanagliano attualmente la Vecchia Signora.

Partiamo subito dall’attuale situazione manageriale bianconera. Lei è stato per circa un anno direttore comunicazione della Juve. Ora al suo posto c’è Giuseppe Gattino. Qual è il suo pensiero su di lui?
“Innanzitutto volevo fare un preambolo: Blanc e soci hanno dovuto affrontare una situazione assolutamente difficile e competitiva, in quello che è stato il confronto con la dirigenza fatta da uomini dello spessore di Moggi, Giraudo, Gai. Da un gruppo ultraesperto di calcio, estremamente coeso e molto forte, con obiettivi chiari e con la consapevolezza di saperli raggiungere, non in modo illecito come è stato cercato di raccontare e che oggi i processi stanno smentendo. Per quanto riguarda Gattino, diventa sempre difficile fare i confronti specialmente se io devo parlare di un mio collega: sicuramente non è stata vita dura, però devo dirti che sotto il profilo della comunicazione per quanto riguarda i risultati della squadra sono stati clementi, rispetto ai tempi nostri, in cui noi vincevamo e i giornali come “TuttoSport”, “La Stampa”, che dovevano essere giornali amici, ci massacravano tutti i giorni, solo per il gusto di buttare in prima pagina il nome di Moggi, che faceva vendere giornali. Questa è la realtà”.

Lei sa che la scelta del canale ufficiale bianconero, “Juve Channel”, è stata quella di non parlare di Calciopoli. E’ d’accordo su questo?
“No, non sono assolutamente d’accordo, prima di tutto perché oggi, escludendo Moggi, stanno tornando gli uomini che c’erano prima, quindi c’è un’inversione di tendenza abbastanza particolare. Poi Calciopoli, Moggiopoli, chiamiamola come si vuole, è ben chiaro che è stata una questione politica e non sicuramente di frodi sportive, perché con le ultime intercettazioni venute fuori dell’Inter e del calcio, si capisce esattamente che quella era una bufala, per coprire altri interessi. Quella di non parlarne attraverso “Juve Channel” è stata una scelta aziendale, io non lo trovo giusto e poi oggi si rimangia un po’ la parola, per il semplice fatto che si richiede lo scudetto. Bisogna essere coerenti dalla A alla Z: se queste persone avevano fatto qualcosa dovevano essere punite e non si può prima dire “siamo colpevoli” e oggi chiedere di ridare lo scudetto. Mi sembra un po’ strana questa cosa“.

Quindi lei non è d’accordo sulla nuova richiesta della Juve di non dare lo scudetto all’Inter?
“No, io sono d’accordissimo su questo, però mi sembra un po’ strano che prima non bisognava parlarne e la Juventus si è autopunita, perché è l’unica squadra che ha detto “noi siamo colpevoli” e oggi, invece, si è ribaltata la situazione da parte della società. Un’incongruenza c’è stata, diciamo un po’ di sbandamento in questo periodo”.

Forse questo è dovuto all’insediamento di Andrea Agnelli, nuovo presidente bianconero, molto vicino a Moggi…
“No, non è che Andrea sia vicino a Moggi. Il suo papà era l’uomo che aveva voluto Giraudo e Moggi. Andrea ha vissuto la realtà di un calcio in cui la Juve primeggiava, aveva i conti apposto ed era la squadra che potava il nome dell’Italia in giro per il mondo con onore. Quello è stato l’esempio che ha avuto per 14 anni di dirigenza da parte di quelle persone che ad un certo punto sono state tacciate di essere truffaldine e poche chiare, che tutti i processi hanno dimostrato che non era così. Nel processo di Torino sono stati assolti con formula piena, il processo di Napoli vedrà Moggi non colpevole di tutte quelle cose assurde dette”.

Fino ad ora per Moggi è arrivata una solo condanna per violenza privata e null’altro.
“Si, però qual era stata la richiesta del pm? Associazione a delinquere per frode sportiva, sembrava che fosse Belzebù, e poi alla fine per giustificare tutti i costi che voleva dire quell’inchiesta, visto che è costata , tra avvocati e pm, molto ai contribuenti, quindi probabilmente non è stato possibile far fare la figura al pm di uno che si inventava delle cose. La condanna per violenza privata è una cosa ridicola, è come se due litigassero per un pacchetto. Quindi, per me, anche in quel processo Moggi è stato assolto”.

Ritorniamo un attimo su Gattino. Negli ultimi tempi si è parlato di un abbandono da parte sua. Diamo per scontato questo abbandono. Secondo lei, chi è l’uomo adatto per sostituirlo?
“L’uomo adatto per sostituirlo è un uomo che sa fare il mestiere di ufficio stampa e probabilmente non un giornalista. Fare l’ufficio stampa nel mondo del calcio è un mestiere difficile, specialmente alla Juventus. Io ho sempre detto che la comunicazione in tutti i settori merceologi o dell’industria o di qualsiasi altra cosa è l’azienda che la gestisce mentre nel calcio viene subita, nel senso che ci sono talmente tante fonti che non si riesce a gestirla. Bisogna essere bravi a saper interpretare quello che dice la stampa. Sicuramente non è una cosa semplice. Secondo il mio parere, però, Gattino non ha fatto un brutto lavoro”.

In giro si leggono le peggiori cose sia su di lui che su Fassone, responsabile marketing…
“Si, ma credo che di direttori marketing come Romy Gai non ce ne siano. Romy è un professionista, un uomo di calcio, un uomo di marketing”.

Per lei Romy Gai è il” non plus ultra” del calcio, uno come lui è impossibile trovarlo?
“Secondo me Romy all’interno di quello che è il mondo del calcio è sicuramente uno dei numeri uno, se non il numero uno per quanto riguarda il marketing e il commerciale. E’ sicuramente uno degli uomini che vedrei bene per questo incarico.”

Non boccia, quindi, la gestione di Gattino e di Fassone?
“Io non voglio bocciare. Il problema è diverso: si sono trovate delle persone messe lì in un momento abbastanza particolare, quindi molto difficile da gestire. Io non voglio parlare della gestione sportiva, che è un’altra cosa. Facendo il direttore marketing o comunicazione di un’azienda che vende milioni di pezzi o se fai il direttore mark o di com di un’azienda che sta bruciando e inquinando un intero paese il discorso è diverso. Se le cose fossero andate meglio, sicuramente i due avrebbero avuto vita più facile. Io penso che comunque Romy, per quanto riguarda la direzione marketing e commerciale, è di un altro pianeta e una squadra come la Juventus merita dei professionisti veri.”

Per molto tempo ha lavorato con Moggi, Giraudo e Bettega. Cosa ne pensa della “triade” ?
“Io credo che Giraudo non debba dimostrare a nessuno quella che è stata la sua capacità manageriale e di lungimiranza, vedi il progetto dello stadio, che è un progetto suo ed è l’unico stadio in Italia che diventerà di proprietà.”

Questo è un merito più di Giraudo che di Blanc ed Elkann, anche se questi ultimi se ne attribuiscono spesso le onorificenze?
“I progetti che Blanc ha presentato sono i processi che abbiamo presentato noi! Elkann si prende i meriti perché l’azienda era ed è sua, quindi è giusto che se ne prenda i meriti. Ma Blanc non c’entra nulla con lo stadio! I progetti che sono stati presentati sono esattamente gli stessi progetti che sono stati già presentati ed approvati nel 2002”

Blanc non ha aggiunto nulla a quello fatto precedentemente da Moggi e Giraudo?
“Per quanto concerne la gestione e l’amministrazione dell’azienda assolutamente no. Moggi poi è assolutamente indiscutibile dal punto di vista sportivo, ricordiamoci che tutti i ragazzi che stanno giocando bene in Italia vengono fuori dal vivaio della Juve! Non c’è neanche da discutere. Moggi e Giraudo era l’accoppiata più forte che il calcio aveva in Italia e come tutte le cose che sono forti e vincono danno fastidio.”

Di Bettega, invece, cosa ne pensa?
“Bettega era un buon ambasciatore, completava quella che era la triade, ma i due erano sicuramente Moggi e Giraudo. Erano imprescindibili”

Bettega aveva un ruolo più marginale rispetto agli altri due?
“Assolutamente sì.”

Parliamo un attimo della nuova dirigenza bianconera che si appena insediata, di Marotta e Paratici. Cosa ci sa dire di questi due?
“Io di Paratici non posso dire niente perché non lo conosco. Conosco, invece, per quello che ha fatto alla Sampdoria e prima, Marotta e credo che sia un ottimo direttore sportivo. Nutro grandi speranze in questo.”

Passiamo al suo futuro personale. Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Io mi occupo di comunicazione da una vita, ma adesso il calcio è l’ultimo dei miei pensieri. Alle chiamate poi non si rifiuta, ma non credo che arriverà una chiamata”

Mica possiamo sperare di rivederla, un giorno, di nuovo nella Juve?
“Nella vita io non dico mai di no, ma lo ritengo al 99, 9% impossibile”

 
 
 

Chiellini chiede più soldi ma la Juve non ha fretta....

Post n°1908 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

 
Fonte: di Jacopo D'Orsi per "La Stampa"
© foto di Filippo Gabutti

Mourinho mi piace perché dice la verità. È un grande allenatore, ma anche una persona molto intelligente: sono spesso d’accordo con lui». Firmato Giorgio Chiellini, come sempre senza peli sulla lingua. Parole autentiche, visto che a pronunciarle - qualche mese fa - fu uno dei simboli della Juve post-Calciopoli, non esattamente la società e la squadra più affettuose nei confronti dei nerazzurri. Ieri s’è scoperto che il sentimento di stima è ricambiato: Mourinho avrebbe inserito il difensore, già nel mirino dei due Manchester, United e City, nella lista della spesa del nuovo Real Madrid, con ogni probabilità il suo. Che il corteggiamento sia più che concreto lo fa capire anche Davide Lippi, il procuratore, avvistato ieri nella capitale spagnola per la finale di Champions League insieme con tanti colleghi. «Ma io sono qui per lavoro. A buon intenditor poche parole», ha detto Lippi jr.

Se alcuni tra i club più importanti e facoltosi d’Europa bussano alla porta di Chiellini, e chi lo rappresenta non fa nulla per nasconderlo, è per via di un prolungamento del contratto che da scontato s’è fatto un po’ più complicato. Migliore per distacco nell’ultima disastrosa stagione, atteso protagonista al Mondiale, nelle intenzioni della nuova società Chiellini dovrà essere uno dei pilastri della rifondazione. Ma non a tutti i costi. Sia a livello di valutazione (dai 30 milioni in su se ne può trattare la cessione), sia a livello d’ingaggio, che invece lui vorrebbe adeguare allo status che ritiene di avere acquisito. «È un big e come tale deve guadagnare», spiegò sempre Lippi jr qualche tempo fa, chiarendo che gli attuali 2 milioni (netti) a stagione fino al 2013 ormai gli stanno stretti. «Giorgio pensa solo al Mondiale», giura chi lo conosce bene. Proprio oggi parte la spedizione azzurra, con il raduno di Venaria e il ritiro a Sestriere fino al 5 giugno. Ma il ragazzo, oltre ai sogni di gloria, in valigia dovrà infilare anche un bel carico di incertezze, destino condiviso con altri tre pezzi (su sei, esclusi Marchisio e forse Iaquinta) del blocco bianconero.

Compagni che come lui partono senza conoscere il proprio futuro, a cominciare da Buffon, cedibile in caso di buone offerte (almeno 20 milioni). «Non so se resto», confessò a campionato appena concluso. Ora attende di incontrare il nuovo dg Marotta. Lo stesso vale per Cannavaro, in scadenza a giugno e lontano dal rinnovo (come da un incarico nella dirigenza), nonché per Camoranesi (2011), che potrebbe essere scaricato in extremis anche da Lippi al momento della scelta dei 23 da portare in Sudafrica. «La società ci ha detto che non rientra più nei piani», spiegò un mese fa il suo agente, Sergio Fortunato. Ma la prima grana per Marotta è rappresentata dalle richieste di Chiellini. Del resto, da titolare sul campo, nella squadra degli stipendi il difensore finisce in panchina: sono 13 i compagni con una busta paga più pesante della sua.

Il ritardo della firma fino al 2015 si spiega anche e soprattutto con la nuova filosofia del club, votata all’abbattimento degli ingaggi. Una cura dimagrante che prevede la cessione di alcuni giocatori dai guadagni notevoli e avanti con l’età (esempi: Trezeguet, Amauri, Zebina), nonché di pensarci dieci volte prima di concedere aumenti e firmare altre intese faraoniche. Ecco perché tra la Juve e Chiellini, che chiede di salire oltre i 3 milioni a stagione e probabilmente alla fine resterà, c’è ancora una certa distanza. Non una voragine, ma una fessura sì. In mezzo, oltre alle ricorrenti sirene inglesi - nel 2007 stava per essere spedito al Sunderland, ora piace anche all’Arsenal -, adesso ci si è messo anche Mou.

 
 
 

QUALCUNO HA SUPERATO IL LIMITE....

Post n°1907 pubblicato il 23 Maggio 2010 da nadir63l
 

bastardo di m.......
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Avevo appena scritto un articolo, facendo i complimenti all'Inter per la vittoria e che succede... tra una notizia e l'altra mi imbatto in una maglietta... non mi sembra vero dico io... con chi ce l'ha quell'uomo alto? che ha scritto sulla maglietta...? "Fatemi vincere..., io vi ho fatto vincere uno scudetto a Perugia?... No impossibile... leggo meglio, quelle erano parole vecchie.."Rivolete anche questa con la sua effige che porge la Coppa dalla grandi orecchie". ...Purtroppo mi devo ricredere e a disotterrare la penna cattiva, che avevo chiuso nel cassettino, porgendo nel mio articolo precedente i complimenti più sportivi.
Mentre tutti i giocatori dell'Inter avevano la loro bella bandierina: brasiliana, del Ghana, Argentina, Romania, Olanda...Portogallo, Camerun...etc...degno di una multinazionale..... Materazzi, uno dei pochi italiani, invece di una bandierina italiana, che fa? Una bella maglietta in cui prende per il sedere...i tifosi della Juventus, i giocatori della Juventus e infine pure la società che si è sbilanciata con un comunicato...
Una maglietta del genere, in una finale, vinta dopo 38 anni, non è solo uno sfottò, è un inno all'indecenza, dopo lo striscione "volgare" su Totti, ma quello hanno detto che lo avevano fatto i tifosi e che loro non sapevano nulla... e poi è stato su pochissimo.....!!!!!  ci è toccata anche questa...aspettiamo le prossime.... tanto se vinci e denigri l'avversario è meglio.... no?
Poi ci chiediamo come mai i tifosi bianconeri non possono più assistere a Inter-Juventus.
Ci chiediamo come mai i 2/3 dell'Italia era silenziosa, non tifava Bayern magari, ma era silenziosa...a fine partita...molto silenziosa...
Materazzi prima di scrivere una cosa del genere avrebbbe dovuto pensarci un bel pò.
Se non ci fosse stato il 2006, se non ci fosse stato Moggi, lui non sarebbe diventato campione del Mondo. Se non ci fosse stato Moggi, non si sarebbe dovuto inventare Calciopoli e tutto il resto e la Juventus non sarebbe stata mandata in B.
Più che una maglietta contro la Juventus dovrebbe farne una su Guido Rossi con scritto Santo Subito..., perchè se no lui avrebbe un palmares peggiore di quello di Cristantemi dell'allenatore nel Pallone.
Quella maglietta è becera...a dir poco, quella maglietta è in perfetto stile di qualcuno...
Ieri a Madrid c'era anche gente della Federazione, possibile che nessuno se ne sia accorto? Erano solo li per abbracciare Moratti dopo ogni gol? Capisco la felicità, ma non ho mai visto un presidente federale abbracciare un presidente di una squadra dopo un gol."Ne prendo atto". Non ho mai visto Berlusconi abbracciare Carraro in passato...eppure di coppe ne hanno vinte loro....Poi ovviamente ognuno può fare quello che vuole, ma sentendo certe telefonate... e di come era "definito" secondo Bergamo dal Presidente dell'Inter... la cosa mi lascia basito....
Stranezze...purtroppo per i tifosi bianconeri sappiamo già come andrà a finire calciopoli 2... e sappiamo che fine farà quella richiesta della società di revoca dello scudetto dell'Inter..."Piaccia o non piaccia" è già veramente tutto scritto...Bolle di sapone... compratene tente e cominciate a soffiare perchè tutto finirà così.... ne siamo certi...
Quell'abbraccio ai gol di Milito vale più di tante parole... è un video che per molti tifosi rimarrà indelebile, proprio come i gol di Ibrahimovic nell'ultimo campionato di Capello, le prodezze di Vieira, e quei 9 giocatori della finale di coppa del Mondo...
In quel campionato chi vinceva aveva ragione e gli davano la coppa, ma poi ti portavano via il campionato con intercettazioni a senso unico...e se reclami ora pure ti fanno passare per fesso... w w w la giustizia... Piaccia o non piaccia vero?
Se vale la regola che se arrivi terzo... ti devono dare la coppa... allora il Barcellona potrebbe reclamarla...Attenti si potrebbero attivare se se ne accorgono!!!!
Magari se intercettavano qualche comunicazione in portoghese....finiva diversamente (a buon intenditor poche parole)...ma questa è un'altra storia....

 
 
 

     

 

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