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Messaggi del 07/02/2011

Scelte di vita arbitrale...

Post n°3896 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB
di M. Lancieri

Qualcuno dice che la vera cupola agisca adesso, sicura che non verranno mai condotte indagini per colpire corruttori e corrotti. Qualcuno, anche in virtù delle indecenti direzioni di gara degli ultimi tempi, sostiene che ci sia una volontà ben precisa, da parte dei palazzi del potere, di colpire la Juve. Il motivo? È un’avversaria sempre pericolosa, ha un presidente che pretende rispetto, è “antipatica”.
Personalmente, non ci credo. Non riesco ad immaginare un “grande vecchio” che orchestri gli arbitri, chiedendo loro di mantenere una linea anti-Juve. Non penso che qualcuno, prima della partita contro il Palermo, abbia telefonato a Morganti, imponendogli di “non vedere” quei rigori.
Perché non ci credo? Semplicemente, perché non serve. Ad un arbitro è sufficiente guardare gli esempi che gli hanno fornito i predecessori, per comportarsi di conseguenza. Tanto più se questo arbitro è un mediocre.

Prendiamo due casi.
Primo caso: De Santis. Quando arbitrava, sembrava costantemente preoccupato di dimostrare di non essere amico della Juve. E infatti ogni juventino, quando se lo ritrovava designato a dirigere una partita dei bianconeri, si riduceva a fare scongiuri. Qualcuno ricorda come De Santis e i suoi assistenti si comportarono in una gara di Supercoppa contro l’Inter? Eppure, il suo impegno non fu sufficiente. Quel gol annullato a Cannavaro, in seguito ad un corner inventato (particolare che molti fingono di avere dimenticato), valse all’arbitro l’etichetta di “amico della Juve”. Risultato? Doveva andare ad arbitrare i Mondiali, ma fu cacciato in malo modo. E ora ci manca poco che il povero De Santis finisca in galera, accusato di fare parte di un’associazione a delinquere!

Secondo caso: Collina. Il “più grande arbitro di tutti i tempi” è sempre stato attento a fischiare in maniera quasi scientifica contro la Juve. Ha combinato disastri dentro e fuori Italia, ma le sue direzioni di gara ai danni dei bianconeri hanno fatto di lui un esempio di come dovrebbe essere l’arbitro nel mondo dei sogni (rossonerazzurri). La partita nell’acquitrino di Perugia rappresenta il massimo esempio della sua struttura morale, ma non si possono dimenticare tanti altri begli episodi, come il gol di Toldo, in cui Buffon venne malmenato, mentre il pelato direttore di gara fingeva di non vedere. Il commento dei cronisti? Sì, c’era fallo, ma è giusto così: in fondo l’Inter meritava il pareggio. Collina non era un bravo arbitro, ma certamente era il più furbo di tutti, perché dava al popolo ciò che desiderava. E la sua carriera è lì a dimostrarlo.

Veniamo al presente ed immaginiamo di essere in campo, ad arbitrare la Juve. Krasic cade in area: sembra rigore, ma un minimo di incertezza, in questi casi, c’è sempre. Possiamo decidere di fischiare il rigore, rischiando di sbagliare e di finire come De Santis, oppure teniamo il fischietto in tasca (o addirittura ammoniamo il serbo poco serio), emulando Collina: anche se sbagliassimo, tutti direbbero che è comunque giusto così. E allora torno a chiedermi: c’è davvero bisogno che qualcuno telefoni ad un arbitro, per spiegargli come va la vita?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1394


 
 
 

GLMDJ - Le ricette di Moratti...

Post n°3895 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di M. Lancieri per GiulemanidallaJuve.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Se si parla di bilanci, Moratti dimostra costantemente la propria coda di paglia. E la sua reazione è sempre la stessa: minaccia. Prima del 2006, quando sperperava centinaia di milioni di euro senza ottenere uno straccio di vittoria, ribadiva ad ogni occasione di essere stanco di spendere senza vincere. E in Italia chi scialacqua denaro è rispettato, così la preoccupazione da parte dei vertici federali era palpabile.
Farsopoli fu un’autentica manna, anche se non esattamente piovuta dal cielo, ma da qualche ufficio e da qualche redazione. In seguito alla distruzione della società egemone del calcio italiano, Moratti ebbe la strada spianata e riuscì a vincere un bel mucchietto di trofei, prima a tavolino e successivamente anche sul campo: un’assoluta novità per il presidente nerazzurro.

Nonostante le tante vittorie ed i conseguenti ricavi degli ultimi anni, il bilancio dell’Inter resta ampiamente in rosso. La società nerazzurra è una delle più indebitate d’Europa. A nulla sono serviti gli appelli di Platini: a Milano, così come a Barcellona, a Madrid, a Manchester e in tante altre città europee, quando si propone un risanamento dei bilanci, si fanno orecchie da mercante. Il termine ultimo per riordinare i propri conti è stato ripetutamente rinviato, fino a quando il presidente della Uefa ha definitivamente perso la pazienza: nel 2014, stando alle promesse di Platini, chi avrà ancora debiti non parteciperà alla Champions League.
È un termine lontano e, a prima vista, la linea adottata in Europa appare fin troppo blanda: nel mondo “normale”, una società che mantiene debiti di centinaia di milioni di euro, senza avere flussi di cassa proporzionati, non sopravvive a lungo. Nel mondo fatato del calcio, si accetta che società di capitali come l’Inter accumulino montagne di debiti, senza che nessuno batta ciglio. Anzi, in Italia c’è chi, come Carraro, ogni mattina dedica una preghierina a san Moratti: meno male che c’è lui, che spende tanti soldi! Peccato solo che quei soldi non siano regalati, ma solamente prestati. Platini ha solamente sottolineato questo particolare. Un imprenditore vuole gettare soldi nel calcio? Liberissimo di farlo, attraverso donazioni. Se ogni anno l’Inter ricevesse 300 milioni di euro in regalo da Moratti, nessuno avrebbe il diritto di recriminare. Ma Moratti non pensa neanche lontanamente di donare i soldi: si limita a prestarli. E se tra un mese, lui o un suo successore, cambiasse idea e li chiedesse indietro? Cosa succederebbe? Quale stabilità può avere un mondo che si poggia sulle voglie e le manie di pochi ricchi?

Il problema è serio ed è sempre più al centro delle discussioni. Ma alle parole di Platini, è arrivata la solita replica di Moratti: «Ben venga la rivoluzione voluta da Platini, anzi quando il presidente dell'Uefa me l’ha annunciata, pensando che la recepissi come un provvedimento contro di me, gli ho detto che gli avrei fatto un regalo perché, così, avrei finito di mettere i soldi tutti i giorni nel calcio». La solita coda di paglia e le solite minacce: non mi lasciate agire fuori dalle regole? E allora non metto più i soldi!
Il patron interista non perde neanche l’abitudine di auto-assegnarsi una finta punizione. In questo caso, la sua proposta ha il sapore del ridicolo: «Sarebbe più opportuno magari costringere una società a un turno in più in Europa piuttosto che metterla fuori dalle coppe». Buona idea! Per edulcorare ulteriormente la pillola, si potrebbe disputare il turno preliminare giocando in 11 contro 6, possibilmente contro una squadra del campionato sanmarinese. Del resto, Moratti è abituato alle punizioni “esemplari”: basta pensare alla vicenda dei passaporti falsi, quando per un reato generalmente commesso da avanzi di galera, l’Inter ricevette un buffetto dalla FIGC e, a distanza di pochi anni, fu anche premiata con lo scudetto di cartone, in nome dell’onestà nerazzurra.

Ora sarà interessante vedere come si comporterà la Uefa. In Italia, abbiamo ripetutamente dimostrato che con i soldi (prestati, non regalati!) si ottiene tutto, compreso uno scudetto già festeggiato da altri sul campo. E in Europa?

 
 
 

Abete Se Ne Faccia Una Ragione ...

Post n°3894 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da nadir63l
 

GiùlemanidallaJuve su CalcioGP

Immagine IPB

di Gildo

L'Alta Corte del CONI si è dunque espressa in merito al richiesto parere del presidente federale Abete sulla (incerta) radiazione post calciopoli di Moggi, Giraudo, Mazzei e un'altra quarantina di soggetti. L'Alta Corte si è espressa per affermare che non si può pronunciare per vicende circa le quali potrebbe essere chiamata a decidere quale organo sportivo giusdicente.

In verità
avevamo annunciato con largo anticipo il responso di inammissibilità alla richiesta di parere del presidente della FIGC. Non poteva essere diversamente.

Sarebbe curioso a questo punto sapere su consiglio di chi ha agito il presidente Abete nell'inoltrare la richiesta di parere. In futuro dovrebbe evitare di accettare consigli dalle stesse persone. Anzi, se sono stati suoi avvocati di fiducia a consigliarlo, farebbe meglio ad allontanarli.

Del diniego di parere dell'Alta Corte del CONI un aspetto ci pare non sia stato ancora sottolineato a dovere: «...considerato che la mera presa d’atto da parte degli organi federali impone, quanto meno nella sua fase esecutiva, una valutazione di conformità al dettato dell’art. 4.1 (rispetto del contraddittorio) dei principi di giustizia sportiva emanati dal CONI, un tale operato sia in linea con detti principi e con ogni altro principio generale sancito dall’ordinamento statale». Significa -se abbiamo ben compreso- che Abete, oltre a spiegazioni sul chi debba fare la comunicazione agli interessati, chiede anche se si può procedere automaticamente o se invece prima di questa comunicazione debba sentire gli interessati. La paura di Abete di violare qualche norma sportiva e statale è lampante.

Non c'è da invidiare il presidente federale, dopotutto questo è un pasticcio che ha ereditato dai precedenti vertici straordinari della FIGC.
Se permette, al presidente federale oseremmo darlo noi un parere. Partendo dalla considerazione che le federazioni sportive e il CONI possono essere assimilati a “incaricati di pubblico servizio”, la soluzione più che nella evidente vacanza di disposizioni sportive, potrebbe risiedere nelle norme statali che diffusamente regolano le funzioni pubbliche.

L'elemento centrale di questa vicenda ci sembra essere il silenzio nel quale colpevolmente è rimasta la FIGC. La radiazione è stata solo proposta, non è implicita come vuole far intendere la Corte di giustizia federale. La proposta deve essere recepita e adottata (oltre che comunicata agli interessati) dal competente organo federale. Diciamo pure che secondo chi scrive la competenza del caso è del Consiglio federale, perché se si ha riguardo alla funzione, è a questi che attualmente spetta pronunciarsi, non può il presidente federale oltrepassare i propri poteri.

Il punto dolente (per Abete) diventa un altro: quanto tempo ha il competente organo per recepire la proposta e adottare il provvedimento? Se come premesso ci rifacciamo alle norme di derivazione pubblicistica, non possiamo che rifarci a come in quell'ambito viene considerato il silenzio e a come viene considerata l'inazione dei soggetti di volta in volta competenti.

In tale ottica ci sembra (almeno a chi scrive) che si possa attingere alla cosiddetta legge su procedimento amministrativo. La legge 241 del 1990 infatti prescrive al comma primo dell'articolo 2 che «Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad una istanza, ovvero debba essere iniziato d'ufficio, la pubblica amministrazione (nel nostro caso l'incaricato di pubblico servizio – ndr) ha il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso», questo già basterebbe a far cadere la presunta radiazione implicita.

Sempre all'articolo 2, al successivo comma terzo, così è disposto: «Qualora non si provveda ai sensi del comma 2 (che concede in determinati casi la possibilità di stabilire termini diversi – ndr), il termine è di novanta giorni». Quanti giorni (mesi e anni) sono passati nel caso della proposta di radiazione a Moggi?
A noi sembra tutto abbastanza chiaro, i termini sono ormai ampiamente e inutilmente decorsi. Di chi è colpa per l'attesa in cui ha svogliatamente versato la FIGC? Abete è giunto in federazione solo ad aprile 2007, può comodamente dire che lui non c'entra niente e lavarsi le mani del “pasticcio radiazione”. Si metta l'anima in pace, la può smettere di andare nervosamente avanti e indietro per via Allegri.
Moggi non è più radiabile.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1392

 

 
 
 

MATRI: "CHE SETTIMANA! DEDICO LA CONVOCAZIONE AL CAGLIARI"

Post n°3893 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Una settimana da Dio. Gli ultimi setti giorni sono di certo indimenticabili per Alessandro Matri. Prima il trasferimento a Torino, poi il ritorno a Cagliari con la sua Juventus e infine la prima chiamata in azzurto. Lo stesso bomber bianconero è consapevole di attraversare un momento d'oro: "Essere qui mi fa un effetto strano perchè in una settimana mi si è stravolta la vita. Da Cagliari sono andato a Torino, e da Torino sono venuto qua, che è il sogno di ogni giocatore. Spero di non svegliarmi e di continuare a sognare. Il ringraziamento per questa convocazione va soprattutto al Cagliari perchè in tre anni e mezzo mi ha dato fiducia e continuità anche quando non ho fatto benissimo, e perchè mi hanno dato l'ok, attraverso una mia richiesta fatta al presidente, di andare a giocare in una grande squadra. Ci ho sempre sperato alla Nazionale, anche quando giocavo a Cagliari - ha aggiunto il 26enne di Sant'Angelo Lodigiano -. Avevo espresso a Natale il desiderio di giocare con Cassano, ora l'ho realizzato qui in maglia azzurra e mi fa un bell'effetto

 
 
 

L'Equipe: "Matri, la Juve ha pescato bene

Post n°3892 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Alessandro Matri è senza dubbio l'uomo del momento in  casa Juve, alla luce anche della sua prima convocazione in nazionale che ha saputo guadagnarsi con pieno merito grazie ai suoi 13 centri in campionato. Dopo essere andato vicino al gol nel giorno del debutto in maglia bianconera contro il Palermo, l'ultimo arrivato alla corte di Delneri non ha avuto pietà della sua ex squadra sabato sera, infilando una doppietta di fondamentale importanza per lui e per la squadra. Eppure c'erano delle riserve su Matri, in particolare molti si sono chiesti se potesse essere subito decisivo, soprattutto in uno stadio dove si è reso protagonista per tre anni e mezzo ma dove i suoi ex tifosi si sarebbero rivelati dei grandi nemici. In un ambiente ostile, un giocatore alla prima esperienza in un grande club nel pieno di una pericolosissima crisi sarebbe potuto crollare psicologicamente. Matri invece, ha sbagliato il gol più facile ma non ha fallito quando si è trattato di insaccare in situazioni dal maggior grado di difficoltà, convincendo e stupendo chi non lo conosceva così bene. Il primo gol in particolare, è stato un fulmine a ciel sereno per gli isolani, e se lo è creato da solo, tirando istintivamente sul primo palo. L'Equipe, dopo aver reso omaggio a Sorensen la settimana scorsa, oggi dispensa elogi a Matri, nuovo condottiero dell'attacco bianconero. Secondo il titolo dell'articolo del famoso quotidiano sportivo transalpino, con Matri "la Juve ha pescato bene". La testata francese ha definito il giocatore un "guastafeste per la sua ex squadra, che dopo aver aperto le marcature non si è accontentato e ha ridato il vantaggio alla Juventus al 75' ". La redazione de L'Equipe ha inoltre aggiunto: "con Matri e il ritorno al gol di Toni, la Juve ha stoppato un'emorragia che durava da quattro gare". Di certo, una prestazione del genere contro la sua ex squadra ha messo in mostra la sua freddezza, una componente che è spesso mancata agli attaccanti Juventini negli ultimi tempi. Il vero banco di prova per Matri sarà però la partita di domenica all'Olimpico contro l'Inter. Sarà allora che dovrà dare fondo alle sue doti da bomber per aiutare la Juventus a portare a casa una vittoria contro i nemici che sarebbe importantissima per la classifica e il morale.

 
 
 

JACOBELLI: “MURDOCH VUOLE ACQUISTARE LA JUVE!”

Post n°3891 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Antonio Vitiello

Xavier Jacobelli, giornalista di lunga data e attualmente direttore di Quotidiano.net, lancia attraverso i microfoni dell’emittente radiofonica “Radio Radio” un’indiscrezione clamorosa sul futuro della Juventus. “A Rupert Murdoch, editore di fama planetaria e proprietario di Sky Italia, era stata offerta la Roma, ma lui ha gentilmente declinato l’invito – afferma l’ex direttore del Corriere Dello Sport -. So, però, da fonti certe che l’australiano in Italia è interessato all’ acquisto della Juventus ed entrerebbe nel mondo del calcio solo per i bianconeri, non per altre squadre”. Vedremo se questo clamoroso rumour verrà confermato in futuro con i fatti o resterà solo ed esclusivamente una semplice  voce

 
 
 

     

 

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