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Messaggi del 07/07/2010

La Gazzetta s'inkazza ...

Post n°2110 pubblicato il 07 Luglio 2010 da nadir63l
 

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    I nostri lettori ci segnalano un bel doppio articolo a firma Palombo-Monti su La Gazzetta Sportiva. Direttore e vicedirettore del quotidiano rosa si lasciano, come potete leggere, un po' andare con riferimento alle nuove intercettazioni scovate dalle difese degli imputati, denunciandone l'uso dissennato. Il direttore Monti si trovava altrove nell'estate del 2006, mentre Palombo è uno che con orgoglio può dire "io c'ero". E allora.

    Non è stata forse la Gazzetta dello Sport a pubblicare illegalmente le intercettazioni dell'inchiesta di Napoli che non si era ancora conclusa? Un mese avanti alla prima chiusura indagini, ben un mese prima che gli atti fossero noti alle parti? Niente a che vedere, perciò, con la "legge-bavaglio", così strumentalmente invocata dal direttore Monti, ma nell'illegalità rispetto alla normativa vigente allora e tutt'oggi. E si badi bene: non un caso di ordinaria abitudinaria consuetudinaria violazione di tale legge, ma un caso quasi unico, in cui i diritti degli imputati sono stati violati, in assenza del presupposto legale. Dice: tanto è Moggi.

    Quanto alla manipolazione. Non fu forse la Gazzetta che pubblicò le intercettazioni di Torino, senza neanche prendersi la briga di leggersi il dispositivo di archiviazione, facendo credere, ad esempio, con un taglia e cuci, che nella famosa telefonata tra Dondarini e Pairetto si stesse preparando una frode sportiva a favore della Juventus? Quando sarebbe bastato leggere la trascrizione della telefonata per intero, e gli accertamenti svolti dagli inquirenti, per comprendere che quella telefonata non aveva nulla a che vedere con l'ipotesi di frode sportiva, e, con le parole di Maddalena, non era equivocabile "nemmeno nella peggiore cultura del sospetto"? Il direttore Monti sa dunque che, secondo le parole di un giudice, la Gazzetta si spinse allora ben al di là della peggiore cultura del sospetto?

    E non fu sempre la Gazzetta, e sempre mentre le indagini erano ancora in corso, a confondere gli orari della telefonata tra Giraudo e Moggi, in cui si diceva di Dattilo, che "se è sveglio gli dimezza la squadra", facendo credere che tale telefonata fosse avvenuta prima della partita tra Udinese e Brescia, quando, come invece sappiamo, avvenne dopo? Non fu un errore gravissimo, da costare le dimissioni al responsabile? L'errore venne corretto con colpevolissimo ritardo e tre righe a liquidare la questione. Nello stesso errore, però, la Gazzetta dello Sport è incorsa ancora quattro anni dopo, e sotto la direzione, per l'appunto, di Andrea Monti.

    La Gazzetta non giudicò forse come rilevanti e affatto sputtananti telefonate come ad esempio quella in cui Alessandro Moggi si rammaricava di essere andato in bianco con la D'Amico, o ancora quella in cui Moggi e Giraudo parlavano male dei figli di Bettega? Qual era l'attinenza processuale? O forse erano solo strumentali alla creazione giornalistica della "banda di mostri"?

    Visto che il direttore Monti prova allora a fare la storia con i se, cercando di immaginare che cosa avrebbe potuto fare nel 2004, ci spieghi casomai cosa avrebbe fatto nel 2006: da direttore, avrebbe lasciato che si diffondessero illegalmente le intercettazioni, che le si piegasse alla peggiore cultura del sospetto, che si sputtanasse a destra e manca? Provi semmai a raccontarci questo: il pulpito per pontificare non può certo essere il suo giornale rosa.

     
     
     

    Le scelte di Marotta....

    Post n°2109 pubblicato il 07 Luglio 2010 da nadir63l
     

    "Sono qui per parlare con i ragazzi", parola di Giuseppe Marotta. Il mercato bianconero (dopo gli acquisti di Pepe, Storari, Martinez e Bonucci) è in fase di stallo. Il club di corso Galieo Ferrarsi ha bisogno di cedere alcuni giocatori per poter accumulare un "tesoretto" pronto da reinvestire nel mercato. Fino a poco tempo fa, Diego Ribas da Cunha veniva considerato da tutti l'uomo con più possibilità di lasciare Torino. L'idea di Marotta era quella di inserirlo nell'affare per Dzeko, ma il rendimento del brasiliano "sopra le righe" dimostrato in questi primi giorni nel ritiro di Pinzolo hanno causato un "effetto Diego" tra i tifosi, che ora pretendono la sua conferma anche per l'anno prossimo. Una bella gatta da pelare per il dg bianconero, che però (incoraggiato anche da Delneri) sembra disponibile a riconfermare il brasiliano. A parte Diego, gli altri con le valige in mano sono tanti: Trezeguet, Camoranesi, Zebina, Grygera, Grosso, Tiago, Poulsen, Melo....tanti nomi e così poco tempo per poterli sistemare altrove. Per "Re David" il Valencia ha dimostrato molto più di un semplice interesse. L'attaccante francese piace agli spagnoli e la Juventus potrebbe sfruttare la situazione per fare cassa. L'obiettivo è quello di arrivare almeno a 12 milioni, ma il Valencia non arriva oltre i 10. Camoranesi invece piace a molte squadre e tra queste ci sarebbe anche il Milan di Allegri, dal momento che Ronaldinho ormai può considerarsi un ex rossonero. Il prezzo si aggira intorno agli 8 milioni, troppi per il Milan ed ecco perchè si sta cercando una buona pretendente all'estero (il Marsiglia di Deschamps per esempio). Per Zebina, Grygera e Poulsen il futuro parla turco. I tre bianconeri infatti piacciono a molti club della penisola Anatolica, Galatasaray e Fenerbaçe su tutti, ma non si esclude un loro inserimento in alcune trattative come contropartite tecniche (per Mexes o per Elano per esempio). Grosso e Tiago invece sembrano destinati in Spagna, dove l'Atletico li attende entrambi. Il portoghese raggiungerà i colchoneros in ritiro, mentre il terzino dovrà aspettare fino al termine dei preliminari di Europa League della Juventus (il 29 Luglio l'andata, il 5 il ritorno) per poter partire. Il caso più impegnativo sarà però quello di Felipe Melo. Il brasiliano è giù di morale e in questo momento Delneri non può rischiare di danneggiare l'equilibrio del gruppo con l'esuberanza di Melo. Ecco perchè Marotta sta cercando di piazzarlo altrove, all'Arsenal per esempio. I gunners sono da sempre grandi estimatori del brasiliano, ma dopo le ultime prestazioni con la Vecchia Signora e con il Brasile i londinesi si sono decisamente allontanati dalla trattativa. La svolta potrebbe arrivare con Gael Clichy, terzino sinistro francese in rotta con Wenger e messo in vendita dal club. La Juventus potrebbe proporre uno scambio proprio con Felipe Melo, più un conguaglio economico a favore dell'Arsenal. Resta da definire anche il futuro di Amauri, Iaquinta (sul quale spinge con prepotenza il Tottenham) e soprattutto di Chiellini, le sirene del Real Madrid per lui si fanno sempre più assordanti.

     
     
     

    LIVE PINZOLO - ANDREA AGNELLI: "Tutti dobbiamo dare il massimo"

    Post n°2108 pubblicato il 07 Luglio 2010 da nadir63l
     

    © foto di Marco Giglio/Image Sport

    "Chiamatemi Andrea". A dirlo però non è uno qualunque, bensì il presidente della Juventus. Un bagno di folla per Andrea Agnelli, che oggi ha fatto visita alla squadra impegnata nel ritiro estivo a Pinzolo. In mattinata lo abbiamo visto circondato dall’affetto dei tifosi, poi è stato impegnato in una serie di riunioni, come racconta lui stesso ai microfoni di Juventus Channel a bordo campo mentre segue l’allenamento: "E’ un grandissimo piacere essere qui, è una località magnifica e siamo grati dell’ospitalità ricevuta. Oggi abbiamo avuto diverse riunioni interne, perché come sapete abbiamo in estate una serie di appuntamenti importanti, il primo dei quali il 29 luglio, motivo per cui era importante vedere il mister, lo staff e la squadra ai suoi primi passi".
    Il Presidente ha ringraziato i tifosi per la calorosa accoglienza ricevuta («E’ stata molto piacevole») e poi ha lanciato un messaggio breve, ma molto significativo: "Tutti dobbiamo dare il massimo perché la Juve torni a ottenere il massimo. Se sono sereno? Quando sai di dare il massimo lo devi essere".

     Ci ha pensato il "nipote prodigo" a rivitalizzare il morale dei (pochi) tifosi juventini presenti a Pinzolo, deserto come non mai. Lo scorso anno il ritiro bianconero generò un business di circa 4,5 milioni di euro, con 25mila spettatori ad assistere ogni giorno agli allenamenti dei loro beniamini contro i 500 di quest'anno. Pesa (e non poco) l'effetto "campionato", che ha demoralizzato non poco i tifosi. Per non parlare di alcune operazioni di mercato (quella di Martinez su tutte) che non sono ancora molto chiare ai supporters bianconeri, che avrebbero preferito ben altri giocatori. Forse proprio per risollevare gli animi il presidente Agnelli ha voluto passare un po' di tempo con il popolo bianconero sugli spalti. Il massimo dirigente della Juventus è stato acclamato dai tifosi fin dal suo arrivo e si è regalato un bagno di folla, che hai più nostalgici ha ricordato non poco lo zio Gianni Agnelli, quando osservava gli allenamenti della sua squadra dagli spalti tra migliaia di tifosi a Villar Perosa. Il presidente ha dimostrato fin da subito la sua più totale disponibilità nel farsi fotografare praticamente con tutti, nel concedere autografi un po' qua e un po' là e, per i più accaniti fans, addirittura tenere in braccio un neonato. In molti gli hanno chiesto nuovi rinforzi (il nome più acclamato è stato quello di Dzeko), molti gli chiedono di farsi restituire i due scudetti revocati perchè "Sono nostri e ci appartengono".C'è già chi lo definisce già il presidente "del popolo", chi lo designa come vero erede a mostri sacri come Boniperti o lo zio Gianni Agnelli. Insomma, l'uomo più acclamato fino ad ora è risultato essere proprio il presidente della Juventus, cosa impensabile fino allo scorso anno. Il clou arriva però quando un tifoso lo acclama dicendo"Presidente, è lei la Juventus!", lui sorride e risponde: "No, la Juventus siete tutti voi. Dobbiamo stare uniti e andare avanti insieme, passo per passo. E poi non chiamatemi presidente, chiamatemi Andrea". Detto questo "Andrea" saluta tutti e si reca in albergo, dove in serata incontrerà Marotta per fare il punto sul mercato. E chissà, magari "Andrea" chiederà un'accelerata nella trattativa per portare Dzeko alla Juventus.

     
     
     

    Se avessi vinto anche questo mondiale avrei lasciato..

    Post n°2107 pubblicato il 07 Luglio 2010 da nadir63l
     

    glmdj
    Immagine IPB


    "Se avessi vinto anche questo Mondiale in Sudafrica, allora sì che avrei pensato a dimettermi, perché più di così non avrei potuto fare". Questo è il succo di quanto è stato più o meno detto da Abete nell’ultimo consiglio federale.

    Il presidente della Figc sente di aver “vinto tutto” , anche se nel 2006 la poltrona di commissario straordinario della Federazione italiana giuoco calcio era occupata da Guido Rossi. Cosa abbia vinto dopo il 2006 proprio non riesco a ricordarlo, ma aver mantenuto poltrona e privilegi è già una grossa conquista.

    D’altronde, come aveva già detto lo stesso Abete, ospite da Marzullo, “devi sperare che la fortuna ti dia una mano, ma la fortuna te la devi meritare, devi lavorare e devi resistere a determinate tentazioni” e molto probabilmente la “fortuna” gli sta dando più di una mano.

    Questa indiscrezione ci è stata rivelata da Oliviero Beha, che abbiamo incontrato in un piccolo paesino marchigiano domenica scorsa. Sembra infatti, che venerdì 2 luglio, nel Consiglio Federale aperto alla stampa, Abete abbia chiaramente detto: "Non vedo perché dovrei dimettermi, ritengo di non aver sbagliato nulla" ma non è stata ripresa da nessun organo si stampa.

    “Parlare di calcio ha un vantaggio: è una materia di contatto. E’ più facile accendere una conversazione parlando di calcio piuttosto che di politica” , poi magari si arriva anche a parlare di politica. Oliviero Beha sintetizza ed evidenzia il potere dell’argomento principe degli italiani: il pallone. Come dargli torto? Sarebbe positivo saper sfruttare questo canale privilegiato, non solo per strumentalizzare il tifo, ma anche per educarlo. Chissà perché questo aspetto non viene mai approfondito.

    “Non c’è la convenienza” a parlare di certi argomenti e chi ha il coraggio di farlo “lavora poco” . “I miei colleghi mi dicono: ma chi te lo fa fare?” . Il problema dei media, che seguono regole dettate da chi si trovano a rappresentare, è un’altra realtà che il Dr. Beha ricorda in ogni occasione. Sensibilizzare su un problema che ci rende “succubi” di una stampa asservita è importante e nel nostro piccolo cerchiamo di farlo costantemente.

    “Vi ho fatto un bel regalo” , ci ha risposto quando ci siamo presentati, ringraziandolo, come GIULEMANIDALLAJUVE. E’ indubbio che quella di Oliviero Beha, ad oggi, sia una delle poche voci fuori dal coro ( “se mi dici chi sono gli altri…” , ci risponde), così come è chiaro l’apporto che ha dato a chi come noi da anni ha deciso di battersi per ottenere giustizia dopo aver vissuto e subito le conseguenze di calciopoli.

    “Ma cosa succederà, secondo lei?”, gli abbiamo chiesto. Ci ha risposto: “Magari fanno Moggi presidente della Figc…”.


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