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Messaggi del 04/12/2010

LIVE - DELNERI: "La Juve è uscita dall'Europa a testa alta. Non cambiano i piani, a gennaio completeremo la rosa"

Post n°3355 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il tecnico della Juventus, Gigi Delneri, ha incontrato i giornalisti al Media Center di Vinovo per presentare la sfida di domani sera allo stadio "Massimino" contro il Catania. Ecco la conferenza stampa integrale a cura della redazione di Tuttojuve.com:

Domanda secca: vi sentite un po' in colpa per l'eliminazione?
"Non credo. In Polonia abbiamo fatto tutto il possibile per passare il turno, a dimostrazione che ci tenevamo. Le partite poi nascono in una certa maniera e non abbiamo potuto vincere come era giusto per quello che si era visto sul campo. Diciamo che l'eliminazione è frutto dell'inizio del nostro campionato, dove eravamo molto giovani, da amalgamare, e abbiamo pagato a caro prezzo una partenza difficile sotto il profilo della conoscenza interpersonale. Una partenza molto complicata, però c'è mancata un po' di fortuna che magari in Polonia ci voleva. Abbiamo comunque dimostrato che ci tenevamo molto. Dispiace chiaramente essere usciti, perchè era una competizione alla quale tenevamo molto. Il calcio, però, è fatto per assorbire i momenti e ripartire, e guardare avanti",

Nelle ultime partite ci sono stati molti pareggi, forse qualcuno di troppo rispetto a quelli che tu preventivavi....
"Nelle ultime cinque partite abbiamo fatto 2 pareggi e tre vittorie. Non è che siano poi malissimo. Abbiamo fatto due pareggi nelle ultime due, nel senso che abbiamo pareggiato con la Fiorentina e abbiamo pareggiato con la Roma....In campionato abbiamo fatto quello che la Juventus doveva fare in questo momento. La Juve è terza in classifica, in questo momento lotta per ottenere un posto in Champions League e mi sembra che siamo nel trend giusto. Poi si può pareggiare con la Fiorentina meritando di vincere, si può pareggiare giustamente a Brescia, perchè il pareggio era giusto; contro la Roma si poteva ottenere qualche cosa in più...".

Alla tua squadra chiedi un po' più di cinismo al di là delle buone prestazioni?
"Noi abbiamo il dovere di costruire azioni da gol e palle gol, giocare con una certa mentalità, poi ci vuole anche un po' di momento favorevole, non è che pretendiamo di vincere tutte le partite. Dobbiamo giocare al top per vincere le partite, dobbiamo giocare con la mentalità per vincere, poi le situazioni di campo, tante volte, come nelle ultime partite, ti dicono di no, e tu devi sottostare ad un risultato che magari meriteresti in modo diverso".

Siamo ancora in un momento in cui tu dici "Pensiamo a crescere, continuiamo a crescere", o forse adesso bisogna stare attenti che il treno davanti non scappi...
"Che treno?".

Il treno scudetto e anche i primi due-tre posti, perchè ieri anche la Lazio ha dato un segnale abbastanza pesante nella corsa Champions League...
"Beh, insomma, sì. Ma in Champions League non si va adesso e gli scudetti non si vincono adesso. Quindi questo non è un problema attuale. Diventerà un problema a marzo o ad aprile, quando ci saranno sei-sette punti di distacco; allora lì sarà determinante. Adesso vedo un momento favorevole per certe situazioni e un momento meno favorevole per altre. Quindi penso che la Juve in questo momento abbia qualcosa in meno in classifica per le prestazioni che ha fatto, ma sia nel trend giusto per stare attaccata per quello che lei ritiene importante".

Visto che una componente per qualsiasi successo è la fortuna o il caso: è il campionato giusto questo per una sorpresa? Visto che veniasmo da tre campionati dove una squadra ha pseudo-dominato...
"C'è la possibilità per tante altre squadre di avere un combattimento continuo, di non avere un leader consolidato. Penso che in questo momento quello che sta facendo il Milan è qualcosa di importante. Anche la Lazio, come outsider, in partenza. Ma la Lazio secondo me è un'ottima squadra, allenata molto bene. Ci sarà più combattimento ed è chiaro che più parità di valori si buttano in campo e meno punteggio si otterrà. Tutti quanti siamo attenti domenicalmente ad ottenere il massimo dei risultati, perchè il risultato positivo in toto darebbe energie psicologiche importanti per andare avanti in un campionato equilibrato come si sta dimostrando questo".

Vedendo il vostro trend, siete più una squadra da trasferta. Considerando che il Catania è imbattuto in casa, sarà una partita complicata...
"Dipende. Noi abbiamo avuto una partenza difficile, come era nella logica. Io devo valutare la crescita della squadra, non devo valutare una crescita dall'inizio. Abbiamo avuto delle difficoltà nelle prime quattro partite, poi mi sembra che la squadra abbia avuto un trend importante in casa e fuori. In casa ha pareggiato con Roma e Fiorentina, non ha pareggiato con... (pausa, ndr). Dopo un inizio difficile la squadra ha dimostrato di avere equilibrio anche nelle vittorie esterne, perchè ha vinto a Milano, a vinto a Genova e quindi penso che in queste ultime nove partite ha avuto uno score di equilibrio importante. Certo, per stare sopra bisogna andare a fare quello che abbiamo fatto adesso: andare a lottare per vincere fuori, come è giusto che la Juventus faccia e come penso farà anche il Catania".

Una cosa che manca ancora alla Juve secondo te. Una cosa che vorresti vedere, per la quale ti arrabbi di più...
"L'attenzione. La Juve non ha mai preso gol su azione in queste ultime partite. Ne abbiamo presi pochi di gol, e non li abbiamo presi su azione; quindi penso che in certe situazioni un po' più di attenzione è dovuta. E penso che questo lo possiamo fare benissimo, rispettando anche le qualità degli avversari, che nelle situazioni di fermo hanno qualità importanti per farti male. Però penso che con un po' più di attenzione certi tipi di gol non si prendono. Tutto lì".  

Dove il Catania può mettere in difficoltà la Juventus?
"Il Catania non ha niente da perdere, come tutte le squadre che hanno queste caratteristiche. E' una squadra veloce, allenata molto bene. Giampaolo è un ottimo allenatore. Ha giocatori veloci, che calciano disinvoltamente in porta da diversa metratura; in casa hanno un supporto del pubblico importante, quindi sono molto intensi. Direi che troveremo un ambiente di calore penso pari a quello di Genova, come rapporto affetto della gente verso la propria squadra e il sostegno che avranno loro verso i loro beniamini per poter ottenere un risultato importante".

Giocare da meno 15 a più 17 gradi, può creare problemi?
"Domani sera vediamo. Vediamo come siamo messi. Non lo so devo dire. Devo dire che trenta gradi di differenza potrebbero anche incidere e questo è un altro malanno che probabilmente ci ha lasciato la Polonia".

Gigi, Atalanta e Sampdoria sono stati dei piccoli tuoi capolavori. Dopo cinque mesi di lavoro, qui alla Juve, ti senti più avanti rispetto a ciò che avevi costruito a Bergamo e a Genova, oppure c'è ancora qualche margine rispetto a quelle due esperienze?
"Diciamo che siamo un pelo più avanti, però, appunto, essendo un pelo più avanti, ci proponiamo di crescere ancora più velocemente. Mi aspetto una crescita in questo senso, ma alcuni ragazzi hanno già capito bene come è l'andazzo, hanno capito che c'è diversa consapevolezza, grande rispetto per il campionato, per le squadre avversarie, grande rispetto anche nel senso di andare in campo a dare il massimo di noi stessi per ottenere il massimo dei risultati, che vuol dire rispetto per la società, rispetto per il pubblico e per tutti quelli che ci vogliono bene. Questo è il nostro pensiero. Uscire dal campo sempre a testa alta, che è la cosa migliore che un giocatore, una squadra, un ambiente possa fare. Do tutto in campo, poi con un po' di fortuna in più si può raggiungere il risultato. Così nessuno potrà mai dire che la Juve di Lech non abbia fatto tutto il possibile per passare il turno. E questo è un fatto importante, visto che all'esterno si diceva che non ci interessava niente. Mi sembra che la prestazione della mia squadra in Polonia ci sia stata. Il dato positivo è questo. La dimostrazione è la voglia di poter competere in tutte le partite per ottenere il massimo. E quella col Lech è stata una partita che ha dimostrato questo. Quindi in questo senso dico che la Juve è uscita a testa alta, per quello che posso vedere io". 

L'uscita dalla coppa modifica i vostri piani in relazione al mercato di gennaio, alla rosa che poteva essere completata?
"Non credo. Noi dobbiamo completare la rosa, non un rafforzamento. Un completamento, nel senso che ci mancano dei giocatori in certi ruoli. Abbiamo trovato dei giovani giocatori che si inseriranno molto bene in prospettiva futura. Penso che se ci sarà da trovare certi obiettivi, sarà per poter completare dei reparti. Vediamo anche il recupero dei giocatori infortunati come sarà, se sarà lungo. Abbiamo ancora dei piccoli problemi in quel senso". 

 
 
 

DIEGO: "La Juve non mi ha voluto"

Post n°3354 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Il brasiliano ha rilasciato in esclusiva un'intervista alla Gazzetta dello Sport
© foto di Filippo Gabutti

Pochi giorni fa Diego Ribas da Cunha, brasiliano ex Juventus ora al Wolfsburg ha dichiarato che la scelta di trasferirsi nuovamente in Germania l'avrebbe rifatta addirittura mille volte. Il trequartista è stato intervistato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport e ha voluto chiarire un aspetto importante della vicenda che ha infiammato il calciomercato in uscita durante la scorsa estate della società bianconera: "Io ho sempre detto chiaramente che voglio bene alla Juventus; l'anno trascorso è stato in parte buonissimo. Il mio rapporto con i tifosi era bellissimo; è stata una bella esperienza. Ma un giocatore come me non deve chiedere mai di restare in una squadra; questo è stato il problema. Io ho avuto l'opportunità di venire al Wolfsburg, una squadra che aveva un progetto buonissimo per me. Con la Juve non era la stessa cosa e per questo motivo ho lasciato. Ripeto, io non posso chiedere ad una squadra il favore di poter rimanere. Perciò dovevo fare questa scelta: primo perché c'era un grande club con un grande progetto per me e poi perché del progetto della Juventus non ne facevo più parte". Sulla cessione di Diego sono state dette molte cose; il dubbio principale rimane la volontà predominante di voler interrompere il rapporto lavorativo. E' stata la Juve a non voler più Diego o viceversa? "Io avevo un contratto di 5 anni; in queste condizioni se un giocatore va via è chiaro che è fondamentale l'autorizzazione della società. E' questa la verità. Io volevo ancora provare; - continua Diego - prima sembrava che potessi continuare alla Juve, poi però Marotta mi ha detto che non facevo più parte del progetto. Ho lasciato il mio destino nelle mani della società forte del mio contratto di cinque anni: io potevo rimanere. Mi hanno venduto per 15 milioni; non è normale perdere 10 milioni in un anno, ma è chiaro che è partito tutto dalla Juve; a quel punto dovevo trovare una nuova opportunità per me e al Wolfsburg ho trovato una bella opportunità. Sono molto felice e posso dire con tranquillità che è stata la scelta giusta". Le due parti, stando alle parole di Diego, si sono lasciate pacificamente e con la Juve i rapporti sono buoni: "Sicuramente, io devo dire grazie alla Juventus. Ci sono stati momenti bellissimi, anche se poteva andare molto meglio visto che la Juve è una grandissima squadra ed io sono un grandissimo giocatore, ma il calcio è anche questo. Qualcuno ha grandi responsabilità se sono andato via dalla Juventus, specialmente Marotta e Delneri che avevano in mente un altro progetto, ma devo rispettare questa volontà. Quello che pensavo della squadra bianconera lo penso ancora adesso, e mi auguro che possa tornare presto la grande Juventus di una volta".

 
 
 

Retorica alla Boniek....

Post n°3353 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

F. DEL RE


Parole in libertà

La parola è un dono: permette all'uomo di esprimersi e di farsi capire senza ombra di dubbio e senza la gestualità del corpo, come fanno invece gli animali. Tant'è vero che un animale non può esprimere un concetto ad un altro suo simile su internet, ma solo avendocelo fisicamente davanti.

Quindi destano irritazione in chi scrive le parole dette in libertà, così tanto per...

Avevamo un idolo giovanile che fu ribattezzato "Bello di notte"; piano piano si è volutamente tolto dal novero delle icone mitiche per schierarsi fra le fila degli antijuventini militanti, quelli che uniscono ad una naturale antipatia per la Juve un profondo rancore, che tengono particolarmente a manifestare.

A costui è stata data una delle 50 stelle dedicate alle leggende bianconere. Ne abbiamo parlato, per cui sappiamo tutti cosa ne pensa il popolo juventino.

Quello che mi procura ulteriore fastidio, invece, è l'assoluta mancanza di rispetto verso 12 anni gloriosi ed infangati di questa società: mi irrita tanto più quando il suddetto esprime concetti che assomigliano a sentenze senza neppure essersi documentato, anzi rivendicando il fatto, come se fosse giusto sparare ad alzo zero sulle persone non conoscendone i motivi. Forse ai tempi del Generale Jaruzelski era normale. Adesso pare ridicolo.

Ancor più irritante è l'aver filtrato vicende che non conosce attraverso il vaglio della simpatia: il concetto è che l'antipatico ha sempre torto; e se non ce l'ha il fatto che gli venga affibbiato può essere passabile anziché criticabile; insomma:
l'elogio della stupidità, come pensiero.

Ciò comporta che il polacco non cambi idea, anche perché, come dicevamo più sopra, neppure si è informato su quelle vicende di cui si permette di parlare, questo perché la presunta arroganza del più forte provoca l'astio dell'incapace, del millantatore; di un allenatore che fu "capace" di retrocedere con Jarni, Platt e Boban in squadra.

E allora facciamola anche noi un po’ di retorica alla Boniek, sperando che a lui piaccia:

"Per me, retrocedere con una formazione come allora era quella del Bari, denota più che incapacità tecnico/tattica e gestionale; non vorrei che dietro a quella retrocessione ci fosse un qualcosa di più; non so cosa, perché al di là dei nomi dei grandi calciatori sopra citati non mi ricordo neppure in che anno si giocasse, ma qualcosa ci deve essere, perché, fra le altre cose, a me Boniek è proprio antipatico. Sì, sì! Qualcosa di strano ci fu in quella retrocessione..."

Parole in libertà; alla Zbigniew Boniek, che una volta fu Zibì.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1239


 
 
 

OGGI LA PRIMAVERA DELLA JUVENTUS IN DIRETTA SU SPORTITALIA...

Post n°3352 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Oggi sugli schermi di Sportitalia, che si è accaparrata i diritti per trasmettere il campionato nazionale giovanile più importante, ci sarà, in diretta, la Juventus. I ragazzi di Bucaro affrontano alle ore 14, come al solito al Chisola di Vinovo, il Sassuolo rivelazione del torneo. I giovani bianconeri inseguono la Fiorentina capolista ad una sola lunghezza, e quest'oggi è d'obbligo la vittoria. Questa la classifica del girone della Juve: Fiorentina 23, Juventus 22, Genoa e Torino 20, Empoli 19, Sassuolo 17, Bologna 15, Sampdoria 14, Novara e Livorno 13, Piacenza 11, Parma 10, Cesena 7, Modena 6.

 
 
 

Del Neri sembra orientato a schierare Sorensen titolare

Post n°3351 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da nadir63l
 

 
E adesso la Juventus scopre anche l'abbondanza in difesa. L'esterno danese è in vantaggio su Motta per il ruolo di terzino destro: la sua forma sta convincendo il tecnico. Confermato anche Camilleri confermati in prima squadra. Legrottaglie verso la convocazione. Grygera rientra in gruppo, ma è ancora in ritardo
VINOVO, 4 dicembre - È passato un mese dall’emergenza in difesa, quando la Juventus ha dovu­to persino richiamare Fabio Grosso e Hasan Salihamid­zic per avere quattro uomini nel reparto arretrato, e ades­so la squadra di Gigi Del Ne­ri si trova nella situazione op­posta, cioè con un’abbondan­za di difensori grazie anche agli innesti di due diciottenni, Frederik Sorensen e Vincen­zo Camilleri, ormai in pianta stabile con la prima squadra e non soltanto rincalzi per ne­cessità, e al recupero di qual­che infortunato. Nicola Le­grottaglie e Zdenek Grygera sono infatti tornati ad alle­narsi con la squadra: guariti dal guaio muscolare e dalla lesione al ginocchio, il primo potrebbe essere già convocato per la trasferta di Catania, dove finirebbe in panchina, mentre il ceco dovrebbe esse­re pronto per la sfida contro la Lazio o, in caso di sciopero, per quella contro il Manche­ster City.

LINFA VERDE - Non per bi­sogno, ma per scelta, la vera novità della Juventus è rap­presentata dai due ragazzini (o ragazzoni vista l’altezza e la mole) inseriti in difesa: chiamati dalla Primavera nel momento più nero in termini di assenze, Sorensen e Camil­leri si sono conquistati sul campo la permanenza tra i grandi. Qualità e personalità sono state le doti che hanno convinto Del Neri e la diri­genza bianconera a dar loro altre chance. Entrambi cen­trali, all’occorrenza possono anche giocare sulla fascia de­stra e davanti agli attaccanti avversari non hanno mostra­to tentennamenti da debutto. Anzi, il danese ha sorpreso per freddezza e determinazio­ne, qualità che lo pongono un gradino sopra gli altri giova­ni.

QUOTAZIONI - Non a caso Del Neri sta pensando di uti­lizzarlo ancora da titolare an­che a Catania. Nell’allena­mento di ieri il tecnico ha in­sistito parecchio sulla parte tattica curando con la massi­ma attenzione i movimenti della retroguardia, messa al­la prova in azioni di gioco con­tro il centrocampo e l’attacco. E tra i quattro uomini della difesa Del Neri ha inserito co­me terzino destro Sorensen, preferendolo a Marco Motta, che ha recuperato dalla lom­balgia, ma non è affatto sicu­ro di giocare dopo le ultime opache prestazioni e la forma fisica ancora non smagliante. Con il danese hanno giocato Grosso sull’altra corsia e la coppia "storica" Chiellini­Le­grottaglie al centro. Assente giustificato Leonardo Bonuc­ci che, dopo il riscaldamento, è andato in palestra insieme con Alessandro Del Piero e il preparatore Roberto De Bel­lis per una seduta program­mata. Claudio Marchisio, squalificato domenica, ha be­neficiato di un giorno di ripo­so, anche perché febbricitan­te, mentre Armand Traoré è volato in Francia perché col­pito da un lutto. Al posto di Marchisio sulla corsia sini­stra di centrocampo giocherà Simone Pepe, con Krasic a destra: in mezzo tornano Aquilani e Felipe Melo.

PERICOLO ARGENTINO - Seduta particolarmente mas­sacrante anche per i portieri, messi sotto torchio da Clau­dio Filippi. Come un guerrie­ro, con lo scudo in mano per indirizzare e dare forza ed ef­fetto al pallone, il preparato­re ha spronato con i fatti, ma anche a parole Storari e Manninger. «Occhio che il Catania è veloce, sono tutti argentini lì davanti, tra Go­mez e Maxi Lopez... ». E via con un’altra buona dose di ti­ri insidiosi, sotto lo sguardo di quasi duecento tifosi che hanno preso d’assalto la tri­buna di Vinovo. Sostenitori provenienti da tutt’Italia: erano infatti presenti, oltre agli iscritti a Juventus Mem­bership e a ospiti della so­cietà, 50 ragazzi della Juven­tus National Academy di Pra­to e i membri di quattro Club Doc: Juventusiasmo, Torino Doc, Casciana Terme e Gon­nosfanadiga.

 
 
 

Lazio, Radu salta la Juve! E Krasic fa più paura....

Post n°3350 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico Gaetano

La lanciatissima Lazio dovrà fare a meno di Ştefan Radu nella sfida del 12 dicembre contro la Juventus (sciopero permettendo). Il terzino sinistro rumeno, una delle colonne difensive di Reja, verrà infatti squalificato dal giudice sportivo a seguito del cartellino giallo rimediato ieri sera nella gara contro l'Inter, il quarto stagionale. Una perdita pesante per la squadra biancoceleste, anche perchè da quella parte agirà un certo Milos Krasic.

 
 
 

     

 

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