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Messaggi del 16/06/2010

LA NUOVA JUVENTUS, PEPE E I "NON RICORDO"

Post n°2012 pubblicato il 16 Giugno 2010 da nadir63l
 

Dal nuovo acquisto bianconero Pepe al vecchio "soldatino" Di Livio, dai mondiali del Sudafrica a Benitez al processo penale di Napoli dei "non so, non ricordo"...
di thomas bertacchini
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Nel calcio si parla di tutto, ma la cosa che conta è il matrimonio. E io il matrimonio l’ho fatto con l’Inter. La Juve? Non mi ricordo, non ho tanta memoria".
Chi ha pronunciato queste parole non è il tenente colonnello Attilio Auricchio, bensì Rafael Benitez, il nuovo allenatore dell’Inter, nel corso della sua presentazione alla stampa italiana nella giornata di ieri, alla Pinetina di Appiano Gentile.

Da Liverpool a Milano, sponda nerazzurra. Da una società che a causa dei debiti accumulati in questi anni è costretta a vendere ad una che, con quelli, ha vinto. La Juventus? Un ricordo. Il tecnico spagnolo avrà presto la possibilità di rinfrescarsi la memoria: le strade, almeno nel corso del prossimo campionato di serie A, si incroceranno di nuovo. Già sta succedendo nel calciomercato, dove gli interessi delle due parti finiscono - spesso e volentieri - con il coincidere.
Dovrà raccogliere un’eredità pesante: quella di Mourinho, e dell’empatia che era riuscito a creare con la stampa italiana prima ancora che con i tifosi nerazzurri. La vittoria è l’unico strumento per reggere il confronto: simpatici o antipatici, quella "paga" sempre.

D’Agostino alla Fiorentina, Adriano e Simplicio alla Roma, Yepes al Milan: sono alcuni dei primi "colpi" assestati all’inizio di questo calciomercato. I "botti" arriveranno più avanti: c’è il mondiale di mezzo, una "speranza" per chi vende, un "problema" per chi compra. Dalle prestazioni che i calciatori offriranno nel corso della massima manifestazione calcistica dipenderanno le valutazioni dei loro cartellini in questi mesi di giugno e luglio.

La Juventus, che di calciatori ne deve sia vendere che comprare diversi, si è trovata nella peggiore situazione possibile (dover partire quasi da zero) con un intralcio - in mezzo alla sua strada - non da poco.
Il primo acquisto concluso dal nuovo corso di Andrea Agnelli, Simone Pepe, proprio nell’esordio della nazionale azzurra contro il Paraguay ha fornito ai suoi nuovi tifosi una prova confortante: corsa, polmoni e buone iniziative sulla fascia di competenza. Fortunato il difensore laterale che lo avrà di fronte a sé: il neo juventino è un moto perpetuo, attacca e difende in continuazione nell’arco di tutti i novanta minuti.

Spesso, quando ancora non si è certi della bontà di una scelta della società, si affidano le speranze ai ricordi del passato, sfogliando l’album delle figurine nel desiderio che si possano ripetere alcune storie calcistiche a lieto fine. Pepe è cresciuto nelle giovanili della Roma così come Angelo "soldatino" Di Livio, uno dei giocatori rimasti nel cuore dei tifosi juventini anche dopo aver smesso di indossare la casacca bianconera. E’ appena arrivato dall’Udinese all’età di 27 anni; stessa cosa per la piccola ala al momento del suo acquisto, da parte della Juventus della "seconda gestione" Boniperti, nel 1993. Entrambi hanno una buona duttilità in campo: Di Livio giocò anche come terzino.
Il paragone tra i due giocatori, al di là dei ruoli simili e non soltanto per una diversità di "tempi", è attualmente improponibile. La speranza, è che - col tempo - si possa parlare anche di Pepe in termini lusinghieri. Ora in pochi sarebbero disposti a scommetterci un centesimo; all’epoca, nessuno avrebbe "speso" una lira su Di Livio (per non parlare di Torricelli…).

Lo stesso Di Livio arrivò in una Juventus con due Agnelli, Pepe ne ha appena trovato uno. Da quando il nuovo Presidente ha preso possesso della società, si è smesso di parlare di CDA e si è sentito parlare di "riunioni di mercato": sembra poco, invece è "tanto". La Vecchia Signora del 1993 aveva necessità di essere ritoccata laddove, in campo e dietro le scrivanie, il Milan di Capello era superiore. Tempo un anno, e riprese a vincere come la storia le impone.

Pepe arriva in una Juventus nuova di zecca dalla testa ai piedi. Anzi, nella "testa": perché di calciatori ("i piedi"), dopo un restyling totale della società, ne devono ancora arrivare e partire molti prima di poter dare un giudizio definitivo sull’effettiva forza della squadra. Lui è stato il primo della lista ad arrivare, mentre Cannavaro (il prossimo anno giocherà nell’Al Ahli) ha dato il via agli addii. Per vincere, Pepe dovrà aspettare. Si spera il meno possibile. Adesso le ragnatele tese da Marotta e dai suoi collaboratori inizieranno a stringersi sempre di più verso altre trattative di mercato in prossimità di conclusione. Il tempo è poco, e c’è molto da fare.

Nel frattempo il mondiale andrà avanti, mentre le udienze del processo penale di Napoli, con imputato Luciano Moggi, riprenderanno soltanto il 1° ottobre. Sono saltate quelle previste in questo mese di giugno (il 15, il 18 e il 22): dopo quattro anni, ormai, il peso di dover attendere poco più di tre mesi per ascoltare nuovi interrogatori non sembra essere un ostacolo insormontabile.
Ci sono ferite che si rimarginano, altre che rimangono (e rimarranno) sempre aperte. In merito a quanto accaduto nel 2006, anche in futuro sarà difficile sentire pronunciare da un tifoso juventino le parole "non so, non ricordo…"
 

 
 
 

Farsopoli si regge su farsopoli....

Post n°2011 pubblicato il 16 Giugno 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB

di Lucaboo2


Approfitto di questa pausa "forzata" del processo napoletano per una mia piccola riflessione personale...

Solo pochi giorni fa, per una questione di beghe condominiali, sono stato convocato per l'ennesima volta in Tribunale in veste di testimone. Come molti amici lettori già sapranno, di mestiere faccio infatti l'amministratore di condominio, e anche questo -ahimè- fa parte del mio lavoro. Gente che si rifiuta di pagare le spese condominiali, persone che si appropriano illegittimamente di una cantina o di un ballatoio, lavatrici che perdono, ragazzi che rompono i vetri giocando a pallone in cortile... i Condomini sono la migliore fonte di lavoro per gli avvocati: la visione distorta di programmi come "Forum", infatti, ha spinto milioni di condòmini semianalfabeti a promuovere azioni legali contro chiunque per qualsivoglia motivo, anche il più strampalato.

Bene. Ricordo ancora la prima volta che fui convocato: era una bega tra due signore per una perdita d'acqua. Nella mia ignoranza mi immaginavo la scena come nei film di Perry Mason: il Magistrato sul suo scranno con la parrucca da Luigi XV, io a testimoniare seduto alla sua destra dopo aver giurato sulla Bibbia, davanti ad un pubblico interessato... Mi presentai all'appuntamento con una buona mezz'ora di anticipo ed ebbi modo, immediatamente, di accorgermi che le cose non stavano esattamente come avevo immaginato: interminabili corridoi affollati di gente in attesa del loro turno per entrare in uno dei tanti angusti uffici, dove decine di poveri giudici sommersi da faldoni e cartelline snocciolavano udienze a cottimo passando dalla badante licenziata all'inquilino moroso a ritmi da catena di montaggio.
Finalmente arriva l'avvocato incaricato dal Condominio; è uno dei quattro legali con cui il mio ufficio collabora abitualmente, quattro “avvocate” leggiadre come libellule d'estate ma feroci come pitbull.
Entriamo insieme alle altre parti nell'ufficio, e mi preparo mentalmente a ripercorrere tutta la vicenda fin nei minimi particolari, immaginando fiumane di domande, spesso domande-trappola da parte degli avvocati... Invece il Giudice mi fa firmare una dichiarazione, mi fa un paio di domande riguardo alla perdita, e mi congeda, mentre la mia faccia dice tutto da sola: "tutto qui?"...

Bene, premesso che il sottoscritto non si ritiene un mentecatto sceso a valle con la piena, credo che i miei atteggiamenti siano stati quelli di qualsiasi cittadino che ha a che fare con un'Istituzione simile. Senso del "Dovere", consapevolezza forse un po' romantica di essere lì a svolgere il mio Compito per la ricerca della Verità, rispetto per la figura del Giudice, che ancestralmente ci ricorda quel Giudizio a cui tutti dovremo sottostare un giorno.

Agli amici del forum, anche a quelli più distratti, non sarà invece sfuggito l'atteggiamento di molti dei testimoni al processo di Napoli.
Fin dal principio la Dottoressa Casoria è stata criticata e vilipesa. Forse perché è un'amica di famiglia di Moggi? O perché, come i nostri politici insegnano, i ruoli istituzionali dovrebbero essere ricoperti solo da signore "molto dotate" e con un'innata predisposizione per gli "esami orali"? No, nulla di questo. L'infamia di cui la Dottoressa Casoria porta il peso è quella di essere una donna. Portatrice del Cromosoma X. E pertanto inadatta a giudicare. Per cortesia, spiegate a questi "Signori" che persino in Afghanistan si sta cercando di abolire il Burqa, casomai non lo sapessero.
Per non parlare dei testimoni. Gente che non si può presentare adducendo un florilegio di scuse, partendo dalla nube del vulcano islandese fino all'irrinunciabile viaggio in Sudafrica, passando per la morte del terzo nonno e l'arrosto in forno da controllare.
Non che quelli presentatisi facciano delle figure migliori. A parte una serie di "non ricordo" tale da far sospettare un'improvvisa epidemia di Alzheimer, e volendo trascurare i non trascurabili errori nei "report" delle partite (giocatori in campo dati per squalificati, risultati invertiti, etc...) che, guardacaso, volgerebbero tutti a vantaggio dell'accusa, dall'ascolto delle testimonianze è da subito palese come tutto il castello di Farsopoli sia autoportante. In pratica si regge su se medesimo, perché non si basa su delle prove, ma sul semplice fatto di esistere: "Certo che la Juve rubava, lo dicevano tutti, e se non fosse stato vero non saremmo qui!". Penso che Kafka, al confronto, si ritirerebbe a scrivere un nuovo volume delle avventure di Topo Gigio.

Ora, a complicare le cose, ci si mette quest'indisposizione del Giudice. Che, in ossequio alla Legge di Murphy ("Se qualcosa può andar male, lo farà") blocca le udienze in concomitanza col Mondiale... Poi le ferie... Poi non bisognerà turbare l'inizio dei campionati... Poi non bisognerà scombinare le liste dei buoni e dei cattivi per Babbo Natale... E giù, fino a che il tempo e l'oblìo non posino su tutto il loro velo...
In tutto questo, rimane accesa una candela. La candela di una sentinella che continua a sorvegliare, pronta a dare l'allarme e speranzosa che presto l'alba arriverà...


Forza ragazzi!

 
 
 

Delneri a tutto campo da Chiambretti: Krasic, Melo, Pepe...

Post n°2010 pubblicato il 16 Giugno 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Intervista non convenzionale, ma sicuramente sincera, quella cui è stato sottoposto ieri sera Luigi Del Neri da parte di Pietro Chiambretti nel corso del programma Chiambrettopoli in onda su Radio 2. Ecco, su Tuttosport, alcuni degli argomenti più interessanti. Su Krasic: “Dopo averlo visto in tv, il giocatore interessa sempre? "Massì, una gara non pregiudica il giudizio - replica il tecnico -. Alla Juve non c’è bisogno di rivoluzione, ma di freschezza. Bisogna cambiare rotta, ma non si deve buttare via tutto. Qualcosa va recuperato e poi è necessario inserire giocatori motivati per far cambiare mar cia alla squadra”.
Si parla poi di Felipe Melo dopo le sue dichiarazioni fatte dalla sede del ritiro brasiliano: "Sarà la società a valutare le sparate e sarà presa in considerazione anche una multa. Non so se Melo resta, credo che ci possa tornare utile, non però il Melo dell’anno scorso ma quello di Firenze e della nazionale”. Si parla poi dell’unico, finora, acquisto bianconero: “Pepe l’ho voluto io, lo conosco dai tempi di Palermo, darà soddisfazioni al popolo bianconero”. Il giudizio su altri due juventini in campo contro il Paraguay è positivo:
"Iaquinta ha giocato meglio quando era vicino a Gilardino, è una seconda pun ta, per intensità e fisicità sarà una pedina importante. Marchisio sta perdendo identità? Per tenersi il posto uno gioca dappertutto, ma nella Juve avrà il ruolo di interditore con la libertà però di andare anche a rete”.
Il capitolo cessioni è una ferita aperta in casa Juventus. "Ancelotti dice che è più facile comprare che vendere: come vi muovete voi che avete dieci giocatori da vendere con con tratti da nababbi?" la domanda di Chiambretti. Delneri rimanda al mittente: "Questa domanda deve farla a Marotta: la Juve non deve smantellare ma trovare soluzioni interessanti. Purtroppo abbiamo l’Europa League che ci condiziona".
Chiusura su Andrea Agnelli: “Mi ha detto 'Io e lei potremmo perseguire que sta strada insieme'. E’ un bel biglietto da visita, che ha saputo infondermi una grande dose di energia. Andrea è un ragaz zo giovane e molto motivato, mi ha fatto un’ottima impressione, il suo cognome poi è una garanzia”. Di vittorie, quelle di cui il popolo bianconero ha fame.

 
 
 

KRASIC vede solo bianconero: "Juve, non sto pił nella pelle"

Post n°2009 pubblicato il 16 Giugno 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La trattativa fra Juventus e Cska Mosca si trova sempre a un punto di stallo e Milos Krasic lancia un appello ai bianconeri: "Juve, non ce la faccio più". In Sudafrica, tra un allenamento e l'altro della nazionale serba, l'esterno si è confidato a Tuttosport: "Spero che tutto si risolva velocemente. La situazione che si è creata non mi piace. Io la mia scelta l'ho fatta da tempo: voglio andare solo alla Juve". E la sua volontà dovrebbe risultare decisiva anche perché l’Inter, se mai è stata realmente interessata, non interferità più su quest’affare mentre il City di Mancini, preso atto della decisione del giocatore serbo di giocare in bianconero, si sarebbe defilato. Per La Stampa il Cska avrebbe infatti contattato la Juve chiedendo 16,5 milioni: i vertici piemontesi potrebbero alzarsi da quota 13,5 per venire incontro al club russo

 
 
 

     

 

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