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Messaggi del 13/09/2010

Quagliarella: «Serve tempo, ma la Juve crescerà»

Post n°2503 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

 
L'attaccante bianconero: «Con la Samp ci tenevo a fare bene. Peccato che non siano arrivati i tre punti, nonostante un ottimo secondo tempo. Continuando a lavorare non potremo che migliorare»
TORINO, 13 settembre - «Peccato che non siano arrivati i tre punti, nonostante un ottimo secondo tempo. Il calcio però è così, continuando a lavorare non potremo che migliorare». Così Quagliarella commenta il rocambolesco pareggio contro la Sampdoria. «Ci tenevo a fare bene e, sotto il profilo personale sono soddisfatto, visto che sono anche riuscito a segnare - ha spiegato l'attaccante della Juve al Golf Club La Margherita di Carmagnola, dove si è tenuta una gara a scopo benefico che ha coinvolto professionisti e amatori, il cui ricavato sarà devoluto alla Fondazione Crescere Insieme al Sant’Anna Onlus - Con Alex (Del Piero N.d.R.) ho giocato solo in Nazionale ed è normale che con il tempo l’intesa migliori. Lo stesso accadrà con Amauri, Iaquinta e il resto del gruppo. Pian piano la squadra si compatterà in tutti i reparti. Ora è importante che tutti trovino la forma migliore, visto che molti di noi non hanno svolto la preparazione con il mister».

PROSSIME TAPPE - Il pensiero va infine ai prossimi due appuntamenti, contro il Lech Poznan e l’Udinese: «Speriamo di fare bene. In Europa League purtroppo non potrò giocare e soffrirò dalla tribuna. La gara di Udine? Per me sarà particolare, perché lì ho vissuto due anni stupendi e serbo un ricordo meraviglioso di quella piazza e di quei tifosi».

 
 
 

Sciopero calciatori: tutto rimandato a mercoledì...

Post n°2502 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

Mediazione raggiunta per sei degli otto punti, sciopero non ancora scongiurato.
© foto di Image Photo Agency

Tutto rimandato a mercoledì mattina. L'esito dell'incontro di oggi tra Aic e Lega di Serie A non ha portato conclusioni ma sviluppi. Sei punti su otto in cui si è raggiunta la negoziazione ma due in cui, come ha riferito Sergio Campana, si rimane intransigenti. Abbastanza soddisfatto all'uscita dall'incontro il presidente della Lega Maurizio Beretta, fiducioso per l'accordo totale tra due giorni ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a calciomercato.com : "Per me lo sciopero risulta una decisione improvvida e poco usuale, abbiamo solo due settimane per evitare che accada ciò quindi le trattative saranno serrate, quello di oggi è solo un inizio. Campana ha affermato che su due punti è irremovibile? Sugli altri sei per c'è più elasticità a quanto pare, mercoledì penso che già chiuderemo per questi".

 
 
 

Un popolo diverso...

Post n°2501 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di Cirdan

Prima di emigrare definitivamente a nord di Londra, credevo di appartenere ad un popolo diverso, non scrivo di migliore o peggiore, semplicemente diverso.
Ho sempre inteso il calcio come un'insieme di circostanze che comportino il raggiungimento di un progetto, di un'idea. Quando queste ultime sono mancate non era difficile intuirne il fallimento, economico e sportivo; le ultime quattro stagioni bianconere sono li a testimoniarlo.
Però, ogni anno e per quattro anni, un popolo (faccio il generico) ha creduto alle copertine dei giornali, alle prime pagine dei quotidiani, esaltando una voglia di rivalsa senza accorgersi dell'assenza totale di un'idea.
Quest'anno, invece, l'inchiostro usato per evidenziare i "migliori" è stato rigorosamente rossonero, creando stati d'animo diametralmente opposti: gli eletti tronfi per i complimenti, gli altri, ed in particolare i bianconeri del Po, delusi.
Del costruttore di pentole annichilito in una serata di fine estate al Dino Manuzzi preferisco non occuparmene, ha e avrà i suoi problemi, direi irrisolvibili, mentre quella società che sta cercando (programmando) di tornare ad essere quella che era, meriterebbe ben altre considerazioni rispetto a quelle che, invece, leggo e sento da quando si è insediato il nuovo staff tecnico.
Qui le strade sono due: 1) non sono più in grado di intendere e volere calcio, e di conseguenza quello che scriverò andrà preso per tale; 2) c'è un popolo diverso da come l'ho sempre creduto.
Non accorgersi, o fare finta, che la Juventus è stata costruita per venire fuori nel tempo, dopo il lavoro di Delneri, con l'inserimento dei nuovi acquisti di Marotta, e soprattutto con una condizione fisica che esalterà le qualità dei singoli, vuol dire "masticarne poco".
Non accorgersi che la campagna acquisti ha mirato su determinati ruoli, coprendo le falle create nella gestione precedente, e offrendo al gruppo tecnico la possibilità di scelta, vuol dire creare disinformazione.
Accanirsi contro un singolo, evidenziarne l'errore, ergerlo a capro espiatorio significa appartenere a quel modo di vedere calcio che mai ho concepito: una squadra gioca bene, una squadra gioca male. Il singolo può avere una giornata "no", le colpe sono altra roba.
Ora me ne ritorno a nord di Londra, ma con due consapevolezze: questa squadra crescerà, trovando un suo equilibrio e soprattutto segnando la strada del futuro, perché quando si lavora e si hanno idee il futuro fa un po' meno paura; questo popolo lo credevo diverso, ma evidentemente i miei problemi di intendere e volere calcio sono divenuti cronici.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1038

 
 
 

KRASIC, ECCO LA FURIA...SERBA!

Post n°2500 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

Krasic straripante nel match dell'Olimpico
© foto di ALBERTO LINGRIA

Il roboante 3 a 3 casalingo contro la Sampdoria ha lasciato tanta amarezza in casa juventina. Ottima la fase offensiva, da ridisegnare quella difensiva in cui Motta e Bonucci hanno traballato paurosamente. D’accordo, dall’altra parte del campo c’era un certo Antonio Cassano, ma farsi bucare puntualmente non è perdonabile, almeno se giochi nella Juventus. Tra le tante note stonate per il mancato successo casalingo, dopo la sconfitta di Bari, brilla la stella serba che di nome fa Milos e di cognome Krasic. L’esterno dalla bionda chioma, dopo un primo tempo sornione, ha letteralmente fatto impazzire la retroguardia doriana con accelerazioni impressionanti. Emblematica quella del secondo tempo quando, partito da metà campo, il serbo ha bruciato l’intera difesa blucerchiata facendosi però respingere la conclusione da Curci. Verrebbe da pensare ad un acquisto azzeccato, su questo sembrano esserci pochi dubbi. Se però andiamo a vedere l’esempio di Diego nella passata stagione (partenza straordinaria, poi il brusco calo) verrebbe da dire: “Andiamoci piano”. Una cosa, però, è certa: Milos Krasic si è presentato nel miglior modo possibile.

 
 
 

TRAORE' KO, FUORI UN MESE!

Post n°2499 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

Il francese dovrà stare fermo un altro mese per una lesione muscolare di primo grado al bicipite femorale sinistro

Si ricomincia: Armand Traorè, già in fase di recupero per un infortunio con l'Arsenal quest'estate, dovrà stare fermo altre 4 settimane per una lesione muscolare di primo grado al bicipite femorale sinistro. Il club bianconero, attraverso una nota apparsa sul sito ufficiale della società, ha comunicato che la risonanza magnetica, effettuata questa mattina presso il Cto di Torino, ha evidenziato questo problema per il 20enne terzino sinistro transalpino.
IL COMUNICATO DELLA SOCIETA' - "Al termine dell'allenamento di sabato, Traore ha riferito un problema muscolare alla coscia posteriore sinistra. Questa mattina è stato sottoposto a una risonanza magnetica da parte del professor Faletti al CTO di Torino. La diagnosi è di lesione muscolare di primo grado del muscolo bicipite femorale sinistro. La prognosi è di quattro settimane".

 
 
 

WENGER ATTACCA L’INTER: “CAMPIONE D’EUROPA GRAZIE AGLI ARBITRI”

Post n°2498 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 



Nei mesi scorsi lo hanno pensato in tanti, ma in pochi (si contano sulle dita di una mano), hanno avuto il coraggio di dirlo pubblicamente: l’Inter era probabilmente la squadra più forte d’Europa, ma senza qualche arbitraggio a favore…
Ci ha pensato oggi il tecnico dell’Arsenal, Arsene Wenger, a rimarcare un concetto che è stato sibilato da qualcuno proprio di recente, quando si sussurrava di un’indagie in corso nei confronti della società nerazzura per i rapporti con Walter Gagg. “Con arbitraggi normali né l’Inter e né il Bayern credo sarebbero giunti in finale”, afferma al ‘Daily Mail’, il tecnico dell’Arsenal. “Se hai 150 milioni di passivo non credo ci siano ampi meriti se poi vinci. Non è giusto amministrare così una società”.


http://juvemania.it/wenger-attacca-linter-...e-agli-arbitri/

 
 
 

Boffo (La Stampa): "Cantiere Juve, il tempo non è infinito"

Post n°2497 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

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© foto di ALBERTO LINGRIA

Parlare di scudetto dopo due giornate suona paradossale, la Juve ne parla ma il messaggio è una negazione: non fa per noi. Strategicamente una scelta ineccepibile: potranno dire di essersi sbagliati e nessuno ne chiederà conto. La questione è quanto la Juve dovrà lavorare, e soffrire, per riprendersi un posto in Champions League, quello sì obiettivo ineludibile. Un punto in due partite non è un viatico promettente, al netto dell’abilità di avversari - Bari e Sampdoria - che non hanno dovuto affrontare rivoluzioni nell’organico e nell’impianto di gioco. Per le stesse ragioni Del Neri e soci chiedono tempo ma il tempo non è dovuto in un campionato che, milanesi a parte, propone valori decisamente livellati. La pazienza dei tifosi e la comprensione della critica fanno parte dei cosiddetti fattori ambientali, però in campo vige la ferrea legge della concorrenza: nessuno aspetta nessuno. Dunque, quanto tempo?

Il pari con la Sampdoria non è una risposta, semmai un rinviare la soluzione del rebus. Se dovessimo valutare i bianconeri dalla cintola in su, elogeremmo la vivacità di Krasic e Pepe, soprattutto del serbo inspiegabilmente ignorato dai compagni nel primo tempo, e riconosceremmo il timbro di Del Neri nella manovra esterna. Due gol in fuorigioco (Pepe e Quagliarella) non depongono a favore della terna, ma la Juve nel finale ha avuto tre occasioni limpide, testimonianza di spirito e gambe. Dalla cintola in giù, un disastro: situazioni lette male, come sul gol di Cassano, non lette affatto (il sigillo di Pozzi, ignorato in beata solitudine da Bonucci e Chiellini), o lette a righe alterne (Motta dimentica i compiti di copertura). Dovrebbe essere una specialità della casa, la fase difensiva, invece Del Neri dovrà approntare corsi di recupero.

Benedetto equilibrio. A cercarlo disperatamente sono due squadre che faticano a confrontarsi con modelli di riferimento: la Juve ha azzerato la stagione orribile, che a differenza di questa cominciò con le vele gonfie e propositi ambiziosi (al limite, con il senno di ieri, potrebbe interpretare la partenza stentata come un buon auspicio); il Milan ha liquidato il dissidente Leonardo e imbarcato tutta la prosopopea calcistica di Berlusconi, che adesso se la prende con gli arbitri «di sinistra» per la figuraccia di Cesena. I soliti alibi, soltanto politicamente schierati. Fossimo in Allegri non ci chiederemmo se i magnifici quattro siano un lusso, ma se in questo momento della stagione se ne possa permettere anche soltanto tre. Non a caso l’Inter, che in campo ha ancora una memoria storica, sbarca il lunario di classifica per inerzia, ovviando all’imbolsimento generale. Non a caso, l’unica squadra a bottino pieno è il Chievo, espressione dell’equilibrio perfetto, quello tra un presidente e un direttore sportivo che da tempo hanno smesso di propinarci favole.
 

 
 
 

IL RITORNO DI NEDVED IN TRIBUNA

Post n°2496 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Il ritorno di Pavel Nedved non è passato inosservato. L'angelo biondo, oggi, era a Torino in Tribuna Vip qualche fila sotto il Presidente Andrea Agnelli che lo ha fortemente rivoluto nel club bianconero. La fila sopra c'erano Lapo e John Elkann (vedi la foto in esclusiva di TuttoJuve). Nedved ha assistito impassibile al 3-3 tra Juventus e Sampdoria. In attesa di una nomina ufficiale Pavel torna a far sognare i tifosi juventini ma soprattutto fa crescere il rimpianto di quella Juve che oggi non c'è più.

 
 
 

Juve, inizio come nel 62/63. Se finisse pure così.....

Post n°2495 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Stagione 1962/63: la Juventus colleziona un punto nelle prime due gare di campionato (pareggio a reti bianche con il Genoa e sconfitta casalinga contro l'Atalanta). Insomma, erano 48 anni che la squadra bianconera non partiva così male in serie A. In quell'anno sulla panchina della Vecchia signora sedeva il brasiliano Paulo Amaral Lima, tecnico verdeoro che in 18 anni di carriera ha vinto solo un campionato brasiliano nel 1970 alla guida della Fluminense. La stella di quella stagione bianconera era un certo Omar Sivori, attaccante italo-argentino che in maglia bianconera ha vinto tre scudetti, un pallone d'oro, una classifica dei cannonieri, una coppa delle Alpi e una coppa Italia. In quell'anno El Cabezon divenne vice-capocannoniere del campionato con 16 gol in 33 partite. Volete sapere come finì l'annata in questione? La Juventus dopo due partite senza vittorie arrivò seconda in campionato alle spalle solo dell'Inter guidata dal mago Helenio Herrera. Se sapessimo che le analogie di risultati fra l'avvio di questa stagione e quella del 62/63 durerebbero fino alla fine, beh, non ce la prenderemmo più di tanto per il pari di ieri. E pensare che nella terza gara di 48 anni fa la Juventus perse ancora: domenica prossima, quindi, dobbiamo tifare Juve oppure sperare che l'Udinese ci faccia lo sgambetto?

 
 
 

CRISCITIELLO: "Inchiesta, bilanci Inter: ecco perché Platini ha torto

Post n°2494 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Ha sorpreso un po' tutti il Presidente dell'Uefa, Michel Platini, che ha bacchettato tutta la serie A per un passivo evidente nei conti, elogiando solo il lavoro dell'Inter, per fama il club italiano più "spendaccione" degli ultimi 10 anni. Come fare i complimenti per la buona condotta a chi deve scontare il 416 bis. Il Presidente Platini, in vista del fair play finanziario, ha dato uno sguardo agli ultimi bilanci, tralasciando due particolari. I club più prestigiosi sul lastrico sono in Inghilterra e non in Italia. Esortare la Juventus a non spendere, dopo che questa ha patito le pene dell'inferno retrocedendo in serie B, è come vietare ad una società di rimettersi in carreggiata dopo essere sbattuta contro il guardrail. Berlusconi ha rimesso mano al portafogli, ma con oculatezza ed intelligenza imprenditoriale. Il Napoli bada più al bilancio che alla crescita calcistica ed allora si capisce che l'intervento di Platini, sulla Gazzetta dello Sport, non voleva essere altro che un elogio ai Campioni d'Europa. Chapeau al Presidente Moratti per le ultime due sessioni estive di calciomercato, ma Platini, per complimentarsi con l'Inter, dovrebbe conoscere tutte le operazioni del decennio "morattiano". Il Presidente dell'Uefa è a conoscenza del fatto che l'Inter solo in quattro occasioni ha chiuso con il segno + le operazioni di mercato, confrontando le entrate e le uscite? Nell'estate del 2003 l'Inter chiuse con un attivo di 6,3 milioni di euro, con una spesa di 96,7 milioni inferiore all'incasso stimato sui 99 milioni e 50 mila euro. Fu l'estate dei 36 milioni per Crespo, dei 23 al Parma per Fabio Cannavaro e dei 22 milioni per Almeya. In quell'occasione fu un mercato intelligente perché arrivarono i 45 milioni di euro dal Real Madrid per Ronaldo e i 20, cash, dal Milan per Clarence Seedorf. Quindi 1-0 per Platini! Strategie oculate ma con uscite superiori alle entrate nell'estate successiva; stagione 2003-2004: Moratti è costretto ad aprire la cassa di famiglia per risanare il club di 4 milioni e 500 mila euro. Spesa complessiva pari a 52,8 milioni per portare a Milano Stankovic (4 mln), Adriano (15), Zicu (2,5), Pinilla (2,8), Fadiga (300.000), Guly (1,2), Cruz (9,5), Brèchet (3), Gonzalez (2,5) e Van der Meyde (12 milioni). Con Platini siamo 1-1. L'Inter, però, dimostra "fair play finanziario" soprattutto nell'estate del 2005 quando si limita ad operazioni apparentemente di secondo piano. Il grave errore dei nerazzurri di cedere Pandev alla Lazio per soli 4 milioni di euro ma la bravura di portare a Milano un brasiliano ed un argentino, all'epoca sconosciuti. Dal Flamengo arriva un portiere, di nome Julio Cesar, per 2,6 milioni di euro mentre dal Boca si presenta Nicolas Burdisso, per 3,5 milioni, venduto poi ad 8 con una plusvalenza di 4,5 mln. In quell'anno Moratti non compra molto, scottato dalla stagione precedente, inizia a stufarsi del dominio juventino. Chiude il bilancio con un + 9,7 milioni, con una spesa "minima" di 6 milioni e 100 mila euro. 2-1 per Platini. Torna il passivo nel 2005-2006 (-5,6 mln), per comprare dal Real Madrid Walter Samuel (18 mln) e Solari (2), mentre da Udine arriva il cileno Pizarro per 12 milioni. Incasso di 26 milioni e 400 mila euro, meno di quanto preventivato; ad esempio dal Livorno, per Francesco Coco, entrano in cassa solo 300 mila euro. Con Platini siamo sul 2-2. Il bilancio dell'esercizio 2006-2007 è in passivo ma è l'anno della vera svolta per il Presidente Massimo Moratti che inizia a fiutare l'odore del successo. Scoppia calciopoli, la Juve finisce in B e l'Inter va con il carrello della spesa a Torino. Altro che passivo (17,5 mln), l'importante è portare a casa Ibrahimovic per 24,8 milioni di euro e Vieira per 9,5 mln. Un totale di spesa pari a 49 milioni, ma giustificata dai risultati sul campo, anche perché se la Juve non fosse stata presa con l'acqua alla gola non avrebbe mai ceduto Ibra per quella modica cifra. Platini perde per 3-2 e subisce anche il 4-2 quando, nel 2007-2008, l'Inter è ancora sotto nel rapporto entrate/uscite. Arriva Chivu dalla Roma per 15 milioni e Suazo dal Cagliari per 13, soffiato al Milan una notte d'estate dove per Milano giravano contratti firmati da Suazo. Il passivo è di 18 milioni ma Moratti, che prima vince sul tavolo e poi in campo, non si ferma più. Il futuro recente, 2008-2009, quello di cui il Presidente della Uefa Platini è all'oscuro, fa segnalare all'Inter un passivo (sul mercato) di 56 milioni. Arrivano Muntari (15), Quaresma (27,6), Mancini (13), Jimenez (5,5) e Meggiorini (2,5) ma soprattutto arriva il maxi contratto per Mourinho che incide con lo stipendio ancora da pagare all'esonerato Roberto Mancini. Per Moratti è un salasso. In uscita? Pelè al Porto per 6 milioni. Qui finisce l'era dello spendere e dello spandere di Massimo Moratti perché nelle ultime due stagioni si mette in riga. Meno soldi e più trofei. In Italia l'Inter non ha concorrenza, in Europa piazza il colpo di Madrid. Esemplare il mercato nerazzurro nell'esercizio 2009-2010 quando chiude in attivo di 10,4 milioni, nonostante gli arrivi dal Genoa di Milito (25 mln) e Motta (10), Mariga (10) dal Parma, Viviano (7) dal Brescia, Sneijder (15) dal Real Madrid e Eto'o (20) dal Barcellona. Per finire in attivo basta, si fa per dire, cedere Ibra al Barça per 65 milioni ed Acquafresca al Genoa per 15, nell'operazione che comprendeva anche Motta e Milito. Quest'anno Moratti ha badato al fair play finanziario incassando 53,2 milioni di euro. Balotelli (29,5) e Burdisso (8) le operazioni più vantaggiose con City e Roma. In entrata poca roba: Coutinho è costato 3,8 mln, mentre l'operazione Biabiany è venuta poco meno di 4,5 milioni. Dopo una serie di numeri il Presidente Platini, sicuramente, sarà aggiornato sui bilanci dell'Inter. Morale: ha fatto bene a complimentarsi con la gestione economica del Presidente Moratti, ma ha omesso un particolare rilevante. Avrebbe dovuto specificare "in questi ultimi due anni".
A presto, Presidente.
 

 
 
 

Moggi: "Juve, bene Krasic ma senza qualità non si va lontano. Motta si sognerà Cassano per tanto tempo

Post n°2493 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Micri Comunication

L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi come al solito non le manda a dire.
E dai microfoni della nuova trasmissione televisiva in onda su GOLD TV (canale 856 Sky) “Ieri, Moggi e domani” condotta da Marco Baldini ed impreziosita dalla presenza del simpaticissimo Pippo Franco, ha commentato la giornata calcistica piena di sorprese con dichiarazioni che come al solito faranno discutere.

MILAN: DA SCUDETTO SE TORNA UMILE
La partita di Cesena è stato l’esempio di come non si deve giocare a calcio. Gara affrontata con poca umiltà e supponenza.E poi il centrocampo Pirlo, Gattuso e Ambrosini è ormai logoro per supportare 3 attaccanti.
Ibrahimovic con me certi tocchi fini a se stessi non li avrebbe fatti….
Continuo a pensare poi che invece di Robinho era meglio investire su un difensore ma comunque il Milan se trova il giusto equilibrio tattico potrebbe vincere lo scudetto.

INTER: QUANTO MANCHERA’ MOURINHO
La sofferta vittoria contro l’Udinese dimostra che per l’Inter quest’anno sarà dura confermarsi anche perché Milito sembra essersi inceppato dopo la stagione strepitosa dell’anno scorso. Con Roma e Milan sarà un campionato quasi alla pari per lo scudetto e non mi stupirei nemmeno troppo se la squadra neroazzurra arrivasse terza….
Quello che manca di più rispetto allo scorso anno è Mourinho, che inoltre proteggeva tutti parlando solo lui. Ed invece Moratti con Benitez è già tornato a parlare tanto, e spesso a sproposito come nel caso degli stranieri e le partite “rubate”.

ROMA: CAGLIARI CAMPANELLO D’ALLARME
La Roma ha la squadra per puntare allo scudetto o perlomeno al secondo posto ma dovrà fare più attenzione. Cagliari è stato un campanello d’allarme. Impensabile prendere 3 goal da palla ferma in una partita. Vuol dire che non si aveva la giusta attenzione. Forse si era già con la testa a Monaco.

JUVE: SENZA QUALITA’ NON SI VA LONTANO
La difesa della Juve ha dimostrato di esser un colabrodo, soprattutto sugli esterni. Motta si sognerà Cassano per molto tempo. A centrocampo manca qualità, che il solo Aquilani potrebbe apportare in futuro. Bene Krasic. La partita di ieri ha dimostrato che il livello qualitativo della rosa della Juve è pari più o meno a quello della Sampdoria.

SERENI E ANDUJAR: QUANDO I PORTIERI DIVENTANO PROTAGONISTI
Brescia e Catania hanno portato a casa due vittorie importantissime grazie alle grandi prestazioni dei loro portieri. Bisogna anche dire però che il Parma è stato penalizzato da episodi arbitrali mentre il Palermo è stato troppo poco concreto dimostrando che nonostante un Pastore già pronto per una grande squadra non è una squadra ancora pronta per lottare per il vertice.


GENOA E FIORENTINA: CHE DELUSIONE

Il Genoa è stata la vera delusione di questa giornata piena di sorprese, perché dalla squadra di Gasperini mi sarei aspettato molto di più contro il Chievo. Onore comunque alla squadra veneta in testa da sola al campionato. Deludente anche la Fiorentina che comunque non mi sembra più competitiva per i primi posti come nelle scorse stagioni.

GIACCHERINI E SCHELOTTO: DA NAZIONALE
Il Cesena sta sfruttando l’effetto euforia tipico delle prime giornate quando le piccole partono meglio. D’altronde in Italia non esistono più gare facili.
Giaccherini è davvero una bella sorpresa, un peperino incontenibile sulla fascia così come anche Schelotto.
Se continuano su questi livelli anche nei prossimi mesi io credo che Prandelli dovrà farci un pensiero per convocarli in Nazionale. 
Il livello qualitativo dell’Italia purtroppo è ormai basso e bisogna inventarsi qualcosa, perché la squadra che domina da più anni in Italia non ha praticamente italiani in rosa. La grande crisi della nostra Nazionale si spiega anche così.

 

 

 
 
 

KRASIC, LUCE PER IL FUTURO

Post n°2492 pubblicato il 13 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Una rondine non fa primavera... però rispetto a quello di Bari, il Krasic ammirato ieri sembra davvero un giocatore che vale la spesa dei 15 milioni. Verticalizzazioni, dribbling e quell'azione che se fosse stata gol, avrebbe chiuso la partita. Il migliore nel secondo tempo e una speranza di aver trovato un giocatore che possa traghettare la squadra dall'anonimato ai vertici. Ci sarà da lavorare, ma intanto è un'inizio. Marotta dice che è al 60%, fosse vero, noi intanto ci accontenteremmo di vederlo sempre come ieri, anche se gli chiediamo due cose. Primo maggiore cattiveria sotto porta e secondo di aprire meglio il gioco (non come nel primo tempo con un contropiede 4 contro 2 e un passaggio sbagliato). Se il serbo saprà migliorare in questo potrebbe entrare rapidamente nel cuore dei tifosi e almeno sapremmo chi mettere che nome mettere sulla maglietta. Da chiacrire la sostituzione... (stanchezza o altro?), fosse scelta tecnica, potrebbe essere un errore...Nel frattempo aspettiamo le prime parole del serbo, grazie anche all'aiuto dell'interprete Grygera.

 
 
 

     

 

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