LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 24/05/2010
Ora l'Inter rischia parecchio Fonte: tuttojuve.com © foto di Federico De Luca Alla vigilia dell'ennesima udienza del Processo di Napoli viene pubblicata una telefonata importantissima ai fini dell'indagine. |
« E poi a partire da una discussione nata proprio da questa maglietta a Torino un uomo è morto» TORINO, 24 maggio - «Materazzi? Un bravo ragazzo, ma sempre capace di stupidità, in campo e nei dintorni». Lo ha dichiarato Giampiero Mughini, intervenendo a “L’Università del Calcio”, (Radio Power Station 100.5) a proposito della maglietta (“Rivolete pure questa?”) esibita sabato dopo la vittoria in Champions League. «Sul momento non mi ero accorto di questa stupida maglietta. Materazzi credo sia un bravo ragazzo, ma è sempre capace di stupidità, in campo e nei dintorni. E poi a partire da una discussione nata proprio da questa maglietta, a Torino un uomo è morto. Materazzi ha contato molto, come pochi altri, nella vittoria del Mondiale del 2006, ma nessuno vuole la sua maglietta, è sua e gli appartiene. Mentre non gli appartiene quello Scudetto, tanto che tutti quelli che contribuirono ad assegnarlo, ora fanno a gara a tirarsi indietro, a dire che non c’entrano, e che non volevano». |
Il "consulente sportivo" di Luciano Moggi anticipa a TuttoJuve.com grosse novità per domani. Fonte: Mimmo Celsi Domani , si torna in aula, dopo circa 15 giorni di pausa, nell’aula 216 del tribunale di Napoli, si celebra, un’altra puntata del processo “Ambrosino più 23” noto alle cronache come “Calciopoli”, un processo che nelle settimane precedenti ha svelato un po’ dei retroscena che il calcio italiano, negli anni 2004, 2005 e 2006 viveva. Retroscena che avrebbero dovuto inchiodare, Moggi, Giraudo, De Santis, Bergamo, Pairetto etc.., alla sedia come artefici e attori principali di una “Cupola”, così fu definita da giustizia sportiva e giornali, che era organizzata e per frodare il calcio italiano, l’accusa è “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”, e carnefici di uno sport, che tutti amano in Italia ed in Europa, mangiato e distrutto da presunti favori personali. Ma fin dall’inizio, si è capito che qualcosa non quadrava, i testimoni che si sono succeduti di fronte alla presidente Teresa Casoria, hanno mostrato incertezze, lacune e soprattutto abbiamo sentito tanti “non ricordo”, “mi è sembrato di capire”, “è una mia deduzione”, “non era proprio questo il senso delle mie parole”, fino a dire addirittura che testimoni ascoltati come gente informata dei fatti, era stata trattenuta per diverse ore, incalzate da domande sempre più unidirezionali. Ma qualcosa è cambiato radicalmente, quando su banco dei testimoni si sono seduti i due carabinieri del task force che intercettavano ed ascoltavano i telefonini e i telefoni fissi. All’improvviso è stato chiaro come le indagini condotte, erano fondate su tabellini della gazzetta dello sport, su libere interpretazioni di presunti sdoganamenti di membri della “Cupola”, e rientri mirati, dove i risultati delle partite venivano valutati nel freddo giudizio di un tabellino, dove la ammonizioni erano semplici, per i due carabinieri, interventi mirati ad indebolire a turno, le squadre avversarie della Juventus, ma senza mai verificare se quelle ammonizioni fossero invece frutto di interventi scomposti, o offese all’arbitro, e dove addirittura, un giornale sbaglia tabellino indicando il giocatore del Parma Morfeo espulso e chiamando a testimoniare l’ex giocatore Vignaroli, a conferma del dato, salvo poi invece verificare che il Morfeo era stato solo ammonito. Nel controesame della difesa quindi, opportune domande confutano una serie di madornali errori e sviste, che danno spunto ad una serie di riflessioni, e di domande. Domande che ho posto a Dott. Nicola Penta, consulente della difesa Moggi, il quale in una serie di lunghe ed interessanti chiacchierate, ha sempre sostenuto come questo processo, avesse molto da dire, ma non come conferme delle ipotesi giudiziarie, ma come invece una secca smentita, della tessi accusatoria, come quando una dichiarazione del PM Narducci ”Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo…”, desta dei forti dubbi nel collegio difensivo ed in modo particolare proprio nel Dott. Penta che oltre ad ascoltare le telefonate svolge un ruolo di importante consulenza e raccordo tra le varie informazioni inerenti al processo, il quale nel momento opportuno consegna nelle mani degli avvocati Prioreschi e Trofino non solo le telefonate di Moratti, del Bologna, del Cagliari, di Meani, ma anche telefonate di Facchetti, ai designatori oltre che ad arbitri. Nell’intervista rilascia pochi giorni il Dott. Penta fa anticipava una serie di novità, e a tal proposito proprio questa mattina, in colloquio telefonico, mi confermava queste notizie: “Verranno richieste domani al tribunale trascrizioni dei contatti riguardanti una squadra di Milano, degli arbitri Collina e Rosetti, oltre che dell’ex componente dell’AIA il signor Boschi di Parma”, da indiscrezioni vicine all Dott. Penta risulterebbe all’atto uno studio riguardante arbitri della cosiddetta “Cupola” a favore di Inter e Milan. Il tutto fa presagire che la fase calda del processo sia ancora a divenire, e che da giugno, nel valzer dei teste della difesa, si potranno leggere ed ascoltare tutte quelle telefonate che non solo Moggi faceva, ma che, ormai possiamo dirlo senza paura di smentita, tutti facevano, e ne capiremo anche i toni usati. |
© foto di Federico De Luca Antonio Giraudo ha querelato per diffamazione Milanchannel e Leonardo Meani, ex addetto agli arbitri per conto del Milan, per un servizio sul caso Calciopoli. L'ex amministratore delegato della Juventus si è sentito offeso perchè Meani gli "attribuisce falsamente, in relazione a una intercettazione telefonica con Mazzini (Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale - ndr), l'espressione 'il nostro amico a Siena e' stato eccezionale'", si legge in un comunicato. |
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© foto di Federico De Luca Oggi, come oggi l'Inter è la squadra più forte d'Italia, su questo penso non ci siano dubbi. Anche se la Roma è arrivata a due punti la rosa non è minimamente paragonabile a quella nerazzurra. |
"È morto? Sono davvero dispiaciuto. Non conoscevo quell'uomo: ho litigato con lui nel bar perché aveva strattonato il barista. Uscito, me lo sono ritrovato davanti: agitava le braccia, mi sono spaventato e ho usato il coltello". Fonte: di Federica Cravero per "La Repubblica" ediz. Torino © foto di Giuseppe Celeste/Image Sport "Quando sono andato via quell'uomo era in piedi. Aveva un braccio ferito, questo sì, ma era vivo. È stato lui a mostrarmi il sangue al braccio e mi ha detto "Guarda qui cosa mi hai fatto!". Poi io ho salutato una persona dicendogli che ci saremmo visti il giorno dopo e sono andato via a piedi, verso casa mia. Non immaginavo che quell'uomo sarebbe morto. Sono sconvolto, davvero. E dispiaciuto". Così Rocco Acri, 60 anni, ha confessato di aver accoltellato a morte Edmondo Bellan, 62 anni, la sera della finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco. Proprio la partita - i pochi giocatori italiani in nerazzurro e la maglietta "provocatoria" di Materazzi - avrebbe innescato la discussione tra un tifoso della Juve e uno dell'Inter, che è sfociata nel delitto. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14