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Messaggi del 03/12/2010

game over...

Post n°3349 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

La Lazio stende l'Inter 3-1: Hernanes e Zarate che show!

 
La squadra di Reja abbatte i nerazzurri che rimediano la loro quarta sconfitta stagionale. Apre Biava al 27', allunga Zarate al 9' del secondo tempo. Poi la squadra di Benitez regisce e accorcia con Pandev (29'). Ad un minuto dalla fine però è il centrocampista brasiliano ad ingannare Castellazzi e a firmare il 3-1 finale
ROMA, 3 dicembre - La Lazio ha battuto 3-1 l'Inter grazie ad una prestazione superba: Biava, Zarate e Hernanes piegano la resistenza dei nerazzura e ora Benitez rischia grosso. I biancocelesti agganciano il Milan in vetta a quota 30 e staccano il gruppo formato da Juve, Napoli, Palermo e Roma. Il club di Moratti, invece, resta a quota 23 e se domani gli uomini di Allegri supereranno il Brescia a San Siro andranno a 10 punti dalla capolista.

 
 
 

Su la testa, Juve ...

Post n°3348 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

da  http://cronachebianconere.blogspot.com/

Da mercoledì la Juventus è fuori dall’Europa League, quando manca ancora una gara alla conclusione del gironcino.
Intendiamoci: non si tratta di una novità degli ultimi giorni, ormai in molti si erano abituati a questa idea, a partire dai milioni di sostenitori bianconeri sparsi per il mondo sino ad arrivare agli stessi giocatori. Quando accumuli cinque pareggi in altrettante gare non puoi pensare che le altre squadre stiano lì ad aspettarti, anche se si chiamano Salisburgo o Lech Poznan. A proposito: complimenti ai furbetti del quartiere polacco. E meno male che all'estero continuano a pensare che solo gli italiani sarebbero in grado di inventarsi "giochetti" come quelli ammirati due sere fa per rendere impraticabile il campo, messo già a dura prova dalle difficilissime condizioni climatiche.

Escludendo la trasferta di Manchester i bianconeri hanno gettato al vento più di un’occasione per creare le basi per un eventuale passaggio ai sedicesimi di finale. I motivi di questi errori vanno ricercati nei troppi infortuni, negli approcci sbagliati agli incontri, nei ripetuti cali di concentrazione in alcuni momenti delicati, nella indisponibilità - per questa manifestazione - di giocatori del calibro di Aquilani e Quagliarella, in una squadra nuova da assemblare nata dalle ceneri della precedente gestione di Jean Claude Blanc.
Quella che in cinque anni avrebbe dovuto riportare la Vecchia Signora ai fasti di un tempo.

Del Neri, nell’immediato dopo gara col Lech Poznan, ha rilasciato questa dichiarazione: "E’ stata figlia delle prime partite (l’eliminazione, ndr), perché stavolta abbiamo costruito sette palle gol, sette calci di rigore. E’ una delusione pesante. Ma peserà zero sul futuro: chi ha visto la partita non può dire nulla: la squadra ha ormai un suo clichè, hanno giocato ragazzi di diciotto anni".

A volte una semplice battuta, magari pronunciata ad inizio anno calcistico, può servire da spunto per costruirci intorno tutte le considerazioni di un’intera stagione: seguendo questo schema viene usato (e abusato) il "bicchiere" (mezzo pieno o mezzo vuoto) del tecnico di Aquileia per dare una valutazione di ogni partita della sua Juventus. Adesso, più che guardare i lati positivi e quelli negativi dell'eliminazione dalla manifestazione europea, non resta che concentrarsi sulle competizioni che sono rimaste: il campionato e la Coppa Italia. Anche perchè non ci sono alternative.

La Vecchia Signora è uscita dall'Europa dalla porta di servizio, con l’obiettivo di rientrarci da quella principale il prossimo anno. La formazione solida a cui manca spesso il colpo del k.o. vista in campionato è meno diversa da quella che ha partecipato all'Europa League rispetto a quanto si legge (e si sente) da più parti.

Il 3-3 ottenuto contro il Lech Poznan è capitato a distanza di quattro giorni dalla gara contro la Sampdoria in campionato terminata con un risultato identico. Nella partita contro il Manchester City la squadra di Del Neri mostrò dei miglioramenti che vennero confermati settantadue ore dopo al "Meazza" contro l'Inter. Dopo la vittoria per 4-0 ottenuta contro il Lecce allo stadio "Olimpico" la Juventus ebbe una flessione che si manifestò sia nella successiva gara giocata a Salisburgo che in quella disputata a Bologna, finita anch’essa con un pareggio. L'incontro di Torino con gli austriaci vide la presenza di quattro giocatori provenienti dalla formazione Primavera: uno dall'inizio della gara (Giandonato), gli altri tre a partita in corso (Giannetti, Liviero e Buchel). Questo perchè la precedente vittoria a San Siro contro il Milan (giocata di sabato sera) le era "costata" moltissimo, anche in termini di infortuni. La gara di mercoledì scorso, decisiva per le sorti di Madama in quella manifestazione, è stata preceduta da tre pareggi e due sole vittorie in campionato.

Fermo restando il valore diverso degli avversari (al netto del Manchester City) e gli evidenti errori che la Juventus ha compiuto nel suo breve percorso in questa Europa League, il cammino fuori dall’Italia è stato sempre legato a doppio filo a quello che accadeva in serie A nei momenti immediatamente precedenti o successivi a quegli incontri. Non c’è stato "snobismo" (allo stato puro) da parte dei bianconeri nei confronti di questa manifestazione, quanto - piuttosto - un cammino altalenante tipico di una squadra nuova, figlia di una società (quasi) completamente rivoluzionata la scorsa estate alla quale vengono concesse giustificazioni il tempo utile per arrivare alla prima sconfitta. Poi, piaccia o non piaccia, piovono critiche con la stessa intensità della nevicata caduta a Poznan mercoledì.

Perchè? Perchè si chiama "Juventus", ed è un nome che ha solo un cognome: vittoria.
La squadra si isoli presto dalle critiche e continui il suo processo di crescita, mostrando i progressi registrati da agosto ad oggi. A chi sostiene di conoscere già l’esito finale di questa stagione basta ricordare l'esordio in campionato a Bari: da allora qualcosa è cambiato. Se poi sarà un fallimento, vorrà dire che verranno raccolti i cocci e si ripartirà di nuovo. Questa volta, però, non "da zero".
Su la testa e avanti, ora. Col caldo di Catania, l’esatto opposto di quanto Madama ha trovato in Polonia.

 
 
 

DAL GELO AL CALDO, JUVE E' ORA DI VOLARE...

Post n°3347 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Verso Catania e una gara da vincere.
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ben trenta gradi di differenza in quasi quattro giorni, ai giocatori juventini che domani sbarcheranno a Catania sembrerà di trovarsi ai tropici visto il polare e siberiano -12° patito nello sfortunato mercoledì europeo a Poznan. Ventidue gradi e temperature primaverili invece all'ombra dell'Etna in questo pazzo anticipo di dicembre europeo, se non altro avremo la sicurezza di un campo adeguato e la certezza che non ci saranno mezzucci di quarto ordine come quelli utilizzati dal Lech che ha volontariamente lasciato ghiacciare il campo non attivando le turbine di riscaldamento dello stadi Miejski conoscendo anche la grande correttezza della società rossazzurra. Quello che speriamo di vedere è una Juve finalmente concreta e non sciupona come spesso è avvenuto di recente, squadra che difficilmente perde ma che ultimamente soffre del viziaccio di partire con un gol da recuperare già nelle prime battute, è avvenuto sabato con la Fiorentina e altrettanto mercoledì con il Lech con poi una sequenza di occasioni gettate al vento tra imprecisione, sfortuna e portieri divenuti fenomeni per una notte (per chi crede alla cabala il portiere del Catania è argentino e non polacco come gli ultimi due affrontati...) . Emergenza che pare finalmente finita con poche ma pesanti assenze, il Marchisio di questi tempi è un giocatore difficile a cui rinunciare dato che è l'unico elemento in grado d'interpretare il ruolo da falso esterno sinistro, pedina tatticamente e strategicamente vincente nella risalita orchestrata da Gigi Delneri che per domenica sera dovrà con ogni probabilità tornare al canonico 4-4-2 con un esterno puro come Pepe sulla mancina. Un dubbio in più dunque per un modulo che di fatto era stato accantonato dalla convincente trasferta nella San Siro nerazzurra ma che allo stesso tempo ha dato ottime risposte sul piano del gioco sia nel finale della gara contro i viola sabato che mercoledì a Poznan, un dubbio che la Juve si porta in una gara che nella storia recente si è sempre dimostrata ostica e complessa, due pari e una vittoria datata ormai due anni fa quando Poulsen al termine di una partita estremamente intensa siglò il gol vincente in pieno recupero approfittando di uno svarione di Terlizzi regalando una dei successi più belli e sofferti della gestione Ranieri dopo aver disputato quasi ottanta minuti in dieci per l'espulsione di Iaquinta. Sembra passata una vita, altri protagonisti e altra Juve, questa vuole decollare finalmente, dare l'assalto alla vetta e per farlo deve tornare a casa con il bottino pieno dal Cibali, campo inviolato da quasi un anno e che ormai sembra sempre più la Bombonera di Buenos Aires visti i ben undici argentini più Ricchiuti che il club di Pulvirenti annovera tra le sue fila. Non sarà facile ma siglare un bel filotto di vittorie per prepararsi allo sprint di primavera quando gli altri avranno le coppe mentre Delneri potrà studiare tutta la settimana, sono vantaggi da non trascurare e da non lasciarsi sfuggire. E se Marotta a gennaio s'inventa il colpaccio in avanti chissà....

 
 
 

Le conseguenze dell'eliminazione europea. Problemi sul mercato per Marotta...

Post n°3346 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

L’eliminazione dall’Europa League della Juventus, non può essere definita di certo benefica per la società torinese. La squadra ha perso competitività nelle competizioni europee, collezionando pessime figure e perdendo l’appeal che da sempre la caratterizzava. Se da un lato la mancata qualificazione comporta la perdita di posizioni nel ranking Uefa a squadre, con il rischio di trovarsi nella quarta fascia di sorteggio Champions in caso di quarto posto in campionato (la Juve attualmente occupa il 39° posto nel ranking Uefa), dall’altra la società torinese ha senz’altro perso tra i 5 e i 9 milioni di euro per la mancata qualificazione. Soldi, che sarebbero stati utili per l’acquisto di un forte attaccante a gennaio. Facendo due calcoli, quest’estate il presidente Agnelli ha investito ben 20 milioni di euro durante la campagna acquisti. Complessivamente, la società ha registrato 42,2 milioni per le uscite e "solo" 23,3 milioni per le entrate. Tornando alla Europa League, la Juve ha incassato fino ad ora 640mila euro che è la quota fissa di partecipazione riconosciuta dalla Uefa, 350 mila per i cinque pareggi rifilati (70 mila per ogni partita pareggiata) e 60 mila per ogni match disputato, per un totale complessivo di 1.350 mila euro. Considerate le modeste entrate, la società dovrà ricorrere a qualche cessione, se vuol acquistare un attaccante di qualità. La vittima sacrificale, sembrerebbe essere il centrocampista maliano Sissoko, valutato 10 milioni. Tuttavia le problematiche non finiscono qui. Per una punta che faccia la differenza, bisognerebbe spendere almeno 15 milioni; non è detto che ci siano degli acquirenti disposti a pagare quella cifra per Momo e, soprattutto, non è sicuro che il giocatore accetti la destinazione del miglior offerente. Beppe Marotta avrà l’arduo compito di trovare la soluzione, accontentando tifosi e tasche della società.

 
 
 

dopo 4 anni ha aperto gli occhi mah...

Post n°3345 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

RAMPULLA E CALCIOPOLI

Michelangelo, in campo e fuori hai onorato sempre la maglia bianconera. Ultimamente però si è discusso su di te per alcune considerazioni che hai fatto su Calciopoli. Vuoi chiarire la cosa ai nostri microfoni?

"Vi ringrazio dell'opportunità che mi concedete. Per me è stato sempre facile difendere la Juve perché è la squadra che ho sempre tifato, fin da bambino. Giravo ovunque pur di andare a vedere le partite della Juve. Leggo spesso il mondo del web bianconero e mi spiace aver letto certe cose contro di me, è facile parlare quando non si conoscono le cose. Certe persone dicono che non ho difeso la Juve ai tempi di Calciopoli ma io ho detto soltanto che se qualcuno era colpevole sarebbe era giusto che doveva pagare. Ma non ho mai fatto nomi o detto altro, ho detto solo “qualcuno paghi SE qualcuno è colpevole”. Tutto si può dire di me tranne che non mai ho difeso la Juve, sono stato diciotto anni qua, ho visto tante Juventus."

Stai seguendo adesso il processo penale di Napoli su Calciopoli?

"Lo sto seguendo marginalmente ma lo sto seguendo. Io sono trent’anni che sono nel calcio e quello che sta uscendo fuori sono cose che si sono sempre sentite. Tutte le squadre facevano quelle cose, per cui cosa dire? Non è una novità per me quello che è uscito fuori. Sono dell’idea che la Juve ha dovuto pagare per colpe altrui. Con Calciopoli si è dovuto fare un processo in un mese per colpire la società più importante d’Italia, hanno fatto una cosa approssimativa perchè i media hanno montato una cosa incredibile e qualcuno doveva pagare. Hanno fatto pagare la Juve, perchè se avessero fatto pagare la Lazio, con tutto il rispetto, non sarebbe interessato a nessuno oltre ai tifosi della Roma. Invece hanno fatto una cosa populista facendo pagare tutto alla Juve, e così l'Italia anti-juventina è stata contenta!"

Per fare questo non sono stati rispettati i principi della costituzione e quelli della giustizia sportiva, con violazioni che da cittadini italiani ci lasciano inorriditi, con intercettazioni pazzesche considerate non rilevanti.

"Se uno uccide una persona in Italia ci mettono dieci anni per condannarlo, alla Juve invece hanno fatto un processo in un mese, questo dice tutto. Un arbitro può sbagliare in buona fede però si dice sempre che ha favorito uno. Se un arbitro sbaglia, sbaglia e basta. Poi lasciamo perdere che con la Juve è sempre stato cosi. La Juve ha pagato per tutti perchè era la squadra più forte ed era quella che continuava a vincere per tanti anni di fila, dando fastidio e per questo l’hanno colpita. Le telefonate più gravi però sono quelle di altre società. I tifosi juventini mi spiace che hanno pensato che io non ho difeso i nostri colori, perchè volevo rimanere nella nuova Juve, ma non è vero. Io ho sempre detto quello che penso, adesso non ne faccio più parte, perché le storie nascono e finiscono ma l’amore per i colori rimangono sempre. Sono sempre stato juventino, io e mio padre andavamo a vedere le partite viaggiando ovunque. Sono abbonato ad Hurrà Juventus da quando sono bambino. Quando ho letto quelle cose su internet sono rimasto spiazzato, figuratevi se io non difendo la Juve. Come mi dice anche Andrea Agnelli, le persone devono meritarselo il rispetto, i colori li meritano sempre."

http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=35478

 
 
 

Calciopoli, il perito: « Sim svizzere. Col buco...»

Post n°3344 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

 
De Falco: «Che errori grossolani in quell’indagine! Le telefonate sulle schede straniere si possono ascoltare, perché non fu fatto? E perché alcune sparirono? Manca una parte di verità»

ROMA, 3 dicembre - Aveva stupito senza effetti speciali l’ingegner Giu­seppe De Falco, nell’ultima udienza del processo Calciopo­li. E’ il perito di parte dell’im­putato Mariano Fabiani e ha messo al servizio dell’avvocato Morescanti la sua esperienza di perito per numerose procu­re d’Italia proprio su materie come quelle delle sim svizzere messe al centro del dibatti­mento napoletano dal lavoro dei carabinieri di Roma e pas­sato ai pm Narducci e Beatri­ce (poi Capuano). Aveva stupi­to per come, dall’alto dei suoi 25 anni passati ad affiancare chi sgomina bande e affianca­re la polizia giudiziaria, aveva smontato il ragionamento del tenente colonnello Auricchio, che ha associato ogni scheda sim a uno degli imputati ba­sandosi sulle zone geografiche delle celle a cui le schede si col­legavano. In sostanza un sillo­gismo “sim svizzera=persona” (poi imputato). Ma De Falco ha pure detto chiaro e tondo che quella rete alternativa creata da Moggi era tutt’altro che mi­steriosa: che, volendo, ci si pote­va entrare, mettere orecchio e magari raccontare una storia diversa di Calciopoli. De Falco - che insegna “sistemi automa­tici” in un istituto superiore di Salerno - collabora con nume­rose procure, anche con quella di Potenza dove agiva il giudi­ce Woodcock, quello delle inda­gini su Vittorio Emanuele e il caso dei videopoker. «Calciopo­li, indagando diversamente, poteva dare altri risultati, que­sto è sicuro».

Ingegner De Falco quattro anni fa l’incarico dei legali di Fabiani, che idea si fece sull’inchiesta Calciopoli.

«Una premessa: io svolgo, co­me perito delle Procure di Sa­lerno, Torre Annunziata, Sala Consilina, Nocera, Lagonegro, Potenza e talvolta anche Na­poli il lavoro di affiancamento peritale della polizia giudizia­ria in indagini simili a quelle condotte dal tenente colonnel­lo Auricchio per conto di Nar­ducci. Ho 25 anni di esperien­za alle spalle e ho notato subi­to il fatto che qui, una volta scelta la strada dell’indizio del­le sim svizzere, non ci si è rivol­ti ad un esperto del settore: hanno fatto un sillogismo tra persona sotto indagine e sim e lo hanno fatto diventare una prova. Non avrei fatto così, io».

Lei ha criticato le certezze con cui si attribuiva a Fabia­ni un numero di 60 contatti a Primavalle, popoloso quartiere dove viveva il suo assistito.
«Parto dall’assurdo assunto: persona=scheda. Sono sicuri che Fabiani fosse lì in quel mo­mento, in quel luogo, in quel posto? E sono sicuri che la cel­la che richiamano potesse es­sere attivata proprio da casa Fabiani? Non possono dirlo, non hanno fatto questo lavoro. Non si possono fare le cose co­sì. E mi sarei aspettato anche di leggere introduttivamente una sorta di teoria sul raggio di azione delle celle, uno studio sulla particolarità di quella vi­cina a casa Fabiani: era una cella particolare, posta su un campanile che poteva aggan­ciare e supportare celle molto lontane. Ripeto: non mi convin­ce niente di questo lavoro».

Si spieghi meglio: lei come avrebbe fatto?

«Le sim potevano essere un in­dizio, un’indagine vera su quel­l’indizio manca totalmente. Hanno preso quell’indizio ini­ziale per una prova formata. Perché non chiedere gli sposta­menti in tempo reale delle sim sotto indagine? Si può fare con un programma che usano i servizi segreti. E poi, non han­no studiato il palazzo dove abi­tava Fabiani, quando era pre­sente in loco. Mah...».

Da Primavalle a Messina: la­vorava lì, Fabiani.

«Ci sono telefonate a Messina sparse un po’ ovunque: sareb­be stato logico avere concentra­zioni allo stadio o nel suo alber­go o in sede. Niente: nessun in­dagine a riguardo e nessun da­to significativo. Eppoi non par­liamo di persona, ma di zona attiva: poteva essere un amico o chiunque ad attivare quella sim, visto che non è stato fatto alcun lavoro investigativo su­gli spostamenti e la presenza di Fabiani, così come degli altri. Io do per scontata la buona fe­de della polizia giudiziaria, ma l’onere della prova, ovvero di dimostrare che Fabiani era lì dove si attiva la cella ce l’han­no loro, non le difese. Eppoi si poteva proprio fare di più, se proprio si credeva al teorema».

Ovvero?
«Quanti arbitri ci sono cui vie­ne attribuita una scheda? Tan­ti. E molti i contatti da Cover­ciano. A quel punto si poteva fare una bella retata lì, al limi­te le sim le avrebbero trovate nei water. Magari, invece, era una bella conventicola di co­mari o camerieri amici degli arbitri. Insomma: non sono stati utilizzati tutti i mezzi di riscontro di prova a disposizio­ne quando si fa un’inchiesta sui gsm. Di certo è stato utiliz­zato un metodo grossolano e non sono galileiane le conclu­sioni. Visto che hanno fatto il gioco delle probabilità, ci dica­no qual era, stocasticamente, la loro percentuale di probabilità. Io dico che c’era meno del 3% di chance che Fabiani potesse ag­ganciare quella cella a Prima­valle, sempre che ci fosse lui lì».

In audizione ha anticipato alcuni temi.

«Mi riservo di presentare alla difesa Fabiani, per l’arringa, al­tri tre elementi che configure­ranno un altro colpo di scena. Tra l’altro i dati su ore e minu­ti dei contatti sono mescolati tra vari operatori: non coinci­dono perfettamente, di solito. E anche Moggi avrebbe di che approfondire sul tema delle sim, per quel che ho visto nel­l’informativa 554 del 28 marzo 2007».

Il suo lavoro è stato effettua­to quattro anni fa, perché non l’avete divulgato pri­ma?
«Processualmente è molto più efficace farlo ora che si forma la prova, anziché di fronte al Gip. In questi quattro anni, però, seguendo il lavoro delle difese se ne sono viste di incredibili».

Cosa l’ha colpita, in partico­lare?
«Guardi, premetto che io sono tifoso interista e avrei voluto stringere la mano a Giacinto Facchetti, un idolo per me, ma dovranno spiegare per bene il perché quelle telefonate di Fac­chetti siano state tolte dal ma­teriale d’accusa. Io il lavoro di Auricchio proprio non l’ho capi­to. Avevano a che fare con un materiale eccitante, ma l’equi­valenza tra indizio e prova è evidente per quanto emerge in udienza. Hanno fatto tutto da soli. Poi la spinta dell’opinione pubblica ha avuto la meglio».

A Napoli ha detto che le sim svizzere era tutt’altro che segrete.
«Certo. Nella stessa stanza del­le intercettazioni dove hanno ascoltato e registrato la Calcio­poli conosciuta, avrebbero po­tuto anche ascoltare la Calcio­poli su scheda svizzera. Pote­vano sapere tutto, svelare tut­to: in aula abbiamo invece una versione parziale. Fabiani non ci sarebbe proprio entrato, per esempio. Le voci “svizzere” si potevano sentire, se c’erano. Avremmo potuto seguire in tempo reale gli spostamenti. E con un’indagine condotta da esperti avremmo avuto anche a disposizione i dati dell’imei, l’identificativo del telefonino che utilizza la sim. Sapere se quella sim è stata attivata da un telefono intestato a qualcu­no degli indagati o meno. In­somma, sarebbero serviti più buonsenso e meno sillogismi, che a mio avviso in aula non posso reggere».

http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/j...+buco...%C2%BB+

 

 
 
 

Ciro Capuano: "Contro la Juve sarą partita dura, ma il Catania č un ottima squadra"

Post n°3343 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Dopo la cocente delusione in Europa, la Juventus si rituffa nel campionato alla ricerca di continuità di gioco e di risultati. Prossimo avversario dei bianconeri sarà il Catania di Giampaolo, domenica sera al Massimino. Una squadra, quella etnea, che sta disputando un ottimo campionato e che ha già dimostrato di saper fermare anche grandi squadre, come la Lazio nell’ultimo turno di Serie A. Anche se Del Neri potrà contare sulla disponibilità di giocatori importanti, Aquilani e Quagliarella in primis, contro i siciliani sarà una sfida dura. Le parole del terzino sinistro rossoazzurro, Ciro Capuano, riportate dal Giornale di Sicilia, sembrano confermare questa impressione: "Ci attende una partita molto difficile. Loro sono una formazione di alto livello, ritengo che la chiave del match sarà sulle fasce. Dovremo essere bravi a bloccare le loro incursioni e sfruttare al massimo le occasioni che ci capiteranno". Ciononostante, l’esterno difensivo campano crede molto nelle potenzialità della sua squadra, capace di poter fare il definitivo salto di qualità: "Siamo consapevoli di essere una ottima squadra, più volte in questo campionato lo abbiamo dimostrato e per questa ragione auspico che la sfida di domenica sera possa dare le indicazioni giuste in tal senso". Intanto, prosegue a gonfie vele la prevendita dei biglietti per tutti i settori. Il Massimino si preannuncia, quindi, gremito in ogni ordine di posto.

 
 
 

Incontro Cassano-Prandelli, si č parlato di Juve?

Post n°3342 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

 
© foto di Alberto Fornasari

Cosa ci facevano a cena mercoledì sera Antonio Cassano e Cesare Prandelli? Parlavano solo della Nazionale azzurra o anche del possibile passaggio di Cassano a un'altra squadra, magari alla Juventus? Chissà. Di certo c'è, secondo quanto riportato oggi dal Secolo XIX, che il ct e il talento barese, in rotta di collisione con la Samp, sono stati visti insieme alla trattoria "La Marina", davanti al mare di Portovenere (La Spezia), in una cena rimasta segreta per qualche ora. I due hanno chiacchierato per un paio d'ore davanti ai prelibati piatti preparati da Antonio Canese, chef di provata fede juventina. L'incontro si è svolto mentre la Sampdoria era impegnata nel match di Europa League contro il Psv Eindhoven, che ha decretato l'uscita dei liguri dalla competizione. Sarà stato un caso il fatto di andare in uno dei luoghi frequentato molte volte da gente di fede juventina, in primis Marcello Lippi, oppure è un ulteriore indizio del possibile approdo di Fantantonio alla corte della Vecchia Signora? Non ci resta che aspettare ancora un pò, gennaio è sempre più alle porte.

 
 
 

FELIPE MELO: "Puntiamo allo scudetto

Post n°3341 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Carico, determinato e ambizioso: è questo il Felipe Melo che si presenta ai microfoni di Juventus Channel e che tutti i tifosi della Juventus vogliono sempre vedere. Proprio alle domande dei fans ha risposto il brasiliano ex Fiorentina e la più frequente, chiaro, era: questa Juventus è realmente pronta a vincere lo scudetto? Felipe Melo ha le idee chiarissime a riguardo e la pensa come Vincenzo Iaquinta, intervistato in mattinata da SkySport 24; per entrambi la Juventus può giocarsela con tutti: "Sì, possiamo puntare alla vittoria del campionato. Inter e Milan sono un gradino sopra, anche perchè giocano insieme da più tempo di noi. Ma noi stiamo lavorando e pian piano miglioriamo. Quest'anno il gruppo c'è, c'è amicizia all'interno dello spogliatoio, e anche per questo possiamo vincere qualcosa. Siamo la Juve, dobbiamo puntare allo scudetto". Per farlo bisogna vincere e abbandonare la costante, troppo frequente nelle ultime uscite, del pareggio per 1-1; è successo contro Brescia, Roma, Fiorentina, Lech Poznan. Si deve iniziare dal posticipo di domenica sera contro il Catania, gara importantissima secondo Felipe Melo: "È una finale. Una squadra che vuole vincere il campionato deve pensare sempre in questo modo. Sarà difficile, ma abbiamo dimostrato di essere forti, possiamo vincere". E sulla sua metamorfosi rispetto alla passata stagione il calciatore nato a Volta Retonda il 26 giugno 1983 sà darsi una risposta: "Lo scorso anno abbiamo fatto una brutta stagione, tutti quanti. Ma si parlava molto di me perchè ero l'ultimo arrivato. Adesso non prendo più cartellini e non faccio risse, ma il mio modo di giocare è sempre lo stesso". Vincere per continuare a vincere ed acquistare la mentalità giusta: è questa la ricetta di Felipe Melo per puntare allo scudetto. Quest'anno in campo alla Juventus servirebbero 11 giocatori con la stessa mentalità, voglia e determinazione del brasiliano; insomma 11 Felipe Melo ... chi l'avrebbe mai detto lo scorso anno?

 
 
 

Wolfsburg, ds Höness: "Il valore di Dzeko non č un segreto: 40 mln"

Post n°3340 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

A cercare di fare chiarezza intorno a Dzeko, è lo stesso direttore sportivo del Wolfsburg Dieter Höness, che sulle pagine del quotidiano spangolo As, chiarisce la posizione della squadra tedesca dopo le dichiarazioni dell'agente Redzepagic: "Sarebbe da stupidi dire di no al Madrid".

"Il valore di Dzeko non è un segreto: 40 milioni di euro". E' la clausola di rescissione del contratto del calciatore bosniaco, stabilita al momento del rinnovo fino al 2013.

"Ci sono molte squadre interessate a Dzeko, ma non abbiamo ricevuto nessuna chiamata da Madrid. Io stesso ho conosciuto Florentino e Valdano in tribuna al Barnabéu quando ho visto Real - Milan e non mi hanno parlato di niente. Non sono solito commentare le speculazioni".

Ieri il giocatore aveva fermato tutti i rumors spagnoli su una sua partenza al Bild: "Girano molte voci, ma è troppo presto per dire cosa può accadere. Sono concentrato sul Wolfsburg".

Sempre al quotidiano tedesco l'attaccante ha riveltato che la scorsa estate il Milan aveva offerto 30 milioni che non erano stati sufficienti,perchè il Wolfsburg voleva 40 milioni di euro. Il Bayern superò l'offerta del Milan, ma senza raggiungere la cifra richiesta. "Se veramente il Bayern mi avesse voluto, io ora sarei a Monaco".

Nella giornata di ieri, il direttore sportivo Hoeness aveva comunque raffreddato tutte i club europei interessati al bosniaco: "E' inutile che perdano tempo, non cederemo il nostro giocatore nella prossima finestra di mercato a gennaio".

Il quotidiano As ricorda però l'asso nella manicha del Real, i buoni rapporti che intercorrono tra Florentino e il presidente della squadra tedesca, lo spagnolo Francisco García Sanz.
 

 
 
 

Sciopero calciatori, ecco le opinioni in Lega Calcio

Post n°3339 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 


Lo sciopero proclamato dai calciatori per l'11 e 12 dicembre prossimo ha provocato parecchie reazioni. Posizioni discordanti tra presidenti, avvocati e dirigenti che stamane dovevano prendere parte ad un'assemblea informale della Lega Calcio; c'è da dire però che la maggior parte degli addetti ai lavori si augura che tutto si risolva al più presto scongiurando lo sciopero del campionato. Chi se lo augura più di tutti quanti, naturalmente, sono i tifosi che con passione seguono i loro beniamini sui campi da gioco e non sciopererebbero mai per loro. Tuttomercatoweb ha raccolto le impressioni dei "grandi del calcio" all'arrivo in Lega Calcio. L'avvocato del Milan, Leando Cantamessa, si augura "un beau geste da qualcuno". L'avvocato spera che "lo sciopero sia stato deliberato per mettere pressione e ottenere uno scatto in avanti. Un accordo si dovrà trovare". Di diverso avviso è Massimo Cellino, presidente del Cagliari: "Penso che questa volta ai calciatori tutto il torto non riuscirei a darglielo, per una questione di principi e di atteggiamenti penso che abbiano ragione loro". Totalmente contrario, invece, il presidente della Lazio Claudio Lotito: "Sarà l'assemblea a decidere sull'argomento. Cellino? Ognuno ha le proprie idee". Non si sblinancia più di tantosull'argomento  Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan: "La lega di serie A deve avere un'opinione comune, quindi non esprimo un parere. Sarà più tardi il presidente Beretta a parlare per tutti".Chi ci è andato giù pesante è stato il presidente del Brescia, Gino Corioni, che ha dichiarato senza mezze misure la sua idea ai cronisti: "E' una pagliacciata, non ha senso, la mobilità la fa chi guadagna 1200 euro al mese non per guadagna milioni di euro. Comunque sembra che ci sia una chiusura totale per trovare un accordo. E' una pazzia". E siamo certi che la maggior parte dei lettori e degli amanti del calcio siano d'accordo con il Corioni-pensiero...

 
 
 

Mourinho e la squalifica: "Mia nonna diceva..."

Post n°3338 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

 
© foto di Alberto Fornasari

Chi si attendeva una reazione piccata da parte di José Mourinho sulla squalifica (due giornate, di cui una sospesa con la condizionale) inflittagli dall'Uefa per le ormai famigerate "espulsioni comandate"  di Xabi Alonso e Sergio Ramos è stato accontentato. Lo Special One anche stavolta non le ha mandate a dire riesumando addirittura un vecchio consiglio che gli dava la sua nonna: "La squalifica della Uefa? Mia nonna, che e' morta anni fa, quando ero piccolo mi diceva che bisogna essere felici e non preoccupati dell'invidia altrui. Io mi sento cosi'. E' normale e sono felice del fatto che esista un regolamento per me e un altro per tutti gli altri allenatori. Quello che gli altri possono fare, a me non e' consentito". Insomma Mourinho non l'ha presa benissimo; sarà ancora l'onda d'urto della Manita del Camp Nou di lunedì scorso ma il tecnico di Setubal ancora una volta sfida tutti, stavolta Uefa e giornalisti, nel suo "uno contro il mondo". Uno show andato in onda tante, troppe volte: "La sanzione e' storica, possono squalificarmi nell'arco di tre anni", sottolinea il tecnico portoghese delle merengues. "Ma per me e' una medaglia, non una sanzione".  L'etichetta di Special One ormai gli si è appiccicata addosso ed ogni scusa è ottima per ergersi a protagonista della settimana: "Io non posso uscire dall'area tecnica, non posso trattenere il pallone quando l'avversario lo chiede ne' parlare con il quarto uomo, gli altri invece possono farlo. Non fa niente, sono tutte medaglie - continua Mou - Io sono io, nel bene e nel male. Non posso cambiare. Ognuno ha la sua identita' e ne deve andare fiero. Questo e' il mio pensiero". José Mourinho non cambierà mai, mettetevi l'anima in pace oppure siatene felici, dipende dai punti di vista.

 
 
 

Hoeness: "Non cederemo Dzeko a gennaio"

Post n°3337 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

“È inutile che perdano tempo, non cederemo il nostro giocatore nella prossima finestra di mercato a gennaio”. Queste le parole pronunciate dal direttore generale del Wolfsburg, Dieter Hoeness. Parole che di per sé, smontano ogni illazione riguardante il trasferimento di Edin Dzeko già nella sessione di mercato invernale. Le intenzioni del dg, cozzano però con la reale volontà del giocatore, ossia quella di lasciare il club tedesco. Il Wolfsburg gli avrebbe promesso quindi, anche se a malincuore, che lo lascerà partire nell'estate del prossimo anno. Manchester City, Juventus e Bayern Monaco edificherebbero ponti d’oro pur di vedere il 24enne bosniaco indossare la propria maglia. Negli ultimi giorni però, si è inserito prepotentemente nella lista dei candidati anche il Real Madrid di Jose Mourinho. Il club delle “merengues”, deve infatti far fronte all’infortunio patito da Higuain, vero cannoniere della squadra, ed è alla ricerca di una punta che non  faccia rimpiangere l’assenza dell’argentino.

 
 
 

Iaquinta: "Non siamo inferiori a nessuno, ce la giocheremo fino in fondo

Post n°3336 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La delusione del match infrasettimanale di Europa League, contro il Lech Poznan rappresenta per tutto l'ambiente bianconero una sorta di "rincorsa" per spiccare al meglio il volo verso la vetta del campionato. Tanta rabbia, ma anche tanta voglia di rivalsa per gli alfieri juventini, che a Catania vogliono dimostrare che l'eliminazione europea, può essere utilizzata in maniera positiva come uno stimolo a dare il cento per cento nelle prossime partite. A dimostrazione di questo Vincenzo Iaquinta, intervistato da Skysport24 ha voluto esternare la propria consapevolezza dei mezzi di questa Juventus, che può davvero dire la sua in Serie A. "Ci dispiace essere fuori dalla Coppa, potevamo andare avanti: abbiamo fatto cinque pareggi, sarebbe bastata una vittoria per passare il turno. Ho rivisto la partita di Poznan, abbiamo costruito tante occasione, è un peccato. Comunque su quel campo ghiacciato e pieno di neve non si poteva giocare, la partita doveva essere sospesa. Ora però dobbiamo pensare al campionato. A Catania sarà una partita difficile, è sempre stata dura lì. Ma va bene così, siamo carichi e andiamo là per prendere i tre punti".

Il centravanti calabrese, testimonial da sempre di un calcio tutta grinta e volontà, ha voluto lanciare un messaggio anche agli addetti ai lavori e alle altre big del campionato (che sembra equilibrato come non mai): "Non siamo inferiori a Milan, Inter e Roma, siamo migliorati molto. Senza l'Europa in settimama possiamo lavorare di più e ci possiamo concentrare meglio sul campionato. Siamo lì e ce la giocheremo fino alla fine. Creiamo tanto, possiamo fare più gol. Ma alla fine una rete la troviamo sempre, forse quindi dobbiamo cercare anche di prenderne di meno. Ci lavoreremo sopra. Siamo una squadra giovane, abbiamo cambiato tanto. Il mister è uno che lavora molto sulla tattica e sulla fase difensiva: i miglioramenti si stanno vedendo".

Le tante voci di mercato non spaventano "Vincenzone", idolo della curva bianconera e pronto a raccogliere la sfida: "Peccato che Amauri si sia fatto male, ma a gennaio comunque torna. E poi bisogna vedere se la società comprerà qualcuno. Comunque la concorrenza mi dà la carica. Solo di star bene fisicamente visto che spesso ho avuto dei problemi. Alla fine con questa maglia i gol li ho sempre fatti".

 
 
 

TANTI TIFOSI ALL'ALLENAMENTO. PER IL TERZINO DESTRO FAVORITO SORENSEN

Post n°3335 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da nadir63l
 

 
© foto di Alberto Fornasari

Altra mattinata di lavoro per la Juventus, a poco più di 48 ore dalla difficile trasferta di Catania (domenica sera, ore 20:45, 15° turno di campionato). Il consueto riscaldamento si è svolto sia in palestra che sul campo dello Juventus Center di Vinovo, al quale faceva da cornice un pò di neve. I bianconeri, alcuni con la cuffia ed altri, più temerari, (vedi Milos Krasic) senza, hanno insistito parecchio sulla parte tattica, che Gigi Delneri vuole curare nel migliore dei modi in vista della sfida con l'ostica ed arcigna formazione di Giampaolo. Prima massima attenzione ai movimenti della retroguardia, messa alla prova in azioni di gioco contro  il centrocampo e l'attacco. Poi sono stati curati la circolazione della palla dal centrocampo in su e l'attacco vero e proprio alla porta. Capitan Delpiero e Bonucci sono rimasti a lavorare in palestra, mentre Marchisio, squalificato domenica, ha beneficiato di un giorno di riposo, anche perchè colpito da un attacco influenzale, più che comprensibile dopo il gelo di Poznan. Al suo posto giocherà Simone Pepe, con Krasic a destra. In mezzo tornano Aquilani e Felipe Melo. Grygera ha regolarmente proseguito il suo programma differenziato per il pieno recupero, mentre buone notizie provengono da Nicola Legrottaglie e Marco Motta. I due si sono  allenati regolarmente con il resto dei compagni e sembrano pronti per l'impegno di campionato. Attenzione però, perchè Motta non è così sicuro di giocare, date le ultime opache prestazioni e la forma fisica ancora non smagliante dopo la lombalgia. Delneri ha infatti provato Sorensen nel ruolo di terzino destro, e attualmente è il danese il reale favorito per occupare quella posizione nel posticipo. All’allenamento hanno assistito circa 180 tifosi: sulla tribuna di Vinovo erano infatti presenti, oltre agli iscritti a Juventus Membership e a ospiti della società, 50 ragazzi della Juventus National Academy di Prato, affiliata a Juventus Soccer School, e i membri di quattro Club DOC: Juventusiasmo, Torino DOC, Casciana Terme e Gonnosfanadiga. Domani allenamento al pomeriggio, ore 15:00. Un'ora prima, conferenza stampa di Delneri al Media Center di Vinovo.

 
 
 

     

 

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