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Messaggi del 18/10/2010

Iaquinta ancora ai box, Traoré fermo per 15 giorni...

Post n°2941 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il giorno dopo la partita contro il Lecce, non ci sono rilevanti notizie dall’infermeria - fa sapere la società bianconera, attraverso il proprio sito ufficiale -. Vincenzo Iaquinta, che non ha partecipato alla gara, lamenta ancora un fastidio a livello del gluteo sinistro. Anche oggi si é allenato in palestra. La sua disponibilità verrà valutata nei prossimi giorni. Armand Traoré prosegue le cure. Ulteriori accertamenti hanno confermato che il dolore alla coscia sinistra non é stato causato da una nuova lesione muscolare, ma dall’infiammazione della cicatrice. I medici hanno programmato comunque un recupero che non presenti rischi di ricaduta: 15 giorni di cure e allenamenti differenziati, per riprendere con la squadra dall'inizio di novembre.  

 
 
 

Bagno di folla per Krasic allo Juventus Store...

Post n°2940 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Mariani

E' un momento d'oro, quasi perfetto, per Milos Krasic che se lo gusta a pieno. La sua Juventus ha spiccato il volo grazie alle sue ali, ai suoi dribbling, ai suoi cross, il popolo bianconero stravede per lui e Krasic non può far altro che godersi questo momento. Ieri la strepitosa prestazione all'Olimpico (2 assist, un rigore e 3 cartellini gialli procurati), oggi il bagno di folla allo Juventus Store.

Trecento appassionati bianconeri, che hanno iniziato a fare la fila già dalle 15:00, hanno atteso l'arrivo del serbo, giunto in taxi. Prima di cominciare a siglare ogni tipo di gadget, però, Krasic si è cambiato nel retrobottega e ha indossato la sua maglia con il nuovo sponsor Balocco (Official Sponsor della seconda maglia della Juventus fino al 30 giugno 2011, visto che in Europa sarà BetClic ad avere il monopolio per rappresentare la Signora) e ha apposto la sua firma sulla 'storica' colonna all'interno dello Juve Store. Quella posta proprio davanti all'entrata, su cui ci sono già gli autografi di tutti i giocatori che lo hanno preceduto negli anni scorsi. Verso le 16 i battenti si sono aperti e l'ex centrocampista ha potuto rendere felici i pochi fortunati che sono riusciti ad entrare (non tutti purtroppo) firmando autografi su magliette con il numero 27, fotografie di lui in azione e taccuini, prestandosi poi alle foto di rito per farsi immortalare in compagnia dei suoi sostenitori.

Dopo mezzora di bagno di folla, Krasic è poi salito sul balcone al primo piano (dove c'è il magazzino) e s'è goduto dall’alto il tripudio dei 300 tifosi che lo hanno salutato al grido di "Milos Krasic ce l'abbiamo noi" e "Chi non salta nerazzurro è".

 
 
 

ECCO QUANTO PORTERA’ BALOCCO NELLE CASSE DELLA JUVE ..

Post n°2939 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com

E’ notizia di oggi la Sponsorship tra la Juventus e l’azienda piemontese dolciaria Balocco, che porterà il marchio di questa storica industria sulla seconda maglia bianconera, quella tricolore, fino al 31 giugno bianconero, oltre che sui LED a bordo campo. Ma quanto guadagnerà la Juve da questo accordo? Secondo alcune indiscrezioni raccolte dall'agenzia di stampa telematica “Sporteconomy”, il guadagno della Vecchia Signora sarà compreso tra i 2,5 e i 3,5 milioni di euro. Sommati ai 6,5 ottenuti dall’altro sponsor che compare sulle maglie, “BetClic”, si arriva ad un totale di 10,5 milioni, 500 mila in meno rispetto agli 11 versati negli scorsi anni da “New Holland”. Possiamo quindi affermare che la mossa voluta dall’amministratore delegato bianconero Blanc, di dividere gli sponsor in prima e seconda maglia, non si è rivelata vincente.

 
 
 

Trapattoni: "Juve competitiva al pari dell'Inter. Del Piero tra i miti del calcio. Krasic trascinatore"

Post n°2938 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

L'ex allenatore della Juventus ed attuale ct della nazionale d'Irlanda, Giovanni Trapattoni, ha parlato del felice momento bianconero ai microfoni di "La Politica nel Pallone" su Gr Parlamento": "Gigi Del Neri ha saputo dare una giusta raddrizzata al timone - ha spiegato il Trap -. La squadra che sta trovando fiducia e entusiasmo, così fa sì che tutti diano il meglio di se stessi. La Juve è competitiva al pari dell'Inter".
L'ex ct della nazionale italiana ha commentato anche l'ennesima impresa di Del Piero, che ieri ha realizzato il suo 178esimo gol in serie A, eguagliando Giampiero Boniperti: "Ho un grande piacere che sia arrivato a questo record, difficilmente superabile da altri. Ha eguagliato quello del grande Boniperti. Del Piero è un ragazzo intelligente, gran professionista. Il tempo ha migliorato le prestazioni dei giocatori. Oggi i calciatori raggiungono età professionali che prima difficilmente era difficile ipotizzare. Un calciatore che rimarrà negli almanacchi come Piola, Boniperti e altri. Miti del calcio italiano".
Un giudizio anche sugli altri uomini-copertina della Juventus, Milos Krasic e Felipe Melo: "Krasic? Sta facendo bene. E' un trascinatore d'attacco. Ha dato questa iniezione di grande spinta di qualità. Non dimentichiamo Felipe Melo. L'anno scorso non ha dato un apporto pari alle sue qualità. La Juve si sta ritrovando gradualmente, è sulla strada giusta".

 
 
 

Aquilani: "Spero che a Roma mi rimpiangano"

Post n°2937 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Eroe nella vittoria con il Lecce, seppur in "coabitazione" con Krasic, Alberto Aquilani sembra nato per essere il braccio in campo di Delneri. Perfetto interprete di un non convenzionale ruolo di regista-incursore, il romano si è calato perfettamente nella nuova realtà non appena i malanni fisici gli hanno concesso un minimo di continuità di rendimento. "Questo modulo esalta le mie caratteristiche - ha detto Aquilani subito dopo il termine del match - Sono felice perché era da tanto che non segnavo in serie A". Ci sarà tempo per parlare del suo futuro, anche se la Juventus è comunque intenzionata a riscattarlo dal Liverpool. Intanto il centrocampista, che non vede l'ora di riconquistare anche l'azzurro, ha mandato una frecciatina alla sua vecchia società, la Roma, che a suo dire l'ha ceduto contro la sua volontà. "Speriamo che là mi rimpiangano...".

 
 
 

QUESTA E' JUVE!!

Post n°2936 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

TUTTI PAZZI PER LA JUVE
Tutti i venerdì su RADIO POWER STATION dalle 22,00 alle 24,00
- a Roma su FM. 100.5
- per il resto d'Italia e del mondo in streaming su www.radiopowerstation.com (anche per Iphone)
Fonte: www.tuttipazziperlajuve.com
© foto di Alberto Mariani

La Juventus fa capire a tutti quali sono le sue potenzialità e che se gioca al massimo delle sue forze non può avere paura di nessuno, sta crescendo sempre più e getta metaforicamente la sfida alle "grandi". I bianconeri giocano un calcio sempre più a misura del suo allenatore, che pian piano sta trovando una dimensione precisa, con un equilibrio perfetto tra tutti i reparti, un gioco che sia veloce, divertente, e con cui partendo dalle fasce, possa scaturire sempre più gol prendendone sempre meno. Con il Lecce la Juve fa quello che dovrebbe fare sempre. Cinica e grintosa, fa giocare poco l’avversario e senza troppi fronzoli chiude presto la gara con un ottima prestazione, come dovrebbe fare con tutte le piccole, perché è in quelle gare che una squadra come la Juve non deve perdere punti preziosi. E i bianconeri sembrano apprendere sempre con più velocità le indicazioni del mister friulano: si confermano infatti miglior attacco del campionato, e dopo la goleada andata in scena contro il Cagliari, si ripetono i quattro gol ma con una novità più che positiva. Delneri infatti sarà ben felice del fatto che proprio come vuole lui si segnano tante reti e se ne subiscono sempre meno, contro Inter e Lecce infatti la difesa è stata finalmente promossa, e si può dire che tutto il reparto arretrato è stato quasi perfetto.

Dopo le prime gare di ambientamento per i tanti nuovi giocatori bianconeri, la squadra si sta affiatando sempre più e la mentalità è quella giusta, bisogna solo cercare di trovare più continuità pur essendo consapevoli che di ostacoli se ne dovranno affrontare essendo una squadra che è sempre e comunque un cantiere in costruzione. Ma per il momento al tifoso juventino interessa vedere la Juventus tosta e “affamata” di vittorie, guidata da due uomini che tanto li fanno gioire: Krasic, il nuovo caschetto biondo che come movenze e fisionomia fa pensare a Nedved, ci fa riassaporare caratteristiche che alla Juve non si vedevano da un po’, salta l’uomo, corre tantissimo, crossa bene, assist-man e perché no finalizzatore. Giocatore che con le sue qualità in casa Juve servivano come il pane, sta cambiando il volto dell’intera squadra ed è fondamentale. Dall’altra parte capitan Del Piero: la bandiera numero 10 della Juventus continua a trascinare i bianconeri, fa emozionare i propri tifosi a cui mette addosso dei grossi brividi. A 36 anni fa il suo 178esimo gol in campionato con la stessa casacca e raggiunge Boniperti nella classifica dei marcatori bianconeri di tutti i tempi. Ci impiega solo quattro minuti da quando entra in campo per sfoderare un gol dei suoi: un bell’aggancio, ubriaca il difensore avversario con una bella finta portandosi il pallone dal piede destro a quello sinistro e sfodera un tiro imprendibile che va ad insaccarsi sotto la traversa.

Ma la Juve non è solo Krasic e Del Piero, e la sfida con il Lecce lo ha confermato. Come dicevamo, la Juve è sempre più “squadra” e l’impressione è che se gli infortuni si prenderanno una sosta in zona Vinovo, allora veramente si potrà puntare in alto, senza troppi proclami ma consapevoli delle proprie qualità, che non sono poche. I bianconeri hanno dalla loro parte un portiere affidabile come Storari, una coppia di centrali che danno il massimo e sono importanti sia in fase difensiva che offensiva, un De Ceglie che pian piano si sta ritrovando e dei terzini destri come Grigera e Motta che potrebbero fare di più, specie il secondo, ma che il loro contributo lo danno. Aquilani, ce lo sentivamo un po’ tutti (una bella sensazione) che quella con il Lecce sarebbe stata la sua partita, quella che poteva farlo sbloccare in tutti i sensi, perché lui può essere davvero un giocatore importantissimo per questa Juve. Delneri gli ha affidato le chiavi del centrocampo e lui scorrazza per tutti il campo, si va a cercare palla, punta l’uomo, tenta la conclusione e trova finalmente il primo gol in bianconero, con una bella staffilata da fuori area che fa a ficcarsi nell’angolino basso.

Al suo fianco, un giocatore che si sta ritrovando sempre più come Felipe Melo, che sta riabbracciando finalmente il suo pubblico con un inizio di stagione fantastico, oggi in gol su un pallonetto dal dischetto degli undici metri, una possibilità di segnatura che sa tanto di grosso segnale di fiducia da parte di squadra e allenatore. Marchisio con il Lecce tira fuori dal cilindro dei pezzi pregiati del suo repertorio, tanta grinta ma anche tanta classe, non bisogna fare altro che cercare di capire se mister Delneri lo voglia continuare ad impiegare sulla fascia sinistra in protezione della difesa o se è una cosa momentanea. Un grosso applauso va poi a Fabio Quagliarella, che come a Milano compie una partita tutto cuore e corsa, fa un bel lavoro evidente in campo e siamo tutti contenti che il suo grosso contributo dal punto di vista del gioco sia poi evidenziato da un bel gol di testa, dove praticamente si china a terra per poggiare la palla in rete dopo l’assist del solito Krasic. Amauri si sta impegnando sempre più ed è chiaro che gli serve sbloccarsi, ma siamo certi che sia una questione di tempo. Adesso bisognerà riconfermarsi subito nella doppia sfida tra Europa e campionato con Salisburgo e Bologna. Siamo solo all’inizio...

 
 
 

Si chiama Alessandro Del Piero...

Post n°2935 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di Mason

Si chiama Alessandro Del Piero, e da ieri è il giocatore della Juventus che ha segnato più reti in serie A: eguagliato il record di Boniperti, al prossimo goal sarà definitivamente il numero 1.
Si chiama Alessandro Del Piero, ed il numero 1 lo è già per carisma, per numero di presenze in assoluto con la maglia della Juventus, per numero di reti segnate complessivamente in bianconero.
Si chiama Alessandro Del Piero, ed i complimenti, per uno che da 18 stagioni è alla Juventus, mi sembrano doverosi, come la gratitudine per tutto quello che ha fatto per la Vecchia Signora. Dalla quale, è giusto ricordarlo, è sempre stato ricambiato.

Dissero di lui che era un ragazzino promettente, ma con lì davanti Roberto Baggio, oltre a Vialli, Ravanelli e compagnia cantante, non sarebbe stato facile emergere, e probabilmente sarebbe stato mandato in prestito in “periferia” a maturare. Ma lui restò a Torino, cominciò a segnare, a mostrare che era un fuoriclasse, e presto divenne titolare. Al punto che Baggio, capitano simbolo prima di lui, fu ceduto per fargli largo: una scelta che i numeri testimoniano quanto frutto abbia dato!
Dissero di lui, dopo il primo infortunio, che non sarebbe più tornato quello di prima. Ma lui dimostrò a suon di goal (anche grazie alla Juve che attese con pazienza un ritorno all’incisività sotto porta che non giunse subito) che
si sbagliavano.
Dissero di lui, dopo altri infortuni, che era finito. Ma lui di nuovo
rispose a suon di goal.
Dissero di lui che Del Piero era decisivo con la Juve, ma non con la Nazionale. Lui, nonostante avesse ben poco da dimostrare il contrario, visto che spesso nelle qualificazioni per le grandi competizione aveva tolto le castagne dal fuoco (vedasi doppietta decisiva con la Svizzera o la rete contro il Messico nel mondiale trapattoniano), mai si arrese alle polemiche e sempre con forza desiderò la maglia azzurra. Ed al mondiale di Berlino il suo apporto, con la rete in semifinale ed il rigore trasformato nella finale di Berlino, fu determinante.
Dissero di lui che con quel vocino e con quei modi cortesi di fare aveva inclinazioni sessuali che nel mondo del calcio sono ancora un tabù. Ma lui, che mai si abbassò al livello di commentare le voci sulla sua vita privata, attualmente è sposato con una bella figliola, ha già due figli, e la moglie porta in grembo la terza creatura. Auguri capitano, e complimenti per la discrezione. Sempre poche righe dal sito internet, fuggendo via dalle telecamere, mai dediche banali e riflettori lontani dal nido. Discrezione e cortesia sono sinonimo di intelligenza e protezione dell’intimità, altro che diverse interpretazioni.
Dissero di lui che ormai era vecchio e poteva diventare capocannoniere solo in serie B. Ma lui l’anno successivo, a quasi
34 anni, divenne capocannoniere della serie A.
Dicono di lui che sia stato il capo-fronda nella cacciata dei recenti allenatori della Juventus. Ma lui la panchina l’ha sempre accettata (pur mai amata, ma chi la ama?) fin dai tempi di Capello. Ed ogni volta che entra in campo riesce a fare la differenza. E ieri, entrato ad un quarto d’ora dalla fine (mica imbronciato, che giocando con una squadra inferiore poteva essere più facile raggiungere il famigerato record delle 178 segnature), ha segnato dopo cinque minuti il goal che lo consacra ancora una volta nella storia. E gli allenatori che ha avuto di recente, Ranieri, Ferrara e Zaccheroni, hanno sempre smentito le illazioni (così come del resto i compagni).

Non hanno invece mai detto di lui che non sia un giocatore decisivo. Semplicemente perché non possono neanche con la malafede. Del Piero, già lo scrissi in altri editoriali, quando il momento è decisivo segna sempre il cartellino. Lui, contrariamente a tanti pseudo-campioni o come tali celebrati, quando la partita conta non fallisce mai. Chiedere alle standing ovation del Santiago Bernabeu, o a quante reti ha segnato alle squadre di Milano e alla Roma, e quante reti ha segnato in finali di coppe italiane od europee, nonché intercontinentali.

Chi scrive, invece, ha detto spesso di lui che quando segna, la gioia per il goal della Juve è ancora più grande. Sarà il bisogno di avere un punto di riferimento nella squadra che ami. Sarà perché detesto quelli che fanno entrare le telecamere nelle loro case, mentre lui tende ad essere discreto. Sarà che preferisco i fatti alle pugnette, e lui ha sempre dato risposte sul campo anche di fronte ai detrattori, che a volte sono stati proprio alcuni tifosi juventini. Sarà che se penso a certe prodezze, come il famoso goal del 3-2 alla Fiorentina, o la rete al River Plate a Tokyo, o la serpentina con l’inter nel 1998, o tutte le straordinarie traiettorie dei goal alla Del Piero in Champions League. O i più recenti capolavori di Madrid. E non dimentico nemmeno il suo goal strepitoso contro il Bari, dopo che aveva perso il padre… emozioni che esulano dal calcio, e scusatemi se è poco.
Sarà quel che sarà, ma tant’è: da juventino, un grazie e un complimenti al capitano mi sembrano doverosi. Soprattutto da chi come me prende il più possibile le distanze da pugnette e pugnettari, e predilige i fatti. Quelli che Alessandro Del Piero ha sempre portato sul campo.

Un abbraccio Ale, c’è chi parla, chi urla, chi strepita, chi racconta menzogne, chi si cuce sul petto pezzi di cartoni, chi viene portato in trionfo ma al momento decisivo resta sempre negli spogliatoi.
Poi c’è chi segna e al massimo fa linguacce: il fenomero vero, Alessandro Del Piero!

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1116


 
 
 

COBOLLI GIGLI: "Complimenti a Marotta. Krasic molto forte, Melo un campione"

Post n°2934 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Giacomo Morini

Dopo lo scetticisimo iniziale, la nuova Juventus targata Delneri e Marotta inizia a riscuotere consensi. Visti gli ottimi risultati arrivati fin qui sul campo, fioccano i complimenti alla dirigenza bianconera. Ad unirsi al coro di compiacimento per il lavoro svolto soprattutto dall'ex dirigente della Sampdoria è Giovanni Cobolli Gigli, vecchio presidente bianconero che, ospite alla trasmissione radiofonica 'Indovina chi viene in radio...' di Radiomercato.net, ha commentato così il momento del club bianconero: "Devo fare i complimenti a Marotta per la squadra che ha allestito quest’anno. Non ha fatto sicuramente rimpiangere la partenza di un giocatore importante come Diego. Melo invece è un grande campione, ha un carattere un pò difficile ma quest’anno sta facendo davvero bene e sta dimostrando la sua immensa classe. Non perchè sono un tifoso della Juventus - prosegue Cobolli Gigli - ma secondo me il migliore acquisto si sta dimostrando Krasic, è molto forte. Ma ci sono anche altri giocatori importanti… dimenticavo anche l’acquisto di Ibrahimovic che se è stato pagato quanto si dice sui giornali è stato davvero un gran colpo e Galliani si è dimostrato un grandissimo manager. Poi non dimentichiamo importanti acquisti della scorsa stagione che si stanno mostrando fondamentali quest’anno come Eto’o, Pastore ma anche altri”

 
 
 

Moggi: «Perché le intercettazioni dell’Inter sono uscite fuori solo adesso?»

Post n°2933 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
L’ex direttore generale della Juventus: «È dimostrato che i nerazzurri parlavano di griglie con il mondo arbitrale in maniera frequente. Ci sono intercettazioni inequivocabili in tal senso e molto gravi»
TORINO, 18 ottobre - L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, nel corso della trasmissione televisiva“Ieri, Moggi e domani” in onda su GOLD TV (canale 856 Sky) ha commentato la settima giornata di campionato, ritornando anche sul processo di Napoli in corso in queste settimane.
 
CALCIOPOLI – « Chi dice “Metti Collina” non conta più. Il vero scandalo è sapere perché le intercettazioni dell’Inter sono uscite fuori solo adesso! “Chi pronuncia “metti Collina” nella telefonata tra Bergamo e Facchetti poteva esser una cosa importante qualche mese fa quando ancora non erano state scoperte tutte le nuove intercettazioni sull’Inter. Ormai invece è dimostrato che l’Inter parlava di griglie con il mondo arbitrale in maniera frequente. Ci sono intercettazioni inequivocabili in tal senso e molto gravi, anche direttamente con arbitri, come quella del 4-4-4 o quella in cui Bertini fa presente l’imbarazzo della pressione subita dalla visita di Facchetti prima della partita. Il vero scandalo è che queste intercettazioni sono uscite fuori solo adesso».

INTER – In questo momento è Eto’o dipendente. «Vincere a Cagliari è sempre difficile ed infatti Julio Cesar è stato decisivo in più circostanze. Queste comunque sono le gare che fanno la differenza in un campionato, quando vinci senza entusiasmare. In questo momento l’Inter è Eto’o dipendente. La squadra è ancora molto competitiva, ma la fame di vittorie non è quella degli anni passati».

MILAN – Ronaldinho-Ibra-Pato tridente delle meraviglie. «Se il Milan avesse la difesa dell’Inter sarebbe una delle squadre più forti in assoluto perché dalla cintola del centrocampo in su non ha eguali o quasi nel mondo. Ronaldinho dietro a Pato e Ibrahimovic sono un attacco perfetto, in grado di far male a chiunque. Ibra poi è sempre decisivo anche come uomo assist. Se Pato diventa ancora più cattivo sotto porta il Milan quest’anno vincerà lo scudetto, mentre in Europa credo farà più fatica».

ROMA – Le squadre di Ranieri partono sempre male ma poi si riprendono «
La Roma contro il Genoa aveva una grande voglia di vincere a tutti i costi e l’ha dimostrato sin dall’inizio della gara, mentre i rossoblu nel primo tempo hanno pensato più a divertire che ad esser concreti. Le squadre di Ranieri hanno quasi sempre avuto una partenza ad handicap nel corso degli anni, ma sono certo che la Roma in poco tempo rientrerà nel giro per la lotta Champions».
 
JUVE – Squadra in grande crescita grazie ad Aquilani e Krasic. «
La squadra bianconera sta dimostrando di esser una squadra che può ambire assolutamente ad arrivare al 4° o al 5° posto. La Juventus da un po’ di partite a questa parte sta giocando anche bene. La qualità di Krasic e quella di Aquilani dimostra che per vincere nel calcio servono acquisti che fanno la differenza. Se questa estate invece di comprare 11 giocatori avessero aggiunto altri 2-3 acquisti di qualità ai due sopra citati probabilmente la squadra bianconera lotterebbe per lo scudetto sin da questa stagione. La quantità non ha mai fatto la differenza nella storia del calcio. Felipe Melo? Finalmente sta giocando da mediano intenditore, ovvero l’unico ruolo in cui può rendere al meglio».
 
LAZIO – Il primo posto non è casuale. La squadra lotterà per un posto in Champions. «
Reja è un allenatore intelligente e i risultati che la Lazio sta ottenendo in queste giornate non sono un fuoco di paglia. Di certo la squadra non è attrezzata per vincere lo scudetto, ma chi vuole un posto in Champions dovrà lottare fino alla fine della stagione contro la squadra biancoceleste».

CASSANO – Che talento però nelle gare decisive sparisce sempre. «Il goal di Cassano? Una perla di rara bellezza d’altronde il talento non manca al giocatore. Il suo problema è sempre stata la continuità. Nelle gare decisive, purtroppo per lui, sparisce quasi sempre».
 
PALERMO – Può esser la squadra rivelazione dell’anno. «Il Palermo dispone di giocatori giovani di grande talento guidati da uno strepitoso Pastore, che ha tutte le qualità per diventare nel giro di pochi anni uno dei più forti giocatori in assoluto. Vanno fatti i complimenti anche a Zamparini e Sabatini per aver scoperto dei talenti come anche Ilcic. Se impareranno ad esser più concreti e cattivi il Palermo potrebbe davvero esser la squadra rivelazione dell’anno».

FIORENTINA – Che delusione! Mihajlovic va mandato via…. «
Fossi Mihajlovic non sarei ne sereno ne tranquillo. Con la rosa della Fiorentina non si può proprio esser ultimi in classifica. E’ evidente che l’allenatore è in grande confusione, va mandato via».

VIOLENZA NEGLI STADI – Mancano le leggi per copiare il modello inglese. «Violenza negli stadi? Il problema è che in Italia chi fa casino dopo 2 giorni è già a spasso. Servono leggi severe per copiare il modello inglese!».

 
 
 

Montero e Nedved: la scorta di Agnelli

Post n°2932 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Mai dimenticare la propria storia. Andrea Agnelli ne è ben consapevole e vuole circondarsi di grandi ex del recente passato con i quali il Presidente ha stretto nel passato un ottimo rapporto personale. Agnelli ieri alla stadio era scortato da due personali guardie del corpo: Pavel Nedved e Paolo Montero. L'uruguaiano è rimasto molto attaccato ai colori bianconeri e non perde l'occasione per salutare i suoi vecchi compagni di squadra e abbracciare i tifosi. Chissà che nelle sue nuove veste di procuratori di giovani talenti del suo Uruguay non abbia consigliato Marotta.

 
 
 

Fatti non pugnette! Zdenek Zeman...

Post n°2931 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Immagine IPB

di Mason

I soci ed in generale i lettori di GiùlemanidallaJuve hanno fin da subito mostrato una certa propensione a prendere sul serio il famigerato slogan “Fatti, non pugnette!” . Infatti, noi non accettiamo le allusioni e calunnie popolari e mediatiche, quando non sono supportate da fatti. E’ per questo che, limitandoci al contesto farsopolista, continuiamo a batterci nei tribunali e nel mondo virtuale perché le menzogne vengano a galla e sempre più persone rifiutino i dogmi gazzettari, impegnandoci a distinguere ciò che è pugnetta da ciò che è fatto.
La pugnetta è un teorema, un’illazione, non una notizia. Un qualcosa creato ad arte per suscitare la curiosità del lettore o per veicolare il sentimento popolare nella direzione voluta. Oppure è il frutto della inconsistenza: i Palmiro Cangini che brandiscono lo slogan tipicamente celano dietro le parole la volontà di nascondere dietro le pugnette l’inconsistenza dei fatti che li riguardano. E naturalmente questo atteggiamento non è esclusività di quanto ruota intorno al mondo pallonaro.
Così, nel tempo, spesso abbiamo imparato a riconoscere e sputtanare i venditori di pugnette. Un’attività invero estremamente utile. E’ educativa, perché abitua il lettore ad “ispezionare” con occhio critico non solo le notizie ma anche chi le propugna. E’ “etica”, perché denuda dai panni di “santone” i venditori di fumo spesso non riconosciuti come tali ma anzi idolatrati da buona parte del volgo. Infine divertente: alcuni personaggi sono veramente al limite della demenzialità.

Nasce così l’idea di questa rubrica, dedicata alle pugnette ed ai pugnettari. E chi avrebbe mai potuto essere il nostro primo soggetto? Ma naturalmente lui, Zdenek Zeman, cui nell’estate del 2009 già dedicammo un articolo riassuntivo di dichiarazioni e carriera, appunto intitolato
“Fatti, non pugnette!”.
Il nostro, che potremmo anche ribattezzare “il collezionista” (di esoneri, almeno una decina in carriera), recentemente è tornato alle cronache per aver assunto per la terza volta la guida tecnica del Foggia calcio. Così ha avuto l’occasione di regalare ennesime “perle” della sua saggezza. Sia chiaro, quasi sempre dalle pagine del quotidiano poco pulito rosa, e ciò non può sorprendere, date le affinità pugnettistiche…

E allora via, inizia lo show del collezionista.
Pugnetta chiama pugnetta, e articolista della rosea e allenatore boemo sembrano caricarsi a vicenda. Scrive infatti il quotidiano partner commerciale della seconda squadra di Milano: “E’ tornato alla ribalta dopo alcuni anni bui. E’ tornato dove ha fatto la storia, per riscriverla ancora una volta. Foggia, il Foggia di Zeman: chi non se lo ricorda, quella squadra tutta attacco con Signori, Rambaudi e Baiano che facevano tremare tutte le difese avversarie.” Zeman in realtà a Foggia è tornato già una seconda volta, e non riscrisse pagine buone per il calcio foggiano: forse perché non aveva appunto i Signori, che fu capocannoniere e pilastro della nazionale italiana negli anni 90, Rambaudi e Baiano, altri nazionali, il secondo successivamente spalla di Batistuta e Rui Costa alla Fiorentina, Di Biagio, Kolyvanov, un signor portiere come Mancini ed altri giocatori di eccellente qualità. In effetti gli uomini non contano certo meno dell’allenatore…ma si sa, dipende dall’allenatore. Lui, il collezionista, si è sempre ritenuto uno dei migliori d’Europa, e del resto ci racconta infatti che “la preparazione atletica nel calcio l’ho portata io” . Il climax pugnettaro innescato arriva però al suo apice quando il boemo, che non manca di dichiarare che avrebbe potuto allenare l’inter e la Juventus (l’inter in effetti ci sarebbe piaciuto e speriamo sia sempre in tempo, ndr), racconta che "il Barcellona è messo in campo come insegnavo io, solo che non puntano alla verticalizzazione ma al possesso di palla perché hanno una qualità immensa e non rischiano di sbagliare un passaggio nella trama di gioco“. Come dire che le imprese di pompe funebri cercano di fare profitti come insegnava Bill Gates con la Microsoft, solo che non puntano all’innovazione tecnologica e ai diritti di copyright nel campo informatico ma puntano invece ad accaparrarsi più sepolture delle ditte concorrenti. Sottigliezze, non vorremo mica star lì a spaccare il capello…

La voglia di sorridere e cogliere gli aspetti pedagogici della pugnetta svanisce invece di fronte ai contorni assunti dalle vicende del figlio di Zdenek, ovvero il signor Karel Zeman. Non è dato sapere se il ragazzo, oggi 33enne, abbia o meno un passato calcistico almeno nelle serie minori del calcio professionistico. Fatto sta che, come è come non è, il ragazzo a 30 anni diventa allenatore nella categoria Eccellenza. Siccome è buon costume che un bravo figlio che ha in stima il padre possa cercare di seguirne le orme, il ragazzo si cimenta subito nel “collezionismo”. Il Maglie, la sua squadra, termina il campionato in 17° posizione e retrocede. L’anno successivo Karel è allenatore del Bojano, ma anche tale esperienza si dimostra fallimentare. Infine nell’anno in corso ecco dopo pochissimo tempo l’esonero dal Manfredonia, nei bassifondi della classifica. A quanto pare tale padre, tale figlio. Zeman figlio scarica la colpa sull’impazienza dei tifosi, Zeman padre su quella della nuova dirigenza e sulla scarsa qualità della rosa a disposizione del figlio. A quanto pare in quella famiglia nessuno è mai responsabile di qualche fallimento: immagino che quando Karel era piccolo, se il vasetto della marmellata veniva trovato improvvisamente vuoto in cucina, probabilmente tutti immaginavano che notte tempo fosse stato Luciano Moggi intrufolatosi in cucina a rubarla.
E a proposito di Moggi: chissà perché il figlio Alessandro, o la Geronzi, o Lippi junior, insomma qualsiasi partecipante alla Gea, certi quotidiani li vedevano con occhio sospetto, come i classici figli d’arte che approfittano delle popolarità dei genitori per ritagliarsi uno spazio nel mondo senza faticare. Mentre per la rosea che Zeman jr a 30 anni sia allenatore in Eccellenza senza un passato calcistico degno alle spalle sia assolutamente normale. Anzi, “è saltata per aria
la bella storia di padre e figlio in panchina”…
Eh sì: i pugnettari decidono quando una storia bella ed una è marcia. Da una parte la favola, dall’altra il nepotismo.

Noi continuiamo a non accettare i due pesi e due misure, e a richiamare ogni fruitore di notizie dai media a separare con grande attenzione l’accaduto dai giudizi ed illazioni giornalistiche, le pugnette dai fatti.
Nel frattempo ringraziamo al solito Zeman per il materiale sempre ghiotto che ci fornisce in materia. Forza Zdenek, tra quattro anni vincerai uno scudetto, a leggere la tua affermazione: “16 anni fa mi dicevano che ero avanti 20 anni”. Evidentemente siamo noi troppo indietro, e fra 4 anni la profezia forse si avvererà. Sempre se non si sarà avverata prima quella dei Maya. Nel qual caso, non essendoci prova contraria, i pugnettari sarebbero capaci di assurgere la tue parole a verità, visto che non potrebbe essere prodotta smentita dei fatti!

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1115


 
 
 

SOGNO O SON DESTO?

Post n°2930 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Ieri pomeriggio a molti tifosi sarà sembrato di "vivere in una realtà parallela", quanti episodi, quanti segnali, quante similitudini. Una Juventus che entra in campo autoritaria con un regista che detta i tempi e fa gol. Un giocatore che smuove la squadra e gli avversari e crea... e quanto corre e quanto è biondo... e come somiglia a "quel biondo". E poi un rigore... si un rigore... da quanto tempo non arrivava un rigore... eh si tanto tempo. E poi ancora tanti gol, occasioni, bel gioco.
Una scorpacciata di emozioni e di gioia e uno stadio esultante. Insomma, tante cose, una classifica che vede una Juventus, quinta, ma che meriterebbe, forse di stare più su senza quegli errori con la Sampdoria. Per i sogni è ancora troppo presto, ma per un pomeriggio sembrava di essere tornati al 2006 dove tutto era "magico" in casa bianconera. Chissà se anche da Napoli la penseranno così... nel frattempo per capire se sono solo sogni o realtà, bisognerà aspettare ancora sia da Napoli che da Salisburgo e da Bologna, ma del resto di pazienza i tifosi bianconeri ne hanno tanta.
 

 
 
 

NEDVED: "Grande prestazione. Krasic? Gran giocatore"

Post n°2929 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

  Pavel Nedved in attesa della nomina ufficiale come membro del Cda bianconero non ha perso l'occasione per osservare la sua Juventus dal vivo accanto al suo Presidente e grande amico Andrea Agnelli. Una presenza, la sua, che non è passata inosservata dai tifosi che hanno intonato a gran voce il coro che ha sempre risuonato nello stadio: "Pavel Pavel Nedved Nedved". All'uscita dall'Olimpico è stato avvicinato dai giornalisti di Tuttosport e ha commentato così la prova dei bianconeri: "Una grande Juventus. Era fondamentale vincere, se poi arriva persino un 4- 0... Davvero una gran presta zione. Krasic più forte di me? L'importante è che sia forte. E' un gran giocatore, la sciamolo lavorare tranquillo".

 
 
 

     

 

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