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Messaggi del 28/09/2010

Moggi a ruota libera su Sportitalia: Juve, Del Piero, Krasic, Calciopoli, Moratti, Inter-Juve...

Post n°2703 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

Luciano Moggi è stato ancora una volta il grande protagonista di "Notte Magiche", il fortunato programma condotto da Michele Criscitiello su Sportitalia. L'ex direttore generale della Juventus ha risposto alle pungenti domande del conduttore e dei numerosi ospiti presenti negli studi di Roma e Milano (Xavier Jacobelli, Fabrizio Biasin, Gianfranco De Laurentiis e Silvio Baldini), che lo hanno incalzato sui temi più caldi del momento: il "peso" di Del Piero nella squadra d Delneri, la reazione di Totti, l'importanza di Ibrahimovic, l'esplosione di Krasic, la lotta per lo scudetto e per il quarto posto, il processo ed i veleni di Calciopoli, Inter-Juventus di domenica prossima, eccetera, eccetera. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com:

Del Piero è ancora un giocatore fondamentale per la Juventus?
"Del Piero è utilissimo; nel contesto Juve credo sia indispensabile, perchè è l'elemento di classe che in una squadra sta sempre molto bene, nonostante i 36 anni. Poi è un elemento importante per lo spogliatoio. Voi non avete mai sentito Del Piero recriminare perchè è stato sostituito. Io ricordo che Capello lo metteva una volta all'inizio e poi lo toglieva, oppure lo metteva solo alla fine, ma Del Piero ha sempre fatto il suo lavoro e a suon di gol. Adesso mi sembra normale che possa giocare, perchè è l'elemento di classe che in questa squadra può dare qualcosa in più. Ogni volta che gioca, come potete vedere, fa gol o contribuisce nelle azioni gol".

L'atteggiamento di Totti come lo inquadri?
"Non è un problema di facciata: tra Totti e Ranieri non corre buon sangue; questo non è un mio concetto, ma deriva dall'esperienza degli spogliatoi. In questi casi arriva un dirigente, consiglia loro di dire che hanno fatto la pace e dicono che hanno fatto la pace. Ma la sostanza qual'è? Che Totti non vede bene il gioco che fa Ranieri. Ma io arrivo a dire una cosa: il capitano, un capitano della Roma, in un momento così disastrato dovrebbe fare il capitano vero e non abbandonare anticipatamente lo stadio, compiendo quel gesto plateale. E' vero che è stato sostituito tante volte, ma è il capitano e deve accettare queste cose, soprattutto in un momento disastroso come quello della Roma, che non ha padrone e non ha risultati. Un po' di buon senso ci dovrebbe essere e da parte di Totti non c'è stato. Poi ovviamente ha fatto marcia indietro perchè era chiaro il disagio che poteva provare. Un capitano non può fare questi gesti. Quando uno fa queste cose, poi nello spogliatoio dicono: 'Se lo fa lui, lo faccio anch'io'".

Le è mai capitato alla Juve un caso come questo di Totti?
"No, a me non è mai capitato un fatto del genere, anche perchè se mi fosse capitato, il giocatore lo avrebbe fatto solo una volta, poi la seconda sarebbe andato via. Capitano giocatori che possono essere anche difficili da gestire. Ad esempio Edgar Davids alla fine voleva fare il regista ed era difficile da gestire: noi lo abbiamo messo in tribuna e poi lo abbiamo venduto".

Come si sarebbe comportato con Totti?
"Totti con me non avrebbe fatto quello che ha fatto. Qui si rientra in un campo un po' particolare. L'Inter ad esempio è una squadra forte e credo che tutti abbiano letto e sentito Eto'o quando ha detto: 'Io non mi sacrifico più come ho fatto l'anno scorso'. E' cambiato l'allenatore, con Mourinho non dicevano niente, adesso invece c'è chi reclama in campo: 'Se questi non corrono esco'; Maicon dice: 'Non ho protezione davanti'. Attenzione però, quando c'è da tirare un rigore Eto'o c'è sempre. Allora voglio dire, il problema è la gestione. E qui viene fuori purtroppo la differenza di manico: la società è rimasta quella che era, il mister è cambiato. Con Mourinho certe cose non venivano fatte. Benitez è un uomo veramente gentile, delicato ed educato, che nell'ambiente del calcio viene scambiato per uno che ha poco carattere, e di conseguenza vengono fuori i problemi nello spogliatoio. Io ho detto che potrebbe vincere il campionato il Milan perchè ha più società. L'Inter ha problemi di gruppo, mentre i rossoneri hanno una società che sta alle spalle dell'allenatore nella maniera migliore. Con l'acquisto di Ibrahimovic penso che il Milan sia il netto favorito, perchè lui è l'uomo che risolve le partite. Non gioca il calcio che vorrebbero in tanti, ma è un calcio che produce. Da solo Ibra porta avanti la squadra e il Milan ha fatto un grande acquisto. Il fatto che Allegri tolga Ronaldinho è indicativo, significa che sta provando una schema di gioco che è congeniale per Ibrahimovic. A Ibrahimovic non puoi dirgli 'non rientrare', perchè lui rientra da solo. A Eto'o, invece, devi dire 'rientra', perchè altrimenti lui se ne sta lì e aspetta il pallone. E' questa la differenza'".


Direttore, Abete e Moratti sono convocati a Napoli. Ma davvero ci sarà il confronto Moratti-Moggi?
"Se permettete io parlo di calcio, perchè le aule del Tribunale stanno a Napoli".

Ma ci sarà Moratti a Napoli?
"Ma non lo so. Dipende da quanto è indaffarato. Però prima o poi deve venire"


Manca meno di una settimana alla sfida che qualcuno ha definito "dell'odio". Vi siete tanto amati in questi ultimi quattro anni...
"Amare poco"

Però non vi odiate...
"Purtroppo quando ci sono di mezzo i tribunali, c'è qualcuno che decide per noi. Come ha dimostrato Andrea Agnelli, se vai in Federazione a chiedere che venga revocato lo scudetto a quelli che furono definiti la banda degli onesti - e lo scudetto gli sarà revocato - non si può certamente parlare di amore. Non si parlerà di odio, perchè è comunque una competizione calcistica, ma sicuramente quello che ha fatto l'Inter va oltre le righe perchè si è presa uno scudetto con l'avvocato che praticamente stava nel loro consiglio di amministrazione; ha fatto un passaporto con Recoba...ma è inutile stare a recriminare. Parliamo della partita".

Questa è la versione juventina, ma la versione interista è completamente diversa. Ci sono stati anche dei provvedimenti della giustizia sportiva che non sono stati ininfluenti. Qui c'è una Federazione che deve stabilire se radiare o non radiare Luciano Moggi. Sarà interessante vedere cosa farà...
"Intanto la Federazione non può radiare Luciano Moggi perchè la Corte di Giustizia presieduta dal dottor Coraggio ha stabilito che dal 16 maggio del 2006 io non faccio più parte di quell'ordinamento. Quindi non possono radiarmi".

Ma infatti ho detto sarà interessante vedere che decisione prenderà la Federazione. La FIGC non ha ancora deciso perchè ha paura di prendere questa decisione...
"E fanno bene ad avere paura. A prescindere da questo, ti devo dire che le 30 intercettazioni dell'Inter valgono per 150mila di quelle della Juventus. Qui c'è in mezzo anche un vicepresidente della Federazione, che è Mazzini, il quale in un'intercettazione parla con Abete di salvare la Fiorentina. Dunque lasciamo perdere. La sostanza è che hanno preso i meno forti o i più deboli del momento, dopo la morte dell'Avvocato Agnelli. Io ti dico una cosa: se non fosse morto l'avvocato Chiusano, tutte queste cose non sarebbero successe. Detto questo, quando si entra in un clima di quel genere, si può dire e fare tutto. Adesso ci sono dichiarazioni di quelli di Telecom che verranno confrontate, si saprà perchè l'Inter ha pagato dei soldi a Londra per fare...si sapranno tante cose che all'Inter non basterebbe la radiazione, forse ci vorrebbe anche qualcosa in più. Sono stati condannati con un anno e due mesi per il passaporto di Recoba; alla Juventus queste cose non sono mai successe. La Federazione non ha fatto niente nei loro confronti, perchè una multa lascia il tempo che trova. Io ho sentito Franco Ordine - non so se sia vero o meno - che in quell'occasione ha detto: 'Carraro, non possiamo far retrocedere l'Inter'. Perchè adesso hanno tutti paura? Perchè non pensavano che ci fossero delle reazioni, non pensavano che ci fossero delle persone come il sottoscritto che tirassero fuori le verità che sono state nascoste. Perchè quelle intercettazioni sono state nascoste? Chi le ha nascoste?".

L'altra domanda da fare, retorica... come mai quelle intercettazioni che la difesa di Moggi ha prodotto davanti al Tribunale di Napoli, hanno dormito nella cancelleria del Tribunale di Napoli, quando i magistrati inquirenti le avevano messe a disposizione di tutti, Federazione compresa? La Figc si sveglia adesso e ci dice anche che ci vorranno due anni per trascriverle tutte, oltre ad una spesa di 350mila euro.
"Ma c'è anche un'altra domanda: c'è un avvocato difensore, nella fattispecie Zaccone, che dice, 'ho letto tutto'; in tre giorni aveva letto tutto, ma la verità è che non aveva letto niente o non ci aveva capito niente di niente. Lui ha chiesto la pena, lui ha chiesto...'mandateci in serie B'. Quando ci sono queste cose ti devi domandare anche perchè sono state nascoste le intercettazioni e perchè c'è stato questo comportamento".

E bisogna chiedersi perchè la dirigenza che è arrivata alla Juve dopo Moggi, Bettega e Giraudo non si è rivolta al Tar, anche a costo di bloccare tutto...
"Si è rivolta al Tar, ha fatto l'esposto al Tar difendendo noi, ma alla fine, Blatter era intervenuto con Montezemolo. E tant'è che Blatter ha poi ringraziato Montezemolo per averlo fatto ritirare. Quindi a parte tutto il resto, c'è anche da considerare la mancata difesa della società e credo sia la cosa più grave".

Se venerdì ci sarà questo confronto con Moratti, cosa gli dirà?
"Ma io non gli dico proprio niente, perchè non merita neppure di essere parlato per quello che ha fatto. Quando un teste va dal pm e dice, 'mi ha chiamato Moratti alla Saras', o meglio, 'Tronchetti mi ha mandato Tavaroli, c'era Facchetti, abbiamo stabilito che...', e hanno dato mandato a Cipriani di fare i pedimenti e le intercettazioni, credo non ci sia più niente da dire".

Queste però sono parole tue, manca la versione dell'Inter...
"No, non sono dichiarazioni mie. E' il teste che va dal pm e fa queste dichiarazioni".

Come accaduto con Marotta la settimana scorsa, noi abbiamo invitato le persone, se poi non si presentano non possiamo fare altro...
"Ma le cose di una società di calcio non vanno dette in televisione, ma all'interno della stessa società. Quindi Marotta fa bene a non venire, d'altra parte Marotta non è attaccabile, perchè ha detto chiaramente di aver seguito la linea della società. Io ho sempre detto fin dall'inizio una cosa che non intacca la Juventus, ma è un pensiero mio: ho sempre detto che non avrei comprato tutti quei giocatori, ho sempre detto fin dall'inizio che Krasic è un buon giocatore, ma tatticamente non è un fenomeno. Non sono i tre gol che ha fatto Krasic col Cagliari, come non sono i due gol che ha fatto Cavani col Cesena, a dire che questi calciatori sono dei fenomeni. Sono buoni giocatori. Poi potranno diventare anche ottimi, ma campioni mai. Il campione ha un altro modo di fare, ha un altro carisma, ha un altro piede. Questi sono corridori che però sono utilissimi alla squadra e vanno impostati nella maniera giusta. Io non faccio nessuna colpa a Marotta, dico solo che non li avrei comprati. Ma io ho un metodo di fare le squadre probabilmente diverso. Quando si dice, 'mi hanno detto di fare la squadra così'.... se a me avessero detto 'fai una squadra così', io avrei risposto, 'grazie signori', e me ne sarei andato. Questa Juventus, però, in questo momento, può tranquillamente arrivare tra le prime quattro. Il quarto posto è appetito da tutti. Adesso c'è un altro avversario, la Lazio, che ha un impianto eccellente e ha calciatori che giocano da tanto tempo insieme. E' una squadra ottima che darà del filo da torcere a tutti. La Juventus è tra quelle lì. Non ho detto che la Juventus è una squadra che non fa risultati: vince col Cagliari 4-2, perde col Palermo, non può vincere contro Inter e Milan, come rapporto di forze. Poi magari ci sono episodi favorevoli che condizionano la partita, ma al momento non è all'altezza di Roma, Inter e Milan. E' però una squadra che sicuramente si farà rispettare e che per il carattere che ha, agonisticamente parlando, vincerà molto più con le piccole che non le grandi".

Bisogna dare merito alla dirigenza della juventus che Krasic è un ottimo acquisto...
"Lo abbiamo detto tutti quanti che Krasic è un ottimo acquisto e lo sta confermando. Ma non potrà mai essere un uomo squadra perchè non ha le caratteristiche per essere un uomo squadra. Quindi bisogna costruire la squadra e mettere Krasic nelle condizioni di fare quello che sa fare, come ha fatto domenica. Però attenzione: non è il suo mestiere fare gol. Il suo mestiere è andare sulla fascia e anche difendere. Quando converge al centro, in una squadra che ha un obiettivo di gioco e dei ruoli ben definiti, può anche creare confusione. Dicono tutti che la Juve è un cantiere, ma non è un cantiere: la Juventus è una squadra discreta, con un giocatore agonisticamente eccezionale che si chiama Krasic; ma manca un centrocampo che possa dettare i tempi, manca un centrocampo che possa difendere la difesa e aiutarla a non prendere tutti questi gol; il fatto che Krasic si sposti spesso a fare l'attaccante comporta la mancanza di un rinforzo in fase difensiva. Quindi non guardiamo solo i gol. E' come il Palermo, che ha come caratteristica quella di voler giocare bene e sa giocare bene, ma dimentica di difendersi. Bisogna guardare il contesto della squadra, non il singolo. Il singolo fa bella figura perchè ha fatto tre gol, ma voglio vedere se riuscirà a fare tre gol anche a Milano. Lì metteranno un giocatore nella sua zona e non farà tre gol: e a quel punto la Juventus cosa farà? Però ti dico già ora che a Milano la Juventus farà una grande partita agonistica e da questa partita agonistica potrebbe anche ottenere un risultato positivo, perchè l'Inter non ha più la stessa fame che aveva quando c'era Mourinho".


RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.TUTTOJUVE.COM

 
 
 

Chiellini rinnova fino al 2015!

Post n°2702 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

Il difensore bianconero ha raggiunto l'accordo per il prolungamento con la società di corso Galileo Ferraris: 3,5 milioni netti a stagione per i prossimi cinque anni. Decisiva la volontà del presidente Agnelli
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Giorgio Chiellini e la Juventus proseguiranno il loro matrimonio, almeno fino al prossimo giugno 2015. Il difensore della Nazionale ha trovato l'intesa con il club di corso Galileo Ferraris questo pomeriggio, precisamente intorno alle 18:30, quando insieme all'agente Davide Lippi si sono recati nella sede della società bianconera. Chiellini percepirà 3,5 milioni a stagione per i prossimi cinque anni.

Un prolungamento tanto atteso e tanto desiderato da entrambe le parti: Chiellini avrebbe potuto trasferirsi al Real Madrid o al Manchester United quest'estate, invece ha preferito rimanere a Torino. Decisiva anche la volontà del presidente Andrea Agnelli, che ha visto in Chiellini le potenzialità per diventare non solo il leader di questa Juventus, ma anche di raccogliere la fascia da capitano per il post Alessandro Del Piero.

 
 
 

NAPOLI: PRESENTE O ASSENTE?

Post n°2701 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Il primo di ottobre è alle porte; tra tutte le ultime notizie che si stanno inseguendo (l'ultima il crollo di uno dei punti cardine delle tesi dell'accusa sull'arbitro Paparesta), si comincia a fare l'appello sui presenti e sugli assenti. Presente Abete, salvo imprevisti dell'ultimo minuto. Ad Abete va riconosciuto il piccolo cambio di rotta dell'ultimo periodo, fermo restando quelli che sono gli evidenti limiti nella gestione delle "cose di calcio". Collina ancora assente; dalle ultime notizie si attende la sua deposizione al 12 di ottobre. E poi, in elenco, Moratti, Tavaroli, Cipriani, Tronchetti Provera, Franco Baldini, Stefano Antonelli, di cui non si hanno notizie certe sulla data di comparizione. Non si hanno notizie certe perché qualcuno non ha ancora né confermato né smentito la presenza in aula.
Chiaro, è difficile che ci sia una così ricca sfilata, tutti insieme appassionatamente, il primo di ottobre, anche solo per una questione di tempistiche (e di pazienza del Giudice Casoria...che ha già dato prova di essere persona di polso, vedi deposizione Nucini), però ci viene da pensare che, soprattutto un personaggio tra questi, non veda l'ora di presentarsi a deporre.
Stiamo parlando di Massimo Moratti, ovvero il presidente del club più danneggiato dalla famigerata cupola di Moggi.
Al posto suo, noi non vedremmo l'ora di presentarci e di far valere le nostre "oneste" ragioni, dimostrando, dati alla mano, che mai ci siamo permessi di alzare il telefono e chiamare -non già i designatori arbitrali- bensì un arbitro in attività, poiché se la prima delle due cose era fortemente consigliata dalla FIGC, la seconda era del tutto illecita e vietata. Ci batteremmo per dimostrare che Facchetti non è mai andato negli spogliatoi dell'arbitro tra il primo e il secondo tempo "...con quel modo di fare di SEMPRE...", che mai ci si è occupati di griglie ("...metti Collina in prima fascia..."), e che tutto il castello di "nuove intercettazioni" è senza dubbio stato minuziosamente ricostruito in maniera tecnologica e che, sì, siamo assolutamente "onesti" rispetto a Moggi. Ci batteremmo per far trionfare la "giustizia", quella che ci ha appiccicato al petto un tricolore mai vinto sul campo, la stessa che ha penalizzato altre dirette concorrenti al titolo permettendoci di vincere anche il secondo "scudetto di fila", e tutto questo nel nome della nostra "trasparenza di gestione" e "pulizia morale" nel rapporto con i designatori e con gli arbitri.
Non sarà così; e prevediamo quello che verrà detto.
Verrà detto che certi "metodi" erano stati adottati per contrastare "la cupola" di Moggi, per arginare lo "strapotere mafioso" che debordava, in quegli anni, nella sede della Juventus...e questa tesi verrà smentita dai fatti. I fatti -difatti- dicono altro; dicono, per esempio, che negli anni della "Mafia Torinese" furono quattro le squadre a fregiarsi del titolo di Campione d'Italia: Lazio, Roma (ehm...ricordate Nakatà?), Milan e Juventus, mentre, negli ultimi quattro anni (più un cartonato) solo l'Inter ha vinto.
E ora, davanti ai fatti, cosa dovremmo pensare noi? ...ah, sì, scusate... Dobbiamo pensare che l'Inter abbia vinto cinque titoli di fila perché è stata la squadra più forte, mentre nell'era della Cupola Moggiana la Juve, quando vinceva, lo faceva rubando... Però, dai, onestamente, no?
In fondo, solo due Scudetti su cinque a disposizione.

 
 
 

i soliti bastardi della cacchetta rosa....

Post n°2700 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

Milos Krasic e i soliti sospetti
La Gazzetta dello Sport colpisce ancora.
© foto di Alberto Mariani

Non si capisce proprio perché un giornale come la Gazzetta dello Sport voglia continuare a cercare di seminare dubbi e malignità anche dove e quando non ce n'è assolutamente la necessità. In un articolo a firma G.B.Olivero (sulla splendida prestazione del Cobra Serbo di domenica sera), a un certo punto si legge testualmente:
"(omissis) Ci sono dei punti di contatto oggettivi: i capelli (con Nedved, nda), la non originalissima scelta dei nomi dei bambini, la corsa sciolta ,la velocità (tranne nella saletta dell'antidoping: ieri sera ci ha messo un bel pò...) (omissis)".
Bene; giusto per fare informazione, diciamo subito che abbiamo salvato l'articolo in questione (andasse mai a finire che non è disponibile "per motivi tecnici"...). E sottolineiamo che non è perché costoro hanno notevole "peso" che possono permettersi questo tipo di atteggiamenti; la battuta sulla questione della presunta "velocità mancata" di Krasic nella saletta antidoping è faziosa; non tutti sanno quanto tempo certe sostanze restano attive nell'organismo (ben più di tre/quattro ore, chiedere delucidazioni all'ape furibonda di Cannavaro!), e quindi c'è la chiara intenzione di insinuare, di voler tentare di protrarre il gioco al massacro dell'immagine della Juventus, inserendo nella stesura dei "pezzi" piccoli sottointesi, pronti per il lettore che non aspetta altro che leggere secondo una chiave di lettura deviata (dai media, nel tempo).
Il vento sta cambiando ed è cambiato; ne sa qualcosa proprio la Gazzetta, il cui rapporto con il club BiancoNero non è idilliaco, per presa di posizione dei vertici societari. Ne sanno qualcosa i tifosi, che hanno fatto perdere circa il nove per cento delle vendite alla testata in questione (dati recenti alla mano). Ne sappiamo qualcosa noi, che dobbiamo continuare a leggere certe insinuazioni. Non è serio gettare l'ombra del dubbio (in modo elegante, con finezza, quasi impercettibile) su un giocatore (appena diventato padre, tra l'altro...) e inasprire e inacidire ancora di più un clima che, di per sé (e sempre grazie anche alla Gazzetta) da Farsopoli è diventato insostenibile.
Questa volta non dobbiamo chiedere scusa a nessuno; verba volant, scripta manent dicevano i latini. E quell'articolo è lì, scritto, e solo da essere letto. Non abbiamo alcuna intenzione di cominciare una "guerra mediatica" né fredda né calda, ma pretendiamo il rispetto dovuto alle persone che mai hanno fatto parlare male di sé.
La cultura dell'inseminazione del sospetto, anche se solo sottointeso e piccolo, è tipica di chi non ha altri argomenti per attentare all'immagine di qualcuno, per cercare di "intaccarlo", di "danneggiarlo", di metterlo in difficoltà e condizionare lui e l'ambiente che ha intorno; e, per un giornalista, la cosa è grave.
Ora siamo noi ad aspettare le scuse per un atteggiamento che tende al diffamatorio (in modo innocente, certo, era solo una constatazione la questione della lentezza di Krasic nella saletta antidoping...beh, bastava scrivere "veloce tranne che a raggiungere i microfoni di sky"), ed è lesivo all'integrità d'immagine di Milos Krasic. Perché, si sa, si comincia "nel piccolo" e poi, dopo aver cominciato la semina, si insiste. E "da qui" non si passa più, neanche con cose piccole e apparentemente innocenti. Il suggerimento, da adesso, è di pensarci molto bene prima di schiacciare i tasti per scrivere un articolo sulla Juventus, e di mettere la stessa attenzione quando si parla ai media. Il tasto REC è sempre acceso, piaccia o non piaccia.

Link all'articolo: http://i54.tinypic.com/r0qnmd.jpg

 
 
 

Libero - La finta autopsia su Agnelli jr ...

Post n°2699 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

 
II mistero della morte di Edoardo. All'indomani della puntata de "La storia siamo noi" scoppia il finimondo.
Fonte: di Gigi Moncalvo per "Libero"

«Adesso si mettono a confutare anche le poche cose sicure. E tra queste ce n'é una che nessuno può e potrà mai contestare: l'autopsia sul corpo di Edoardo Agnelli non venne eseguita. Misteriosamente, incredibilmente, assurdamente. Ci fu solo un sommario esame medico esterno, durato poco più di un'ora. Ed eseguito da un medico che venne chiamato dal Procuratore della Repubblica nonostante in servizio quella tragica mattina ci fosse un altro medico legale».
E, altrettanto inspiegabilmente, da parte di qualcuno c'era molta fretta per avere il nulla osta per la sepoltura in modo da poter portare via al più presto il cadavere. Fonti vicine alla famiglia - "quella vera di Edoardo e di Gianni Agnelli, e non quelle che si sono "infilate" in questa storia senza averne alcun titolo e che sono state intervistate dalla Rai" che sembra aver volutamente trascurato e ignorato chi sa echi potrebbe parlare - rispondono con indignazione a una nota dell'Ansa diffusa nel pomeriggio di ieri.
Nel dispaccio, che cita anonime «fonti investigative» - che qualcuno fa risalire a chi quel giorno coordinava e guidava le prime indagini «soprattutto dall'esterno e che in seguito ha fatto una sfolgorante carriera...» - si affermano tre cose: l'autopsia venne effettuata, lo fu «per espressa volontà dell'Avvocato Agnelli», durò «oltre tre ore», fu un'autopsia accurata «proprio in considerazione del fatto che nulla doveva essere trascurato», all'esame autoptico era presente il Procuratore della Repubblica di Mondovì. È difficile trovare una serie di false affermazioni come in quelle poche righe. Tutto è facilmente confutabile. Vediamo, attraverso gli atti come andarono veramente le cose.

NIENTE AUTOPSIA - Il 23 novembre 2000, otto giorni dopo la morte di Edoardo, il dottor Mario Ellena, genovese che oggi ha 53 anni, medico presso la ASL 17 di Savigliano (Cuneo), viene convocato dal Procuratore Bausone per essere interrogato. Si limita a presentare una breve memoria "a integrazione del verbale dell'esame esterno del cadavere di Edoardo Agnelli". Nel verbale dunque si parla di "esame esterno" e non di autopsia. Il medico nella sua breve memoria, scrive di aver effettuato un primo sopralluogo a Fossano sotto il viadotto della morte «alle ore 14,30 circa».
«Terminati gli accertamenti sul posto, disponevo il trasferimento della salma presso l'obitorio comunale di Fossano al fine di effettuare l'esame esterno del cadavere, conclusosi alle 16,30». La memoria è composta di appena 17 righe: solo tre dedicate alle cause della morte, altre quattro il medico le dedica a spiegare che cosa avrebbe "visto" dentro il corpo di Edoardo se avesse eseguito l'autopsia: «L'eventuale esame autoptico avrebbe sicuramente evidenziato lesioni viscerali solo ipotizzabili dall'esame esterno, ma non avrebbe apportato nessun ulteriore elemento circa l'individuazione della causa di morte che, come già verbalizzato, è da ricondurre ad un grave trauma cranio-facciale e toracico in grande precipitato».
Quindi in due precise circostanze, di suo pugno, sotto giuramento e in una memoria scritta il Dr. Ellena afferma di aver eseguito un semplice "esame esterno". Non gli importavano altre analisi, altre prove, il prelievo di campioni, l'accertamento di eventuali sostanze nel sangue.

UN'ORA INVECE DI TRE - Il sorprendente dispaccio dell'Ansa parla, addirittura nel titolo, di un'autopsia durata "oltre tre ore". Non è vero. Lo stesso Dr. Ellena in un altro documento, stilato il 15 novembre (giorno della morte di Edoardo) - documento che fa parte del fascicolo della ASL 17 - firma l'"esito della visita necroscopica eseguita sul cadavere appartenuto in vita a Agnelli Edoardo". Il medico scrive che «l'esame esterno del corpo di Edoardo è cominciato alle 15,15 nella camera mortuaria del cimitero. La morte si ritiene risalga alle ore 11,00 e fu conseguenza di trauma cranio-facciale e toracico da grande precipitazione».
Dunque alle 14,30 il dr. Ellena ha compiuto il primo sopralluogo sotto il viadotto, poi è andato alla camera mortuaria, alle 15,15 ha cominciato l'esame esterno del cadavere, alle 16,30 - come ha scritto otto giorni dopo nella memoria consegnata in Procura - afferma di aver terminato. Ha impiegato solo un'ora e un quarto. E non "oltre tre ore". È davvero portentoso come il dr. Ellena sia riuscito nel breve lasso di tempo fra le 14,30 e le 15,15 a esaminare il corpo sotto il viadotto, stilare un primo referto, parlare con gli inquirenti, dare or- dine di trasferire il cadavere alla "morgue", salire in auto, arrivare nella camera mortuaria cominciare l'esame necroscopico.
Tutto è possibile ma tra il luogo della morte e il cimitero di Fossano ci vogliono almeno venti minuti di auto e i necrofori delle pompe funebri locali hanno certo corso non poco per raccogliere il cadavere con tutte le cautele del caso, caricarlo sul furgone, trasportarlo senza troppe scosse (vista la strada di campagna), scaricarlo al cimitero, portarlo nella camera mortuaria, stenderlo sul marmo e spogliarlo. Il tutto in tre quarti d'ora dal viadotto alla morgue. Il dr. Ellena non chiarisce un altro mistero.
Nel primo esame del cadavere, stilato dal medico del 118, l'altezza di Edoardo è indicata in 1,75 metri (anziché 1,90) e il peso in 80 kg (anziché 120). Ellena conferma anche in un'altra sede che non fu eseguita l'autopsia. Nell'intervista a Giuseppe Puppo, autore del libro "Ottanta metri di mistero" (Koinè Edizioni, febbraio 2009), il medico racconta che venne chiamato molto tardi («dopo l'ora di pranzo», mentre Edoardo era stato trovato prima delle undici), e arrivò sul posto verso le 15, anche se nel referto aveva scritto alle 14,30. «Gli inquirenti della Polizia mi dissero che per loro non c'erano problemi, era tutto chiaro».
edoardo agnelli

LE STRANEZZE - Insomma tutti erano convinti del suicidio e non si presero in considerazione altre ipotesi. «Il corpo era apparentemente intatto, a parte una ferita alla nuca». Ed è strano per un corpo di circa 120 kg dopo un volo di 80 metri. Il medico aggiunge di aver notato una sola "stranezza": «Fu data l'autorizzazione alla sepoltura immediatamente». Ma l'autopsia venne eseguita o no? «Questo lo deve chiedere al Magistrato. Il mio compito era quello di eseguire un esame esterno sul cadavere e di fornire, se possibile, una diagnosi di morte». Già, ma lei avrebbe potuto consigliare l'autopsia: perché non lo fece?
«Perché gli inquirenti mi sembrarono concordi e sicuri sul suicidio e perché io non trovai proprio niente di strano, o di contrario». Il giornalista sottolinea che Edoardo era alto 1,90 ma sul referto c'era scritto 1,75 e quindi il cadavere non è stato neanche misurato: «Beh, mi sembra ininfluente. È più che probabile che si sia trattato di una stima ad occhio... È possibile che mi sia sbagliato... Ma non c'entra niente con tutto il resto, che è invece importante». Dal libro di Puppo emerge un altro particolare. Il medico legale in servizio quella mattina era Carlo Boscardini, 48 anni, specialista in medicina legale, psichiatra forense, dottore in giurisprudenza.
«Io non ho eseguito nessun esame e non ho visto il cadavere di Edoardo Agnelli - dice il medico -. Ero in servizio, il medico di turno viene chiamato dal magi- strato, il quale, ne può chiamare anche un altro di sua fiducia. Ero a Fossano, impegnato in colloqui sociosanitari per delle adozioni. Seppi l'accaduto da alcune telefonate, all'ora di pranzo e in cuor mio mi preparai ad essere convocato. Invece nessuno mi chiamò».
E il dottor Ellena? «Era il mio superiore gerarchico all'ASL di Savigliano. Fu lui a firmare il certificato di morte, l'esame medico legale. Avendo evidentemente saputo prima di me dell'accaduto, si precipitò sul posto e furono affidate a lui le incombenze professionali. Io ho intravisto quel certificato di morte. Qualche giorno dopo il dottor Ellena venne da me e mi sventolò i fogli che aveva preparato, chiedendomi se potevo darci un'occhiata. Mi rifiutai di farlo, dal momento che non ritenevo opportuno correggere o modificare la relazione di un'ispezione cadaverica mai eseguita".
Ma perché non fu eseguita l'autopsia? "Per ché si trattava di Edoardo Agnelli. Lo chieda al magistrato...». È l'unico che può deciderla. «In casi simili viene quasi sempre decisa, magari anche per una semplice precauzione, come a coprirsi le spalle, da parte del magistrato. Ricordo un caso in cui trovammo un suicida con la pistola in mano, dopo che si era sparato un colpo in bocca e il magistrato decise lo stesso che doveva essere eseguita l'autopsia.... Il medico legale non può decidere l'autopsia, al massimo può suggerirla, altrimenti si deve attenere a quanto il magistrato dispone».
Edoardo stringe- va tra le mani della terra: è possibile dopo un simile volo che ci siano ancora funzioni vitali tali da muovere le dita? «Lo escludo nella maniera più assoluta. Quel luogo, fangoso, può al massimo attutire i segni evidenti dell'impatto, ma dopo un impatto da una simile altezza la morte è immediata». Il corpo di Edoardo aveva anche i mocassini ancora ai piedi? È possibile? «È piuttosto raro. Un paio di volte ho esaminato cadaveri di persone precipitate in montagna, ebbene le abbiamo ritrovate senza scarponi nei piedi».
Il procuratore Bausone, che ha 77 anni ed è in pensione dal giugno 2008, ha sempre respinto ogni richiesta dei giornalisti di esaminare il fascicolo sulla morte di Edoardo. In una lettera scrive che «gli atti non possono essere pubblicati» poiché ancor oggi coperti dal segreto istruttorio. Noi abbiamo esaminato il fascicolo e il mistero sulla morte e sulle indagini si infittisce ancora di più...

L'AVVOCATO - Chi, dunque, ha informato l'ANSA che l'autopsia venne eseguita «per espressa volontà dell'Avvocato Agnelli», ha inventato tutto. Se l'autopsia non c'è stata - e lo abbiamo provato - evidentemente non c'era nemmeno una "espressa volontà", o un "ordine" del papà del defunto, affinché ciò avvenisse. Se l'Avvocato avesse chiesto un simile "favore" non è difficile prevedere che sarebbe stato ascoltato. Ma il problema, in questi casi, non è la volontà o meno del padre del defunto: è la volontà o meno di fare chiarezza. E c'è da ritenere che non si volessero aprire i poveri resti di Edoardo ed esaminarne le viscere, non per un rispetto per quel povero corpo non così martoriato come un simile volo farebbe pensare, ma per evitare di scoprire quali sostanze ci fossero nel suo corpo o nel suo sangue.
Non esiste la prova che sia stato Gianni Agnelli a "pregare" che l'autopsia non venisse fatta proprio per evitare di avere la conferma ufficiale e pubblica che suo figlio era un tossico-dipendente e che forse quella mattina era in preda alla droga. Ma le esigenze di un padre e quelle della giustizia spesso divergono e queste ultime devono, o dovrebbero, sempre prevalere. Altrimenti dieci anni dopo, «anche se John Elkann ci ha aperto tutte le porte» - come ha detto Giovanni Minoli nel presentare la puntata de "la Storia siamo noi" realizzata non da lui ma da due bravi giornalisti - si rischia di far cadere sul Nonno qualche atroce sospetto postumo, invece di onorarne la memoria.

 
 
 

Krasic: "I tifosi mi commuovono"

Post n°2698 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Mariani

Durante il periodo estivo i tifosi juventini si sentivano fiacchi, non avevano molte speranze in questa squadra, non avevano un idolo per cui valesse la pena cantare dei cori. Tutti affermavano che non c'era un campione e le maglie che venivano vendute, erano le solite: Del Piero e Chiellini o addirittura senza il nome. Nell'estate del 2009 le maglie numero 28 e numero 4 di Diego e Felipe Melo erano andate a ruba e tutti ben sappiamo com'è andata a finire. Oggi però i tifosi sembrano aver riposto le proprie speranze in Milos Krasic che, dopo la tripletta contro il Cagliari ha ulteriormente scaldato gli animi. Ora si che i tifosi sanno quale maglia acquistare e quali cori cantare. Quel "Milos Milos Krasic Krasic" sulle note di "Pavel Pavel Nedved" riaffiora mille ricordi alla Scirea ed emoziona la freccia serba quasi da commuoverlo. Ecco le sue parole, riportate stamane da Tuttosport: "Sentire i tifosi che cantano il mio nome è un’emozione alla quale non riesco ad abituarmi. La prima volta mi ha fatto venire la pelle d’oca, ma anche nelle volte successive quando sento che gridano Milos Krasic mi batte forte il cuore. Non mi vergogno ad ammetterlo: mi commuove. Domenica sera, anche prima che facessi gol, cantavano per me: in quel momento ho deciso che alla fine della partita sarei andato sotto la curva e avrei regalato la mia maglia. È il minimo che possa fare per loro". Krasic, che da subito ha mostrato la sua voglia di vestire il bianconero rinunciando alle offerte del City, ha poi voluto precisare che la Juve non dipende da lui come ha detto il suo tecnico Gigi Del Neri: "Assolutamente no, la Juventus non è Krasic dipendente. Anzi, siamo un grande gruppo, giochiamo l’uno per l’altro ed è questa la nostra forza. Segnare una tripletta è stata una grandissima emozione. Voglio ringraziare i tifosi che ci hanno sostenuto durante tutta la gara. La cosa più importante, è che abbiamo vinto". Poi con un commento ha lasciato tutti basiti: "Ci sono state alcune fasi di gioco in cui non ho fatto granché". Speriamo che queste " fasi di gioco" succedano anche domenica a San Siro. Il momento decisivo per entrare nel cuore dei tifosi.

 
 
 

TUTTO FALSO!!!!!!

Post n°2697 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

Calciopoli, così ti smonto Paparesta

 
Cade uno dei punti cardine che ha contribuito alla condanna della Juve. Nuove telefonate dimostrano che l’arbitro non fu fermato dopo gli errori di Reggio. L’accusa sosteneva che il potere di Moggi aveva stoppato il fischietto barese. I fatti invece chiariscono che non è vero
ROMA, 28 settembre - Se lo vedete in tv “leggere” i casi da moviola a Mediaset, è colpa/merito di Calciopoli. Gianluca Pa­paresta, il miglior talento arbitrale italiano dopo Collina, ha di recente vin­to la sua infinita battaglia legale: esclusione ingiusta dalla Can. Al suo nome, però, sono legati ancora i destini processuali di Lu­ciano Moggi (e Giraudo in sede d’appello) a Napoli. Perché nell’immaginario collettivo e in quello pro­cessuale (sportiva e pena­le) Calciopoli è il pastic­ciaccio brutto di Reggina-Juve, 6 novembre 2004, ma anche la grigliata Bergamo-­Moggi (innumerevo­li i tentativi di imitazione come la Settimana Enig­mistica) del 9 febbraio 2005. Nell’oceano di 180 mila telefonate del fascico­lo ora acquisito anche dal­la Figc sono finalmente emerse (e saranno inseri­te nel fascicolo processua­le) alcune chiamate Pai­retto-­Paparesta che fanno più chiarezza della deposi­zione del 16 giugno 2009.

NO STOP - Rispondendo al pm Narducci, Paparesta dopo aver negato di essere mai stato chiuso a chiave nello spogliatoio («Lamen­tele e toni forti, senza pa­rolacce») , poi però parla di uno stop tecnico imposto dalla potente Juve. «Sono stato fermato per uno o due turni, poi sono tornato in B a Torino. Nell’imme­diato sono stato fermato» . Ecco la telefonata Paparesta- Pairetto del 10 no­vembre, dopo il turno in­frasettimanale in cui nes­sun arbitro impegnato nel weekend bissò la gara al mercoledì.

Pairetto: Magari domenica ti met­tiamo in B, giusto per... ma vieni in A in fretta senza fare tanta...
Paparesta: Le responsabilità si sanno, l’errore c’è stato, però.
Pairetto: Uno va in B, magari quel­la dopo già torna. Capito...
Paparesta: Sì, sì, giusto, se è una gara importante non vorrei che appa­risse... O fai la B o seconda fascia in A magari, ancora meglio. So che sarà fatto il meglio, ti ringrazio di tutto veramente per questi giorni.

Nel weekend ecco Papare­sta inserito in griglia per Toro- Venezia ( furia grana­ta per un gol-non-gol). A Torino l’arbitro porta un pacchetto di carciofini di cui è goloso Pairetto, che lo ringrazia. Poi dopo il mat­ch un’altra telefonata.

Pairetto: A Raitre dicevano che era dentro, però io non ho...
Paparesta: Dal campo non si è avuta nessuna percezione. Poi l’assi­stente diceva che stava mezzo sulla riga e mezzo dentro. Ho detto: se tu hai visto questo, lui ha fatto segno di giocare. Speriamo che sia giusta, se no ( riferimento a Reggina-Juve, ndr) quest’anno con gli assistenti?

Paparesta a Napoli non ri­corda che dal 15 novembre scatta la sosta per la na­zionale ed eccolo tornare in pista, in prima fascia al­la ripresa: il 26 novembre senza preclusioni è sorteggiato con Bertini, Collina, Farina e Rodomonti per la prima griglia che preve­de anche l’Inter- Juve delle telefonata Facchetti-Maz­zei. A Paparesta tocca Messina- Fiorentina. Telefonata del 25 novembre 2004

Paparesta: Torno alle 12.20 da Li­sbona su Roma, poi vado a casa
Pairetto: C’è una partita di A anche sabato.
Paparesta: In quel caso mi fermo a Roma.
Pairetto: Forse sì, meglio di sì.
Paparesta: Inutile che venga a Co­verciano, arrivo alle 16
Pairetto: L’unico anticipo è Siena-Roma, speriamo non sia quello. Co­munque meglio non andare a casa per poi ripartire, fermati a Roma e speriamo non sia quella la gara... ( era Siena- Roma, sorteggio vero, al­lora... ndr)

Poi il 26 novembre dopo il sorteggio:
Paparesta: Gigi (...) adesso ho sentito che me ne vado a Messina.
Pairetto: All’inizio in quella fascia c’era Siena- Roma e l’abbiamo tolta. Abbiamo tolto il rischio di fare l’antici­po: meglio un giorno di riposo in più.
Paparesta: Sono contento, ti rin­grazio di tutto.

Tra gare internazionali, partite in B e richiamo al secondo turno utile in A, per l’arbitro il danno eco­nomico è nullo. E ha “ri­schiato” di ribeccare la Ju­ve dopo un turno dal fat­taccio di Reggio... Chiede­re a Racalbuto, fermato per 9 turni effettivi dopo l’arbitraggio ritenuto favo­revole ai bianconeri di Ro­ma­-Juve.

VENERDI’ TORNA - Un salto in avanti: la madre di tutte le intercettazioni e di tutte le griglie. Anche la Caf va giù dura sull’illeci­to strutturale per il potere di Moggi “grigliare” e sape­re in anticipo le mosse di Paparesta. È la chiamata con Bergamo del 9 feb­braio 2005 in cui l’ex dg sa che Paparesta torna da un torneo in Turchia il ve­nerdì, in tempo per essere in prima fascia. «L’ha sa­puto da mio padre Ro­meo» , diceva a Napoli Gianluca. Ma ci sono tre telefonate del 6, 8 e 9 feb­braio a Pairetto che ruota­no attorno al rientro al ve­nerdì sera, massimo saba­to mattina dalla Turchia. Quanto alle griglie, beh, Calciopoli 2 e le telefonate che - piaccia o non piaccia - testimoniano che le infor­mazioni erano circolari. «Il fatto che il dirigente di una società (Moggi, ndr) ­sentenzia la Caf nel 2006 ­interferisca nel lavoro di formazione della griglia, è lesivo della indipendenza ed autonomia della funzio­ne arbitrale e (...) Moggi è in condizione di fare entra­re nella lista il nome di un arbitro (Paparesta) che il designatore non aveva pensato di dover indicare, ma anche che egli è a cono­scenza dei movimenti» .

Ecco la telefonata Pairet­to- Paparesta proprio del 9 febbraio
Paparesta: Due possibilità alle 6 di pomeriggio per arrivare alle 22.45 a Fiumicino ( di venerdì, ndr). Se no la mattina 7.50 e arrivo alle 9.45 a Mila­no (di sabato, ndr). Se c’è da tornare prima, prendo un aereo che arriva a Roma.
Pairetto: Non mi ricordo gli anticipi di sabato, sai quali sono...
Paparesta: Lazio-Atalanta poi In­ter-Roma...
Pairetto: Eh, Inter-Roma... Per for­za
Paparesta: Male che deve andare alle 9.40 di sabato sono a Milano. Se devo arbitrare sabato, però parto ve­nerdì.
Alvaro Moretti
 
 
 

Ag. Chiellini: "C'č gią l'accordo con la Juve, č tutto stabilito"

Post n°2696 pubblicato il 28 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Image Photo Agency

Intervenuto ieri sera in diretta su Sky Sport, Davide Lippi, procuratore di Giorgio Chiellini, ha spiegato la situazione contrattuale del suo assistito che, secondo l'agente, sarebbe molto vicino al rinnovo con la Juventus: "Domani (oggi, ndr) ci sarà l’incontro col presidente, Marotta, Blanc e ci saranno quindi dei passi in avanti per il rinnovo. Con la Juventus c’è un accordo di massima e diciamo che è già tutto stato stabilito”.

 
 
 

     

 

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