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Messaggi del 22/02/2011

CHI SBAGLIA PAGA...

Post n°4036 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

 
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se per le poche energie spese, a Lecce i giocatori della Juve non hanno dovuto neanche farsi la doccia, come ha riassunto Andrea Agnelli, la ripresa della preparazione dopo il crollo di domenica ha dato loro l'occasione. Giornata intensa quella di oggi a Vinovo: convocazione al mattino presto, analisi video degli errori commessi e doppio allenamento, inframmezzato dalla visita del presidente. Il numero uno bianconero è giunto al centro sportivo per l'ora di pranzo, accompagnato dall'amministratore delegato, Beppe Marotta, dal consigliere Pavel Nedved e dal coordinatore dell'area tecnica, Fabio Paratici, e ha parlato alla squadra. Il colloquio, nel chiuso dello spogliatoio, è durato quaranta minuti, tempo necessario ad Agnelli per ribadire i concetti, peraltro già sufficientemente chiari, espressi ieri da Viareggio. Prestazioni come quella di domenica non sono più tollerate, serve una immediata inversione di rotta fin da sabato con il Bologna. Tutti dovranno impegnarsi al massimo nelle ultime dodici partite per raggiungere il quarto posto, impresa difficile ma non impossibile. A patto di non essere nuovamente protagonisti come a Lecce di una "presenza assente", per citare il famoso ossimoro di un poeta rinascimentale inglese. L'altro concetto espresso dal presidente ai giocatori è la fiducia totale della società in Del Neri. Il tecnico, che pure non è immune da colpe come è normale in situazioni del genere, é dunque fortificato nella sua posizione ma al tempo stesso dovrà dare la scossa giusta al gruppo per farlo ripartire. Il compito principale tocca così ai giocatori: sono loro che devono cancellare Lecce e dare un segnale forte. La vittoria sull'Inter aveva fatto sperare in una Juve sulla strada della maturità e della Champions League ma sette giorni dopo non ha avuto seguito. La giornata dei bianconeri era iniziata molto presto. Tutti i giocatori si sono presentati a Vinovo entro le 9.30 per il primo momento significativo. Squadra a rapporto da Del Neri che ha proposto l'analisi al video degli errori che hanno generato il tracollo di domenica, un'ora di riflessione per correggere e non ripetere più. E' iniziata poi la prima seduta, dedicata agli esercizi di potenziamento aerobico tra palestra e campo, seguita dal pranzo. Nel via vai si è palesato anche Stefano Del Piero, il fratello-agente di Alessandro. "Sono qui per caso" si è limitato a dire il procuratore del capitano bianconero, prima di lasciare Vinovo senza incrociare i vertici della società con cui è impegnato nella difficile trattativa per il rinnovo del contratto del numero dieci. Dopo la visita di Agnelli, tutti di nuovo in campo per la seconda sessione di allenamento (Del Piero ha lavorato a parte, Sissoko e Manninger sono rimasti in palestra), in cui Del Neri ha curato in modo particolare la fase difensiva. E proprio un difensore, Leonardo Bonucci, spiega: "A Lecce ci è mancata compattezza e grinta. E' davvero una brutta battuta d'arresto che fa male e che interrompe un percorso in ascesa che si era concretizzato con i successi ottenuti contro l'Inter e il Cagliari. Una domenica tutta da cancellare, dalla quale dobbiamo imparare e che dobbiamo mettere da parte il prima possibile per poter ripartire subito da zero".

 
 
 

Mettete agli atti quelle telefonate!

Post n°4035 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Tranne te

Pare che al processo di Napoli il Perito abbia trascritto tutte le telefonate, o quasi.
Mancano infatti quelle relative all’Inter e in particolare a Facchetti, allora Presidente. Mancano nonostante che da mesi ormai tutti gli appassionati le conoscano, perché ampiamente riportate nel web in forma scritta o come video.
Insomma, le conoscono tutti tranne te, caro Perito.
E sembra quasi tu non voglia farle conoscere al Giudice.
Sono anni che la melina ci fa girare gli attributi, sono anni che aspettiamo che sia fatta giustizia per una farsa che ha distrutto una squadra fenomenale insieme alla passione e ai sentimenti dei tifosi.
Sono anni che ci sentiamo presi in giro. Non ne possiamo più.

Mettete agli atti quelle telefonate!

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1433


 
 
 

La zebra si morde la coda...

Post n°4034 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di G. Fiorito

Lecce Juventus avrebbe dovuto essere una di quelle partite da risolvere come una formalità. Invece è stata la rilettura di uno squallido copione già visto. Dalla polvere agli altari, andata e ritorno. Tutto vero.

1) Il rigore su Toni con annessa e connessa espulsione convalidati persino da mediaset, ma non dal team arbitrale. Non è la scusa del giorno e non basta per l’alibi. Ma il rigore c’era e l’espulsione pure.
2) Buffon, che non va mai nemmeno fuori dai pali, va fuori dall’area. Fuori di testa c’è già da un sacco di tempo. Sarà stato l’istinto, ma anche quello uno come lui lo dovrebbe controllare.
3) Non puoi improvvisare quando non hai la tecnica e gli esecutori non conoscono nemmeno lo spartito. Di regola l’allenatore toglie una punta per far entrare un altro portiere.

4) Volenti o nolenti tutto è oggi figlio di calciopoli. Mi fa male parlarne, però lo devo fare.

Ho visto settimana dopo settimana ognuno di noi arroccarsi sulle proprie rabbie e conclusioni. Fino a togliersi il saluto. Non voglio fare retorica. Non voglio citare Trigoria, che quando ho acceso la televisione mi parevano immagini dalla Libia. Il calcio non si fa così. Nemmeno il tifo. Quella è delinquenza. Però guardiamoci dentro. Sempre divisi. Uno contro l’altro armati. A gridarci addosso lo stile di Gianni e quello di Umberto. E le loro discendenze. Colpe. Misfatti. Un cilicio vile che ogni giorno ci affligge. Fratelli e antagonisti. Come se quell’amore e quella rabbia covati nel cuore non fossero gli stessi. E la gioia di tutte le vittorie e il pianto di tutte le sconfitte non li avessimo provati uguali. Una cosa è certa: questa non è la Juventus che avrebbe dovuto essere.

Serve scaricare le tensioni sulla squadra? C’è chi vuole che i giocatori giochino e non pensino ad altro. Come se calciopoli non fosse mai nemmeno esistita. Dicendo pure ai quattro venti ciò credono e pensano. Che siano 27 o 29. Che se li sentano cuciti sulla pelle, rubati o semplicemente non ne avvertano il peso.
C’è chi desidera che quello che abbiamo patito in questi cinque anni sia di stimolo al riscatto e alla rivincita. Anche se del 2006 ne sono rimasti pochi. Appartengo a questa categoria. Prima di tutto perché calciopoli o no, la Juventus è qualcosa di più. Chiunque, come ha scritto Gianluca Pessotto nel suo libro “La partita più importante”, ricordando il momento nel quale arrivò alla Juventus, dovrebbe avere questo pensiero: “Quanto vi devo dare per poter avere il privilegio di essere uno della Juventus? Firmo, qualsiasi cifra, mi va bene” . Ma è realmente così? I calciatori sono dei professionisti che mettono al servizio di una squadra il loro potenziale in cambio di un guadagno. E a prescindere da quali siano le loro ambizioni e la loro capacità di attaccamento ad una maglia, una considerazione amarissima non può essere evitata. In virtù dei fatti di calciopoli, la Juventus ha subito un ridimensionamento e non esercita più l’appeal di una volta. Mi piacerebbe sapere che ci sono in giro cavalieri pronti a renderle giustizia, fasti e onori, ma i miei sogni non si spingono tanto oltre. Mentre è in crisi la psicologia del gruppo. Come ha spiegato Pavel Nedved nel suo libro “La mia via normale”, il lavoro, l’acquisizione della tecnica e il talento necessitano di un supporto psicologico. La gestione dello spogliatoio della Juventus credo sia talmente delicata da richiedere una guida non solamente esperta di calcio, ma eccezionalmente dotata di carisma. Né Ranieri, né Del neri mi sono mai sembrati avere la necessaria autorevolezza. La squadra dimostra di non avere la maturità per affrontare una partita dopo l’altra e si perde di fronte ad avversari di caratura inferiore. Esaltandosi con quelli più forti e peccando di provincialismo. Perché ha più consapevolezza dell’avversario che di sé.

Una serie di manovre colpevoli portate avanti in questi anni con la scelta di persone e soluzioni sbagliate è quello che ha ereditato Andrea. Su di lui ricadono errori e orrori da lui non perpetrati. Se Buffon sbaglia una parata, se Melo perde una palla o indifferentemente Palazzi non si decide a convocare Moratti per interrogarlo, viene avvertita come una sua debolezza. Il segno della mancanza di carattere e forza. Di incapacità a gestire un bene troppo grande.
Eppure la magica alchimia che ha reso la Juventus tutto quello che è stata dal 1897 al 2006 è semplice da spiegare. Lo hanno fatto sia Pavel Nedved che Gianluca Pessotto. Spiegando che la loro era una squadra, una famiglia, un’azienda e tutte queste cose insieme. E che ciascuno riteneva il bene collettivo più importante di quello personale.

Andrea con questi valori è cresciuto. E’ giunto il momento che comprenda in che misura ciò che non va sta al di sopra di lui o sotto di lui. Per non mordersi la coda. E con lui la Juventus.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1430


 
 
 

Calciopoli. Tutti colpevoli, tutti innocenti? Assolutamente no!

Post n°4033 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Giulemanidallajuve su calcio GP

Uno dei pilastri della calciopoli del 2006 fu "la esclusività e l'abitualità dei rapporti di Luciano Moggi con i designatori arbitrali". Tanto è bastato per suscitare il sempre pronto moto di sdegno, che nel nostro Paese è ormai qualcosa di preconfezionato che tutti hanno. Il ragionamento popolare partiva dall'assunto che se solo Moggi parlava con i designatori (in realtà ancora qualcuno pensa che parlasse con gli arbitri!) era evidente la sua malafede. Il presunto uso delle sim straniere ha fatto il resto, "perché doveva nascondere le sue telefonate? È evidente, troppo evidente!" Già,
evidente e populistico.

Al di là del fatto che intrattenere rapporti con i designatori non era vietato, anzi era incoraggiato dalla FIGC, nel corso di questi cinque anni è stato ampiamente evidenziato che Moggi non ha avuto l'esclusiva delle telefonate con il binomio al vertice della CAN di A e B, né ha intrattenuto rapporti sconvenienti con arbitri in attività. Questo infatti era vietato, avere contatti con gli arbitri.

Quand'anche quei rapporti con Bergamo e Pairetto fossero stati esclusivi, non ci sarebbe stato nulla di censurabile. Ripetiamo, il dato curioso è che quei rapporti esclusivi non lo erano affatto, Paolo Bergamo ha sempre sostenuto: «tutti mi telefonavano». E allora, tutti colpevoli? No. Tutti innocenti? Neanche. Per una volta sono d'accordo con il presidente dei finti onesti «bisogna vedere anche quello che ci si dice nelle telefonate». Telefonare per farsi mandare un arbitro o far predisporre una certa griglia è diverso dal fare un pronostico sulla possibile ma non richiesta formazione di una griglia arbitrale. Invitare a “metter dentro Collina” e a “dirgli che siamo 4-4-4, che smuovesse il 4 giusto...” è differente dal “allora s'era fatta uguale...”.

Il discorso è simile per quello che riguarda convivialità con arbitri. A Moggi non sono mai stati addebitati rapporti con arbitri in attività, semplicemente perché non c'erano. Né direttamente (organizzando una ridicola quanto grave attività di intelligence usando un connivente arbitro in carriera o addirittura telefonando), né indirettamente (mandando amici dirigenti UEFA a recapitare saluti parigini a De Santis).

Ammesso e non concesso che Moggi ( e di conseguenza la Juve) fosse colpevole di qualche illecito sportivo, vi pare che la posizione dell'ex Dg bianconero fosse grave quanto quella dei finti onesti?

È da rifiutare il “tutti colpevoli” utile solo a tener ferme le sentenze sportive del 2006 e a proclamare che per gli altri è ormai scattata la prescrizione. Allo stesso modo è da respingere il “tutti innocenti” con il quale si vorrebbe dare un comodo colpo di spugna che prevede solo simbolici risarcimenti morali per alcuni e non colpire altri.

“È evidente, troppo evidente”, ma non populistico stavolta. Ognuno deve essere giudicato secondo quelle che sono le proprie colpe. La vittima innocente di un assurdo caso di errore sportivo-giudiziario l'abbiamo già avuta nel 2006, ora vogliamo lasciare ancora a piede libero i veri colpevoli e finti onesti? Io non ci sto!
Palazzi, Abete, riaprite i faldoni, Calciopoli va revisionata, ma con serietà se ne siete capaci.

Scarica il pdf!

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1431

 
 
 

Juve piccola con le piccole. Manca di continuitą di gioco e di risultati". Il parere di quattro grandi ex bianconeri

Post n°4032 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dodici milioni di tifosi in Italia e tutti i diversi opinionisti si stanno interrogando sul presente e futuro della Juve. Qual è il male che affligge i giocatori bianconeri? Delneri è un allenatore da grande squadra? Ognuno ha la sua risposta e il suo colpevole, tutti hanno la ricetta giusta per finire il campionato lottando per il quarto posto. "La Gazzetta dello Sport" ha posto tre domande a quattro ex giocatori della Juve, Altafini, Brio, Cabrini e Furino, che hanno portato spesso i colori bianconeri in alto. Ecco i quesiti e le loro risposte.

Esattamente come un anno fa, Juve al sesto posto con 41 punti in classifica. Se l'aspettava?

ALTAFINI: Mi piange il cuore, ma che Juventus è? A Lecce sembravano invertiti i valori delle squadre in campo, in emergenza sembrava la Juve,
non il Lecce. Se giochi sulle punte contro avversari con il coltello tra i denti non vai lontano. Una delusione per l'organico a disposizione.

BRIO: Mi aspettavo delle difficoltà da parte della squadra ad ingranare all'inizio della stagione, ma non a questo punto e con una rosa al
completo e ben rinforzata a gennaio. C'erano tutte le premesse per far bene, compresa una società più forte e persone competenti.

CABRINI: Nessuno si sarebbe ma iimmaginato di rivivere una stagione per certi versi simile a quella dello scorso anno, quindi piena di delusioni. Questa è una squadra che va sulle montagne russe, manca di continuità di gioco e di risultati. Tanti alti e bassi, così alla fine si raccoglie poco.

FURINO: Rispetto alla passata stagione solo i numeri sono simili. La Juventus di oggi vale la classifica che ha, ma si respira un altro clima. Abbiamo pagato alcune decisioni arbitrali controverse: viviamo in un momento in cui anche il nostro peso è diminuito, anche se si vince sul campo.

Di chi è la colpa? Errori di mercato, del tecnico o l'obbligo a vincere subito crea troppe pressioni?

ALTAFINI: Il peso della maglia? É ciò che è mancato negli ultimi tempi. La giusta tensione si è vista solo alla vigilia delle partitissime.
L'emergenza infortuni, alcuni errori arbitrali hanno coperto prestazioni non eccelse. Se ci sono dei giocatori fuori forma tocca all'allenatore scegliere

BRIO: Se giochi nella Juve sai cosa ti attende, non credo che la pressione e l'obbligo di vincere siano una causa. Tolto Sorensen,
gli altri giocatori hanno le spalle grosse. Sul mercato Marotta è intervenuto prontamente a gennaio. A Lecce hanno sbagliato tutti senza attenuanti.

CABRINI: Non è facile dare giudizi in casa d'altri, Delneri sa bene che cosa non funziona. Conta molto il risultato finale, non i percorsi
intermedi per capire se questa squadra è all'altezza o no. E’ piccola contro le provinciali: è un dato che comunque deve far riflettere.

FURINO: Mi sorprende la differenza di rendimento della squadra, piccola contro le piccole. Non è un problema di rosa o di pressioni, e
neppure di stanchezza. Nemmeno di cantiere aperto o di amalgama di giocatori. Per fare i risultati non devi mai snaturare il tuo gioco, ma imporre ritmo e velocità, sempre.

Il quato posto è l'obiettivo minimo richiesto dalla società. Un miraggio o ce la può fare?

ALTAFINI: La vedo dura. La Lazio ha superato il momento di appannamento, ed in silenzio porta a casa punti preziosi, le altre squadre non mollano. Serve continuità e un po' di fortuna. Dieci punti nelle prossime quattro gare e sarà più semplice agguantare la zona Champions League.

BRIO: Se gioca da Juventus le ultime dodici partite ce la può fare. Molto dipenderà dagli scontri diretti, due trasferte insidiose a Roma, e la sfida contro il Milan tra due settimane. La lezione dello scorso anno, con un finale di stagione in caduta libera dovrebbe, peraltro, servire di lezione.

CABRINI: Se vuole centrare il quarto posto la Juventus non può più sbagliare una partita. La concorrenza non perde colpi: sette punti di distacco sono tanti, a meno che qualcuno davanti non freni. Il calendario non è dei più semplici. Già tra due settimane c’è la sfida col
Milan.

FURINO: Da tifoso mi auguro di centrare il quarto posto, ma temo che sarà dura. Bisogna confidare in una serie di coincidenze favorevoli. Contro l'Inter gli ultimi 15' sono uscito dallo stadio per l'agitazione, vedevo che la squadra stava perdendo il controllo del gioco, stava andando nel panico.

 
 
 

Juve, Vertonghen costa 20 milioni

Post n°4031 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico de Luca

La Juve continua a seguire Jan Vertonghen, difensore dell'Ajax e della nazionale belga, che, a forza di grandi prestazioni nel suo club, sta attirando l'attenzione delle grandi squadre d'Europa. L'Ajax però, stando alle indiscrezioni provenienti dall'Olanda e dall'Inghilterra, in particolare da "Talksport", chiede 20 milioni di euro per lasciare partire il proprio difensore. La cifra è senza dubbio di quelle importanti, e pare complicato che la Juve possa riuscire a portare Vertonghen a Torino, vista anche la forte concorrenza di Milan, Barcellona e Arsenal, tutte interessate ad acquisire le prestazioni del calciatore 23 enne.

 
 
 

CALCIOPOLI - AMMESSI NUOVI TESTE, ANCORA 45 GIORNI PER LE TRASCRIZIONI DELLE TELEFONATE

Post n°4030 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

 
© foto di Federico de Luca

11.20 Il giudice Casoria esce dalla Camera di Consiglio e comunica le decisioni prese: "Può essere fatta applicazione del 507 cp, visto che le parti non si sono opposte, dispone la citazione per martedì prossimo di tutti i testi indicati dal pm. Conferisce al perito ulteriore incarico di trascrivere le telefonate di cui all’elenco dell'avvocato Prioreschi, nonché di verificare le contraddizioni fatte presenti dal pm. Che termine chiede? (Porto risponde chiedendo 45 giorni a partire da domani). Concede il termine improrogabile di 45 giorni e dispone per martedì prossimo la citazione di tutti i testi indicati." L'udienza è tolta.

11.00 Le difese di Moggi e De Santis non sono contrarie alla richiesta del pm, ma fanno presente l'irregolarità di quanto sta accadendo. Per l'avvocato Trofino, "la difesa fa rilevare che per Nucini ha avuto, sul numero di telefono, domande dalle difese e anche da me ed ha detto che non sapeva, poi compare davanti al pm e dice che non ha detto tutta la verità; quindi, l’interrogatorio doveva essere sospeso e munire il Nucini di difensore, e in quel caso il Pm non può fare più quelle attività. Non solo non si fa questo ma, addiririttura, adesso lo si chiama come teste. Un'anomalia grave." Il giudice Casoria sospende l'udienza. Si riunisce con i giudici a latere in Camera di Consiglio per decidere sulla richiesta del pm

10.50 Narducci intanto chiede l'ammissione di nuove prove: Il pm chiede l’ammissione di prove la cui acquisizione è successiva alla fase dell’articolazione delle prove iniziali. Il pm ha acquisito a partire da aprile 2010 e fino ad epoca recente, e le parti sono informate di ciò, ha proceduto all’esame di alcune persone informate sui fatti. Tutte queste acquisizioni hanno immediata rilevanza alle imputazioni per cui vi è processo. Una prima serie intrecciano fra loro le dichiarazioni rese dai seguenti testi: Facchetti, Monti, Nucini, Bresciani e il maresciallo Zino. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale produceva documenti autografi del padre defunto il teste Gianfelice Facchetti. Facendo riferimento a ciò era possibile acquisire dichiarazioni utili al dibattimento perché relative al rapporto intercorso tra Facchetti e Nucini. Parte di queste confidenze relative ad un'organizzazione capace di condizionare i campionati erano state fornite da Nucini in quanto egli era arbitro di questa organizzazione. Su queste circostanze si procedeva all’ascolto di altre persone. Analoghe circostanze Facchetti aveva fornito al giornalista Monti e veniva di nuovo ascoltato Nucini, sollecitato unicamente a fornire indicazioni sui fatti narrati da Facchetti quanto più in particolare al rapporto tra Nucini e il padre, a tutte le informazioni che Nucini aveva passato a Facchetti e, soprattutto, sull'utenza telefonica che che gli era stata fornita. Sulla questione dell'utenza fornita al Nucini è stato sentito anche l’apparente intestatario della stessa, Bresciani, che ha dichiarato di non avere nulla a che fare sull’acquisto della scheda. 

Pm: Ci sono state anche altre audizioni: quelle di Zamparini, che ha dichiarato che nel 2004 Moggi fosse stato in grado di ottenere la designazione di Rizzoli per una partita del Palermo, ancora le dichiarazioni di Corbelli con riferimento all’anno 2000-2001, il quale ha fatto riferimento a situazioni in cui Moggi avrebbe condizionato il campionato del Napoli, infine le dichiarazioni rese da due testi, dirigenti del Parma calcio, Baraldi e Minotti, che riguardano episodi che si intrecciano con vicende di natura societaria relativa alla definizione del pagamento del calciatore Di Vaio, e poi sulla risoluzione della comproprietà di Brighi e che, in particolare, vengono rivolte minacce ed intimidazioni, in particolare della retrocessione del Parma, evento che accadrà effettivamente nella stagione successiva. Le richieste del Pm riguardano l’ammissione dell’esame dei testi Facchetti, Monti, Nucini, Zino, Bresciani, Zamparini, Corbelli, Baraldi, Minotti.

Pm: Ci sono state anche altre audizioni: quelle di Zamparini, che ha dichiarato che nel 2004 Moggi fosse stato in grado di ottenere la designazione di Rizzoli per una partita del Palermo, ancora le dichiarazioni di Corbelli con riferimento all’anno 2000-2001, il quale ha fatto riferimento a situazioni in cui Moggi avrebbe condizionato il campionato del Napoli, infine le dichiarazioni rese da due testi, dirigenti del Parma calcio, Baraldi e Minotti, che riguardano episodi che si intrecciano con vicende di natura societaria relativa alla definizione del pagamento del calciatore Di Vaio, e poi sulla risoluzione della comproprietà di Brighi e che, in particolare, vengono rivolte minacce ed intimidazioni, in particolare della retrocessione del Parma, evento che accadrà effettivamente nella stagione successiva. Le richieste del Pm riguardano l’ammissione dell’esame dei testi Facchetti, Monti, Nucini, Zino, Bresciani, Zamparini, Corbelli, Baraldi, Minotti.

10.35 Roberto Porto, il perito incaricato dalla Corte di trascrivere le intercettazioni telefoniche, inizia la sua deposizione. Ho detto che è impossibile per un perito trascrivere delle converrsazioni dove ci sono contestazioni. Dove non sono segnati il numero di telefono, o le date, io non posso trascrivere. E' come se mi si dicesse chi gioca con il numero 7 senza dirmi quale squadra e quale anno, non posso rispondere. Se mi si dice Napoli 2011 dico Cavani, se no come faccio? Ci sono elenchi nei quali non ci sono numeri di telefono ma solo i nomi delle persone intercettate. Con questo elenco che mi viene fornito stamattina potrei anche trascriverle. Nella mia perizia i dati sono stati da me verificati, ad eccezione del cd depositato dall'avv. Sena. Per gli altri la mia verifica l'ho effettuata sull'utenza intercettata, sulla data e l'utenza contatatta è stata messa da me o su indicazione della Sua cancelleria (ma molti non la portano) o su indicazioni della difesa. Per verificare l'utenza contatatta occorrono i tabulati telefonici. Per le utenze intercettate, io non dovevo fare nessun confronto perché servivano i tabulati che non avevo." Secondo Narducci, uno dei pm, i cd rom contengono tutto, il perito ha fatto affidamento a dati esterni forniti dalle parti, se i dati sono errati la perizia è errata. Porto dichiara quindi di aver "per il numero conttatato non avevo a disposizione i tabulati, quindi ho usato i dati forniti dalla difesa o dal pm." A questo punto si va verso un supplemento di perizia. La difesa di Moggi non intende rinunciare a queste telefonate.

10.30 L'avvocato Prioreschi conferma. Mancano 108 telefonate. A questo punto si aspetta solo di sentire il parere del perito Porto. Intanto, Galinelli, legale di De Santis, rinuncia a chiamare a testimoniare Nucini facendo mettere a verbale la sua richiesta di accedere alle dichiarazioni di Nucini custodite in un fascicolo al tribunale di MilanoA Napoli ricomincia dopo quasi un mese di distanza il processo su Calciopoli. Secondo quanto riporta Tuttosport mancherebbero le trascrizioni di intercettazioni giudicate "rilevanti" dalle difese, come quel­le relative allo scottante caso Bertini con Facchetti che chiedeva a Bergamo uno score miglio­re del «4-4-4» registrato con l’arbitro toscano prima della semifinale di Coppa Italia. Il perito ha infatti trovato  delle difficoltà nella trascrizione delle telefonate perché non corrisponono ai numeri di telefono oppure perché non sono state trovate. Secondo NIcola Penta, consulente della difesa di Moggi, mancano 108 telefonate

 
 
 

SE AVETE QUALCOSA DENTRO VINCETE LE PROSSIME TRE....

Post n°4029 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

Domenica ce la siamo presi un pò con tutti. Con Buffon per quell'uscita un pò così, con Chiellini per quel fuorigioco mal riuscito. con Delneri per l'atteggiamento totalmente sbagliato e quel cambio che grida vendetta. Dopo due giorni di rabbia, viene la quiete, nel senso che si deve ripartire razionalmente verso la partita di sabato, del resto mancano ancora tredici partite e vincerle tutte riporterebbe entusiasmo.

Consapevoli però che i miracoli avvengono di rado, meglio fare un passo alla volta e concentrarsi sulla prossima, una partita ormai da ultima spiaggia come le restanti 12 da qui a fine stagione dove i giocatori dovranno dimostrare di avere qualcosa dentro, quel qualcosa mostrato due domeniche fa con l'Inter. Purtroppo per loro, stare alla Juve, vuol dire subire il peso di 14 milioni di esigentissimi tifosi poco propensi ad accontentarsi dopo una vittoria. 14 milioni di persone che vogliono raggiungere l'obiettivo minimo. 14 milioni di tifosi che pur di difendere la propria squadra da quattro anni lottano e sono diventati tutti esperti di diritto sportivo e lottano nei bar, nelle piazze, sui siti per far valere le proprie ragioni e da anni sono offesi nei peggiori modi, ma non mollano, mai.

Chi va in campo per la Juventus si deve sempre ricordare quello che rappresenta la Juventus e ciò deve essere uno stimolo enorme, un onore ma anche un onere.

Chi non se la sente si faccia da parte perchè partite come quella di Lecce sono veramente un punto basso da non rivedere mai più. Noi siamo sicuri che la squadra ha da dare molto di più di quanto visto domenica. E'  venuto il momento di dare tutto, da sabato fino a fine campionato, chi sta dall'altra parte, vale a dire i tifosi veri sono pronti e chi sta in società e chi va in campo è pronto?

 
 
 

Bonucci: "Domenica da cancellare. Ripartiamo subito da zero

Post n°4028 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da nadir63l
 

 
© foto di Alberto Fornasari

Chissà se domenica Leonardo Bonucci si è fatto o no la doccia. Nell'intervento sul su sito ufficiale (www.leonardobonucci.it), il centrale bianconero commenta la prestazione, se tale si può definire, di Lecce. Ecco le sue parole: "Una partita quella di domenica contro il Lecce nata male e conclusasi anche peggio. In campo ci è mancata compattezza e grinta e questo ha fatto sì che ci facessimo totalmente sorprendere dai nostri avversari. E’ davvero una brutta battuta d’arresto che fa male e che interrompe un percorso in ascesa che si era concretizzato con i successi ottenuti contro l’Inter e il Cagliari. Una domenica tutta da cancellare, dalla quale dobbiamo imparare senza comunque che questo possa abbatterci: il calcio purtroppo è fatto anche di questi episodi e sconfitte come quella di ieri devono essere messe da parte il prima possibile per poter ripartire subito da zero buttando alle spalle il passato." Il calcio ha una grande qualità: consente quasi immediatamente una risposta. Ora tutti, dalla società ai tifosi, attendono di capire che genere di reazione sarà in grado di dare la squadra.

 
 
 

     

 

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