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Messaggi del 08/03/2011

Calciopoli deve restituire dignitą ai fatti e alle ragioni

Post n°4172 pubblicato il 08 Marzo 2011 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di G. Fiorito

"Narducci chiama. Zamparini risponde? Nuova richiesta di ricusazione per la Casoria. Il canto del cigno."

Con chi sta fermo il tempo? Con gli uomini di legge quando sono in ferie, perché essi dormono fra una sessione e l’altra e non s’accorgono che il tempo si muove. (William Shakespeare)

Colpo di scena a Napoli. Ai primi dell’anno la più volte manifestata intenzione della giudice Casoria di accelerare i tempi del processo, si imbatte nella richiesta del PM Narducci di sentire e risentire in aula alcuni testimoni, le dichiarazioni dei quali ha raccolto tra novembre e dicembre. E’ l’effetto di indagini integrative, i cui risultati sono stati consegnati a fine dicembre 2010, che i PM hanno ritenuto necessario condurre a sei anni dall’inizio dell’attività investigativa.

La richiesta concorre a dilatare i tempi del processo, non bastasse la mancata consegna da parte del perito Porto della trascrizione di alcune significative intercettazioni prodotte dai legali della difesa.

L’udienza di giorno 1 marzo ha ridicolizzato le aspettative. I dirigenti del Parma Baraldi e Minotti hanno sgonfiato l’attacco con il quale si intendeva conferire ai dirigenti juventini il potere di condizionare la permanenza in serie A delle squadre. La stessa cosa è accaduta con la deposizione di Corbelli.

Non è andata meglio a Fabio Monti del Corriere della Sera, che ha dato vita a una poco edificante esibizione che ha mandato in tilt Bergamo e ha messo in rilievo come questo processo si sia basato spesso su dicerie da bar dello sport.

Assenti lo stesso Narducci, Gianfelice Facchetti, già autore di una dichiarazione spontanea il 26 aprile 2010, nemmeno Zamparini si è presentato in aula.

Il 16 aprile 2010 il presidente del Palermo rilascia un’intervista a Radio Radio, nel corso della quale fa delle dichiarazioni sibilline: "Un giorno parlando con Moggi mi vide che ero preoccupato per il mio Palermo, che a quei tempi era ancora in Serie B; c'erano arbitri troppo scarsi. Chiesi a Foschi quale fosse il migliore in quel periodo (Rizzoli); poco dopo Moggi telefonò davanti a me chiedendo Rizzoli per il Palermo e la settimana dopo ci arbitrò per davvero. Raccontati tutto dopo poco tempo all'Assemblea di Lega per denunciare il fatto, ma i presidenti delle altre squadre non mi dissero niente. Quando la Juventus prese Moggi e Giraudo volli parlare con Agnelli per dirgli che non erano personaggi di grande correttezza dal punto di vista sportivo".

Zamparini si riferisce alla partita del campionato di serie B 2003/2004 Verona Palermo 1 a 2 del 22 maggio 2004. Immediatamente il PM Narducci, il 19 aprile 2010, acquisisce agli atti la registrazione dell’intervista, poiché rappresenta secondo gli inquirenti un’ulteriore prova del potere del quale Moggi disponeva in merito alle designazioni arbitrali.

A parte la teatralità, non ho detto credibilità, insita nel personaggio Zamparini, che sembra calarsi in modo idealmente perfetto sul palcoscenico farsesco e surreale del processo di Napoli, in che misura può tornare utile alle parti l’irruzione di un tale attore?

La prima stranezza consiste nel supplemento di indagini promosse dai PM. Ben vengano notizie in grado di delineare più nettamente i contorni dei fatti dibattuti. Ma dopo sei anni di attività investigativa, avendo assistito numerose volte a qualche autogol dell’accusa, possibile che si debba ricorrere ad ulteriori espedienti per incastrare gli imputati? Il sostanziale buco nell’acqua ottenuto giorno 1 marzo potrebbe essere bissato. Tanto più che l’assenza in aula dello stesso Narducci, di Nucini e di Gianfelice Facchetti induce a ritenere da una parte che queste novità da produrre non siano così chiare e dirompenti da non necessitare ancora di approfondimenti e dall’altra che si stia procedendo a un ulteriore machiavellico tentativo di prendere tempo. Nella malcelata speranza che tutto vada in malora. Chiedo scusa, in prescrizione. Può darsi che Narducci in realtà sapesse bene che non erano quelle ascoltate il primo marzo le deposizioni che contano, ma quella di Nucini. Che ci porta dritti ai rapporti fra dirigenti interisti e arbitri, vietati, e nel campo minato della tangenzialità al processo Telecom.

La seconda osservazione riguarda le affermazioni di Zamparini, che racconta un episodio accaduto nel 2004, quando si trovava a Torino per discutere del passaggio di Miccoli al Palermo. Dichiara che Moggi fa una telefonata davanti a lui e la settimana dopo il Palermo si ritrova ad essere arbitrato dall’arbitro migliore: Rizzoli.
Che interesse avrebbe avuto il DG della Juventus a fargli un favore non richiesto? Lo stesso Zamparini non esita a dichiarare nell’intervista di non essere amico di Moggi. Si aspettava un extra dalla cessione del giocatore? Che il presidente del Palermo non chiedesse sconti? Era megalomania? Voleva creare una sfera di influenze intorno a sé? Senza una prova precisa di questi comportamenti sono tutte illazioni. E in un tribunale non portano lontano.

Inoltre, se da un lato Zamparini accusa Moggi e Giraudo in quanto personaggi di non grande correttezza dal punto di vista sportivo, dall’altro dichiara: " (Moggi) Vuole dimostrare che parlavano tutti con gli arbitri. Lo ripeto ancora una volta, anche io quest'anno ho parlato con Nicchi e Collina, ma solo per fare delle chiacchierate che possono servire per far crescere la classe arbitrale. Inoltre, all'epoca dei fatti di Calciopoli, anche io dicevo a Foschi di chiamare per non essere svantaggiati rispetto alle altre squadre". Sconcertante.
Per difendere Moggi, arriva ad autoaccusarsi.

Infine. Secondo l’accusa le partite avrebbero potuto essere condizionate alterandone i risultati, attraverso le ammonizioni mirate o le designazioni arbitrali. E’ quest’ultimo l’aspetto posto sotto esame dagli inquirenti. Il sistema delle designazioni è collegato all’ipotesi dei sorteggi pilotati, smentita già nel 2007, quando una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla quale si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, ha stabilito che il sorteggio arbitrale non era truccato. E Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali. Al processo di Napoli le testimonianze dei giornalisti, compreso Antonello Capone della Gazzetta dello Sport, Presidente in carica dell’USSI, e dei notai che avevano presieduto ai sorteggi di serie A e B, rispettivamente Ioli e Tavassi, ne hanno certificato l’impossibilità dell’alterazione. Agli atti non ci sono dichiarazioni di Zamparini circa eventuali prove di come Moggi avrebbe condizionato il sorteggio.

Intanto, il consiglio Figc approva la norma ad hoc per la celebrazione di un dop¬pio grado di giudizio (Discipli¬nare e Corte Federale, poi eventuale ricorso all’Alta Cor¬te Coni) per i 42 tesserati che dal 2006 al 2007 avevano su¬bito la condanna a cinque an¬ni di inibizione e richiesta di radia¬zione. Palazzi, sollecitato dall’esposto di Andrea Agnelli sullo scudetto assegnato a tavolino, è costretto ad ascoltare Mazzei, nell’ambito dei rapporti che intratteneva anche con Facchetti. Narducci, impensierito dalla piega presa dagli eventi, non trova di meglio che ribattere su un tasto stonato. Nell’ottobre 2009 aveva già chiesto la ricusazione della Casoria, rea di considerare altri procedimenti più urgenti. La Corte di Appello ci impiegò due mesi a dare il via libera al procedimento, mantenendo al suo posto la giudice. Adesso ci riprova. I PM, secondo quanto è trapelato da indiscrezioni, non vedrebbero garantita la serenità di giudizio delle magistrate Casoria, Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi.
Forse il canto del cigno, l'estremo tentativo di salvare una carriera o una vita professionale in declino. L'ultimo indizio di attività prima di far calare il sipario su una vicenda sulla quale, come accade per tante altre in questo paese, nessuno vuole o può prendersi la responsabilità di diradare le ombre. E di restituire dignità ai fatti e alle ragioni delle persone coinvolte e di chi in questi anni ha impiegato tutte le sue risorse nel nome della giustizia. E di un amore chiamato Juventus.

Diciamo di ammazzare il tempo come se, purtroppo, non fosse il tempo ad ammazzare noi. (Alphonse Allais)

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1462


 
 
 

NOI NON LI MOLLIAMO!

Post n°4171 pubblicato il 08 Marzo 2011 da nadir63l
 

Replica ad inviti, non disinteressati, a rinnegare un passato vincente e glorioso.
© foto di Federico de Luca

Che nel giornalismo sportivo italiano non ci sia una grande simpatia per la Juventus è ormai un fatto arcinoto, dalle decennali polemiche e mitizzazioni su banalità (dal gol di Turone al fallo su Ronaldo) fino a calciopoli e anche dopo si è letto e sentito di tutto e di più a riguardo. Un malessere che, come abbiamo detto, ha vissuto la sua rivoluzione giacobina nell'estate 2006 con l'esplosione in tutto e per tutto del mito dei miti, ovvero della fantomatica cupola moggiana. Un'organizzazione che, come stiamo vedendo ora durante il processo penale di Napoli, fu basata sul "si dice, si pensava". In soldoni tutta fuffa. C'è però una nutrita schiera che tende a non interessarsi o a non voler prendere per buone le realtà che escono a palate dall'aula 216 del tribunale partenopeo, sfogliando ieri la Gazzetta dello Sport abbiamo trovato in fondo al quotidiano un'intervista fatta dal direttore Andrea Monti a Beppe Servegnini che, dopo 10 anni, lascia il quotidiano milanese e la sua rubrica postale "Italians". Che Severgnini sia un acceso e indiscusso tifoso interista è un dato di fatto, che sia pure uno di quelli che all'epoca delle prime intercettazioni abbia non poco alimentato quel clima pure, che abbia infine fatto scena muta o quasi quando la scorsa primavera identiche telefonate erano a carico della sua squadra del cuore idem. Passate queste dovute premesse arriviamo ad un punto dell'intervista dove il giornalista cremasco parla proprio della Juventus e di quel periodo: "L' Inter è Ettore, la Juve è Achille. Ettore è fascinoso, eroico e sfortunato. Achille è forte, permaloso e raccomandato dagli dei (allora non si sapevano come funzionassero questi aiuti dal cielo).... Ecco perchè calciopoli mi ha provocato un dolore e una delusione profonda: i miei leggendari avversari baravano? Lo ripeto ai miei tanti amici bianconeri, quel passato è tossico, mollatelo. Siete voi i veri, grandi, danneggiati di calciopoli". Su una cosa siamo concordi con Severgnini, nessuno ha pagato quanto i tifosi juventini quella situazione ma su tutto il resto ci sono troppe inesattezze e troppe frasi di comodo e circostanza, per quale motivo andrebbe rinnegata un'era che ha visto la Juventus trionfare in Italia e in Europa contro tutto e tutti con competenza e abnegazione? Per via di quelle intercettazioni? Allora anche tale è da ritenere "tossico" pure quella gestione (che è la stessa attuale) della sua amata Inter, i "4-4-4" e i "sorteggi non vanno fatti" fino alle telefonate con De Santis sono tutta farina del sacco nerazzurro, che si sarebbe detto in caso che queste telefonate provenissero da Corso Galileo Ferraris? A tutte queste cose il giornalista cremasco non ha mai risposto se non con un ironico "e telefonavano per non vincere..." dimenticando che in un campionato non esiste solo lo scudetto ma anche i piazzamenti europei e la lotta per la salvezza, se erano "tossiche" per onestà intellettuale devono, e sottolineiamo devono, esserle pure queste. Senza scomodare le favole, già smontate in tribunale, su utenze svizzere. Beppe Severgnini sicuramente avrà ascoltato la testimonianza del suo collega e amico Fabio Monti di martedì scorso, se non l'ha fatto consigliamo lui vivamente di sentirsela per capire qualcosa di più, di cosa è stata in realtà calciopoli, ovvero una montatura mediatica basata sul nulla. Noi il suo invito non lo raccogliamo e quel passato che noi riteniamo glorioso ed eccelso non lo molliamo ne rinneghiamo, la coscienza ce l'abbiamo pulita e sappiamo cosa si faceva in quegli anni quando si compravano i vari Zidane, Nedved, Thuram e Buffon mentre da altre parti si pretendeva di vincere i campionati e ci si issava su piedistalli estivi in vetta a fantomatiche classifiche con Vampeta, Brechet e Gresko. Lo ripetiamo, noi la coscienza ce l'abbiamo non pulita ma di più forse qualcun'altro che sta a Milano in corso Vittorio Emanuele e ripete come un disco rotto certe cose no. E forse nemmeno la possiede.

 
 
 

ESPOSTO JUVE, MORATTI CONVOCATO DA PALAZZI IL 31 MARZO!

Post n°4170 pubblicato il 08 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Nell’ambito dell’attività istruttoria relativa all’esposto della Juventus sull’assegnazione dello scudetto per la stagione sportiva 2005/2006, il Procuratore federale ha previsto per giovedì 31 marzo l’audizione del presidente dell’Inter Massimo Moratti. Lo rende noto la Federcalcio attraverso un comunicato ufficiale. E' finito il tempo delle battutine sarcastiche a mezzo stampa. Caro Moratti, ora si fa sul serio...

 
 
 

NON COMPRIAMO PIU' LE STELLE ...

Post n°4169 pubblicato il 08 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di PHOTOVIEWS

La proposta è arrivata in Redazione da diversi lettori e lettrici di TuttoJuve.com. Non possiamo che unirci al coro dei tifosi juventini: "Basta comprare le stelle della società". Le stelle le vogliamo in campo e non sul pavimento. Solo una trovata pubblicitaria per il nuovo stadio, solo un modo per promuovere un'iniziativa di marketing. Basta regali, anche perchè chi ha già acquistato la stella dovrebbe chiedere il rimborso.

 
 
 

JUVE, SPUNTA DESCHAMPS: "FUTURO A TORINO? CHISSA'..."

Post n°4168 pubblicato il 08 Marzo 2011 da nadir63l
 

 

E se la Juventus decidesse di ripartire, per tornare grande, da chi in campo ha contribuito a tanti successi e in panchina ha regalato il ritorno in Serie A? L'edizione odierna di Tuttosport lancia una suggestiva ipotesi: quella che porta il nome di Didier Deschamps come nuovo (si fa per dire) allenatore della Juventus. Il tecnico francese, attualmente sulla panchina dell'Olympique Marsiglia, è stato intervistato in esclusiva proprio dal quotidiano torinese. L'ex centrocampista della Vecchia Signora ha vinto praticamente tutto con la maglia bianconera (scudetti, Champions League, Coppa Intercontinentale, e altro ancora) e, dunque, potrebbe rappresentare il profilo giusto per riportare i vertici del calcio nostrano ed internazionale. L'allenatore francese dell'anno è tra i candidati alla successione di Delneri: la rifondazione juventina inizierebbe, quindi, da un mister di comprovata esperienza internazionale e che conosce forse meglio di altri candidati l'ambiente bianconero. Deschamps, si diceva, ha avuto il merito di riuscire ad ottenere subito la promozione in Serie A da allenatore della Juventus nella stagione 2006/2007, ovvero l'anno post Calciopoli. Poi, però, il 25 maggio 2007 ci furono, a sorpresa, le dimissioni dall'incarico di tecnico della Juve a causa di dissidi con l'allora direttore sportivo Alessio Secco, ossia lo stesso uomo che prese Poulsen al posto di Xabi Alonso e che acquistò Tiago per 13,5 milioni di euro. Successivamente, Didì, si è pentito di aver preso quella decisione: "Sul momento mi sembrò una decisione giusta, coerente. Invece fu un errore tutto mio. Con il passare del tempo ho realizza­to che la gente del calcio non aveva colto le ragioni di quella mia scelta. Le faccio un esempio: l’estate scorsa venni contattato dal Liverpool e la prima cosa che i miei in­terlocutori mi chiesero durante la riunio­ne fu:“Perché se ne andò dalla Juve?”.
Deschamps spiega le ragioni dell'addio al club bianconero: "Io e la società avevamo visioni diverse sul futuro e devo dire che anche chi mi stava vicino, come il mio agente, non mi consigliò al meglio. In pratica nulla fece per ricom­porre la frattura. Fatto sta che venivamo da un’annata psicologicamente difficile, in cui ci ritrovammo in città e stadi mai visi­tati prima dalla Juve. Ogni partita era una battaglia. Consumammo davvero molte energie e sapevo che le aspettative l’anno successivo sarebbero state ancora più al­te. Ma non si poteva pretendere di vince­re subito lo scudetto, bisognava andare per gradi. Ricostruire".
Il tecnico francese prova a spiegare le ragioni della crisi bianconera: "Perchè non vince da quattro anni? Dirlo dall’esterno è difficile. La mia posi­zione all’epoca era chiara: meglio prende­re tre giocatori fortissimi all’anno, piutto­sto che sei o sette di medio valore. Per es­sere all’altezza del proprio passato e delle aspettative che la circondano, la Juve ha bisogno di un continuo ricambio di cam­pioni. Certo la qualità ha un prezzo, ma in quell’anno in B riuscii a lanciare giovani come Marchisio e De Ceglie, quindi pote­vamo concentrarci su pochi rinforzi di al­to livello. E il discorso regge anche se par­liamo di due grandi rinforzi, piuttosto che cinque arrivi di medio valore". 
La Juventus sta cercando un allenatore per la prossima stagione. Inevitabile la domanda: "Se in futuro i dirigen­ti della Juve dovessero chiederglielo, sarebbe disposto a riprendere il lavo­ro bruscamente interrotto 4 anni fa?".
Deschamps non chiude la porta: "Nell’estate 2006 accettai la panchina del­la Juve senza sapere se avrei allenato in C, in B e con quale penalizzazione. Si par­lava di -30,-18... Fu un modo per sdebitar­mi con chi mi aveva dato tantissimo nei 5 anni vissuti a Torino da giocatore. Otte­nendo la promozione in A penso di avere saldato il mio debito, di essermi messo in pari. Quanto al futuro, chissà...".

 
 
 

VINOVO, Melo arriva in stampelle. Aquilani verso il recupero. Matri ok. Fitto colloquio Delneri-Del Piero

Post n°4167 pubblicato il 08 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La Juventus prosegue la marcia di avvicinamento alla gara contro il Cesena, in programma sabato prossimo alle 20:45 allo stadio "Dino Manuzzi".
LAVORO TECNICO - La squadra è scesa in campo al mattino e ha lavorato a lungo sulla tecnica. Prima con un riscaldamento specifico con il pallone, quindi con un prolungato torello. Successivamente, dopo gli esercizi atletici basati soprattutto sui cambi di direzione, è stata la volta di una serie di partitelle. Il gruppo è stato diviso in squadre da quattro giocatori ciascuna. Le diverse formazioni si sono affrontate a turno: otto elementi, più i portieri, in campo e gli altri otto ai lati ad agire di sponda. Lo stretching sostenuto al termine delle varie sfide ha quindi chiuso la seduta.
AQUILANI VERSO IL RECUPERO - Emergenza a centrocampo in vista della delicata trasferta in terra romagnola. Alla luce degli infortuni di Sissoko e Felipe Melo, diventa fondamentale il recupero di Alberto Aquilani, che oggi ha svolto un lavoro differenziato assieme a De Ceglie, Giandonato, Grosso, Salihamidzic e Sorensen. Il centrocampista romano sarà pronto per sabato, anche se non potrà avere i novanta minuti nelle gambe. Scelte dunque obbligate nella zona nevralgica del campo, dove il tecnico juventino avrà a disposizione solo Marchisio e, appunto, Aquilani. Una coppia che potrebbe essere riproposta anche nella gara successiva contro il Brescia, visto che stamane Felipe Melo si è presentato a Vinovo in stampelle, segno che il trauma subito alla caviglia destra non è di poco conto.
MELO E TONI IN PALESTRA - Il centrocampista brasiliano ha comunque lavorato in palestra con il compagno Luca Toni. Il centravanti di Pavullo dovrà stare a riposo almeno un paio di giorni per il problema alla caviglia sinistra. Le soluzioni in attacco, comunque, non mancano. Matri ha svolto tutta la seduta col gruppo ed è pienamente recuperato. Dietro di lui scalpitano Iaquinta e Del Piero, rimasti inizialmente in panchina nel big match col Milan e vogliosi di dare il proprio contributo alla squadra in questo momento di grande crisi.
FITTO COLLOQUIO DELNERI-DEL PIERO A FINE SEDUTA - Al termine dell'allenamento, quando tutti i giocatori avevano lasciato il campo, Delneri si è soffermato con Alessandro Del Piero - riferisce Sky Sport -: c'è stato un colloquio di parecchi minuti tra i due, che hanno poi lasciato il campo insieme fino agli spogliatoi. Uno scambio di vedute molto significativo. In un momento di grande difficoltà, il tecnico bianconero ha fatto il punto della situazione con il capitano, con il leader dello spogliatoio. E a lui potrebbe aggrapparsi anche sabato prossimo, mandandolo in campo dal primo minuto contro il Cesena.

 
 
 

     

 

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