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Messaggi del 22/07/2010

Europa League: sarà Shamrock Rovers - Juventus..

Post n°2151 pubblicato il 22 Luglio 2010 da nadir63l
 

"Evitare gli irlandesi, non mollano mai e hanno sempre il coltello fra i denti". Marco Tardelli aveva lanciato l'allarme, nonostante lo scetticismo generale dovuto al deludente risultato dell'andata, chiusosi con un 1-1 tra Shamrock Rovers e Bnei Yehuda. Invece gli ex campioni d'Irlanda, con un secco 0-1, ribaltano il risultato e passano il turno.

Si annunciava una partita facile, per il Bnei. La grinta, la determinazione e la voglia (soprattutto) di tornare ad alti livelli, hanno permesso però agli irlandesi di andare avanti in Europa League. Il gol arriva quando meno te lo aspetti: sembrava fatta per gli israeliani, salvo poi osservare la palla che rotola alle spalle di Aiyenugba, per il gol di Stewart al 70'.

Ottima prova per i ragazzi di Michael O'Neill, che hanno combattuto su ogni pallone. Male per la Juventus, che ora dovrà affrontare non solo una formazione nettamente più avanti con la preparazione, ma anche una squadra che gioca ogni partita come se fosse l'ultima. Tuttavia, non vale la pena spaventarsi troppo. Gli irlandesi saranno anche temibili sotto certi aspetti, ma di sicuro il loro livello tecnico-tattico non raggiunge quello degli uomini di Delneri.

Passera da Dublino (29 Luglio), dunque, la rinascita bianconera targata Agnelli - Marotta - Delneri. Inizierà dalla capitale dell'Irlanda questo nuovo ciclo juventino che, come tutti si aspettano, dovrà riportare la Vecchia Signora tra le grandi d'Europa.

Intanto però al tecnico Delneri spetterà il compito di scegliere 11 giocatori in forma, tra quelli disponibili, per la trasferta in Irlanda. Sicuro Storari in porta, Motta e De Ceglie larghi in difesa e Legrottaglie potrebbe essere affiancato dal 1' da Leonardo Bonucci (anche se acciaccato. In alternativa pronto uno tra Ferrero e Alcibiade). A centrocampo tanti nodi da sciogliere: per ora l'unico sicuro di giocare è Sissoko. A fargli compagnia nel mezzo potrebbe esserci Ekdal (che poi si trasferirà, in prestito, a Bologna) o in alternativa Marchisio, appena tornato dalle vacanze però. Sulle fasce c'è posto solo per due e a scalpitare sono in tanti: Lanzafame (il principale indiziato per una maglia da titolare), Martinez, Pasquato e anche Giovinco (forse alla sua ultima esperienza bianconera). Davanti, con Iaquinta infortunato e Del Piero non ancora al top, pronto Trezeguet supportato da Diego.

 
 
 

L’autonomia della giustizia sportiva..

Post n°2150 pubblicato il 22 Luglio 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

Partiamo da un presupposto abbastanza scontato: il rispetto dei ruoli tra il governo politico della Figc e la giustizia sportiva è un confine invalicabile e chiaramente non c’è l’interesse dei componenti delle due entità a metterlo e mettersi in gioco. E’ in qualche modo, un ulteriore appoggio alla loro autonomia.

Ma in cosa consiste questa autonomia? Possiamo leggere i principi che la regolano, le norme a cui sottostare, ma credo che dei semplici esempi rendano meglio l’idea.

Ieri abbiamo letto la notizia che il presidente Coraggio (Corte di Giustizia federale ) e i suoi consiglieri, hanno espresso il parere sulla proposta di radiazione rimpallata da Abete, definendola “ implicita nella squalifica di cinque anni”, rimettendo allo stesso Abete, tramite gli uffici competenti, l’onere della comunicazione ai futuri radiati dell'"intervenuta applicazione" della radiazione. Questa è autonomia, quella di poter decidere, dopo 4 anni (il prossimo anno Moggi avrebbe scontato la squalifica), che essa è implicita nella semplice proposta.

Ma è proprio con calciopoli che la giustizia sportiva ha potuto dare il meglio di se. Vogliamo ricordare brevemente le “anomalie” con cui si è svolto il
processo sportivo di calciopoli?
Proviamoci: Abolizione di un grado di giudizio (L’art.37 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva impone tre gradi di giudizio: Guido Rossi ha arbitrariamente deciso di eliminare questo passaggio); tempo limitato a disposizione della difesa (il processo della Caf è durato 5 gg; il processo della Corte Federale 4 gg); Negato il diritto di produrre testimoni in aula; Negato il diritto di riprodurre materiale istruttorio (produzione di testi o intercettazioni); Negato il diritto di riprodurre prove filmate; Sproporzione della sanzione (pena abnorme e sproporzionata rispetto alle prove presentate dall’accusa); l’“illecito strutturato” , il nuovo reato introdotto con calciopoli e non previsto dal Codice di Giustizia Sportiva (più violazioni dell’art.1 fanno un art.6). Questa è autonomia!

A fronte di queste chiare dimostrazioni di potere, si accompagnano prese di posizioni indirizzate a voler mantenere questo stato di cose che permette ampia libertà di manovra e nessuna intenzione a mettere in discussione l’autonomia della Giustizia Sportiva, come quella della “piena legittimità del consiglio federale a modificare le norme di giustizia, che gli organi devono applicare. Nella libertà del consiglio federale c’è anche la possibilità di modificare alcune norme della giustizia sportiva, senza aspettare la modifica dello statuto”. E se lo dice Abete dobbiamo crederci ed il tutto perché “c’è bisogno di mantenere la caratteristica prioritaria di tempestività e celerità dei giudizi”. Oltre, aggiungiamoci noi, la possibilità di poter decidere cosa è prioritario e cosa no, cosa è da punire e cosa da dimenticare, quale precedenza dare e a chi riservare la corsia privilegiata.

Ultimamente e non era la prima volta, abbiamo visto come in piena libertà, è stato adottato un cambiamento in corsa delle norme che regolano il tesseramento di giocati extracomunitari. Anche questa è autonomia!

Voglio anche ricordare che questa stessa autonomia è tale, che tiene a distinguersi dalla giustizia ordinaria. Molte volte abbiamo sentito Giancarlo Abete parlare di “sostanziale diversità dei due ordinamenti” che hanno “valenze diverse” . Come dire, rispettiamo ed abbiamo fiducia negli organi di giustizia ordinaria, ma teniamo a mantenerci questo privilegio. Un segnale preciso di una federazione conscia del proprio potere.

E’ una lotta impari, appoggiata pienamente da M. Platinì, che ha fatto della “specificità dello sport” il suo cavallo di battaglia e che il governo dello sport italiano ha tutto l’interesse ad assecondare.
Ritorniamo a casa nostra. Palazzi, Abete, Petrucci, godono di una libertà e di un’autonomia che ad oggi hanno sfruttato per indirizzare bene le loro azioni, alcune delle quali dettate per mantenere i loro privilegi e altre dettate dal
convergere di diversi interessi.


C’è da avere paura di questa giustizia e c’è da avere paura di chi l’amministra!

VOTATE l'articolo su wikio, ok notizie e fai informazione
 
 
 

Dzeko: "Juve, se mi vuoi davvero, rinuncio al City". E intanto Benzema...

Post n°2149 pubblicato il 22 Luglio 2010 da nadir63l
 

E ora cambia lo scenario e diventa clamorosamente favorevole per la Juventus: di conseguenza, anche per Edin Dzeko. Le buone notizie si susseguono una via l’altra: prima il "bomberone", dopo tante insistenze, era riuscito a prendere per sfinimento il dg tedesco Hoeness, sino a spingerlo ad ammettere urbi et orbi che "se per Edin è un problema restare, allora gli troveremo una sistemazione adeguata". Eppoi è stata la società bianconera a sferrare il colpaccio: ieri nel primo pomeriggio s’è verificato un importante (tendente al decisivo) summit tra Giuseppe Marotta e l’entourage di Dzeko, prima, e tra Giuseppe Marotta ed un emissario dell’Amburgo (oggetto di trattativa: Diego), poi. Il tutto a Varese, dove il dg è di casa. Presso l’Hotel Palace in cui alberga la Juventus. Non è finita qui: oggi, nel tardo pomeriggio, è previsto un nuovo incontro con gli agenti del bosniaco. A presenziare all'incontro ci sarà anche il presidente Andrea Agnelli, giunto a Varese proprio per ottenere il sì del giocatore. Al Wolfsburgo verrebbe proposto uno scambio con Diego, più 20 milioni.

I bianconeri, dunque, sono pronti a sferrare il contrattacco. Consci del fatto che la strategia attendista portata avanti sino ad ora da Marotta, sta regalando buoni frutti. A questo punto, infatti, sono i sassoni ad avere fretta di capire che ne sarà del futuro di Dzeko: in caso di cessione devono potersi muovere, con tempismo, per trovare una degna alternativa. Inoltre, a questo punto non possono rischiare di veder sfumare l’operazione: già durante la scorsa sessione estiva di mercato, infatti, il bosniaco era entrato nell’ordine di idee di assaggiare la Serie A ( ai tempi c’era il Milan in pole position) salvo poi scoprire che l’operazione era saltata.

Figurarsi con quale stato d’animo s’appresterebbe ad affrontare un nuovo campionato con il Wolfsburg, qualora dovessero ripetersi le stesse vicissitudini quest’anno. Tale e tanta è la voglia di Dzeko di accasarsi alla Juventus, che ancora ieri s’è lasciato andare ad una confidenza che garantisce ottimismo in dosi industriali per il popolo bianconero, che smania dalla voglia di avere il fuoriclasse in organico: "Se la Juventus mi vuole davvero, sono pronto a dire no al Manchester City".

Intanto, il Real Madrid prepara l'attacco a Zlatan Ibrahimovic, sfruttando l'interesse del Barcellona per Ricardo Kaka (alternativa a Fabregas). Secondo AS, dietro questa mossa ci sarebbe l'addio in vista di Karim Benzema,che, secondo i media spagnoli, sarebbe in procinto di trasferirsi alla Juventus (con la formula del prestito con diritto di riscatto). In questo modo la Vecchia Signora potrà sfoderare un attacco davvero invidiabile: Dzeko - Benzema.

Delneri d'altronde sembra aver deciso, a proposito dell’assetto offensivo, di affidare a una doppia coppia di bomber alti, potenti e possenti le sorti dell’attacco. Quindi Trezeguet (acclamatissimo dai duemila tifosi che hanno riempito la tribuna centrale del "Franco Ossola"), Amauri e Iaquinta sono sicuri di restare in bianconero possibilmente con l’aggiunta di Dzeko. Insieme a Del Piero, ma senza Diego che interessa ad almeno due societò della Bundesliga: l’Amburgo e il Wolfsburg, che però, stanno seguendo strategie diverse per sondare la disponibilità del brasiliano.

 
 
 

     

 

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