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Messaggi del 14/08/2010

FATE IN MODO CHE NON SIA UN FILM GIA' VISTO...

Post n°2232 pubblicato il 14 Agosto 2010 da nadir63l
 

Ripartire (quasi) da zero non è facile. Ma nei due brevi incontri di ieri con Inter (soprattutto) e Milan sono comparse lacune un pò troppo simili a quelle del recente passato...
di Thomas Bertacchini 

Serie A, coppa Italia, Supercoppa Italiana, campionato Primavera: ovunque è presente il marchio TIM.
Nell’Italia calcistica tutto, o quasi, è diventato "proprietà" esclusiva dell’Inter.
Dalla stagione 2006-07 (le ultime quattro, per intenderci) ad oggi: quattro scudetti, una coppa Italia, una Supercoppa Italiana (su tre, la quarta si disputerà tra pochi giorni), un campionato Primavera.
Storia di una dittatura sportiva. Dalla stessa stagione 2006-07, inoltre, si è deciso di intitolare alla memoria di Giacinto Facchetti (ex presidente nerazzurro) la manifestazione riservata ai giovani.

Anche nel trofeo (estivo) TIM, quello che si gioca in una sola sera dopo aver trascorso la giornata sotto l’ombrellone, la musica non cambia: 6 vittorie dei nerazzurri in 10 edizioni disputate. "Una volta" si ironizzava su questo: lasciate le briciole, le illusioni e i sogni agli altri, lo scudetto era cosa da "grandi". Da Juventus e Milan, per intenderci.

Queste sono "prove", si diceva. Di un film che poi, nel corso dell’anno, non "si sarebbe più visto". Brevi incontri da 45 minuti l’uno, tre tempi di un triangolare dove ci si guarda dritto negli occhi per tre quarti d’ora con una contendente, mentre "l’altra" è seduta a bordo campo o ti sta comunque osservando da un monitor a pochi metri di distanza.

Sono le serate delle "giustificazioni": i giocatori hanno ancora i muscoli imballati, le gambe molli e stanche, non riescono a coprire bene gli spazi di loro competenza in campo, i brevilinei arrivano prima sul pallone rispetto a chi ha una struttura muscolare più pesante, chi è stato appena acquistato da un’altra società non può essersi ancora ambientato e conoscere bene i compagni. Scendono dalla tribune i vari Nwankwo, Biraghi, Natalino, Oduamadi, per poi tornarci - dopo qualche giorno - quando si inizia a "fare sul serio". Oppure per prendere una valigia e girare per l’Italia (a volte l’estero) con la missione di "crescere e farsi le ossa". Altrove. Perché in una società importante, da noi, non c’è tempo da perdere: bisogna vincere. Subito.

Dove non arriva il fisico è la tecnica che dovrebbe compensare le lacune di questo periodo: Sneijder, Ronaldinho, Diego... Sono stati soprattutto loro, quelli a cui la classe certo non manca, i protagonisti del trofeo disputato ieri. Oltre a chi, come Amelia, sfrutta queste occasioni per mettersi in mostra: a suon di parate eccezionali sta cercando di guadagnarsi il posto da titolare nel nuovo Milan di Allegri.

Come si è detto (e scritto) in tutte le salse in questi giorni, Diego e Del Piero restano gli unici giocatori, nella rosa bianconera, a possedere quella qualità necessaria per alzare il livello di potenzialità e competitività della squadra. Uno è in partenza (se già non è stato tutto definito); l’altro ha ormai raggiunto le trentacinque primavere (a novembre saranno trentasei), e quella che sta per iniziare sarà quasi certamente la sua ultima stagione a Torino.

Dove si cerca ancora di portare il tanto atteso bomber Dzeko: lui sì che sarebbe un grandissimo acquisto. Ma di questo passo - e per quanto (intra)visto ieri sera - potrebbe rischiare di rimanere isolato, davanti al portiere avversario, senza rifornimenti ed un gioco degno di tal nome alle sue spalle. Sarebbe come acquistare una macchina di lusso e non avere più i soldi per metterci la benzina: finisci col tenerla nel garage, per andarla a vedere ogni tanto. Senza poterla utilizzare.

C’è la grinta, ci sono ancora errori (alcuni giustificabili), ma continua a non vedersi la qualità. Rimangono pochi giorni per rimediare a questo difetto, che non si elimina continuando a comprare laterali (che pure mancano, tanto a centrocampo quanto in difesa), ma inserendo calciatori - là in mezzo - che abbiano quelle caratteristiche. Sissoko, Felipe Melo e Marchisio: c’è posto ancora per uno, ipotizzando una rosa dove si prevede almeno un sostituto per ruolo in ogni reparto (o settore). Ma potrebbe anche non bastare. Era proprio necessario dare via (di nuovo) Ekdal?

Chi la scorsa estate è rimasto scottato dalle promesse di una stagione vincente, si è spalmato la crema solare: niente più illusioni, ora si procede a fari spenti. Chi si è letteralmente bruciato, adesso fatica a contenere la rabbia e la paura di assistere, nuovamente, ad un campionato da vivere a distanza di anni luce rispetto all’Inter. E, forse, non solo a lei.
I 27 punti di distacco dai nerazzurri, i 25 dalla Roma e i 15 dal Milan della scorsa stagione sono figli di un’annata storta, dove le lacune di idee societarie senza basi solide sono venute fuori (in via definitiva) tutte, nessuna esclusa.
Ma sono (anche) i limiti di gioco attuali della Juventus che contribuiscono a non rendere tranquilli i suoi sostenitori.

Corini e Perrotta nelle prime due stagioni del ritorno del Chievo in serie A, Baronio e lo stesso Perrotta (Corini passò al Palermo) nel 2003-04: non si trattava di giocatori del livello di uno Xavi o uno Iniesta del Barcellona attuale, ma con quei calciatori posizionati nella zona centrale del campo Del Neri riuscì a dare un’identità ben precisa (e dei risultati) ad una squadra che non aveva, a sostegno, una società dalle possibilità finanziarie pari a quelle della Vecchia Signora.
Frequentemente ci si domanda, al cospetto di realtà minori, come è mai possibile che - differenze tecniche alla mano - la Juventus non riesca più ad avere un gioco accettabile (fosse anche solo "un" gioco) da diversi anni a questa parte. Spesso ("troppo") è capitato di essere sconfitti da loro su quel piano prima ancora che nel risultato finale.

Si è coscienti che ripartire è (e sarà) difficile. Ora Del Neri ha in mano la Juventus, e la speranza è che riesca a ripetere anche a Torino quanto fatto a Verona, almeno per quello che è di sua competenza. E’ ancora presto per stilare giudizi definitivi: sia perché il calciomercato estivo ancora non è completato, sia perché - in questo periodo - la condizione fisica non ottimale di alcuni giocatori non facilita il recepimento, sul campo, dei dettami del nuovo allenatore.
Quello che spaventa, però, è la sensazione che la scelta di alcuni uomini cui far interpretare alcuni di questi ruoli possa essere sbagliata. E la paura è quella di assistere, nuovamente, ad un film già visto.
C’è ancora del tempo, per rimediare. Lo si usi a dovere.

 
 
 

TIAGO IN PRESTITO ONEROSO ALL'ATLETICO MADRID!

Post n°2231 pubblicato il 14 Agosto 2010 da nadir63l
 

Alla Juve mezzo milione di euro.
© foto di Filippo Gabutti

A Madrid erano certi: Tiago il prossimo anno giocherà nell'Atletico. Ora manca solo la comunicazione ufficiale delle società, ma Tiago si può già considerare un giocatore dell'Atletico Madrid, almeno per la prossima stagione. Ne ha dato notizia pochi minuti fa Sky Sport 24. Il giocatore raggiunge i Colchoneros per mezzo milione di euro in prestito oneroso senza diritto di riscatto

 
 
 

L'abbiamo pure trattato male?

Post n°2230 pubblicato il 14 Agosto 2010 da nadir63l
 

di Morrison hotel

Immagine IPB

Ufficiale Signori: Christian “purtroppo” Poulsen passa ai Reds per la non trascurabile cifra di 5,5mln di euro, a cui si aggiungeranno eventuali 1,25 per determinati traguardi raggiunti. Mia opinione personale? Marotta è un genio! Vendere costui a simile cifra, con l'eventuale bonus a giugno 2011, la Juventus genererà la non trascurabile plusvalenza di 1 mln di euro circa (950mila per la precisione). Quindi come avrebbe detto il compianto Bianconero Mike: ALLEGRIA!!!

Ripercorrendo la sciagurata “epopea Poulsen” c'è da farsi venire degli scompensi cardiaci... Acquistato 2 estati orsono, dopo aver inseguito “tale” Xabi Alonso (di professione REGISTA), convocato 47 C.D.A. (per chi conosce la smorfia napoletana il numero NON e' casuale...) ed avervi infine rinunciato, l'allegra brigata dei gestori di macchine agricole da lavoro (leggasi New Holland) decideva di ripiegare sul biondo danese, famoso per lo sputo preso dal pupone ad euro 2004 nonché per essere stato perculato in mondovisione da Gattuso al termine di un Milan-Schalke di qualche anno fa...

Da qui il soprannome, Tuttosport il giorno dopo titola malinconicamente “Purtroppo Poulsen” e se financo uno dei giornali “di casa” esprime così apertamente il proprio sconcerto, qualcosa vorrà pur dire.

Medianaccio, ruvido, lento, il danese venne addossato al Ranieri quale “responsabilità di scelta” e lui, da perfetto aziendalista, non tarda a lanciare le prime bombe: “Vi innamorerete di lui, è più forte di Sissoko”.
Naturalmente Sissoko ne veniva da un girone di ritorno entusiasmante, nessuno dava risposta sul fatto che la squadra necessitasse di un regista e in società scelsero un mediano. Ma ciò che in un colpo solo azzerò di fatto il gap amministrativo con l'allora “fù Juventus” e gli indossatori di scudetti altrui fu senza dubbio la gestione contrattuale.

Il “purtroppo” giocava nel Siviglia, aveva già deciso di non rinnovare con gli andalusi e a Dicembre 2008 sarebbe andato in regime di svincolo. Bene, quanto può valere il cartellino di un onesto mediano (e nulla più) che di lì a 4 mesi può essere “eventualmente” acquistato a parametro zero? 4 milioni? 5? Vogliamo fare 6?

No Signori! L'Omino Blanco e Mototopo lo contrattualizzano pagando al Siviglia 9,75 mln di euro! È mia opinione personale che in Andalusia stiano ridendo ancora adesso (insieme ad Aulas, presidente del Lione, ma questa e' un'altra storia...) e, naturalmente, ad un giocatore simile che al Siviglia viaggiava a 2mln di euro annuali (o poco meno) viene riconosciuto un'ingaggio di 3,3 mln di euro!

I latini direbbero S.P.Q.S. = Sono pazzi questi simpatici....

Risultato: per 2 anni ci siamo dovuti sorbire un elemento dalla lentezza angosciante, dall'apporto tecnico nullo, dalla personalità pari allo zero Fahrenheit, il cui massimo apporto consisteva nel passaggino, anzi nel retro-passaggino, di 3 metri al compagno (spesso marcato o pressato) che doveva sbrogliarsela.
Certe cose sono sempre accadute alla seconda squadra meneghina, ma non riapriamo certi discorsi...

A corollario di tutto ciò mettetevi nei panni di qualcuno come Camoranesi, che dopo aver alzato trofei a ripetizione si trova con uno stipendio inferiore a quello di questo individuo. O come Chiellini, uno dei pochi baluardi rimasti dalle macerie, chiedetevi semplice semplice: ma questo incapace deve guadagnare più di me?

Il tutto è brandizzato “smile”, all'insegna di quell'idea di calcio sostenibile tanto cara al tennista, al suo “illustre” principale e a tutta la claque di scagnozzi appena defenestrata dal Nostro Presidente.

Fortunatamente certe cose non cambiano mai. Dalla bravura di Marotta, vero uomo di calcio, alla “competenza” di Roy Hodgson (ricordate no? “Roberto Carlos non mi serve, abbiamo Pistone”!) che tiene a far sapere come Poulsen sia un giocatore vitale per la Danimarca, come nel Siviglia fosse il fulcro del gioco e che la Juve l'ha trattato di m... (no “mister”, la New Holland l'aveva acquistato e la Juve l'ha spedito).

I tifosi dei reds pare abbiano già mangiato la foglia, in rete sono al corrente delle grasse risate - unite a sospiri di sollievo in grado di gonfiare un centinaio di materassini da spiaggia - che il popolo bianconero sta rilasciando in questi momenti...
E ci tocca pure sentire che l'abbiamo trattato male...

Addio “purtroppo”, nessuno ti rimpiangerà


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=990

 

 
 
 

     

 

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