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Messaggi del 03/10/2010

Alla pari...

Post n°2746 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 le pagelle di morrison da GLMDJ




Immagine IPB

0-0 a S.Siro in quel di cartonlandia per i Delneriboys. e signori questa nostra squadra cresce, gioca e cosa più importante: é Juventus negli uomini, nella voglia di lasciare ogni goccia di sudore sul campo, nel volerci provare fino a che le forze la sorreggono e già questo basterebbe per spedire una bella cartolina alle "cassandre" che continuano a spernacchiare. No problem, il tempo é e sarà sempre galantuomo. Delneri lancia Melo-Aquilani supportati da Milos a destra e Marchisio a sinistra, al principino il compito di fungere da "tappo" per un Maicon che in verità non scende praticamente mai. I primi 10 minuti sono invero di marca nerazzurra, ma il resto del 1° tempo é letteralmente comandato dai nostri con Aquilani sontuoso in regia che innesca ripetutamente Krasic che asfalta il malcapitato Chivu; purtroppo là davanti Iaquinta e Quagliarella non sono killer alla "Trezeguet" (per fare un nome a caso), ma si va al riposo con la sensazione che il pari ci stia anche stretto. Ripresa, esce un soddisfacente De Ceglie, Grygera passa a sinistra ed entra Motta, la partita rimane equilibrata per una buona metà di frazione salvo poi diventare quasi totalmente di contenimento allorquando finisce chiaramente la benzina, vuoi anche per l'impegno di giovedì coi citizens. Potremmo dire salominicamente un tempo per parte con Storari che compie il miracolo su Lucio che, educato e cortese come sempre lo scalcia; rimane negli occhi la convincente prestazione e la crescente compattezza difensiva che ha concesso un paio di sbavature e nulla più ai Canpioni d'Itaglia. Bene così ragazzi, andiamo avanti per la nostra strada; non lamentiamoci di nulla, al contrario di chi piange e invoca cartellini (oltreché scudetti fantomatici). Noi siamo JUVENTUS!

PAGELLE

STORARI 7. Da sicurezza al reparto, esce quando deve uscire e risponde NO alla zuccata del "Barone" Lucio.

GRYGERA 7. Beh, forse gli regalo mezzo punto, ma Zdenek si applica, non soffre Eto'o nel primo tempo e consiglia a Coutinho di girargli largo.

CHIELLINI 7,5. Imperiale, come da tempo non lo vedevo, Milito tocca 1 pallone, Eto'o deve svariare per toccarli, esce diverse volte palla al piede e appoggia sempre in maniera corretta. King Kong!

BONUCCI 7. Bonnie si giova di Clyde, comincia a far intravedere quello che deve fare, cioé comandare il reparto e farlo salire, un paio di aperture fuori misura (prontamente cazziato da Felipe). Pulito.

DE CEGLIE 7. E bravo Paolo! un tempo al limite della perfezione, anche una diagonale "stretta" provvidenziale su Eto'o, Biabyany cancellato. La cura Delneri - Ziegler comincia a dare frutti?

MOTTA 6. Eto'o é brutto cliente e lo porta a spasso in diverse occasioni, deve migliorare in questo e lo sappiamo, pregevoli un paio di sortite offensive.

KRASIC 6,5. Risente a lungo andare del lavoro straordinario, ma nel 1° tempo manda Chivu a prendere un antinevralgico. Devastante palla al piede in accelerazione, velenoso ogni suo cross.

MELO 7,5. Giù il cappello, filtra qualunque cosa, gestisce ogni pallone in maniera perfetta, é sempre dove deve essere, tant'è vero che Schnejder tira 1 (una!) sola volta dal limite. Se questo è il vero Melo...

AQUILANI 6,5. Comincia a calarsi nel ruolo, nel 1° sventaglia che é una bellezza, comanda il giro palla, scarica di prima per mandare a vuoto il pressing avversario; cala un po' nella ripresa, ma signori...se penso che é arrivato al posto di Purtroppo Poulsen...

SISSOKO. SV

MARCHISIO 6,5. Di zona, tiene bloccato Maicon cuce con Aquila e in questo ruolo gli si favoriscono gli inserimenti senza palla. Bel Jolly del Mister, da riproporre...

QUAGLIARELLA 6. Buon lavoro in fase di collegamento tra i reparti, tenta un paio di numeri "assurdi" dei suoi, sfiora il gol su un contropiede innescato da Marchisio; un pizzico di Killer-istinct in più non guasterebbe.

IAQUINTA 6. Vale il discorso fatto per Quaglia, perde in più qualche pallone gestito goffamente, e naturalmente si snatura a farlo giocare "pivot" centrale. Si danna l'anima e questo va apprezzato sempre.

DEL PIERO 6. Entra e sembra in palla, un paio di serpentine ed un paio di punizioni "anonime"...

DELNERI 7. Dritto per la sua strada Mister, azzecca Marchisio largo a sinistra e annulla Maicon, la difesa comincia a mettere in atto i suoi dettami, la sua creatura gioca a pallone e mai in maniera banale.

CONCLUSIONE: Naturalmente tiriamo il fiato, non cominciamo a sognare troppo, ma vedere questi ragazzi in campo dopo gli ultimi 4 anni è come conoscere una ragazza dopo 10 anni di galera. In ogni caso godiamoci i primi borbottii scocciati che arriveranno da cartoonia...quelli sono sempre buon segno...

COSA VA: La difesa migliora e in casa loro ha concesso poco, la manovra è sempre ariosa e veloce, Melo e Aquila sono davvero una bella coppia!

COSA NON VA: Oggi è mancato l’istinto omicida e quando usciamo in ripartenza siamo un po' troppo frenetici nella gestione del pallone.

UOMO PARTITA: Felipe Melo, a tratti ballava sulle punte davanti ai Cambiasso, Schnejder e compagnia. Un gradino sotto menzione per De Ceglie e Grygera, 2 che insulti ne hanno collezionati a sacchi.

FORZA JUVE

 
 
 

Del Neri soddisfatto: «La Juve è in crescita»

Post n°2745 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
 
Il tecnico bianconero: «Il primo tempo abbiamo avuto due tre occasioni, l'Inter pure. Il risultato è giusto e di buon auspicio per il futuro»
MILANO, 3 ottobre - È soddisfatto l'allenatore della Juventus Luigi Del Neri per il pareggio in casa dell'Inter: «Il primo tempo abbiamo avuto due tre occasioni, l'Inter pure, è stata una partita giusta, il risultato è giusto - le parole del tecnico ai microfoni di Sky - il bilancio è buono. Siamo più attenti, c'è più aiuto, abbiamo contenuto l' attacco del Manchester giovedì e oggi quello dell'Inter, è un buon auspicio per il futuro». «Crediamo in quello che facciamo - ha proseguito Del Neri - La squadra è cresciuta ma non dobbiamo cullarci. C'è sempre da lavorare. La scelta di Quagliarella? È stata una scelta logica, pensavo che poteva dare fastidio, per me ha giocato un'ottima partita, ha fatto attaccare poco Maicon». «Mi interessava la crescita, la convinzione - ha concluso il tecnico - questi risultati danno energie positive senza dimenticare che dobbiamo sempre dare il meglio».

 
 
 

Juve, grinta e qualità. A San Siro l'Inter trema ma è 0-0...

Post n°2744 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
Trascinata da Krasic, la squadra di Del Neri ha messo in mostra una buona organizzazione difensiva e una grande determinazione. Julio Cesar decisivo su Quagliarella e Krasic
MILANO, 3 ottobre - Spettacolo, occasioni clamorose ma nessun gol. Finisce 0-0 l'attesa sfida di San Siro tra Inter e Juventus al termine di 90' tesi ma mai banali. Trascinata da un Krasic a tratti imprendibile, la squadra di Del Neri ha messo in mostra una buona organizzazione difensiva e una grande determinazione. Tra i nerazzurri Eto'o ha confermato il suo splendido momento di forma, mentre Julio Cesar si è messo in luce con un paio di interventi decisivi su Quagliarella e Krasic. Con questo risultato i bianconeri salgono a otto punti in classifica, mentre l'Inter perde il primato a favore della Lazio.

IAQUINTA, GOL ANNULLATO - Del Neri sorprende tutti in avvio rilanciando Quagliarella al fianco di Iaquinta e spostando Marchisio sulla sinistra al posto di Pepe. Felipe Melo-Aquilani è la coppia in mezzo al campo con Krasic sulla destra, mentre in porta torna Storari. L'ala serba conferma il suo ottimo momento di forma mettendo più volte in difficoltà la retroguardia nerazzurra. Al 20' sfiora il palo dopo un ottimo inserimento centrale, mentre poco dopo mette in mezzo all'area un pallone velenoso toccato in angolo da Julio Cesar. Benitez, invece, conferma gli stessi undici che hanno travolto il Werder in Champions: in avanti il trio Biabiany-Sneijder-Coutinho dietro Eto'o. Dopo la prima mezz'ora, però, il tecnico spagnolo deve modificare i suoi piani: l'infortunio dell'ex Parma lo costringe ad inserire a freddo Milito. Nel conto del primo tempo, l'unico sussulto lo regala la Juve con un gol di Iaquinta annullato correttamente per fuorigioco. Assist, neanche a dirlo, di Krasic.

QUANTE OCCASIONI - In avvio di ripresa un cambio per parte. Nella Juve fuori De Ceglie. dentro Motta. Per l'Inter Santon prende il posto di Cordoba. La prima fiammata è ancora bianconera: al 15' Krasic si infila nella difesa nerazzurra e impegna Julio Cesar con una potente conclusione dalla destra. Del Neri ci crede e al 20' manda in campo Del Piero per Iaquinta. L'Inter però è viva e poco dopo si divora una grandissima occasione con Maicon solo davanti a Storari. La partita è spettacolare. Al 24' Julio Cesar compie un miracolo parando in uscita su Quagliarella, poi Milito manda fuori da pochi passi. Nel finale c'è spazio anche per Sissoko (fuori Aquilani), ma il risultato resta bloccato. La Juve può comunque essere soddisfatta.

 
 
 

NEDVED: "Krasic bravo e importante. Quando diventerò dirigente? Non lo so"

Post n°2743 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pavel Nedved ha rilasciato una breve intervista a Sky Sport a pochi minuti dal fischio d'inizio di Inter-Juventus. L'ex centrocampista bianconero, sta assistendo al riscaldamento della squadra di Delneri, ai bordi del campo di San Siro, in compagnia di Andrea Agnelli. Ecco le sue dichiarazioni:

Ma questo Krasic è veramente uguale a te oppure no?
"Non lo so, dovete vederlo voi. E' bravo, è importante".

Ti manca il campo?
"Sono così vicino...sapere di non poter entrare è un po' dura"

Quando diventi ufficialmente dirigente della Juventus?
"Non lo so, sono venuto a vedere una bella partita di calcio".

Dai, sei qui con Andrea Agnelli, quindi ormai ci siamo...
"E' un piacere stare qui con Andrea Agnelli in campo, è un amico e gli sono grato".

Come finisce la partita?
"Non lo so".

 
 
 

LIVE - INTER-JUVENTUS 0-0

Post n°2742 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

47'  - Fine primo tempo. Inter-Juventus 0-0.
46' -
Brivido nel finale: Eto'o pesca sul secondo palo Milito che da posizione defilatissima manda a lato.
45' - Debole conclusione di Eto'o dal limite dell'area, neutralizzata da Storari.
44' - Due minuti di recupero.
43' -
Tiro da fuori di Quagliarella, bloccato senza problemi da Julio Cesar.
41' - Cross di Milito, colpo di testa di Sneijder che termina altissimo.
40' - De Ceglie cerca l'uno-due con Iaquinta, ma il passaggio di ritorno dell'attaccante è troppo lungo.
40' - Cross di Maicon, Grygera respinge fuori area sui piedi di Cambiasso che fortunatamente spara alto.
39' - Quagliarella salta un avversario e lancia in profondità Iaquinta, che viene chiuso da Cordoba.
38' - Cross di Eto'o, Chiellini libera l'area bianconera.
37 ' - Aquilani mette in area, Julio Cesar respinge sui piedi di Krasic che ci prova ancora di destro, trovando però l'opposizione della difesa dell'Inter.  
36' - Iaquinta si procura una punizione nella trequarti nerazzurra...
34' - Entrataccia di Chivu su Krasic. Ammonito il difensore nerazzurro. Grande gara di Milos sino a questo momento.
33' - Si rialza Chivu, il gioco riprende.
33' - Chivu a terra, gioco fermo.
31' - Gol annullato giustamente a Iaquinta. Krasic mette in mezzo per l'attaccante calabrese che insacca da pochi passi. Ma Vincenzone è in posizione irregolare.
30' - Cambio nell'Inter: esce Bianiany, entra Milito
29 -
Biabiany non ce la fa. Pronto Milito.
28' - Problemi per Biabiany. Gioco fermo.
27' - Chiellini e Aquilani fermano Biabiany.
26' - Aquilani colpisce duro Cordoba.  Banti redarguisce il centrocampista bianconero.
25' - Corner battuto da Aquilani, Cambiasso anticipa Felipe Melo e regala un altro angolo ai bianconeri.
25' - La Juve continua a spingere: cross teso di Krasic, la difesa nerazzurra si rifugia ancora in angolo.  
23' - Sugli sviluppi del calcio d'angolo, Chiellini colpisce di testa ma non riesce ad indirizzare la sfera verso la porta.
22' - Cross di De Ceglie,  Melo anticipato da Lucio ancora in angolo.
22' - Juve pericolosissima ancora con Milos Krasic, che punta Chivu e calcia da posizione defilata, costringendo Julio Cesar alla deviazione in angolo.
20' - Quagliarella serve al limite dell'area Krasic che calcia al volo di destro, sfiorando il palo alla destra di Julio Cesar.
19' - Le due squadre prendono fiato dopo un inizio di gara giocato a ritmi elevatissimi.
16'- Il calcio di punizione battuto dai nerazzurri d'infrange sulla barriera.
15' - Bonucci stende Coutinho nei pressi dell'area di rigore bianconera. Ammonito il difensore viterbese.
14' - Eto'o si fa largo in area e calcia verso la porta, ma il muro bianconero respinge in angolo.
13' - Quagliarella tenta di lanciare Iaquinta sul filo del fuorigioco, ma il suo passaggio viene intercettato.
13' - Fuorigioco di Iaquinta.
12' - Tiro di Stankovic, parato a terra da Storari.
11' - Iaquinta prova un difficile assist in acrobazia per Quagliarella, ma interviene Lucio.
10' - Melo cerca Krasic con un lungo lancio sulla destra, ma Chivu fa buona guardia e appoggia di petto a Julio Cesar.
9' - Aquilani scodella in mezzo, libera in qualche modo la difesa nerazzurra.
8' - Primo spunto di Krasic, atterrato da Chivu. Punizione in zona d'attacco per la Juve. Palla sul versante sinistro....
8' - Altro angolo per l'Inter: Storari esce e blocca in due tempi.
6' - Sugli sviluppi del corner, ha la meglio la difesa della Juve.
5' - Eto'o prova il dribbling all'interno dell'area bianconera, ma Chiellini è attento e lo chiude in angolo.
4' - Fallo in attacco di Iaquinta.
3' - Corner nerazzurro, Storari blocca la sfera e la Juve riparte.
2' - Bonucci chiude bene su Eto'o. Angolo per l'Inter.  
2' - Tiro di Aquilani dalla distanza, ribatte Lucio.
1' - Partita iniziata. L'Inter muove il primo pallone. Forza Juveeeeee!!!

1° TEMPO

 
 
 

Juve: bianconeri pronti alla follia per avere Cassano...

Post n°2741 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Antonio Cassano, il nome del calciatore italiano più sognato e desiderato dai tifosi della Juventus, potrebbe essere il gran colpo che la dirigenza porterà a termine nella prossima sessione di mercato. Marotta ha chiarito, a scapito di equivoci, la posizione con la proprietà inerente alle entrate ed alle uscite. Considerando infatti, la finestra di mercato appena chiusa assai onerosa per i bianconeri, il direttore generale ha voluto ascoltare il parere dei vertici Torinesi, per conoscere i loro prossimi intenti in termini di investimenti. Tutto questo però, non aveva il semplice fine di un banale sondaggio: Marotta voleva capire quanto poteva essere realizzabile il sogno di portare il pupillo di Bari vecchia all’ ombra della Mole. La risposta è stata chiara e non lascia scampo a margini di interpretazione: ben venga per Cassano in bianconero, ma spese folli non se ne dovranno sostenere e i bilanci dovranno rimanere nella normalità. Marotta sta lavorando insieme al compagno di tante battaglie Paratici, per poter remare fortemente in questa direzione. L’ offerta da mettere sul piatto della Sampdoria deve essere ovviamente, di quelle irrinunciabili, tanto quant’ è il valore di Fantantonio: oltre a qualche milione di euro cash, l’ impressione è che nell’ affare rientreranno anche alcuni calciatori che in bianconero non trovano spazio. Proprio in quest’ottica, Beppe Marotta vorrebbe parlare direttamente e senza intermediari, con la Sampdoria e proporre un mega scambio più conguaglio economico per avere il talento barese. Grosso, che a quanto pare non sembra essere più destinato al Milan, Salihamidzic e Lanzafame: questi i nomi da dei giocatori pronti a essere spediti nella Genova blucerchiata.Tre calciatori più un conguaglio che si aggirerebbe intorno ai 10 milioni. Un affare che passerà dal giudizio della Sampdoria che non vorrebbe privarsi del suo talento, dal giudizio del presidente Agnelli, desideroso di rafforzare ulteriormente la squadra con un occhio di riguardo sempre volto al bilancio, e, ‘stranamente’, dal giudizio del diretto interessato. Troppo freschi nella memoria dei dirigenti torinesi, i ‘no’ subiti qualche mese fa dai vari Di Natale prima, e Borriello poi. La mossa è sicuramente ghiotta ma di quelle da non sbagliare, per nessun motivo. Antonio Cassano a Genova sta vivendo il suo grande rilancio nel calcio che conta: dopo la crisi che l’ ha visto eclissarsi a Roma prima, e a Madrid poi, Cassano sogna di tornare in quel palcoscenico che solo errori giovanili gli hanno tolto. Vediamola così: il ragazzo è fortemente tentato dall’avventura in una grande squadra come la Juventus, pronta ad affidargli le chiavi della propria storia, la quale però, con Cassano ambirebbe di diritto alla corsa verso il tricolore. Tanti nomi sono circolati per la campagna di rafforzamento della Juve: molti altisonanti nomi, una nuda cruda realtà. Il nome di Antonio Cassano rimane costantemente ancor oggi, legato insistentemente a quello della Vecchia Signora. Il talento barese in bianconero, probabilmente riuscirebbe a spostare quegli equilibri che in Italia ancora una volta sono a favore dell’Inter. Con un Cassano alla Juve però, anche i bianconeri potrebbero attestarsi con Inter e Milan verso il podio del campionato italiano, dando così nuovamente vita al duello infinito che contraddistingue il calcio italiano nel mondo.

 
 
 

Kick it! seconda parte...

Post n°2740 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Kick it!

Immagine IPB



Come per il precedente racconto, "Le Mani Nere", si parte per un viaggio nel tempo.
Anche qui la meta è un futuro a tinte fosche, dove i "poteri forti" governano il mondo e le menti delle persone senza farsi inutili scrupoli.
Un futuro dove questi "poteri forti" mostrano il loro volto senza tempo, che è quello delle dittature di ogni epoca e di ogni ispirazione, che mantengono il loro potere con la violenza, con la propaganda e, soprattutto, con il buon vecchio "panem et circenses".
La speranza, come la storia ha insegnato ogni volta, germoglierà dove meno ce lo si aspetta.
In un campetto polveroso di periferia dove un pallone rotola ancora...

1- CHAOS A.D.


Cazzo, cazzo, i vigilantes!! Scappate, scappate!
La voce di Sally risuonò come una sirena d'allarme all'interno del grande magazzino abbandonato. Subito tutti i presenti cessarono di pensare a quello che stavano facendo e si diedero alla fuga: chi da una porticina sul retro, chi dalle finestre, chi dalle botole del sistema di scarico. Quando i vigilantes governativi entrarono nel grande e polveroso locale, non vi era più anima viva, e solo alcune strisce di vernice rossa sui muri e sul pavimento testimoniavano che, fino a pochi secondi prima, quel grande stanzone ospitava dei fuorilegge impegnati in un'attività illegale.
Purtroppo per loro, i vigilantes stavolta erano arrivati tardi, altrimenti ora starebbero festeggiando l'ennesima retata andata a buon fine. E invece, per questa volta, a festeggiare erano i fuorilegge scampati per un pelo all'arresto.
Ma non si trattava di spacciatori di Blue Crystal o di trafficanti di schiave per il mercato della prostituzione.
Si trattava di giocatori clandestini di football.
Reato previsto dall'Articolo 2.254 del Nuovo Codice Speciale, entrato in vigore quindici anni fa.
Erano ormai quindici anni che le Leggi del Nuovo Codice Speciale disciplinavano qualsiasi materia nel paese; tra queste l'obbligo per tutti i cittadini maggiorenni di avere la Tessera del Partito Unico, l'introduzione dell'orario minimo di “informazione olo-televisiva” (cioè le ore al giorno che ogni cittadino a partire dai 10 anni doveva dedicare a seguire programmi olo-televisivi formativi affinché diventasse un cittadino modello) e, negli articoli 2.250 e successivi, tutto quanto concerne la pratica del gioco del football.
Il gioco era rimasto sostanzialmente invariato da trecento anni a questa parte: due squadre, un pallone, due porte, solo piedi, niente mani,e bla bla bla... il Governo aveva però introdotto alcuni elementi che lo riconducevano ad altri passatempi ben più antichi.
Non c'era un campionato, e le squadre che si affrontavano sotto l'egida della Federazione disputavano incontri unici, che avevano come conseguenza la deportazione della squadra perdente nei campi di lavoro forzato. Inutile dire che le due-tre squadre governative non si incontravano mai tra loro ed erano divenuti, col tempo, gli idoli delle folle.
A volte poi, per puro divertimento sadico, le partite erano organizzate pescando a caso ventidue ospiti dei penitenziari governativi. In questo caso (che era l'unico in cui l'accesso al gioco fosse consentito a non tesserati della Federazione) si introduceva una regola particolare.
La squadra vincitrice avrebbe avuto la grazia direttamente dal Console. La squadra perdente avrebbe ugualmente sgravato del costo del proprio mantenimento i bilanci dell'Amministrazione Carceraria, ma in un'altra maniera meno gioiosa.
E qualcuno dei ricchi pazienti in lista d'attesa per ricevere un trapianto d'organi sarebbe stato convocato alla clinica per la mattina seguente.
Ma come si era arrivati a tutto questo?
A seguito della grande crisi economica, il paese aveva iniziato una lenta ma inesorabile trasformazione verso l'autoritarismo, trasformandosi in una versione moderna delle piccole repubbliche centroamericane di molti anni prima.
Un “Console” eletto democraticamente dal popolo (ma in elezioni con un unico candidato) presiedeva ad un regime dittatoriale dove tutto veniva gestito da e per il governo stesso, con ampio uso di propaganda mediatica volto ad oscurare ogni cosa “sgradita” alla classe dirigente.
Questo aveva ben presto portato all'estromissione del paese da tutte le organizzazioni politiche ed economiche internazionali e, per quanto riguarda il gioco del football, anche la federazione locale era stata bandita da quella continentale e da quella mondiale per le inaccettabili ingerenze politiche che subiva ormai da anni.
Ovviamente anche in questo caso il ruolo svolto dalla propaganda di regime fu, com'era prevedibile, quello svolto dai media di ogni dittatura di ogni colore nel corso della storia in simili occasioni: esaltare ogni giorno il buon governo del Console e dei suoi uomini e capovolgere ogni verità scomoda mettendo in cattiva luce ogni tipo di avversario.
Pertanto, come il classico impiegato che, ancora seduto sul marciapiede dove è stato scaraventato dagli uscieri, grida: «non siete voi che mi licenziate, sono io che mi dimetto», l'opinione pubblica del paese aveva ricevuto quasi con orgoglio la notizia dell'uscita della Federazione locale da quelle internazionali, un'estromissione senza dubbio dovuta ad incontrollabili gelosie da parte dei “poteri forti” e ad una manifesta superiorità dimostrata negli anni da parte di tutte le squadre del Paese. O almeno questo era il messaggio che i media si sforzavano di far passare.
E, dopo tanti anni, questa era la verità storica riconosciuta da quasi tutto il paese, come è normale che avvenga: in fondo, se anche realmente il vero Paul McCartney fosse morto in una notte d'autunno tra i rottami della sua auto e sostituito da un sosia come da sempre si racconta, dopo quarant'anni alla gente sarebbe interessato poco: dopotutto, “quello”, vero o falso che sia è ormai per tutti il vero Paul McCartney, quello che cantò i saggi consigli di Madre Mary e che viveva in un Sottomarino Giallo.


2- I FOUGHT THE LAW

A seguito dell'avvento delle nuove normative, scomparve quindi il football inteso come gioco, come passatempo popolare.
O almeno così avrebbe dovuto essere.
Già, perché ben presto il proibizionismo pedatorio svelò il suo lato oscuro, come del resto è sempre avvenuto per qualsiasi tipo di divieto, dagli alcoolici, alle droghe, ai tabù sessuali.
Ragazzi di ogni età ed estrazione sociale, per non parlare a volte di rispettabili padri di famiglia, iniziarono a dedicarsi alla pratica clandestina del football.
In tutte le città nascevano squadre che riunivano studenti, operai, professionisti tutti accomunati dalla stessa passione.
Si organizzavano partite e addirittura tornei clandestini, utilizzando una fitta rete di passaparola. I campi venivano allestiti in fretta e furia in spiazzi fuori città, in fabbriche abbandonate, dovunque lo spazio lo permettesse.
Sfidando la legge.
Tira, tira!”
Il pallone partì come un fulmine dal destro dell'attaccante, ma la traiettoria si rivelò subito troppo alta (prima regola del football: calciare sempre col corpo in avanti se volete segnare e non, piuttosto, abbattere qualche colombo di passaggio): superò la porta e la recinzione su cui la stessa era stata tracciata e si diresse verso un'automobile sportiva ed il suo proprietario.
Occhio!”gridò uno dei ragazzi, ma prima ancora che l'urlo fosse completato la mano dell'uomo si era già mossa; così veloce da essere quasi invisibile, il pugno dell'uomo deviò il pallone dalla traiettoria lasciando i ragazzi a bocca aperta.
Poi, dopo il primo attimo di stupore, fuggirono in mille direzioni abbandonando il campo clandestino, il pallone e l'uomo.
Quello stesso pomeriggio Pauli, sbuffando, si recò all'Ufficio Comunale di zona per consegnare alcuni documenti di sua madre. Da che mondo è mondo, gli adolescenti di ogni paese ed epoca svolgono di malavoglia queste commissioni loro affidate, ma Pauli non sapeva ancora cosa davvero lo aspettasse.
Entrato nell'ufficio, notò subito che sulle pareti erano appese alcune immagini, vecchie di qualche anno, di squadre di football. Poi notò il titolare dell'ufficio. O meglio, la sua schiena, perché l'uomo era in piedi al centro dell'ufficio, voltato di spalle ed intento a cercare qualcosa in uno scaffale che però Pauli quasi non vedeva, nascosto dalla mole dell'uomo.
Con la spavalderia tipica della sua età, quando ti senti un po' il padrone del mondo intero, il ragazzo cercò di sollecitare l'uomo: Scusi, capo... dovrei solo lasciare questi documenti... mi mette il timbro? Avrei una certa fretta...”
La risposta dell'uomo gelò il sangue di Pauli.
Ah, hai fretta... e per cosa? Per tornare a giocare? Con lo schifo che fanno i tuoi tiri, fino a che stai lontano dal campo, fai un favore alla tua squadra”.
L'uomo che aveva parlato, e che ancora voltava le spalle al ragazzo, altri non era se non il tale che, quella stessa mattina, per poco non veniva colpito dal pallone di Pauli.
Per una frazione di secondo Pauli si vide già ammanettato e portato al più vicino centro di detenzione temporanea. Immaginò un processo ed una condanna a 10 anni di carcere. O magari a 20. O a cento. Si immaginò rinchiuso in una cella a vita tra energumeni degenerati, assassini psicopatici, stupratori, massacratori seriali (per inciso, un giocatore di football incensurato, per quanto gli fosse andata male, rischiava una forte ammenda ed un mesetto al Centro, una sorta di carcere riservato ai piccoli criminali non violenti, ma questo Pauli non lo sapeva. Ben più pesanti, invece, erano le pene previste per i recidivi e per gli organizzatori di eventi).
Gettò via i documenti e scappò, correndo più veloce che poteva.
Patty, nella camera che divideva col fratello, era sdraiata sul letto con lo sguardo fisso al soffitto.
A 19 anni basta ancora un lettore di file musicali mp8 per sfuggire ad un mondo che non ci piace, e a Patty di quel mondo, delle sue abitudini e dei suoi costumi piaceva proprio poco.
Fu allora che suo fratello entrò in casa come un uragano: rosso in viso, stravolto, biascicò qualcosa simile a sono un uomo morto, sono un uomo morto, e senza neppure salutare la sorella aprì il guardaroba ed iniziò a tirare fuori tutti i suoi vestiti.
Patty capì che doveva essere effettivamente accaduto qualcosa di grave: pensò che, forse, suo fratello era stato beccato con una bustina di Erba del Paradiso, o che magari aveva messo la pagnotta nel forno di qualche amica dal padre manesco.
Si alzò, si avvicinò a quel ragazzo a cui sempre più spesso doveva togliere le castagne dal fuoco, fin dal giorno che il loro padre era saltato per aria in un attentato dei Terroristi Neo-Crociati.
Lo calmò, per quanto fosse possibile, e si fece raccontare tutta la storia dal principio.
Era di nuovo ora di entrare in azione per risolvere i guai che Pauli aveva causato.
Dopotutto una sorella maggiore serve anche a questo.

 
 
 

-8 AL KICK-OFF: TUTTO DA MILANO

Post n°2739 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Mancano otto ore al calcio di inizio e nei tifosi bianconeri comincia a salire un po' di tensione in vista della partita di stasera. Che partita sara'? Riuscira' la Juventus a uscire indenne da San Siro? Partita difficile in cui Del Neri sembra orientato a puntare su tre giocatori freschi. Felipe Melo, Aquilani e Amauri che potrebbero dare quel qualcosa in più alla causa.

Dall'altra parte un'Inter che ha recuperato alcuni pezzi pregiai e pronta a scendere in campo con il coltello tra i denti e con un Milito in più e un giorno di riposo a favore.

Ecco le formazioni probabili a otto ore dall'inizio:

Inter (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Cordoba, Chivu; Stankovic , Cambiasso; Milito,Snjiderr, Biabiany Eto'o.
All.: Benítez.
A disposizione: Castellazzi, Mariga, Santon, Muntari, Materazzi,Mancini, Coutinho.

Juventus (4-4-2): Storari; Grygera, Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Krasic, Felipe Melo, Aquilani, Pepe; Iaquinta, Amauri.
All.: Delneri
A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Motta, Marchisio, Martinez, Quagliarella, Del Piero.

 
 
 

TREZEGUET avvisa l'Inter: "La Juve è la Juve, può battere chiunque. Agnelli vincerà tantissimo"

Post n°2738 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Francesco Cherchi


Sarà il primo derby d'Italia senza David Trezeguet, uno che nel corso della sua lunga ed onorata carriera ha spesso giustiziato l'Inter. Ora il bomber franco-argentino veste la maglia dell'Hercules Alicante, ma sulle colonne del "Corriere dello Sport" "gioca" in anticipo la partitissima di stasera: "La vittoria a Milano di tre stagioni fa? E' stata una partita molto bella che affrontammo con un distacco importante dall'Inter in classifica - ricorda David -. Anche se eravamo praticamente tagliati fuori dalla corsa per lo scudetto, volevamo vincere e vivemmo una serata emozionante. Se stavolta i bianconeri potranno bissare l'impresa? Se gestiscono bene il match possono vincere. La Juve è la Juve e può battere chiunque. Inter più rodata? Sicuramente la Juventus ha cambiato molto e come tutte le formazioni rinnovate ha bisogno di tempo per trovare un'identità. Per giunta giocherà in trasferta, contro un'avversaria forte e consapevole delle sue potenzialità. I rischi, dunque, ci sono, ma la Juve ha a disposizione un gruppo importante ed esperto. Anche per la squadra che in questi anni ha vinto di più in Italia non sarà facile. Nerazzurri ancora favoriti per lo scudetto? Sì perché è reduce da parecchi successi e ha cambiato poco a livello di giocatori. La differenza la sta facendo la mentalità vincente e la conferma arriva dall'ottima partenza che ha avuto in campionato. Direi che è la squadra da battere. Rammaricato per aver lasciato Torino? La Juve ha deciso per un ricambio generazionale e ha puntato sui giovani. In ogni storia c'è sempre un inizio e una fine e dal mio punto di vista era terminato un ciclo. Era giusto lasciare spazio ai giovani motivati che erano arrivati. Con i dirigenti mi sono lasciato bene, ma anche con i compagni e i tifosi c'è ancora feeling. A Torino ho avuto la fortuna di trascorrere un periodo fantastico della mia carriera e ho conosciuto tante persone eccezionali. Una di queste è Andrea Agnelli: lo stimo molto e, dopo aver avuto l'onore di conoscere Gianni e Umberto Agnelli, sono convinto che anche lui otterrà gli stessi importanti risultati dello zio e del padre. Basta dargli tempo. Come mi trovo all'Hercules? Bene. Gioco in un campionato dIverso, più divertente e tecnico di quello italiano. Sicuramente qui c'è meno pressione, ma si lavora ugualmente sodo. Ho trovato un bel gruppo e nonostante i traguardi siano diversi rispetto a quelli per cui ero abituato a lottare, mi diverto. Vi assicu­ro che ho ancora voglia di giocare e di segnare. Spero di dimostrarlo anche a Madrid contro il Getafe".

 
 
 

     

 

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