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Messaggi del 12/07/2010

Ju29ro - D'onofrio: "Moratti come i Menarini? Non č possibile"

Post n°2126 pubblicato il 12 Luglio 2010 da nadir63l
 

Fonte: ju29ro.com

Abbiamo raggiunto l'avvocato Paco D'Onofrio, esperto di diritto sportivo, per una breve chiacchierata a proposito degli ultimi casi che hanno interessato la giustizia sportiva. In particolare, ci premeva comprendere se il caso Milito-Motta possa considerarsi a tutti gli effetti concluso con la sentenza di pochi giorni fa, nonostante il codice indichi espressamente che, verificata l'irregolarità della trattativa, gli atti debbano considerarsi nulli. D'Onofrio spiega: "La Commissione Tesseramenti, che decide in merito alla regolarità di contratti e tesseramenti, può essere adita dalla corte giudicante solamente in via incidentale. La Commissione Disciplinare ha scelto semplicemente di non entrare nel merito della questione, così come non aveva fatto il Procuratore Palazzi nel suo deferimento. Il ricorso alla Commissione Tesseramenti non è consentito a parti terze, come poteva essere ad esempio la Roma, interessata a una vicenda che avrebbe potuto cambiare la vincente del campionato. Nullo l'atto, i tesseramenti sarebbero stati irregolari, e come conseguenza l'Inter avrebbe dovuto essere penalizzata di un punto per ogni partita giocata dai suddetti giocatori. Credo che la questione avrebbe interessato anche l'UEFA. Ripeto: la giustizia sportiva ha scelto di non interessarsi del problema.
La questione pertanto può definirsi conclusa: l'Inter se la cava con una multa e una breve squalifica per Moratti".
Il presidente dell'Inter ha reagito veementemente alla condanna, esternando il proprio disappunto verso la FIGC, l'opinione di D'Onofrio è che "probabilmente l'Inter ricorrerà in appello, per dare sostanza giuridica alla propria teoria del complotto". In appello, dunque, sarebbe quindi possibile che la corte, questa volta, trasferisca invece la questione alla Commissione Tesseramenti con tutto quello che ne consegue ma, aggiunge l'avvocato, "è una possibilità, visto questo precedente, puramente teorica".
Giovedì prossimo, D'Onofrio sarà in aula per discutere l'appello alle decisioni della giustizia sportiva contro i Menarini, per il caso Moggi-Ceravolo, in qualità di legale dei proprietari del Bologna. "Sono due casi differenti, che hanno portato incredibilmente alla stessa condanna: tre mesi per Moratti, tre mesi per i Menarini. Nel primo caso eravamo in presenza di una dichiarazione confessoria, quella di Preziosi, e di una falsa testimonianza, quella di Moratti. Niente di tutto ciò è riscontrabile nel secondo caso. Di più, il codice nulla vieta per quanto concerne i direttori sportivi, essendo la norma limitata a giocatori ed allenatori, ma la corte ha deciso per un'interpretazione estensiva, che nella mia opinione non trova riscontro alcuno nel codice. Insomma, il peso è assai differente, le pene uguali."
Certo, facciamo notare, in caso di nullità degli atti, il Genoa ci avrebbe sorprendentemente guadagnato ottenendo due giocatori con una valutazione ancora più alta di quando li aveva ceduti: la norma insomma sembra avere molti difetti, quasi che fosse intesa esclusivamente "contra personam", Luciano Moggi. D'Onofrio ci spiega che "anche il Genoa avrebbe seguito la sorte dell'Inter per quanto concerne l'utilizzo di Acquafresca, ma è evidente che ci sia un vuoto legislativo e una giurisprudenza che lascia molto spazio a diverse interpretazioni." Contra personam, insomma? "Le riflessioni le lascio a voi."

In Germania, intanto, la notizia del pilatesco non cale della corte giudicante ha generato molta delusione: i due principali canali, ARD e ZDF, hanno commentato laconiche sulla solita giustizia all'italiana e la puntuale mancata applicazione delle regole, seguite dal resto delle maggiori testate tedesche. Un'altra brutta figura della Federcalcio pulita.

 
 
 

Dzeko, contatto Juve-Wolfsburg: fumata grigia...

Post n°2125 pubblicato il 12 Luglio 2010 da nadir63l
 

 
Telefonata tra il dg Marotta e la dirigenza tedesca. Le parti si risentiranno. La stampa tedesca conferma: nell'affare potrebbe entrare il fantasista bianconero Diego
TORINO, 12 luglio - La trattativa va avanti. il dg della Juve Marotta ha telefonato alla dirigenza del Wolfsburg per parlare di Edin Dzeko. Fumata grigia per il bomber bosniaco dopo il contatto tra le parti, i dirigenti si risentiranno presto. Molto probabile che nell'affare entri Diego.

STAMPA TEDESCA - In questo senso arrivano conferme anche dalla Germania. Il magazine "Kicker" parla di una trattativa ben avviata tra la Juve e il Wolfsburg per Dzeko. La novità è che Misimovic, trequartista dei tedeschi, potrebbe essere in partenza. La dirigenza quindi sta sondando il mercato in cerca proprio di un fantasista. E Diego potrebbe essere l'uomo giusto.

 
 
 

TREZEGUET rifiuta la fascia: "Io capitano? Prima ditemi se resto"

Post n°2124 pubblicato il 12 Luglio 2010 da nadir63l
 

Ieri pomeriggio, nella sfida contro la Rappresentativa di dilettanti trentini, David Trezeguet era stato designato ad indossare la fascia di capitano, vista l'assenza dell'infortunato Alessandro Del Piero e degli altri leader della squadra (Chiellini, Buffon, Marchisio). Il bomber franco-argentino, invece, non se l’è sentita di indossare la fascia di capitano, che pure gli sarebbe toccata, per il decennale arruolamento bianconero - rivela stamane "La Stampa" -. L’ha ceduta a Legrottaglie, in un gesto istintivo che ha sorpreso tutti, visto che sulla distinta arbitrale l’attaccante era indicato come capitano e il difensore come vice. Chiaro il motivo: David si sente impacchettato per altre destinazioni, non in cima ai desideri del club, come lui vorrebbe - scrive il quotidiano torinese -. Trezegol rifiutò la fascia anche un paio d’anni fa, sempre d'estate, per lo stesso identico motivo: anche allora c’era aria di divorzio. La sua cessione però non sembra poi così scontata. L'elevatissimo ingaggio (circa 4,5 milioni di euro), unito all'impietoso dato anagrafico, sta scoraggiando gli acquirenti: "Tutti lo danno a destra e manca - spiegava ieri sera Antonio Caliendo, suo fedele agente - e noi stiamo valutando determinate cose (Napoli, ndr) ma potrebbe restare, come è sempre successo. La storia dice questo". Forse ha solo bisogno di sentirsi di nuovo un pezzo importante: "David ha dato tutto alla Juve - ha continuato Caliendo - e per la Juve è andato anche in serie B". Non può avere cuore da capitano, allora, anche se gli oltre 5000 tifosi l’hanno a lungo invocato, ricambiati dai suoi saluti: "David resta con noi", cantavano. "David non è mai stato banale - ha aggiunto il procuratore - e se ha passato la fascia da capitano ha le sue ragioni, finché non ci sarà chiarezza".
Anche senza i gradi del comando, David Trezeguet è tornato comunque a fare il suo mestiere, realizzando una doppietta all'improvvisata formazione del Trentino, ripagando la fiducia e l'affetto dei tifosi bianconeri.

 
 
 

Il cielo č rosso sopra Johannesburg...

Post n°2123 pubblicato il 12 Luglio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB

di Edgard 74

La prima finale dal 1958 giocata fra due squadre che mai avevano vinto la coppa; la prima finale tutta europea fuori dal vecchio continente, che di fatto ha assegnato per la prima volta tale coppa ad una formazione europea “in trasferta”; la prima finale nella storia delle “Furie Rosse”.

E’ stata quindi una finale inedita; una finale che ha lanciato il football mondiale nel futuro, quello degli spagnoli grandi signori nello sport mondiale in genere (Contador, Nadal, Gasol, Lorenzo, … Alonso), ma ancor di più nel calcio, sport di squadra e quindi molto meno legato all’expolit del singolo, quindi vero rivelatore del valore intrinseco di un intero movimento.

E’ stata la vittoria della “Cantera” Blaugrana ed in tono minore di quella madrilena, è stata la vittoria di un calcio tecnico, veloce e tatticamente votato al bello; è stata la vittoria di un omino piccolo piccolo, di statura, ma immenso con la palla fra i piedi: Don Andres Iniesta, forse il più grande giocatore di football spagnolo di tutti i tempi.

La partita non è stata bellissima, come spesso accade quando si giocano partite così importanti: spagnoli meno compatti del solito, a causa di un centrocampo oranje chiuso e votato al sacrificio, in primis coi suoi solisti più forti, ovvero il simppattico onesto già pallone d’oro per la stampa interista, pardon: italica… Sneijder, e Robben, il vero fenomeno della squadra; votati anche al martirio… delle caviglie avversarie: da rosso diretto l’entrata di Kung Fu di De Jong su Xabi Alonso e sicuramente da giallo quella di Sneijder su Busquets.

Le Furie Rosse fanno la partita, ma senza riuscire a dare continuità alla loro proverbiale trama di passaggi precisi e smarcanti; gli olandesi ripartono in contropiede, dando vita ad un match dal sapore italico. E così la prima vera occasionissima è sui piedi fatati di Robben che però, solo davanti a capitan Casillas, si fa ipnotizzare dal numero uno madrileno che compie un miracolo degno del miglior Buffon; è oggi lui il miglior portiere del mondo, con buona pace degli interisti.

Replica, nell’errore, Villa, che incappa in una serata difficile, da polveri bagnate, causata anche dalla necessità di Del Bosque di schierarlo in un ruolo non suo, causa forma inesistente del vero centravanti della squadra, Torres, che a fine partita si infortunerà nuovamente.

I cambi effettuati dai due CT non cambiano il refrain tattico della partita, cos’ si va a i supplementari, non prima di aver visto divorate altre due palle gol, una a testa.

L’innesto di Fabregas si rivela sciagurato, almeno fino all’assist decisivo; sbaglia un gol fatto, bravissimo anche Steckelenburg, emulo di Casillas nella stessa identica porta, e va a far blocco sul suo portiere su un calcio d’angolo che avrebbe potuto indirizzare il match a favore degli arancioni.

L’incontro potrebbe cambiare con l’espulsione di Heitinga che stende Iniesta lanciato a rete e viene sanzionato con la giustissima seconda ammonizione; e così avviene, perché l’Olanda è sulle gambe, Sneijder e Robben sono in piena riserva e l’arretramento di Van Bommel sulla linea dei difensori consegna definitivamente il centrocampo alla classe ed all’estro dei pedatori in blaugrana: Iniesta, Xavi e … Fabregas, canterano dell’Arsenal

A quattro minuti dalla fine dei supplementari, la caparbietà spagnola viene premiata: cross dalla destra olandese intercettato da Mathjsen, palla recuperata al limite da Fabregas che finalmente fa qualcosa da … Fabregas: taglio sapiente su Iniesta, bravissimo ad evitare il fuorigioco, e stoccata a rete del pallidissimo fenomeno catalano. 1-0: risultato onesto per quello che si è visto in campo.

Puro cinema l’assalto finale degli olandesi e pura isteria interista (c’entra qualcosa Sneijder ?...) le reiterate proteste sul gol spagnolo: inesistente il fuorigioco sul primo lancio, molto più che inesistente il fuorigioco sull’assist di Fabregas. Le proteste erano tutte per un calcio d’angolo sacrosanto non visto da Webb su punizione di Robben. Peccato che già abbiamo detto dei cartellini che il “referee” inglese ha risparmiato agli olandesi e peccato anche che ci fosse un rigore netto su Xavi in precedenza.

In fine che dire? Ha vinto la squadra che ha mostrato il calcio tecnicamente migliore e non è un caso che l’eroe della finalissima sia stato un atleta minuto ma capace di dare del “tu” al pallone; ha vinto un movimento calcistico che da anni ha deciso di puntare sulla qualità dei vivai e farà rabbia agli olandesi pensare che questa filosofia è stata mutuata dal Barça prima e dall’intera Spagna poi grazie al maestro olandese Johann Cruijff.

Ecco perché, da oggi e per i prossimi quattro anni il cielo sarà rosso, da Johannesburg a Rio de Janeiro.

Arrivederci in Brasile, vera patria del football, nel 2014.


Quando il calcio è emozione

Immagine IPB

di Cirdan

Il mondiale sud africano si è concluso.
Ha vinto la Spagna, meritatamente e grazie ad un gol di Andrés Iniesta, che su assist di Cesc Fabregas a pochi minuti dal termine del secondo tempo supplementare ha scritto la pagina più importante della storia del calcio spagnolo.
A distanza di due anni il calcio spagnolo fa doppietta, prima trionfando a Vienna e alzando al cielo la seconda Coppa Europa della propria storia, e ieri sera mettendo mano alla prima Coppa del Mondo; con gli stessi interpreti, con la stessa determinazione, con quell'ineguagliabile capacità di giocare al football, caratteristica portata nella nazionale delle furie rosse dal blocco Barcellona, l'ennesimo blocco di campioni che ha portato ancora una volta, come accadde quattro anni orsono da coloro che vennero definiti "ladri",, la vittoria di un gruppo solido ma soprattutto composto da fenomeni.
Poi c'è un'altra versione che racconta una vittoria, un trionfo: quella fatta di lacrime, di emozioni, di nodi in gola e di baci.
Come quelli dati da capitan Iker Casillas : alla coppa prima, e all'amore dopo, perché il gioco del calcio rimarrà per sempre un amore infinito, un'emozione che non morirà mai.


E alla fine ha vinto Paul!l

Immagine IPB


di Neogto


Se ce l’avessero detto prima, avremmo fatto anche a meno di seguire questa fase finale dei mondiali. L’oracolo indiscusso della rassegna iridata sudafricana, il polpo Paul, ha “predetto” l’ottavo risultato corretto su altrettante partite.

Nella finale inedita Olanda-Spagna, infatti, alla fine ha vinto la formazione iberica grazie alla rete siglata da Iniesta a 3 minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. Già, supplementari. Perché nonostante la netta superiorità e le tantissime occasioni, Casillas & co. non sono riusciti a sbloccare il risultato nei 90’ regolamentari soprattutto a causa della cattiva serata del cannoniere Villa, capace di sbagliare gol già fatti, e della grande prestazione del portiere olandese Stekelenburg.

Di contro, un’ Olanda timida ed impacciata, anche nei propri uomini migliori (Sneijder e Robben), non è mai sembrata in grado di poter conquistare la coppa, nonostante un paio di pericolosi contropiedi, poi sciupati malamente, entrambi targati Robben.

Quindi la Spagna, dopo aver vinto due anni fa il suo secondo “Campionato Europeo”, alza la prestigiosa “Coppa del Mondo” per la prima volta nella sua storia. Forse non poteva essere altrimenti, vista questa incredibile generazione di fenomeni. Complimenti a loro e arrivederci tra 4 anni.

 
 
 

     

 

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