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Messaggi del 06/03/2011

Pompilio: "Alla carica: tutti contro Del Neri. E Marotta? Resta dov’è. Complimenti!"

Post n°4156 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Cesare Pompilio - iosonopompilio.it

” Ogni villan che patteggiando vien si sentia un Marcello” Non sono io a dire la dotta frase ma il più grande ante Alighieri nel 1300 nella sua Divina. Stamattina , tutti, ma quasi tutti i giannizzeri, i zufoli, i leccapiatti più o meno pelati, hanno chiesto la testa di Del Neri (allenatore) nessuno quella di Marotta come vi spiegate questo ennesimo atteggiamento a senso unico? Se fossi un villano farei le illazioni che loro medesimi hanno fatto nei miei confronti in passato, siccome sono un professionista, giornalista, faccio una analisi cruda. Intanto vorrei sapere chi ha fatto la campagna acquisti; non penso che sia stato Del Neri da solo, sono convinto che Marotta è stato l’uomo dell’ultima parola. Cosa ha chiesto Marotta a Del Neri mentre preparava la lista del “mercato bianconero”? Che ruolo ha avuto Paratici? Il signor Paratici. E’ possibile che la proprietà non facesse verifiche circa l’acquisto e la provenienza dei giocatori? Quando hanno preparato la lista? Come hanno elencato la lista degli acquisti? Se Marotta desse risposte a queste domande forse saremmo nelle condizioni di vedere le responsabilità e quindi chiederemmo le dimmissioni non solo di Del Neri ma soprattutto quelli di Marotta con annessa richiesta di pagamento dei danni. Preparatevi ai secchi d’acqua che vi arriveranno in testa da parte di qulche gonzo utile-inutile nelle prossime ore, sbraiterà contro Del Neri, ma starà in silenzio sul nome di Marotta. E’ spuntato il nome di Vialli. Stradivialli non allena da almeno un quinquennio che risultati potrebbe portare alla Juve? Luca è un caro amico, di calcio ne capisce, un opinionista coi fiocchi, ma lasciatelo li. Chissà cosauscirà dalle bocche dei pseudo tifosi della signora( quali sono gli ordini per continuare a mangiare?) aspettiamo qualche ora e lo sapremo; certamente tutti attaccheranno Del Neri ma staranno in silenzio su Marotta il vero responsabile del disastro. Complimenti. Siamo pronti a subire l’ennesimo attacco verbale, qualche mediocre l’ha già fatto sul suo blog, ma la nostra dignità è più forte e più granitica di quella di detti miserabili e incapaci. Mi dicono che Luca Rossi, ieri sera, ha fatto l’elenco degli opinionisti juventini in antenna, mi dicono che ha nominato tutti tranne il vostro umile servitore. Mi sento onorato perchè io sono giornalista e dopo tifoso della Juve distnguendomi sempre dagli elemosinati. Ho una mia linea sto dalla parte di Luciano Moggi, con estrema dignità, con grande professionalità. Magari no ho collaborazioni con il mensile della Juve, non vado a prendere il caffè nel bar dove vanno i giocatori…a me basta sentire in viale Maino l’odore del sigaro di Luciano Moggi due volte alla settimana….il resto è vita. Ma perchè durante la partita Juve Milan i tifosi invocavano il nome di Luciano Moggi? Vuoi vedere che sto dalla parte giusta? Ecco perchè i giannizzeri mi odiano. M iraccomando venerdì sera dalle 19 alle 20 su Radio Mila-Inter la mia trasmissione:”Andate a Lavorare”.

 
 
 

L'urlo di Del Piero: «Juve, mai arrendersi»

Post n°4155 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
Il capitano: «C’è il dovere di fare meglio, già a Cesena. Però per uscire dalla crisi serve la voglia. La so­cietà ha fiducia in me? Sì, ci sono periodi in cui capita di giocare meno ma io sen­to il dovere di allenarmi be­ne per cercare di dare il meglio»
TORINO, 6 marzo - Brooom, ennesi­ma sonora batosta. In casa, tanto per cambiare. E alla faccia della schiera di buo­ni propositi snocciolati in settimana ma, a quanto pa­re, non tradotti fattivamen­te in campo. Pure lo stato d’animo, a fine partita, è quello diventato ormai d’ordinanza. Vale a dire un mix di incredulità, rabbia, rammarico, delusione. L’in­credulità è figlia d’una classifica, sempre più de­primente, tanto difficile da preventivare ad inizio sta­gione quanto improbabile da spiegare ora. La rabbia è figlia del senso d’impo­tenza, che or­mai pervade più o meno tutti: dallo staff dirigen­ziale/ tecnico, all’ultima del­le riserve. Quanto alla delusione, beh: ci si può ag­grappare a quegli scam­poli di combattività intra­visti nella prima parte del match, quando sembrava che Giorgio Chiellini e compagni potessero riusci­re - di riffa o di raffa - a te­nere botta alle qualità dei rossoneri e ad evitare la terza sconfitta consecutiva. Invece, manco a dirlo, l’epi­logo è stato lo stesso della stragrande parte delle ( pessime) partite inanella­te in un 2011 che evidente­mente non presenta con­giunture astrali particolar­mente favorevoli, e nem­manco clementi, per la Vec­chia ( malandata) signora.

«FARCI PERDONARE» - Dunque, dicevamo, a fine gara musoni lunghi - e ci mancherebbe altro... - che manco un tapiro avrebbe il coraggio di fare a gara. Giusto qualche sorrisino di cortesia al momento di ab­bandonare lo stadio, in un’imperturbabile - a di­spetto del risultato - raffica di flash e richieste d’auto­grafo da parte dei tifosi del “ Walk- About”, asserraglia­ti all’uscita degli spogliatoi e decisi a dare un senso ai soldi spesi quantomeno ri­mediando un autografo... Mentre fuori dai cancelli imperversava la contesta­zione pura. Davanti alle te­lecamere ed ai taccuini dei giornalisti, invece, si prova a rabastare quel briciolo d’ottimismo e di speranza che in fin dei conti non può, non deve man­care se si vuo­le evitare il tracollo defini­tivo. E’ Ales­sandro Del Piero a met­terci la faccia: «Abbiamo poco da rammari­carci perché l’intensità in campo l’abbia­mo messa. E non dimenti­chiamoci che giocavamo contro la prima in classifi­ca, che peraltro è tra le squadre più in forma del momento. Sicuramente per noi non è un periodo felice. Ma il nostro problema, più che tutto, deriva dalle altre due sconfitte precedenti. Abbiamo il dovere e la ne­cessità di fare molto me­glio, a partire da sabato prossimo. Dobbiamo trova­re la voglia di uscire da questa situazione, impe­gnarci minuto per minuto: se cerchi una cosa alla fine la trovi se ci metti l’anima. Sarà anche che ci manca un po’ di lucidità, questo è ovvio perché se perdi è la prima cosa che viene a mancare. Però, ribadisco, abbiamo la possibilità di far bene ed è a questo quel­lo a cui dobbiamo pensare. Sarà fondamentale ritrova­re l’entusiasmo e farci per­donare dai tifosi, la cui rab­bia è comprensibile. La so­cietà ha fiducia in me? Sì, ci sono periodi in cui capita di giocare meno ma io sen­to il dovere di allenarmi be­ne per cercare di dare il meglio».Fabio Riva

 
 
 

MOGGI: "Ecco perché non ero allo stadio. Questa Juve non ha qualità come uomini.

Post n°4154 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

Ora Marotta deve essere bravo a vendere"
© foto di Federico de Luca

Il suo ritorno allo stadio aveva i tratti di un profeta di nuovo a casa. Rientro a Torino che però, soprendendo tanti, non è avvenuto ed è destinato a essere rinviato. C'è chi ha ipotizzato un intevento di Andrea Agnelli, una chiamata per invitarlo a non tornare. Luciano Moggi, dopo ventiquattro ore di silenzio, spiega i motivi della sua assenza. Lo fa intervenendo in collegamento telefonico alla trasmissione Diretta Stadio in onda su 7 gold. Eccol le sue parole: "Il motivo principale per cui non sono andato allo stadio ieri sera e' di carattere personale (la madre ha subito un'operazione al femore eseguito a Follonica), ma a parte questo se fossi andato a Torino sarei stato accolto dagli applausi dei tifosi in un momento in cui la squadra non sta andando bene, e questo non mi andava. Andro' a vedere la Juventus quando vincera' qualche partita. Ringrazio i tifosi  perche' significa che ho lasciato un buon ricordo, ma non mi piaceva l'idea di andare a raccogliere applausi in un momento come questo. Cosa farei con Delneri? C'e' poco da fare, una squadra che non tira nemmeno una volta in porta non ha qualita' come uomini. Le 'palle' sono un'altra cosa, non si puo' non fare un tiro in porta, vuol dire non avere coscienza delle proprie azioni. Campagna acquisti sbagliata? Il problema e' che chi compra giocatori che non vanno bene deve poi saperli rivendere, anche a me e' capitato. I soldi per comprarli c'erano, ora bisogna farli rivendendoli. Le mie telefonate con Agnelli? Mi dispiace che Andrea sia in difficolta' perche' e' un ragazzo in gamba, arrivando in corsa ha dovuto accettare quello che e' venuto"

Non ci resta che augurarci di rivedere presto il Direttore allo stadio. Significherà che la Juventus sarà tornata a vincere qualche partita. Forse Moggi non lo rivedremo mai più allo stadio, allora...

 
 
 

Bucchioni (QS): "Dalla Juve ultimatum a Del Neri"

Post n°4153 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

Fonte: Radio Sportiva
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Enzo Bucchioni, direttore di Qs, in diretta a Radio Sportiva per rispondere alla domande degli ascoltatori e commentare tutti i temi di questa 28esima giornata in Serie A.

INTER - "Una grande rimonta dopo un primo tempo in cui ha sottovalutato l´impegno. A una grandissima squadra basta poco per rimettersi in carreggiata. Però merito a Leonardo: un calcio propositivo aiuta, la mentalità offensiva di Mou che Leo ha riportato serve alla squadra nei momenti di difficoltà. Derby doveva essere e derby sarà, il Napoli non poteva durare: con la primavera escono le grandi, il 3 aprile capiremo se il Milan vincerà il campionato o se l´Inter potrà superarla".

AIUTINI AL MILAN - "Non ne ho visti, è solo una sensazione perchè l´Inter vince da 5 anni e inconsciamente viene da pensarlo: se l´Inter non buttava via tanti punti all´inizio sarebbe stata davanti perchè ha un organico più forte di quello del Milan".

JUVENTUS - "Del Neri ci mette del suo: pur con una Juve modesta lui doveva fare di più. Anche ieri sera, doveva mettere in campo una squadra diversa, non il solito scontato 442, per Allegri è stato un gioco da ragazzi prendere le misure. La Juve è andata in campo per non perdere come voleva il suo allenatore, cosa non da Juve: la squadra deve essere rifondata, ne salverei non più di 7-8 per l´anno prossimo". "La società ha dato a Del Neri l´ultimatum: o vince sabato a Cesena o viene sostituito. Io l´avrei già cambiato: ha perso le redini della squadra, l´encefalogramma piatto dipende anche da lui: a Cesena, mi risulta che sia l´ultima spiaggia".

PARMA - "Una stagione difficile, il cambio di allenatore ha nociuto: Marino ha un modo di giocare difficile da assimilare, quando si sono trovati in difficoltà non sono riusciti a venirne fuori. Ma di positivo c´è che la proprietà non ha cambiato allenatore: se Marino lavora in pace i risultati prima o poi li porta".

NAPOLI E GLI ARBITRI - "Gli arbitri hanno subìto una profonda rivoluzione negli anni passati: ci sono molti giovani che dovevano crescere e lo stanno facendo. Gli errori ci saranno sempre. Mazzarri ha perfettamente ragione, è stato penalizzato, ma non vedo nessun complotto, solo coincidenze astrali negative. La sudditanza poi esiste nella vita, nel mondo e una cosa umana e inconscia".

FUTURO MILAN - "Mexes è un acquisto molto importante, altro grande salto di qualità. Poi ci sono i grandi nomi, Galliani è indeciso: buttarsi su Balotelli, un´idea che potrebbe cozzare con lo spogliatoio, o riportare a casa Kakà: questa ipotesi la vedo più possibile".

SAMPDORIA - "Capisco la delusione, Garrone non poteva tenere certi giocatori che sforavano il budget. Ci sono stagioni maledette, ma non è colpa del presidente che fa calcio in modo intelligente: il contraccolpo vero la Samp l´ha avuto con l´eliminazione dalla Chmapions nei secondi finali, da quella batosta non si è più ripresa".
 

 
 
 

NO ALLA RASSEGNAZIONE, SI' ALLA DIGNITA'

Post n°4152 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Per fortuna che ha vinto l'Udinese. In attesa del posticipo di questa sera Lazio - Palermo, il quarto posto che significa Champions è distante nove punti. Ora, non dovremmo sentire più nessuno che in casa Juventus pensi ancora al minimo obiettivo stagionale ormai chimerico. Raggiunti quasi dal Cagliari, e meno male che a gennaio Marotta ha prelevato dalla Sardegna Matri altrimenti i rossoblù sarebbero davanti, qualcuno dovrebbe spiegare a Delneri che una stagione del genere va bene alla Samdpdoria, all'Atalanta, non alla Juventus. Purtroppo, questa squadra della Juventus ha solo il nome e il colore delle maglie. La stagione però non è ancora finita, sarebbe sbagliato andare in vacanza e pensare a quello che verrà, Va scacciata l'abitudine a perdere, la rassegnazione che si è impossessata di tutti. Ci piacerebbe vedere un briciolo di ribellione, un allenatore che non vada ad accampare scuse (infortuni, episodi o quant'altro) ma che si arrabbi anche pubblicamente, che si prenda le proprie responsabilità. Questi ultimi due mesi saranno tristi, ma che siano almeno dignitosi. Purtroppo, non si può staccare la spina.

 
 
 

RISULTATI SERIE-A..

Post n°4151 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

Inter show: 5-2 al Genoa. L'Udinese vola con Di Natale

 
A San Siro gli uomini di Ballardini avanti a sorpresa con Palacio, poi nella ripresa si scatenano i nerazzurri con doppio Eto'o, Pazzini, Pandev e Nagatomo. Ora l'Inter è seconda a cinque punti dal Milan. Frena il Napoli (0-0 con il Brescia, espulso Mazzarri). L'Udinese supera 1-0 il Bari e vola al quarto posto. Fiorentina show: 3-0 al Catania, doppio Mutu. Bologna-Cagliari 2-2, Chievo-Parma 0-0
TORINO, 6 marzo - Ventottesima giornata del campionato di serie A. Il Milan chiama, l'Inter risponde. I nerazzurri battono 5-2 il Genoa a S. Siro. Nel primo tempo gli ospiti vanno in vantaggio con Palacio. Poi ad inizio ripresa la squadra di Leonardo segna tre gol in sette minuti (Pazzini e doppio Eto'o) e chiude il match. Il poker è di Pandev, la ciliegina è la rete di Nagatomo. Inutile il colpo di testa vincente di Boselli. La testa della classifica continua ad essere lontana cinque punti.

FRENA IL NAPOLI, UDINESE QUARTA - Frena ancora il Napoli dopo il ko di Milano. Gli uomini di Mazzarri non riescono ad andare oltre lo 0-0 contro il Brescia, nonostante le tante occasioni da gol create, anche se nel finale gli ospiti sono andati più volte vicinissimi al vantaggio. In attesa del posticipo tra Lazio e Palermo, l'Udinese sale al quarto posto, che vuol dire Champions, grazie al rigore trasformato da Di Natale (grande azione di Sanchez, atterrato da Parisi). Il Bari sfodera una grande prestazione, ma la qualità dei friulani è superiore.

FIORENTINA, RIECCO MUTU - Partita da batticuore a Bologna. Un rigore di Di Vaio sblocca, poi rimonta cagliaritana con Cossu e Ragatzu. Ramirez al 94' fissa il risultato sul 2-2. Bene la Fiorentina che ritrova i gol di Mutu. I viola battono 3-0 il Catania con una doppietta del bomber ex Juve, poi il tris di Gilardino. Tra Chievo e Parma finisce 0-0.

 
 
 

"Gigi & Gigi" per un obiettivo salvezza...

Post n°4150 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image sport

10, dico dieci miseri punticini in un 2011 che avrebbe dovuto segnare una linea continuativa di quello che è stato fatto nella prima parte del campionato, contraddistinta da una serie di risultati utili che ci avevano permesso di sguazzare tra i primi posti della classifica, sperando magari di arrivare ad un traguardo ad agosto impensabile. Poi le classiche "smentite", le fatidiche e imprevedibili cadute che di solito riproiettano la mente da un mondo trascendente ad una realtà inevitabile. Le colpe chiaramente sono spartite tra chi ha gestito un mercato senza veri capisaldi, per mezzo di una filosofia che recita "Spendi, spandi, effendi", come direbbe Rino Gaetano, e chi invece non riesce a metterci una pezza sul manto erboso, con il sostegno evidente di colui che in panchina dovrebbe tentare una rivoluzione quando le cose non girano, o non vogliono girare.

"Squadra che vince non si cambia". Quindi io direi, "squadra che perde si cambia". E' invece lo stesso Delneri a indugiare più del dovuto, restando fedele ad un modulo ormai "antico" e prevedibile per le attuali conoscenze calcistiche, in più acutizzato da scelte tattiche che non hanno alcun senso pratico. Prendiamo ad esempio sostituzioni come Del Piero-Matri o Bonucci-Traorè, a dieci minuti dalla fine. Attaccante per attaccante e addirittura centrale per terzino, quando la squadra dovrebbe rischiare il "tutto per tutto" con un classico riversamento in attacco. Non vorrei passare per il mister di turno, ma penso siano cose alquanto scontate per un tecnico di Serie A, ammesso che Delneri lo sia...

In ogni modo, gli stessi calciatori hanno contribuito al tuffo verso una voragine priva di appigli su cui aggrapparsi per una nuova scalata-salvezza. A partire dalle sfiancanti sgaloppate di un Krasic che propone e agisce senza qualcuno che riesca a supportarlo finalizzando le poche azioni create.
Abbiamo assistito nel tempo ad un sistema di alti e bassi che hanno spesso stimolato critiche nei confronti di Gigi Buffon, giustificate palesemente da vicende sfortunate, ma alimentate da prestazioni intrise di abbagli che consentono persino di resuscitare la vena realizzativa di un Gattuso che vanta la media di un goal ogni 45 presenze. Qualcosa di estremamente turbante e imperdonabile, a meno che un accordo tra Milan e Juve non abbia costretto il miglior portiere degli ultimi dieci anni a sfornare una tipica "papera"...Fantascienza.
E in fin dei conti è il comportamento del portierone a titubare negli ultimi tempi: dalle dichiarazioni d'amore al "Basta con Calciopoli", esteso con l'innesco di baci, abbracci e risatine nel post Juve-Milan.
Siamo, perciò, immersi in un periodo in cui la salvezza (dalla B) diventa qualcosa su cui meditare con attenzione e dove oltre al "Gigi" di turno anche il "Gigi" storico comincia a svalvolare, mentre i tifosi sostengono che "Alla Juventus vincere non è importante, è l'unica cosa che conta"...

 
 
 

Juve, dall'indifferenza ai fischi..

Post n°4149 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
La curva tace ma al gol è contestazione. Uno striscione ricorda la frase di Boniperti: «Alla Juve vincere non è importante, è l’unica cosa che conta»
TORINO, 6 marzoLa pazienza è finita. E lo si era capito già una setti­mana fa contro il Bologna quando, al secondo gol di Mar­co Di Vaio, la contestazione si era alzata dalle curve sponta­neamente. Una settimana do­po, invece, la protesta viene programmata da uno dei gruppi organizzati della Sci­rea Sud, i Drughi, che diserta­no i loro posti quasi a presagi­re la terza sconfitta consecuti­va. Una contestazione pacifi­ca all’inizio, come sottolinea­no, ma facendo mancare il lo­ro urlo di sostegno vogliono manifestare contro gli ultimi disastrosi risultati. Nel mirino sono finiti tutti, squadra e tec­nico: troppo molli i giocatori nella trasferta di Lecce, troppi errori da parte di Luigi Del Neri nella gestione dei cambi e della partita contro il Bolo­gna. Così, i Drughi hanno de­ciso di prendere posizione: spiccano i seggiolini vuoti dove però campeggia una striscio­ne, «Finita la pazienza, per voi solo una silenziosa indifferen­za », in cui viene spiegato lo sciopero del tifo. Soltanto nel­l’ultima mezz’ora un gruppo entra nello stadio, giusto in tempo per vedere, proprio sot­to la sua curva, il gol di Rino Gattuso. Dopo il vantaggio rossonero scoppia la contesta­zione. Sale alto l’urlo «pezzi di m..., veniamo con i bastoni», alternato da un altrettanto acido «andate tutti a lavorare» o dall’ennesimo «vergognate­vi ». Non viene risparmiato neppure Del Neri, citato in contrapposizione con Marcello Lippi o Luciano Moggi, as­sente nonostante avesse dato annunciato il suo ritorno all’O­limpico. La Juventus è in pie­na crisi, si rivedono i fantasmi dello scorso anno. E il popolo bianconero dopo mesi di pa­zienza non riesce a contenere la rabbia per una squadra sempre più insicura, che non riesce a reagire e a rialzarsi. Soltanto Alessandro Del Pie­ro viene acclamato con ap­plausi e cori, «C’è solo un capi­tano », quando entra in campo al posto di Matri.

GLI STRISCIONI - Eppure, prima del gol di Gattuso, il re­sto dello stadio palpitava di passione. Al momento dell’in­gresso delle squadre in campo nella Scirea Nord vengono srotolate tre maxi bandiere che simboleggiano il tricolore e, nel mezzo, lo stemma della Juventus con una zebra gi­gante. Rispondono i tifosi ros­soneri, assiepati nel settore ospiti: sono oltre duemila e mostrano i loro striscioni, la scritta Curva Sud e il marchio del Milan a caratteri cubitali. Ma non è finita qui: sul finire del primo tempo, quando le squadre nonostante qualche ghiotta occasione sono ancora sullo 0-0, la Curva Nord bian­conera tira fuori un maxi len­zuolo con una frase significati­va, «Alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. Giampiero Boniper­ti ». Pensieri e parole che susci­tano gli applausi scroscianti dei tifosi bianconeri, un plau­do alla Juventus del passato, quella che sapeva vincere a di­spetto di quella attuale che pa­re aver perso la strada del trionfo. Ma la battaglia a colpi di striscioni riserva una chiosa ironica con un tifoso che, sem­pre dalla curva, estrae un mi­ni lenzuolo con la scritta «Per vincere ancora, via da Vinovo», tirando in ballo il centro spor­tivo causa dei tanti infortuni patiti dalla Juventus anche in questa stagione.

 
 
 

Ricorso Juve: trascorsi 300 giorni!

Post n°4148 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di M. Lancieri

E abbiamo fatto 300. Un bel numero tondo.

Trecento erano, secondo la tradizione, gli spartani protagonisti della battaglia delle Termopili. Quando furono avvisati che i loro nemici persiani erano tanti da rendere invisibile il sole con le loro lance, ribatterono: «Allora combatteremo nell’ombra!».

Trecento chilometri all’ora è la velocità impressionante in grado di raggiungere lo Hayabusa, il nuovo treno della Shinkansen, la linea ad alta velocità giapponese. È un fulmine capace di collegare Tokio e Aomori, a 675 km di distanza, in poco più di tre ore.

Trecento sono i minuti che, secondo gli studi più recenti, rappresentano la soglia minima di tempo da dedicare al sonno ogni notte, per non incorrere in problemi di salute.

Trecento metri, oltre ad essere l’altezza della Tour Eiffel, è l’incredibile capitombolo che ha compiuto pochi mesi fa lo scozzese Adam Potter senza riportare conseguenze, dopo essere caduto dalla montagna Sgurr Choinnich Mor, la più ripida delle Highlands.

Trecento sono i centilitri di vino contenuti in una Jeroboam, il più piccolo di quei “grandi formati” che prendono il nome da personaggi biblici e che hanno fatto la fortuna dei prestigiosi produttori di Champagne.

Trecento sono i quadri di Picasso ritrovati, a fine 2010, a casa del suo fortunato elettricista, Pierre Le Guennec, che ha raccontato di averli ricevuti in regalo dal pittore e dalla moglie Jacqueline, per alcuni lavori fatti a casa dell’artista. Il valore stimato? Circa 60 milioni di euro!

Trecento sono gli anni-luce di distanza tra la Terra e il luogo dello “show astronomico” a cui l’occhio umano abbia mai assistito (o forse sarebbe più corretto dire che ha immaginato): la collisione di due pianeti, dedotta dalle osservazioni al telescopio di pochi anni fa.

Trecento sono gli anni che potrebbero vivere gli uomini, secondo Zichichi, grazie agli studi in corso al CERN.

Allo stesso tempo, uno studio dell'University of New South Wales in Sydney, con la collaborazione della Purdue University in Usa, sostiene che tra trecento anni la Terra non sarà più abitabile. E allora dove vivrà l'uomo di Zichichi?

Trecento… solo per oggi, trecento per noi ha un altro significato. Trecento sono i giorni trascorsi dall’esposto che la Juventus ha presentato alla FIGC, relativo alla revoca dello “scudetto di cartone” dalla bacheca interista. Quanto dovremo aspettare ancora, per avere una risposta? Un’altra collisione tra due pianeti?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1459


 
 
 

Moggi smentisce tutto: “Nessuna telefonata da Andrea Agnelli”

Post n°4147 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

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Non era vero niente. Agnelli che avrebbe chiamato Moggi per non farlo andare allo stadio in quanto “ingombrante”, “sgradito”, etc ? Tutte balle. Luciano Moggi di buon mattino smentisce tutto. “Non ho mica bisogno del permesso di alcuno per andare allo stadio”. Il direttore, a Follonica per questioni private, smentisce di aver mai ricevuto telefonate da chicchessia. Tantomeno la Juve ed il suo presidente. La versione fornita da Mediaset Premium risulta una fantasia. “Pensassero piuttosto alle due squadre, sia Juve che Milan. Un tiro in porta o quasi in due”. Se era un tentativo di metter zizzania tra Moggi ed Andrea Agnelli, non è andato a buon fine. Far litigare Moggi ed Andrea è “difficile”. Sarà “molto difficile”.

Non c’è stata alcuna telefonata. Dunque la linea, tra i due, non è affatto caduta.

 
 
 

Si vince o si perde da uomini..

Post n°4146 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di G. Galazzo


Ho visto giocatori uscire con il capo chino, l'umiliazione dipinta nel viso, la rabbia di non poterla rigiocare.
Ho visto calciatori, anzi uomini, chiedere scusa per una scellerata reazione, per un rigore sbagliato, per un tunnel subito.
Esistono uomini che sono grandi uomini anche quando sbagliano, quando il risultato che vorrebbero é l'esatto opposto di ciò che sono riusciti ad ottenere.
Quell'uomo, quel calciatore si chiama leader e non importa se non scatta come Ronaldo, se non disorienta come Messi, se non crea magie come Ibra e Rooney.
Poi accendi la tv e ti capita di guardare una partita che se non è anticalcio poco ci manca, definirla oscena non é un insulto: di solito le chiamano partite maschie, spesso si giustificano con l'importanza della posta in palio.
In questa partita l'unico episodio che sposta il significato dei commenti è solo il confronto tra un Rino qualunque e il fenomeno Buffon.
Da una parte c'è un uomo senza grande talento se non la grinta, un uomo che ha sbagliato e chiesto scusa, un uomo che, udite udite, si pone pure qualche domanda sulla farsa; dall'altra c'é il fenomeno campione, il portiere più forte del mondo che si é presentato a conoscere i compagni ed il mister solo poco prima che partisse l'appello a "Chi l'ha visto"; un leader che, al rientro, avrebbe dovuto innalzare il livello di esperienza, carattere, voglia di rivalsa. Il leader che non da importanza alle rivendicazioni di un passato in cui era protagonista vincente..
Chi ha vinto il confronto? imbarazzante doverlo commentare e non tanto per come si è concretizzato (una garellata capita anche ai migliori): ride Buffon e mentre l'uomo si batte il petto sotto la sua curva,
l'ex campione forse é convinto d'aver vinto anche lui.
Se ne andrà, come vuole da tempo ma meschinamente non dice, se ne andrà, falsificando le sue ragioni per dar forza alle sue condizioni.
C'é un vecchio ma sempre efficace detto che recita "si vince o si perde da uomini"; talvolta non e' vero.
Buffon ha vinto, lo si é letto in quell'assurdo, beffardo, irriverente sorriso; se lo imprimano nella memoria coloro che lo esaltano e lo applaudono,
se lo ricordino coloro che insultano l'allenatore e la dirigenza.
Un altro uomo che sbaglia, ma sempre uomo rimane farebbe bene a ricordarsi di essere uomo: lo mandi in tribuna, lo cacci dallo spogliatoio e siatene certi, la dignità tornerà protagonista.
Non sarà una champions, non uno scudetto, ma semplice DIGNITA':non guasta mai.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1458


 
 
 

BUFFON, MA CHE TE RIDI??? RIDATECI LA JUVE!!!

Post n°4145 pubblicato il 06 Marzo 2011 da nadir63l
 

Fonte: www.tuttipazziperlajuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La partita e il momento generale della Juventus, dispiace dirlo, ma sta tutto nel dopo partita. Specialmente nell’immediato. Fischio finale, Gattuso va verso Buffon come per dire con sarcasmo “scusa, non sono abituato a fare gol” e il portiere bianconero , come nel pre partita, se la ride allegramente.
Come dopo una partita di calcio a cinque con gli amici e soprattutto dopo aver fatto una grave “papera” di cui tra l’altro nessuno parla, come voler scagionare il portiere azzurro che da parecchio non è più quello dei bei tempi e a cui si fa sempre troppa fatica attribuire delle colpe. La Juventus attuale è questa: è quella delle risatine, del finto impegno e della scarsa cattiveria. E non ci vengano a dire, come poi hanno fatto un po’ tutti nel dopo gara, che c’è agonismo e tanto impegno, perché in questo momento, se c’è, lo vediamo solo in allenamento. Anche contro il Milan la squadra non è esistita, possono raccontare quello che vogliono DelNeri e Marotta (tra l’altro sempre le stesse cose, quasi per rassegnazione) ma da tre partite la squadra non fa un tiro in porta e sul gol si accascia in maniera clamorosa, senza tirare mai fuori il carattere che dovrebbe contraddistinguere la Juve. Col Milan i giocatori (che sono davvero i veri colpevoli) hanno giocato per portare a casa uno scialbo zero a zero, davanti ad una squadra che gli è superiore, punto. Non si è mai vista un azione interessante, una Juve pungente. DelNeri aveva pronosticato una Juve che avrebbe fatto (o almeno avrebbe dovuto fare) la gara ma ancora una volta ha sbagliato, come se non conoscesse ancora a fondo la sua squadra sotto il profilo psicologico. E inizia a fare scelte sbagliate, fin troppo, anche lui dovrebbe iniziare a tirar fuori gli attributi e i giocatori che non ne hanno più o non se lo meritano, come i vari Krasic e Chiellini, fin troppo capiti, adattati e “rispettati”.

Quello che è sicuro, è che così non si va da nessuna parte. Sentiamo voci dal palco interviste, voci che dichiarano che ormai la corsa per la Champions League è finita qui. Senza però accorgersi che c’è di peggio, perché a questo punto serve un miracolo per arrivare anche solo a fare l’Europa League, visto che davanti c'è la Roma a quattro punti e poi l’Udinese, che continua a stupire. Marotta continua a parlare di campagna acquisti importante per la prossima stagione, ma non capiamo come e con quali soldi, visto ormai l’ufficialità della grossa perdita dalle casse bianconere e visto che non ci sono pezzi pregiati da vendere per poi ricomprare e comprare bene, guardando gli errori fatti. Ormai è sotto gli occhi di tutti che come prima cosa, la Juventus è una squadra che ha davvero troppa poca qualità in mezzo al campo. Poi non si può continuare a portare avanti come alibi il fatto che ci siano degli infortunati, anche adesso che di infortunati a breve termine c'è solo Aquilani. Non si può sentire da un allenatore che non hai fatto il gioco che volevi solo perché ti mancava più che altro un giocatore, che tra l’altro ultimamente non stava neanche brillando e che rischia addirittura di non essere neanche riscattato a fine stagione. Qui prima di tutto c’è una mentalità da rifondare nella squadra, ma sarà un lavoro duro e faticoso che a guardare gli ultimi risultati, si rischia di prolungare il lavoro a duri anni di sacrifici. Se sarà questo l’allenatore della Juventus, bisogna che inizi a far giocare davvero chi se lo merita. Ci sono giocatori fin troppo protetti nell’ambiente, alcuni dei “senatori” da iniziare a rivalutare. Lontani i tempi di Peruzzi e Montero.

E’ cosa certa comunque, che come DelNeri abbia le sue responsabilità (ultimamente ci sembra in affanno psicologico, vedi anche l’utilizzo di Del Piero, l’unico con qualità che andrebbe fatto giocare e non fatto entrare a giochi fatti) i giocatori ne hanno il doppio, visto che la maggior parte non sono novellini e non hanno bisogno della balia che li faccia riflettere. Parliamo di Campioni del Mondo e campioni in generale, che sono totalmente in affanno e non è la prima volta in questi anni. Sono i primi colpevoli, che andrebbero messi in riga. E’ vero anche che la Juventus intesa come società, negli anni dopo la Serie B non ha mai azzeccato un progetto vero e proprio ma i giocatori danno tutta l’aria di essere gente strapagata e che pensa a poco altro, visto il loro atteggiamento. Terribile vedere un Buffon che invece di fare il mea culpa ride e scherza con tutti, terribile vedere una difesa ridicola messa in difficoltà ad ogni santo cross come è ridicolo il gioco generale della Juventus. E’ la prima volta in tutta la carriera di DelNeri che gli capita di non riuscire a mettere il suo timbro di fabbrica addosso alla squadra: la difesa è davvero a pezzi, il gruppo pare compatto ma non funziona e dalle fasce, anche adesso che si sono recuperati giocatori, non arriva neanche un cross per i nuovi attaccanti bianconeri e non. Dispiace vedere un Luca Toni uscire sconsolato a fine gara, dopo aver fatto un grosso lavoro e una partita tutta fiato, ma senza aver mai visto partire un cross per la sua testa da tre partite. Adesso, oltre ad iniziare immediatamente a lavorare per la stagione prossima, c’è già questa per cui salvare la faccia, l’onore è già andato.

Bisogna farsi un enorme esame di coscienza, a questo punto, e cercare di capire da dove ripartire. Sicuro la società ha dei problemi, non ha più lo stesso peso politico di prima e come i suoi giocatori non tira fuori gli attributi quando deve. I giocatori, come detto, non sono tutti all’altezza e poi c’è il problema allenatore, con un DelNeri che non è certo Mourinho ma che in passato ha fatto cose importanti. Purtroppo non riesce a far sentire alla squadra le sue competenze. Quello che ci sentiamo di ripetere è che, se proprio va cambiato ancora una volta l’allenatore col suo staff (il nuovo sarebbe il sesto in cinque anni) non ne può arrivare uno davvero importante perché chiederebbero giocatori imprendibili. E allora quello che ci chiediamo è: conviene davvero prendere un altro allenatore “alla” DelNeri, col rischio di ricominciare con un altro progetto senza fine? Questo è stato scelto per mettere le basi e almeno la stagione pensiamo la debba finire. Dopo di che bisogna fare una campagna acquisti che conta sperando possano prendere finalmente giocatori che possano fare la differenza. I tifosi si sono stancati sicuramente di questa totale incompetenza su tutti i fronti e penso si siano altrettanto sfiancati di essere presi in giro anche dai giornali stessi, che invece di fare informazione sembrano quasi controllare o voler a tutti i costi portare il pensiero verso un'unica uscita. RIDATECI LA JUVE!! A tutti i costi, perché la Juve siamo noi.

 
 
 

     

 

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