LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 20/09/2010
La prova convincente della Juventus a Udine ha ridato energia e fiducia ad un gruppo, decisamente compatto e coeso ( come forse non era, da troppo tempo… ), a tal punto da spingere i tifosi a rispolverare anche i sogni più remoti e reconditi, assopiti da qualche anno nel proprio sub-conscio. Il sogno, per qualità tecniche e realizzative ( umane per quanto il ragazzo sia cambiato, non sono sufficienti per anche solo lontanamente intravedere Del Piero), ha un nome ed un cognome specifici: Antonio Cassano, l’uomo dei sogni bianconeri. Cassano che, a dirla proprio tutta, ama Genova e la sua Samp, lentamente sembra stia capendo che la gioia di una vittoria assoluta, difficilmente trova piaceri paragonabili. A maggior ragione, se la vittoria viene realizzata con accanto i suoi ‘Santi’ protettori: Don Beppe Marotta e San Gigi Del Neri. Non parliamo poi del possibile smacco all’ “amico” Totti, e della storicità di quella che potrebbe essere la sua impresa: vincere dopo l’“anno zero” determinato maldestramente e goffamente da Calciopoli. Marotta è contento dopo la quaterna di Udine, mantiene il suo fare placido e inamovibile, ma è ancor più convinto che alla Juve manchi poco per diventare indiscutibilmente grande. Un giocatore alla Cassano, per l’appunto. Perchè se come punta centrale Iaquinta e Amauri, se in forma e privi di ammaccature, sanno sicuramente garantire quantità e qualità in abbondanza, uno come Cassano sarebbe quel pizzico di pepe che ancora manca all’ attacco bianconero. Il genio immarcabile, capace di scardinare difese arroccate nella propria area: il piccolo grande portare del vessillo bianconero. Presente e futuro, perchè Del Piero è ancora vivo, la sua leggenda riecheggerà nei secoli dei secoli, ma potrebbe abdicare presto e chi meglio di Antonio Cassano per la Juve? Marotta rispetto agli altri club è in pole perchè agevolato dall’amicizia con il talento di Bari vecchia, anche se, come tutte le cose più deliziose, il rischio di imbattersi in una forte concorrenza per averlo (vedi i nerazzurri di Moratti..) è sicuramente concreto. Il futuro di Cassano, mai come ora, dipenderà tutto da Cassano. La Juventus, è assolutamente consapevole del fatto che per strappare il numero 99 all’ombra della lanterna, non basteranno 15/20 milioni. Ci vorrà qualche milioncino in più: che fare? Il problema è legato al fatto che Marotta avrebbe voluto il fantasista gia a gennaio, per dare una forte sterzata alla stagione bianconera che, se non da scudetto, almeno avrebbe potuto puntare fortissimamente all’Europa League (giusto per riprendere confidenza con una vittoria europea, che manca da ben 15 anni.. ) ma la proprietà della Juve, ahinoi, non è disposta in meno di 4 mesi a fare un investimento del genere. Giustamente o meno, nel corso di questo interminabile anno, possono brillare nuove splendenti stelle, da non farsi certamente scappare, come la tradizione Juventus esige. L’intenzione della società tutta è chiara: testare la rosa a disposizione fino a gennaio, per capire se la stessa può dare ampie garanzie per riuscire a centrare gli obiettivi minimi prefissati in capo a quest’ avventura. Nel caso in cui la rosa si dimostri affidabile e qualitativamente capace, allora non ci saranno interventi pirotecnici nel mercato di riparazione, altrimenti, la strada da intraprendere sarà a senso unico, e porta in una sola direzione. Ovviamente ci auguriamo un colpo, anche se le cose dovessero andare bene, per aumentare fin da subito il potenziale gia ottimo di questa squadra. Però forse a volte ci si dimentica (e questo dispiace più di tutto....) che la Juve è la Juve: alla Juve arrivare secondi o decimi ha lo stesso valore. La Juve è nata per vincere. |
Il progetto si chiama «Accendi una stella», e sta infiammando cuori e portafogli dei tifosi juventini di tutta Italia. In cambio di qualche centinaia di euro, ognuno di loro ha la possibilità di mettere una piastrella con il disegno di una stella e il proprio nome, nel pavimento che circonderà il nuovo stadio di proprietà della Beneamata, in fase di ultimazione. Tutto questo espressamente richiesto dalla proprietà in prima persona: la casa del popolo bianconero, non può che essere gremita e addobbata con i nomi di coloro che da sempre amano la vecchia signora in maniera spassionata e incondizionata. Il pavimento è stato suddiviso in cinquanta zone, al centro di ognuna di esse brillerà una stella di imponenti dimensioni, con il nome di uno dei cinquanta calciatori che - a giudizio insindacabile della società - hanno fatto la storia della Juve. Con 350 euro ci si conquista il diritto di piazzare la propria stella a ridosso di quella col nome del beniamino. Con 250 euro, ci si può accomodare in prossimità della zona dedicata al proprio idolo. |
glmdj |
Intervento del telecronista Sky sulla Juventus. Intervenuto ai mircofoni di Sky Sport 24 Maurizio Compagnoni ha elogiato la prova della squadra e dei singoli della Juventus dopo il successo di Udine. "Ieri si sono visti sensibili progressi in tutti i reparti - attacca il telecronista dell'emittente satellitare - in attacco la Juve aveva già fatto sei gol tra Sampdoria e Lech solo che ne aveva subiti altrettanti. A Udine, pur contro un avversario in evidente crisi, ha confermato le doti offensive non subendo gol". Su Krasic Compagnoni è sicuro: "Le sue prestazioni non mi sorprendono, parliamo di uno dei migliori esterni del mondo che nella scorsa stagione fece quattro reti in Champions League trascinando il Cska Mosca fino ai quarti di finale, si è già integrato al meglio in uno schema ideale per lui". Infine battuta su Amauri, giocatore che secondo il commentatore Sky può essere decisivo nel salto di qualità della squadra: "Giovedì potrebbe giocare qualche minuto, credo comunque che l'italo-brasiliano sia un attaccante dalle grandi potenzialità che nell'ultimo anno e mezzo è stato limitato prima da guai fisici e poi da quelli tattici e psicologici. Se torna quello di Palermo e dei primi mesi in bianconero la Juve il suo grande acquisto lo fa con lui. Il modulo ora è adatto ad un ariete come lui, azzardo che se Amauri recupera la squadra di Delneri ha le potenzialità per fare più di ottanta punti in questo campionato". |
Scoppia la polemica: i club e i calciatori si rifiutano di giocare all'ora di pranzo, il caldo è insopportabile. La Lega è ora chiamata a prendere delle decisioni Ore 12:30, Bari - Stadio San Nicola. Il sole estivo non ha ancora fatto le valigie e in città si sfiorano i 35 gradi. Sugli spalti i tifosi sono costretti a togliersi magliette e arrotolare i pantaloni fino alle ginocchia, i giocatori invece si impegnano a rimanere in piedi e a non svenire per terra. E' questa la situazione vissuta da tifosi e calciatori in occasione del match di campionato fra Bari e Cagliari, che si sono affrontate in quello che la Lega chiama lo "spezzatino", ovvero partite che si giocano alle 12:30, ora di pranzo. Se le 12:30 vengono comunemente associate all'ora di pranzo, ci dev'essere un motivo. Giocare in condizioni come quelle appena riportate non è vantaggioso per nessuno, quantomeno per i giocatori che sono "costretti" a sudare sotto il sole cocente del mezzogiorno. C'è da dire che la Lega di A non ha deciso di far scendere le squadre in campo già alle 12:30 tanto per fare qualcosa: dietro ci sono contratti multimilionari e tanti soldi che finiscono nelle tasche della Lega. "Nessun prezzo giustifica un sacrificio del genere. - tuona il presidente del Cagliare Massimo Cellino - Spero ci sia il tempo per rivedere queste posizioni e che non siano inderogabili. È stato un grosso errore del quale anche io ho la responsabilità per non aver seguito certe cose". Anche il presidente del Palermo Maurizio Zamparini è contro lo "spezzatino": "E' una cosa vergognosa, ridicola". Vedremo se la Lega avrà il coraggio di far tornare il quadro degli orari del campionato di A alla normalità. Di certo sarà difficile rinunciare a tutti quei soldi che si percepiscono tramite lo "spezzatino", ma non si può giocare sotto il sole a mezzogiorno con il termometro che segna i 35 gradi. Secondo Bruno Longhi, opinionista e commentatore di Mediaset, la soluzione sarebbe quella di "far giocare a quell'ora solo zone dove il clima non è un problema. Per esempio al nord, alle 12:30, si sta benissimo e non c'è quel caldo e quell'afa del sud sempre a quell'ora. Mi chiedo però se fosse davvero necessario prendere un simile provvedimento, il calcio italiano è inadatto a queste cose". |
Incredibile dichiarazione di Alberto Cerruti sugli sviluppi delle nuove intercettazioni. Che alla Gazzetta dello Sport interessasse poco o, addirittura, esercitasse una specie di negazionismo sui nuovi sviluppi di Calciopoli non riguardanti la Juventus era più che un'impressione, ora però ne abbiamo la certezza. Venerdì sera nel corso della trasmissione "Aspettando la Serie A" su Sportitalia condotta da Michele Criscitiello è intervenuto come ospite il giornalista della rosea Alberto Cerruti che ha parlato anche della vicenda giudiziaria. Più che parlato ha negato diremmo noi, affermando la volontà e decisione della Gazzetta di non parlare e commentare più le novità in arrivo da Napoli: "Per noi Calciopoli si è conclusa e deve essere conclusa al 2006. Ora ci sono in corso sviluppi giudiziari che, per il bene del calcio italiano, non devono intaccare i giudizi sportivi". Dichiarazioni che lasciano sgomenti ma che allo stesso tempo danno, come abbiamo detto prima, una certezza: il giornale di Via Solferino ha fatto outing, nessuno tocchi l'Inter. Che fine han fatto le dichiarazioni di Ruggiero Palombo, vice-direttore del quotidiano, che affermava che in presenza di telefonate scottanti dei nerazzurri avrebbe usato la sciabola taglia-teste come fece in modo spietato nel 2006? Che fine ha fatto quel Maurizio Galdi, autentico cane da tartufo dal fiuto implacabile nel fornire in anticipo intercettazioni e sentenze? Niente tutti spariti. Negare, negare e negare che Giacinto Facchetti abbia fatto pressioni su Bertini negli spogliatoi di Cagliari, negare che lo stesso compianto presidente interista abbia cercato di forzare un sorteggio antecedente a Inter-Juventus spostando l'attenzione su un elemento tanto futile ai fini dell'inchiesta come il chi pronunciasse "Collina" nella successiva chiamata con Paolo Bergamo. Questo i tanti tifosi juventini che vogliono giustizia non lo possono accettare da quello che da tutti viene definito il più importante quotidiano sportivo del paese, un doppiopesismo troppo netto e pure poco serio che stanno pagando a caro prezzo con un crollo di vendite. Nemmeno accettabili sono le giustificazioni di Cerruti come il "per il bene del calcio italiano", basterebbe sfogliare gli almanacchi dei rendimenti di club e nazionali pre e post 2006, non sembra proprio che quell'opera sommaria di pulizia abbia fatto bene al calcio italiano anzi.... |
Il talento serbo ha avuto una figlia Continua il momento magico per Milos Krasic (26). Dopo aver ottenuto l'agognata maglia bianconera, al termine di un'estate fatta di speranza, e dopo aver avuto un avvio di stagione con la Juventus in cui ha strabiliato e rapito tutti per le sue splendide prestazioni, il biondo serbo raggiunge un'altra importantissima meta a livello personale: è diventato, infatti, papà. Il giorno dopo la splendida prestazione contro l’Udinese, nella quale ha servito due assist da campione, l'ala che ricorda tanto Nedved ha avuto la sua primogenita. In Serbia è nata la piccola Mila. A Milos vanno le congratulazioni della Juventus e di tutti i suoi tifosi. Così termina la nota apparsa sul sito ufficiale della Vecchia Signora. |
Parla "Le Roi": "C'è troppa mercificazione dei giovani. I club li comprano che sono minorenni. È troppo presto, non mi stupisce che spesso si stufino, crescendo" "Questo calcio non è più quello dei miei tempi e forse neppure ci giocherei". Per fortuna Michel "Le Roi" Platini ha già dato molto (e ottenuto altrettanto) al calcio, ma in tempi passati e non recenti. La sola idea di non poter vedere le magie del fantasista francese fa rabbrividire anche i più restii ad apprezzare i successi bianconeri e i suoi protagonisti. Platini non è stato solo "uno dei tanti", o un campione, è stata la leggenda di un popolo, di un paese e di milioni di tifosi che si sono innamorati delle sue giocate e dei suoi gol. Concedendo un'intervista a La Repubblica e al Corriere dello Sport, Platini ricorda la sua esperienza juventina in Italia: "Sono arrivato qui a 27 anni e ho trovato delle difficoltà iniziali, poi sono riuscito a impormi e a vincere. Ora nessuno scommetterebbe su un giocatore della mia età. Quanto guadagnerei ora? Forse non giocherei nemmeno". Il tre volte Pallone d'Oro punta il dito contro i club, accusandoli di "mercificare i giovani, poichè questi vengono acquistati quando ancora sono minorenni. E' troppo presto, non mi stupisce che spesso si stufino crescendo e lascino perdere". "Le Roi" è deciso a seguire fino in fondo la strada per il fair play finanziario: "I club hanno già iniziato a capire che non potranno più essere inadempienti". E a proposito dei problemi di Diego Armando Maradona col fisco italiano, Platini afferma che "Diego è un cittadino come gli altri. Paghi il suo debito. I personaggi noti - aggiunge - hanno una responsabilità in più, dare il buon esempio agli altri". |
ll centrocampista: «Era da molto che non ricevevo così tanti applausi dal mio pubblico. Più forti dell'anno scorso? L'allenatore ha dato al gruppo un'iniezione di fiducia e sono arrivati rinforzi importanti»
TORINO, 20 settembre - Felipe Melo è un altro rispetto alla scorsa stagione. L'anno scorso il centrocampista ha giocato molto al di sotto delle aspettative. Ora, però, sembra rinato. E anche i tifosi bianconeri gli riconoscono i giusti meriti: «Ieri abbiamo ottenuto la prima vittoria in campionato ma anche dopo la sconfitta a Bari nella prima giornata, e dopo gli ultimi due pareggi i tifosi mi hanno sostenuto - dice sul proprio sito internet - Sono stato davvero felice di tanto affetto, era da molto che non ricevevo così tanti applausi ed attestati di stima dal mio pubblico. In Italia si è parlato anche sui giornali del mio nuovo rapporto con i tifosi, peccato che poi ho letto in alcuni media brasiliani che ero stato fischiato e ovviamente ciò mi ha reso triste». RINFORZI E ALLENATORE - Per il giocatore brasiliano nessun dubbio su chi e che cosa ha portato la Juve a rinascere: «L'allenatore ha dato al gruppo un'iniezione di fiducia e quest'estate sono arrivati rinforzi importanti. Nonostante la posizione in classifica non sia ancora quella in cui vorremmo essere, c'è stato un significativo cambio di mentalità e penso che in questa stagione potremo esprimerci meglio che nella scorsa» |
glmdj |
e Intercettato dai microfoni di Sky Sport all'assemblea di Lega in programma oggi, il direttore generale della Juventus Giuseppe Marotta ha parlato della partita di ieri, ma ha anche risposto al presidente del Palermo Zamparini che ha definito l'Inter come "la nuova Juventus" per via di alcuni favori arbitrali ricevuti nel corso del match del Barbera. "A Zamparini rispondo che questa società - ha affermato Marotta - ha sempre dimostrato nel tempo di vincere sul campo, e non in altri modi". Poi, il direttore ha indossato i panni del pompiere, spegnendo i facili entusiasmi dopo la prova di Udine. "Il nostro obiettivo rimane l'alta classifica, ma una prestazione non vuol dire assolutamente nulla. Certo, la squadra ha finalmente messo in luce le capacità di cui dispone, ma non mi sembra il caso di esagerare con i proseliti. Continuiamo a lavorare così e i risultati arriveranno in serie". Stimolato anche sull'argomento mercato, Marotta ha individuato nel serbo Krasic "il vero affare. Per quanto l'abbiamo pagato, Krasic è un affare sia per oggi che in ottica futura. Non ci sono grandi campioni in rosa? Le strade che si possono scegliere per fare mercato sono due: o si prendono uno, massimo due campioni, o si cerca di fare un buon gruppo prendendo giocatori un po' meno forti ma puntando alla chimica di squadra. E questo è quello che abbiamo cercato di fare noi in estate e che faremo anche in futuro". |
Morta. La Juve è morta. Lo dicono tutti, in particolare gli intoccabili opinionisti radiotelevisivi, che accompagnano tale considerazione con il sorrisino compiaciuto di chi, dopo aver dovuto commentare per una vita le vittorie della squadra più detestata, finalmente può sfogarsi. La Juve è morta. Se lo dicono loro, ci sarà da fidarsi. Lo senti anche per strada, al bar, chiacchierando con gli amici: è arrivata settima, ha venduto Diego, la rifiutano tutti e incassa tre gol a partita. La Juve è finita. Bonucci è inesperto, Marchisio un bluff, Quagliarella scarso, Krasic un'incognita totale. Poi arriva Udine, contro la squadra di colui che ci ha rifiutato, e guardando la partita di oggi verrebbe da ringraziarlo, insieme a quel Burdisso già protagonista dell'inizio fiammante della Roma. Restate pure dove siete, ci teniamo volentieri Krasic e Quagliarella. Uno, due, tre, quattro. A zero, stavolta, mica a tre. Con le lagne avversarie sull'arbitro - anche dopo un 4-0 - che ci ricordano tempi migliori. E l'Inter che prevale soffrendo, la Roma che non vince neanche in allenamento, il Milan che si diverte con l'Auxerre ma non contro Cesena e Catania. E poi la classifica, ancora brutta, ancora non da Juve, ma tra le grandi siamo dietro solo all'Inter. Non male, per essere morti. Siamo vivi, allora. E che da oggi se lo ricordino un po' tutti. L'allenatore, che afferma incautamente di non essere in lizza per lo scudetto, ma non si pone limiti, perchè sa che alla Juve non si gioca per altre posizioni. I giocatori, impalpabili a Bari, un po' piu' vivaci contro Samp e Lech, finalmente determinati e cattivi a Udine. E' così che non si prendono gol, è così che se ne fanno tanti. Che se lo ricordino anche loro, insieme ai tifosi più pessimisti, che per troppo amore danno corda a chi ci dà per finiti non avendo imparato, in 110 anni di storia, che la Juve non muore proprio mai. |
La prestazione fornita ieri dalla compagine bianconera è stata sicuramente una delle migliori di questo scorcio di inizio stagione, compattezza e sicurezza in quasi tutti i reparti. Diciamo quasi perché, ovviamente, l’episodio che in qualche modo fa girare la partita verso il bianconero torinese a discapito di quello udinese, è sicuramente la mancata espulsione di Giorgio Chiellini nell’affannoso, tanto quanto indispensabile, recupero su Sanchez nel primo tempo. Se Bergonzi avesse estratto il rosso, purtroppo non ci sarebbe stato niente da recriminare e sicuramente la partita non avrebbe preso la piega che conosciamo, ma si sa, le squadre prima di diventare belle devono essere fortunate e ieri la compagine di Delneri si è ripresa quel poco di buona sorte sottratta nel turno infrasettimanale contro i polacchi. Segnaliamo la buona prestazione di Grygera, finalmente schierato a sinistra, ruolo che ricopriva nel passato all’Ajax e dove ha offerto le sue migliori prestazioni in maglia bianconera; ottimo Krasic e segnale importante da Felipe Melo, dopo le recenti prestazioni non proprio rassicuranti anche se sarebbe meglio, per il buon Felipe evitare cartellini e soprattutto dialogare animatamente con gli arbitri. Tuttavia, il punto ancora dolente è la difesa, Sanchez ieri si è presentato troppe volte a tu per tu con Storari, situazione assolutamente da migliorare per i due centrali che sembrano garantire sicurezza maggiore in attacco che in difesa. Sicuramente la febbre per la Vecchia Signora è scesa ieri, la guarigione completa è ancora lontana ma sappiamo, cosa molto importante, che le medicine per curarla sono in casa. |
Post n°2581 pubblicato il 20 Settembre 2010 da nadir63l
Per la partita di giovedì i tifosi bianconeri auspicano non tre, ma quattro rigori a favore. Farneticazioni? Forse si.... ma sicuramente una buona risposta per chi come il presidente del Palermo ha affermato “Con la Juventus vinceremo noi perché lo meritiamo. Siamo più forti della Juventus e se non gli regalano tre rigori in quella partita non ci sarà storia, specie se Rossi avrà a disposizione anche Miccoli". Da ultimo una frase che mi lascia allibito, ma anche turbato e che pone un quesito fondamentale."L'anno scorso non era stata un'annata così tragica dal punto di vista arbitrale. Quest'anno, almeno in questo inizio, è così. Purtroppo l'impressione che ho finora è che con l'Inter delle volte ci sia lo stesso trattamento che una volta veniva riservato alla Juventus". Chissà come mai quando gli errori colpiscono te, c'è sempre dietro un complotto e quando colpiscono gli altri è il caso o la sfortuna. La frase in cui dice che il trattamento riservato all'Inter sembra quello riservato alla Juventus è, a mio parere, un'ulteriore testimonianza che in passato ci trovavamo davanti a errori, gravi o meno gravi a seconda delle situazioni ma pur sempre errori. Ci sono alcuni che sostengono che le due situazioni non siano paragonabili, perchè c'era il sistema, c'era il "cupolone". Sono le situazioni di comodo che fanno dire a queste persone che le situazioni non sono paragonabili. Quando una grande squadra vince lo fa con merito e lo faceva la Juventus allora, come lo ha fatto l'Inter in questi anni post Calciopoli. Chi dice che le situazioni non sono paragonabili, a mio avviso è in malafede o parla per convenienza o appartiene alla famosa "casta". Strano, poi che si cominci a parlare di "casta di giornalisti" e di commentatori che fanno finta di niente di fronte agli episodi. Noi rimaniamo convinti e lo siamo sul serio che se ci dovessero essere 4 rigori a favori della Juventus contro il Palermo Zamparini non si dovrebbe preoccupare, perchè si aprirebbe una questione parlamentare, cosa che non credo si aprirà dopo i 4 rigori non concessi ieri al Palermo (visto che secondo Zamparini c'erano 4 rigori a favore). |
Non ha ancora imparato l'italiano, ma sul campo riesce comunque a parlare il medesimo linguaggio dei compagni. Milos Krasic si è inserito alla grande nel gruppo e negli schemi della Juventus, dimostrando il suo reale valore, abbinando corsa e qualità fuori dal comune. Anche ieri l'esterno serbo ha messo a ferro e fuoco la difesa avversaria, bruciando il centrocampista o il terzino di turno, sfornando assist a profusione e cercando persino la conclusione: una furia! |
" L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, nel corso della trasmissione televisiva “Ieri, Moggi e domani” in onda su GOLD TV (canale 856 Sky) ha commentato la terza giornata di campionato con dichiarazioni che come al solito faranno discutere. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14