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Messaggi del 25/09/2010

CALCIOPOLI udienza 1 ottobre...

Post n°2661 pubblicato il 25 Settembre 2010 da nadir63l
 

  • E' stato annunciato il deposito di altre 100 telefonate riguardanti Abete, Petrucci, Ghirelli, Mazzini, Collina, Paparesta, Lanese, Rosetti e altri tesserati del mondo del calcio.
  • I testimoni chiamati in causa dalle difese, sia per quella del 1 ottobre che per quella del 5 ottobre, di Pairetto, Bergamo e Luciano Moggi: Giancarlo Abete, convocato dall’avvocato Prioreschi, che difende Luciano Moggi, e Pierluigi Collina (in dubbio la sua presenza). Il 5 ottobre saranno invece di scena come testi il Presidente dell’Inter Massimo Moratti e Giuliano Tavaroli, ex-capo della Security in Telecom.

 
 
 

I CONVOCATI DI DELNERI: C'E' ANCHE MARTINEZ!

Post n°2660 pubblicato il 25 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A soli tre giorni dalla sconfitta contro il Palermo, la Juventus ha la possibilità di riscattarsi subito. Domani, ore 20:45, all'Olimpico di Torino, va in scena la quinta giornata di campionato. Juventus-Cagliari è già una partita importante, anche per la classifica dei bianconeri. Mister Delneri, per questa casalinga, recupera Martinez, per ora oggetto misterioso della campagna acquisti. Assenti gli infortunati Buffon, De Ceglie e Traorè, oltre a Grosso e Salihamidzic, che continuano a non essere considerati dal tecnico bianconero. In tutto sono 21 i giocatori convocati per la sfida contro la formazione sarda. Questo l’elenco completo:

2 Motta
3 Chiellini
4 Felipe Melo
5 Sissoko
8 Marchisio
9 Iaquinta
10 Del Piero
11 Amauri
13 Manninger
14 Aquilani
18 Quagliarella
19 Bonucci
20 Lanzafame
21 Grygera
23 Pepe
25 Martinez
26 Rinaudo
27 Krasic
30 Storari
31 Costantino
33 Legrottaglie

 
 
 

Datemi il silenzio e sfiderò la notte...

Post n°2659 pubblicato il 25 Settembre 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di Mason

La strada per la grandezza passa attraverso il silenzio. Un eccellente aforisma di Nietsche, che se ne va a braccetto con il detto popolare can che abbaia non morde. E che insieme mirandosi allo specchio potrebbero benissimo riflettere l’eterno conflitto tra l’essere e l’apparire, tra forma e sostanza, tra fumo e arrosto.

La nobiltà della Vecchia Signora ed il sussiego con il quale ella insieme ai suoi tifosi ha sovente fatto ricorso al silenzio, nobile, sprezzante, capriccioso e di superiorità, ha sempre fatto parlare tutti. Il silenzio che fa parlare, un ossimoro in senso assoluto, che scatenava l’invidia del resto del mondo pallonaro, che non poteva che rimanere inerte di fronte ai successi di Madama e alla sua ostentata dignità di non volersi curare delle accuse biliose delle concorrenti. Nondimeno, recentemente, un silenzio che ha portato spesso i sostenitori della Juventus a chiedersi se una maggiore pervicacia ed aggressività nel difendere le proprie posizioni attraverso i mezzi di comunicazione, non avrebbe potuto arginare il fiume di rancore e mendacio sparso ad arte da quotidiani e televisioni nella primavera del 2006, alimentando il sentimento popolare così determinante per gli esiti della farsesca inquisizione sportiva di quella estate.

Forti dei trofei conquistati e del blasone ineguagliabile, i genitori della Torino bianconera orgogliosamente sedevano i propri figli davanti alla televisione e mostravano loro le interviste sui quotidiani di presidenti, giocatori e allenatori delle altre squadre, illustrando due piccioni con una fava l’aspetto ludico e quello pedagogico dei loro schiamazzi. Perché se è innegabile che da una parte lo spettacolo pareva degno del circo pur senza necessità di pagare il biglietto, e questo è talmente vero che negli ultimi quindici anni sul cafonesco botta e risposta quasi sempre sprovvisto di nerbo si sono poi costruite le fortune dei format di quasi tutte le trasmissioni televisive sportive, dall’altro l’occasione era propizia per mostrare il lato antisportivo e debole del modo di vivere le competizioni. L’accusa al posto dell’esame di coscienza, il chiacchiericcio al posto della competenza, l’invidia al posto della cultura del lavoro per soverchiare sul campo gli equilibri.

Alle caciare degli Agroppi, Cosmi ed esimi colleghi dalla discutibile signorilità faceva da contraltare la pacatezza dei Trapattoni, quando non persino in tempi di vacche magre la classe insuperabile di Dino Zoff. Esempi di serietà di cui del resto si rendevano protagonisti anche i calciatori, in testa quel Roberto Bettega che con silenzi e sorrisi e piccole battute svuotava (e svuota) di contenuti gli attacchi feroci quanto impalpabili dei nemici sportivi. E poi, naturalmente, dietro le quinte la famiglia Agnelli. La consistenza del dottor Umberto e la sottile ironia dell’Avvocato, senza clamori e quasi sussurrando, erano di una imponenza tali da annientare sul nascere ogni volgarità dei massimi rappresentanti delle altre compagini.

Non diversamente era accaduto fino al 2006, quando anche nel pieno delle frustrate villanie e piccolezze degli Zeman o Moratti di turno, la triade continuava a preferire la tecnica del silenzio-stampa per stemperare i momenti di maggiori tensioni, ed il frutto dei concreti risultati maturati sul rettangolo di gioco.

Poi un maledetto giorno qualcuno abbandonò di fatto i dirigenti tanto amati perché le dicerie, così dissero, avrebbero dovuto essere di competenza di altre sedi…e quello fu l’inizio e contemporaneamente la fine di una era. Non fu solo l’ignobile processo e la serie b, ma fu anche l’inversione e la vergogna di vedere crollati e sovvertiti quegli atteggiamenti silenziosi, dignitosi e superiori di un tempo. Come in una trasposizione orribile ed anche un po’ kitch delle favole dei piccini, fu la trasformazione da maestosi, eleganti e silenziosi cigni in brutti, sporchi e bercianti anatroccoli. Scomparve quella differenza di comportamenti che aveva elevato l’animo bianconero ben al di là del lignaggio di estrazione, i nuovi dirigenti si adattarono ben presto al copione comune, folkloristico ed ordinario di tutti gli altri. Il presidente che doveva ispirare la fiducia del nonno buono, dalla voce dell’orso Yoghi, parlava tutti i giorni, contraddicendosi e contraddicendo spesso allenatori o l’amministratore delegato. E proprio quell’ad, che tuttora ricopre il ruolo pur se nella sostanza ormai accantonato e designato ad abbandonare a brevissimo la carica, a piè sospinto, caricatura di un incrocio tra Mourinho, Narciso e l’ispettor Closeau, davanti a telecamere e sui giornali si cullava in ingiustificate e sperticate lodi verso la propria conduzione manageriale, degno del peggiore e più triste autoerotismo. Perduti da cotanto punto di riferimento, i giocatori non mancarono di salire sulla giostra di queste brutture, rilasciando costanti e nauseabonde interviste volte ora a proclamare grandeur di scudetto, ora a blaterare di cose vane, quando non, ahimè, contestare negli spogliatoi l’operato degli allenatori, mentre sempre in passato le gerarchie in casa bianconera era state rispettate ed onorate con professionalità.

I principini catapultati d’improvviso in mezzo ai guappi, ai furbi, agli ignoranti e ai poveri si smarriscono. Questo è accaduto alla tifoseria bianconera, che privata di ogni punto di riferimento ha cercato di rifugiarsi nelle chimere e nel passato, e di trovare sostegno in qualsiasi cosa che potesse luccicare, dimenticando che non è tutto oro quello che brilla e a volte si rischia di rimanere abbagliati da nient’altro che una proiezione di quello che non c’è più e si desidererebbe ancora. Qualcuno ha persino cercato di aggrapparsi ai carnefici, altri hanno rincorso chi ha dato lustro senza poter più apportare luce, altri si sono semplicemente smarriti. Qualcuno ha continuato lottare, e permettetemi di andarne fiero se ho avuto ed ho la fortuna e l’onore di incontrare sulla mia strada chi ha immediatamente colto in me questo spirito e mi ha voluto nella sua squadra.

Il principino viziato, smarrito nel doversela cavare da solo, può perdersi definitivamente, rinunciare al retaggio o vagare senza meta e senza decidersi. Oppure può crescere, imparare, maturare, e riconquistare la sua posizione con più forza e consapevolezza.
Tutto si può riconquistare: datemi il silenzio e sfiderò la notte. Il silenzio è d’oro. E nel silenzio si cammina spesso più speditamente che nel frastuono.

Il popolo bianconero tenda le orecchie verso le rive del Po e resti in ascolto. Da Milano e da Roma si rovesciano urla tra giocatori e allenatori, giocatori e giocatori, giocatori e giornalisti. Da Torino si percepiscono bisbigli. Da Milano e Roma si odono proclami, da Torino sembra di essere tornati ai tempi lungimiranti della cultura del lavoro, zitti e concentrati a costruire il futuro lasciando agli altri l’assemblaggio di torri d’avorio di parole. Da Milano si tracima di nullità, si ricamano pezze con le allusioni a reati altrui consapevoli di quelli in casa propria, mentre dalle pagine di quotidiani poco puliti, rosa, loro alleati, si invocano miserie per nascondere la polvere sotto il tappeto.
Da Torino, senza proclami, al calpestio dei ratti si oppone il calmo incedere dei passi eleganti.
Senza banditori urlanti ad acclamarlo, la partnership con il nemico rosa non è stata rinnovata. Mentre i massimi rappresentanti del popolo bianconero entrano ed escono dalle sedi istituzionali calcistiche senza raccontare le motivazioni delle loro visite e le loro richieste sempre più insistenti.

Mi piace questo silenzio.
Datemi il silenzio e sfiderò la notte. Una notte sempre più profonda, che sta per lasciare posto all’alba, perché questo, nel silenzio, non può che essere l’ordine naturale delle cose.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1065

 
 
 

DELNERI: "Cambiare modulo? In questo momento no. Mi aspetto una reazione da Juve"

Post n°2658 pubblicato il 25 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il tecnico della Juventus, Gigi Delneri, ha incontrato i giornalisti al Media Center di Vinovo per presentare la sfida di domani sera allo stadio "Olimpico" di Torino contro il Cagliari, posticipo della quinta giornata di campionato. Ecco la conferenza stampa integrale a cura della redazione di Tuttojuve.com:

Cominci ad avere qualche dubbio sul fatto che questi giocatori non siano adatti al 4-4-2? Cominci a pensare a qualcosa di diverso?
"In questo momento no, perchè abbiamo appena iniziato, perchè c'è una fotocopia di gol subiti e quindi è chiaro che dobbiamo migliorare nell'attenzione. Vediamo. Io penso sia comunque un modulo giusto perchè esalta Krasic, esalta altri giocatori, dunque direi che bisogna trovare solo l'equilibrio, questo dobbiamo fare. D'altronde non si può esaltare 100% Udine, non si può buttar via tutto quello che abbiamo fatto in casa, anche se in casa dobbiamo certamente migliorare il trend, dopo queste ultime due partite".

Quella col Cagliari si può definire già una partita da ultima spiaggia o è esagerato?
"Mah, insomma...se alla quinta si parla già di ultima spiaggia, alla trentesima,,,voglio dire...è una settimana importante, tra Cagliari, la partita di coppa e poi l'Inter. E' una settimana che dirà quello che la Juve potrà fare in prospettiva psicologica".

Stavolta sta pensando di fare il turnover oppure no?
"Vediamo i ragazzi come stanno. E' passato questo giorno, abbiamo fatto recupero ieri mattina e vediamo oggi come stanno, vediamo un po' se ci sono le condizioni per poter alternare qualche giocatore".
 
In questo momento in cui state lavorando, per cui certi meccanismi è ovvio che non siano ancora al 100%, quanto è importante poi contare sulla individualità, penso ad Alessandro Del Piero...
"Beh, mi sembra che Del Piero stia giocando. Mi sembra che sia sempre partito titolare in questo campionato e non si sta scoprendo niente di nuovo. Adesso vediamo come sta fisicamente prima di tutto; il concetto di tecnica e di individualità non è in discussione. Casomai bisogna vedere se riesce a reggere cinque-sei partite nell'arco di quindici giorni".

Quindi deve ancora valutarlo per domani?
"Non so, adesso valuto un po' tutto quello che accade per dare a tutti maggiore possibilità di esprimersi al meglio".

Lei considera che siano solo peccati di gioventù i meccanismi da trovare o lei pensa che questa Juve abbia magari sugli esterni di difesa dei problemi anche strutturali?
"No, abbiamo avuto dei problemi sugli esterni di difesa, ma non penso che, per esempio, Grygera abbia fatto malissimo domenica scorsa lì a sinistra. Direi che è un problema di attenzione, di aggressività, probabilmente, in certe situazioni di gioco. La squadra giovedì ha concesso nove tiri in porta e ne ha fatti ventisette. Bisogna concedere meno le cose che si possono evitare. In alcune situazioni non c'è stata aggressività".

Aquilani era il giocatore che doveva dare qualità al gioco...
"Ma noi abbiamo altri problemi...non li abbiamo in quel posto lì, penso".

Però abbiamo visto che in queste prime partite Aquilani non sta giocando. Ha avuto un ripensamento sul giocatore? Il giocatore non sta bene?
"Ho sempre detto che l'accoppiata Marchisio-Melo mi dava affidabilità, quindi due giocano e due stanno fuori".

Giocheranno ancora loro?
"Non lo so. Torno a ripetere, non so come stanno, non so se riposeranno. Ma non dev'essere un obbligo per un allenatore. L'obbligo per un allenatore è far giocare chi ritiene più adatti in quel momento, senza preclusioni di sorta. Questo è l'obbligo dell'allenatore, nella competenza e nel rispetto delle parti. Poi che uno giochi o non giochi, non è che gli manchi il rispetto dell'allenatore".

Ritornando a Del Piero, questa Juve può o non può prescindere dal suo capitano? La squadra sembra un po' Del Piero-dipendente in queste partite...
"Non credo. Forse è anche Krasic-dipendente, per le folate che ha, per le accelerazioni che ha. Ma io penso che Del Piero stia facendo il suo perchè gli altri gli danno un aiuto importante. La Juve deve imparare ad essere con Del Piero e senza Del Piero, come fanno tutte le squadre che hanno nel proprio ambito di gruppo giocatori di spessore".

L'eccessivo numero di gol subito può dipendere anche dal fatto che la Juve attacca molto e segna molto? Ha insomma un atteggiamento meno cauto...
"Abbiamo preso gol sempre con la difesa schierata. Non c'è mai stato un gol dove la Juventus era messa male. Quindi, analizzando quello, mi sembra che il rapporto non sia definito poi tale. Ci troveremmo in difficoltà se prendessimo gol tre contro due, in due contro uno, con contropiedi secchi, ma mi sembra che la Juve in questo momento abbia nel suo difendere un posizionamento giusto; manca quell'attenzione e quell'aggressività che potrebbe essere importante in certe situazioni per non subire delle giocate abbastanza semplici".

Tempo fa ci avevi detto che in caso di emergenza tattica e numerica, avresti potuto pensare a bloccare la difesa con quattro centrali. Considerando le ultime prove di Motta, ci stai pensando?
"Vediamo, vediamo domani. Abbiamo giocatori...".

Nel caso sarebbe Rinaudo a fare l'esterno, non Chiellini?
"Mah, non lo so. In questo momento, spostare tanto per spostare, non è che mi piaccia molto. Mi sembra che Giorgio sia affidabilissimo centrale".

Ha detto che si aspetta molto da questa settimana...
"No, ho detto... vediamo come va, per definire quello che può fare la Juve da un punto di vista psicologico. Ci aspettiamo molto, ma non tutto in una settimana. Ci aspettiamo grandi cose domenica dopo domenica, partita dopo partita. E' chiaro che queste partite qui hanno una vitale importanza psicologica. I risultati importanti danno anche energie importanti. Bisogna anche definire gli alti ed i bassi in questo momento. Il 4-0 di Udine e l'1-4 del Palermo, denotano che la squadra ha alti e bassi importanti a livello di rendimento". 

Ma per trovare l'equilibrio tra queste due prestazioni, che partita si aspetta e che reazione si aspetta di vedere dalla sua squadra?
"Mi sembra che caratterialmente non abbia mai dimostrato di essere inferiore al suo valore, perchè anche giovedì ha lottato fino al 95' per ottenere il risultato. Ha fatto uno sforzo importante sia nel primo che nel secondo tempo. Mi è stato detto che ha tirato verso la porta 29-30 volte contro le 7-8 volte del Palermo; quindi la volontà è abbastanza evidente. Anche delle situazioni che si verificano in questo momento le paghiamo a caro prezzo. Devo dire però che bisogna migliorare. Mi aspetto una reazione importante, da Juve, una reazione di volontà, di qualità e di risultato chiaramente".

Cosa può dare in più Martinez a questa squadra?
"Adesso poco. Vedremo....quando starà bene potrà dare fisicità e qualità, potrà fare un certo tipo di lavoro. Ma sono cose che possono dare anche gli altri. Bisogna ricordarsi che nel calcio si gioca in undici: se gioca Martinez va fuori qualcun altro. Il problema quind è che bisogna avere serenità nel giudizio, perchè altrimenti in una squadra come la Juve si potrebbero creare ogni settimana dei dualismi facili. Noi invece non vogliamo creare dualismi. Noi vogliamo creare un gruppo compatto che sappia giocare sempre e comunque nel momento opportuno e che dia il suo apporto. I dualismi sono una cosa che il nostro gruppo deve eliminare, nonostante ognuno di loro voglia giocare".

Temi che l'accumularsi dei risultati negativi porti il gruppo ad avere sfiducia?
"La fiducia e la consapevolezza arrivano con i risultati positivi chiaramente, questo è indubbio. Ultimamente la Juve non è che abbia perso venti partite di fila. Ha perso delle partite importanti. Quello che bisogna migliorare è evitare di subire i gol, giocando con più attenzione. Le partite si possono giocare fino al novantesimo con più attenzione o con più qualità. Il problema psicologico sembrava risolto, poi invece si è tornati indietro. Il campionato non si fa con una partita persa e una partita vinta, si fa in un lasso di partite a lunga gittata".

Secondo te è meglio continuare a insistere su un blocco di nove-dieci giocatori, per trovare anche una certa intesa e una certa fiducia fra i reparti, oppure è meglio cambiare qualcosa, inventarsi uno degli attaccanti più fisici che hai come esterno di centrocampo?
"Mah, insomma. Parlavamo prima di bilanciamento, mi hai fatto la domanda se prendevamo troppi gol perchè attaccavamo troppo e poi mi dici di mettere una punta esterna...è dura un po' valutare. Noi dobbiamo avere una squadra equilibrata sempre e comunque. Penso si possa giocare in tante maniere, l'importante è ottenere dell'equilibrio. Se si gioca con tre punte esterne ed una punta centrale devi cambiare anche la struttura fisica in mezzo al campo. Si può attuare tutto quello che vuoi nel calcio, l'importante è che ci siano degli equilibri giusti; Krasic, Amauri e Iaquinta con Del Piero dietro credo sia una soluzione futuristica, però, come concetto, penso con un centrocampo ed una difesa che siano più strutturate per sostenere questa qualità davanti. Anche loro devono tornare; si può utilizzare la stessa tattica con elementi diversi. Bisogna giocare con giocatori di un certo tipo, con certe caratteristiche".

 
 
 

CHI LOTTA NON VIENE FISCHIATO...

Post n°2657 pubblicato il 25 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Dalla serata di giovedì, se dobbiamo salvare qualcosa o qualcuno salviamo sicuramente il pubblico. Un pubblico, come ha detto giustamente Del Piero, all'inglese, capace di incitare la squadra e applaudirla anche dopo una sconfitta molto dura da digerire.
"Ho visto cose positive... la voglia di correre, il desiderio di segnare anche sullo 0-3 e lo splendido aiuto dei nostri tifosi che sono stati bravissimi. Ci hanno sostenuto sino alla fine, ci hanno chiamato sotto la curva: una cosa da stadio ingles­e. Noi, del resto, abbia­mo dimostrato voglia di lottare"..
Ma cosa ha fatto camniare idea al pubblico?
Bhe, inanzitutto la voglia di lottare della squadra, secondo la voglia di lottare della società per riprendersi quanto tolto da Calciopoli.
L'esposto bianconero, la voglia di muoversi dall'immobilismo iniziale del 2006, hanno convinto molti che si è sulla strada buona per tornare quelli di un tempo e soprattutto per essere risarciti dalle ingiustizie sempre più palesi che si manifestano.
Infine, l'aver ritrovato chi si lamenta di errori arbitrali e il non evidenziare torti, come il rigore non dato a Del Piero, rappresentano una voglia di tornare allo stile Juve e lasciar parlare gli altri.
In ogni caso, fa ridere vedere certi addetti ai lavori che a volte evidenziano certi espisodi e in altri casi non dicono nulla... ma del resto siamo abituati no?

 
 
 

Chiello rionnova!

Post n°2656 pubblicato il 25 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Castellani / De Luca

In questo inizio di campionato il povero Andrea Agnelli, sta buttando giù bocconi parecchio amari. Tuttavia una lieta notizia è quella dell'imminente rinnovo di Giorgio Chiellini: nato come terzino sinistro, e spostato al centro dall'ex bandiera e allenatore Didier Deschamps, "Giorgione" è diventato uno dei migliori difensori in circolazione, tanto da attirare su di sé gli occhi indiscreti di molti club. Ma lui, seguendo l'esempio di bandiere come Totti e Del Piero, declina tutte le offerte, come un capitano che non lascia la nave quando affonda. Ha solo chiesto, lecitamente, un adeguamento del contratto. I rumors volevano le parti distanti, ma in realtà, come riportato da Tuttosport , l’incontro tra Davide Lippi, agente del giocatore, e la dirigenza bianconera andato in scena ieri a Torino, dà quasi la matematica certezza di una fumata bianca. Il difensore bianconero dovrebbe infatti andare a percepire un ingaggio molto vicino a quello di tutti i big della squadra, cioè passare dagli attuali 2 milioni di euro a stagione a circa 3,2 milioni. Chiellini prolungherà l’attuale legame di ulteriori due anni, portando cos la scadenza del contratto al 30 giugno del 2015. La firma si avrà, sempre da quanto dice il giornale torinese, dopo la partia di campionato con l'Inter. La migliore mossa di mercato, insieme a quella di Krasic, fatta dalla dirigenza bianconera. Per costruire una casa, ci vogliono fondamenta solide, e Giorgione lo è.

 
 
 

     

 

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