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Messaggi del 05/10/2010

Altro che anni 2000, c'è chi è mentalmente fermo al 1600!

Post n°2763 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Cronaca di un processo senza senso.
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Le parole dell'avvocato Prioreschi negli ultimi giorni hanno lasciato il segno su uno dei processi più inutili e insulsi mai visti non solo collegati allo sport ma nella storia giudiziaria diremmo in generale. "Un processo basato sul nulla" ha affermato il legale di Luciano Moggi e, anche chi sta seguendo con attenzione gli sviluppi della situazione in atto a Napoli non può che dare ragione all'avvocato. Prove inconsistenti e facilmente confutabili, teste dell'accusa che puntualmente smentiscono l'impianto su cui i pm stanno poggiando, indagini condotte come in un film di fine anni settanta primi anni ottanta con protagonisti Alvaro Vitali e Lino Banfi e pm che vanno ospiti in studi televisivi a magnificare la "solidità e verità dell'impianto accusatorio" salvo poi addirittura presentarsi con quasi tre ore di ritrardo all'ultima udienza, quasi come se non ci credesse più nemmeno chi ha scatenato questo putiferio. Signori questo è il processo di Napoli, il processo a Luciano Moggi basato sull'ipocrisia e l'invidia. Chi conosce la storia degli Stati Uniti sa cosa succedeva a fine diciassettesimo secolo nei puritani stati dell'est, stiamo parlando della caccia alle streghe. Processi sommari basati su accuse come "il suo raccolto è migliore del mio" o "è più bella di mia moglie" per finire a "il suo bucato è più bianco del mio". Tutte banalità che valevano, allora, la condanna a morte per massaie e casalinghe definite streghe soltanto perchè magari più fortunate, più brave nel loro lavoro o baciate da madre natura. Non vi ricorda qualcosa? E già, dopo le leggende metropolitane demolite come castelli di sabbia (dal caso Paparesta ai sorteggi fino alle sim svizzere) c'è ancora chi imperterrito marcia con sontuosi paraocchi lasciando commenti privi di logica a margine degli articoli dei colleghi su altri siti dove è possibile fare ciò del tipo "La verità sta venendo a galla: la Juve sarà radiata" oppure "Moggi all'ergastolo". Ci chiediamo se questi signori vivano sulla luna oppure come mentalità stanno fermi a quel periodo sopra citato, optiamo per la seconda dato che di appartamenti o ville sulla luna ancora non sono stati costruiti. Sanno che tutte le loro storielle sono cadute e che rischiano la querela per diffamazione presentandole, anche solo come commenti anonimi, come vere? Infine ultime postille e ultimi sassolini da levare dalle nostre scomode scarpe. Prima cosa: c'è chi in questi giorni sta contestando la sentenza del perito Roberto Porto secondo cui a dire "metti Collina" nell'intercettazione tra Bergamo e Facchetti sarebbe il compianto presidente interista. Ora d'accordo che per i colori nerazzurri possa essere difficile da accettare, ma a dirlo è una parte terza non interessata, per quale motivo dovrebbe mentire? Ah già, Moggi ha le mani in pasta ovunque e avrà corrotto pure questo perito.... Seconda ed ultima cosa: non sarebbe ora che Gianfelice Facchetti (e anche qualcuno di altro ma per ora lasciamo perdere) presentasse le sue scuse a Massimo De Santis, querelato dalla famiglia dell'ex terzino interista per aver detto di aver parlato più volte con Giacinto (cosa tra l'altro risultata vera), e ai signori Maurilio Prioreschi, Paolo Trofino e Nicola Penta, definiti "barboni" proprio per l'intercettazione prima commentata, visto che in entrambi i casi ha commesso un palese buco nell'acqua? Chiedere scusa non è reato caro Gianfelice, pensaci e vedrai che tale passo ti farà onore.

 
 
 

Juve, dopo il riposto riprende la preparazione...

Post n°2762 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
I bianconeri torneranno al lavoro dopo i due giorni di riposo concessi da Del Neri. Nessuna squalifica dopo la partita contro l'Inter
TORINO, 5 ottobre - Ultimo giorno di riposo per la Juve che domani tornerà al lavoro dopo il pareggio con l'Inter in campionato. Il gruppo riprende la preparazione e, come rende noto il sito del club bianconero, in programma c'è una seduta pomeridiana (inizio ore 15) allo Juventus Center di Vinovo. Sarà il primo di quattro allenamenti che i bianconeri sosterranno questa settimana, per via delle Nazionali. Nazionali che hanno portato lontano cinque giocatori, pertanto sarà un gruppo ridotto quello a disposizione del tecnico Gigi Del Neri. Assenti Bonucci, Chiellini, Marchisio e Pepe, che continuano il lavoro con gli azzurri di Prandelli, e Krasic impegnato con la sua Serbia.

NESSUNO SQUALIFICATO - Nessuno squalificato in vista del match contro il Lecce. Dopo la gara di domenica sera a S. Siro non sono scattate sanzioni. I due ammoniti al Meazza non erano a rischio squalifica. Bonucci ha raggiunto quota due, Motta ha preso il primo cartellino del suo campionato. L’unico bianconero in diffida resta Claudio Marchisio.

 
 
 

Tra Tevez e Mancio volano parole grosse, la Juve intanto sta alla finestra...

Post n°2761 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Rottura tra il tecnico dei citizens e la stella argentina, i bianconeri sognano il colpo.
© foto di Image Photo Agency

Si è sfiorata la rissa durante l'intervallo tra Manchester City e Newcastle di domenica pomeriggio stando a quanto riporta il Sun.Carlos Tevez e Roberto Mancini dopo un'accesa discussione in cui l'argentino si sarebbe lamentato in modo violento per la scarsa copertura sulla sua fascia nei confronti del tecnico che avrebbe reagito insultando pesantemente Carlitos arrivando quasi allo scontro fisico evitato da membri del staff e altri giocatori. La rottura tra i due potrebbe portare ad una separazione a gennaio, la Juventus è pronta a sfidare l'Inter per assicurarsi le prestazioni del ribelle di Buenos Aires puntando a lui come grande colpo per il mercato invernale in grado di alzare ulteriormente le ambizioni della truppa di Gigi Delneri.

 
 
 

Juve, Cobolli Gigli: «Ranieri avvertì l'ombra di Lippi»

Post n°2760 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

  
L'ex presidente bianconero, a Sky Sport, rivela: «La sensazione era che i giocatori cominciavano a non ascoltarlo più». «Calciopoli? Mi domando perché certe telefonate non sono venute fuori al momento giusto». «Del Neri? Non l'avrei consigliato, ma è un ottimo professionista»
TORINO, 5 ottobre - «Credo che Ranieri abbia fatto un ottimo lavoro alla Juventus. E che nelle ultime settimane del campionato in cui è andato via avesse percepito che da parte della proprietà non ci fosse più il 100 per cento di fiducia nei suoi confronti e pensasse, come gli capita spesso di pensare, che ci fosse l’ombra di Lippi dietro di lui». A rivelarlo è l'ex presidente della Juve, Giovanni Cobolli Gigli, intervenuto ai microfoni di Sky Sport 1 nella trasmissione Speciale (E’ sempre) Calciomercato. «C’era quest’ombra? Io penso di sì -racconta Cobolli Gigli-. Cerchiamo di essere chiari. Blanc aveva proposto a Lippi di venire a fare l’allenatore della Juventus prima di ingaggiare Ranieri. E Lippi decise di non venire perché voleva ancora stare fuori dall’ambiente calcistico per aspettare la sentenza del processo che riguardavano suo figlio. E quindi il pensiero su Lippi era un pensiero oggettivo. Che poi ci fosse anche un altro retro pensiero che poteva pensare di vedere Lippi, alla fine del suo impegno di c.t. azzurro, di nuovo ad occuparsi con qualche ruolo evidentemente molto importante nella Juventus, io questo lo suppongo».

IMPRUDENZA - "Galeotto" fu l'incontro con l'ex Ct azzurro, noto come "il pranzo della focaccia" che diede il via alle voci sul ritorno di Lippi. «A posteriori si può dire che l'incontro fra Blanc e Lippi fu una piccola imprudenza -ammette l'ex presidente bianconero-. Si poteva cercare di trovare un ambiente più riservato. Diciamo che fu una superficialità, dovuta anche alla non conoscenza di quella che è l’attenzione che gli italiani danno a tutte queste cose. In quel momento lì, Blanc incontrò Lippi, poi Ranieri andò avanti e fece delle ottime cose e quando ci trovammo con la Juventus che stava gradualmente scivolando, con la sensazione che i calciatori cominciassero a non ascoltare più Ranieri come avevano fatto in passato e con la prospettiva di finire quarti, avendo ancora l’ambizione di arrivare secondi, prendemmo la decisione di arrivare alla sostituzione del tecnico».

RINGRAZIAMENTI - Cobolli Gigli ci tiene, comunque, a sottolineare il buon lavoro dell'attuale tecnico della Roma. «Lui ci rimase sicuramente male ma io devo ringraziarlo per tutto quello che ha fatto -conclude-. E gli auguro di fare un ottima stagione anche quest’anno, anche se purtroppo alcuni incidenti di percorso li ha avuti».

GRANDE KRASIC - Cobolli si sofferma anche sulla 'nuova' Juve, da Krasic a Del Neri: «Krasic mi ha impressionato e mi ha fatto dimenticare la delusione della cessione di Diego, che credo sia stata funzionale all’acquisto di Krasic. A questo punto, ben venga la cessione di un grande campione come Diego perché Krasic credo che s’integri meglio nel gioco della squadra».

"STOCCATINA" - «Del Neri? -prosegue - Non l’avrei consigliato perché ne avevo in mente altri ma che Delneri sia un professionista e abbia delle idee chiare sul calcio, questo è fuori dubbio. Viene da una grande gavetta, ha ottenuto i primi risultati di livello internazionale l’anno scorso con la Sampdoria. Io l’ho incontrato quando era allenatore dell’Atalanta e ho di lui un ricordo divertente. In una partita molto animata dell’Atalanta a Torino, la Juventus ha vinto un po’ fortunosamente perché l’Atalanta giocava bene e Delneri alla fine parlò di poteri occulti. Francamente di poteri occulti non ce n’erano e credo che anche Delneri, essendo andato alla Juventus, si sia reso conto che non esistono i poteri occulti».

CALCIOPOLI - L'ex presidente parla anche delle nuove intercettazioni legate a Calciopoli: «Il contenuto di quelle telefonate avrebbe potuto cambiare il processo sportivo? E una mia grande curiosità è perché queste telefonate non sono venute fuori al momento giusto. Assisto agli ultimi dibattimenti in aula con curiosità e con rimpianto per la penalizzazione subita dalla Juventus, che appare sempre più eccessiva». E sul "tono" delle telefonate di Facchetti e quelle di Moggi aggiunge: «Non le ho sentite così bene francamente. E comunque penso che spetterà ai giudici dare il giudizio e che è importante che ascoltino queste telefonate. Io voglio precisare una cosa: sono entrato nella Juventus come Presidente perché me lo ha offerto il Dottor Gianluigi Gabetti, e poi anche l’ingegner Cane e il dottor Sant’Albano. Mi è stato detto di fare il Presidente di una società quotata in borsa, indipendente, non coordinata dall’azionista di maggioranza, con un Consiglio di Amministrazione indipendente che governasse la società. Dopo di che, ho preso atto di tutto quello che era stato detto del passato nei confronti della vecchia dirigenza, sono stato e sono amico personale di Giraudo, anche se non lo vedo più. E non mi sono mai permesso di esprimere un giudizio personale».

STRATEGIE - «Dopo un momento in cui avevamo pensato di rivolgerci al Tar, di non farlo più perché volevamo rimanere nell’ambito del processo sportivo», racconta ancora Cobolli. «Politica troppo debole? -aggiunge- Rispondo che rifarei le stesse cose che ho fatto allora, contestualizzandole in quel momento. In quel momento la situazione era quella. Io mi sento abbastanza tranquillo di quello che ha fatto la Juventus, la Dirigenza della Juventus, il Consiglio di Amministrazione della Juventus nel contesto in cui la Juventus si trovava in quel momento».

AGNELLI IL FUTURO - Cobolli dice poi di aspettarsi molto da Andrea Agnelli: «Mi aspetto molto, anche perché lui ha messo in gioco se stesso, il nome degli Agnelli e questo è estremamente importante per i tifosi della Juventus. Mi aspetto molto perché credo che sia un giovane intelligente. Naturalmente è giovane e quindi mi auguro che abbia anche l’intelligenza di sapersi far consigliare». «E’ intelligente, simpatico e determinato. La simpatia conta. E quando dico simpatico, intendo dire che Andrea Agnelli è una persona che fora la televisione, piace alla gente, è capace di andare verso i tifosi, si spende per loro, perde tempo a firmare gli autografi e vuole bene ai tifosi -conclude-. Credo che questo sia un fatto importante. E poi voglio aggiungere che Andrea Agnelli ha avuto alle spalle prima di tutto suo padre Umberto, che era un grande dirigente, un grande conoscitore di calcio e una persona verso la quale nutro ancora molto riconoscenza».

 
 
 

Beha su Calciopoli: "Nel 2006 la Juve s'è presa una botta, gli altri no. Ora la verità!"

Post n°2759 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Nella consueta rubrica sportiva del fattoquotidiano.it, il noto giornalista Rai, Oliviero Beha, ha parlato del derby d'Italia tra Inter e Juventus e soprattutto dell'annosa vicenda di Calciopoli, auspicando "maggiore chiarezza e verità". Ecco il suo intervento, trascritto da TuttoJuve.com: "'Far finta di essere sani', cantava Giorgio Gaber, uno degli italiani che rimpiango di più. E facciamo finta che sia sano anche questo campionato di calcio, questo calcio; certo ci aiuta molto il derby d'Italia, Inter-Juventus: una buona partita, non straordinaria, ma buona, giocata con intensità, con un arbitro più che accettabile...insomma, sembrava davvero una partita di calcio, che di questi tempi è davvero una cosa fuori dell'ordinario. E pensare che la settimana era passata con alterchi, attraverso i giornali, le televisioni, fra due cognomi famosi, Agnelli e Moratti; Agnelli che, forse, a quanto pare, rivuole lo scudetto di cartone dopo calciopoli; Moratti che dice: 'No, siete voi che dovete ridarci tanti altri scudetti'. E' emozionante questa querelle, soprattutto è emozionante perchè non rende giustizia all'Inter di oggi e alla Juventus di oggi o di ieri che, ripeto, sono due buone squadre e si giocheranno il campionato, soprattutto l'Inter, fino in fondo, e nelle coppe Europee è presumibile che facciano bene; hanno le condizioni per fare bene ognuna nella rispettiva coppa europea. Però dicevo che Agnelli e Moratti se le sono dette di santa ragione. Allora la vera domanda è: il calcio era pulito ai tempi di Allodi, dell'Inter del Moratti senior, Angelo? Nessuno ricorda niente degli Anni Sessanta, sono tutti troppo giovani? Io ci ho scritto sopra un libro, 'Indagine sul calcio', che ha fatto la storia del calcio, dall''82 al 2006, insomma, 24 anni di calcio, uno trova tutto se vuole. E' per dire che le cose partono da lontano e che adesso il processo di Napoli a Calciopoli, della giustizia ordinaria, forse serve a darci più verità: non a dirci quanto era onesto o disonesto Moggi e basta, o quanto era innocente o non innocente Moratti, o Facchetti, o Galliani, o Collina o tutti quelli che volete. E' una richiesta di maggiore verità che dovrebbe riguardarci tutti, ma non come tifosi dell'Inter o della Juve o di chi sia, come cittadini. Non volete sapere più verità su Calciopoli? Non volete sapere più verità su tutto questo Paese? Sui misteri, sulle nefandezze di questo Paese? Io mi auguro di sì. E' questo che collega il calcio al resto, la nostra voglia di sapere. Certo poi anche di godere del calcio, come si è fatto per Inter-Juventus, ma insomma in generale di saperne di più. Per dirla proprio molto sinteticamente: ne sono successe da anni di tutti i colori, sia all'Inter che alla Juventus. Quindi che loro rivendichino una verginità del 2010 non sta bene, non sta veramente bene, supera il livello della decenza. Il problema però è che la Juventus se l'è presa una botta nel 2006 e gli altri no. E' questo che dà forza alle rivendicazioni di chiarezza, di maggiore chiarezza, di maggiore verità della Juventus; è questo che fa sembrare tutto quello che dice l'Inter qualche cosa che serve a mettere il tappo alla bottiglia. E io non sono d'accordo. Io non sono certo pro-Juve o contro Inter: no, sono per saperne di più".

 
 
 

E’ rosso! Fermati!

Post n°2758 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di Edgar 74

Ma che te lo deve dire il vigile?

Cari amici che avete molti più scudetti di quelli che meritereste, cioè zero per la marmaglia a tinte malinconiche blu e nere, prendo spunto per il titolo di questo articoletto/boutade dalla querelle che il buon
Zampini ha avuto ieri con il Gianni Brera della Nord, il classico bauscia, che in milanese vuol dire "saliva", ma che in italiano vuol dire "uno dei due gioielli di famiglia".

Il Fenomeno, lui si, mica quel ciccione che scendeva le scalette dell'aereo come un gerontopatico, sosteneva, fra una cretinata e una smentita del buon nostro, che nel famoso Inter-Juve 1-2 del '06, l'ultimo vero che si sia mai giocato, avremmo rubato (e ti pareva...) perché il gol di Adriano su punizione era regolare. Zampini, ma che pazienza quest'uomo, gli spiegava che una punizione di seconda non si può calciare direttamente in porta, come fece il magutto. Ecco che il Fenomeno rispondeva, sdegnato, che "l'arbitro poteva anche dirglielo, al beone". Eh si, l'arbitro col braccio alzato è un nostalgico del ventennio, mica segnala una punizione di seconda... Della serie: se vedete ad un incrocio un "coso" che ha illuminato in alto un disco di colore rosso, fermatevi, perché siete ad uno stop e non ci sarà il vigile a dirvi di farlo.

Direte voi: ma che cattivo che sei, mica tutti gli interisti sono "Fenomeni" come il Brera della Nord, il bauscione che fa rima con "uno dei due gioielli di famiglia"... Magari amici che di scudetti ne avete fin troppi, magari...
L'AD e il presidente di tutti coloro che fanno rima con "due dei due gioielli di famiglia", insomma i bauscioni Gianni Brera della Nord, sprezzanti del senso del ridicolo (querelarli sarebbe solo una perdita di tempo e un insulto all'intelligenza del giudice che dovrebbe presiedere al processo), affermano che la Juve non solo non dovrebbe richiedere indietro ciò che le spetta, ma anche dare qualcosina in più, ovviamente a loro.

L'AD con la "lisca", perché l'erre moscia ce l'aveva Gianni Agnelli e non mi pare bello accostarlo in nulla a certi personaggi, fa l'ultrà convinto, cavalca il rinnovato sentimento popolare, spalleggiato in tutto e per tutto dal suo presidente, quello col sorriso che si intona alla grande con le cravatte marroni.

Sentimento rinnovato da un altro Fenomeno di provincia, il mitico
Pane (noto negli ambienti come LitPanen), fuoriclasse dell'Empoli di Spalletti, che si ricorda bene come allora si rubasse, ma come, tristi e demoralizzati, nessuno denunciasse i fatti.


E non solo si rubava, ma ci si dopava anche: no, maliziosi, non mi riferisco a Georgatos, ma al mito che fu, il pelato coi muscoli di Schwarzenegger, colui che fece stupire Zeman della sua crescita muscolare. Per lui bisogna scordarsi tutto; come succede in certi paesi, dove si dice che comandi la mafia

Che dite: seguiamo l'esempio di
Vialli
e lasciamo stare? Tutti ladri? Tutti dopati? Il buon Gianluca si commenta da sé, come le sue telecronache skyfose...

E l'altro
gemello in doriano ? Quello coi capelli di Sgarbi e le zampe di gallina come una vecchia fanatica della tintarella? Lui amava la Juve! Siete voi che a forza di ingozzarvi di scudetti interisti non vedevate quel sentimento nobile! Eh si, perché se la insultava da doriano e da laziale quando giocava, da viola, da laziale e da interista quando allenava (parola grossa, me ne rendo conto...) era solo per amore. Come dite? Nessuno di voi rientra in casa salutando la moglie con un "ciao, zoccola"? Perché non amate di vero amore come, come quello del Mancio per la sua Juve...

E poi anche l'italiano più italiano di tutti voi tifava Juve!
Mr. Mario Balotelli ... Ma quanta gente ama la Juve... Strano, perché camminando per strada sento sempre dire la solita parola: LADRI!

Voglio chiudere con un ringraziamento sentito a tutti i vostri fegati, amici rancorosi di Lega Pro: un buon bicchiere di cardo mariano accompagnato da una compressa di Deursil ve lo offro volentieri io, che tanto ho la moglie farmacista e quando rientro la sera a casa la saluto con un bacio e non dandole della zoccola; perché io sono juventino. E tutti gli altri sono Materazzi.

 
 
 

Quantità e qualità: è la coppia Aquilani-Melo...

Post n°2757 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

I due sembrano integrarsi alla grande. Il brasiliano sembra essere rinato, il centrocampista ha ancora ampi margini di miglioramento.
La rinascita della Juventus, passa da loro
© foto di ALBERTO LINGRIA

La sua condizione sta crescendo, come quella della Juventus. Nella partita contro l'Inter ha illuminato il primo tempo bianconero, e, con il tempo, ci si attende la continuità tanto attesa, sia per il giocatore che per la squadra.

A tal proposito, ecco le parole del romano bianconero, riportate da Tuttosport: "Sono contento per la mia prova e per quella della squadra. il risultato ci ha dato un'iniezione di fiducia e ci ha fatto capire che possiamo giocarcela alla pari con l'Inter. Vedo positivo: stiamo costruendo una grande squadra. A livello personale, sto crescendo, ma devo trovare ancora la giusta condizione fisica".

Inoltre, sembra che l'affiatamento con Felipe Melo sia molto solido, tanto da dare l'impressione che i due giochino insieme da tanto tempo, e non da due partite. I due riescono a dividersi i compiti alla perfezione, esaltando le caratteristiche sia del brasiliano (in fase di interdizione) che dell'italiano (dare idee alle manovre della squadra). Tutto ciò si è visto nella partita contro l'Inter: Melo blocca le ripartenze avversarie, mentre Aquilani illumina il centrocampo bianconero con giocate di grande intelligenza: sa già dove deve andare la palla e, soprattutto, che Krasic è il giocatore al quale affidare la manovra offensiva bianconera, che sta mettendo in imbarazzo molte difese della serie A, compresa quella dei neroazzurri. Il ragazzo sembra integrarsi anche nel centrocampo a 3 (durante la partita contro l'Inter, in fase offensiva, è stato preferito il 4-3-3). Non è un caso che, uscito Aquilani, siano calate anche le idee della Juventus (il cambio, ovviamente, è stato dettato più da motivazioni fisiche che tattiche).

I margini di crescita ci sono: dove può arrivare Aquilani (e con lui, la Juventus)?

 
 
 

Agnelli vuole lo scettro di re del mercato: blocca Dzeko!

Post n°2756 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Del Piero, il campione la cui classe è immortale, ma le gambe un po’ meno; Iaquinta, che si danna l’anima per la squadra, ma non potrà giocare sia in campionato che in coppa senza mai riposare, nonostante la sua generosità; Amauri, che vorrebbe mangiarsi ad ogni partita palla e porta avversaria, ma che è costretto spesso e volentieri a stare fermo ai box; Quagliarella, l’ultimo arrivato, che ce la mette tutta, ma lui il fisico e la freddezza da prima punta non li ha mai avuti. Come si nota urge una punta centrale giovane, forte fisicamente, che abbia tanti gol nelle gambe e nella testa e che sia disposto a sacrificarsi per la squadra. Un campione insomma, di quelli annunciati, che sia una sicurezza, che “faccia fare il salto di qualità” come ha affermato solo ieri il dg Marotta. Cosa avranno nella testa i dirigenti juventini? Il colpo è stato effettuato o è in procinto di compiersi? Questa è la domanda che si pongono tifosi, addetti ai lavori e soprattutto le testate italiane. Bisogna procedere per gradi. La Gazzetta dello Sport in prima pagina fa un toto mercato sulle squadre italiane, e tra queste la più attiva è proprio la Juventus, che sembra essersi ripresa dopo un avvio non proprio convincente, tanto da spingere la società a volere far fare il decisivo salto di qualità alla squadra. Di cross in questo avvio di stagione ne stanno arrivando a bizzeffe in aria di rigore avversaria, manca effettivamente un giocatore che faccia il finalizzatore di mestiere. Secondo la rosea, il sogno della Vecchia Signora fa di nome Fernado e di cognome Torres. Sullo spagnolo, fermo ai box per un infortunio all’inguine, ci sono molte squadre tra cui Manchester City, Chealsea e Inter, che non aspettano altro che i Reds lo mettano sul mercato, dal momento che la società ha bisogno di fare cassa per ripianare i debiti. Decisamente più semplice è arrivare al 22enne centravanti francese Karim Benzema, che dati i suoi non ottimali rapporti con Mourinho, potrebbe lasciare i Blancos già a gennaio per una cifra decisamente al di sotto rispetto a quella richiesta per lo spagnolo. Ciò che convince la Juve sull’acquisto del francese, è la possibilità di poterlo acquistare con la formula utilizzata dalla Sampdoria per ingaggiare Cassano dalle Merengues; convince un po’ meno il fatto che la punta sia poco disponibile al sacrificio in fase difensiva, e ciò potrebbe minare il lavoro svolto da Del Neri sulla coesione di squadra. Altre ipotesi sono il solito Giampaolo Pazzini, e la new entry Maxi Lopez del Catania. E’ da quest’ultimo giocatore che si può partire per svelare quella che è un’autentica bomba di mercato. Il Corriere dello Sport, riporta i rumors che provengono dalla Germania, proprio sull’ acquisto di un giocatore importante per la Juventus. Si avete immaginato proprio bene, il giocatore in questione è proprio Dzeko. Vi chiederete: quest’ultimo e Maxi Lopez che c’entrano? Ecco la risposta. Come rivelato proprio ieri da Marotta, la Juve quest’estate avrebbe anche potuto ingaggiare il bosniaco, ma il cambio in corsa della regola extracomunitari ha tagliato le gambe agli uomini mercato di corso Galileo Ferrarsi, che, avendo l’accordo con la società ed il giocatore, hanno preferito acquistare chi potesse far segnare il bosniaco, ovvero la sorpresa di questo inizio Milos Krasic. Addirittura si vocifera clamorosamente che Agnelli abbia già bloccato il giocatore per la prossima stagione, e tale idea è supportata efficacemente da tre indizi. Innanzitutto, si mormora che Diego, sia stato acquistato dal Wolfsburg per circa 20 milioni di euro, e che finora sia pervenuta in Corso Galileo Ferrarsi soltanto la prima tranche. Secondo punto: ormai è certo il passaggio per un decina di milioni di euro di Sissoko in Germania, operazione che si concretizzerà quasi sicuramente a gennaio, soprattutto se la Juve riuscirà a trovare un degno sostituto. Infine, ecco ritornare il nome del catanese Maxi Lopez: difatti sul giocatore il Wolfsburg sta facendo più di qualche sondaggio, proprio come vi era stato rivelato settimana scorsa. Indizi importanti, e qualora l’affare si concretizzasse, la Juve dovrebbe pagare una cifra vicina a dieci milioni, se si pensa che ne devono arrivare ancora circa venti dalla cessione di Diego e di Sissoko. Se veramente Agnelli e Marotta sono riusciti a preparare questo colpo, vincerebbero un premio alla spettacolarità, in quanto questo è un botto di mercato come non se ne vedono da tempo. Agnelli vuole la sua Juve forte già da ora, ma la mano al portafogli, preleverà una buona quantità di denaro l’anno prossimo: ci sono da pagare ancora gli eventuali riscatti di Aquilani, Quagliarella, Motta e Pepe, più le varie tranche di Bonucci, Martinez e Krasic. Ma la dirigenza bianconera ha un asso nella macchina: il primo impianto sportivo di una società in Europa, sarà quello della Juventus, e sarà proprio da qui che la dirigenza costruirà il futuro della squadra.

 
 
 

     

 

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