LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 14/09/2010
L'ex dg bianconero a tutto campo: «Con questa gestione per me non ci sarà mai spazio. Il mercato bianconero? Un casotto: non si comprano undici giocatori tutti insieme. C'è tanta quantità, ma manca la qualità. E cedere Giovinco è stato un errore. Del Neri dice che non crede allo scudetto? Un grave errore, così si demotivano i giocatori» TORINO, 14 settembre - «Tornare alla Juventus? Volentieri, ma non dipende da me...». Luciano Moggi, ospite di “Notti Magiche” su Sportitalia, non nega di essere ancora profondamente legato ai colori bianconeri, ma fa capire che, finché ci saranno gli attuali assetti dirigenziali (e proprietari), spazi per lui alla Vecchia Signora non ce ne saranno. L’unico con cui potrebbe intendersi, infatti, è Andrea Agnelli. L’ex dirigente della Juve parla come al solito un po’ di tutto. E, come al solito, non risparmia critica alla conduzione attuale della società, soprattutto per quanto riguarda il mercato. «Ma io non nutro rancore nei confronti della Juve. Ne parlo a volte male solo perché forse ci tengo di più rispetto a quelli che ne parlano bene». Altre critiche Big Luciano le riserva a Gigi Del Neri, “colpevole” di avere detto che la sua squadra non è da titolo: «Così si demotivano i giocatori» chiosa Moggi. MERCATO JUVE - Moggi non risparmia critiche al mercato della Vecchia Signora. «Per vincere lo scudetto non si comprano undici giocatori perché si fa un gran pasticcio - attacca -. Tu prendi undici giocatori, li metti dentro un'altra squadra e viene fuori un pasticcio enorme. Alla Juve c'è la quantità non la qualità. Ai giocatori non puoi rimproverare di non aver corso e di non aver dato tutto. Però quel tutto non è qualitativo». DIFESA CARENTE - L’ex dg bianconero, pur avendo buone parole per il suo successore Giuseppe Marotta («È in un ambiente difficile e gli auguro di fare bene»), elenca gli errori compiuti in sede di calciomercato, soprattutto in difesa: «La difesa della Juventus non è una difesa eccezionalmente veloce: i due centrali, Bonucci e Chiellini, non hanno capacità di recupero se sfugge un giocatore, quindi è normale che si incontrino delle difficoltà. Quindi la composizione è sbagliata in partenza. E poi mettere Chiellini accanto a un giocatore della sua stazza non è una cosa ben fatta. Perché quando Chiellini ha accanto un Cannavaro che recupera, è tutto diverso. Ma se Chiellini ha vicino un giocatore che non si integra con lui perché ha la stessa velocità, diventa un problema». «RITORNEREI» - Moggi, come detto, non nega il desiderio di tornare alla Juve un giorno: «Mica dipende da me, dipende dalla Juve - dice con un sorriso -. Dipendesse da me, tornerei tranquillamente. Ho lasciato un ricordo bello nei tifosi di tutta Torino e di tutta Italia. Quindi non potrei certamente dire di no. Ma la cosa non è sicuramente fattibile, perché quelli che sono al comando - escluso Andrea Agnelli - hanno cambiato gestione, hanno voluto cambiare gestione, il che sta a significare che noi non andavamo più bene. Si fa per dire, perché vincevamo. Però hanno deciso così, quindi, contenti loro, contenti tutti. Quando parlo della Juve, alcuni dicono che io dissento sempre, sembra che abbia rancore nei confronti della mia ex squadra. Ma sapete perché? Perché forse io voglio molto più bene a questa squadra di quelli che ne parlano bene. Secondo me chi loda la Juventus in questo periodo la prende in giro; la prende in giro e spera che si mantenga così, questo è quello che non mi va. Io invece sono tra quelli che vuole spingere la Juventus a far meglio, vuole spingere la Juventus a fare quello che il papà di Andrea faceva con noi: cioè portare i giocatori di qualità, che rappresentino l'immagine vera della Juventus, per tornare competitivi. E noi lo facevamo senza soldi. Qui si compra, si spendono 60 milioni per undici giocatori, quando invece potevano essere spesi per due giocatori. Le squadre di calcio si fanno con due-tre giocatori per volta, non con undici». DICHIARAZIONI SBAGLIATE - Punzecchiature di Moggi anche per Del Neri (e Ranieri) per essersi tirati fuori dalla corsa scudetto: «Questo è molto grave. Molto grave perché si sono demotivate due squadre. Adesso i giocatori che leggono queste cose, diranno: “Ci valutano poco”. Io non le avrei mai fatte certe dichiarazioni. Però ci sono anche dei lati che bisogna analizzare bene. Hanno capito che non sono competitivi a livello di vittoria in campionato. Ma da lì a dirlo pubblicamente ce ne corre. Io cerco di motivare una squadra e non di demotivarla. Così facendo qualunque cosa si ritorce contro i giocatori e soprattutto si continua a comprare». AMBIZIONI JUVE - Moggi, infine, parla delle ambizioni della Juve per l’immediato e per i prossimi anni. Sull’immediato dice: «Io credo che faccia male a sperare nella zona Champions. Ci sono comunque delle squadre che possono competere con la Juventus per il quarto posto, fino al settimo posto: sono la Juventus stessa, la Fiorentina, il Palermo, il Napoli e il Genoa». Quanto allo scudetto, ecco il suo parere: «Quando potrà rivincerlo? Quando comprerà giocatori che possono dare quella qualità che adesso manca. Ritorniamo sempre sul solito discorso. Accettiamo la Juventus per quella che è adesso: una squadra fatta di giocatori che ce la mettono tutta, ma la qualità non esiste. Finché non esiste la qualità, non esiste neppure l'obiettivo». Chiosa su Giovinco: «Se ha fatto bene la Juve a cederlo? Assolutamente no». |
glmdj |
Il capitano potrebbe lasciare Torino per trasferirsi nel Nuovo Continente: Los Angeles Galaxy (su suggerimento di Davi Beckam) sono interessati, ma occhio ai New York Red Bulls "See you later", "ci vediamo dopo". Negli States lo considerano già uno di loro, tanto che ad Alessandro Del Piero basterebbe alzare un braccio per infiammare i suoi milioni e milioni di tifosi in America. Il contratto del numero 10 bianconero è in scadenza e le probabilità che Del Piero lasci la Juve a fine stagione sono sempre più alte. L'evoluzione voluta da Giuseppe Marotta ha i suoi limiti: nulla può impedire a Del Piero il 9 Novembre di spegnere 36 candeline, anni che cominciano a pesare. Bisogna riconoscere che nonostante l'età segnata sulla Carta d'identità dice il falso: Del Piero ha trascinato per tutta l'estate l'attacco bianconero, contribuendo tra l'altro alla qualificazione alla fase a Gruppi dell'Europa League. La linea verde adottata da corso Galileo Ferraris però è chiara e non lascia spazio alla fantasia: ci sono ben poche possibilità di rivedere Del Piero vestire la maglia bianconera anche per il prossimo anno. Al momento, nè la Juventus nè Del Piero hanno ancora iniziato a discutere del rinnovo, ma essendo un'operazione complessa già in partenza, probabile che ogni discorso venga rimandato a Marzo-Aprile 2011. L'andamento della stagione bianconera sarà un dettaglio da non trascurare, poichè influirà certamente sulla decisione finale di Del Piero. Dall'altra parte del mondo intanto è cominciato il conto alla rovescia: si aspetta solo che il contratto di "Pinturicchio" scada, poi i club a stelle e strisce saranno pronte a farsi guerra l'un con l'altra per aggiudicarsi il capitano della Juventus. In testa ci sono i New York Red Bulls, vicini all'acquisto di Del Piero già quest'estate e con i quali i contatti per un possibile approdo nella MLS sono in fase avanzata. Thierry Henry, dicono negli USA, pare aver contattato il suo ex compagno di squadra per convincerlo a trasferirsi in America. Altri tabloid parlano di un David Beckam che vuole a tutti i costi giocare con Del Piero nei Los Angeles Galaxy. Insomma, in America aspettano solo un "si". Rimane da capire solo la volontà di Del Piero. La società di corso Galileo Ferraris potrebbe seguire la stessa rotta seguita per i vari David Trezeguet e Mauro German Camoranesi, i così detti "Senatori" ceduti senza troppi rimpianti e senza farsi troppe domande. Il problema è questo: Del Piero non è un "Senatore" qualsiasi, è l'idolo del popolo bianconero, il simbolo della Juventus, un giocatore che ha contribuito in maniera diretta a tante vittorie importanti e un nome che contribuisce ad arricchire la fama del club bianconero nel mondo. La società avrà il coraggio di sbarazzarsi della "Juve fatta persona"? E Del Piero? Avrà la forza di dire addio alla sua Signora? |
27 anni prima del Lech Poznan, rivale di giovedì sera in Europa League, al Comunale si presenta il Lechia Danzica: la Juventus inizia la sua strepitosa cavalcata verso la Coppa delle Coppe rifilando un 7-0 ai polacchi. Poker di Domenico Penzo, doppietta di Michel Platini e gol di Paolo Rossi TORINO, 14 settembre - Anche nel 1983, a Torino si attende la visita di una squadra polacca. 27 anni prima del Lech Poznan, rivale di giovedì sera in Europa League, al Comunale si presenta il Lechia Danzica. Come ricorda il sito ufficiale del club bianconero, il 14 settembre la Juventus inizia la sua strepitosa cavalcata verso la Coppa delle Coppe rifilando un “sette bello” ai polacchi: un 7-0 firmato da un poker di Domenico Penzo, da una doppietta di Michel Platini e da un gol di Paolo Rossi. Un successo che apre una serie ancora aperta di quattro, ma anche il sesto in otto gare contro le squadre di Polonia. Un bilancio nettamente favorevole ai bianconeri, che hanno passato il turno in tre circostanze su quattro. L’avventura parte con il piede sbagliato, anche se per un’inezia. Contro il Widzew Lodz, nella Coppa Uefa 1980/81, la squadra di Trapattoni ottiene lo stesso risultato: ko per 3-1 a Lodz, vittoria per 3-1 a Torino. Si va ai rigori e gli ospiti passano grazie all’ultima trasformazione di Zibì Boniek, uno che si farà conoscere e amare dal pubblico bianconero per le sue prodezze sul campo. Gli anni ’80 sono spesso caratterizzati dalle trasferte in Polonia. Con il Widzew, la vendetta è servita nel 1983, in Coppa dei Campioni. Addirittura in semifinale, ultimo atto prima della sfida di Atene contro l’Amburgo. Questa volta si gioca prima a Torino e il 2-0 (Bettega più un autogol) è più che un’ipoteca. Al ritorno è 2-2 che vale la finale. Dopo il facile doppio confronto contro il Lechia, pochi mesi dopo (ok anche il ritorno con un 3-2, con Vignola, Tavola e Boniek), si chiude a fine decennio. Nel 1989, il cammino verso il trionfo in Coppa Uefa parte ancora una volta contro una rivale polacca. Dall’urna esce il Gornik Zebrze, una squadra che – suo malgrado – entrerà nella storia della Juventus. Proprio per andare a visionarla prima del match d’andata (giocato il 12 settembre e vinto 1-0 con gol di Zavarov), Gaetano Scirea perde la vita in un incidente sulle strade di Polonia. La vittoria per 4-2 al ritorno a Torino è la seconda verso un trionfo che verrà dedicato alla memoria del grande Gai. La sfida di giovedì contro il Lech Poznan sarà quindi la nona nella storia dei confronti diretti contro le squadre polacche. E visti i precedenti della Coppa delle Coppe 1983/84 e della Coppa Uefa 1989/90, per l’avvio dell’Europa League non poteva esserci avversario migliore per Del Piero e compagni. |
Il centrocampista piemontese, andato a segno contro la Samp, deve risolvere la questione contratto col club. La questione del rinnovo del contratto di Claudio Marchisio (24) tiene banco in casa Juve. Il centrocampista cresciuto nelle giovanili bianconere chiede un adeguamento contrattuale che tarda ad arrivare. Secondo indiscrezioni che arrivano da Torino, a breve sarebbe in programma un incontro, forse decisivo, tra il club e l'entourage di Marchisio per il rinnovo contrattuale del perno del centrocampo della Juventus, ormai titolare nella nazionale italiana. Il giocatore ha più volte dichiarato che la sua casa è la Juventus e da Torino non intende andare via, giurando amore eterno alla causa, ma la questione contrattuale è fondamentale per la permanenza del "principino" alla Vecchia Signora. |
Sì, è vero, la Juventus sta già preparando il mercato di gennaio; e sono vere le voci che si sentono, Cassano su tutti. Quello che un po' dispiace è che, come al solito, la "vox populi" la si è voluta ascoltare poco, ed è stata una precisa scelta della dirigenza/proprietà. Non è una critica, ci mancherebbe, e se lo fosse sarebbe comunque costruttiva. Milioni di occhi che guardavano al mercato dell'estate continuavano a sottolineare come il problema maggiore della Juventus fosse la mancanza di terzini validi, un centrocampo privo di fantasia (a parte Marchisio) e un attacco "stanco" e poco veloce, in sostanza prevedibile. |
A Parma ormai leader e idolo indiscusso. Dopo la prestazioni con il Brescia e' arrivato il primo gol in campionato contro il Catania. Una punizione magica e un palo. Quando Del Piero smettera' la Juventus avrà il sostituto su punizione, dirigenza attuale permettendo. Nella penuria di classe e fantasia vista domenica, come avreste visto un Giovinco al posto di Pepe o Krasic nel secondo tempo o al posto dello stesso Del Piero. Giovinco sta dimostrando che la classe ce l'ha che la continuità c'e'. I tifosi bianconeri non lo vogliono dimenticare perché se quest'anno saranno centrati gli obiettivi che Marotta ha delineato, un giocatore come Giovinco diventera' più che determinante... Speriamo che anche società la pensino così. Intanto Sebastian ha parlato di presente e non solo, ecco un riassunto delle domande principali. Sebastian, dove preferisci giocare? A destra o a sinistra? La chiave per lei, può essere la continuità? Alcune domande sulla Juve... Mancanza di tutele, c’è il rischio che con questo nuovo modo di interpretazione degli arbitri si rovini un po il calcio? Una domanda sulla Juve permettimela: la partita è ancora lontana ma i tifosi del parma ci stan pensando, se fai gol esulti? Domanda per i bambini qui presenti, Sebastian quanto tempo dedichi a calciare le punizione? Che i tifosi della Juventus gli vogliano bene non è un mistero, come il fatto che lo rivogliano a Torino. Ora sta ai dirigenti... accontentarli. |
Giugno 2011 sarà (al 99,9% periodico per dirlo alla Mourinho) una data epocale per il calcio italiano ed, in particolar modo, per quello che riguarda la Juventus. Fra circa dodici mesi, infatti, il legame (del campo) fra Alessandro Del Piero e la Vecchia signora volgerà al termine: alla veneranda età di 36 anni lo storico capitano bianconero lascerà la sua maglia numero 10 per affrontare, forse, una nuova avventura calcistica. Dopo infinite riconoscenze ed infinite vittorie ottenute con la maglia della zebra più celebre d'Italia, Alex si appresta ad affrontare l'ultima stagione, la diciottesima, con l'unica maglia, ad eccezione di quella del Padova, che abbia mai indossato nel corso della sua lunghissima carriera. Molti sostengono che gli ultimi anni calcistici del capitano saranno negli States, in quella Major League Soccer che, da qualche anno, attira campioni come Beckham, Henry o Marquez. New York Red Bulls o Los Angeles Galaxy le destinazioni più probabili (secondo i più informati), Antonio Cassano (secondo alcuni) il suo successore a Torino. Nonostante ci siano ancora dieci mesi per aspettare in modo ansioso il nostro Godot, le sue magie ed i suoi "gol alla Del Piero", iniziamo fin da subito a dedicargli il tributo per quello che è stato (perchè non sarà mai troppo grande il 'grazie' riservatogli dal popolo bianconero) e per quello che, con tutta probabilità, sarà a livello societario perchè c'è da immaginare che il capitano, una volta appesi gli scarpini al chiodo, torni in corso Galileo Ferraris con una sedia dietro ad una scrivania pronta ad aspettarlo. Ci piace farlo fin d'ora perchè il distacco sia graduale e meno sofferto, per quanto difficilissimo sarà dargli l'arrivederci a giugno 2011. Per diciassette (+1) anni di vittorie, magie, trionfi e tanto altro ancora, grazie Capitano. Capitano con la C maiuscola perchè gli anni passano, i giocatori cambiano ma di capitano nell'ultimo ventennio (o quasi) della storia bianconera ne è esistito solo uno |
Sissoko via, dentro Inler. In attacco c'è il sogno chiamato Cassano Il calciomercato estivo ha chiuso i battenti esattamente da due settimane, quando le squadre italiane cercavano di mettere a segno gli ultimi colpi di mercato. Il Milan prendeva Robinho girando Borriello alla Roma. La Juve, invece, sperava di poter chiudere per un attaccante. Proprio Borriello sembrava vicinissimo alla “Vecchia Signora” ma la disputa della Champions League ha avuto il giusto peso nell’operazione che ha portato il centravanti campano alla corte giallorossa. I tifosi bianconeri aspettavano notizie che, però, non sono arrivate. Gli acquisti di Rinaudo e Traorè di certo non hanno entusiasmato i tifosi bianconeri che attendevano l’arrivo di un centravanti. Sfumato Borriello, si sperava in un clamoroso approdo in extremis di Pazzini e Benzema. Resoconto? Il parco attaccanti della Juve, nonostante le partenze di Diego e Trezeguet ha visto l’arrivo del solo Quagliarella. Un giocatore importante che, però, non può certamente garantire un numero cospicuo di gol. A gennaio, comunque, qualcosa accadrà nella campagna acquisti di “riparazione”. Momo Sissoko è sempre più vicino al Wolsfburg mentre la Juventus sarebbe intenzionata a virare sul giovane centrocampista svizzero dell’Udinese Gokhan Inler. In attacco, invece, Marotta potrebbe decidere di regalare alla tifoseria juventina un grande fantasista: Antonio Cassano. Del Neri lo accoglierebbe a braccia aperte e le dichiarazioni del tecnico nell’ultima conferenza stampa hanno confermato l’interesse bianconero verso il “gioiello” pugliese. Antonio Cassano alla Juventus. Un’ipotesi che non ha nulla di nuovo ma che, questa volta, potrebbe (finalmente) tramutarsi in realtà. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14