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Messaggi del 27/02/2011

Juventus, Hutton pista percorribile per l'estate...

Post n°4087 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Fonte: TuttoChampions.it

Si fa spianata la strada che porta ad Alan Hutton per la Juventus. Secondo voci d'Oltremanica già riportate ultimamente, sulle tracce del terzino del Tottenham ci sono i bianconeri, che cercheranno rinforzi sugli esterni in estate. Il laterale ha ormai perso il posto da titolare col ritorno di Corluka dall'infortunio e potrebbe lasciare il Tottenham, soprattutto dopo la litigata col tecnico Redknapp alla fine della partita di FA Cup persa. La Juventus avrebbe già pronti 6 milioni di euro per il difensore.

 
 
 

Le veritą nascoste: Dal Cin, nuova inibizione e nuovo precedente?

Post n°4086 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Fonte: GiùlemanidallaJve
© foto di Federico De Luca

In data 17 febbraio 2011 la Figc, con il comunicato ufficiale n. 58/CND (2010/2011), ha deferito nuovamente, irrogando la sanzione dell’inibizione per 5 anni, Francesco Dal Cin.

La motivazione recita che Francesco Dal Cin, già Amministratore Unico e Amministratore Delegato della AC Venezia 1907 Srl, avendo ricoperto nel biennio precedente la dichiarazione di fallimento cariche sociali della AC Venezia 1907 Srl, e che la dichiarazione deposita (quella del 4 febbraio 2011 con la quale comunica di aver rinunciato al tesseramento con la US Triestina Calcio e di non essere pertanto soggetto rilevante per l’ordinamento federale), "non può avere alcuna rilevanza dovendosi aver riguardo ai fini della legittimazione passiva della posizione federale del soggetto deferito al momento del verificarsi dei fatti e non al momento della pronunzia successiva al deferimento; considerato che dalla documentazione in atti risulta che la Società è stata dichiarata fallita in data 23 giugno 2005 e che al momento del fallimento in effetti tutti i soggetti deferiti ricoprivano ruoli gestionali nell’ambito della AC Venezia; ritenuto, in particolare, che tutti i soggetti deferiti risultano avere assunto le rispettive cariche in data 5 maggio 2005 ad eccezione del Sig. Francesco Dal Cin che già in passato aveva ricoperto importanti ruoli nella gestione societaria, conseguentemente, anche alla luce dell’ormai consolidato indirizzo giurisprudenziale, le sanzioni vanno modulate in rapporto alla rilevanza della partecipazione del soggetto deferito nell’attività societaria."Quindi Dal Cin non può sottrarsi dal giudizio sportivo.

A differenza di oggi, nella precedente inibizione, quella datata 27.07.05, Dal Cin dichiarava apertamente di non volersi sottrarre dal giudizio, ma la risposta ricevuta dalla F.I.G.C. era comunque in linea con quella attuale: "i) quanto a Francesco DAL CIN (al quale risulta che, in data 5.5.2005, sono stati conferiti, in qualità di amministratore delegato, i poteri di gestione dell’attività sportiva per la stagione 2004/05 e la rappresentanza della Società presso gli organi federali sino al 30/6/2005) e a Michele DAL CIN (che è stato dirigente sino alla data del fallimento della Società), i quali hanno comunque dichiarato di non volersi sottrarre al giudizio della Commissione, va ribadito il principio, costantemente affermato dalla C.A.F. (tra le altre, 16/1/1997, C.U. 16/C), secondo cui la giurisdizione degli Organi della giustizia sportiva non viene meno nei confronti di un soggetto non più tesserato della F.I.G.C., rilevando lo status di tesserato al momento del fatto contestato" .
Viene quindi legittimato il momento del verificarsi dei fatti, sia per il tesserato, sia per dimissionario e non il momento del deferimento, sia per il nuovo che per il vecchio ordinamento sportivo. La Figc ribadisce che non basta dimettersi per sottrarsi al giudizio.

Ricordiamo che Dal Cin con le sue dichiarazioni ai pubblici ministeri napoletani, il 5 giugno 2004, diede il via alle intercettazioni che avrebbero portato a calciopoli. Dichiariazioni rese e poi subito smentite: "In data 5 giugno 2004, la polizia giudiziaria ascoltava, quale persona informata dei fatti, l'amministratore delegato del Venezia Calcio Francesco Dal Cin (che era già stato sentito dall'ufficio di indagine della Figc). Egli ribadiva quanto aveva già riferito agli organi federali sulla 'opinione condivisa dalla maggior parte dei miei colleghi che la societa' calcio del Messina sia stata in diverse occasioni agevolata allorquando gli incontri da questa disputati erano diretti da un gruppo di arbitri facenti parte della cosiddetta 'combriccola romana', di cui -secondo le dichiarazioni di Dal Cin- farebbero parte pure gli arbitri Gabriele e De Santis, a loro volta legati alla società Gea riconducibile alla famiglia Moggi"
Dichiarazioni smentite con queste parole: "Sono venuto a conoscenza di certe affermazioni che avrei rilasciato al giudice istruttore di Napoli, credo che sia molto semplice smentirle, perché il senso delle mie dichiarazioni non è sicuramente stato quello. Io ho raccontato cose viste da me e da altri miei amici ma le conclusioni non erano quelle. Nessun inquisitore, nessuna prova, nessuna dichiarazione contro qualcuno, solo un racconto di cose che si dicevano".

Per chi vuole avere un’idea e conoscere in modo più approfondito il tenore delle accuse di uno dei testimoni cardine dell’inchiesta napoletana e il ruolo che ha rivestito in calciopoli, lo invitiamo a rileggersi la trascrizione della sua testimonianza al processo di Napoli, dove ha arricchito le accuse riportando le “sensazioni” e i “si dice” del mondo del calcio.

Dal Cin è anche uno dei soggetti coinvolti nella presunta combine Genoa-Venezia del 2004/2005 (la famosa valigetta contenente 250.000,00 €). Presidente del Venezia all'epoca dei fatti, fu condannato a 4 mesi in merito alla vicenda del presunto accordo sull'esito della partita che costò la retrocessione in C1 della squadra ligure. La sentenza, però, venne annullata dalla Corte di Cassazione, secondo cui le intercettazioni disposte dai magistrati di Genova tra il maggio e il giugno 2005 sul caso erano inutilizzabili.

Personaggio non certamente integerrimo, questa ennesima inibizione di fatto non è stato ripresa da nessun organo di stampa. Non ci meravigliamo più di tanto perché, rendere pubbliche situazioni come questa, che fanno perdere ulteriore credibilità ad uno dei testimoni principali del processo calciopoli nel suo momento determinate, è sicuramente scelta non consigliata.

Facciamo anche un parallelo anche con Moggi che in data 7 giugno 2006 (prima del deferimento avvenuto con atto del 22 giugno 2006) comunicò, per il tramite dei suoi legali, di essere divenuto ormai estraneo all’ordinamento calcistico . La Corte di Giustizia Federale ritenne successivamente fondata l'eccezione di carenza di giurisdizione (Moggi non giudicabile in quanto non più tesserato per il caso delle sim svizzere), evidenziando che qualora l’ex direttore rientrasse nel mondo del calcio da tesserato scatterebbe il processo anche per le sim svizzere.

Viene da chiedersi: con Dal Cin hanno adottato un nuovo orientamento per creare il precedente anche per Luciano Moggi?

 
 
 

Una "mozione di sfiducia" per avere le dimissioni di Delneri...

Post n°4085 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Marco Iorio/Image Sport

Una petizione per le avere la "testa" di Gigi Del Neri. Questa è la singolare ma pacifica iniziativa dello Juventus club di Arcinazzo Romano (Roma) dovuto all'andamento tragicomico di questa stagione, caratterizzata da sfortuna, tanti infortuni ma anche da scelte sbagliate del tecnico friulano, ma non bisogna esentare da colpe nemmeno la dirigenza. Queste le parole di uno dei responsabili del club, Alberto Bonifazi, che spiega il perchè di questa petizione: "Visto che Del Neri non si dimette saremo noi a fargli sapere ufficialmente che i tifosi non hanno più fiducia nei suoi confronti e che è ora di farsi da parte. Abbiamo fallito tutti gli obiettivi e rischiamo di non entrare nemmeno in Europa League. La società deve intervenire, non si può più andare avanti così. Ci sono tanti tifosi che stanno perdendo la voglia di seguire la squadra in seguito agli scarsi risultati causati dalla mancanza assoluta di gioco. Invitiamo tutti i tifosi della Juve a dare la loro adesione". Scommettiamo che questa iniziativa otterrà molti consensi tra i milioni di tifosi bianconeri sparsi nel mondo...

 
 
 

DUE SIGARI ED UN PROGETTO..

Post n°4084 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Sulla ruota di Torino puntano sull'ennesima rivoluzione stagionale. In questo periodo dell'anno, alla Juventus, tremano muri e pareti. Le panchine scottano e le scrivanie ballano. Ranieri, Ferrara, Zaccheroni e Delneri. Tutti incapaci o la società sembra diventata un porto di mare? Ieri sera, all'Olimpico, i cori erano nell'ordine: "Vinceremo il tricolor", "Andate a lavorare", "Vergognatevi", "Giovanni Agnelli", "Marcello Lippi" e "Luciano Moggi". Si, proprio quei due immortali bianconeri che i tifosi rivorrebbero alla guida dell'amata Juventus. Vincenti nel dna, con una passione comune: il sigaro, qualcosa per riaccendere gli entusiasmi della gente pur ci vorrà.

Il Palmares di Luciano Moggi: 8 scudetti, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Coppa Italia e 5 Supercoppe.

Nel palmares di Beppe Marotta: partecipazione a Varese, Monza, Como, Ravenna, Venezia, Atalanta e Sampdoria. Titoli vinti: non pervenuti.

Palmares, Marcello Lippi: 5 scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe Italiana, 1 Champions League, 1 Supercoppa Uefa, 1 Intercontinentale, 2 Panchine d'oro e 1 Mondiale nel 2006.

Palmares, Luigi Delneri: 1 Coppa Italia di serie C, 1 Coppa Mitropa, 1 Panchina d'oro

Caro Presidente, pensaci tu...

 
 
 

E SE FOSSE LIPPI?

Post n°4083 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

il più bel prodotto di Viareggio dopo Stefania Sandrelli. Cit. G.AGNELLI
il più bel prodotto di Viareggio dopo Stefania Sandrelli. Cit. G.AGNELLI
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Terminato da poco uno dei Mondiali più brutti della nostra storia con tante colpe sue (dichiarate) ma anche e soprattutto del nostro sistema calcio, il personaggio Marcello Lippi sembra aver toccato il minimo storico di gradimento. In Italia, si sa, si dimenticano presto le vittorie, anche le più grandi, anche le più storiche... e quindi sotto con le musichette, le canzoncine e gli sfottò per l'ex ct, reo agli occhi di “qualcuno” di aver vissuto da protagonista un epoca di successi in una squadra "colpevole "della macchia farsopoli. Tutti i giornalisti o presunti tali che in Germania erano impegnati sul carro a festeggiare si sono presi la rivincita qualche anno dopo in Sud Africa, cancellando il trionfo di Berlino...ecco il colpevole, tutti addosso! questa è l'Italia, signori...


Ieri sera è successo qualcosa di strano all'Olimpico di Torino, mentre il Bologna si permetteva di vincere sui resti della Juve dopo 31 anni, qualcuno si è ricordato degli Juve - Bologna dell'epoca lippiana (segnalati nei giorni scorsi dal nostro sito), due in particolare: una punizione di ZIDANE ed una tripletta di INZAGHI, per festeggiare rispettivamente e sempre con il sigaro in bocca, una intercontinentale ed uno scudetto (25)...robetta.
I tifosi nostalgicamente hanno cominciato ad intonare il suo nome (oltre a quello di Moggi)... BRIVIDI. Nello stadio e nelle case juventine sono riaffiorati ricordi di scudetti, coppe ed emozioni che non proviamo da qualche tempo per le “misteriose” ragioni che a Napoli si stanno scoprendo a poco a poco. Storia di qualche anno fa, mica preistoria, quando il Bologna, venendo a Torino, cercava solo di prenderne meno possibile. Quando le squadre avversarie perdevano già nel tunnel incrociando i Montero, i Ferrara, i Conte e i Davids, tanto per citarne alcuni. Quando la Juve, con il sigaro in bocca, faceva 4 finali di Champions in pochi anni e dominava, sempre e ovunque, con mentalità da provinciale.


Intendiamoci, rispetto per il Presidente Agnelli e per Marotta, che hanno rivoluzionato tutto in pochi mesi avendo ereditato una situazione tragica dalle gestioni precedenti, ma non si possono dire certe banalità, caro Gigi Del Neri, quando le si fa notare che i tifosi inneggiano alle loro ultime bandiere… perché noi, mister, oggi non vediamo nè mentalità da provinciale, nè il gioco, nè gli Zidane, nè gli Inzaghi, nè la voglia…non vediamo la Juve.


E quando sentiamo certi cori, proviamo certe emozioni e leggiamo certe notizie, scusate se ci chiediamo: 
"ma se bastasse un sigaro per poter….?"

 
 
 

PAVEL NEDVED E L'ORGOGLIO BIANCONERO...

Post n°4082 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

di Thomas Bertacchini
© foto di Federico De Luca

"Capello mercenario, Del Piero leggendario". Queste erano le parole riportate in uno striscione che campeggiava sugli spalti dello stadio "San Nicola" di Bari il 19 agosto 2006.
La Juventus, al momento destinata alla serie B con una penalizzazione di 17 punti (poi ridotta a 9), ironia della sorte doveva ripartire proprio dalla stessa località dove aveva concluso la sua meravigliosa storia, dal luogo in cui soltanto pochi mesi prima (il 14 maggio) aveva sconfitto la Reggina (in campo neutro) e conquistato il suo ultimo scudetto, il numero ventinove.

L’avversario era il Martina Franca, società che avrebbe dovuto affrontare il campionato di serie C1 senza soldi e - all’epoca - senza allenatore. In panchina si sedette tal Mimmo Trentadue, il loro preparatore atletico.
Davanti a 6.760 spettatori le due formazioni si incrociarono per disputare i sessantaquattresimi di finale della coppa Italia: vinsero i bianconeri, con le reti di Marchionni, Bojinov e Nedved.

Il biondo ceco, nel corso della gara, già ammonito rischiò seriamente l’espulsione a seguito di un duro contrasto con un avversario dovuto ad un suo eccesso di foga agonistica. Rizzoli, l’arbitro, fece finta di non vedere. Pochi minuti dopo Nedved realizzò la terza e ultima rete dell’incontro. Il popolo bianconero ebbe l’ennesima riprova che anche in quel difficilissimo periodo della storia del club l’impegno di un campione del suo calibro non sarebbe venuto a mancare. Una minima consolazione, nel contesto generale. Ma importantissima.
Il fondo Nedved era sempre lui: che si trattasse di una gara di coppa Italia lontana anni luce dalla finale, di un incontro disputato in allenamento o di un match valevole per la Champions League il suo approccio alle sfide era sempre lo stesso, non cambiava nulla.

Sempre il 14 maggio, ma del 2003, la Juventus eliminò al "Delle Alpi" di Torino il Real Madrid dalla massima competizione europea vincendo la gara di ritorno delle semifinali di quella manifestazione con il risultato di 3-1 (all’andata aveva perso per 2-1). Meier, il direttore di gara, in quell’occasione non fece come Rizzoli e sanzionò un intervento di gioco (istintivo) di Nedved su McManaman con un cartellino giallo, facendo scattare l’inevitabile squalifica data la diffida che pendeva sul giocatore. Anche in quella partita Nedved realizzò una rete: la terza, quella decisiva. Niente finalissima a Manchester, sul prato verde dello stadio rimasero soltanto le sue lacrime di disperazione.

Ad abbracciarlo in mezzo al campo a fine incontro andò Marco Di Vaio, attaccante bianconero di scorta alle spalle dei titolarissimi Del Piero e Trezeguet. Lo stesso Di Vaio che ieri sera, grazie alla doppietta realizzata contro Madama con la maglia del Bologna, ha contribuito ad infliggere l’ultima (in ordine cronologico) umiliazione ad una formazione che - al pari di quella dello scorso campionato - a questo punto si può serenamente affermare che con la Vecchia Signora e la sua meravigliosa storia non ha nulla a che fare.

Giuseppe Marotta, il 20 maggio 2010, dichiarò: "Alla Juventus serve un processo evolutivo, non una rivoluzione".
Luigi Del Neri, dovendo affrontare in questi giorni una difficilissima crisi di gioco e risultati, parlò di "rivoluzione mentale", riferendosi ad un approccio sbagliato dei suoi uomini nella precedente gara persa contro il Lecce ed alla necessità di entrare in campo sempre con la necessaria grinta da contrapporre agli avversari di turno.
Andrea Agnelli, nella prima lettera indirizzata ai tifosi bianconeri (18 giugno 2010), a proposito del tecnico di Aquileia scrisse: "A lui spetterà il delicato compito di riportare cultura e disciplina sportiva nello spogliatoio".

Sempre nel mese di maggio, il 31 dell’anno 2009, Pavel Nedved diede l’addio al calcio giocato nell’incontro di campionato disputato allo stadio "Olimpico" di Torino contro la Lazio, l’altra squadra nella quale il ceco aveva militato nella nostra serie A nel corso della sua carriera da professionista. Uno dei tanti striscioni dei tifosi, in quel pomeriggio di commozione generale, recitava: "I giocatori passano, l’uomo resta".

L’uomo Pavel è recentemente entrato nel CDA della società torinese su richiesta dell’amico Andrea Agnelli. Nell’attesa di trovare una sua precisa collocazione in seno al club, all’indomani della sconfitta di Lecce si è pensato di avvicinarlo sempre di più al campo di allenamento per metterlo a contatto con i giocatori e trasmettere loro il suo carisma, la juventinità e la voglia di vincere di un combattente con il pallone che avrebbe ancora molto da dare alla causa bianconera.

Si può distruggere un qualcosa già rotto? Sì. La Juventus degli ultimi cinque anni ne è la (continua) riprova.
In attesa dell’ennesima rivoluzione e delle (inevitabili, attese) nuove promesse, la cortesia che chi scrive chiede al campione ceco è quella di lasciar perdere la scrivania e di rimettersi le scarpe da gioco.
Non reggerà per tutti i novanta minuti? Stia tranquillo: non sarebbe l’unico, visto quello che combinano i calciatori attuali. Ormai la Vecchia Signora è virtualmente salva. Perdere per perdere, tanto vale affrontare le prossime sfide schierando esclusivamente chi ha la Juventus nel cuore, è un vincente nato, non fa differenza tra un allenamento e una semifinale di Champions League ed esce dal campo senza più energia nelle gambe.

E gli esclusi? Stiano pure a giocare con i social network.

 
 
 

DELNERI NON VA ESONERATO!!! E' PERFETTO PER UNA JUVENTUS PERDENTE...

Post n°4081 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se qualcosa non va bene, generalmente il primo a pagare è sempre l'allenatore. Con questi risultati in una Juventus "normale" la Juventus avrebbe dovuto esonerare l'allenatore.

Siccome ci troviamo nella "nuova Juventus" non vogliamo che l'allenatore venga esonerato assolutamente. E' giusto che Delneri rimanga fino alla fine della stagione e poi chiaramente visto che ha fallito tutti gli obiettivi venga sostituito. Per questa Juventus, va detto, va benissimo Delneri, per una grande Juventus, ci vorrebbe un grande tecnico.

Delneri è giusto che vada incontro alla sua sorte, consapevole della scelta che aveva fatto a inizio stagione. Con lui anche la dirigenza, nella persona di Marotta, dovrà rendere conto alla proprietà e soprattutto al popolo bianconera della scelta Delneri e dei giocatori acquistati. Delneri è perfetto per una Juventus perdente come quella attuale.

Cambiare allenatore ora, sarebbe come dare le colpe solo a lui. Ma le colpe non vanno date solo a lui ma a tutta la società..il fallimento è generale non del singolo.

 Marotta ha spiegato la situazione: «Siamo attentissimi a capire se la sua posizione arriva sotto il livello di guardia. In questo momento assolutamente no, perché Delneri non ha dato segnali di sbandamento, però tra domani (oggi, ndi) e lunedì ne riparleremo. E’ logico che sia sotto esame, come lo siamo tutti».

Una Juventus sotto esame, un allenatore sotto esame. Purtroppo per noi gli esami sono già stati fatti e il responso è tutti bocciati.

 
 
 

E COME L'ANNO SCORSO...

Post n°4080 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Ci eravamo tanti illusi un anno fa quando John Elkann annuncò urbi et orbi l'arrivo alla presidenza di Andrea Agnelli. Dieci mesi dopo, e una rivoluzione societaria e tecnica alle spalle, ci ritroviamo con una Juventus fuori da tutto, abile a parole, ma che sul campo si scioglie come neve al sole. Inutile nascondersi dietro un dito: le responsabilità di un'altra annata fallimentare, la seconda di fila, sono di tutti: dalla proprietà che ha scelto il cambio ai vertici troppo tardi non concedendo alla nuova società il tempo di progettare nei giusti tempi la nuova stagione. Società che, spinta dalla fretta, ha sbagliato quasi tutte le scelte fatte: come si diceva a luglio, troppi acquisti, troppa quantità e poca qualità, allenatore sbagliato. Già, Del Neri. Non sappiamo se abbia mai pensato alle dimissioni, chi scrive le avrebbe presentate, ma quando si falliscono tutti gli obiettivi stagionali facendo peggio di Ferrara e Zaccheroni, è giusto essere l'imputato numero uno. Squadra senza gioco e senza idee, senza personalità, confusa e nervosa, disorganizzata in difesa e che ripete da inizio stagione gli stessi errori. I 18 risultati utili avevano illusi tutti mostrando che il potenziale di questa Juventus è da squadra da 4 posto, ma è bastato l'infortunio di Quagliarella per far crollare le certezze. Un gruppo vive di autostima, di sicurezze, ma quest'anno sono state costruite solo sui risultati non prendendo mai consapevolezza delle proprie qualità. I responsabili numero uno sono però i giocatori: basta difenderli, senza fare eccezioni . Si ha la tendenza a creare dei capri espiatori, dando la colpa a un solo calciatore. Quest'anno è stato il turno di Amauri. Ma i vari Buffon, Chiellini, Marchisio e Del Piero non sono stati, anche quest'anno, capaci di trascinare il gruppo, far capire che cosa significa indossare la maglia della Juventus. E qua tocchiamo il tasto dolente. Non manca Moggi, mancano i Montero, Davids, Conte e Nedved: grandi giocatori con ottima tecnica ma soprattutto grandissimi attributi, Servono giocatori come loro. E un allenatore vincente, che sia leader e dia qualcosa in più: Lippi o Capello (avete mai fatto caso che tutti gli allenatori che hanno portato in alto la Juve hanno la p nel loro cognome?) col loro lavoro aggiungevano qualità. In Italia, non ci sono tanti tecnici di questa stoffa: Mazzarri sarebbe perfetto, ma il Napoli non lo lascerà andare, Spalletti è bravissimo, ma non sembra essere un leader. All'estero uno ce ne è e noi punteremmo su di lui: Victor Boas. Giovane, bravo, preparato, carismatico. Lui è l'allenatore del futuro, da lui si può ricominciare. Prima però, ci sono 11 partite da onorare perché chi indossa qualsiasi maglia ha una responsabilità verso chi tifa quei colori. Vogliamo vedere dignità e onore fino alla fine, non come l'anno scorso.

 
 
 

Marotta: "E' crisi. Tocca a Del Neri dare la scossa"

Post n°4079 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Gianluca Oddenino per "La Stampa"
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

È la notte delle prime volte: i tifosi contestano la squadra e la società mette in discussione l'allenatore. «Siamo tutti sul banco degli imputati e c'è la massima attenzione per capire se la posizione di Del Neri è sotto il livello di guardia. Ora comunque non lo è». Beppe Marotta non nasconde le difficoltà della Juve e le valutazioni societarie compiute a caldo nello spogliatoio bianconero dopo la sconfitta col Bologna. «C'è stato un confronto molto franco tra Del Neri, me e Agnelli - spiega l'ad, uscito dallo stadio a mezzanotte e mezza col presidente - e valuteremo tutto. Anche l'ipotesi di andare in ritiro. E' l'allenatore che ora deve dare il giusto segnale: il gestore del gruppo è solo lui. Del Neri è un tecnico esperto e una metamorfosi così disastrosa, cioè passare dalla vittoria sull'Inter ai due ko, non ha risposte. Questo è un anno di rinnovamento, dove il lavoro non si è ancora concluso, ma sotto esame lo siamo sempre tutti».

La partita col Milan diventa così un bivio per un tecnico che chiedeva la rivoluzione mentale, ma in cambio ha ottenuto la restaurazione degli incubi. «Non posso pensare - commenta Del Neri a bassa voce - di aver perso nel giro di 15 giorni tutta la squadra che contro l'Inter avevo visto tosta, grintosissima. Pensavo di avere risolto tutti i nostri problemi e invece, evidentemente, la continuità non è nel nostro Dna. Però, perdersi com'è successo a Lecce o adesso contro il Bologna mi sembra impossibile. Abbiamo preso due gol inspiegabili e ogni volta che subiamo qualcosa di un po' storto, perdiamo attenzione, non riusciamo a reagire. Siamo fragili, temo proprio che questa sarà un'annata di grandi sofferenze».

Doveva essere la partita del riscatto, la prima finale di dodici da vincere (diktat societario) ed invece è maturato l'ottavo ko di un campionato altalenante e sempre più negativo. Del Neri sembra sconsolato, mani in tasca ed un senso diffuso di impotenza. «Le responsabilità sono di tutti - dice - ma io non mi dimetto: assolutamente no. Adesso lavoreremo per trovare una soluzione». In campo la confusione è regnata sovrana, sia in difesa che in attacco, con una Juve passata dal 4-4-2 al 4-2-3-1 («Iaquinta era un cambio obbligato per problemi fisici», giustifica Del Neri) senza però ottenere cambi di marcia, anche perché nel frattempo l'ex bianconero Di Vaio si divertiva a ridicolizzare la Juve e così scatenare la rabbia dei tifosi.

«Vergognatevi», «Vinceremo il tricolore», «Andate a lavorare» erano i cori degli ultrà scesi a bordo campo per far capire che il tempo degli applausi incondizionati e del «vogliamoci bene» è finito. Anche per Del Neri, sempre più lontano dall'Europa e con un progetto tecnico ormai naufragato. «Cercheremo di far cambiare idea ai tifosi - promette il tecnico nella notte più buia - e qui nessuno scappa dalle responsabilità. La società ci è vicina, anche se adesso nella squadra si è ribaltata la sicurezza che avevamo all'andata».

 
 
 

DELNERI RISCHIA LA PANCHINA. MAROTTA: "LOGICO CHE SIA SOTTO ESAME"

Post n°4078 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

© foto di Carmelo Imbesi/Image Sport

Gigi Delneri rischia la panchina. Lo scrive stamane "La Gazzetta dello Sport", che riporta un interessante retroscena: dopo la fine della partita con il Bologna, nello spogliatoio si è svolto un vertice con Andrea Agnelli, Beppe Marotta e il tecnico. I dirigenti hanno chiesto a Delneri: "Te la senti di andare avanti?". La risposta è stata affermativa, Gigi non molla, però adesso ha solo sette giorni per dimostrare di avere ancora la situazione sotto controllo. Un altro passo falso nella prossima partita interna contro il Milan, sabato sera, potrebbe essere fatale all’allenatore - scrive la rosea -. In tal senso sono significative le dichiarazioni rilasciate da Beppe Marotta, riportate sempre da "La Gazzetta dello Sport": "Siamo attentissimi a capire se la sua posizione arriva sotto il livello di guardia. In questo momento assolutamente no, perché Delneri non ha dato segnali di sbandamento, però tra domani (oggi, ndi) e lunedì ne riparleremo. E’ logico che sia sotto esame, come lo siamo tutti".

 
 
 

le pagelle di Morrison....glmdj

Post n°4077 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Ignavi

Così definì il sommo coloro i quali, per un'intera vita non seppero schierarsi mai, coloro che nella loro esistenza non dimostrarono mai carattere, spina dorsale, autorità. Così la juve (minuscolo) stasera di fronte al Bologna, ennesima squadra che ci rifila due supposte e -diciamolo- non ruba nulla: anche questa non é una novità. Se si è toccato il fondo non é da stasera e non è dato sapere se un fondo esista davvero, perché sconcertanti prestazioni simili ti fanno venire nella loro reiterazione il dubbio profondo se qui non sia il caso di azzerare tutto, giacché niente parrebbe da salvare. Delneri ormai pare abbandonato a se stesso ed io credo che sia in confusione; la squadra appare di una fragilità mentale desolante, la manovra é sempre farraginosa, non giochiamo mai, e sottolineo mai a meno di 4 tocchi (e vedete voi); i reparti sono più lunghi della fila alle poste; davanti la pericolosità è zero. In mezzo a tutto questo, il mister dopo un primo tempo tutto sommato "decente e sfortunato", in cui il bologna mai aveva tirato in porta, regala la mediana con un doppio cambio che poco fa ho definito "da galera". Anche questo é inspiegabile, come inspiegabile sia questa involuzione partita dal gol di Pellissier a Verona, o semplicemente il precedente andamento era stato frutto di combinazioni o sottili equilibri, i quali una volta venuti a mancare, hanno restituito il vero valore di una squadra francamente imbarazzante. La stagione si prospetta anche peggiore della passata, per quanto possa interessare credo che anche centrare l'EL sarà impresa ardua. Juventus FC rischia di sprofondare in un baratro tecnico-sportivo da cui uscirne sarà impossibile a meno che...
Ma lo si vuole davvero?

PAGELLE

STORARI 5,5. Il raddoppio sul suo palo, scoperto.

GRYGERA 5. Nel primo tempo si arrangia, nel secondo Di Vaio comincia a flottare dalle sue parti...ciao ciao.

BONUCCI 5. Francamente le sue aperture alla "Beckenbauer de noantri" cominciano a stancare, non comanda mai alla linea di alzarsi aggressiva, uccellato da Di Vaio sul 2-0.

BARZAGLI 5,5. Meno peggio di Leo, ma siamo al "meno peggio".

CHIELLINI 6. Giusto per l'impegno e il sudore, per il resto ha due piedi "sinistri", anzi... sinistrati.

KRASIC 5. C'è solo da augurarsi che l’involuzione sia esclusivamente di natura atletica, perché l'ho già scritto, ormai credo non salti neanche più i cinesini in allenamento.

MELO 5. Qualche recupero, qualche appoggio, filtro? Palle recuperate? Pressing di reparto?

MARCHISIO 5. Non è un regista, si vede maledettamente, ormai aggiungerei: cos'é?

MARTINEZ 4. Mr 12 milioni. E abbiate pazienza, ma non é manco il suo ruolo...

MATRI 6. Direi il migliore, lavora ogni pallone che può e le giocate evidenziano anche una buona qualità, nel secondo relegato esterno a 3 sparisce.

IAQUINTA 4,5. Non copre, non scarica, non attacca gli spazi, in un contropiede su assist di Matri invece di star largo a prendere il taglio stringe sul compagno. Prende un palo, per il resto globalmente ci si chiede come costui possa giocare in serie A.

TONI 5. Sportellate con Britos, guadagna qualche piazzato, troppo lento e poco reattivo ormai..

DEL PIERO 5,5. Un paio di punizioni, ogni tanto arretra a pulire qualche pallone, l’unico che gli da del tu, sempre con 2 felsinei addosso, inquadrato, lo sguardo del "ma cosa ho fatto di male io per.."

PEPE S.V. Evitiamo le entrate alla Macellazzi grazie.

DELNERI 4. Mister, lei semplicemente non ci piglia veramente più..

Non va niente.


 
 
 

     

 

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