LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 01/10/2010
Non solo i grillini perdono la pazienza. E adesso cosa dovrei scrivere? Cosa dovrei dire? Cosa potrei aggiungere a quelli che sono stati i fatti esposti al tribunale di Napoli? I sorteggi non erano truccati (ci aspettiamo le scuse pubbliche da chi sosteneva il contrario...arriveranno?), gli arbitri non ricevevano pressioni sugli arbitraggi, le famose palline erano tutte gialle, non avevano alcuna differenza di "calore" né di "colore" (se si esclude la normale sbiaditura data dall'usura) e nessun colpo di tosse pilotava le mani che giravano avidamente nelle urne. Insomma, non potevano essere riconosciute né al tatto né alla vista; forse, data la permanenza di Baldini in bagno durante il processo, questa potrebbe essere presa come un'ammissione del fatto che potessero essere riconosciute con l'olfatto, ma supponiamo non sia un'ipotesi credibile. Riassumendo la giornata di Napoli si può dire che tutti i giornalisti hanno detto le stesse cose, e anche la testimonianza di Collina smonta le tesi dell'accusa. Egli non si limita ai soliti "non ricordo", ma aggiunge una risposta precisa e secca, alla domanda diretta se mai fosse stato "invitato" a pilotare una partita. |
Luigi Delneri, all'indomani del pareggio di Manchester, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport 24, dove ha parlato della situazione della sua squadra, anche in vista della sfida di domenica a San Siro contro l'Inter: "È stato un periodo di grandi cambiamenti - dice - di grande lavoro, un cantiere sempre aperto, però migliorato molto sotto il punto di vista dell'atteggiamento e della voglia di fare sul campo risultati importanti. Con qualche attenzione in più si potrebbe essere piu sereni, ma il lavoro sta dando i suoi frutti. Cambiamenti radicali non hanno mai portato risultati immediati, ma risultati a tempo, noi ora stiamo ottenendo buoni risultati e siamo fiduciosi per il futuro. Ho trovato grande disponibilità da parte dei rigazzi, voglia di lavorare, dare il massimo c'è sempre, ho visto grande applicazione anche su un cambiamento di mentalità e di gioco dal punto di vista tattico. La Juve trarrà grandi vantaggi da questa annata". Delneri è un veterano della panchina ma, nonostante questo, con l'entusiasmo che mette nel suo lavoro la passione è rimasta intatta: "L'entusiasmo. Alleno con lo stesso entusiasmo dei primi anni, la passione è rimasta, poi l'evoluziione nella tattica, nei campionati c'è stata, ma quello che mi è rimasto è la passione. Penso di essere arrivato per gradi a questo stadio della mia vita calcistica e di aver passato questi 24 anni con positività. Mi ispiro al Milan degli anni '80". Al mister bianconero viene criticata la "fissazione" sul modulo, il suo 4-4-2, ma il tecnico di Aquileia fa notare come il suo non sia un modulo così statico: "Sono rispettoso di tutti i modelli, più che di modulo parlerei di organizzazione di gioco, non c'è un modulo vincente ma un modello di organizzazione di gioco e ogni allenatore ne ha uno. Tutti sono rispettabilissimi. Il mio è il 4-4-2 che poi non è sempre 4-4-2, perché alla fine chi gioca con due ali gioca col 4-2-4, l'importante è che ci sia un'idea di continuità e io non cambio". In campo il tecnico ordina l'attenzione, sia in fase difensiva che offensiva, anche se in questo inizio di stagione la squadra ha subito un pò troppe reti: "13 gol subiti e 21 fatti la dicono lunga sulla potenzialità di questa squadra in attacco, se fossimo perfetti saremmo primi in classifica. Dobbiamo trovare gli equilibri. Speriamo di diminuire i gol presi aumentando quelli fatti. Mi piace capire se i giocatori capiscono dove sbagliano perché vuol dire che siamo a una svolta di mentalità, mi piace discutere con i miei giocatori. Si può migliorare sempre capendo che bisogna passare sopra gli errori". Per la Juve è subito tempo di pensare alla sfida contro l'Inter, ma Delneri non ha paura della corazzata nerazzurra: "Ci sono state tante partite importanti, soprattutto quando ho iniziato ad allenare. È una sfida che interessa a tutta Italia. La Juve è una squadra amata da tutta Italia, siamo consapevoli della nostra voglia di dare il massimo. questa è una sfida importantissima, ma ne ho affrontate altre molto più importanti e difficili per me. La affronto in maniera serena perché devo dare serenità al gruppo, se un allenatore si spaventa per una gara meglio che cambi mestiere". Il tecnico bianconero ha poi analizzato la situazione di alcuni suoi giocatori, come Amauri, Krasic e Del Piero: "Vediamo se Amauri ce la farà, siamo tornati stamattina da Manchester, vediamo come recuperiamo. Nella Juve sappiamo che non c'è nessun titolare. Milos ha ancora molti margini di miglioramento, ne sono certo, un ragazzo generoso con qualità importanti, uno che piace per forza perché è generoso, propositivo. Noi pensiamo di essere tutti Krasic, il gruppo ha questa mentalità. Quello che non voglio si ribalti mai è questa voglia di far bene di approcciarsi in campo con questa intensità, la voglia di non mollare mai. Poi a volte giochi meglio a volte peggio". Parole di grande stima sul capitano bianconero, sempre pericoloso ed in grado di mettere in difficoltà ogni difensore, anche se nessuno nella Juve è indispensabile: "Parlo di Del Piero come tutti gli altri, facciamo parte della Juve, non c'è nessuna titolarità, niente è dovuto. Si è dimostrato un grande professionista finora e ha sempre dato un grande apporto quando ha giocato, in sintonia con quello che ci siamo detti a inizio stagione. Questo è l'anno zero dove dobbiamo essere tutti utili e nessuno indispensabile". L'assenza di Mourinho, secondo Delneri, non cambierà la gara tra Juve ed Inter. Anche perchè all'Inter è arrivato un grande allenatore come Rafa Benitez: "Ho battuto anche l'Inter senza Mourinho. Non sono dipendente dal portoghese. Affrontiamo i campioni d'Europa e d'Italia, è cambiato poco, le qualità non si discutono ma noi vogliamo andare lì, fare la nostra partita a viso aperto. Benitez è un ottimo allenatore ,ha dato serenità all'ambiente, un'ottima risorsa per il calcio italiano, sta portando metodologia diversa. Ho visto che regge bene l'urto, ha giocatori che rendono molto anche cambiandoli di ruolo". Poi una battuta su Andrea Agnelli, neopresidente bianconero, che ha preso la squadra bianconera dopo la disastrosa stagione passata: "Il presidente è una persona fondamentale per noi, ha dato una sterzata di entusiasmo e di forza psicologica perché porta un nome importante che ha dato molto alla Juve. È sempre vicino al nostro gruppo, ho sempre detto che una squadra raggiunge obiettivi se ha una solidità che può reggere nel comando. Noi non intendiamo prendere la nostra linea ma quella del presidente". Il tecnico conclude l'intervista con uno slogan per la sua Juve: "Senza limiti, il che vuol dire interpretazioni diverse: Se la Juve si comporta come a Manchester il no limits può spostarsi più su". |
Dopo le voci dei giorni scorsi, da oggi è certo: Neymar (18) è un obiettivo di mercato della Juventus. A confermare il forte interesse della società bianconera nei confronti del giovane attaccante brasiliano del Santos è il suo procuratore Wagner Ribeiro che in un'intervista esclusiva rilasciata alla testata carioca Uol Esporte ha chiarito così la situazione riguardante il suo assistito: "Per Neymar la Juventus ha la priorità perchè si è mossa presto ma non è stato abbastanza. Ora il mercato è chiuso ma lo volevano già alla fine dell'anno. Io so che il Santos adesso rifiuta 35 milioni perchè hanno un progetto: vincere la Libertadores. In più, non hanno nemmeno necessità di vendere Neymar perchè lui ha un contratto di più di due anni qui". |
12:40 - E' il turno dell'ex arbitro ed ex designatore arbitrale Pierluigi Collina. E' un'altra deposizione molto attesa.
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Il presidente bianconero scrive una lettera ai tifosi prima della sfida con l'Inter, con qualche stoccata al club nerazzurro: «Questa prima parte di stagione agonistica è stata spesso accompagnata da polemiche, da opinioni e in taluni casi da attacchi veri e propri alla Juventus e alla sua storia. Una storia per noi juventini fatta di passione e molto spesso di vittorie, tutte meritate sul campo». TORINO, 1 ottobre - Andrea Agnelli ha scritto una lettera ai tifosi della Juve attraverso il sito del club bianconero in vista del big match contro i nerazzurri. Il presidente non ha esitato a riservare qualche stoccatina ai rivali dell'Inter, anche se in un tono pacato e con l'intento dichiarato di smorzare le polemiche. Ecco la lettera di Agnelli: Cari tifosi, questa prima parte di stagione agonistica è stata spesso accompagnata da polemiche, da opinioni e in taluni casi da attacchi veri e propri alla Juventus e alla sua storia. Tra poche ore si aprirà il palcoscenico su una partita che da sempre racchiude gran parte della storia del calcio. Una storia per noi juventini fatta di passione e molto spesso di vittorie, tutte meritate sul campo. Le chiacchiere degli ultimi mesi hanno contribuito ad alzare i toni, mescolando spesso i ruoli. È venuto ora il momento di occuparsi del presente. Un tempo in cui gli azionisti e il management sono da una parte impegnati a tutelare e difendere i colori bianconeri in ogni sede, con i giusti strumenti e nel modo più corretto e trasparente, e dall’altra si concentrano quotidianamente per mettere in condizione i calciatori di offrire una prestazione all’altezza dei colori bianconeri. Un tempo nel quale i tifosi, con senso di responsabilità perfino superiore a quello di alcuni dirigenti, sostengono la propria squadra anche nei momenti di difficoltà, senza cadere in inutili esagerazioni e violenze che macchierebbero l’impegno congiunto di tutti coloro che hanno a cuore la Juventus: calciatori, tecnici, dirigenti, dipendenti e milioni di sostenitori. Un tempo che dura da 113 anni e continuerà anche dopo questi novanta minuti nei quali tutti dovremo essere tifosi leali per poi tornare al nostro lavoro: la Juventus continuerà a farlo nelle sedi competenti perché le ragioni di tutti siano ascoltate e valutate con pari dignità. Forza Juve Andrea Agnelli |
Manchester City vs Juventus: tanti nomi importanti, come chi rappresenta la storia di una squadra e continua a farla, Del Piero, oppure come quello che viene considerato uno dei migliori attaccanti in circolazione, vedi Tevez, e perchè no anche Adebayor. Ti aspetti da loro la scintilla che si trasformi in fiamma, ed anche se Alex quasi quasi ci riesce scagliando contro la traversa un dardo infuocato a fine partita, i gol non sono arrivati dai signori da chi i bookie consideravano favoriti. Al decimo minuto del primo tempo, gli occhi scorgono la prodezza di uno che ormai non è più giovanissimo, il cui nome non è altisonante come quello dei suoi illustri colleghi, di poche parole, ma dotato di grande spirito di sacrificio, e, anche se lo sapevano in pochi, anche di grande qualità. Ci si riferisce alla punta, seconda punta, ala e all'occorrenza anche centrocampista di fascia: Vincenzo Iaquinta. Sì, è proprio il giocatore calabrese a sbloccare il risultato, e mica con un gol banale: siamo al decimo del primo tempo come detto, e Vince riceve palla sulla trequarti sinistra, ad almeno sette-otto metri dall’area del City, in una classica ripartenza; ieri sera era la prima punta della squadra bianconera e quindi ci si attenderebbe da parte sua una gestione del pallone, in attesa di lasciare l'incombenza di costruire il gioco a Claudio Marchiso, ed invece la storia è diversa. Iaquinta sposta in avanti il pallone e lascia partire un destro così potente e radente, da sembrare un "Gamebreaker" del famoso gioco di calcio underground per console. D'un tratto il City of Manchester Stadium si ammutolisce, e si vedono omini in bianco e nero in mezzo al campo che si abbracciano tutti come vera squadra. E Vince, solo dopo aver abrracciato tutti i compagni, mostra la maglia della gioia: "Eh no... lo fai tu!". Subito spiegata il significato della scritta. "E’ uno scherzo, ci prendiamo in giro io e due miei amici di un ristorante torinese". Poi sull' importanza del suo gol: "Ho scelto la partita giusta per segnare. Un messaggio in chiave Inter? Di sicuro abbiamo disputato una grandissima gara. Non era facile tornare a casa con un punto. Siamo sulla buona strada". Sui nerazzurri poi dice: "E noi siamo pronti e pensiamo a loro, da ora in avanti. Dobbiamo anche imparare a gestire meglio la palla, difatti abbiamo sofferto un po’". Ed in ultimo ovviamente anche un pensiero alla casacca azzurra: "Non lo so. Io vengo da un infortunio, sto recuperando la forma migliore. E poi deciderà il mister". Già Vincenzo parla poco davanti a un microfono, ma poco importa: ai tifosi ed agli amanti del calcio interessa che parli sul campo. E pensare che quest'estate doveva essere ceduto allo Zenit, perchè forse solo il suo mentore Spalletti, che lo aveva avuto ad Udine, aveva capito cosa poteva dare Vince... |
L'ex dg bianconero attacca l'Inter nel suo editoriale per Tuttomercatoweb: "Quando la Juve vinceva, i nerazzurri pensavano al passaporto di Recoba. E dovevano usare la calcolatrice...". Fonte: di Luciano Moggi per Tmw E' la settimana di Inter-Juventus: la gara che, qualcuno, ha definito dei veleni. Quando mi hanno chiesto di parlare o scrivere della sfida di domenica a San Siro mi sono permesso di dare solo giudizi calcistici ma evidentemente ho sbagliato. Mi hanno riferito le dichiarazioni di Ernesto Paolillo e dell'eco del Presidente dell'Inter, Massimo Moratti. Non volevo intervenire ma penso sia un obbligo. La Juventus deve restituire gli scudetti all'Inter? Quali? Forse quelli conquistati dalla Juve sul campo mentre in sede all'Inter erano costretti a discutere del passaporto falso di Recoba, il pupillo del Presidente. Oppure quando per vedere la classifica dell'Inter bisogna scorrere tutto il televideo e i nerazzurri dovevano usare la calcolatrice e fare la somma con almeno un'altra squadra, per arrivare ai punti conquistati dalla Juve. Il vero scudetto di cartone è uno solo: quello assegnato a tavolino, non scherziamo. Preferisco fermarmi qui, perchè domenica c'è un'Inter-Juve che non merita di essere inasprito ulteriormente. Questa gente non merita di essere definita la banda degli onesti. Poi ci lamentiamo dei toni alti, dei disordini negli stadi e dell'odio tra le tifoserie. Ma se i primi ad eccedere sono i dirigenti come il Signor Paolillo, dove vogliamo andare? Se l'Inter è quella delle ultime settimane il risultato non è affatto scontato; il 4-0 con il Werder potrebbe portare qualcuno fuori strada. All'inizio, l'Inter ha sofferto e se la Juve gioca da Juve può anche pensare ad un risultato positivo, almeno parziale. Eto'o fa reparto da solo ma Delneri deve puntare, come sempre, sulla squadra e non sul singolo individuo. Mi preoccupa, non poco, la difesa dei bianconeri. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14