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Messaggi del 10/10/2010

Giustificazioni....

Post n°2836 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

di Cirdan


Adesso stai a vedere che richiedere il numero uno (Collina) è gesto di saggezza, giustificato dal fatto che la casualità non consentiva la designazione di fischietti all'altezza di determinate partite. Facchetti avrebbe voluto Collina, solo perché era il migliore della categoria, invece gli toccò Rodomonti. E menomale che il Signor
Ivan Zazzaroni, attraverso le pagine di Eurosport, ha deciso di riflettere con maggior attenzione sul testo della telefonata del novembre 2005.
Ma questo, Lui dice, è materiale per il Tribunale di Napoli. Appunto. E allora sposta l'aspetto, definito più interessante, sulla questione riguardante il riassetto degli equilibri politico-mediatici ipotizzato da Panorama: "Guerra Juventus-Inter anche sui media. Gli Agnelli vogliono ribilanciare il trattamento della Gazzetta dello sport e in parte del Corriere della Sera, ritenuti troppo vicini all'Inter, di cui il gruppo Rcs è media partner. John Elkann, consigliere Rcs, ha manifestato il malumore agli altri azionisti. E il presidente juventino, Andrea Agnelli, ha fatto giungere un messaggio al direttore della Gazzetta, Andrea Monti".
Lui dice di conoscere personalmente Andrea Monti, il direttore della Gazzetta del Sport, e ha la certezza che non si presterà ad alcun gioco. Ma perché, c'è qualche Direttore di giornale che si presta a fare giochi? E conclude: "nel 2006 fu proprio la Gazzetta che da sempre insegue l'equidistanza e l'obiettività a 'provocare' l’esplosione di Calciopoli attraverso la pubblicazione delle intercettazioni più scabrose".
Speriamo che l'equidistanza e l'obbiettività, da oggi, non diventino giustificazioni.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1096

 
 
 

E Collina al telefono dą ragione alla Juve...

Post n°2835 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
Pairetto dopo aver discusso con Bergamo, decide di chiedere un parere "autorevole" a Collina, che gli dà ragione e sostiene che con quel rosso a Toldo la partita sarebbe cambiata a favore del club bianconero
TORINO, 10 ottobre - L’allora designatore arbitrale Pairetto chiama Collina il 29 novembre del 2004. È il giorno dopo Inter-Juventus finita 2-2. Nessuna particolare polemica seguì quella partita, anche se l’episodio dell’atterramento di Zalayeta da parte di Toldo (possibile rosso, ma Racalbuto decise per il giallo) fece discu­tere le moviole e pure Bergamo (teorico del giallo) e Pairetto (teorico del rosso). Quest’ultimo, dopo aver discusso con il col­lega designatore, decide di chiedere un parere "autorevole" a Pierluigi Collina, che gli dà ragione e sostiene che con quel rosso la partita sarebbe cambiata a favore della Juventus. La telefonata è stata ritenuta irrilevante e nel brogliaccio non compare neppure il nome di Collina (la cui utenza era nota), ma il brigadiere che ascolta la telefonata scrive semplicemen­te: «Luigi (cioè Pairetto, ndr) per Uomo (cioè chiama un uo­mo, ndr) per arbitraggio della partita di ieri sera». Non esat­tamente un riassunto esauriente del contenuto della lunga telefonata (10 minuti), parte della quale potete leggere sotto.

Collina: Buongiorno Gigi

Pairetto: Ciao Gigio, come va?

Collina: Bene grazie, e tu?

Pairetto: Benissimo, grazie...

Collina: Ieri sera mi sembra... mi sembra bene.

Pairetto: Sì, volevo solo chiederrti un parere tecnico

Collina: Rosso!

Pairetto: Bon! Finita...

Collina: Secondo me rosso al cento per cento, cioè non...

Pairetto: No, no, va bene così

Collina: Tu come la vedi?

Pairetto: Uguale! Uguale! No, perché ho parlato con Paolo e lui diceva: il giallo andava benissimo, ma io gli ho detto no, assolutamente.

Collina: No, no era da rosso.

Pairetto: Paolo dice: lui la sposta a sinistra...

Collina: Sì, la sposta ma di due metri

Pairetto: Poi molle, molle, questo qui la prende e se questo non lo tirà giù gli altri non si mettono davanti, eh?

Collina: Ma se poi si mettono davanti, se ne mette davanti uno che è Ze Maria, che è il primo che c’è, perché Zanetti è largo. Allora...

Pairetto: Ma guarda che non ci arriva...

Collina: Sì, ma se ci riesce si mette davanti a cinque metri, cioè non è che lo pos­sa contrastare. Ha valenza per chiuderlo se lui riesce a contrastarlo e arrivare pri­mo sul pallone. Ze Maria è a cinque metri, quello che può fare Zalayeta è prende­re il pallone con il sinistro e girare verso la porta a questo punto si trova Ze Maria a cinque metri. Allora facciamo lo stesso caso in cui in un’azione del genere ci sia Za­layeta di fronte a Toldo a cinque metri e venga messo a terra: è chiara occasione da gol. Amaggior ragione se a cinque metri anziché avere un portiere hai un difen­sore. Perché: Ze Maria come lo contrasta? Senza mani...

Pairetto: No, no infatti... E’ chiaro.

Collina: Poi fra l’altro, lui il contrasto lo subisce in una posizione molto centrale, lui allarga un po’ a sinistra, ma allarga di due metri, se uno fa il fermo immagine, io ho cercato di fare il fermo immagine mentalmente del momento in cui avviene il fallo: il pallone è a due metri da Zalayeta, lento, molle come dicevi tu, lui è in una posizio­ne in cui assolutamente con il sinistro lo chiude.

Pairetto: No, hai perfettamente ragione tu. Poi parliamo di un giocatore di serie A: non fa gol uno su mille da quella posizione. Io volevo un parere, un conforto, non voglio essere quello che...

Collina: Io guardavo la partita con Gianna e appena ho visto l’azione ho detto: que­sto è rosso. Poi ho visto giallo, dico: forse ha preso una decisione più politica, me­no dura.

Pairetto: Io ho pensato, magari ha visto una chiusura non perfetta, un po’ larga... poi l’ho rivisto e...

Collina: Però era rosso pieno. Poi non so se tu hai visto le altre trasmissioni di com­mento, fortunamente tra virgolette, perché per fortuna non c’è nessuna polemica su nessun giornale stamattiba, dicevo fortunamente tra virgolette perché fa pensare una cosa del genere perché anche l’interpretazione di gente che dovrebbe capirne di calcio e di arbitraggio, come Agnolin, hanno detto che è assolutamente giallo. Tutti hanno detto che è assolutamente giallo, solamente quello di Controcampo Dotto Pairetto: Che è quello che ne capisce di più, mi sembra

Collina: Solo lui ha detto si può discutere tra rosso e giallo, forse è un arancione. Cesari ha detto: no, per me è giallo...

Pairetto: Con cazzo che è giallo Collina: Però, tutto sommato, da un punto di vista egoistico nostro meglio, credo.

Pairetto: Ma noi non possiamo...

Collina: No, no... da un punto di vista scolastico ed educativo è rosso al 100%

Pairetto: Eh, ma bisogna che lo sappia anche la gente, non è che si possa dire: va bene giallo

Collina: No, no... Questo è sicuro.

Pairetto: Con tutto ciò senza avere nulla da ridire sull’arbitraggio di Pasquale che è stato al di là di ogni aspettativa secondo me

Collina: anche secondo me ha arbitrato molto bene

Pairetto: Perché anche quel rigore che voleva l’Inter...

Collina: Ma sì, ma dai... vabbè. Poi se uno lo guarda televisamente, Thuram sal­ta in modo scomposta... Attaccarsi a quello è attaccarsi a niente. Quell’altro, inve­ce, è una decisione che sul campo è difficile prendere, ma per me è rosso.

....

Collina: Se tu avessi dato rosso la partita era finita, invece dai giallo, permetti di giocare undici contro undici e finisce 2-2. Fortunatamente ieri sera non ho sentito polemiche, né da Capello né da Moggi Pairetto: Anche perché avevano la partita in mano e se la sono mangiata.

 
 
 

TASTIERA VELENOSA: SIMONI RIVUOLE INDIETRO LO SCUDETTO DEL 1998 E NOI QUELLO 2000

Post n°2834 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico de Luca

Non sono passate inosservate le parole di Gigi Simoni tecnico dell'Inter dal 1997 al 1999, a 'Sportpaper'. "La Juventus rivuole gli scudetti tolti da Calciopoli, ma la verità è che dovrebbero restituire quello del 1998". "A parte quel giorno al Delle Alpi fummo danneggiati in molte altre occasioni. Inoltre c’è da dire che in quel periodo, oltre ad arbitraggi sospetti, i bianconeri erano coinvolti nell’inchiesta sul doping a seguito del grido d’allarme lanciato da Zeman".

Il famoso rigore non dato di Ceccarini (con Juventus in vantaggio meritatamente 1-0, lo ricordiamo) torna in voga e via alla dietrologia. Dietrologia come quella del doping e il suo processo che ha visto la Juventus assolta, cosa che forse Simoni non ricorda.

Simoni, non era nuovo a questi concetti, espressi già in aprile a Libero.

“Se vuole parlare delle intercettazioni, le dico subito che dal 2006 non le seguo più. Mi viene la nausea. Se proprio devono riassegnare uno scudetto, non è quello 2005/06 ma il mio, quello del’98″, ovvero quello che sfuggì all’Inter nella gara di Torino contro la Juventus, diretta come tutti sappiamo da Ceccarini. “Le intercettazioni portano alla luce cose che tutti, nel calcio, bene o male sapevano da tempo. Non mi sorpresero quelle sulla Juventus, non mi sorprendono nemmeno quelle di questi giorni sull’Inter”, ha aggiunto.
Su una cosa, però, Simoni si dice pronto a giurare: “Con Facchetti, all’Inter, non ho mai avuto il sospetto di manovre illecite. Tutto avveniva alla luce del sole. E poi scusi, se lo ricorda il campionato 1997/98?. Quello del “contrasto” Iuliano-Ronaldo a Torino… Qualche tempo fa ho incontrato il padre di luliano: mi ha detto che il figlio ammise che era rigore… L’anno scorso l’arbitro di allora, Ceccarini, disse che era fallo a due in area. Magari tra altri 11 anni riconoscerà che era rigore… Piccole consolazioni”.

Ci chiediamo: se un arbitro dopo 11 anni afferma ancora che si tratta di fallo a due in area, vuol dire che qualche valutazione errata di qualcuno c'è, oppure no e che un episodio non era poi così lampante o ci sbagliamo?

Comunque, i fatti sono leggermente diversi da quelli che ci raccontano: quell'Inter e quella Juventus di allora erano due squadre fenomenali che dominavano in Italia ed Europa (finaliste entrambe nelle Coppe nel 1998). In quel periodo il calcio italiano viveva un Rinascimento con le famose 7 sorelle e i migliori giocatori in Italia.

Paragonare quel periodo a questo, mette tristezza, non perchè allora vincesse la Juventus e oggi l'Inter ma perchè allora c'era competizione e basta vedere quante squadre si sono alternate dal 2000 in poi nel vincere il campionato e quante dal 2006 a oggi.

Simoni ha ragione quando dice che la Juventus ebbe episodi e dico episodi favorevoli in quel'anno. Tuttavia, dovrebbe poi vedere gli episodi sfavorevoli del 2000 e la palude di Perugia. Dispiace che Simoni non sia riuscito ad allenare l'Inter in questo periodo post 2006 perchè sicuramente da ottimo allenatore, avrebbe vinto, ma non per episodi arbitrali o altro, ma perchè l'Inter dal 2006 è la squadra più forte come lo era allora la Juventus. Dichiarazioni, che parlano di doping e non solo ci sembrano fuori luogo e solo attenuanti per giustificare sconfitte e insuccessi.

 
 
 

Buffon: "Il mio futuro lo decide la societą. Totti in nazionale? Si, ma anche Del Piero"

Post n°2833 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

 

“Il mio futuro? È presto per parlarne”. Dopo l'interessamento da parte del Manchester United, la permanenza alla Juventus di Gianluigi Buffon rimane sempre più in bilico e, dopo l'agente Silvano Martina, sulla questione è intervenuto lo stesso numero uno, che ha espresso il proprio punto di vista: “Sono discorsi da fare più avanti – ha spiegato a Sky Sport 24 -, a ottobre è un po' presto, a giugno manca tanto tempo. Io sono a disposizione della Juve e il mio futuro lo deciderà la società, visto che il mio contratto scade nel 2013. Il Manchester United? È una grandissima squadra ma non mi ha mai contattato”.

Buffon ha parlato poi del suo rientro in campo: "Le cose stanno andando bene, credo che tra metà e fine novembre inizierò ad allenarmi in maniera continua e specifica, e penso che a gennaio potrò essere a disposizione - ha dichiarato - per me è molto difficile stare lontano dalla Nazionale, questa maglia ha un sapore che ti coinvolge in maniera totale, stare fuori dispiace sempre ma adesso ancor di più perchè c'è un nuovo progetto, nuove ambizioni, un nuovo staff tecnico. Sto lavorando per non perdere altro tempo e rientrare presto".

Positivo il giudizio su questi primi mesi della nazionale targata Prandelli: ""Le premesse sono buone, c'è molto entusiasmo da parte di tutti come è normale che sia quando si comincia un progetto nuovo - spiega - inoltre i risultati stanno dando conforto e stanno contribuendo a creare entusiasmo, nel calcio i risultati sono alla base di tutto, sono determinanti per far credere in maniera totale ad un progetto.Totti in Nazionale? Sì, come Del Piero. Per uno come Francesco non ci saranno mai problemi. Gli abbiamo tutti voluto sempre bene e poi uno come lui fa vincere le partite. Penso che lo stesso discorso vada fatto per Del Piero. È un altro giocatore che in questi ultimi anni, con una giocata o con una punizione può far vincere una partita. Si tratta di calciatori destinati a rimanere degli evergreen. Finchè non ci saranno sostituti degni, accenderanno la fantasia dei tifosi a qualsiasi età". 

Superate le delusioni legate al mondiale sudafricano: "Sono più ottimista. Lo sono perchè in queste prime partite ho visto una squadra, la classifica poi è buona e anche gli altri ci stanno dando una mano - dice il portierone azzurro riferendosi all'equilibrio del girone e allo scivolone della Serbia -. Quel che mi fa star bene e' vedere un ct appena arrivato, come Prandelli, con idee molto chiare e che trasmette sicurezza a una squadra che lo segue. Non è facile sostituire un personaggio carismatico come Lippi, lui lo sta facendo bene".
 

 
 
 

Processo Calciopoli, suspense Moratti ....

Post n°2832 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 

La decisione sul presidente dell’Inter verrà presa nelle prossime settimane: uno dei legali di Moggi lo ritiene superfluo, l’altro lo vuole incalzare sulle telefonate di Facchetti e sui pedinamenti. La sentenza tra febbraio e marzo
TORINO, 10 ottobre - «Moratti stia pure a casa sua, non ho più bisogno di lui come testimone. A questo punto per noi può anche andare bene così, visto che i cinquanta testimoni dell’accusa si sono rivelati testimoni a nostro favore». Insomma, Luciano Moggi scarica Massimo Moratti, che doveva comparire come testimone al processo del Tribunale di Napoli venerdì scorso, ma che era stato trattenuto a New York da impegni di lavoro. A questo punto potrebbe non dover più comparire, anche se lo stesso Moggi poi spiega: «La mia è una provocazione, anche alla luce dell’ultima udienza che ha evidenziato ancora una volta l’inconsistenza delle accuse nei miei confronti». Come dire: non è detto che Moratti, alla fine, non debba fare un salto al Palazzo di Giustiza di Napoli.
 
DUE OPINIONI - La situazione è questa: Paolo Trofino, uno dei due avvocati di Moggi, sarebbe più propenso a non chiamare Massimo Moratti sul banco dei testimoni, soddisfatto di come in questa fase del processo stiano andando le cose. I soli interrogatori ai testi dell’accusa sono serviti, a suo parere, a smontare in modo sostanziale l’accusa di associazione a delinquere e, dunque, sarebbe superfluo chiamare dei testimoni “a discarico” se non c’è niente “da scaricare”. Maurilio Prioreschi che con Trofino ha proficuamente lavorato per la difesa di Moggi sarebbe, invece, dell’idea di chiamare Moratti, approfittando per chiedergli conto delle telefonate che lo coinvolgono o coinvolgono Giacinto Facchetti, presidente dell’Inter all’epoca dei fatti, così come delle indagini private che avrebbe commissionato per scandagliare la vita dell’arbitro De Santis.
 
IL DILEMMA - Una decisione verrà concordata nelle prossime settimane, visto che i legali di Moggi si sono ancora riservati di elencare i loro testimoni. Il che crea una sorta di “suspance Moratti” intorno alla possibilità della testimonianza del presidente interista, che potrebbe risultare comunque clamorosa dal punto di vista mediatico, visto che sarebbe l’occasione del primo faccia a faccia fra Moratti e Moggi da quattro anni a questa parte.


 
 
 

DZEKO, SEMPRE VICINO...E PENSIERO FISSO....

Post n°2831 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Dalle pagine di Tuttosport di oggi, rimbalza nuovamente la notizia per cui il vero obiettivo di calciomercato per la prossima stagione resti sempre Edin Dzeko. Il quotidiano torinese ipotizza un' intesa verbale tra Juventus e Wolsburg per il trasferimento di Dzeko in bianconero. Una parte del costo di Diego sarebbe scontato e la Juventus metterebbe il restante come conguaglio. Operazione da trenta milioni di euro complessivi. L'obiettivo di Marotta è di bloccare tutto con firme già a gennaio, per potersi poi concentrare sugli altri obiettivi (esterni di difesa). Il pericolo maggiore resta sempre il Bayern Monaco e l'accordo tra i due fratelli Hoeness, magari soto l'albero a cena di Natale.

A renderci fiduciosi sulla trattativa sono le parole di Marotta che parlano di discorso ancora aperto: “Non è un sogno tramontato, solo rimandato, anche se il nostro attacco è vincente pure così”.

Da qui a Gennaio ne sentiremo ancora, prepariamoci alla telenovela autunno invernale dopo quella estiva.

 
 
 

Gentile: "La Juve sta trovando i giusti equilibri. Melo č un giocatore ritrovato"

Post n°2830 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Tommaso Loreto

Claudio Gentile, ex bandiera bianconera ed ex ct della nazionale Under 21, ha parlato in esclusiva ai microfoni de ilsussidiario.net della situazione attuale della Juventus. Prima di scendere nei particolari juventini, Gentile ha però parlato della sua vita e della sua uscita dal mondo del calcio: "Guardi, in Italia non è sufficiente fare risultati: bisogna - afferma Gentile - appartenere a qualcuno. Quando si fa avanti qualche squadra, intervengono sempre delle terze persone che remano contro. C'è la mia volontà di tornare ad allenare, ma c'è anche la volontà di tanti che non mi ritengono dalla loro parte". Poi si passa all'argomento Calciopoli, che tiene banco dopo l'uscita delle nuove intercettazioni riguardanti l'Inter: "Sinceramente - spiega - non so più a chi credere. Emerge che le responsabilità non erano solo di una persona: tutti telefonavano, ma si è voluto colpire solo una maglia. Alla fine tutti sono responsabili. I tifosi bianconeri non furono d'accordo alle scelte societarie nel 2006, ma purtroppo in certi casi si devono prendere delle decisioni impopolari; è inutile però pensare al passato, bisogna guardare avanti. L'importante è che la società bianconera esca bene da questa vicenda". Sul fronte nazionale Gentile non si sbilancia più di troppo, giudicando la gara contro l'Irlanda del Nord "senza infamia e senza lode. Il pareggio ci accontenta, ma non abbiamo fatto una grande prestazione. C'è anche una spiegazione, cioè che molti devono ancora assimilare gli schemi di Prandelli. Siamo primi nel girone e va bene così". Ma, secondo Gentile ci sono talenti giovani in Italia? "Da quanto ho letto - afferma Gentile - anche Prandelli in campionato non ha ancora visto fra i giovani nessuno per cui esaltarsi. Mi è sembrato un po' sorpreso di questo fatto". Passando poi alla Serie A e alla Juventus, che è sempre nel cuore di Gentile, l'ex bianconero afferma: "E' una squadra «che sta crescendo con due pareggi fuori casa che fanno ben sperare. Sta trovando il giusto equilibrio, soprattutto per la ritrovata condizione di alcuni giocatori: mi piace sottolineare l'apporto di Felipe Melo, un calciatore ritrovato. In difesa si critica Bonucci ma la colpa non è mai di uno solo: la colpa è del reparto. Nelle prime gare era mancato il supporto del centrocampo, adesso c'è una certa solidità. Resta un ragazzo di grandi prospettive, che deve crescere, altrimenti diventa l'imputato principale". La Juventus, infine ha in mano il cartellino del giovane Ariaudo ma, secondo Gentile è meglio dargli tempo se non si vuole rischiare una delusione.

 
 
 

Rinnovo Chiellini: ci siamo!

Post n°2829 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Si lavora incessantemente sul fronte rinnovi in casa bianconera, due su tutte sono le priorità della nuova dirigenza: Claudio Marchisio e Giorgio Chiellini. Tutto procede correttamente per il primo, ma ci vorrà ancora qualche settimana per poter siglare l’ accordo; per quanto riguarda Re Giorgio, oramai ci siamo, siamo vicini alla fatidica firma. Mercoledì le parti si incontreranno per l’ennesima volta, il problema è quello dei bonus, sul quale società e giocatore non si trovano ancora d’accordo. Ingaggio da top player garantito a Chiellini, pronto a diventare la nuova bandiera bianconera una volta lasciato il calcio giocato da parte di Alessandro Del Piero. Mai dire mai: mai frase fu tanto appropriata per descrivere il mondo del calcio, ma oramai possiamo dirlo. Giorgio Chiellini, sarà uno dei leader della nuova Juventus.

 
 
 

Del Piero: «Torniamo la vera Juve. Poi nessun limite»

Post n°2828 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
Il capitano bianconero festeggia una data particolare (10-10-10) chattando con i fan su Facebook: «L'Avvocato Agnelli ci manca: era una persona incredibile. Il mio contratto? Senza fretta, lasciamo che le cose maturino»
TORINO, 10 ottobre - In chat con Del Piero per celebrare una data speciale per uno dei migliori numeri 10 della storia del calcio italiano, Alessandro Del Piero. Oggi 10/10/10, il fuoriclasse bianconero ha voluto concedersi su Facebook ai suoi innumerevoli tifosi. «Dato che capita una volta ogni cent'anni - ha scritto alle 10 e 10 in punto - e temo che la prossima non ci sarò (o perlomeno non credo che sarò ancora in campo...), questa data va celebrata in un modo speciale, come merita un numero per me molto speciale». Tra l'incredulità di qualcuno, «Ma sei proprio tu?», e l'emozione dei più, Alex ha risposto, con qualche dribbling d'autore, alle domanda di fans e ammiratori. Sul contratto: «Sto vivendo con grande serenità la questione del rinnovo e del mio futuro. Non ho nessuna intenzione di sfuggire a questo argomento, ma davvero in questo momento il mio futuro è solo e soltanto la prossima partita. Da vincere. Per il resto, dobbiamo lasciare il tempo che le cose maturino, senza fretta».

NESSUN LIMITE - L'azzurro non l'ha accantonato: «Non direi mai di no alla Nazionale. È una questione di ambizione». Lo scudetto? «Dopo una stagione come quella dell'anno scorso - ha risposto Del Piero - sarebbe poco sensato fare dichiarazioni a sensazione. Ho sempre detto: lavoriamo affinchè a fine stagione possiamo voltarci indietro e dire che abbiamo fatto il massimo, essere orgogliosi di noi stessi, tornati ...'Juventus al cento per cento'. E poi, nessun limite...».

L'AVVOCATO - Carrellata sul passato: c'è chi ha chiesto a 'Pinturicchio' quanto gli manchi l'Avvocato Agnelli: «Penso - ha risposto il fantasista bianconero - manchi tanto a tutti perchè è stato una persona incredibile». Il gol più bello?: «Il 2-0 sulla Germania a Dortmund». La vittoria più bella? «Per fortuna ho l'imbarazzo della scelta. Per non far torto a nessuna vittoria, scelgo la prossima». Il difensore più fastidioso? «Sono tanti, troppi». Non solo calcio.

CURIOSITA' - E così Del Piero ha soddisfatto su Facebook altre curiosità. Sugli animali: «Ho un cane, cinque gatti, due acquari con i pesci e da poco anche un coniglio». Sui gusti alimentari: gli piacciono «la pasta, fatta in qualsiasi modo. Le grigliate. E le patatine fritte. Sushi pizza e anche il risotto a pensarci bene. Secondo voi ho problemi di dieta?». Sulle auto: «Conservo ancora gelosamente la Lancia Delta HF integrale che è sempre stata la mia preferita, fin da quando ero piccolo».

 
 
 

Pił rispetto per le comparse!

Post n°2827 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

di Lucalanc


Come tutti noi ben sappiamo, gli effetti del processo farsa-calciopoli, sul finire di quella maledetta estate 2006, danneggiarono in modo irreparabile il nome e l’onore della Juventus.
A distanza di quattro anni, appare a tutti sempre più evidente che la società bianconera fu ingiustamente e frettolosamente condannata (anche se la prima condanna fu quella partita dal suo interno) a furor di popolo e di media (rosea in primis) a seguito di un vero e proprio ‘golpe’ condotto quel Guido Rossi (ancora tutti si chiedono come fece Petrucci a nominare un commissario straordinario così partigiano ed antitetico rispetto ad un ruolo che avrebbe richiesto semmai doti di equilibrio e condizione di assoluto distacco emotivo e professionale) ex membro CDA inter, super tifoso nerazzurro, nonché amico (a volte dipendente) del patron interista Moratti.
Purtroppo in casa Juve, oltre al nome e all’ onore, fu un duro colpo anche per la bacheca (-2 scudetti), per il campionato (retrocessione in B con penalizzazione), per l’esclusione dalla CL, per la perdita economica dovuta al crollo dei ricavi, per la sostituzione di manager fantastici con altri assolutamente dilettanteschi, infine per la cessione (più o meno “obbligata”, così ci dissero) di tanti campioni, alcuni dei quali svenduti a prezzi di saldo (Ibra e Mutu).
Oltre alla Juve furono puniti alcuni personaggi che in quel preciso momento evidentemente godevano di ‘protezione-zero’: principalmente Moggi, Giraudo (i quali, anche con la volontà della proprietà bianconera con cui vivevano ormai un rapporto da ‘separati in casa’) e qualche personaggio facente parte della struttura del calcio, forse già destinato ad essere silurato (Bergamo, Pairetto, Mazzini, Carraro).

Calciopoli piacque molto ad altri soggetti: mostrarono subito apprezzamento squadre come inter e roma, che senza quella juve potevano cominciare a sperare; probabilmente gioirono alcuni personaggi le cui carriere federali/istituzionali avrebbero potuto conoscere accelerazioni fulminee, certamente non si strapparono i capelli i procuratori, vista l’ eliminazione del terribile concorrente GEA, infine festeggiarono tutti gli antijuventini in genere.

Durante il caos di quell’ estate, con i calciatori spediti a vincere il mondiale, in Italia andava di moda il gioco del “rema anche tu contro i gobbi!” e vi si iscrissero un sacco di partecipanti: ex giocatori, giornalisti, opinionisti, giudici, avvocati, dirigenti sportivi, proprietari di club, ex allenatori, medici, insegnanti, bidelli, netturbini, gelatai, giornalai, politici, prostitute, vecchi falliti, frustrati, minidotati di ogni tipo, scorreggioni… insomma c’ era di tutto e tutti lì a insultare, a raccontar storie, a esprimere rammarico e condanna, a chiedere la testa dei ‘colpevoli’, tutti con una gran fretta, tutti eccitati a fare moralismo e perbenismo contro la guerra, le ingiustizie, la fame e il male nel mondo, ma soprattutto contro la Juve.

Dopo quell’ estate però, gli unici a beneficiare veramente degli effetti post-calciopoli furono (a parte Abete, Collina e altri quattro gatti) solo gli interisti, che da allora hanno preso gusto a far razzia di scudetti, coppe e coppette.

E gli altri rematori? Che ne è stato di tutte le comparse che durante quell’ estate parteciparono più o meno attivamente al processo-farsa popolare?
Quegli altri se ne son tornati a casa con le pive nel sacco e oggi guardano vincere l’ inter, come un tempo rabbiosamente guardavano vincere la juve.
C’è poi qualche rematore quasi-protagonista che ancora non si dà pace, che si lamenta perché adesso vorrebbe trattamenti di favore, che straparla, che scrive
lettere aperte dicendo che ESIGE rispetto, ma, almeno per ora, si becca solo diffide e deferimenti… ma come? Caro signore, lei non diceva fino a ieri che ‘adesso’ (inteso come ‘ora nel tempo felice e onesto del post-calciopoli) gli arbitri sbagliano in buonafede?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1095

 

 
 
 

Proseguire sulla strada maestra senza margine di errore ...

Post n°2826 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
Il campionato con l'ultima gara a San Siro ha lasciato un gusto piacevole in bocca. Questo gusto e' stato causato da due motivi: sullo stesso campo pochi mesi prima la Juventus aveva perso nettamente (anche a causa dell'espulsione di Sissoko), secondo la squadra e' parsa in crescita in alcuni elementi e capace di non perdere tonicita' e condizione in gare ravvicinate (giovedì, domenica). Ora come ora alla ripresa la squadra dovrà confermare quanto di buono mostrato nella partita casalinga di Lecce. La gara con i Salentini, quella con il Salisburgo e poi la successiva trasferta di Bologna saranno fondamentali per capire le ambizioni di squadra e tifosi. Per sperare di essere protagonisti ci sono solo i tre punti da conquistare, tutto il resto non conta. C'e una difesa che deve continuare a non prendere gol e un attacco che deve mantenere la sua prolificità.

 
 
 

TRA NAZIONALE TUTELATA E NORME CHE NON TUTELANO...

Post n°2825 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

In questi giorni ho letto con attenzione i commenti alla partita dell'Italia post Irlanda del Nord. Ovviamente dai più il pareggio è stato preso non in modo trionfalistico, ma nemmeno troppo negativo. Leggendo i giornali, ovviamente si nota una delusione di fondo, ma non una critica aspra e severa. A questo punto appare chiaro farsi alcune domande, soprattutto per valutare che peso dare ai giudizi di oggi rispetto a quelli di alcuni mesi fa quando sulla panchina sedeva Marcello Lippi.
Strano che quando sedesse il buon Marcello Lippi tutti fossero pronti a criticare aspramente le scelte, anche delle convocazioni sopratutto citando gli assenti, mentre adesso questo non viene fatto. Forse il Giuseppe Rossi attuale è migliore dello Iaquinta visto in gran spolvero in queste settimane? Forse a centrocampo un Aquilani sarebbe servito?
Come mai Cassano non incide? Sono domande che vengono immediatamente in testa e soprattutto ci viene da chiederci perchè nessuno vuole porle.
Indipendentemente da chi siede in panchina il calcio italiano sta attraversando un momento di difficoltà. I giocatori di livello ci sono ma purtroppo non essendo impiegati nelle migliori squadre di club mancano di esperienza internazionale e non sempre riescono a offrire prestazioni di livello. A nostro parere, la "pandora" di tutto i mali è stato privare il calcio italiano dal 2006 in poi della principale fucina della nazionale, colpendo le società che fornivano giocatori nazionali. Purtroppo l'unica squadra che vince non ha giocatori italiani e questo limita anche notevolmente il lavoro del ct.
Forse nei piani alti dovrebbero porsi delle domande, come quella per cui un giocatore come Destro o come Ranocchia non possano trovare all'Inter la loro dimensione, sono forse così inferiori a Biabiany e Cordoba? Forse, imporre un minimo di italiani in campo era la normativa migliore, rispetto a quella introdotta che francamente non abbiamo capito che utilità possa avere. O meglio l'utilità l'abbiamo capita benissimo....

 
 
 

     

 

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