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di lucalanc
Alcuni fatti di attualità tornano in questi giorni a farmi interrogare su tematiche profonde e fondamentali per un Paese civile: i principi di equità, di uguaglianza e di libertà.
Ancora una volta torno a riflettere e a considerare che se in Italia accadono certe cose e l’ opinione pubblica le accetta di buon grado, allora abbiamo la riprova di vivere ancora in una nazione sottosviluppata, essendo sostanzialmente abitata da un popolo di incivili.
Partiamo dai fatti, che riguardano il mondo sportivo, ma essendo il mondo sportivo una piccola parte del mondo reale, come potrebbe essere per il mondo della moda, o quello dello spettacolo, o della politica, stiamo parlando di fatti che vanno inquadrati in un contesto più ampio, fatti cioè che accadono attualmente nel Paese Italia.
In questi giorni la giustizia federale ha espresso per la seconda volta parere riguardo la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini dal mondo del calcio: devono essere radiati dai vertici della FIGC, perché quattro anni fa, quando furono condannati a cinque anni di squalifica con proposta di radiazione, la radiazione doveva considerarsi implicita. Contemporaneamente, il presidente Abete ha preso nuovo tempo per valutare.
A parte l’evidente controsenso contenuto in questo dispositivo (ma si sa: come ebbe modo di dire Cossiga parlando del procuratore federale Palazzi, definendolo “quello che crede di essere veramente un giudice”, la giustizia federale è robetta molto, molto modesta), che in pratica sostiene che alla proposta di radiazione deve seguire automaticamente una radiazione (e allora perché chiamarla “proposta di radiazione e non “radiazione”?), l’ aspetto che ancor di più preoccupa è il fatto che per capirsi tra di loro, il vertice di governo e il vertice giudiziario FIGC su una cosa che sarebbe quindi così elementare, ci hanno messo quattro anni e ancora non si sono chiariti.
Il processo-farsa di calciopoli, per chiamarlo in modo elegante e dargli una dignità di processo, si svolse in pochi giorni in maniera sommaria, di fatto abolendo ogni diritto per gli imputati e si risolse con frettolose condanne, sulle quali spiccò la punizione esemplare inflitta alla Juventus ed ai suoi dirigenti.
Dei tre gradi di giudizio, il commissario straordinario Guido Rossi ne abolì uno, per far prima ad arrivare alla sentenza finale: una vera e propria corte marziale per i nemici… sì nemici, perché Guido Rossi è sempre stato interista militante, per l’inter ha pure lavorato, così come ha lavorato per i proprietari dell’ inter, prima e dopo quell’ incarico.
In questi giorni il processo di Napoli (e qui parliamo di un processo vero, in aule di giustizia vere, con giudici veri) è in pausa, ma le difese degli imputati (tra le quali primeggia quella di Moggi) hanno di fatto ribaltato i teoremi dell’accusa, facendo emergere prove che evidenziano l’assoluta necessità di rivedere con urgenza i provvedimenti del processo-farsa avvenuto in ambito FIGC. Di fatto sono state rinvenute prove sufficienti a dimostrare che i comportamenti contestati nell’ estate 2006 a Moggi ed alla juve, erano atti di diffusa consuetudine comune a tutte le società calcistiche. E’ emersa inoltre evidenza di come non vi sia mai stato un illecito arbitrale, non vi siano mai state pressioni irregolari o tentativi di comprar partite. Insomma appare oggi evidente a tutti che nel 2006 la Juventus e i suoi dirigenti furono condannati senza serio motivo, da una federazione commissariata ed animata da giustizialismo popolare e odio nei confronti della società bianconera. Tutto quanto “scovato” dalle difese è stato possibile solo grazie ad enormi spese che pochi accusati facoltosi avrebbero potuto permettersi (ma la giustizia non dovrebbe essere uguale per tutti? Se solo i ricchi possono pagarsi gli strumenti per difendersi, allora qualche domanda dovremmo farcela…).
E’ evidente pure che la Juventus in pratica non si difese, chiedendo invece di essere condannata severamente, ma forse le ragioni di questo strano comportamento trovarono origine nei cattivi rapporti intercorrenti all’ epoca tra proprietà e dirigenza (dirigenza praticamente inamovibile per meriti e vittorie conseguiti negli anni precedenti). Forse, almeno così vien da pensare, a costo di cacciare Moggi e Giraudo (e l’unico modo per farlo era questo: il disonore), la proprietà accettò un’ enorme rimessa economica immediata. Ma queste sono considerazioni aggiuntive, che in questa sede non ha senso evidenziare.
Di recente il presidente della FIGC Abete ha disposto di trascrivere tutte le intercettazioni telefoniche che costituirono il serbatoio di “prove” utilizzato dall’ accusa: si tratta di circa 180.000 registrazioni di chiamate telefoniche, di cui circa 10.000 provenienti dalla Procura di Torino, nell’ ambito di un’ inchiesta archiviata per manifesta inesistenza di reati ed altre 170.000 circa provenienti dalla Procura di Napoli, dove appunto si svolge attualmente un processo penale.
In questi giorni è stato comunicato che serviranno almeno due anni alla procura della FIGC per trascrivere tutte le chiamate (due anni da quando le riceveranno, poi presumibilmente ne serviranno altri due per analizzarle e alla fine probabilmente si dovrà archiviare tutto, senza risultato alcuno, anche per via del troppo tempo intercorso).
Su tutti aleggiano alcuni interrogativi, la cui risposta naturale par fin troppo semplice: perché la FIGC con l’ inter è sempre così morbida? Perché Palazzi quando c’ è l’inter di mezzo si addormenta? Perché quand’ anche si parla di passaporti falsi, di reati penali, all’ inter al massimo fanno una multarella? Sarà mica perché Moratti caccia parecchi soldi e ”l’ ambiente” gli è grato? Sarà mica perché l’ inter con la Gazzetta ha addirittura un rapporto di collaborazione? Sarà mica perché le aziende del gruppo sovvenzionano la Federazione? Pochi giorni fa, dopo la solita multerella (per aver comprato Motta e Milito da Preziosi diffidato), Moratti ha pubblicamente tirato le orecchie ad Abete. Cosa è successo? E’ intervenuto addirittura il capo del CONI Petrucci (capo di Abete) a ringraziare pubblicamente ed incensare “gli imprenditori che ci mettono i soldi”, quelli come “Moratti e Berlusconi, esempi per tutti!”… altro che “l’importante è partecipare”, oggi nello sport italiano “l’importante è pagare”!
In questa storia si riscontrano tanti difetti e malcostumi tipici della realtà italiana: inefficienza, disorganizzazione, spreco di danaro pubblico (qualcuno ci dica ad esempio quanti soldi sono stati spesi dalle procure di Torino e di Napoli per fare le indagini che hanno portato ad un non-processo e ad un processo che molto probabilmente si risolverà con un lungo elenco di assoluzioni), giustizialismo mediatico (con giornali che hanno mostrato livelli pari alla stampa di regime di una qualsiasi dittatura da terzo mondo), comportamenti anomali da parte di istituzioni (in questo caso istituzioni sportive, ma pur sempre pubbliche) e chi più ne ha più ne metta.
Un processo come quello che si celebra a Napoli è impensabile in ogni altro paese a livello mondiale: “si, signor giudice, quello era rigore e l’ arbitro non l’ha concesso!”, “Vostro Onore, lì c’era un fallo da ammonizione, ma l’arbitro non ha fischiato!” questo, signori, è un aborto giudiziale, una cosa che fino a pochi anni fa neppure in Italia avrebbe mai potuto aver luogo, ma oggi, in piena involuzione, vediamo anche schifezze come questa.
Siamo un paese incivile, da noi la gente gioisce a vedere un nemico condannato ingiustamente, la maggior parte degli italiani sogna di veder finire in galera le persone che odia (meglio ancora se innocenti). Tanti vorrebbero vedere i partiti avversari cancellati dallo scenario politico. C’è sete di sangue avversario e nessuna voglia di giustizia, libertà e uguaglianza. Ecco, la nostra maleducazione civile, la nostra scarsa moralità, la voglia di fregare gli altri, di prevalere anche immeritatamente, fanno di noi un paese profondamente incivile. Concetti come giustizia e libertà, che negli U.S.A, nel Regno Unito e in Francia erano già diffusi e popolari nell’ottocento, da noi non sono ancora metabolizzati.
Quindi teniamoci questa giustizia sportiva, teniamoci questa informazione, teniamoci questi politici, che evidentemente non meritiamo altro!
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14