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Messaggi del 19/12/2010

STORARI A JUVENTUS CHANNEL: "PECCATO, PENSAVAMO D'AVERLA PORTATA A CASA"

Post n°3478 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

Protagonista della partita grazie al rigore parato quando s'era ancora sullo 0-0, Marco Storari commenta dai microfoni di Juventus Channel con un pizzico d'amarezza il risultato finale: "E’ successo che per noi era difficile, a dieci minuti del secondo tempo abbiamo subito un espulsione. Non siamo riusciti a raddoppiare, nonostante delle buone occasioni. Ci hanno punito, quando pensavamo di aver portato i tre punti a casa. La testa in vacanza non ce l’avevamo. Eravamo riusciti a resistere, forse meritavano il pareggio. A noi dispiace, anche perchè potevamo portarla a casa"

 
 
 

Ancora un’occasione sprecata...

Post n°3477 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Immagine IPB

Le pagelle di NeoGTO


Era la partita del possibile -3 dalla vetta della classifica. E invece ci ritroviamo in quarta posizione a -5 per un gol di Pellissier follemente regalato, al minuto 93, da una disattenzione di Sorensen.
Che la partita sarebbe stata difficile lo si capisce subito visto il campo quasi impraticabile, sabbioso, del Bentegodi. Il Chievo si fa vedere solo con due lanci lunghi, uno dei quali porta all’azione del rigore (viziata da fuorigioco) a favore dei padroni di casa per fallo di Chiellini su Moscardelli. Il miracolo di Storari evita che le cose si complicassero ulteriormente.
Intorno alla mezz’ora la Juve attraversa il suo momento migliore con Sorensen che prende il palo dopo essere stato imbeccato ottimamente di tacco da Quagliarella, e con lo stesso Quagliarella che, sul corner successivo, dopo alcuni rimpalli riesce a trovare uno dei suoi gol; la rovesciata con cui trafigge il portiere sotto l’incrocio è un vero capolavoro balistico.
Nella ripresa cambia tutto. Giandonato (non buona la sua prestazione) viene espulso ingiustamente quasi subito per un fallo da ultimo uomo (che poi ultimo uomo non era). Il Chievo getta nella mischia tutti i suoi uomini più offensivi alla disperata ricerca del pareggio.
Ma è la Juve a rischiare il raddoppio in almeno due occasioni: prima con Iaquinta che, imbeccato da un superbo Krasic, non riesce a superare Sorrentino; poi con Krasic che, in contropiede, semina mezza squadra avversaria (portiere incluso) prima di centrare l’incrocio dei pali a porta vuota da una posizione defilata. La beffa, come anticipato, arriva in pieno recupero con Pellissier che approfitta dell’unica disattenzione della retroguardia bianconera in tutto il secondo tempo.
Era necessario vincere per non vanificare quanto fatto settimana scorsa contro la Lazio, e per approfittare del passo falso del Milan. Peccato.

PAGELLE

Storari 7,5. Incolpevole sul gol subìto nel finale. Esaltante quando respinge il rigore di Marcolini. Sicuro in tutto le uscite e in tutte le parate. Dimostra di essere Lui il titolare.
Sorensen 5,5. A dispetto del voto, gioca una buona gara. Non si lascia superare quasi mai dall’avversario diretto e recupera molti palloni importanti. Però per due volte perde l’uomo. La prima volta lo salva Storari, la seconda volta la sua disattenzione ci costa il gol dell’1-1.
Bonucci 6,5. Molto sicuro; dalle sue parti non passa nessuno. Di testa le prendono tutte lui e il compagno di reparto. Sbaglia ancora qualche lancio lungo di troppo.
Chiellini 6. Mezzo voto in meno per il rigore ingenuamente concesso agli avversari. Per il resto, vale quel che ho già detto sulla prestazione di Bonucci.
Grosso 7. Concedetemelo, oggi è stato assolutamente tra i migliori. Copre benissimo la sua zona di campo. Si fa sorprendere solo una volta ad inizio primo tempo. Poi prende le misure non concedendo mai il fondo all’avversario. Si fa vedere anche in avanti con qualche cross non perfetto, ma rispetto al giocatore dell’anno scorso è tutt’altra cosa.
Krasic 7,5. E’ letteralmente scatenato. I giocatori del Chievo non lo prendono mai. E’ autore di una prestazione straordinaria soprattutto nella ripresa, quando, una volta rimasti in 10, c’era da correre…e lui ha corso tanto. Per due volte ha portato la squadra vicina al 2-0, e se non ci è riuscito deve solo maledire Iaquinta e l’incrocio dei pali.
Giandonato 5. Sono fin troppo generoso con lui. Sbaglia praticamente tutto nei primi 40 minuti di partita. Nella ripresa viene subito ingiustamente espulso.
Aquilani 6,5. Non butta mai via un pallone. Al primo appoggio sbagliato, capisce che non può giocare palla a terra su quel campo e, piuttosto che buttare via il pallone, si prende qualche fallo. Importante anche il suo apporto in fase di interdizione.
Pepe 6,5. Macina chilometri su chilometri. La sua quantità si fa sentire soprattutto nella ripresa; la qualità la mette in tutti i calci piazzati che batte.
Quagliarella 7. Realizza 2 gol straordinari. Purtroppo per noi, uno era a gioco fermo. Sempre presente nelle azioni che contano. Esce dal campo per far posto a Salihamidzic una volta che la squadra è rimasta con l’uomo in meno.
Iaquinta 4. E’ irritante. Sbaglia il gol che avrebbe chiuso la partita. Quando attacca la profondità, o è in fuorigioco, o scatta con un attimo di ritardo. Non è capace di tenere un attimo il pallone. E’ riuscito nell’impresa di farmi rimpiangere Amauri.
Salihamidzic 6. Si batte bene in un ruolo non suo. Non gli si poteva chiedere di più.
Legrottaglie S.V.
Traorè S.V.
Delneri 6. La formazione era obbligata. Solo non capisco perchè ha sostituito Krasic nel finale.

MIGLIORE IN CAMPO MILOS KRASIC


 
 
 

MAROTTA A SKY: "MOLTO CONTENTO DELLA PRESTAZIONE. VEDREMO COSA FARE A GENNAIO..."

Post n°3476 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Beppe Marotta si presenta davanti ai microfoni si Sky mostrando la propria felicità per la prestazione che è decisamente superiore per l'amarezza del gol subito all'ultimo secondo. Ecco il suo intervento: "Non pensavamo neanche noi di fare così bene in poco tempo, oggi c'erano in campo otto giocatori nuovi. Abbiamo dimostrato di far bene anche senza diversi giocatori, con due diciottenni in campo. Meritavamo di vincenre, ma il calcio è così: fino a un minuto dalla fine, noi eravamo secondi, Poi ha segnato il Chievo e anche il Napoli e noi siamo quarti. Ora come ora conta più la prestazione, nettamente soddisfacente, che la classifica. Noi vogliamo vincere ogni partita e vincere ogni partita significa lottare per portare a casa i 3 punti come abbiamo sempre fatto. Cassano al Milan? Sicuramente a livello calcistico Antonio è un ottimo giocatore, ma non so ancora se finirà al Milan. Perché non l'abbiamo preso? Siamo coperti in quel ruolo: il nostro progetto è diverso. Ovviamente esistono anche dei giocatori più forti dei nostri, ma a gennaio bisogna far fronte alle occasioni che si presenteranno e al lato economico. Investimenti della proprietà? Noi abbassiamo il costo degli ingaggi, cercando di prendere i giocatori quando sono i giocani così non costano troppo. E' impossibile che una società spenda di più o esattamente tutto quello che ricava: teniamo conto che ci sarà il fair play finanziaro. Salary cup stile Nba? No, è un'utopia portarlo in Italia: guardate cosa è successo col nuovo contratto, ma qui alla Juventus stiamo coinvolgendo i giocatori nel rischio d'impresa: più vinci, più fatturi, più i giocatori possono guadagnare."

 
 
 

CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI....

Post n°3475 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Ci sarebbe piaciuto vedere una partita su un campo da calcio e non di patate, ci sarebbe piaciuto vedere un arbitraggio in cui si decide nelle situazioni dubbie una volta a testa. Invece abbiamo assistito a un match in cui ci voleva l'aratro e non i tacchetti e decisioni dubbie tutte a favore dei clivensi. Una Juventus partita tenendo bene il campo anche se ha corso qualche rischio nelle ripartenze. Dall'altra parte il classico Chievo chiuso, ben coperto e pronto a colpire di rimessa. In una partita normale poi arriva la mano di Bergonzi gia' nota ai tifosi bianconeri dopo Napoli-Juventus. Un rigore che forse si poteva dare se Moscardelli non fosse stato già in volo prima del tocco di Chiellini e non avesse preso il pallone di mano. Questa volta non avevamo parlato di arbitri come prima di Udinese-Juventus, altra partita arbitrata da Bergonzi che non arbitrava la Juventus da due anni, abbiamo fatto male, dovevamo essere più velenosi. Lo avessero dato alla Juventus quel rigore avremmo assistito a una settimana di polemiche. Una Juventus che aveva creato poco fino alla grande azione conclusa con il palo di Sorensen e al successivo corner con il gol di Quagliarella in rovesciata. Un primo tempo in cui si e' visto un po' poco Krasic, sempre raddoppiato dai giocatori del Chievo. Nel secondo tempo tutto scorre liscio fino a quando Bergonzi decide che Giandonato era ultimo uomo anche se forse con un compagno di fianco. Dopo l'espulsione è assedio Chievo che crea occasioni in pressione. Ma la Juventus non molla e si mangia due gol clamorosi con Iaquinta e Krasic, dopo una cavalcata degna di fuga per la vittoria. Poi al novantatreesimo il pareggio di Pellissier. Che dire, rimane l'amaro e la rabbia per questo pareggio. La Juventus avrebbe meritato di vincere. Si ritorna quarti, a due punti da Napoli e Lazio e a cinque dal Milan. In piena corsa Champions.... sempre che ci vogliano far partecipare e non ci capitino  più certe disgrazie.... Poteva essere un Natale pià felice, ma ai giocatori bianconeri non c'è  nulla da recriminare, bisogna prendersela con altri fattori oggi.

 
 
 

Chievo-Juve finisce 1-1: Quagliarella, pari Pellissier al 93'...

Post n°3474 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

 
Partita dalle mille emozioni al Bentegodi: Storari para un rigore a Marcolini, Quagliarella segna in rovesciata, nella ripresa espulso Giandonato, Iaquinta e Krasic falliscono le occasioni per il 2-0 e in pieno recupero arriva la beffa che lascia i bianconeri a -5 dal Milan
TORINO, 19 dicembre - Una beffa che fa male alla Juve, che arriva nel recupero di una partita che fino al gol di Pellissier era una vittoria epica. I bianconeri erano stati più forti delle emergenze, più forti dei problemi dell'ultim'ora, inossidabili in difesa con Storari a parare un rigore a Marcolini al quarto d'ora (fallo di Chiellini su Moscardelli, in probabile posizione di fuorigioco), cinici in attacco con la meraviglia di Quagliarella in rovesciata al 31'. Poi nella ripresa, nonostante l'espulsione di Giandonato dopo sei minuti, una strenue resistenza in dieci uomini e due grandi occasioni per chiudere la partita con Iaquinta prima e con una cavalcata incredibile di Krasic, conclusa sulla traversa dopo aver dribblato tre uomini e Sorrentino in 70 metri di campo. Vittoria, tre punti e secondo posto, sembrava tutto fatto. E invece la beffa di Pellissier al terzo dei quattro minuti di recupero, che lascia l'amaro, anzi, l'amarissimo in bocca ai bianconeri. Che, nonostante il tredicesimo risultato utile consecutivo, ora sono quarti in classifica, a -5 dalla vetta, staccati dalla Lazio e dal Napoli che in tandem sono a tre punti dal Milan.

 
 
 

CHIELLINI: "DOBBIAMO DARE IL 110%, GIANDONATO E' PRONTO"

Post n°3473 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

Giorgio Chiellini viene "catturato" dai microfoni di Sky prima della partita tra Chievo - Juventus: " Queste parte sono molto difficili, una squadra può pensare alle vacanze, ma noi vogliamo dimostrare di sapere vincere queste partite. Il chievo contro le grandi dà battaglia dando il 110 e noi per fare risultato dobbiamo fare lo stesso. Giandonato emozionato? Il ragazzo è pronto, ha già debuttatp in campionato l'anno scorso e poco fa in Europa League. La sconfitta dell'anno scorso? Siamo qui per metterci una pietra sopra e magari l'anno prossimo per ricordare una nostra vittoria"

 
 
 

ULTIME DA VERONA. TOCCA A GIANDONATO, SISSOKO KO

Post n°3472 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Gigi Del Neri è costretto a cambiare in corsa la formazione. Momo Sissoko non ce la fa, al suo posto pronto a debuttare dal primo minuto il giovane Manuel Giandonato (19) che giostrerà al fianco di Alberto Aquilani.

 
 
 

Il tocco maledetto...

Post n°3471 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Immagine IPB

di M. Lancieri

Si dice che Mida trasformasse in oro tutto ciò che toccava. Il mitico re della Frigia rivive oggi nel presidente della squadra più “onesta” d’Italia, anche se in versione leggermente diversa. Quando, nel lontano 1995, acquistò l’Inter, l’obiettivo di Massimo Moratti fu subito chiaro: emulare il padre Angelo, capace di portare al vertice mondiale la propria squadra, pur tra mille polemiche e tante morti strane (ma questa è un’altra storia). Il povero ricco Massimo, però, dovette immediatamente fare i conti con la propria incapacità: in pochi anni, passarono più allenatori dalla panchina dell’Inter che capi di governo in Italia. E di trofei importanti non se ne vedeva neanche l’ombra: la bacheca interista era stracolma di coppe Moretti, Moratti, Muratti, trofei Tim, Omnitel, Tele2, targhette di partecipazione (quelle che si danno a chi riesce a finire una gara amatoriale) e medaglie di legno. L’unico suono che rimbombava nelle orecchie del presidente nerazzurro era quello delle pernacchie di tutte le tifoserie d’Italia.

La mancanza ripetuta di successi diede alla testa al patron nerazzurro, che cominciò a dilapidare l’impero finanziario di famiglia, strapagando chiunque gli passasse vicino. Per un bel pezzo, qualsiasi sconosciuto pedatore in ogni angolo del pianeta coltivò un solo sogno: segnare all’Inter. Già, perché un gol ai nerazzurri corrispondeva ad una quasi certa chiamata da parte della sua dirigenza e conseguentemente ad uno stipendio faraonico. Passarono gli anni e Moratti decise di fare qualcosa di meglio: comprare chiunque fosse (o passasse per essere) un giocatore di alto livello. Eppure, il risultato era sempre lo stesso: niente, nulla, nisba. Fu allora, che cominciò a diffondersi l’idea che tutto ciò che veniva a contatto con l’Inter si trasformasse come d’incanto in qualcosa di poco allettante (per usare un eufemismo). Com’era possibile che, nel corso degli anni, giocatori ritenuti validissimi altrove, come Bergkamp o Jugovic, all’Inter avessero fallito miseramente? Senza contare i casi inversi: Cannavaro, Pirlo, Seedorf, tutti autori di prestazioni mediocri all’Inter, si rivelarono devastanti appena andati via da lì.
Era forse una maledizione? Anziché il “tocco d’oro”, all’Inter c’era qualcuno dotato del “tocco di m**da”?

Ciò che accadde nel 2006 tutti lo sappiamo. Non c’è bisogno di ripetere come l’Inter abbia “vinto” gli ultimi scudetti, inaugurando la serie con un titolo corrispondente ad un campionato in cui la squadra di Moratti era arrivata ad un’eternità dalla Juve, vera Campione d’Italia. Proprio in quel periodo, il calcio italiano, nonostante il terremoto che si stava verificando, era arrivato in cima al Mondiale, grazie ad un allenatore che – guarda i casi della vita! – aveva vinto tutto con la Juve ed aveva fatto pena con l’Inter. Da allora, il campionato italiano, che ha visto costantemente la squadra di Moratti protagonista, è sprofondato a livelli pietosi, tanto che molte reti televisive straniere un po’ alla volta investono sempre meno nel nostro calcio. Insomma, possiamo dirlo: il campionato italiano è passato dall’età dell’oro a quella della m**da. Anche in questo caso, non si può fare a meno di ripensare a quella leggenda sul “tocco maledetto” del patron nerazzurro. L’anno scorso, poi, è arrivata l’apoteosi: scudetto, coppa italia e champions league (tutte rigorosamente in minuscolo). Raramente, negli ultimi anni, si era vista una competizione europea di così basso livello tecnico. In finale sono andate due squadre poco più che mediocri, grazie ad episodi che definire vergognosi sarebbe riduttivo. E la coppa l’hanno alzata proprio loro: gli interisti. Poi cosa succede? Il nasuto bomber nerazzurro, che già in maggio era indicato come uno dei pretendenti al Pallone d’Oro (dimenticando magari che mancavano 7 mesi ed un Mondiale all’assegnazione…), marcisce sulla panchina argentina in Sudafrica, per non riprendersi più. L’altro fenomeno, l’olandese pelato, disputa anche un ottimo mondiale, sfiorando addirittura il titolo. E, come da prassi interista, si affretta a dichiarare di pretendere il Pallone d’Oro. Peccato che non se lo fumi nessuno: Sneijder non finisce neppure tra i primi tre e, in un certo senso, quella esclusione certifica il valore infimo dei titoli nerazzurri.

Infine, veniamo ai giorni nostri. C’è da disputare il mondiale per club, che da qualche anno sostituisce la molto più affascinante Coppa Intercontinentale del passato. L’Inter vince, giocando contro due squadre che in Italia con tutta probabilità non si salverebbero neppure in Prima Divisione. Roba da barzelletta. In semifinale, gli avversari sembrano una formazione di pulcini. In finale, invece, c’è una squadra di volenterosi africani, che probabilmente sono i primi a sorprendersi di doversi giocare il titolo di “migliori del mondo”, non avendo alcuna dimestichezza con quell’oggetto sferico da calciare. Tornano in mente i trofei estivi che erano abituati ad alzare gli interisti nei primi anni dell’era Massimo Moratti e sinceramente è difficile decidere quale tra quelli passati e quest’ultimo abbia più valore. Eppure, come al solito, i nerazzurri festeggiano, fingendo di avere compiuto una grande impresa sportiva. Ma, sotto sotto, anche loro probabilmente sanno che il “tocco di m**da” ancora una volta ha colpito.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1275

 

 
 
 

Huntelaar: "Non potrei rifiutare la Juve"

Post n°3470 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Il centravanti olandese interessa ai bianconeri
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Tornare in Italia sarebbe per lui motivo di riscatto; nell'anno trascorso al Milan abbiamo visto di lui soltanto una fotocopia sbiadita. Il curriculum parla di un vero e proprio killer, uno che i gol li fa: sempre e dappertutto. Eppure Klaas Jan Huntelaar nella passata stagione nell'attacco rossonero ne ha segnati solo 7 in 25 partite mentre l'anno prima non aveva fatto molto meglio al Real Madrid (8 reti in 20 partite ma in metà stagione). Dopo caterve di realizzazioni all'Ajax e più in generale nel campionato olandese, ora il "cacciatore", soprannome del tulipano, sembra essere tornato a livelli stratosferici nello Schalke 04 in Germania dove ha una media di un gol ogni due partite. La Juventus, alla ricerca di un affamato bomber d'area di rigore (un Trezeguet per intenderci), avrebbe messo gli occhi proprio sul giocatore nato a Drempt, in Olanda, il 12 agosto 1983, puntando anche sulla sua voglia di dimostrare alla Serie A italiana che l'anno al Milan è stato solo un episodio. L'apprezzamento del dg Beppe Marotta sembra essere corrisposto dal centravanti cresciuto nelle giovanili del De Graafschap, come riporta Tuttosport, il maggiore quotidiano sportivo torinese: "Tornare in Italia? Perché no, in futuro potrebbe anche succedere. Il campionato italiano resta sempre uno dei più difficili e affascinanti da giocare. Certo - prosegue Huntelaar -  tornare sarebbe l’occasione per prendermi ancora qualche rivincita con chi non ha creduto in me. Col Milan ho giocato poco, ma quando mi è stata data la possibilità di farlo ho mostrato che ero da Milan. Le due reti a Catania ne sono stata la dimostrazione. Detto questo, in questo momento sto benissimo allo Schalke dove sono tornato a giocare e segnare come una volta. Mi è stato riferito che qualche club italiano mi sta cercando e questo non può che lusingarmi, ma ora penso solo a fare bene qui. Dopo un inizio di stagione difficile stiamo iniziando a giocare bene e a recuperare posizioni in classifica e soprattutto qui posso giocare la Champions. Per parlare del mio futuro è ancora presto. Certo la Juventus è sempre una delle squadre che ha scritto la storia del calcio mondiale e - conclude il bomber olandese - credo che in pochi sarebbero disposti a rinunciare di andare a giocare in bianconero". Staremo a vedere se a gennaio il dg Marotta piazzerà il colpo a sorpresa per far tornare alla ribalta un talento unico del calcio orange. Un colpo alla Cassano diciamo ...

 
 
 

CLAMOROSO ILICIC: "SOGNO DI GIOCARE NELLA JUVE, TIFO PER LEI"

Post n°3469 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Josip Ilicic, "Iliciclone", grande rivelazione del Palermo e del campionato italiano, strizza l'occhio alla Vecchia Signora alla fine di una lunga intervista concessa a "La Gazzetta dello Sport". Non una risposta ad una precisa domanda, ma una dichiarazioni d'amore spontanea. Dopo aver manifestato il desiderio di conquistare la Champions League, Ilicic è stato chiamato ad elencare gli altri suoi sogni, sportivi e non: "Consolidarmi nel Palermo, qui verrà anche il giorno del mio matrimonio con Tina. E come tutti i giocatori ambiziosi, se parliamo di sogni, mi piacerebbe la Juve per cui ho sempre tifato, ma in un domani ancora lontano, ci tengo a sottolinearlo", ha dichiarato il talentino sloveno. Marotta e Zamparini sono avvisati. 

 
 
 

     

 

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