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Messaggi del 13/02/2011

MATRI A SKY: "BOTTA A PARTE GARA MEMORABILE, SPERAVO IN UN IMPATTO COSI' "

Post n°3951 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Emozioni e sensazioni del match-winner della sfida.
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Intervenuto durante Sky Calcio Show Alessandro Matri ha esternato tutta la sua gioia e soddisfazione per aver deciso il big-match contro l'Inter. Un gol che lo proietta di diritto tra i beniamini della tifoseria, una soddisfazione tale che la botta rimediata nel finale che l'ha debilitato passa in secondo piano: "Diciamo che è andata bene alla fine, botta a parte che fa ancora male e mi ha messo un po' in difficoltà alla fine". Primo gol in carriera all'Inter, cosa da ricordare e da mettere negli annali visto il risultato finale: "Sicuramente è uno degli episodi che ricorderò con più piacere, queste gare me le godevo prima da casa e deciderle è bellissimo. Ci speravo in un impatto del genere, ho fiducia nei miei mezzi e mi son messo a disposizione con tanti campioni per migliorarmi". Non mancano le dediche per chi l'ha sempre sostenuto: "Io dedico i gol alla famiglia che mi ha sempre aiutato sin da quando ho iniziato questa carriera". Chiusura infine sull'episodio dell'infortunio, ancora poco chiaro nella dinamica: "Nel girarmi ho sentito una fitta, non mi pare di aver preso botte o simili penso sia stato nel movimento, ora farò accertamenti".

 
 
 

Marotta a JC: "Continua il nostro momento positivo, ringrazio i tifosi e Pazzini... ci ha ascoltato"

Post n°3950 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

L'abbiamo visto in piedi negli ultimi minuti finali come un normale tifoso. Beppe Marotta è ovviamente molto contento e lo si capisce dalle sue parole rilasciate a Juventus Channel: "Vittoria che ci voleva per continuare questo momento positivo iniziato a Palermo e culminato oggi con questa vittoria. I giocatori hanno dimosrato cuore, grinta, e  grande attaccamento alla maglia. Questi sono valori che diventano anche più importanti della forza oggettiva della rosa. Oggi Del Neri ha scelto gli undici che ritiene i migliori, tutte le squadre quando hanno i giocatori possono avere a disposizione tutti possono dire la propria. I tifosi sonoi encombiabili, loro sostegno determinante nei minuti finali quando per cambi abbiamo sofferto gli attacchi dell'Inter, ma sicuramente il loro calore e sostegno ci ha aiutato. Ci sostengono in casa e in trasferta, sia che che vinciamo che quando partitamo. Matri e Pazzini? Sono due ottimi giocatori, a Pazzini avevo detto di ricominciare a segnare da domenica prossima: ci ha ascoltato... Matri ha fatto 14 reti in campionato, fa gol e questo è molto importante, poteva fare una doppietta, è una realtà del calcio italiano. Sorensen contro Eto'o? Liete sorprese che capitano nelle annate calcistiche, non immaginavamo che l'impatto col campionato e con la Juventus coincidesse con partite positive. Ha freddezza tipicamente del Nord, sfoggia le sue potenzialità, alcune leggerezze le può eliminare solamente giocare".

 
 
 

GRAZIE, UNDICI LEONI!!!!

Post n°3949 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Quando lotti dal primo al novantesimo c'è poco da dire. Quando metti tutto in campo e vedi gli occhi pieni di consapevolezza e voglia di non cedere non esistono critiche.
Esiste solo una parola: il ringraziamento. Indipendemente dal risultato conta lo spirito e la voglia di gettare il cuore oltre l'ostacolo. Una voglia che spesso vale molto di più di mille parole. La voglia di dimostrare all'avversario che la Juventus non è morta nel 2006 e nonostante sia stato commesso un omicidio e il killer giri a piede libero c'è voglia di ricominciare. Ricominciare a sognare. Ricominciare a sorridere. Quella voglia mostrata dalla Juventus su ogni pallone nel primo tempo, quella voglia che si vede negli occhi di Matri. Quella voglia che ti manda oltre gli infortuni e che ti porta a vincere contro una squadra fortissima. Quel destino beffardo che porta l'attaccante più forte del mondo a prendere una traversa da un metro. Se questo è un inizio lo sapremo a Lecce. Stasera c'è solo il ringraziamento e la gioia.

 
 
 

La Juventus batte l'Inter 1-0: decide un gol di Matri....

Post n°3948 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

 
I bianconeri si aggiudicano il derby d'Italia grazie alla rete dell'attaccante ex Cagliari al 30' del primo tempo. Nella ripresa la squadra di Del Neri resiste alla pressione dei nerazzurri che nel finale divorano il pareggio con Eto'o: la traversa salva Buffon, poi liscio del camerunense. Rigore negato alla Juve nei primi 45'
TORINO, 13 febbraio - La Juventus batte l'Inter e si aggiudica il derby d'Italia grazie alla rete di Matri al 30' del primo tempo. Incredibile l'errore di Eto'o a porta vuota nel finale della ripresa: il camerunese colpisce la traversa e spreca il gol del pareggio.

 
 
 

LIVE - JUVENTUS-INTER 1-0 MATRI DI TESTA SU ASSIST DI SORENSEN. FINE PRIMO TEMPO

Post n°3947 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

46' - Termina la prima frazione di gioco. Juventus impeccabile nei primi trenta minuti, poi è uscita l'Inter. Buffon non è mai dovuto intervenire. Dobbiamo assolutamente tenere per altri 45 minuti. Finora serata quasi perfetta.

 
 
 

Juve arrivata all'Olimpico. Cori contro Materazzi....

Post n°3946 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Entrambe le squadre sono arrivate allo stadio. La Juventus ora è in campo per prendere confidenza col terreno di gioco, assorbire la carica dei tifosi ed entrare definitivamente in clima partita. Sugli spalti cori a sostegno della squadra e punzecchiature a Materazzi.

 
 
 

Juventus - Inter, le formazioni ufficiali...

Post n°3945 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Nessuna sorpresa nelle formazioni titolari scelte da Del Neri e Leonardo. Confermate quindi le indiscrezioni di questa mattina.

JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Sørensen, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Krasic, Felipe Melo, Aquilani, Marchisio; Toni, Matri. (Storari, Grygera, Sissoko, Pepe, Martinez, Del Piero, Iaquinta). All. Delneri.

Inter(4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Ranocchia, Cordoba, Zanetti; Kharja, Thiago Motta, Cambiasso; Sneijder; Pazzini, Eto'o. (Castellazzi, Materazzi, Nagatomo, Obi, Coutinho, Pandev, Alibec). All. Leonardo.

 
 
 

JUVENTUS E INTER: ORA SPAZIO AL CAMPO...

Post n°3944 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

 di Thomas Bertacchini
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Adesso è arrivato il momento del campo, giudice supremo di tutti i risultati. Lì si affronteranno Juventus-Inter, in una gara che sino a qualche anno fa rappresentava il punto di incontro della forte rivalità tra i due club, mentre ora è diventato una delle occasioni nelle quali entrambe le società entrano in rotta di collisione. Importante, ma non l’unica.

Alla luce delle parole pronunciate da Andrea Agnelli durante la conferenza stampa del 29 gennaio scorso ("Moratti mi annoia sul tema Calciopoli"), le successive risposte di Massimo Moratti ("Il Giovin Signore… Non volevo annoiarlo… Mi dispiace") e di Ernesto Paolillo, amministratore delegato dell’Inter ("Ogni volta a parlare per primi non siamo stati noi, ricordo che a parlare per primi sono altri, ricordo che per aver risposto prima della partita di Torino, della Juve, sono stato tacciato di voler fomentare la tifoseria, noi non fomentiamo niente, vedo che altri stanno iniziando a fomentarla prima della partita Juve-Inter"), hanno dato il via ad una sequela di dichiarazioni destinate ad interrompersi soltanto con il fischio d’inizio della partita da parte di Paolo Valeri, l’arbitro designato per la gara.

Dopo, ovviamente, si riprenderà a discutere sullo stesso tema. Nell’attesa che arrivino riscontri all’esposto presentato dal Presidente bianconero in merito alla revoca dello scudetto assegnato al club milanese nel 2006, basato sulla successiva scoperta di una rete di contatti tra i tesserati della società nerazzurra ed esponenti del settore arbitrale che portò il club torinese a scrivere sul proprio sito: "E’ convinzione della Juventus, pertanto, che venga meno il presupposto della decisione assunta dal Commissario Straordinario della Federcalcio nel 2006: l’inesistenza, cioè, di «comportamenti poco limpidi» addebitabili alla squadra che risultò prima classificata dopo la penalizzazione delle altre" (10 maggio 2010).
Si tratta di un passato, questo, che "non" annoia mai, da riscrivere, che non può essere cancellato con una semplice scrollata di spalle. E’ una ferita aperta che non si rimarginerà sino a quando i fatti processati all’epoca non verranno nuovamente giudicati con equità e con gli strumenti (e le prove) attualmente a disposizione.

Poi c’è il campo. Il Milan vince nell’anticipo del pomeriggio di questa venticinquesima giornata contro il Parma di Amauri, Giovinco e di tutti quegli ex juventini che avranno pure scoperto nella città emiliana la località dei loro sogni, ma ciò non toglie che ora si trovano a pochi punti dalla zona retrocessione. I rossoneri preparano la fuga verso il tricolore attendendo curiosi l’esito della sfida tra bianconeri e nerazzurri allo stadio "Olimpico" di Torino. Se Madama riuscirà a riversare sul rettangolo di gioco tutti i buoni propositi della vigilia, ecco che la formazione allenata da Allegri potrà continuare tranquilla la propria marcia solitaria. Fermo restando che tra non molto dovranno passare pure loro da Torino in una gara che faranno bene a non sottovalutare, visto il risultato di quella del girone di andata.

La vittoria esterna del Napoli (a Roma) consente alla società partenopea di avvicinarsi al Milan e di allontanare le altre contendenti alle prime tre posizioni utili per accedere alla prossima Champions League senza dover passare attraverso i preliminari. Viceversa, la sconfitta dei giallorossi impedisce alla formazione di Ranieri di smuoversi da quota 39 punti, restando così ad una lunghezza soltanto dalla Juventus attualmente ottava in classifica. Al di là di ogni aspetto puramente sentimentale ed emotivo legato alla rivalità tra bianconeri e nerazzurri, la partita di stasera è molto importante anche ai fini di un ritorno della Vecchia Signora verso le zone più nobili della serie A.

Nell’incontro disputato con l’Inter il 3 ottobre scorso al "Meazza" Del Neri cercò, attraverso l'utilizzo di alcuni accorgimenti tattici, di creare un argine come protezione per la sua difesa dalle incursioni di Maicon: "Praticamente un 4-5-1", disse a fine partita, "Volevo limitare l’azione di Maicon e in questo senso Quagliarella è stato bravissimo, così come Marchisio che in un ruolo non proprio suo è stato perfetto. Per me la chiave più importante della gara è proprio lì. Maicon è straordinario, decisivo, dovevo trovare una soluzione per evitare guai da quella parte".
Nella partita odierna il tecnico bianconero - assente Quagliarella - con ogni probabilità sposterà sulla fascia sinistra Chiellini, davanti al quale opererà nuovamente Marchisio.

Gli incroci pericolosi, comunque, non mancheranno in tutte le zone del campo. Sarà così anche sull’altro versante, laddove sarà Krasic - che ad ottobre fece trascorrere una bruttissima serata a Chivu - a vedersela con Javier Zanetti. Per quanto riguarda il resto: sono numeri, schemi, parole, considerazioni varie che verranno superate soltanto dal risultato finale. Il punto dal quale la Juventus ripartirà domenica prossima contro il Lecce, alla ricerca di una migliore posizione in classifica e di se stessa, l’obiettivo più difficile da raggiungere per la nuova gestione di Andrea Agnelli.
Con una consapevolezza: quella che il bonus "Calciopoli" è già stato usato.
Male.

 
 
 

TASTIERA VELENOSA: CALCIOPOLI ANNOIA GLI STRUZZI...

Post n°3943 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Abbiamo scoperto una cosa in questi giorni. In Italia esistono tantissimi struzzi. Si si avete sentito bene, struzzi. Tantissime persone che mettono la testa sotto la sabbia annoiati e non vogliono più sentir parlare di Calciopoli. Poverini loro, sono annoiati e non vogliono sentire come sono andate le cose realtà.

Meglio mettere la testa sotto la sabbia, cambiare canale, non parlarne. Ma forse hanno paura di scoprire come sono andate realmente le cose? Forse hanno paura di scoprire che quello che ci hanno raccontato era una clamorosa "balla"?

Ci fa ridere qualcuno in questi giorni che è annoiato da Calciopoli, talmente annoiato da non ricordare che la società per cui ha lavorato per anni è stata colpita come la Juventus e non ha pagato di più solo per motivazioni extra calcistiche.

Tantissimi struzzi, come quelli che propongono un sondaggio chiedendosi se Calciopoli ha stancato. Si forse avrà stancato loro, che evitano di parlare dei dibattimenti processuali. Che evitano di parlare di un processo in cui l'accusa naviga a vista travolta dai ritrattamenti dei testimoni. Sicuramente ha stancato chi vorrebbe mettere tutto a tacere. Fortunatamente c'è gente che vuole sapere la verità e che dice che c'è ancora molto da chiarire. A noi basterebbe sapere come mai nel 2006 si è fatta un'indagine ad personam. Ci piacerebbe capire come mai non si è indagato su tutte le società e soprattutto ci piacerebbe sapere perchè nel 2006 si è fatto un processo in due settimane e qui non si risponde a un esposto in 6 mesi...

Siamo tutti struzzi ed è meglio mettere la testa sotto la sabbia, si per la vergogna delle cose che non vorremmo vedere.

 
 
 

MOGGI su Libero: "Impossibile voltare pagina. La serie B non si dimentica"

Post n°3942 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Luciano Moggi per "Libero"

Non solo il contenuto, che si segnala da sé, ma anche lo scenario; non solo la partita, ma tutto ciò che la precede e l’accompagna. La sfida comincia da lontano, infiamma la vigilia e tutto il contorno. Per molti anni, Juve-Inter, o viceversa, è stata una sfida alla pari, e la Juve spesso vinceva. Poi è venuta Calciopoli, anzi, hanno inventato Calciopoli, e i termini della contesa si sono slabbrati e rivoluzionati. Si deve partire da questo dato e dalle vicende ancora sommerse di questi ultimi anni per far capire il divario che si è aperto tra le due forze. Questo non vuol dire che la partita abbia già un esito scontato, ma il rapporto è quello che è, pende dalla parte dell’Inter, il suo ruolo nella contesa appare quello di Golia. La Juve giocherà con la fionda di Davide che capovolse l’impari lotta, quindi la Signora può prendere come stimolo il ricordo biblico.
Corsa sospetta - C’è stata una corsa sospetta negli ultimi giorni a frenare i riferimenti a Calciopoli, a mettere sotto silenzio le attese della tifoseria e dello stesso club per una “celere” giustizia. Dopo nove mesi, non c’è ancora risposta all’esposto di Andrea Agnelli per la revoca dello scudetto 2006. Che questi freni provengano da parte interista, non sorprende, è piuttosto dispiaciuto che siano venuti anche dall’interno della Juve, da uno dei giocatori più amati come Buffon, mosso di sicuro da pii sentimenti, ma espressi nel momento sbagliato. Un’uscita a vuoto, come è stata definita. Mi sono fatto un’idea precisa, che non giustifica l’errore, anzi lo accentua, ma gli dà anche un significato. Buffon ha dimostrato di non sapere niente di quanto sia avvenuto fuori dal processo di Napoli, delle intercettazioni nascoste ma ritrovate; ha mostrato di dimenticare l’onta della B da lui stesso attraversata, e quello scudetto conquistato con merito dalla Juve, che ora è nella bacheca dell’Inter. Logico quindi che Moratti non gradisca che si parli di questi argomenti e, «senza vergogna» (così all’unisono i siti bianconeri), dice che non esistono le condizioni per la revoca dello scudetto di cartone. A Napoli si dice che è inutile chiedere “all’acquaiolo se l’acqua è fresca”. A Materazzi, che ciancia ancora dello scudetto perduto dall’Inter il 5 maggio 2002 a Roma con la Lazio, e fantastica che sia stato perduto per episodi precedenti di altre partite (non segnalandone tuttavia nessuno), si ricordi quando a Siena l’Inter ha potuto segnare con quattro, dico quattro, giocatori in fuorigioco. E ancora. Ju29ro ha scovato un pezzo sulla Gazzetta dello sport del 6 maggio 2002, a firma di Elefante e Cecere, non proprio di simpatie juventine. «Nei minuti finali - è scritto - c’è chi cercava di irretire i laziali facendo il gesto dei soldi e c’è chi proprio non è riuscito a trattenere l’ira». Quei primi piani su Marco Materazzi erano addirittura impietosi. Le sue labbra si muovevano e formavano la parola scudetto, «voglio vincere lo scudetto, lo capite?». Il brasiliano Cesar gli mette una mano sulla spalla e dice: «Fate due gol e vincerete». Ju29ro commenta: «Materazzi da vero sportivo avrebbe voluto che i laziali si facessero da parte e glielo facessero vincere, quello scudetto». Postilla, dallo stesso pezzo. Materazzi aggredì poi Cesar negli spogliatoi.
Trasformazioni - Nella corsa a mettere sotto silenzio la sete di giustizia degli juventini, è inaccettabile l’invito di Buffon a guardare avanti, perché prima ci debbono ridare il passato. E sono pure entrati in mezzo imbonitori occasionali che nulla sanno. È il caso di Massimo Mauro e Marco Tardelli, che fanno una scivolata di quelle grosse. Per loro Calciopoli è finita perché il processo sportivo ha già emesso la sua sentenza, proprio quel processo definito dal giudice De Biase «un aborto giuridico». A Buffon posso far notare che a Leonardo, testa, piedi e cuore milanista sino all’altroieri, è bastato poco per far suoi i retro-pensieri interisti. Ha detto che dopo Calciopoli il calcio è più pulito, dimenticando che quando era al Milan un suo dirigente parlava spesso con gli arbitri chiedendo addirittura di espellere gli allenatori avversari (Milan-Brescia, allenatore Cavasin).

 
 
 

NOTTE DA BRAVEHEART...

Post n°3941 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

« Chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po'... Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avete vissuto a partire da oggi, per avere un'occasione, solo un'altra occasione, di tornare qui sul campo, a urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà?»
Con questa frase William Wallace, interpretato da Mel Gibson, arringava il suo esercito prima della battaglia di Stirling Bridge. Quella di stasera non sarà forse una finale, non si vincerà la libertà, ma la partita di stasera si avvicina molto a una battaglia, sportivamente parlando. Si avvicina alla sfida tra il bene e il male, tra chi ti ha oppresso per anni e chi vuole riscattarsi. I tifosi bianconeri baratterebbero tutti i loro giorni pur di dimostrare a chi li ha offesi che si è sbagliato e sarebbero pronti a tutto per avere quella occasione.

Chissà che parole userà il comandante Delneri per spronare i suoi ragazzi. Chissà se utilizzerà le stesse parole di William Wallace o ne userà altre. Poco importa però, i tifosi si aspettano che la squadra dia tutto dal primo al novantaciquesimo minuto e possa uscire tra gli applausi dei ventottomila dell'Olimpico. Questo basterebbe per essere convinti di aver offerto una prestazione degna. Degna di una notte da Braveheart, cuori impavidi come era Pavel Nedved, cuori impavidi come Del Piero, Buffon, Chiellini.

 
 
 

Calciopoli e la libertą dei fatti

Post n°3940 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di G. Fiorito

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Art.21 della Costituzione italiana del 1948.
Il nostro è un paese dove un’opinione non si nega a nessuno, soprattutto se appartiene alla categoria dei VIP. Opinioni rimediate qua e là. Proposte dal vorticoso tritacarne dell’informazione che brucia ogni giorno migliaia di immagini e parole per conquistarsi una fetta di pubblico. Uno strato di consensi e dissensi che finiscono per coprire e buttare nel dimenticatoio della coscienza e dell’intelligenza collettiva La scomparsa dei fatti. Titolo di un libro di Marco Travaglio, che dopo aver lodevolmente cercato di individuare nelle prime pagine qualche dozzina di motivazioni per le quali ciò accade, se ne dimentica disinvoltamente quando è il momento di tornare su calciopoli alla luce di fatti più freschi, attaccandosi come gli altri a quel “metti Collina” e a chi lo ha pronunciato.

"Confrontarsi sulle opinioni non serve, ognuno dice la sua in base al proprio tifo, c´è bisogno che i tribunali mettano fine a discussioni ridicole. Ognuno fa la sua battaglia, chi perché ci crede, chi magari per opportunismo e per evitare che si parli del presente. Ma ora serve solo che le Procure (Giustizia sportiva e Tribunale di Napoli) vadano fino in fondo e diano le risposte definitive, che andranno rispettate in ogni caso". Lo ha detto Gianfelice Facchetti, in un’intervista a Radio Sportiva e suona strano come in questi giorni che precedono Juventus Inter si stiano incrociando le opinioni più diverse, spesso spiazzanti dall’una e dall’altra parte. Gianfelice non risulta essere nell’organico dirigenziale dell’Inter. E già lo scorso anno, quando uscirono certe intercettazioni scottanti, ebbe la sua parte di protagonismo sui media. Suggerì a Moratti di restituire lo scudetto patacca, prontamente smentito e non si fece mancare il colpo di scena del memoriale a posteriori del padre, da bravo attore qual è. Probabile che desideri soltanto un altro momento di gloria, certo è che a rileggere le sue parole conforta la volontà di rispolverare i fatti. Mi aspetto una pronta smentita da parte di Moratti, che continua a vivere nello spazio virtuale che nell’estate del 2006 gli ha spalancato la realtà parallela nella quale solo gli onesti vincono. E sono onesti pure con i passaporti falsi, nonostante meditino, come spiegava Facchetti Giacinto nel suo memoriale post mortem, una rete di relazioni che sviluppi consensi e potere di azione che per loro è normale e per gli altri è intrallazzo. Elegantemente detto anche illecito strutturato. Peccato che Ostellino ne parlasse come di fenomeno in studio presso le università americane in riferimento al costume italiano e lo adducesse in difesa di Moggi.

D’altra parte, anche Marco Tardelli non si è lasciato sfuggire l’occasione di pontificare sulle usanze all’italiana. Primo: lui sta con Buffon. Poco male, in questi anni mi sto abituando al fuoco amico, che è quello che fa male di più. Soprattutto quando te lo sparano addosso pure gli amici che credevi migliori. Secondo: bisogna proteggere il nostro calcio. E pensarci nel 2006 no? La Juventus era il calcio non solo degli juventini, ma di tutti gli italiani. E lo ha dimostrato nel 1934, 1938, 1982, 2006. Terzo: "E dire che hanno rubato tutti non ti solleva dalle tue responsabilità. Non va valutato quanto hai sbagliato ma se lo hai fatto".. Sembra Beccantini. Quello della posizione degli etici super partes. Che ha ribadito ancora una volta nella trasmissione Il bianco e il nero, in onda su Radio Radio. Ora sì che ci servono i fatti. Perché è un fatto acclarato che certi comportamenti erano non solo comuni a tutti i dirigenti, ma anche incoraggiati dai designatori arbitrali. E va valutato eccome quanto hai sbagliato. E siccome dal processo della giustizia sportiva del 2006 è venuta fuori una scala di valori che noi juventini abbiamo pagato a caro prezzo, è giusto che il nostro calcio si protegga anzitutto con una credibilità che soltanto la garanzia che le regole siano uguali per tutti può restituire. Secondo Angelini nel corso della stessa trasmissione, la serie B e la penalizzazione furono considerate accessorie in virtù del fatto che la sola Juve era responsabile di ciò che adesso grava come un macigno su tutti. In misura diversa tra chi grigliava e chi chiedeva. Tra chi telefonava e chi spiava. E non basta la prescrizione a mettere una pietra sopra alle motivazioni per le quali nel 2006 si ebbe una visione parziale dei fatti. Fatti che oggi ci sono tutti e riconducono all’art. 39, che consente la revisione del processo. Beccantini lo sa. Come sa del conflitto di interesse della doppia carica di Galliani: essere Presidente di Lega non può salvarlo dall’accusa di avere avuto un canale preferenziale con Collina, che in quanto Presidente Vicario del Milan era il suo designatore in pectore, puntualmente di fatto. E delle reticenze di Palazzi, delle attese, delle lungaggini che hanno preso il posto della fretta di un processo sommario. Mazzocchi dice che prendono tempo perché sanno di avere sbagliato e non vogliono più farlo. Si accomodassero alla porta. C’è già un fermento di rinnovamento intorno a certe cariche. Sappiano che siamo pronti a ricostruire l’iter professionale dei nuovi destinatari, per scoprirne le eventuali provenienze da cda scomodi e presidenze imbarazzanti.
Quarto, dulcis in fundo: tirare acqua al proprio mulino è un ragionamento all’italiana. Pur vivendo sotto il cielo d’Irlanda, che a me ricorda sempre la vicenda umana e politica di Bobby Sands, Tardelli rimane ingolfato nell’italico modo di mandare avanti il mondo. Fa spallucce e getta la spugna, anzi si preoccupa di incrementare il colpo di spugna che da più parti viene invocato sulle vicende di calciopoli.
E se per una volta invece provassimo a non ragionare all’italiana? Se ci rendessimo conto che non tutti, ma tanti italiani hanno cominciato a emanciparsi da un certo modo di subire gli eventi? Sotto le montagne di sabbia che li seppelliscono, ci sono i fatti e l’unica etica e l’unica morale consiste nel mettersi a scavare e restituire a tutti la libertà di confrontarsi con essi. Lo abbiamo fatto in tanti. Continueremo a farlo.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1406


 
 
 

Juventus: il ruggito degli Agnelli...

Post n°3939 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Gianpaolo Zicarelli per carlonesti.it
© foto di ALBERTO LINGRIA

A poche ore dal posticipo che vale il derby d'Italia, i toni tra i vertici delle due società sembrano ridimensionarsi. Il Dg Marotta invita alla pacatezza, il Patron Moratti scommette sulla capacità del "giovin signore" di riportare in alto la Juventus, ma nulla è come sembra. Naturalmente il fuoco cova sotto la cenere. Del resto l'onda lunga delle polemiche arbitrali parte da lontano e fa comunque la sua parte. Zamparini, come direbbero a Napoli, chiagne e fotte: prepara a puntino il pre-gara con i bianconeri e interrogato poi sullo strabismo pilatesco di Morganti, promette di regalare agli sconfitti un lacrimatoio. D'altronde lui in proposito ha un'esperienza consolidata. E la memoria corta, riguardo ai tre rigori lampanti negati agli avversari. Cellino, non è però da meno: il turno successivo sorride, in tribuna, sul pareggio siglato da Acquafresca, meno sul raddoppio dell'ex, al tris di Toni lascia lo stadio. Perde dunque malamente, realizzando che per il momento la cessione di Matri non può considerarsi del tutto un affare se gli costa una figuraccia davanti ai suoi tifosi. Allora si aggrappa alla presunta "slealtà" della Juventus, sostenendo che il secondo gol dei suoi era regolare e il fallo su Toni ininfluente. Rocchi invece si è dimostrato puntualmente più attento sugli episodi che potevano essere decisivi. Lamentarsi dunque non è inutile, se lo si fa a ragione, ma sopratutto se è una pratica largamente condivisa a cui non ci si può sottrarre. Ciò che sorprende è la filosofia del presidente Aia, Marcello Nicchi: "Secondo me Morganti non va fermato. Valuterà Braschi, ma Morganti ha solo bisogno di tornare in campo ad arbitrare. Se torna a dirigere la Juve? Lo deciderà il designatore. Per logica rispondo affermativamente, altrimenti si tornerebbe alla ricusazione". Lo premiamo?. Eppure all'indomani del match sembrava in se: "È chiaro che ieri probabilmente non tutto è filato liscio, e sull'errore di Morganti non ci sono dubbi. C'è bisogno di riconoscerlo? È un errore evidente". E allora coma fa a dire anche che: "E' uno dei migliori arbitri in Italia, ha fatto bene l'anno scorso e sta facendo bene quest'anno. Purtroppo è capitato questo episodio, ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. E' chiaro che, se fosse un giovane a sbagliare, mettendolo a repentaglio si rischia di rovinarlo". Mentre un arbitro "esperto" può rovinare la Juventus …

Non ricordo, in questa stagione, un torto tanto evidente ad una grande. Moratti stesso, sull'episodio del fallo di mano di Bovo, ha dovuto ammettere: "Devo dire che ho visto domenica quella cosa lì e ha impressionato un po' anche me". Salvo poi essere, come la solito, corrosivo: "È una cosa un po' nuova che la Juventus si lamenti degli arbitri". L'Inter invece non ha motivi per farlo. Ne sa qualcosa Delio Rossi che, nel commentare il rigore mancato da Morganti, ha dichiarato: "Ci poteva essere, era rigore ma nasce da punizione che non c'era e poi comunque hanno segnato subito dopo. Domenica non ci hanno dato un rigore simile di Motta e hanno regalato un rigore all'Inter, ma non è giusto che quando una grande si lamenta ci sia una cassa di risonanza e quando lo fa una piccola niente, non è giusto". Questo bisognerebbe spiegarlo a Moratti, perché se la Juventus è costretta a battere i pugni sul tavolo è evidente che non è considerata alla pari delle altre big. Diversamente si lamenterebbe dei torti subiti con Milan, Inter, Roma o anche Lazio. Non certo di quelli di Palermo o Napoli. Del resto non è un segreto che abbia perduto autorevolezza e che uno dei compiti di Andrea Agnelli sia proprio di riguadagnarne. L'esposto sull'assegnazione dello scudetto del 2006 è solo il primo passo in questa direzione, cui è seguito inevitabilmente lo sfogo, a tinte forti, del post-partita di Palermo.

Il presidente nerazzurro non sembra però preoccupato: "Non credo ci sia la minima base per riassegnare il titolo del 2006 alla Juventus". In realtà queste certezze potrebbero sgretolarsi con l'addio, ormai prossimo, di Palazzi e la riapertura del processo sportivo. Ciò che è emerso a Napoli si sta rivelando un pericoloso boomerang per i bacchettoni di Calciopoli. Abete il 28 dicembre scorso ha annunciato: "Entro giugno si tira una riga". La prima. Seguirà quella tracciata dal fair play finanziario e Moratti al riguardo è parso già meno tranquillo, rispetto agli esiti della giustizia sportiva: "Ben venga la rivoluzione voluta da Platini. Ma credo non sia giusto cancellare la storia di un club se capita che momentaneamente non si trovi in regola con i parametri: sarebbe più opportuno magari costringere una società a un turno in più in Europa piuttosto che metterla fuori dalle coppe". Strano senso delle regole. Sollecitato inoltre sugli introiti che il nuovo stadio porterà alla Juventus, valutati da Marotta in circa 40 milioni a stagione, ha rilanciato: "Per l'Inter allora sarebbero 60". Sembra che tutti i trofei accumulati dai nerazzurri non abbiano effettivamente saziato la voglia di rivalsa del loro presidente. Non è forse un caso, infatti, che siano arrivati solo dopo l'estromissione della Juventus. Così come non lo è che, in questi anni, nessun'altra squadra sia stata in grado di concorrere realmente per lo scudetto. Nonostante ciò, è stato assegnato per lo più sul filo di lana. In Via Durini sanno bene che senza la vera Juventus quei titoli assumono un peso specifico diverso e si chiedono cosa accadrà già dal prossimo anno. Il punto, in conclusione, è che il derby italiano non potrà mai essere solo una partita. Sia però il campo a decidere.

 
 
 

     

 

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