LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 21/12/2010
L'ex designatore arbitrale: «Il processo del 2006 non è stato lacunoso, è stato una farsa. O si considerano tutti colpevoli o tutti innocenti. Non c'è stato nessun illecito» ROMA, 21 dicembre - Se serve un tormentone musicale a fare da sigla allo storico momento dell’ingresso - stamane - di Paolo Bergamo negli uffici della Procura federale per un riascolto sulle sue telefonate di Calciopoli, andate sul banale e scegliete il miglior Pappalardo Adriano, quello di «Ricominciamo ì». Perché l’audizione di oggi, che dà il via al giro speriamo vorticoso (ma ci crediamo poco) di interpreti del calcio 2004-2005, è una ripartenza, magari non da zero ma da 170 mila quante sono le telefonate dell’indagine, di cui almeno l’80 per cento trascurate, malinterpretate, lasciate in naftalina. Ed è la conferma - ce la dà finalmente Palazzi - che il processo del 2006, nel quale lui interpretava il ruolo di Accusatore - e le sue conseguenze, a partire dallo scudetto assegnato all’Inter con precipitazione e soddisfazione dalla Figc di Guido Rossi, sono stati parziali: la visione di frammenti (grandi, magari) di uno specchio rotto. Nel 2006 non era tutto sbagliato, ma era sbagliato pensare che fosse tutto: oggi riparte l’indagine, nove mesi dopo che tutto il mondo ha saputo che nei verbali di Procura c’era solo tutto quanto ruotava attorno a Moggi, con la frustrante sensazione che sia tardi. Per immaginare un processo sportivo uguale pertutti, che non ci sarà più. Con pene diverse per tutti o spiegazioni meno frettolose: perché reato sportivo era allora parlare o sobillare gli arbitri. Ma allora abbiamo dato tutti per scontato che chi indagava avesse esplorato tutto: verificato se le ammonizioni erano preventive (e non lo erano); se i sorteggi erano truccati (e nessuno al processo, giurando di dire la verità, l’ha minimamente confermato); se Paparesta era davvero chiuso nello spogliatoio, visto che lui non lo conferma. Togli qua e togli là, l’illecito pare molto meno strutturato, la combriccola molto meno romana e torinese, Calciopoli 2006 un processo monco. ARRIVA BERGAMO - Paolo Bergamo è entrato da circa un'ora e mezza in Figc e sta parlando con Palazzi. «Il processo di Calciopoli del 2006 non è stato lacunoso, è stato una farsa». È durissimo il commento di Paolo Bergamo sul procedimento sportivo che quattro anni fa squassò il mondo del calcio italiano. L'allora designatore degli arbitri, entrando alle 11 negli uffici della procura federale della Figc, dove è in corso l'audizione davanti al procuratore Stefano Palazzi, ha spiegato di essere pronto a ripetere quanto già detto in passato: «Ribadirò che parlavo con tutti (club e dirigenti di Serie A, ndr) perchè la Federcalcio ci aveva detto di tenere contatti con tutti e noi lo facevamo con il massimo della disponibilità». «Sono qui spinto dallo spirito di collaborazione - ha quindi aggiunto Bergamo, accompagnato dall'avvocato Silvia Morescanti - per fare luce vera su quanto è successo. La revoca dello scudetto all'Inter? Non mi interessa». TUTTO SULL'INTER - Dopo cinque ore finisce il colloquio tra Bergamo e Palazzi. L'ex designatore arbitrale si è dilungato sulle telefonate con l'Inter, ribadendo: «Io queste cose già le avevo dette nel 2006». Risposta: «Non avevamo le telefonate». Bergamo non entra nel particolare delle telefonate per rispetto del processo di Napoli. «Sono a disposizione della Federazione, ho chiarito che qui o si considerano tutti colpevoli o tutti innocenti. Non c'è stato nessun illecito, no esiste una telefonata dove io davo istruzioni all'arbitro per favorire una squadra. Parlavo con tutte le squadre. La Federazione ci diceva che era giusto fare così e io sono d'accordo». La prossima settimana, in attesa dell'audizione di Moratti che potrebbe svolgersi a Milano, ha dato la sua disponibilità anche l'altro ex designatore Pairetto, le cui nuove telefonate però sono in via di trascrizione al tribunale di Napoli. |
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. I vecchi adagi hanno quasi sempre ragione: l'assenza per infortunio potrebbe aver fatto decidere la dirigenza bianconera a cedere Gianluigi Buffon. Superman lo sa, ha capito l'antifona e intervistato dalla BBC apre al campionato inglese: “La Premier League mi affascina, lì ci giocano molti grandi giocatori, anche se penso che la Serie A rimanga il torneo più difficile”. Sul futuro però non vuole sbilanciarsi: “Non è il momento di parlarne". |
GLMDJ
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Il re del centrocampo bianconero si concede in un intervista al Corriere Dello Sport in cui parla a tutto campo: dal suo amore per Roma alle difficoltà di Liverpool fino all'approdo sotto la mole di Torino dove finalmente è riuscito a tornare ai livelli che gli competono. Alberto Aquilani, quattro mesi in bianconero: impressioni? Già fatto: il suo rendimento è elevatissimo... C’è chi rileva, dietro la sua rinascita, anche i compiti tattici che Del Neri le assegna... Ma lei si sente un regista? La Juve le ha offerto un’opportunità di rilancio, lei ha aiutato la Juve ad arrampicarsi in classifica: stessa voglia di rivincita? Il pareggio ottenuto in extremis dal Chievo lascia un pizzico d’amaro in bocca, ma il bilancio bianconero rimane positivo. Qual è il segreto? L’allenatore insiste molto anche sullo scudetto, nel dopo-partita del Bentegodi ha ribadito la candidatura bianconera. È d’accordo? Del Neri la fece esordire in A: come l’ha trovato, sette anni dopo? Torniamo al suo debutto: avrebbe mai immaginato, quel giorno, di vestire un’altra maglia? Ciò che però si augurano i tifosi bianconeri, è che la sua seconda carriera prosegua con questa maglia. Quella che lo sta facendo tornare importante e con la quale siamo sicuri lui voglia scrivere un pezzo di storia. |
Benedetto avvocato ed ex giudice sportivo:”Allora fu una farsa, ora ci sono le prove. Restituire gli scudetti alla Juve è il minimo” |
E' morto a 83 anni il ct del terzo mondiale vinto dall'Italia Il mondo del calcio è in lutto: se n'è andato Enzo Bearzot, ex calciatore ma soprattutto commissario tecnico della nazionale italiana che vinse per la terza volta il mondiale in Spagna. Iniziò la sua avventura con la nazionale azzurra nel 1975 (inizialmente come allenatore, direttore tecnico Fulvio Bernardini) e la terminò da ct con i mondiali in Messico del 1986. Era da tempo malato ed è morto a Milano all'età di 83 anni: nato ad Aiello del Friuli il 26 settembre 1927, nell'82 fece esplodere di gioia l'Italia intera grazie all'impresa iberica culminata con la finalissima di Madrid dove Paolo Rossi, Spillo Altobelli e Marco Tardelli con il suo famoso urlo regalarono la terza stella sul petto all'Italia "pallonara". Resterà indelebile nella mente di tutti gli italiani la mitica partita di carte tra Bearzot, Zoff, Causio e l'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini nell'aereo al ritorno dalla Spagna. La redazione di Tuttojuve si stringe attorno al dolore dei familiari e da l'ultimo saluto al grande Enzo Bearzot. Lo salutiamo con una frase dedicata all'ex ct da un altro personaggio che troppo presto ci ha lasciati, Gaetano Scirea, forse il più grande calciatore (anche a livello umano) che ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori dei tifosi bianconeri; non a caso allo Stadio Olimpico di Torino le curve sono intitolate a lui. Ecco uno stralcio dell'ultima intervista concessa da Gaetano Scirea a La Gazzetta dello Sport il 15 maggio 1989. Il 3 settembre 1989 ci fu il tragico incidente che ci privò di un grandissimo personaggio. E' con questo pensiero di Scirea che vogliamo salutare "il vecio" Bearzot, un personaggio che ha scritto una pagina importantissima del calcio italiano. "[...] Ho «rubato» qualcosa a ciascuno dei tecnici che ho avuto. Da Parola la capacità di responsabilizzare i giovani, da Trapattoni la capacità di tenere unito lo spogliatoio, da Marchesi la serenità. E da Bearzot quella straordinaria umanità che è la base di ogni successo". |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14