LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 07/08/2010
Il Mallorca dichiara guerra all'Uefa, che lo ha estromesso dall'Europa League a causa dei troppi debiti. La società iberica ha deciso di rivolgersi alla giustizia spagnola per cercare la riammissione alla competizione. Javier Tebas, avvocato del club delle Baleari, ha scritto una lettera al presidente dell'Uefa, Michel Platini, nella quale ha comunicato la decisione di rivolgersi alla giustizia ordinaria. La stessa Uefa aveva suggerito alla dirigenza del Mallorca di rivolgersi al Tribunale arbitrale dello Sport, ma gli spagnoli avevano replicato invitando la federcalcio europea a presentarsi in tribunale. A Palma de Mallorca, insomma, non ci stanno a perdere quel posto in Europa che hanno legittimamente conquistato sul campo. Niente a che vedere con la Juventus di John Elkann e dei chiacchieroni Cobolli Gigli e Blanc, incapaci di difendere la propria società. |
Il trequartista brasiliano potrebbe essere sacrificato dalla Juventus in nome di un impianto tattico che lo penalizza. Schalke, Wolfsburg e Amburgo le società interessate TORINO, 7 agosto - Lo hanno rimesso in sesto. A tal punto che Diego Ribas da Cunha, uno degli acquisti di punta della scorsa estate, è tornato a essere un obiettivo sensibile di mercarto. Insomma, c’è chi vorrebbe comprarlo e alla Juventus stanno valutando l’idea di compiere questo sacrificio, anche perché sotto il profilo strettamente tattico il brasiliano ha pochissimo da spartire con il sistema di gioco adottato da Luigi Del Neri. Pure a Modena, sotto un diluvio biblico, Diego ha faticato a entrare in sintonia con un contesto che non gli appartiene. E Alessandro Del Piero, che lo ha sostituito nel secondo tempo, ha subito dato l’impressione di sentirsi più a suo agio, indipendentemente dal gol della vittoria. Per carità, l’allenatore è intenzionato a insistere ancora su di lui anche nelle prossime partite, però certe difficoltà saltano all’occhio. Ecco perché, allora, Beppe Marotta sta prendendo in considerazione le proposte che arrivano dalla Germania. Numerose ma non ricchissime, ad onor del vero, però non è il periodo delle follie, meno che mai nel calcio. NAZIONALE - Il Wolfsburg non ha mai negato di considerare Diego un giocatore di alto livello, così come lo Shalke 04, che ha denari da investire e che al momento pare essere la pista più calda. Si chiacchiera pure di un approccio fatto dall’Amburgo: in assoluto, comunque, è solo questione di tempo, perché la cessione di Diego sta per essere metabolizzata da tutti, il primis dal brasiliano che vorrebbe cancellare l’ultimo campionato e riscattarsi con la maglia bianconera. Ma Diego medesimo non è tanto ottuso da non capire che probabilmente le sue qualità si esaltano di più in Bundesliga che non qui, in un torneo particolarmente duro per gli attaccanti, con pochissimi spazi a disposizione. Un ragionamento estendibile anche in chiave nazionale, là dove il nuovo ct verdeoro, Mano Menezes, potrebbe riaprirgli le porte della Selecao ma a condizione che torni a esprimersi con genio e... regolarità. CERCHIO - A quando i prossimi sviluppi? Potrebbe essere questione di giorni, al più tardi di qualche settimana. Alla Juventus non hanno fretta, però non possono neppure dilapidare il tempo. E neanche Diego, per la verità. Trovare la quadratura del cerchio, in fondo, sarebbe utile a tutti.Vittorio Oreggia |
Ferrara: "Sedici anni con la Juve. Ringrazierò sempre la società"
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Il capitano è sicuro: «Non c’è un solo modo per calciare le punizioni, io seguo l’istinto». Dei suoi 274 gol con la Juve, 39 sono stati firmati superando la barriera. «In panchina ero sereno, mi ha caricato il pubblico» TORINO, 7 agosto - «Non c’è un solo modo per calciare le punizioni, ce ne sono tanti. Io seguo l’istinto, le sensazioni del momento». Dal manuale di Alessandro Del Piero, capitolo terzo, si cerca di carpire il suo segreto in una specialità in cui non ha rivali: è lui il numero uno dei calci da fermo, come ha dimostrato giovedì sera contro lo Shamrock Rovers in Europa League. In 18 anni di crolli e di riabilitazioni, di successi e tonfi, Del Piero ha la capacità innata di saper sempre tirare fuori dal cilindro il colpo ad effetto, anche se non è riuscito a imporre il proprio marchio. Perché c’è la punizione alla Pirlo, quella a giro alla Maradona, quelle con le tre dita alla Roberto Carlos: Del Piero le sa fare tutte, ma non ne ha una tutta sua. I NUMERI - Maestro di magie, le punizioni hanno sempre accompagnato la sua lunga carriera: sono 39 su 274 gol in bianconero, tantissime. La distribuzione segue il grafico del suo successo: una nel 1994- 95, 4 l’anno successivo, altre 4 nel 1997- 98, una sola nel 2000-01, 4 la stagione dopo, 2 nelle due successive annate, 5 nel 2005- 06, 4 nell’anno della serie B, 3 nel 2007- 08, addirittura 7 nel 2008-09, appena una l’anno scorso e poi il centro di giovedì a Modena, con cui ha inaugurato la nuova stagione e ha mandato un messaggio a Luigi Del Neri, che per la seconda volta di fila lo aveva escluso dalla squadra titolare, salvo poi schierarlo in campo dopo il primo tempo al posto di un deludente Diego. NELLA STORIA - Spettacolari, talvolta inutili per la vittoria finale, ma in molte altre occasioni le sue punizioni sono entrate nella storia, personale, e in quella collettiva della Juventus. Bisogna riavvolgere il filo dei ricordi e andare al marzo 1996: la Juventus ospita il ritorno dei quarti di finale di Champions contro il Real, vincente all’andata a Madrid. Spetta a Del Piero sbloccare il risultato con una magistrale rete su punizione e a Padovano ribaltare il risultato: sarà la vittoria che spiana la strada per il trionfo finale, nella notta di Roma contro l’Ajax. È invece una punizione-scudetto quella che Alex segna il 12 febbraio 2006 a San Siro contro l’Inter: la Juventus di Fabio Capello, già campione nel 2004-05, arriva a Milano da capolista con 9 punti in più dei nerazzurri secondi, e tornerà a Torino con 12 punti di vantaggio sulla coppia delle milanesi, uno scatto decisivo e definitivo per la conquista del 29° titolo. Uno scatto griffato Del Piero, che introduce anche un nuovo modo di festeggiare, la linguaccia irriverente. Infine, la punizione al Santiago Bernabeu nel novembre 2008 celebrata da Diego Maradona, presente allo stadio, che si lascia andare a un commento significativo: «Certo che Del Piero non invecchia veramente mai... ». L’impresa, riuscita con la maglia bianconera soltanto a Omar Sivori, segna il ritorno della Juventus in Champions League dopo il purgatorio della serie B. Ma indica anche l’ingresso del campione nell’Olimpo. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14