LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 18/03/2011
Dal primo luglio 2010, RCS Sport è “ambasciatore”, nell’Italia e nel mondo, delle prodezze nerazzurre. Una collaborazione nata «da una reciproca fiducia e stima professionale e una totale condivisione della filosofia commerciale», secondo le parole di Moratti, e che vede nella Gazzetta «società totalmente autonoma rispetto a RCS Sport», come ebbe subito a precisare il comitato di redazione. C’è un’altra parte di quel comunicato che non posso proprio risparmiarvi: «La redazione della Gazzetta dello Sport ribadisce che, come i 114 anni di storia del nostro giornale stanno a dimostrare, l' impegno primario di tutti i suoi giornalisti resta quello di garantire autonomia e obiettività, equidistanza ed equilibrio all'informazione fornita ai nostri lettori.» (tra cui spiccano alcuni PM ed ex maggiori); qualcuno aveva forse dubbi? Il fine umorismo legato a questa partnership, però, non si ferma al comunicato di un anno fa. Oggi, sul sito istituzionale di RCS Sport, è infatti possibile leggere: «L'Inter è una squadra vincente, leale, socialmente impegnata, internazionale e dal cuore italiano.». Cos’ha fatto alla fine RCS Sport per l’Inter, oltre alle sviolinate? Ha ridimensionato il numero degli sponsor. Il fallimentare “less is more” di Blanc applicato alla società nerazzurra; non avrebbero fatto prima a prendersi il francese? In un non meglio precisato giorno di pioggia (4/2/11 per RCS; 26/11/10 per la FIGC), RCS Sport e FIGC hanno annunciato il rinnovo per i successivi 4 anni degli accordi commerciali iniziati nel 2007 «per la consulenza e la valorizzazione dei diritti di sponsorizzazione di tutte le Nazionali italiane di calcio». Oltre a FIGC e Inter, RCS Sport ha accordi esclusivi con la Federazione Italiana Golf, Federazione Italiana Pallacanestro, Maratona di Milano, Giro d’Italia, Milano-Sanremo, Gran Piemonte; mancano la palla tamburello e il bridge. Insomma: tutto lo sport che in Italia fa girare soldi è legato alla galassia RCS. Vista la generale decadenza dello sport nostrano, anche in chiave commerciale (-22%), non è un complimento. Tant’è che uno sport in continua crescita come il rugby, attraverso la Federazione Italiana Rugby, ha interrotto la collaborazione. Bene, nel bel mezzo di questo mare magnum di successi, c’è una società di Torino che ha ritenuto opportuno aggregarsi. LaPresse è una delle più famose agenzie fotografiche d’Italia ed è già fornitore di importanti marchi, comprese alcune società di calcio. Il suo rapporto con l’azionista di maggioranza della Juventus è storico. Esso non si basa unicamente sulle esclusive con i brand della galassia Exor (Fiat, Alfa, New Holland, Iveco, Ferrari, Juventus) e affini (La Stampa) ma su un legame personale che ne ha senza dubbio favorito il riconoscimento delle proprie qualità. «Il rapporto con la famiglia Agnelli è sempre stato molto stretto. L'Avvocato mi chiamava Marcolino», afferma il presidente Marco Durante, «Lapo è l'unico amico che ho. Pensi: io lo chiamo fratellino, lui mi chiama fratellone». Recentemente RCS Sport ha affidato a LaPresse la copertura degli eventi sportivi, comprese le iniziative legate all’Inter. Se “di pancia”, soprattutto “di colite”, il commento che ne viene fuori non è pubblicabile perché passibile di scomunica; anche prendendola “di testa” il risultato non varia poi molto. Va bene che il mondo dello sport italiano si affidi al proprietario della Gazzetta, autonoma e obiettiva «come i 114 anni di storia del nostro giornale stanno a dimostrare», soprattutto gli ultimi 5. Va bene anche che LaPresse s’infili nell’affare rafforzando la sua posizione di leader in Italia. Però che «Marcolino» si metta a disposizione dell’Inter, per aiutarla a rafforzare l’immagine, non può che consolidare un semplice concetto: a “fratellino & Co.” della Juventus non frega proprio nulla. Fonti: RCS Sport Accordo LaPresse-RCS FRI Dichiarazioni Durante http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1479
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Riccardo Viola: «Roma-Dundee? Fu miopadre a denunciare il passaggio di soldi» Cento milioni all'arbitro Vautrot. L'ex dirigente giallorosso: Casarin e Bergamo si accusarono a vicenda
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Sulle schede svizzere indagini incomplete |
la seconda pagina di Tuttosport è stata curata da Alvaro Moretti e Vagiago, l'ho riportata per intero sotto 1) Avere intrattenuto i contatti con i designatori, realizzati anche su linee telefoniche riservate, e partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche: condotte contrarie ai principi di lealtà e correttezza e , al contempo, dirette a procurare un vantaggio alla società Juventus, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale. Con l'aggravante di cui al comma 6 dell'art. 6 C.G.S., per la pluralità di condotte poste in essere. - stretto rapporto con i designatori arbitrali, al punto che dirigenti di altre squadre dovevano passarer da Moggi e Giraudo per avere contatti con il mondo arbitrale - regali ai designatori (anche se non è possibile verificare l'entità, si pensa a sconti per acquistare auto Fiat) - influenza nella predisposizione delle griglie e conoscenza preventiva degli arbitri - squalifiche mirate attraversoammonizioni preventive 2) Per ave violato i principi di lealtà, proibità e correttezza, al termine della gara Reggina-Juventus del 6 novembre 2004, la condotta descritta nella parte motiva al punto nei confronti della terna arbitrale:aggredita verbalmente da Giraudo e Moggi, che ha poi "richiuso nello spogliatoio" l'arbitro Paparesta. 3) per aver posto in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento delle gare Juventus-lazio del 5 dicembre 2004 e Bologna-Juvetus del 12 dicembre, Juventus-Udinese del 13 febbraio 2005. Era il 20 gennaio 2009 si apriva il dibattimento del processo a Moggi più altri 23. per l'Italia e il mondo calciopoli era uno scandolo inequivocabilmente che aveva travolto la Juventus, e marginalmente altre squadre, nell'estate del 2006. Ascoltando per la seconda volta il teste Nucini, martedì s'è particamente chiusa la fase dibattimentale, quella in cui si formano le prove del contraddittorio. Le crepe nelle architravi della Cupola disegnata dai pm di napoli ( e su cui si appoggiò pedissequamente pure la Giustizia Sportiva) eranogià evidenti con la sentenza Geo dell'08 gennaio2009, ma in 26 mesi di testimonianze e perizie abbiamo scoperto un altro "mondo telefonico" e un'altra verità che non s'era voluta ( o saputa) descrivere nelle informative. Insomma calciopoli è diventata un'altra cosa , nell'aula 216 della IX sezione del tribunale di Napoli, davanti alla giudice Casoria. E l'altra realtà nascosta nelle telefonate di altri dirigenti non coinvolti, come quelli interisti (ma anche del Palermo, della Roma, dell'Udinese, del Chievo, del Brescia etcc), s'è palesata chiaramente, scarnificando l'indagine del colonello Auricchio: "il "sull'inter non si indaga"(cfr il teste Coppola), il rapporto con Baldini (che prefigura un "ribaltone", la totale mancanza di prove o testimoni dal taroccamento del sorteggio arbitrale, il traballante teorema delle ammonizioni mirate crollato sotto i colpi delle statistiche e ndei comunicati federali. A napoli abbiamo capito al netto delle sentenze, che Calciopoli è stata una profonda ingiustizia . Perchè- piaccia o non piaccia- telefonavano, regalavano, cenavano, cheidevano assistenti o arbitri in tanti (non Moggi incredibilmente), senza esclusive. Abbiamo scopertpo che le schede svizzere eranointercettabili e che chi era intercettato dai giudici, era da anni pedinato e controllato dagli spioni Telecom o da Nucini. Insomma, a Napoli abbiamo scopertocghe c'è anche un'altra verità, che non cancella la precedente, ma la trasforma. Lo capirà anche la Figc? Sorteggio truccato? Prove inesistenti Infondo bastava chiedere a chi il sorteggio lo faceva con le sue mani. Non i designatori imputati, ma i due notai di Coverciano e Roma, Tavassi e Ioli, o anche i tantissimi giornalisti che materialmente tiravano fuori le palline che per l'accusa erano riconoscibili: ma nessuno di questi questi venne sentito dagli inquirenti. Sono sfilati in aula, però, mettendo una pietra sul dubbio insinuato a novembre 2009 da manfredi martino, il giovane segretario della can che parlava con meani e che gli scriveva "tenete duro" quando il Milan sprintava con la Juve per il titolo. Un coro:"Nessun inghippo, l'avessi scoperto avrei avuto lo scoop della vita", dice il giornalista Pesciaroli e conferma Riccardo Bianchi: "£Sorteggi regolarissimi. Non c'erano gabole: alcune palline erano un po' diverse ma nessuno ci disse quale scegliere. Quando io scelsi Collina per un delicatissimo derby Roma-lazio, bergamo sudava per la tensione altro che combine, mi fecero i complimenti per la fortunata scelta". Si fece tanto clamore perchè Martino parlò di uno strano colpo di tosse di Bergamo dopo l'estrazione di Collina per Milan-Juve. "A mia sensazione - ha svelato in aula - durante il sorteggio per la scelta dell'arbitro di quella partita qualcosa non andò secondo il verso giusto perchè ci fu uno strano colpo di tosse di bergamo quando il giornalista incaricato dall'ussi scelse la pallina gialla degli arbitri". peccato che in controesame venne fuori chiaramente che il colpo di tosse partì a cose fatte. Perché i carabinieri che ahnno assistitoe filmato sorteggi, non abbiamo esibito la prova schiacciante o siano intervenuti in flagranza? A proposito di sorteggi e di Manfredi Martino: Zamparini ha accusato Moggi di aver condizinato a suo vantaggio la scelta di Rizzoli per un verona-Palermo del 2004. Ebbene, quel sorteggio lo fece in solitaria proprio manfredi martino, quello che tifava e avvisava Meani con Moggi |
La Juventus sembra aver finalmente deciso come agire per cercare di risolvere il "caso" di mercato che ha per protagonista Alberto Aquilani, centrocampista ex Roma che è approdato a Torino la scorsa estate dal Liverpool in prestito con diritto di riscatto a favore dei bianconeri, fissato in in 16 milioni di euro. La Juve sembra essere entrata nell'ordine di idee di non voler sborsare la cifra chiesta dal club inglese per avere il giocatore, e, complici lo scarso rendimento di Aquilani in questa seconda parte di stagione, e la possibilità di ingaggiare Andrea Pirlo a parametro zero, vorrebbe limitarsi a chiedere al Liverpool un rinnovo del prestito per un'altra stagione. Il problema sarà riuscire a convincere i "Reds" ad accettare questa soluzione, dal momento che gli inglesi vorrebbero monetizzare dalla cessione del centrocampista. Qualora l'accordo per il rinnovo del prestito non dovesse essere raggiunto, Aquilani potrebbe rientrare in Inghilterra, con buona pace della dirigenza juventina, che si concentrerebbe su altri obiettivi di mercato, Pirlo in primis. |
Gigi Buffon e la Juventus sono sempre più vicini a continuare il loro rapporto professionale per altri 5 anni. Questo almeno, a sentire l'agente del portiere della nazionale, Silvano Martina, che, intervistato da Tuttomercato.web, conferma come il club bianconero sia in assoluto la prima scelta di Buffon, anche se ad oggi non ci sono ancora stati incontri per parlare del rinnovo. Queste le dichiarazioni di Martina: "Posso dire che per adesso non abbiamo alcun incontro in programma, e che per di più non ne vedo la priorità, dato che l'accordo attuale scadrà tra due anni e mezzo e Gigi non ha mai nascosto di considerare la Juventus la sua prima scelta". Il rinnovo del contratto legherebbe il portierone 33 enne alla Juve praticamente a vita, per la gioia soprattutto dei tifosi, che ritengono Buffon una vera e propria bandiera del club, al pari di Alessandro Del Piero |
L'effetto che il suo arrivo ha avuto sull'attacco bianconero è stato quello di una secchiata d'acqua in una giornata afosa d'estate con 40 gradi all'ombra. Rinfrescante, rigenerante, rivitalizzante. Alessandro Matri sta convincendo anche i più scettici, quelli che ritenevano la sua valutazione un po' eccessiva e che gli preferivano Giampaolo Pazzini. Lui, il nuovo bomber bianconero, sta rispondendo a colpi di gol e ottime prestazioni. 5 realizzazioni dal suo arrivo a Torino, nessuna banale. Con il colpo di testa all'Inter, poi, ha già conquistato tutti i tifosi bianconeri. Intervistato dal "Corriere dello Sport/Stadio", l'ex cagliaritano ha spiegato di essersi sorpreso anche lui di questa capacità immediata di ambientamento in una nuova e più impegnativa realtà: "Cinque reti nel mese e mezzo di esperienza bianconera? Un impatto così non me l'aspettavo, personalmente sono felicissimo". Una gioia, però, che è a metà perché Alessandro Matri vorrebbe che la squadra camminasse di pari passo con la sua voglia di vincere, di convincere e di lottare. L'attaccante cresciuto nelle giovanili del Milan prova anche a spiegare il calo della formazione di Delneri, ma non è semplice neppre per lui trovare un perché a questo, fin qui, sciagurato finale di stagione: "La mia è una gioia graffiata, se la squadra soffre non puoi goderti i gol. Cosa è successo dopo la vittoria con l'Inter? A Lecce ci siamo smarriti: abbiamo giocato a lungo in dieci, ma la spiegazione non può essere quella, è stata una partita storta che ha lasciato il segno. Ancora due sconfitte e poi il pari di Cesena: potevamo anche vincere, non abbiamo avuto fortuna". L'obiettivo minimo stagionale, ossia la qualificazione in Champions League, sta svanendo giornata dopo giornata ed ormai appare sempre più una meta irraggiungibile per la Vecchia Signora. Matri, però, non fa drammi e spiega che era una cosa da mettere in preventivo ad inizio campionato: "Champions lontana? E' un anno di transizione, le difficoltà erano state messe in conto. Però le basi ci sono, il progetto è solido e ambizioso". La Juventus del prossimo anno, a meno di clamorosi risvolti, ripartirà proprio dalla mentalità vincente del suo nuovo goleador che intende mantenere questo standard di prestazioni: con lui al 100% e altri 4/5 campionissimi (come promesso da Marotta) tornare ai vertici del calcio italiano ed internazionale sarà impresa meno proibitiva: "Io un punto fermo della ricostruzione? E' un orgoglio e una responsabilità, darò tutto per dimostrare il mio valore: la Juve vuole ricominciare a vincere e io non vedo l'ora di cominciare". Gli appassionati della Juventus si sono già innamorati dell'esultanza particolare di Matri e non vedono l'ora di gustarsela ancora, ancora e ancora ... magari una, due volte ogni domenica. |
In Italia, purtroppo, c'è gente che la pensa in modo strano, c'è gente che vede e sente solo quello che vuole....o forse legge solo certi giornali. C'è però anche gente che non rimane insensibile alle parole, di un Presidente, in questo caso quello del Brescia che invece di parlare di calcio preferisce parlare del passato ed evidenziare, ancora una volta quello che non esiste. Parlare ancora di Calciopoli e non Farsopoli, nonostante a Napoli si stia dimostrando il contrario di "cupola" Juventus e di "condizionamenti" del passato, ci appare ridicolo. Questa, la domanda dell'intervistatore (no comment..su cosa pensiamo di questa domanda, evidentemente l'intervistatore legge solo certi giornali...) e la risposta del Presidente del Brescia: "Finita Calciopoli, è stato difficile vincere a Torino per i motivi che conosciamo, adesso è solo una questione di campo si può battere la Juve si parte alla pari"? "Credo che se parliamo di disegni dall'alto...si, dopo la Juve è sempre la Juve". La domanda che ci facciamo è che disegno dall'alto potesse penalizzare il Brescia a Torino contro la Juventus. Il Brescia a Torino con la Juventus non ha mai vinto d'accordo(cosa peraltro non vera...se estendiamo le competizioni), ma ha anche collezionato dei pareggi determinanti e che alla fine se andiamo a vedere fecero perdere punti preziosi alla Juventus, ricordiamo il pareggio del 1-1 del 2001. Infine menzioniamo anche che la Juventus fu pure eliminata dal Brescia nell'edizione 2000/2001 della Coppa Italia, perdendo proprio a Torino 1-2 con doppietta di Dario Hubner, forse qualcuno non se lo ricorda, ma che disegno dall'alto c'era in quella occasione? Ci fanno ridere certe domande e certe risposte. Come al solito i numeri e le statistiche smentiscono le parole di certe persone, cosa che sta avvenendo puntualmente anche al processo in corso a Napoli dove i testimoni stanno smontando il castellino di carta. Anche questa volta ci tocca rimarcarlo. Peccato che gli addetti ai lavori non lo facciano mai. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14