LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 19/11/2010
Il ginocchio ha fatto crak. Ennesimo infortunio patito dalla attaccante juventino e tanti saluti alla voglia di riscatto. La ciliegina sulla torta di quest’"annus horribilis" per l’attaccante italo-brasiliano. Infortunio che, per dirla tutta, complica anche i piani di Marotta. Infatti, se fino a pochi giorni fa, l’acquisto di una punta non rappresentava un problema cosi impellente, ora invece rischia di diventare un vero e proprio tormento per il ds bianconero, che ha fretta di mettere le mani su qualche punta di buon livello, evitando cosi di tesserare dei rincalzi non all’altezza. I nomi più caldi dei possibili sostituti sono sempre Benzema, in rotta con il suo tecnico e pronto a mollare il Real Madrid, e Diego Forlan. Per il francese però c’è da spendere parecchio tra acquisizione del cartellino e ingaggio. Più percorribile sembra infatti la pista che porta all’uruguaiano dell’Atletico Madrid. |
Probabile partenza a fine stagione del francese dai Red Devils, bianconeri in guardia. A giugno ci sarà una partenza eccellente da Old Trafford, secondo il Times Patrice Evra avrebbe deciso di terminare la sua esperienza al Manchester United iniziata nel gennaio 2006 voglioso di provare nuove esperienze. Per il terzino sinistro della nazionale francese sarebbe in atto un duello tra Real Madrid e Barcellona ma alle loro spalle monitora la situazione la Juventus, da tempo ammiratrice interessata del giocatore ex Monaco e che potrebbe cogliere la situazione al volo vista anche la penuria di terzini mancini in rosa. Affare molto difficile ma non impossibile. |
Pesante contestazione del giornalista Rai sulla volontà del presidente juventino di richiedere i due scudetti e sulle parole di stima verso l'ex dg bianconero. Pesantissimo e grave attacco di Gianni Minà che sulle pagine del Fatto Quotidiano ha espresso oggi tutto il suo sgomento e poca comprensione per la gestione sulla vicenda calciopoli da parte del presidente juventino Andrea Agnelli. Una visione sbagliata e che cancella quanto di buono fatto negli ultimi quttro anni secondo lo storico giornalista della Rai: "Apprendiamo che il giovane Andrea Agnelli ha deciso di combattere per riprendersi gli scudetti del 2005 e del 2006 tolti dalla Figc al suo club, la Juventus, per dati di fatto accertati, fino a prova contraria, per uso improprio di arbitri e guardalinee in combutta con il Milan che se la cavò ingiustamente con qualche punto di penalità. La retrocessione in Serie B e lo stile della dirigenza juventina dal 2006 al 2010 fece tornare credibilità e rispetto nei confronti del club piemontese rispetto a quanto era avvenuto prima quando la mente di quello scandalo fu il Richelieu del patetico mondo del calcio italiano, ovvero Luciano Moggi, colui che condizionava gli arbitri. Questa tesi vede d'accordo sia giustizia sportiva che penale a quanto pare dato che Moggi in questi giorni sta subendo a Napoli un processo a riguardo però Andrea Agnelli sembra pensarla diversamente rispetto ai pubblici ministeri napoletani dichiarando di stimare l'ex dg juventino". Gli attacchi a Moggi proseguono parlando di un episodio, mai provato, risalente ai tempi in cui lavorava al Torino: "Ai tempi granata Lucianone fu salvato da una prescrizione che gli levò l'accusa d'incitamento alla prostituzione, nella campagna di coppa Uefa 1992 Moggi ingaggiò simpatiche escort per gli arbitri che dovevano poi dirigere il giorno dopo il Toro". L'obiettivo poi torna su Andrea Agnelli tornando sulle famose scelte dell'avvocato Zaccone: "Forse il giovane presidente juventino non è d'accordo con le scelte del legale juventino Zaccone, bianconero doc e principe del foro, che nel 2006 accettò la retrocessione. Forse ritiene che la Juve non sia stata difesa, forse non concorda con lo storico presidente e leggenda bianconera Boniperti che in un'assemblea degli azionisti qualche mese dopo confermò che c'era poco da fare in quelle situazioni". Passaggio poi sulla questione scudetto 2006: "Andrea Agnelli è omologato al pensiero dei tifosi che non accettano che il titolo del 2006 sia stato assegnato all'Inter dall'allora commissario Figc Guido Rossi, che fu scelto dal Coni. Onestamente è meglio non entrare molto nel merito ma c'è da ricordare che la triade violò i comportamenti più elementari della giustizia civile in modo arrogante ed offensivo con arbitri corrotti e schede svizzere. E ricordiamo che Giraudo nel processo con rito abbreviato è stato condannato per tre anni". Tante inesattezze con passaggio sulla differenza che Minà vuol porre tra Facchetti e Moggi: "Telefonare non era reato, Facchetti si raccomandava e chiedeva ragguagli, magari è poco elegante. Ma è proibito imporre, ricattare e mettere in piedi meccanismi perversi con aggressività. Non so come finirà il processo penale, so che il gup a Napoli ha già condannato Giraudo. E' miserrimo pensare che Guido Rossi, Auricchio, Narducci e Beatrice abbiano ordito una congiura". Conclusione finale, con altri passaggi a vuoto, sulla questione doping conclusa con l'assoluzione alla Juventus nel 2005: "Quella Juve aveva l'allenatore più bravo ovvero Marcello Lippi, la squadra migliore e una grande società eppure Agricola e Giraudo finirono sotto processo per la famosa vicenda doping con assoluzione nel 2005 annullata nel 2007 ma prescritta. La sfangarono insomma con ombre inquietanti come quelle di due santoni, liquidati nel 98, come il catalano Laich e l'olandese Kraaijenhof, due inquietanti individui che utilizzavano bizzarre metodologie per incrementare la massa dell'atleta. Durarono solo quell'estate ma perchè erano li?". |
IL DIFENSORE DELLA JUVENTUS IN ESLCUSIVA A SPORTITALIA Nicola Legrottaglie, difensore della Juventus, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sportitalia, con l'inviata Marica Giannini, nel corso del "Solo Calcio" condotto da Michele Criscitiello. Dalla Juve del passato a quella del futuro, da Moggi all'Inter. Legrottaglie non si è tirato indietro, a 20 giorni dal suo ritorno in campo. "Quegli scudetti sono nostri, lo sanno tutti e devono tornare alla Juventus. Noi ci sentiamo forti e già quest'anno possiamo puntare al titolo. Non mi meraviglio -continua Nicola Legrottaglie- se l'Inter fatica così tanto. Come quando noi comuni mortali a Natale mangiamo tantissimo e il giorno dopo ci accontentiamo del brodino; non abbiamo più fame. Mi auguro che Benitez resti, è uno pulito che mi piace. Tornando alla Juve , penso che non abbiamo bisogno di così tanti rinforzi, la squadra c'è ed è buona così. Delneri è molto bravo". Infine, domanda su Luciano Moggi. E se tornasse? "Magari! E' il migliore di tutti. Lavora bene e credo nella giustizia divina, così come credo in quella terrena. Ha pagato e merita di tornare. Uno così al calcio fa sempre bene e con lui davamo tutti il 200%. Mi auguro per Moggi che possa tornare a svolgere la sua professione". |
Alessandro Del Piero è entusiasta di come i suoi tifosi lo seguano e gli stiano vicino. E siamo certi che a cliccare sul suo sito internet o la sua pagina personale di Facebook non sono solo tifosi juventini. Il Capitano bianconero, tramite il suo sito ufficiale, alessandrodelpiero.com, ringrazia in modo caloroso tutti quelli che si sono iscritti alla sua pagina Facebook: "Ragazzi, forse mi sono perso qualcosa… Sembra ieri che vi dedicavo il gol contro lo Shamrock Rovers per celebrare le 300mila iscrizioni alla mia pagina Facebook, e adesso… siamo già arrivati a 500mila! Mamma mia, quanti siamo. Per incontrarci tutti dovremmo fare un grande raduno tipo concertone rock, non basta uno stadio! Questa volta suggeritemi voi come festeggiare: aspetto i vostri commenti. Ovviamente su Facebook… Ps. Ci sono un po’ di pagine Facebook che usano la mia identità senza autorizzazione. Vi ricordo che l’unica pagina ufficiale è quella a cui potete accedere direttamente dalla home page del sito, in basso a destra. Alessandro" |
Alberto a Juve Channel: "Juve costruita per vincere, ma serve tempo". Pepe gli fa uno scherzo in diretta... Nel pomeriggio Alberto Aquilani è stato ospite a "Filo Diretto", il programma di Juventus Channel che permette ai tifosi di porre le proprie domande in diretta ai propri beniamini. |
Era così interessato ai rossoneri da chiamare Meani per sapere il risultato dei milanisti mentre era in Tunisia nell’intervallo della sfida che decideva la stagione ROMA, 19 novembre - Assistenti che passione: una passione vera per Leonardo Meani, lo sappiamo. Tanto da aiutare con veti ai designatori nella scelta dei due che diressero con Collina il match- scudetto Milan-Juve l’8 maggio 2005. Il 6 maggio a sorteggio fatto parla con un dirigente del Milan e dice: «A voi non va bene Griselli? A me non mi va bene Ivaldi, non mi va bene Pisacreta, non mi va bene Consolo.... Allora è saltato fuori Farneti, che è il meno peggio, comunque...». Gli piace Mitro (saranno Mitro e Farneti) e critica Ramaccioni cui non andava bene nessuno. «Puglisi non ce lo mandano perché non si può...». E qui sotto capirete anche perché. E’ il 17 aprile 2005, sono le 16.16, Puglisi dalla Tunisia dove a minuti deve arbitrare la finale del campionato tunisino con Dondarini e l’altro assistente Cuttica che in udienza a Napoli, l’11 maggio a domanda dell’avvocato di Moggi risponde: «Per chi tifava Puglisi? Indubbiamente il Milan!». Gli crediamo e per questo proponiamo tre telefonate inedite e curiose, a proposito del fatto che gli assistenti -decisi direttamente dai designatori - fossero al centro di telefonate e spinte reciproche prima delle designazioni. Puglisi chiama Meani - che è in panchina con Ancelotti- al 15’ del secondo tempo di Siena-Milan. Meani: Pronto? Puglisi: Come stiamo lì? M.: Ci ha annullato un gol buono quel pirla di Baglioni. P.: Avanti Savoia! Alè, avanti, Juve! Il rodeo continua. M.: Stiamo 0-0. P. : Gli altri? M.: La Juve vince 4-1. P.: Puttana troia! M.: Non posso parlare sono in panchina. Sempre domenica 17 aprile 2005, ore 17.21 durante il match arbitrato da Puglisi in Tunisia che chiama dallo spogliatoio, nell’intervallo, ha ancora il fiatone ma deve sentiere Meani per sapere in diretta di Siena-Milan. Puglisi: Com’è finita, eh? Meani: Abbiamo perso 2-1 P.:2-1? M: Perso P.: Gli altri cosa fanno M.: La Juve ha vinto P. : Putt ( incomprensibile). Cosa è successo? M.: Siamo andati in vantaggio, loro hanno fatto l’1-1 dopo 4’ preso gol in contropiede. Ma tu dove sei P.: Nello spogliatoio M.: Quanto stanno lì. P.: Stanno 1-0 per la squadra che è fuori casa. Quando finisco ti chiamo Telefonata Meani- Puglisi (assistente arbitrale di pri ma fascia) 3 maggio 2005: il Milan sta per decollare per Eindhoven dove giocherà la semifinale Champions prima del match scudetto Milan-Juve. Siamo in attesa del sorteggio che vedrà Collina in campo a San Siro. Meani: Certo che si lamenti la Juve con ‘sti articoli della Gazzetta. Da cinema. Tutte le mosse che facevano loro stanno denunciando, l’arbitro che viene fermato, che non fanno più la serie A? Puglisi: Ho letto tutto: e allora, com’è che Puglisi non fa la Juventus Meani: Perché Babini non fa la Juventus? Perché Contini non fa la Juventus? Perché Messina non ha più fatto la Juve da tanto tempo (ha arbitrato i bianconeri proprio due giorni prima: Juve-Bologna 2-1, ndr). P.: Cazzo Racalbuto (fuori dalla 27ª al la 35ª giornata, ndr), l’hanno massacrato. M. :Eh Racalbuto, ci siamo messi anche noi a massacrarlo P.: Cazzi suoi, scendi dal carro e vai a piedi M.: Così impara. |
Esiste un giocatore che nell'immaginario dei tifosi mette i brividi...ed ad alcuni i lacrimoni agli occhi. E' un giocatore esempio di classe e di come si debbano affrontare le sfide della vita con coraggio e passione e di come si debbano accettare le grandi vittorie (dal pallone d'oro all'Europeo ai tanti scudetti bianconeri) fino alle sconfitte (quell'ammonizione con il Real che gli fece saltare la partita della vita). Pavel Nedved è e rimarrà campione indiscusso nel cuore di tutti e solo a parlare di lui, ci vengono brividi di emozione e malinconia. Quando Pavel parla conviene sedersi come dei bambini che ascoltano la favola di un nonno e ascoltare in modo silenzioso. Oggi Pavel ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Dichiarazioni importanti a 360 gradi sulla sua nuova vita da dirigente e del suo addio al calcio giocato: "Se quel 31 maggio 2009 fu un inizio o una fine ? Un inizio. Quel giorno è cominciata la seconda fase della mia vita: io ero felice, mi godevo quei momenti e la gente intorno a me piangeva. Fu un pomeriggio strano e magico. Quando e perché ho deciso di smettere? Nel 2006 giurai che avrei riportato la Juve in alto. Dopo la promozione e il terzo posto, la mia testa cominciava a non reggere più i ritiri. Nel 2009 arrivammo secondi. Per scalare l'ultimo gradino, un gradino molto alto, io a 37 anni non potevo più essere d'aiuto. Serviva altro. E la Juve aveva un progetto di cui non facevo parte. (...)Se è più difficile fare il giocatore o il dirigente? Il dirigente. E' bello dividersi tra la sede e il campo, ma mi manca l'ambiente dello spogliatoio...Un giocatore deve vivere come un combattente: mangiare, correre, dormire. Il dirigente ha più pensieri. Qual'è il mio compito? Stare vicino alla squadra, andare al campo, dialogare con Delneri, Marotta, Paratici, Pessotto, aiutare chi ha bisogno". Pavel si sofferma anche sulla possibilità di continuare con altre maglie e della sua scelta di cuore. "Il mio procuratore Raiola provò a farmi continuare: c'erano offerte dall'estero e dall'Italia, ma io non mi vedevo con altre maglie. La chiamata di Mourinho? Quando sentii la sua voce rimasi molto sorpreso. Prima mi fece i complimenti e poi mi disse: 'Pavel, ho bisogno di te per vincere la Champions'. Ma io rifiutai subito: il cuore non mi avrebbe mai permesso di giocare con l'Inter". Qualche parola anche da vero dirigente e sul futuro: "Se parlerò con Buffon? Ci siamo già visti e ci rivedremo presto. Io capisco la sua sofferenza: quando resti fuori per un infortunio serio, stai male. Non venendo a Vinovo, magari Gigi soffre un po' di meno. Non poteva mancare la frase su il suo "erede" che ha mostrato qualcosa ma deve ancora mostrare molto: "Com'è Krasic? Molto forte. Abbiamo qualcosa in comune: il modo di correre e di puntare la porta, la ricerca della concretezza. Crossa benissimo, ora deve farci scoprire il tiro da lontano". E infine il capitano simbolo della Juventus: "Del Piero? E' Highlander: sempre in prima fila. Un esempio. E mi aspetto che continui a giocare. Ale ha la testa giusta per andare avanti alla grande". Rimaniamo sempre affascinati dalle parole di Pavel Nedved che non sono mai banali e speriamo tutti possano essere di buon auspicio soprattutto per Krasic. Rimaniamo fiduciosi che la sua esperienza possa essere utile per crescere a livello societario perchè oltre a essere stato un grandissimo sul terreno di gioco, Pavel lo è anche al di fuori. |
Agnelli-Galliani, strette di mano e sorrisi: torna il sereno Assemblea di Lega in Serie A, incontro amichevole tra il presidente della Juve e l'ad del Milan: pacca sulle spalle e dichiarazioni concilianti: «Con Marotta ho già chiarito tutto, era un amico e resta un amico. L'ho pregato di evitare i paragoni fra i giocatori della Juventus e quelli del Milan, ma mica è successa la guerra»
MILANO, 19 novembre - Dopo le polemiche dei giorni scorsi, solo sorrisi fra i dirigenti di Juventus e Milan che si sono incrociati prima dell'assemblea della Lega di Serie A. Il presidente bianconero Andrea Agnelli ha stretto la mano all'amministratore delegato Adriano Galliani, che qualche giorno fa si era indispettito perchè il direttore generale e amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta aveva paragonato episodi arbitrali capitati alla sua squadra ad altri relativi al Milan. «Con Marotta - ha spiegato Galliani prima di ricevere un'amichevole pacca sulle spalle dal massimo dirigente bianconero - ho già chiarito tutto, era un amico e resta un amico. L'ho pregato di evitare i paragoni fra i giocatori della Juventus e quelli del Milan, ma mica è successa la guerra». |
Qualche buona notizia è arrivata anche ieri da Vinovo. Tutti preoccupati per l'infortunio di Amauri (in giornata l'attaccante verrà sottoposto a un nuovo esame per diagnosticare meglio prognosi e tempi di recupero), non ci si è accorti dei notevoli progressi di Milos Krasic che, quasi sicuramente, verrà convocato per la trasferta di Genova. Gli allenamenti di oggi e domani diranno poi se sarà pronto a essere schierato dal primo minuto, anche se Lanzafame pare ancora il favorito per il ruolo di ala desta. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14