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Messaggi del 30/05/2010

Gli avvertimenti di Montezemolo...

Post n°1944 pubblicato il 30 Maggio 2010 da nadir63l
 



Immagine IPB

di marcolanc


La storia recente della Juve è stata contraddistinta, oltre che dalle scelte tragiche di John Elkann, da una sorta di longa manus di Montezemolo, che ha pesantemente influenzato tutte le mosse “politiche” della dirigenza bianconera.

Pensavamo di avere già dato tra il 1990 e il 1991, quando Luca Cordero volle buttare a mare la storia quasi secolare della Signora, per scimmiottare il Milan di Sacchi. Furono sperperate montagne di soldi, per mettere insieme una squadra che nelle intenzioni di chi l’aveva allestita avrebbe dovuto rivoluzionare gli equilibri del campionato italiano, salvo poi scoprire che il calcio-champagne del tecnico prelevato da Bologna altro non era che un enorme bluff. L’avventura calcistica di Montezemolo si fermò lì e della sua opera rimasero in piedi solo le cattedrali che l’anno prima, in previsione dei Mondiali ’90, aveva fatto costruire in tutta Italia, ovviamente a carico dei contribuenti: indimenticabile resterà il ricordo di quel Delle Alpi, costosissimo tanto in termini di costruzione quanto per la manutenzione, che a meno di vent’anni dal suo completamento è stato raso al suolo.
Gianni ed Umberto Agnelli, in seguito al disastro combinato nel calcio, decisero di dirottare il “geniale” manager in Formula Uno, dove effettivamente i risultati, anche se con qualche anno di ritardo e con investimenti enormi, arrivarono. Il popolo juventino tirò un sospiro di sollievo: la Signora andava alla grande, grazie all’opera di dirigenti capaci e fortemente voluti dai proprietari, la Ferrari vinceva e, quel che più conta, Montezemolo dichiarava di non avere alcun rimpianto per i suoi brevi ma intensi trascorsi “calcistici”. Le rare volte in cui Luca parlava della Juve, sembrava quasi che nutrisse per quell’ambiente una forma di rancore, forse dovuta ai funesti ricordi della sua guida fallimentare. Ma ai tifosi importava poco: quella sciagura era ormai un ricordo e, aspetto non meno importante, Montezemolo se ne stava alla larga dalla squadra bianconera.

In pochi anni, Gianni ed Umberto ci hanno lasciati. Le lotte di potere per la loro successione e le ripercussioni della faida familiare sulla Juve li conosciamo bene. Ma uno degli effetti più drammatici è stato il ritorno sulla scena, anche se in forma spesso invisibile (ma non per questo meno decisiva), di Montezemolo. Molti di noi, mentre scoppiava Farsopoli, videro proprio in lui uno dei protagonisti della trappola in cui era stata fatta cadere la Juve. Le conferme di quei sospetti giunsero con qualche anno di ritardo, ma da una voce autorevole: fu lo stesso Blatter a ringraziarlo pubblicamente per avere indotto la Juve a rinunciare a difendersi, ritirando il ricorso al Tar precedentemente presentato, e ad accettare supinamente qualsiasi sanzione.

I danni provocati da Farsopoli sono e resteranno irrecuperabili (non c’è risarcimento che tenga), ma almeno, con l’avvento di Andrea Agnelli alla presidenza e la contestuale intenzione di rendersi indipendenti da Exor, si poteva cominciare a nutrire la speranza di un cambio di rotta radicale, soprattutto in relazione ad una nuova linea nei confronti dei misfatti del 2006. Una virata che si rende necessaria, se si vuole recuperare il rapporto tra la società e molti tifosi che in questi anni non si sono riconosciuti nella sua proprietà e tantomeno nella sua dirigenza.
Se da un lato c’è sempre un minimo di ottimismo e di fiducia sul futuro bianconero, d’altra parte resta alta la guardia nei confronti di coloro che si sono dimostrati peggiori dei nemici dichiarati. Proprio per questo, le parole con cui Montezemolo ha voluto salutare l’arrivo di Andrea Agnelli ci devono preoccupare: «Ti auguro in bocca al lupo con tanto affetto, certo che il tuo impegno sarà tutto verso il futuro della società bianconera». Quell’invito ad impegnarsi sul “futuro”, tralasciando evidentemente la macchia indimenticabile sul recente passato di cui lo stesso Montezemolo è uno dei massimi responsabili, non può lasciare i tifosi indifferenti.

La sfida che si appresta a condurre Andrea Agnelli è innegabilmente molto complessa. Dovrà fare i conti con un ambiente sempre più consapevole dell’ingiustizia che ha dovuto subire. Contestualmente, i poteri forti, guidati da Montezemolo, fanno già sentire la loro voce, inviandogli chiari avvertimenti ben confezionati all’interno di messaggi benauguranti.
Come deciderà di muoversi Andrea è ancora impossibile saperlo. Ma, nel nostro piccolo, ci sentiamo di dargli un sommesso consiglio. Le strade sono due: una è quella che percorse suo padre, l’altra è quella di Montezemolo. Fosse per noi di GLMDJ, sceglieremmo la prima. Ma ciascuno è libero di incamminarsi nella direzione che preferisce.

 
 
 

Per chi suona la campana....

Post n°1943 pubblicato il 30 Maggio 2010 da nadir63l
 



Immagine IPB

di Lucaboo2


“Non chiederti mai per chi suona la campana... essa suona per te.”

Dall’altra sera questa parole di Hemingway mi rotolano nella testa, pesanti come una sfera di pietra... colpiscono i neuroni del mio cervello scandendo rintocchi come quelli di una triste e grave campana “a morto”...

...rintocchi lontani lontani, portati dal vento... raccontano storie perdute nel tempo, di un uomo che stava guardando la partita della sua squadra del cuore quando venne colpito da un razzo partito dalla curva opposta. Raccontano di un’Italia pallonara che aveva mal sopportato, fino ad allora, le quasi “innocenti” scazzottate dei tifosi fuori dallo stadio, e che ora scopriva la morte, scopriva le lame, le pistole.

...un altro rintocco, che si perde per le campagne delle Fiandre, riporta alla mia mente uno dei più tristi spettacoli che la mia memoria ricordi... su il sipario, va in scena la follia.
Corpi inanimati messi in fila lungo il muro di cinta di uno stadio, l’homo homini lupus trova la sua libertà e la sua consacrazione eterna in fondo ad una bottiglia di birra.

...sospiro, ed un nuovo rintocco risuona nei miei pensieri. Stavolta il suono è chiaro e nitido, e mi appare uno dei tanti autogrill della nostra rete autostradale. Ma oggi non si beve caffè per tenersi svegli alla guida. Oggi si offre sangue.
Alcuni ultrà laziali aggrediscono un’auto di tifosi juventini, con la consapevolezza di “compiere una missione”, di “estirpare un male”. Dal lato opposto dell’autostrada un poliziotto, credendo che ciò che ha visto nei film dell’Ispettore Callaghan sia la realtà, fa una pazzia. Spara attraverso un’autostrada affollata. La buona notizia è che non colpisce nessuna delle auto in transito, avrebbe potuto provocare una strage. La cattiva notizia è che colpisce a morte uno degli ultrà laziali all’interno della loro macchina.
Dormiva, non c’entrava niente, si dirà. Già, ma se stava viaggiando con dei delinquenti forse proprio un santo non era, no? Se avessero proseguito placidamente la loro strada senza aggredire nessuno, sicuramente quel ragazzo sarebbe ancora vivo.
Stavolta, però, c’è qualcosa di stonato nel suono della campana... “Rissa tra Juventini e Laziali, muore un ragazzo all’autogrill” titolano i giornali.
Senza notare la leggera differenza che passa tra una rissa ed un’aggressione.

...un altro rintocco, e le auto nel parcheggio lasciano il posto ad altri veicoli. Un autobus accerchiato da teppisti urlanti. Un assalto alla diligenza in piena regola. Manovrando nervosamente, l’autista del pullman “aggancia” uno degli ultrà che tengono sotto attacco il mezzo.
Lo scrocchio delle ossa sotto le ruote gemellate del pullman, forse, assomiglia al rumore di un fogli di giornale quando lo si appallottola per gettarlo via.
Quello stesso giornale che titola: “Pullman degli Juventini travolge ed uccide un tifoso del Parma”.
Penso che sia chiaro a tutti il senso che si vuole dare alla macabra notizia, no?

...un altro rintocco, un altro, ed un altro ancora... storie di padri di famiglia con bambini accerchiati e tempestati di botte solo perché indossavano la sciarpa “sbagliata”, di uomini uccisi a calci e pugni davanti ad un caffè con la colpa di tifare per quella squadra...

...e qualche giorno fa l’ultimo rintocco... due uomini maturi, 120 anni in due, vengono alle mani in un bar.
Uno estrae dalla tasca un coltello e colpisce l’altro, che rimane riverso per terra mentre intorno, a tratti, i clacson delle auto imbandierate suonano la sua beffarda marcia funebre.
Da Caino ed Abele in poi, purtroppo, la gente lascia questo mondo così, prima della propria ora.
Ma talvolta avveniva per l’amore conteso di una donna, altre volte per un metro di terra. A causa dell’idiozia sconfinata dell’uomo si era arrivati anche a togliere la vita in nome di un credo religioso, del colore della pelle o di un’ideologia politica.
Oggi, invece, si uccide –e si muore- per difendere l’onore di un bamboccio viziato e senza cervello, che guadagna in un anno quanto l’assassino e la vittima non guadagneranno mai in tutta la vita.
Si uccide e si muore per una maglietta, esposta in televisione proprio con lo scopo di fomentare quell’odio per poi incanalarlo, dirigerlo, sfruttarlo per i propri loschi fini.
Mentre i conduttori televisivi parlano di fini messaggi ironici, una vita si spegne su di un marciapiede di Torino.
E quando la notizia si diffonde, anche in questo caso viene distorta, trasformata... non è possibile che i protagonisti interpretino queste parti; l’eroe “buono” non può essere l’assassino, ed il “malvagio” non può assolutamente essere la vittima. Ci dev’essere per forza un errore.
E anche se l’errore non c’è, è la notizia “politically correct” la prima che passa.

Magliette, striscioni, notizie usati come strumenti di propaganda.
Strumenti di propaganda che con lo sport non hanno nulla a che fare, esattamente come i mullah che incitano ad “uccidere gli Infedeli”, nonostante il Corano dica espressamente che chi osi togliere la vita ad un altro uomo dovrà dar conto del suo crimine davanti a Dio.
Ma purtroppo, nel nostro mondo dove ogni cosa ha un prezzo, anche la vita di uno o più uomini può essere messa a bilancio in quello che non è più il “gioco più bello del mondo”, ma un business tentacolare dove ogni giorno si spostano milioni di €uro e le persone vengono usate come masse da gettare sul piatto della bilancia.

Mentre corpi di impiegati, di operai, di padri di famiglia e di figli ribelli diventano freddi al margine della strada.
Occhi che si fanno opachi, lame rosse di sangue. Urla più nere del nero della notte.
E la campana che suona per ognuno di noi.

Perchè io sono l’uomo agonizzante il cui sangue si mescola con la polvere della strada e l’orina di un cane.
Perchè io sono l’uomo che stringe in mano il coltello caldo, umido e rosso, metallo che toglie la vita investendosi del diritto che spetterebbe solo a Dio.
Perchè io sono l’uomo che sorride contando il denaro senza preoccuparsi se sia sporco di veleni da iniettare, di sangue innocente, di sofferenze. Pecunia non olet, così è sempre stato e sempre sarà.

Io sono la vittima, l’assassino ed il mandante, perché io sono ogni uomo. E quando un uomo toglie la vita ad un altro uomo, la toglie a tutta l’umanità.

E oggi, tutti siamo un po’ morti su quel marciapiede.

"Smashing through the boundaries / Lunacy has found me / Cannot stop the battery"

wikio, ok notizie, fai informazione

 

 
 
 

Distortion....

Post n°1942 pubblicato il 30 Maggio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB

di Lucaboo2


Provate ad immaginare di essere ad un festival rock, quelli che accendono le notti dell'estate italiana.
Avete pagato fior di palanche per il biglietto, vi siete messi in viaggio nella notte, avete sopportato il caldo e la folla, ma adesso, finalmente, siete qui!
Leggete su un manifesto i nomi dei gruppi che si esibiranno, ed un punto interrogativo si materializza sopra la vostra testa... Alcuni nomi sono dei veri monumenti del rock, ma la maggioranza sono dei carneadi sconosciuti. E vabbè...
Finalmente il palco si apre, ed entra in scena colui che presenta la serata. Purtroppo è ubriaco perso e non pare nemmeno sapere bene cosa fare lì sopra: confonde i nomi dei gruppi, li inverte, fino ad ammettere "Non mi ricordo un'emerita cippa!".
Pazientate... Dopotutto siete qui per la musica, no?
Ed ecco la musica riempire finalmente lo Stadio. Ma anche qui la sorpresa non è affatto gradita: i gruppi sconosciuti dimostrano di non sapere nemmeno suonare gli strumenti: nascosti dietro all'alibi del Brutal Death Metal il chitarrista ed il bassista ciccano tutte le note, il vocalist cerca pateticamente di nascondere nel suo canto in growl il fatto che abbia completamente dimenticato il testo.
Lo spettacolo è indubbiamente desolante, e iniziate a maledire mentalmente il vostro amico che vi ha consigliato di acquistare il biglietto.
Ma, in fondo, la speranza è l'ultima a morire, e il vostro cuore musicale mantiene un flebile battito leggendo il prossimo nome della lista: Iron Maiden.
Un nome che non tradisce. Una garanzia.
E quindi, quando Steve Harris sale sul palco, quasi non vi domandate perché non imbracci il suo fido basso elettrico. Ma rimanete allibiti quando il plurilaureato artista si avvicina al microfono, tira un "Ma andatevene aff..." e se ne va.
Fine dello spettacolo.
Pare folle, vero?
Invece (scusandoci con la band di Harris, immarcescibile icona rock) è grosso modo quello che sta succedendo al Processo di Napoli.
La sfilata dei testimoni dell'accusa , che si immaginava come uno tsunami infinito che avrebbe sommerso nunc et semper la Juve sotto le sue stesse vergogne, si è rivelata alla fine una litania di testimonianze al limite (e oltre) dell'imbarazzante.
Smemorati di Collegno e non, bancarottieri che giustificano la loro mala gestio con i guai subiti dalla Cupola, ufficiali dell'Arma che fanno le indagini frugando tra le pagelle della Gazzetta (si parla già di sostituire il RIS di Parma con un abbonamento all'Eco del Chisone o alla Gazzetta del Mezzogiorno), pignoli recensori di partite dei tempi andati che sanno riportare quale dito usò per scaccolarsi il centromediano, ma toppano il risultato della partita... Insomma, un geyser ininterrotto di cazzate, in confronto al quale anche la famigerata falla del pozzo del Golfo del Messico sembra lo schizzetto di una pistola ad acqua.
Ma niente paura: a salvare la capra ed i cavoli, ci avrebbe pensato lui: l'uomo dal ciuffo un tempo mechato e oggi sempre più sale e pepe (...vabbè, proprio io parlo... Ehm...), l'eroe dalla Pashmina che tutti gli invidiano, il condottiero che vince anche se arriva terzo...
Roberto Mancini!

E qui casca l'asino: la Gazzetta, sul suo sito, organizza addirittura un "live report" dal Tribunale di Napoli (à bbelli... Noi su GLMDJ li facevamo già, e molto più approfonditi del vostro, quando voi ancora stampavate con la macchina di Gutemberg!).
Si vuole essere "sul pezzo", riportare per filo e per segno le parole del grande Accusatore alla folla che non aspetta altro per esplodere nuovamente, duemila anni dopo, nell'urlo demente "Crucifige! Crucifige!"
E invece che ti fa Bellicapelli?
In dieci-minuti-dieci confessa che tutto il suo "J'accuse!" erano sbuffi dovuti allo stress agonistico del dopopartita, che fin da quando giocava nei "Pulcini" si è sempre lamentato degli arbitri perché è fatto così (se non vinco me ne vado e mi porto via il pallone, in pratica) e quindi le sue accuse alla Juve e a Moggi erano solo... Me lo consentite? Una sarabanda di vaccate!

Ma torniamo per un attimo al nostro concertone metal: ancora sotto choc per il "pacco" subìto, torniamo a casa. Accendiamo la Tv ed il tg della sera porta sui nostri schermi le immagini del giorno prima: le penose esibizioni dei gruppi di spalla vengono giudicate dal giornalista come "un'esplosione di energia vitale" (ma "esplosioni" altrettanto meritorie potrebbero essere anche quelle di un mangiatore abituale di borlotti) per finire con gli Iron Maiden, che "hanno stupito il pubblico con un'esibizione innovativa, fuori dagli schemi". La notizia è semanticamente corretta, ma il significato che arriva alla gente è “un pò” distorto, non credete?
Lo stesso han fatto molti giornalisti, specie quelli del Tg che ultimamente sostituisce gli Anchormen con le Veline, riportando le notizie da Napoli. "Mancini quando parlava di Amici di Torino intendeva Moggi". Punto. Basta. Stop.
Ecco come, facendo un semplice taglia&incolla, una smentita su tutta la linea diventa un netto e laconico atto d'accusa.
Ad onor del vero, altri hanno riportato la notizia in modo corretto, ma non si sono astenuti dall'infilarci commenti propri di dubbio gusto per spiegare a modo loro il "dietro-front" manciniano.
Chi dice che il Mancio cerchi la benevolenza juventina nel caso dovesse rimanere disoccupato, chi parla dell'immane potere di Moggi, che con la sua sola entrata in aula inibisce i testimoni manco fosse Sauron...
Ormai è ogni giorno più chiaro, nonostante la censura di regime, che il castello accusatorio di Farsopoli sta perdendo pezzi in quantità, colpito da alcune bordate ben assestate. Inoltre, è palese come le armate mercenarie assoldate quattro anni fa abbiano gettato alle ortiche le loro divise e stiano correndo alla rinfusa verso le nostre posizioni: "Effettivamente quattro anni fa... C'è da dire che... Se si fosse saputo tutto... C'è stata troppa fretta di..."
La battaglia, però, è tutt'altro che vinta: sulle mura resistono forti e saldi coloro che furono complici sodali nel preparare il Grande Tranello. E non cederanno facilmente.
Dalle prossime udienze entreranno in scena le nostre armi migliori, i testimoni chiamati dalla difesa, e i difensori del castello faranno piovere su di noi -senza dubbio- secchi di olio bollente mediatico.

Sarà dura, ma lasciatemi citare poche parole amiche, oggi quanto mai appropriate:
"Vinceremo noi, non c'è alcun dubbio!"

wikio, ok notizie, fai informazione

 

 
 
 

STOP AI FURBETTI DEL BILANCINO TRUCCATO...

Post n°1941 pubblicato il 30 Maggio 2010 da nadir63l
 

© foto di Giacomo Morini

Il 27 maggio il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato all'unanimità le nuove norme UEFA sulle licenze per club e il fair play finanziario, proposte con il sostegno di tutti i principali club del campionato europeo.

Un elemento fondamentale per evitare che i furbetti del pallone continuino a muoversi nell'indebitamento saltando norme della correttezza economica che per alcuni sono una base su cui muoversi.
Ci sarà una fase di transizione di tre anni – 2010, 2011 e 2012, poi l'obbligo di pareggio del bilancio, entrerà in vigore per la dichiarazione finanziaria del periodo che terminerà nel 2012, da valutare durante la stagione 2013/14 delle competizioni UEFA per club.
Michel Platini ha dichiarato: "....non è nostra intenzione punire i club ma proteggerli. Siamo completamente d'accordo con le società. La filosofia consiste nel non spendere più di quanto si guadagni".
Cosa comporterà questo:?
Innanzitutto che i ricavi diventano fondamentali e che quindi le squadre devono adeguare i costi ai ricavi...in caso contrario rischiano lo stop.
Secondo: ci sarà una stretta per le società che adesso hanno costi alti, soprattutto per ingaggi che dovranno quindi adeguarsi.
Manchester City, United, Chelsea, Liverpool con forti indebitamento dovranno adeguarsi in fretta. In Italia, la situazione non sorride per alcune squadre, le milanesi soprattutto dovranno quindi ridurre i costi o incrementare ulteriormente i ricavi, ce la faranno?. I tifosi sperano di si...
In Spagna il Real ha grandi ricavi, ma anche grandi costi... quindi attenzione.... anche da li... e da Valencia.. qualche sorpresa potrebbe arrivare... la cessione di Villa è un esempio.

Ci piacerebbe che chi da quindici anni rispetta queste norme fosse premiato...
Chissà se Platini, deciderà di premiare con un bonus nel ranking europeo, chi non ha mai violato queste regole....oppure se si deciderà di aiutare chi con plusvalenze e altri...giochi finanziari ha beneficiato di un aiutino...

Vedremo... sicuramente i furbetti del quartierino finanziario sono avvisati... tra un pò non si potrà più sgarrare.

 
 
 

     

 

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