LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 25/10/2010
Dopo gli ultimi episodi mediatici Andrea Agnelli non può più stare in silenzio. Quando è troppo è troppo. La misura di pesanti ironie e commenti fuori luogo nei confronti della Juventus e dei suoi tesserati, passati e presenti, dopo l'episodio del rigore su Krasic di ieri è colma con l'autentica gogna mediatica (ma se potessero farla reale siamo convinti che la userebbero) riservata al giocatore serbo reo di simulazione. Un vero e proprio processo al mostro è andato in onda su tutte le televisioni richiedendo quasi all'unanimità la squalifica per prova televisiva al "tuffatore" di Kosovska Mitrovica, passando dalla sola richiesta a pesanti affermazioni. Così partiamo da "Ecco perchè lo chiamano erede di Nedved" fino al "pensavo fosse una persona seria, invece è solo un serbo", quest'ultima frase talmente grave sia a livello personale che diplomatico (fossimo l'ambasciata serba chiederemmo spiegazioni a questo signore di cui non facciamo il nome ma sapete tutti chi è), ma la richiesta è sempre e una sola: abbattete il mostro Krasic! Un tam tam mediatico che durerà siamo convinti fino a domani quando il superprocuratore Palazzi (proprio lui) e infine il giudice sportivo Tosel decideranno se ci sarà o meno la squalifica. Richiesta a furor di popolo, come le sentenze su calciopoli, forcaioli con il serbo ma garantisti quando Lavezzi e Zalayeta si esibirono in favolosi tuffi dalla piattaforma nel famigerato Napoli-Juventus di Bergonzi: allora ci mancò poco che chiamassero George Lucas e Steven Spielberg per trovare quel minimo pixel che dimostrasse che i due sudamericani non avevano simulato in modo da dire che addirittura i due rigori contro i bianconeri ci fossero. I tifosi juventini sono però veramente stanchi di questo vivisezionare ogni vittoria bianconera o episodio favorevole minimizzando o addirittura ignorando episodi contrari (a proposito perchè nessuno ha parlato del fallo di Portanova su Iaquinta in area nella ripresa?), la società e in prima persona il presidente Andrea Agnelli deve farsi sentire, non è più accettabile tollerare una situazione del genere. |
La Juventus perde Amauri per 10-15 giorni. L'attaccante italo-brasiliano, uscito dal campo ieri per un problema al tendine d'Achille destro, durante la partita di Bologna, è stato sottoposto ad accertamenti che, informa la società bianconera, "non hanno evidenziato lesioni, ma la formazione di una reazione edematosa della parte esterna del tendine. Il giocatore inizierà immediatamente le cure fisioterapiche e la prognosi verrà seguita quotidianamente, ma é verosimile uno stop di 10-15 giorni". Problemi anche per Vincenzo Iaquinta. "L'attaccante - prosegue la nota della Juve - ha avvertito un dolore anteriore al ginocchio destro. Già in giornata è stato sottoposto a risonanza magnetica che ha evidenziato un'elevata infiammazione dell'inserzione del tendine rotuleo. Le sue condizioni verranno ulteriormente monitorate nella giornata di domani". |
L'ex arbitro di serie A imputato nel processo napoletano a Calciopoli: «È un fatto inconfutabile: è un’indagine con tante lacune che ha toccato delle persone che sono state devastante sia sotto l’aspetto personale che professionale. Quello che ci è stato tolto non ce lo ridarà nessuno» ROMA, 25 ottobre - Alla vigilia della ripresa del processo calciopoli, torna a parlare De Santis. Massimo De Santis. L'ex arbitro di serie A, imputato nel processo napoletano a Calciopoli si è sfogato con toni indignati in diretta telefonica sulle frequenze di Rete Oro TV nella trasmissione “Signora Mia” condotta da Marco Venditti in collaborazione con la redazione di“Tutti Pazzi Per La Juve”. Nell’udienza del 19 Ottobre gli avvocati della difesa hanno segnato ulteriori punti a favore degli imputati, non pensa che dibattere su chi dica «metti Collina» tenti di sviare l’attenzione dalle evidenti falle del teorema accusatorio? «È un fatto inconfutabile: è un’indagine con tante lacune che ha toccato delle persone che sono state devastante sia sotto l’aspetto personale che professionale. Non bisogna soffermarsi su chi dice “metti Collina”. Il problema è che per quattro anni ci hanno fatto credere che determinate intercettazioni non esistessero. Oggi ne siamo venuti a conoscenza e da queste intercettazioni si vede forse quello che sarebbe dovuto essere effettivamente l’indagine di calciopoli. Tutto quello che oggi stiamo subendo in tribunale non sarebbe dovuto accadere perché ogni intercettazione che noi troviamo sconfessa l’intercettazione che è stata inserita miratamene nelle informative redatte dal Col. Auricchio. Dall’esame dei testi, che ha chiamato il mio difensore Avv. Gallinelli, è stato sconfessato il lavoro degli inquirenti. Chiunque ha ascoltato l’udienza si è potuto rendere conto che se questi testi fossero stati chiamati nel 2006, all’inizio delle indagini, sicuramente non saremmo arrivati a questo punto». In riferimento alle nuove intercettazioni depositate dai suoi legali e l’ascolto del teste Gamberini, cosa è emerso in aula? «Per quanto riguarda le intercettazioni che ho depositato, devo ringraziare il lavoro straordinario di Nicola Penta che è riuscito a fornirmi l’intercettazione e la trascrizione della mia telefonata con Bergamo delle 17.43, in riferimento alla famosa telefonata Lecce-Parma delle ore 12.00, nella quale dico che se la partita sarà tranquilla io mi farò da parte, se invece sarà giocata mi metterò in mezzo. Perché nel finale di campionato si è verificato tante volte che le squadre se la giocano o non fanno dell’agonismo l’essenza della gara. Ho depositato appunto, la telefonata delle 17.43 con Bergamo a cui dico che nell’ultima mezz’ora la partita è stata fiacca ed io mi sono messo da parte ed ho fatto fare a loro; ho trovato le telefonate con Bergamo in riferimento alla partita Lecce–Juventus al quale dico che i giocatori volevano giocare ed una nella quale un dirigente del Lecce mi ha chiamato alle 10 di mattina per dirmi che il campo era stato sistemato e che era agibile; Fiorentina-Bologna è uscito fuori, detto da Gamberini e quindi non da uno di parte, che Petruzzi e Nastase erano i giocatori più ammoniti della squadra e che in quella partita il Bologna aveva 8 diffidati. Insomma, sta uscendo fuori tutto.Le indagini vanno fatte a tutela dell’indagato e non per costruirgli addosso un vestito per poi sbatterlo in prima pagina e dire: “ecco questo è il mostro!”, come è accaduto in questa indagine». E per quanto riguarda le testimonianze di Del Piero e dell’osservatore degli arbitri D’Addato? «La cosa eclatante è stata che i PM soltanto in due occasioni hanno posto domande ai testi chiamati da noi: a Del Piero sul discorso di Ibrahimovic, ma ormai penso che l’abbiano capito tutti che se io avessi voluto favorire la Juventus sarebbe bastato dire che avevo seguito l’azione e che avevo visto e la prova televisiva non sarebbe stata applicata. Del Piero l’ha spiegato benissimo.Ho ammirato Del Piero, come l’ho sempre ammirato da calciatore ed ancor di più come uomo: nel momento in cui in udienza si è voluto insinuare che Del Piero ricordava solo alcuni episodi e quindi si è cercato di mettere in dubbio la veridicità di quello che diceva, Del Piero ha ricordato che in Udinese-Juventus sono stato l’arbitro che lo ha espulso negli ultimi 16 anni e penso che in quel momento si è vista tutta la fragilità dell’impianto accusatorio ed il modo con il quale hanno lavorato gli inquirenti. D’Addato ha spiegato benissimo qual è stato l’andamento della partita. Lo stesso assistente Farneti di Parma-Juventus ha spiegato quello che è stato il dopo partita.Anche per le magliette regalate agli arbitri è stato chiarito che era una cosa consuetudinaria che facevano tutti in ogni partita.L’avv.Gallinelli è stato bravo a scandagliare tutte queste posizioni ed a tirar fuori dalle persone chiamate a testimoniare i ricordi di 4 anni fa. Ma se questi testimoni fossero stati chiamati a tempo debito dai PM o dai carabinieri, che cosa sarebbe uscito? La cosa agghiacciante, di cui le persone forse non si rendono conto, è che D’Addato è stato ascoltato dai carabinieri per sette ore durante le quali ha riferito le stesse identiche cose…». Cosa le ha tolto calciopoli e cosa si aspetta dalla fine del processo? «La riflessione che bisogna fare è dove si vuole arrivare con questo processo e soprattutto che il danno effettivo, per come stanno andando le cose, non l’ha fatto tanto la giustizia ordinaria, ma la giustizia sportiva: io ho perso la mia posizione di arbitro; le società con quello che gli è stato tolto; altri tesserati che sono in questo processo, con un giudizio sportivo sommario, hanno tutti subito un danno.Oggi, a fatica, perché se avessimo avuto tutto questo materiale nel 2006 il compito sarebbe stato più facile, grazie alla professionalità e la bravura degli avvocati, a Nicola Penta che è riuscito a tirar fuori le intercettazioni telefoniche, stiamo ricostruendo quello che in un processo serio in un paese civile non sarebbe mai avvenuto.Noi avremmo dovuto avere a disposizione tutto, nelle indagini avrebbe dovuto esserci tutto ed oggi se andiamo a vedere quelle informative, a distanza di anni.Mi ricordo nel 2006, all’indomani degli avvisi di garanzia, i titoli dei giornali, delle televisioni e tutto il resto: c’è stato un massacro verso di noi!Quello che c’è stato tolto non ce lo ridarà mai nessuno.Partendo dal principio sacrosanto che finché non ci sarà una sentenza da parte del tribunale penale a noi favorevole stiamo parlando del nulla, il momento importante sarà appunto quando arriveremo a sentenza in modo che si possa sancire quanto stiamo dicendo perché ne abbiamo viste davvero tante.Noi abbiamo fiducia nel Giudice Casoria perché sta facendo in modo che questo processo si svolga nel modo più giusto possibile». Durante l’udienza del 12 ottobre, l’Avv. Gallinelli ha chiesto formalmente l’incriminazione per falsa testimonianza del Col. Auricchio, è un atto che chiarirà ulteriormente il modo con cui sono state condotte le indagini? «Ho puntato sempre il dito dall’inizio sulle indagini e su qualcosa che mancava anche per l’esperienza che avevo dal punto di vista lavorativo. Oggi si fanno tanti dibattiti sulla giustizia ed oggi proprio in questo processo stiamo vedendo che se degli inquirenti che non fanno bene il proprio lavoro o vogliono cucire addosso ad una persona un vestito che non è il suo ci riescono tranquillamente, ti distruggono la vita e poi devi fare un processo che dura cinque o sei anni per ristabilire la verità considerando anche che in alcuni casi ci si riesce ed in altri no. Comunque non si può ritornare indietro e farsi restituire tutto quello che ti è stato tolto. Non ci dimentichiamo che fu detto in aula di tribunale e non sui giornali, che non esistevano intercettazioni telefoniche di alcune società». Come mai le “gole profonde” della procura partenopea non sono state sentite in aula dai PM come testimoni del loro impianto accusatorio, ma sono state convocate dalle difese degli imputati? «Il primo teste dell’accusa doveva essere Franco Baldini e poi non so per quale motivo non è stato chiamato. E’ stata la difesa di Moggi a convocare Franco Baldini e sentirlo dire che ha fatto la ricerca dei testimoni che potevano contribuire a distruggere quelle persone e purtroppo ci sono riusciti, è stata una cosa che ha fatto male. Quando ci sono quei dati un cui dice che ha cercato tizio, ma era dopo marzo e poi questa persona è stata sentita ad ottobre e poi dice che la giornalista è stata sentita dopo aprile ed invece scopriamo che è stata sentita a settembre ed il periodo settembre-ottobre è l’apice di calciopoli». Uno dei capi d’imputazione a suo carico è l’associazione per delinquere, come si spiega l’assenza dei presunti beneficiari del sodalizio e di altri soggetti “cupolari”che sono stati prosciolti? Quali altre situazioni sono emerse in aula che contraddicono il teorema accusatorio? «Ricordiamoci che nasce tutto dal discorso di Palanca e Gabriele con il Messina e in quel momento la cosa più logica da fare era indagare sul Messina perché era quello il tema. Invece sul Messina non ha indagato nessuno. Quindi l’indagine è stata inspiegabilmente indirizzata solo verso Moggi, la Juventus e De Santis. E’ partita da De Santis e Moggi sui quali ci sono oltre 50 pagine di informative e poi tutti gli altri. Con me hanno sbagliato tutto, ci sono enormi lacune investigative: c’è la prova della indagini; il discorso di quando sono stato convocato in Olanda ed oggi ho depositato la lettera Uefa a conferma; il discorso sulla scheda svizzera che mi attribuiscono secondo cui sarei stato agganciato a Coverciano ed invece mi trovavo a Roma a frequentare un corso proprio con il Col. Auricchio! Ci sono troppe lacune sul mio conto.Ricordo anche che è vero che il Col. Auricchio ha condotto le indagini, ma non dimentichiamo che il Col. Auricchio in udienza ha portato un duro attacco ai PM dicendo: “Si, io ho fatto le indagini, ma gli avvisi di garanzia li avete firmati voi!”. E tutto questo dovrebbe far riflettere». |
La simulazione di Krasic sarà sottoposta all'attenzione del giudice sportivo Tosel La FIGC ha deciso: la simulazione che ha provocato il calcio di rigore per i bianconeri avvenuta ieri nel corso del primo tempo di Bologna-Juve sarà valutata tramite le immagini televisive. Dalla Procura Federale della Federcalcio è arrivata al giudice sportivo la richiesta di esaminare con la cosiddetta prova tv il "caso Krasic". La sentenza è attesa per domani. |
BLANC: "KRASIC E' PULITO E RISPETTA LE REGOLE" Dopo il direttore generale Beppe Marotta e l'allenatore Gigi Delneri, anche l'amministratore delegato della Juventus, Jean Claude Blanc, parla del caso che ha coinvolto Milos Krasic, durante la gara di ieri contro il Bologna: "Ogni calciatore ha la sua reputazione, Milos ha quella di essere un giocatore pulito che rispetta le regole. Chi dovrà giudicare l'episodio di ieri dovrà tener conto anche di questo - spiega il dirigente francese -. Noi abbiamo un programma che parte dai giovani che permette loro di crescere a livello morale e in base ai valori dello sport. Questo è la base di insegnamento per tutti i nostri giocatori dal settore giovanile alla prima squadra". |
Il 28 dicembre 2007 Marcelo Zalayeta ricevette due giornate di squalifica per un fallo di simulazione nella partita Napoli-Torino, e per essere "reo" di aver già esibito le sue doti di tuffatore in Napoli-Juventus dello stesso anno. |
Il giorno dopo il pareggio al Dall'ara, Giorgio Chiellini analizza la partita dal suo sito ufficiale: "Come ho già detto subito dopo la partita di ieri, abbiamo provato in tutti i modi a vincere la partita ma ci è mancato ancora qualcosina per conquistare i tre punti". |
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Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14