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Messaggi del 26/05/2010

Macerie post armageddon...

Post n°1929 pubblicato il 26 Maggio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB

di Morrison


La stagione è conclusa ed è tempo di consuntivi. Analizziamo quanto abbiamo visto sul campo e cerchiamo di trovare, laddove ce ne fossero, spunti da salvare: compito ingrato, amici miei! Proviamoci ugualmente. Ma prima di iniziare, un’avvertenza: tutto quanto scrivo è solo ed esclusivamente frutto della mia opinione, pertanto soggetto a discussione.

Non ho neanche guardato l’ultima partita della Juventus, ma ho ricevuto un sms di un amico alle 23:00, che recitava: “Finalmente è finita”. Iniziamo da qui: finalmente finisce la peggiore annata bianconera che la memoria calcistica nazionale ricordi. Badate bene, questa stagione ha superato per distacco quella che finora aveva vestito la “maglia nera”, ossia la stagione 90/91, con Maifredi allenatore e Montezemolo Presidente, per alcuni semplici riferimenti “tecnico-statistici”.
Quella stagione finì con l’autodistruzione: l’ottavo posto in campionato, che non valse neanche la partecipazione all’allora Uefa. Ma quella squadra, fino alla 4° di ritorno, sciorinò, onestamente parlando, un discreto calcio ed era a -1 dalla Samp poi campione. Poi, bene o male, arrivò alla semifinale di Coppa delle Coppe, sfiorando la finale, eliminata dal Barcellona (1-3/1-0).

Certo, stiamo parlando di dettagli, ma il “dettaglio” è che questa “squadra” mai si è anche solo avvicinata all’idea di giocare per lo scudetto (forse alla 3° giornata d’andata, dopo Roma e Lazio, qualcuno poteva sperarci). Men che meno si può affermare che il suo cammino in Champions prima e in Europa League poi sia stato quantomeno dignitoso. Indi, signori, se quella squadra si squagliò nel momento topico, questa non è neanche nata.

I numeri poi sono totalmente impietosi e parlano di 15 sconfitte in campionato, 2 in Champions League, 1 in Europa League e 1 in Coppa Italia, su un totale di 50 partite: un dato raccapricciante.
Vogliamo parlare dei gol subiti? 56 (cinquantasei!) in campionato, 7 in Champions League, 6 in Europa League e 2 in Coppa Italia. Questa squadra ha preso sempre di media quasi 1,5 gol a partita: dilettantesco, amatoriale. Questi numeri credo che siano in assoluto il record storico di sempre: neanche la tanto citata stagione 61/62 fece registrare un simile scempio. L’incredibile collana di record polverizzati dall’“Ingegner Elkann” e dal “fido” (e mi perdonino i cani…) tennista francese hanno dell’incredibile, sembra quasi che lo facciano apposta (…!).

E veniamo alla parte “tecnica”, ossia il campo, l’allenatore, la squadra. E qui, volere o volare, raggiungiamo il picco, anzi il centro della voragine, perché al di là dello sfacelo eseguito nella stanza dei bottoni, mi preme ricordare che per come intendo il calcio io, alla fine in campo vanno in 11 (massimo 14) e in panchina ci va uno (anzi, negli ultimi tempi più d’uno).


ALLENATORI

FERRARA: Il buon Ciro è stato accolto da “noialtri” come “uno di Noi”, ma su di lui sono ricaduti i primi strali dei tifosi quando le cose hanno preso la piega che sappiamo. Semplicemente inadeguato al ruolo offertogli, prigioniero del “rombo” e probabilmente troppo a corto di personalità per dare ad esempio quelle dimissioni post-Bayern che la dignità gli avrebbero imposto. Voto 4

ZACCHERONI: Che un tizio simile approdi sulla nostra panchina é emblematico del momento. La sua “scintilla” è durata sì e no 4 partite. Impietose, le telecamere lo inquadravano con la faccia di chi non sapeva mai che fare. Alla fine, numeri alla mano, riesce pure a fare peggio di Ciro. Farsopoliano, newhollandista. Voto 3,5


SQUADRA

PORTIERI: 5. Tra le numerose assenze di Buffon, gli infortuni, le sue promesse a Manninger e le sue paturnie con Alena, quest’anno abbiamo visto alternare interventi salva risultato a “vaccate disumane”. Se a queste aggiungiamo l’editto reale emanato da Carlo Magno che vieta a qualunque portiere di nazionalità austriaca di uscire anche solo di un metro dalla linea di porta, capirete come, forse, tutto sommato, quest’anno un “citofono” avrebbe svolto la funzione in egual maniera.

DIFESA: 4. E che voto volete dare alla difesa della (fu) Juventus che prende 71 gol in 50 partite? Sinceramente, credo che alla lunga abbiano smesso di capirci qualcosa anche loro. Ora a 3, ora a 4, ora De Ceglie, ora Grosso, ora Legrottaglie, ora Cannavaro, ma gli svarioni sono stati talmente tanti da smettere di contarli. In questo panorama davvero tremendo, le chicche sono naturalmente Cannavaro Fabio e Grosso Fabio; ho smesso di provare a capire il loro acquisto, ma mi auguro di cuore di non doverli rivedere mai più. Per quanto riguarda Legrottaglie, domanderei a Zaccheroni il perché del suo accantonamento a favore del tizio napoletano quando stava ritrovando una condizione accettabile. Su Zebina e Grygera c’è poco da dire. Il primo è già un lusso l’averlo avuto a disposizione per una quindicina di partite dove peraltro ha alternato buone cose (vedi Fulham all’andata) a solite amnesie e scatti di nervi; il secondo, dopo l’infausta partita col Siena dove regalò 3 gol ai toscani, è praticamente uscito di scena. Detto anche dell’inadeguatezza tecnica a questi livelli di De Ceglie e della stupenda cessione di Molinaro (credo che a Stoccarda sia nata l’oktoberfest 2 per ringraziarci), menzioniamo gli unici 2 del reparto da cui ripartire. Il primo è, of course, Chiellini su cui c’è poco da dire: orgoglio, caparbietà e spirito di appartenenza ne fanno una pietra d’angolo del futuro. Il secondo è, anzi sarebbe, Caceres. Il condizionale non è per le prestazioni, in quanto il giovane uruguagio merita la conferma per dinamismo, duttilità ed età, quanto per l’integrità fisica e ovviamente il prezzo che Laporta chiederà; parrebbe comunque già acquisito uno sconto per il riscatto da 11 a 7 milioni.

CENTROCAMPO: 3. Questo é in assoluto lo spettro più inquietante della stagione bianconera. Il reparto partì tra lazzi, fanfare e squilli di tromba. L’acquisto di Felipe Melo (?) a far da ciliegina sulla torta ad una batteria che comprende(va), tra gli altri, Sissoko, Marchisio, Camoranesi e Poulsen.
Che questo centrocampo non avesse esterni lo intuirono anche Tobias e Thomas, rispettivi eredi del capitano e del n.1. Su Felipe Melo credo di avere scritto tutto e di tutto: lento, supponente, arrogante, deleterio e oltremodo egoista, sempre pronto a mettere l’io personale davanti al rendimento (peraltro sconcertante) della squadra. Neanche ora, che se Dio vuole è finita, ci fa mancare le sue considerazioni apocalittiche. Secondo cui, senza di lui, noi abbiamo quasi sempre perso. Il punto è che qualcuno dovrebbe spiegargli che quest’anno alla Juve chiunque può dire lo stesso.
L’unica nota lieta del reparto è ovviamente Claudio Marchisio, che ha raggiunto quella maturità e quella consapevolezza del ruolo beneauguranti per il prosieguo, giacché Claudio sta al nostro centrocampo come Chiellini alla nostra difesa! Parlando d’altro, resta un mistero l’improvviso, immotivato e autolesionista confinamento di Candreva in tribuna. Chiederemo al tennista francese: probabile che i soldi del suo riscatto dovessero essere investiti per piante di gerani ad ornamento dell’area commerciale anti-stadio. Non è il caso di tornare sull’infausta cessione di Marchionni, né su quella di C. Zanetti; i miei saluti vanno infine a Mauro German Camoranesi, antipatico, egoista, nervoso finché si vuole, ma grande giocatore e soprattutto uomo, merce ultimamente rara dalle parti di Galio Ferraris, e purtroppo a Poulsen, sebbene quest’ultimo stante anche l’indecente proporzione costo-ingaggio-resa, potrebbe restare un altro anno. Nel qual caso il saluto (comunque non affettuoso) mi auguro sia solo rinviato.

ATTACCO: 4,5. Se il voto non è inferiore a quello del centrocampo, il merito è per l’ennesima volta di 2 tizi che, numeri alla mano, “qualcosina” di storia bianconera paiono averla scritta: Alex Del Piero e David Trezeguet. Andate a rivedervi i numeri, il minutaggio e i gol (più assist per il primo) realizzati. Bene, ora confrontateli con i numeri del tizio che da un anno e mezzo ci informa di essere “appena tornato” e dell’unico calciatore della storia che per un menisco ha perso 8 mesi di stagione. Certo, in quest’ultimo caso si può parlare di sfortuna, di fato. Ma resta un fatto: Iaquinta ha mercato. Fossi in Marotta, ci penserei: arrivare a Pazzini può essere dura, ma a Gilardino?
Riguardo Amauri, c’è ben poco da dire: un anno e mezzo per 7 gol tra campionato e coppe. I numeri sono impietosi, gli stessi numeri che, a dispetto di una devastante forza fisica al servizio dei compagni, condannarono diversi anni fa alla cessione un’autentica forza della natura, Alen Boksic. Quindi Amauri addio.

In conclusione.
Le certezze, le basi da cui ripartire, sono poche, la squadra necessita di almeno 4-5 innesti di qualità. Più avanti ci occuperemo di analizzare i nomi accostati alla Juventus e cosa offrirebbero dal punto di vista qualitativo a questa squadra. Per il momento, un unica chiosa: buon Lavoro Marotta!


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ROCCA: "Nun ce vonno sta’..."

Post n°1928 pubblicato il 26 Maggio 2010 da nadir63l
 

Fonte: di Christian Rocca - camilloblog.it
© foto di Image Photo Agency

Le pagine più estremiste del giornalismo italiano, quelle sportive interiste del Corriere della Sera, dopo aver osannato per anni l’onestà morale di Roberto Mancini e le sue magnifiche doti di condottiero calcistico (Mancini era "l’allenatore che vince sempre", anche se arrivava sempre terzo), ieri hanno prodotto un miserabile trafiletto dal titolo "Mancini in tribunale perde la memoria". In sintesi ai redattori nerazzurri non va giù che l’ex allenatore prediletto, finalmente interrogato in un tribunale e non da loro medesimi, abbia detto che le accuse rivolte agli avversari di Torino erano chiacchiere da bar, cose che si dicono alla fine di una partita causa foga agonistica. I tifosi del Corriere non se ne capacitano e quindi Mancini "ha dato un contributo minimo all’accertamento della verità su come andavano le cose nel calcio italiano quando Moggi era d.g. della Juventus". Certo, la verità è quella che Recoba e Zamorano non battevano Ibra e Trezeguet perché c’era il lupo cattivo.
Delle due l’una: o i redattori della curva di via Solferino hanno prova che Mancini ha mentito sotto giuramento oppure Mancini ha dato un contributo massimo all’accertamento della verità. In ogni caso, non è giornalismo
Christian Rocca - Il Foglio
www.camilloblog.it

 
 
 

Tribunale di Napoli. Udienza del 25.05.2010, teste Roberto Mancini...

Post n°1927 pubblicato il 26 Maggio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB


Ultimo teste di lista dell’accusa



Capuano: «Buongiorno Signor Mancini, lei nel campionato 2004-205 quale squadra allenava?».
Mancini: «L’Inter».
Capuano: «L’Inter… Lei in quel campionato ricorda di aver avuto giornate di squalifica?».
Mancini: «Mi sembra di si».
Capuano: «Si ricorda a proposito di quale partita?».
Mancini: «No di quale partita no....le partite non le ricordo, però sicuramente si».
Capuano: «Ricorda la partita Inter-Lazio?».
Mancini: «Si».
Capuano: «Ricorda quanto finì e chi l’arbitrò?».
Mancini: «No».
Capuano: «Allora la partita Inter-Lazio, svoltasi il sabato 30.10.2004, finita 1-1, arbitrata da Trefoloni. Ricorda un episodio che lo coinvolse rispetto all’arbitro Trefoloni?».
Mancini: «Probabilmente si».
Capuano: «Lo vuole riferire?».
Mancini: «Mi sembra, adesso sono passati tanti anni, il gol della Lazio venne secondo me da un’azione non regolare.. ma ne ho avuto tanti..».
Capuano: «Lo rappresentò all’arbitro nel corso della partita?».
Mancini: «Come scusi?».
Capuano: «Rappresentò questa circostanza all’arbitro nel corso della partita?».
Mancini: «Forse alla fine della partita.. mi sembra che il gol venne alla fine..».
Capuano: «Si, all’84’. E cosa gli rappresentò? gli disse qualcosa in particolare?».
Mancini: «In quei momenti li, cioè preso dalla foga dalla partita, uno può dire qualsiasi cosa quindi.. adesso non ricordo cosa gli dissi, mi sembra che venni squalificato per quella.. ».
Capuano: «Si. Per sollecitare la memoria del teste, presidente, lei è stato sentito già il 16.05.2006 dai carabinieri del reparto operativo della seconda sezione: “Sono stato squalificato per due giornate per aver detto all’arbitro Trefoloni, direttore di gara di Inter-Lazio del campionato appena concluso - vergogna - a causa della sua direzione di gara che appariva chiaramente rispondente ad una logica predeterminata che era quella di danneggiare l’Inter “».
Mancini: «A fine gara io avrei detto questo? non credo magari di averlo detto in questo modo forse.. ».
Capuano: «Lei lo disse.. ».
Mancini: «No..posso aver.. Si..Sicuramente gli ho detto qualcosa, non in questo modo, ma sicuramente».
Capuano: «Ricorda poi di un Inter-Roma o di quel campionato o di quello successivo arbitrata dall’arbitro Rosetti?».
Mancini: «Si questa la ricordo bene».
Capuano: «Ricorda cosa successe e cosa disse all’arbitro Rosetti ?».
Mancini: «A fine gara dissi - adesso non ricordo il risultato - ma a fine gara dissi che prima o poi avrebbero pagato tutto lui e i suoi amici di Torino; ma dissi questo perché a fine gara - ripeto come ho detto prima - la foga agonistica ti fa dire tante cose..quindi però non… solo perché lui era di Torino ed aveva a che fare comunque con certe persone».
Capuano: «Si, quando lei allude.. si riferisce a Rosetti agli amici di Torino a chi alludeva?».
Mancini: «Probabilmente alludevo a Moggi».
Capuano: «Si, lei conosce L. Moggi».
Mancini: «Si».
Capuano: «Da quanto tempo lo conosce?».
Mancini: «Da sempre, da quando è nel mondo del calcio, quindi..».
Capuano: «E quindi con questa allusione cosa voleva dire?».
Mancini: «Ah…beh..niente di particolare, perché lui, l’arbitro era di Torino il collegamento era abbastanza facile ma non c’era nessun tipo di …».
Capuano: «Perché lei fece collegamento tra l’arbitro di Torino e Moggi? ».
Mancini: «Perché pensavo che fossero amici».
Capuano: «Quindi quando lei dice “tu e amici di Torino” si riferisce ai dirigenti della Juve?».
Mancini: «Si a Moggi in particolare, così perché in quei momenti li quando uno pensa di aver subito un torto e collega l’arbitro di Torino a Moggi quindi però.. solo per questo non per altro».
Capuano: «Si senta, nel corso degli anni.. per quanti anni è stato allenatore e prima giocatore diciamo di calcio, per quanto ha frequentato?».
Mancini: «20 anni giocatore e fino al 2008 allenatore in Italia quindi..».
Capuano: «Quindi lei ha incrociato spesso il signor Moggi nei campi di calcio? ».
Mancini: «Si».
Capuano: «Ha mai visto frequentare gli spogliatoi degli arbitri il Moggi?».
Mancini: «Si .. questo..qualche volta che...le volte che noi giocavano contro la squadra dove lui lavorava si, è capitato questo, adesso non ricordo se è capitato sempre però è capitato».
Capuano: «Questa era una prassi anche di altri dirigenti di società?».
Mancini: «Si qualcuno si.. credo».
Capuano: «Quali per esempio».
Mancini: «Non ricordo, però insomma questo capitava che qualche dirigente entrasse nello spogliatoio dell’arbitro ».
Capuano: «Presidente io procedo a una contestazione sempre in questo verbale Mancini lei disse parlando appunto del comportamento di Moggi che definisce “un comportamento disinvolto tanto da assumere i caratteri dell’ordinarietà. Mi viene chiesto se un comportamento simile era tenuto da altri dirigenti di società e io rispondo in modo negativo. Non ho mai visto nel corso della mia carriera di allenatore altri dirigenti, che non fossero dirigenti specificamente addetti agli arbitri, recarsi negli spogliatoi degli arbitri».
Mancini: «Questo si..».
Capuano: «Quindi gli altri dirigenti erano solo addetti agli arbitri?».
Mancini: «Si. dirigenti addetti agli arbitri, si si».
Capuano: «Moggi era un dirigente addetto all’arbitro?».
Mancini: «Usualmente non credo, però questo non posso saperlo».
Capuano: «Senta poi durante le partite che la riguardavano, riguardavano la sua squadra quando giocava probabilmente contro la Juventus, le capitava di vedere Moggi sul campo?».
Mancini: «Questo mi è capitato una volta, in una partita di supercoppa a Torino».
Capuano: «Era già sul campo o è arrivato in un momento particolare?».
Mancini: «No, è arrivato mi sembra nei supplementari».
Casoria: «Che si intende sul campo pm..sul terreno di gioco?».
Capuano: «Sul terreno gi gioco».
Mancini: «No, fuori dal terreno di gioco».
Capuano: «Vabbé fuori dal terreno di gioco, ai bordi».
Mancini: «Si esatto».
Capuano: «Aveva una posizione particolare?».
Mancini: «No, io l’ho visto una volta, è capitato in questa partita, io l’ho visto perché era tra le due panchine, tra la nostra e quella della Juventus».
Capuano: «Anche in questo caso, Presidente, io per sollecitare la memoria del teste, rappresento che lei sempre in quel verbale rispose: mi viene chiesto se ho notato altri comportamenti del Moggi in relazione al mondo arbitrale, mi ha sempre colpito una particolare condotta tenuta dallo stesso Moggi in maniera sistematica, allorché l’andamento della gara non era favorevole alla compagine juventina, in tali occasioni - quindi in più occasioni- il Moggi seppur non autorizzato si recava a bordo campo e si piazzava fra la panchina del quarto uomo e quella della sua squadra”».
Mancini: «No questo l’ho detto.. è capitato una volta in quella partita».
Capuano: «In quell’occasione là. Lei sa se lui era, poteva trovarsi sul campo, se era tenuto o se doveva essere allontanato e se in quell’occasione venne allontanato effettivamente dalla…».
Mancini: «Non credo potesse trovarsi sul campo e no, non mi sembra che venne allontanato».
Capuano: «Era ben visibile dalla quaterna arbitrale comunque?».
Mancini: «Io lo vidi.. adesso non so se..».
Capuano: «E venne allontanato in quella circostanza? ».
Mancini: «No, ma mancavano..erano i supplementari .. verso ora non ricordo in che minuto dei supplementari, però non mi sembra.. ».
Capuano: «Senta, ritornato al campionato 2004-2005,lei ricorda di partite arbitrate dall’arbitro Bertini in quella circostanza? Lei se lo ricorda l’arbitro Bertini?».
Mancini: «Certo si .. Ma io guardi. non è che avessi un grande rapporto con gli arbitri in generale quindi ..».
Capuano: «Io mi riferisco principalmente a Bertini. In quel campionato Bertini la arbitra prima in un Roma-Inter, 3 parti e poi successivamente un Inter-Sampdoria 3 a 2. Lei ricorda se era..mmm.. nel campionato precedente cosa successe, quale arbitraggio fece Bertini con la sua squadra, ricordo un Inter-Perugia 4-1..».
Mancini: «No..no».
Capuano: «Lei non ha mai avuto problemi diciamo personali con l’arbitro Bertini.. voglio dire problemi appunto di questi, anche a termine della gara ha avuto dimostranze da fare in queste prestazioni, anche in Inter-Roma 3 pari..».
Mancini: «Adesso sinceramente non ricordo, spesso mi accadeva con gli arbitri insomma ma, ora non ricordo in generale..».
Capuano: «A prescindere dagli arbitri in generale, presidente io adesso non so, perché non c’è la telefonata ancora già trascritta perché è una di quelle nuove, vi è una telefonata in cui parlano il designatore Bergamo e Facchetti all’esito della designazione dell’arbitro Bertini per partita Inter-Sampdioria e viene ripetuto nelle telefonate che..».
Opposizione di Messeri in difesa di Bertini
Capuano: «Io ho necessità di rappresentare il contenuto della telefonata a.. ».
Casoria: «Lei lo sa il contenuto pm, sulla base della telefonata faccia la domanda senza richiamare».
Capuano: «Ricorda se ebbe modo, se ricorda se ebbe modo di protestare nel campionato precedente, quindi nella partita Perugia-Inter finita 4 a 1.. ci fu un episodio riguardante un gol segnato con la mano dal giocatore..».
Mancini: «Ma non ero io l’allenatore».
Capuano: «Ah non era lei l’allenatore. E per quanto riguarda la partita Inter-Roma 3 pari, Roma-Inter anzi, le dico anche quando.. si, stiamo parlando della 5° giornata, 03.10.2004, ci fu un arbitraggio abbastanza contestato da parte dell’arbitro Bertini, lei lo ricorda questo?».
Mancini: «No. Ricordo la partita, vincevano 3 a 1 poi finì 3 a 3 ma non ricordo se l’arbitro Bertini ha arbitrato in modo..».
Capuano: «Presidente io per ora non ho altre domande».

 
 
 

     

 

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