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Messaggi del 17/03/2011

DEL PIERO: "Giorno felice per l'Italia, ma qualcosa mi rende triste"

Post n°4264 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

Il capitano rivolge il proprio pensiero a chi, in questo momento, sta soffrendo per problemi più grandi
© foto di PHOTOVIEWS

Lui sa cosa significa festeggiare, essere felici, senza pensieri, con il volto pieno di entusiasmo e soddisfazione; la vita gli ha regalato tanto, ha una splendida famiglia ed il rispetto di tutti. Ma, sempre lui, sa anche cosa significa soffrire, vivere il dolore continuando ad essere un professionista esemplare e, ancor più difficile, un uomo che non perde mai la sua signorilità. In campo, sì, ma soprattutto fuori. Alessandro Del Piero lo ha dimostrato in parecchie circostanze; come, ad esempio, in quel famoso 18 febbraio 2001 quando il numero dieci con la morte nel cuore per la scomparsa, qualche giorno prima, del suo amato papà, trasformò il dolore, visibile sul suo volto, in rabbia agonistica regalando, con uno dei gol più belli della sua carriera, la vittoria alla Juventus allenata allora da Carletto Ancelotti. Oggi, come sappiamo, è il momento di festeggiare l'anniversario dell'unità della nostra nazione per un italiano vero come lui che, a differenza di altri colleghi, ha sempre onorato la maglia della nazionale italiana e ci ritornerebbe di corsa qualora venisse richiamato. Perché quando si tratta di difendere l'orgoglio e la fierezza tipici degli italiani non è il caso di snobbare e rifiutarsi. In un messaggio pubblicato sul suo sito ufficiale (www.alessandrodelpiero.com), il capitano bianconero rivolge un pensiero anche a chi, in questo momento, non ha proprio nulla da festeggiare. Alex, anche in questo caso, ha dimostrato quanto sia immensamente campione, ragazzo serio, uomo dai valori, dai modi e dalla sensibilità indiscutibilmente esemplari.

 Oggi è un giorno da festeggiare per l’Italia, Torino – prima capitale - è piena di tricolori alle finestre per i centocinquant'anni dell’Unità d’Italia e la cosa mi piace molto. Purtroppo ci sono alcune cose che mi rendono un po’ triste, come le notizie che arrivano dal Giappone e quello che sta accadendo a un paio di colleghi, di cui vorrei parlarvi e perché anche voi possiate condividere con me un pensiero nei loro confronti.

A Eric Abidal, difensore del Barcellona e della Nazionale francese, è stato diagnosticato un tumore al fegato e oggi verrà sottoposto a un intervento chirurgico. So che lotterà come è abituato a fare in campo. Lui è stato un grande avversario nella finale di Berlino con la maglia della Francia, oggi però mi sento suo compagno di squadra nell’augurargli in bocca al lupo e nella speranza di rivederlo presto guarito e in campo.

Mi ha colpito molto anche quello che è accaduto a Vjačeslav Malafeev, portiere dello Zenit che abbiamo affrontato in Champions tre anni fa, e della Nazionale russa. Malafeev ha subito un terribile lutto, la morte della moglie, mentre lui era in trasferta per la gara di Europa League contro il Twente. Davvero non ci sono parole. A lui vanno le mie condoglianze.

Alessandro

 
 
 

Spunta un nuovo nome per l'attacco: Kevin de Bruyne. L'agente: "Ho parlato con la Juve"

Post n°4263 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Kevin de Bruyne (19), giovanissimo attaccante belga, che milita nelle fila del Racing Genk potrebbe essere uno dei prossimi obiettivi di mercato della squadra bianconera. Stando a quando dichiarato dall'agente del giocatore, Patrick de Koster, al portale web "tribalfootball.com" , la Juventus sarebbe tra le squadre più attive nel monitorare la sua situazione: "Non ho più parlato con i club inglesi anche se ci siamo sentiti diverse volte. Ho parlato anche con Juventus ed Ajax ma al momento l'unico vero interlocutore è il Genk, che vuole discutere del futuro del ragazzo. Al momento non si può dire nulla, ci sono molte squadre interessate ma dovrebbe restare in Belgio. Nel calcio però non si può mai dare nulla per certo".  La Juventus, dovrà però battere la concorrenza di molti club europei per riuscire ad ingaggiare il giovane attaccante, considerato assieme a Luakaku (18), Hazard (20) e Defour (22) tra i migliori talenti del calcio belga.

 
 
 

Aquilani-Juve, aria di divorzio..

Post n°4262 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di PHOTOVIEWS

Secondo indiscrezioni rimbalzate dall'Inghilterra, Alberto Aquilani (26) vedrebbe il suo futuro sempre più lontanto da Torino. La notizia già anicipata nei giorni scorsi da Sky Sport, trova conferme oggi negli ambienti di Liverpool, dove si starebbe pensando ad un ritorno nelle file dei reds del centrocampista capitolino, visto il pressante interesse della Juventus per il milanista Andrea Pirlo (31) . Questo interessamento  viene visto come un ostacolo al riscatto di Aquilani, ed è per questo che il Liverpool vorrebbe riprendersi il giocatore, con l'intenzione però di girarlo di nuovo ad un club italiano. A tal proposito, lo stesso Milan avrebbe fatto un pensierino al centrocampista romano.

 
 
 

VINOVO, 350 tifosi ad applaudire la squadra. Problemi per Iaquinta. Stop precauzionale per Martinez e Traorè.

Post n°4261 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

 L'agente di Buffon a colloquio con Marotta e Paratici

Oggi, 17 marzo 2011, si festeggia il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, ma la Juventus ha comunque lavorato sui campi di Vinovo in vista della sfida di domenica pomeriggio contro il Brescia.
PORTE APERTE A 350 TIFOSI
- La squadra di Delneri si è allenata davanti a moltissimi sostenitori bianconeri. La società ha infatti deciso di riaprire ai tifosi le porte dello Juventus Center. Dopo la pausa invernale, è ripartita l’iniziativa che questa mattina ha dato la possibilità a oltre 350 ospiti di seguire da vicino l’allenamento della squadra di Delneri. Tanto entusiasmo e un “tutto esaurito” sulla tribuna adiacente il campo, dove Del Piero e compagni hanno proseguito la preparazione. Un bagno di affetto per il gruppo, importante per avvicinarsi con ancora più carica al match di domenica pomeriggio contro il Brescia.  I tantissimi tifosi (tra cui molte famiglie con bambini) sono arrivati davvero da tutta Italia: ospiti della società e delle Juventus Soccer Schools, gli iscritti al progetto Juventus Membership, oltre agli immancabili Juventus Club Doc. Tantissimi i sodalizi rappresentati: Cuore d’Abruzzo (Sulmona), Gonnosfanadiga (Cagliari), Lecco, Mozzo (Bergamo),Barge, Saluzzo, Juve sei grande (Fossano), Siderno, Rivoli, Torino Doc e Juventusiasmo (Torino).
A VINOVO MAROTTA, NEDVED E L'AGENTE DI BUFFON - Presente anche la dirigenza della Juventus, che ha seguito la seduta a bordo campo. Accanto al direttore generale Beppe Marotta ed al suo braccio destro Fabio Paratici, c'era Pavel Nedved, arrivato con suo figlio Pavel Junior. Da segnalare la presenza a Vinovo del procuratore di Gigi Buffon, Silvano Martina, che si è intrattenuto a lungo con Marotta a Paratici. Una visita che comunque non rappresenta una novità, visto che Martina è passato da queste parti molte altre volte.
PROBLEMI ALLA COSCIA SINISTRA IAQUINTA. SI FERMANO ANCHE TRAORE E MARTINEZ - Per quanto riguarda il lavoro sul campo, dopo la fase di riscaldamento, mister Delneri ha diviso la squadra in due parti, per lavorare sulla fase offensiva e su quella difensiva. Al termine della seduta, il tecnico ha fatto disputare la partitella proprio davanti alla tribuna, per premiare l’affetto dei tifosi presenti a Vinovo. Alla partitella non hanno preso parte, per motivi precauzionali, Traore e Martinez, vittime di piccoli problemi muscolari che ne hanno sconsigliato l'utilizzo. Iaquinta ha invece interrotto in anticipo la seduta a causa di un fastidio alla coscia sinistra. Nelle prossime ore si capirà se l'attaccante calabrese potrà recuperare o meno per la partita contro il Brescia. Felipe Melo ha lavorato ancora a parte con De Ceglie. Difficile che il centrocampista brasiliano possa recuperare per domenica pomeriggio. Nessun problema, invece, per Bonucci, che ha smaltito l'influenza ed è tornato ad allenarsi regolarmente con i compagni.

 
 
 

La superficialità del caso Piazon...

Post n°4260 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di M. Lancieri

Sgombro immediatamente il campo dalle possibili incomprensioni. Personalmente, non ho idea di chi sia Piazon: ho letto che sarebbe un ottimo giocatore e che somiglia a Kakà (più dal punto di vista estetico che pratico), ma anche su Youtube scarseggiano i filmati delle sue giocate. Nel profondo della mia ignoranza, non ho di conseguenza i mezzi per valutare la gravità o meno dell’essersi fatti sfuggire il giocatore. Tra l’altro, mi tornano in mente molti sudamericani che, appena arrivati in Europa, avrebbero dovuto spaccare tutto, ma poi sono scomparsi nella nebbia della mediocrità. Motivo per cui non mi sento di drammatizzare la situazione.

Detto questo, alcuni fatti sono evidenti. Il giocatore fu portato come un trofeo allo stadio, a vedere la Juve (eliminata) in Coppa Italia. Sui giornali la cosa fu data ovviamente per fatta: si disse che mancavano solo pochi dettagli, ma che dalla prossima stagione la Juve avrebbe potuto contare sul brasiliano. Dopo qualche settimana, fecero capolino alcune avvisaglie del pasticcio: si disse che in realtà c’era l’accordo con il giocatore, ma mancava quello con la squadra, si disse che il costo del cartellino era lievitato. Alla fine si è scoperto che il costo era sempre quello e che l’accordo tra Juve e San Paolo esisteva, ma non è stata raggiunta l’intesa con il giocatore, che nel frattempo ha firmato per il Chelsea. Appena si è avuta la certezza dell’affare sfumato, Marotta ha tenuto a precisare che la scelta della Juve era etica: non è corretto pagare un milione d’ingaggio ad un diciassettenne.

Andiamo con ordine. L’idea di pubblicizzare in maniera tanto evidente una compravendita in corso è a dir poco raccapricciante. Anche i bambini sanno che la prerogativa principale di qualsiasi trattativa complessa è la riservatezza che va mantenuta nella conduzione della stessa. Personalmente, quando leggevo che in realtà mancava la firma, ero convinto che fossero speculazioni giornalistiche: tanta superficialità era impensabile.
Poi, a frittata fatta, il commento di Marotta sull’etica non ha fatto altro che accrescere le perplessità. Piazon ha 17 anni, non 12. A 17 anni, tanto per fare qualche illustre paragone, Maldini era titolare fisso nel Milan (in cui aveva esordito a 16 anni), Del Piero aveva esordito in Coppa Uefa e in Serie A (dove aveva anche segnato la sua prima rete) con la Juve, per non parlare di Maradona, che esordì nell’Argentinos Juniors addirittura a 15 anni. Insomma, se un giocatore è un predestinato, a 17 anni può essere già protagonista. Se poi guardiamo altri sport, ci accorgiamo che Boris Becker a 17 anni si impose nel tempio del tennis, Wimbledon, dove il premio per chi vince non è certo inferiore ad un milione di euro. Qualcuno ebbe da ridire qualcosa sull’etica? Tanto per farci ancora del male, occorre ricordare che negli USA, non proprio gli ultimi arrivati in tema di diritti personali, si diventa maggiorenni a 16 anni, con tutti i diritti ed i doveri conseguenti. E allora lasciamo perdere l’etica, per favore!
Sarebbe piuttosto stato meglio ammettere che si era fatto un errore e che comunque l’ingaggio richiesto dal giocatore non era proporzionato a quella che per i dirigenti rappresentava ad oggi una scommessa.
Talvolta la toppa è peggiore del buco e questo sembra proprio uno di quei casi.

Quello di Piazon resta comunque un fatto marginale, ma è opportuno rammentare ai dirigenti juventini che anche i tifosi armati delle migliori intenzioni non amano assistere a scene di questo tipo. Fare parte della Juve è certamente un onore, ma porta con sé anche tanti oneri. È bene non dimenticarsene.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1477


 
 
 

PIRLO COSTA MENO MA...

Post n°4259 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

Pirlo o non Pirlo.In questi giorni Paratici e Marotta stanno sfogliando la margherita per capire quanto convenga fare un'offerta per il giocatore del Milan. Il centrocampista rossonero è in scadenza di contratto. Attualmente ha un ingaggio di  circa 6 milioni di euro a stagione e con il Milan è in ballo una trattativa con le parti abbastanza distanti.il Milan offre 3/3,5 e il giocatore vuole 5. Offrendo 5 la Juventus avrebbe la possibilità di fare suo il regista.

La domanda che si fanno in molti è conviene alla Juventus investire su un regista che quest'anno ha avuto molti problemi fisici? L'investimento non è "minimal". 5 milioni netti per 3 anni che  fanno 30 miloni circa al lordo in 3 anni per un giocatore che il 19 maggio farà 32 anni con tutte le incertezze del caso.

Sulla sponda opposta del fiume c'è Alberto Aquilani, 5 anni più giovane di Pirlo e con un ingaggio attuale di 3,5 milioni, da riconfermare per i prossimi 3 anni (totale 21 milioni) a cui aggiungere 14 milioni circa di riscatto, praticamente un totale di 35 milioni circa.

A queste cifre Pirlo sembrerebbe più conveniente, ma basterebbe tra tre anni rivendere Aquilani a più di cinque milioni per far pendere la bilancia dalla parte di Alberto. Questo senza considerare il fattore età e rendimento che ci pare totalmente dalla parte di Aquilani.

Se la Juventus dovesse giocare subito la Champions forse propenderemmo per Pirlo ma con un progetto a lungo termine da fare Aquilani ci sembra imprescindibile, sconto dal Liverpool permettendo. Attenti poi a non essere beffati dal Milan, nel caso in cui la Juventus non confermasse il principino, Galliani potrebbe portare a casa Aquilani, beffando la Juventus.

 
 
 

La sacralità del vangelo secondo il corriere...

Post n°4258 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di M. Lancieri

Anche il Corriere della Sera ha deciso, una volta tanto, di dedicare un articolo al processo napoletano. Questo l’incipit.
«È diversa da tutte le precedenti la prima udienza del processo Calciopoli dopo la richiesta di ricusazione del presidente Teresa Casoria presentata dai pubblici ministeri Narducci e Capuano. È diversa non perché è la più lunga (6 ore) ma perché l’atmosfera è diversa, perché il clima sfugge completamente alla sacralità di un’aula di tribunale e si lascia contaminare da quella specie di mondo a parte che è il calcio, dove spesso saltano regole altrove rigorose».

Già da queste poche righe si comprende quanto poco informato sui fatti di Napoli sia chi l’ha scritto. Diversa dalle precedenti? Manca la sacralità? Tanto per restare nella stessa città del processo, viene da rispondere come avrebbe fatto Totò: “Ma mi faccia il piacere!”. Di quale sacralità va cianciando il giornalista? Quella secondo la quale si porta a giudizio un gruppo di persone, con l’accusa di associazione a delinquere (non proprio una cosa da niente…), sulla base delle testimonianze di Armando Carbone e Zdenek Zeman? Altro che “sacralità”. Il termine giusto è sempre lo stesso, da cinque anni a questa parte: farsa! Anziché rammaricarsi per il tempo rubato agli imputati e alla collettività, qui ci si chiede perché il giudice non faccia un inchino al PM prima di entrare in aula. Ma in che paese viviamo? La farsa continua imperterrita, almeno sui giornali!

Una farsa che proprio il gruppo RCS contribuì fortemente ad alimentare e che ancora adesso si tenta di rianimare, nonostante i fatti ormai siano chiari a tutti. Il calcio italiano era e rimane popolato da una fauna ben rappresentativa della nostra società: maneggioni, millantatori, vittimisti. Tutta gente che ha fatto dell’“arte di arrangiarsi” una missione di vita. Tutti uguali, gli “onesti” e i “ladri”. Anzi, quasi uguali, perché esisteva una differenza sostanziale. C’era chi vinceva perché, a parte le millanterie e le sbruffonate, era capace di fare il proprio lavoro. E c’era chi, al contrario, perdeva, perché era convinto che scambiare Seedorf e Pirlo con Coco ed Helveg fosse un affare. Sarebbe bastato ripensare a questo singolo episodio, per chiudere il discorso. Senza bisogno di accedere a luoghi sacri e con buona pace dei cronisti, che magari si sarebbero potuti dedicare a qualche attività un po’ più seria.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1476


 
 
 

Viaggio dentro la Juventus. Patto Agnelli-Elkann..

Post n°4257 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport inizia oggi un viaggio dentro la Juventus per spigare le ragioni della crisi. Un'inchiesta, firmata G.B. Olivero, che parte dalla società, passerà per allenatore, giocatori, mercato, stadio nuovo e terminerà con i tifosi. Juventus che dal maggio 2010 è guidata da Andrea Agnelli, un segnale secondo il quotidiano milanese che dimostra l'interesse della proprietà, Exor, nei confronti della società. Per rilanciare la Juventus sarà garantita una somma importante da spendere sul mercato. Nessun aumento di capitale, ma si ragiona sulle sponsorizzazioni, sui proventi del nuovo stadio e su un possibile sistema di prestiti garantito dalla proprietà. Si punta all'acquisto dei giovani, tra i 16 e i 18, per costruire la Juventus del futuro, ma la rosa necessita di quattro campioni. Delneri sarà l'unico a pagare, mentre Beppe Marotta e Fabio Paratici resteranno a guidare l'area tecnica della società.

 
 
 

Calciopoli, il fascicolo segreto: la Casoria vuole sapere tutto...

Post n°4256 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

ROMA, 17 marzo - La fase dibattimenta­le del processo di Napoli volge al termine: il 19 aprile prossi­mo il deposito delle trascrizio­ni e - se non interverrà la ricu­sazione - si passa alla discus­sione dei pm e degli avvocati.

FACCELO VEDE’ - Una que­stione spinosa evocata con for­za durante l’audizione di Nuci­ni, che - una volta verbalizza­ta - potrà integrare l’interroga­torio del 12 ottobre 2006 avve­nuto davanti a Borrelli, è quella del “modello 45” con cui la pm di Milano, Ilda Boccas­sini, mandò in archivio la visi­ta dell’ex arbitro alla Procura di Milano nell’autunno 2003. Cosa si disse in quel colloquio, veramente? La reticenza di Nucini ad entrare nello speci­fico scatena mille curiosità e tutte importantissime per la sfera sportiva dell’indagine sportiva. Per fortuna, dopo un anno e mezzo di silenzio della Procura milanese sulle richie­ste reiterate del difensore di Massimo De Santis, Paolo Gallinelli, ecco che la stessa giudice Casoria a Napoli s’è fatta venire la curiosità: troppo smaccato il modo in cui Nucini ha provato a sviare. «Abbiamo chiacchierato di calcio, parla­vano di calcio, parlavamo di calcio». Fino alla grottesca spiegazione che non si sia en­trati nello specifico delle cose raccolte con Facchetti per pu­dore, rispetto alla malattia e la morte, che avvengono tre anni dopo il passaggio di Nucini in Procura a Milano. Non dice nulla, anzi nega Nucini sulla circostanza - riferita senza querele o smentite da Repub­blica - delle possibili registra­zioni di Facchetti dei colloqui privati col «cavallo di Troia» in­terista che parla dell’indagine privata effettuata per almeno un anno e due mesi nella Can da Nucini come «la nostra in­dagine, il nostro lavoro». E allo­ra acquisire quel “modello 45” è davvero importante anche per l’indagine sportiva: si deve chiarire che cosa fece e non fe­ce la società nerazzurra di quello di cui parla con diverse versioni Nucini. Insomma: olelè, olalà, il modello 45 fatece­lo vede’ e fatecelo tocca’.

NOI, NOI, NOI. Palazzi dopo aver convocato Nucini per una nuova audizione , ora avrà a disposizione audio e trascrizione delle oltre 3 ore passate sul banco dei testi di Napoli (e volendo anche la deposizione di Facchetti jr che conferma cena con Bergamo e rifiuto interista a rivolgersi alle autorità Figc): roba giurata in cui l'ex arbitro parla sempre alla prima persona plurale per descrivere l'operazione "cavallo di troia" conclusa "avendo ottenuto il risultato" il 25 settembre 2003 con la cessione della scheda di cui Nucini parla dal 2006.

NUCISI SI, IL 45 NO?. Originale poi la presa di posizione dei pm a riguardo: hanno spinto al massimo per avere i nuovi testimoni al banco dell'aula 216, dopo l'attività integrativa che s'è dimostrata ala lunga piuttosto favorevole alle dfese addirittura sfidato tutti con il riascolto del rimembrato Nucini; s.è fatta battaglia (perdendola= con i giudici e i difensori (anche della Juventus) per ottenere l'acquisizione del memoriale Facchetti, rigettato perchè gli appunti che coinvolgono nel sistema di potere e condizionamento del calcio italiano anche Galliani; e invece ecco che i pm che si oppongo all'acqusizione di quel fascicolo milanese non lo vogliono sommare alle prove, se si crede tanto nel Nucini ricettatore di schede da Fabiani (non da Moggi?). Cosa c'è dentro quel fasciolo? Non si farà a tempo a saperlo prima dell'audizione da parte di Palazzi di Massimo Moratti, il prossimo 31 marzo. Ed è un peccato, visto che l'attività da referente di Nucini è uno dei punti nodali dell'indagine sportiva sui comportamenti interisti che possono costare lo scudetto assegnato nel 2006.

A. Moretti

Tuttosport


 
 
 

MAROTTA: "ONORATO DI NON AVER PRESO PIAZON A QUELLE CONDIZIONI"

Post n°4255 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dalle pagine di Tuttosport rimbalzano le parole di Marotta dopo che ormai è praticamente ufficiale che Piazon andrà al Chelsea.

Ricordiamo che Piazon era stato vicinissimo ai bianconeri,l'accordo con il San Paolo era stato raggiunto e mancava solo quello con il giocatore. In pratica una differenza di circa un milione di euro lordo (per ciacun anno di contratto), 500,000 euro netti.

"Sono onorato di non aver preso Piazon a queste con­dizioni. Non sarebbe stato etico riconoscere a un mino­renne uno stipendio da un milione di euro. Cosa avreb­bero pensato i giovani con cui si sarebbe ritrovato a giocare, ragazzi che devono ancora firmare un contratto professionistico? E’ ipocrita sostenere che i calciatori guadagnano troppo e poi criticare il nostro comporta­mento in questa circostan­za".

Noi ad oggi non possiamo dire se Marotta ha fatto bene o ha fatto male Certo, prendere Piazon e metterlo in primavera non è etico. Prendere Piazon e aggregarlo alla prima squadra, come aveva fatto il Milan per Pato, è un altro discorso. Se un giocatore vale quei soldi è giusto riconoscerlo, da subito. Secondo noi le cose non etiche però, possono essere altre: dare ad Amauri quasi 4 milioni di euro l'anno e prendere Martinez a 12 milioni...

Su Piazon aspetteremo e vedremo, ma se diventasse un nuovo Pato, un nuovo Kakà, qualcuno potrebbe anche pentirsi e l'etica andare a farsi benedire, come le critiche molto feroci.

 
 
 

E ora per Moratti rischia di cadere la prescrizione...

Post n°4254 pubblicato il 17 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
In udienza Nucini ha sempre parlato in pri­ma persona plurale: «Il 25 settembre del 2003, andando al Concorde di Torino avevamo concluso la nostra indagine». Nostra di chi?
NAPOLI, 16 marzo - Eppure Nucini aveva detto tutto alla Figc, il 12 ottobre 2006: non aveva accolto l’invito dell’Ufficio Indagi­ni, dopo la sua intervista a Repubblica l’11 maggio 2006, nei primi giorni dello scandalo e ben 5 giorni prima delle dimissioni di Moggi. Poi, dopo la morte di Facchetti, si de­cise a convocare nella sua Bergamo due uomini che ben presto sarebbero usciti dagli uffici inquirenti, Borrelli e il suo vice, poi divenuto con Guido Rossi uomo Telecom, Maurizio D’Andrea. Un documento quello che stiamo ma­neggiando assai scottante perché per la prima volta dalla frettolosa e singolare archiviazione del caso dossieraggio Inter-Telecom della primavera 2007 da parte di Palazzi squarcia il velo sull’indagine tronca della Figc sui fatti che oggi sono all’attenzione di Palazzi, con tanto di possibile prescrizione sportiva. Ebbene dalle 11 alle 17 in via dei Partigiani 3, a Bergamo, Nucini vuotò il suo particolare sacco. Oltre alle accuse varie su Moggi e sul sistema che la giustizia sportiva aveva appena sanzionato con le pene massime, Nucini comincia a parlare dei rapporti sempre più stretti tra lui e il dirigente interista Facchetti dall’esta­te 2002. Ieri in udienza Nucini ha sempre parlato in pri­ma persona plurale: «Il 25 settembre del 2003, andando al Concorde di Torino avevamo concluso la nostra indagine». Nostra di chi? Sua, da cavallo di Troia, e di Facchetti, che era dirigente apicale dell’Inter. «Avevamo ottenuto le pro­ve che volevamo». Prove di che? E a Borrelli e D’Andrea parla della controversa visita alla Bocassini. Anche se a verbale in Figc si parla genericamente della Procura di Milano. Dove Borrelli qualche chance di ottenere informa­zioni proprio dalla sua ex pm l’avrebbe avuta. A Borrelli e D’Andrea - non potendo più sentire Facchetti - basta la di­chiarazione di Nucini sul fatto che «Facchetti non mi ha mai parlato di aver detto niente ad altro dirigente dell’In­ter » dei loro contatti, telefonate e della «nostra indagine». Non ha mai incontrato Moratti e allora prescrizione per i pedinamenti a Vieri e improcedibilità per i fatti attribui­ti al povero Facchetti e tutto in gloria. S’è indagato sulla clausola compromissoria: chi ha denunciato alla Bocassi­ni? I fatti raccontati nell’ottobre del 2006 non interrompe­vano la prescrizione per i reati sportivi commessi? Palaz­zi ora - dopo aver sentito parlare Nucini col noi quando si riferiva ad un dirigente interista che gli procurava appun­tamenti per trovare un lavoro - dovrà riaprire i suoi X-Fi­le: la risposta sullo scudetto interista e oltre è nei suoi ar­chivi in quel verbale del 12/12/2006 firma Borrelli, D’An­drea e Nucini. Il 31, con Moratti, se ne riparlerà?

 
 
 

     

 

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