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Messaggi del 19/03/2011

LA JUVE TRA BRESCIA, ETICA E FAIR PLAY FINANZIARIO...

Post n°4279 pubblicato il 19 Marzo 2011 da nadir63l
 

di thomas bertacchini
© foto di PHOTOVIEWS

Juventus e Brescia domani si affronteranno a Torino. Uno dei due club è reduce da un pareggio e tre sconfitte accumulate nelle ultime quattro gare di campionato. L’altro, considerando lo stesso arco temporale, da quattro pareggi in altrettante partite.
Per chi ama la Vecchia Signora del calcio italiano ed è cresciuto a pane e trionfi, pensare che appartiene proprio a Madama il percorso peggiore tra quelli (di per sé) negativi presi in esame non fa che allungare ed esasperare una sofferenza che sembra non avere mai fine. Ciononostante basta vedere come si riempiono gli stadi quando emigra in giro per l’Italia per capire quanto sia grande l’amore che tutti i suoi sostenitori le continuano a riversare addosso, spinti a seguirla sempre, comunque e dovunque. Nonostante tutto. E dentro la parola "tutto" è condensato quanto successo "dentro" e "intorno" alla stessa Juventus da cinque anni a questa parte.

Il punto ottenuto a Cesena ha interrotto un’emorragia di sconfitte che per la formazione allenata da Del Neri era ormai arrivata a tre disfatte prima dell’incontro del "Dino Manuzzi" dello scorso sabato. Simone Pepe, recentemente intervistato da Sky Sport (la trascrizione è presente anche nel sito ufficiale della società), ha dichiarato: "Nel calcio comunque i verdetti possono cambiare in un attimo, basta giocare le prossime partite alla grande. Questo ora è il nostro obiettivo".

Quindi adesso bisogna aggrapparsi a questo "obiettivo". Anche perché non è rimasto che quello, dato che gli altri - strada facendo - sono svaniti, uno dopo l’altro. Mancano nove gare sino alla conclusione della stagione: tutte finali, tutte da vincere nella speranza dei diretti interessati di non dover ripartire la prossima estate da una nuova rivoluzione. Che tanto, piaccia o non piaccia, ci dovrà comunque essere. Risultati alla mano, è un percorso che non prevede alternative. Il problema reale, poi, sarà vedere a quali risultati porterà. E quali saranno i campioni (o presunti tali) che arriveranno nella Torino bianconera.

Il 10 novembre scorso Brescia e Juventus si affrontarono allo stadio "Mario Rigamonti". In quel periodo vennero accostati moltissimi giocatori alla Vecchia Signora: da Rolando (difensore portoghese del Porto) a Forlan (Atletico Madrid), da Maxi Lopez (Catania) a Demichelis (Bayern Monaco, poi passato al Malaga), giusto per citarne qualcuno. A differenza di quanto accade nella stretta attualità, la squadra di Del Neri si era presentata alla trasferta lombarda forte di una sequenza di risultati incoraggianti: tre vittorie ed un pareggio nelle ultime quattro gare disputate, con la ciliegina sulla torta della vittoria esterna ottenuta a "San Siro" contro il Milan di Ibrahimovic. La squadra era in crescita, i punti arrivavano e tra gli infortuni di lungo corso figuravano soltanto i vari Martinez, De Ceglie e Buffon, con il numero uno bianconero che - alle prese con la riabilitazione dopo l’operazione estiva all’ernia del disco - ancora non si era fatto vedere in quel di Vinovo dall’inizio della stagione.

Prima dell’incontro del "Rigamonti" lo stesso tecnico di Aquileia, memore della sconfitta all’esordio in campionato a Bari e del pareggio esterno ottenuto a Bologna (due gare dalle quali l’ambiente bianconero si aspettava un esito sicuramente diverso) disse: "Brescia è una tappa importante, ci sono tre punti in palio come contro la Roma". La Vecchia Signora affrontò le "rondinelle" forte di un quarto posto in classifica a pari merito con il Napoli di Mazzarri, a sole quattro lunghezze dalla Lazio prima della classe.

Dopo l’1-1 finale (Quagliarella e Diamanti furono i marcatori della serata) Madama scivolò in quinta posizione, proprio nella giornata nella quale il Milan prese il comando solitario della vetta. I punti di distacco tra rossoneri e bianconeri, all’epoca, rimasero comunque quattro. A fine incontro del Neri disse: "Direi che il pari è giusto. Diamanti ha segnato un bel gol, per noi un punto fuori casa è meglio di nulla, un punto importante".

Con la teoria del "bicchiere mezzo pieno" e dei piccoli passi la Juventus ha raccolto meno di quanto poteva (e doveva) nel girone di andata, prima dell’infortunio occorso a Quagliarella, dell’espulsione di Melo e della goleada con la quale il Parma ha regolato la Vecchia Signora il giorno dell’Epifania. Il resto, quello che è accaduto dopo, è storia nota, attuale, reale.

Adesso, come detto, mancano nove gare alla conclusione del campionato: le si onori a dovere.
Lo si chiede sempre, ma in cambio non si ottiene molto. Anzi.
E si inizi a programmare bene la prossima stagione: quella del riscatto, che si giocherà nel nuovo stadio, con calciatori nuovi. Non sempre per acquistarne di valore bisogna spendere cifre folli: tanto per fare un esempio Luis Alberto Suarez, l’uruguaiano acquistato recentemente dal Liverpool e che in passato venne accostato più volte alla Juventus, ai Reds è costato 26,5 milioni di euro.
Meglio un giocatore come lui che due Martinez.
In barba all’etica e al fair play finanziario.

 
 
 

DELNERI: "Dobbiamo avere la voglia di tornare alla vittoria. I tifosi? Mi prendo i fischi, ma sostengano la squadra.

Post n°4278 pubblicato il 19 Marzo 2011 da nadir63l
 

 Toni? Penso di convocarlo. Io traghettatore? Mi sento l'allenatore della Juve"

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

TuttoJuve.com sta seguendo la conferenza stampa dell'allenatore della Juventus, Gigi Delneri, alla vigilia della sfida di domani pomeriggio contro il Brescia. Ecco la trascrizione integrale, a cura della nostra redazione:

Ogni volta in quest'ultimo periodo si parlava sempre di finali. Forse oggi non è il caso di parlare di nove finali. Parliamo della partita con il Brescia. Come può essere inquadrata?
"E' una partita da interpretare con la voglia di tornare alla vittoria, questa mi sembra l'interpretazione giusta. Arriva in un momento particolare, però, torno a ripetere, noi dobbiamo sì valutare gli errori che abbiamo fatto in questo ultimo periodo, ma anche le prestazioni per certi versi abbastanza intense con Milan e Cesena. Quindi direi che dobbiamo sfruttare questo momento, quei piccoli passaggi positivi che ci sono stati in queste due partite per tramutarle poi in un discorso di partita piena, quando rimarremo anche al completo. Ed avere la forza di fare da qui alla fine risultati importanti, almeno sul fattore risultato di campo".

Gigi, facendo un bilancio della tua stagione, onesto come sempre sei davanti ai microfoni, ti reputi più sfortunato o magari ti dai qualche colpa? Avresti fatto qualcosa di diverso in determinati momenti? E se sì, dove avresti qualcosa di diverso? In effetti il fattore fortuna è contato molto in questa stagione...
"Fin adesso è stata una stagione difficile, nel senso che cambiando tante persone, probabilmente, riuscire a creare un equipe giusta, che dia sempre un equiibrio esatto la domenica, non è semplice. Quando l'abbiamo trovata, la squadra ha prodotto secondo me delle buone prestazioni, culminate anche con dei risultati abbastanza importanti a livello di lungo termine. E poi a gennaio è successo un po' di tutto. Tante partite vicine, tanti infortuni importanti e poi, chiaramente, quando si va male, sono un po' tutti...(pausa, ndr). Adesso non so dove radunare le colpe, però se si va male e si perde, talvolta è un discorso di singolo, talvolta è un discorso di gruppo, e quando parlo di singolo e di gruppo mi ci metto anch'io, siamo tutti noi. Però abbiamo fatto secondo me delle buone prestazioni contro squadre importanti, trovando stimoli. Abbiamo avuto delle difficoltà probabilmente con delle squadre cosiddette medio-piccole. Direi però che il 2011 è iniziato in maniera molto diversa da come avevamo lasciato il 2010. Ma per un fatto proprio di infortuni, di giocatori che non c'erano".

Domani quella col Brescia è una partita che deve dare tante risposte. Sicuramente anche il pubblico sarà importante. Ma forse l'Olimpico sembra più un peso che un vantaggio per la squadra. Cosa ne pensa?
"Il pubblico è esterno, l'importante è non essere prevenuti, il senso è quello. La squadra ha bisogno di sostegno. Come ho detto domenica, i fischi me li prendi io, l'importante è che non fischino i miei giocatori. Mi sembra sia una cosa importante riuscire a produrre in loro energie importanti. Il pubblico può dare loro energie chiaramente. E' stato sempre quello che ci ha aiutato in certi momenti del campionato, in qualche frangente, e ci ha dato una spinta importante per avere risultati importanti. Spero che domani lottiamo assieme per battere il Brescia, questa deve essere la prima prerogativa. Poi alla fine spero ci siano gli applausi per i miei giocatori".

L'emergenza continua. Per Iaquinta la stagione è finita. Volevo sapere come sta Toni, se eventualmente aggregherà qualche Primavera e come si preparerà a questo finale con soli tre attaccanti...
"E' un problema anche con due soli centrocampisti, tra parentesi. Questo non lo sento da nessuno. Sembra che Sissoko non sia mai passato da qua. Invece Sissoko è un mese che è fuori, si è operato, starà fuori a fine anno. Abbiamo Giandonato è che l'unico giocatore di un certo spessore, che avrebbe potuto darci una mano, e col Chievo lo aveva dimostrato bene. Ma anche lui si è fatto male in Nazionale,  tempo fa. Quindi non c'è solo il settore d'attacco in emergenza: c'è il settore del centrocampo in emergenza, c'è stato il settore difensivo in emergenza tutto l'anno. Abbiamo avuto grandi difficoltà, è stato un anno molto complicato e difficile ed è chiaro che noi dobbiamo combattere con questa sfortuna, legata chiaramente agli infortuni, e cercare di poter recuperare quelli che possiamo. Toni vediamo oggi come sta. Non è sicuramente al top della condizione fisica, perchè è un po' di tempo che non fa allenamento di grande intensità. Sembra abbia ancora un po' di problemi, ma penso di poterlo portare, almeno che possa dare una mano se c'è bisogno. La Primavera no. Porto un gruppo di giocatori che lavorano con me in questo momento".

Prima di Cesena di facevano tanti nomi di possibili traghettatori, quindi di suoi successori immediati. Adesso invece l'attenzione si è spostata all'estate. Lei si sente in questo momento un po' il traghettatore della Juventus?
"Mi sento l'allenatore della Juventus, non un traghettatore. E farò l'allenatore della Juventus fino a quando mi verrà data l'opportunità di farlo, al meglio delle mie possibilità. E penso che anche i ragazzi possano dare il meglio di loro stessi, perchè stanno dando il meglio di loro stessi. E' un'annata particolare, difficile da inquadrare come problematiche, proprio di gruppo, perchè non puoi non includere le problematiche legate agli infortuni. Ci sono stati infortuni pesanti, non sono stati infortuni semplici. Quindi è chiaro che io allenatore mi sento allenatore e i giocatori si sentono giocatori della Juventus fino a quando ci verrà data l'opportunità. Quindi noi andiamo avanti per la nostra strada, facendo il meglio del nostro lavoro, rispettando quelle che sono le regole del calcio. Ci sono momento in cui le cose vanno bene e certi momenti dove non gira niente".

Bonucci ieri ha detto di non essere al 100%. In questo momento la coppia difensiva titolare è Barzagli-Chiellini?
"E' Bonucci-Chiellini. Ora".

Torniamo al discorso di prima: ti aspetteresti di essere ancora qui l'anno prossimo?
"Perchè? Dipende da come finisce il campionato, da come si va, da come si lotta, da come ci si impone, da come si torna ad essere protagonisti. Dipende da tante cose. Quindi vediamo cosa succede".

Pensi che queste ultime partite, in qualche modo, possano essere una verifica anche per te? Ti stai giocando qualcosa?
"C'è sempre verifica per un allenatore, tutte le domeniche. Ma si vede benissimo che alle due e mezza di Lecce avevamo un certo tipo di atteggiamento verso l'allenatore  e dopo un'ora e mezza-due, c'era un altro tipo di atteggiamento. Se perdi o vinci...chiaramente un allenatore viene giudicato per quello che fa. Dire che non deve essere considerato solamente il risultato secondo me. Penso che una società debba scegliere l'allenatore in base a quello che fa, a quello che produce, in base a come lavora, in base a come tiene il rapporto con i propri giocatori e in base all'impegno massimale che mette in tutto quello che fa. Poi alla fine se sono i risultati che contano saranno poi i risultati a determinare quello che accadrà in futuro".

E' possibile che una parte degli infortuni dipendano dal logorio fisico di giocatori che hanno dato molto, anche Nazionali....
"Li Recuperi, ma recuperi non ce ne sono stati molti. Parlo di Iaquinta, di Traorè, che qui non è arrivato benissimo come rapporto di concetto fisico. E' chiaro che il recupero non ottimale produce poi un lavoro stressante anche a livello fisico. Quindi è chiaro che se non riposi mai... Noi abbiamo giocatori che non riposano mai. Quando giochi bene in campionato, poi giochi nelle coppe, poi in Nazionale, è chiaro che il logorio c'è. sicuramente. Ma d'altra parte, per avere questo, bisogna avere la fortuna di avere tutti i giocatori a disposizione, per poter dare recuperi giusti ai settori. Noi abbiamo avuto proprio dei problemi settoriali quest'anno, di penuria di punte, di penuria di centrocampisti ad un certo punto. Se ne parla poco; prima mi è stata fatta una domanda sulle punte, ma se guardiamo indietro sono già 3-4 domeniche che giochiamo senza un centrocampista di ruolo che ci possa dare una mano. Perchè si è fatto male Sissoko, perchè si è fatto male Giandonato, quindi è tutto un discorso settoriale che magari crea delle difficoltà. Ma tutto questo deve farci riflettere, deve farci andare avanti, lavorare bene soprattutto, avere la voglia, la bontà, la forza e la convinzione soprattutto di far bene da qui alla fine".

Come sta Traorè?
"Adesso vediamo, ma penso sia recuperabile come Martinez. Altrimenti saremmo di nuovo in un discorso di ricambio, ma non è semplice poi variare. Quindi diciamo che contiamo di recuperarli, contiamo di far bene domani e contiamo da qui alla fine di poter dare il nostro apporto perchè la Juve raggiunga quegli obiettivi che rimangono sul piatto".

 
 
 

The Sun - Berbatov, duello Juventus - Genoa..

Post n°4277 pubblicato il 19 Marzo 2011 da nadir63l
 

Si profila un duello Juventus - Genoa per Dimitar Berbatov (30), attaccante del Manchester United. Secondo il tabloid britannico The Sun, il centravanti bulgaro la prossima estate lascerà i Red Devils. Sir Alex Ferguson infatti gli preferisce il giovane messicano Javier Hernandez, il Chicarito che nelle ultime partite ha conquistato il posto da titolare a suon di gol. Il Genoa sarebbe disposto a ofrrire 10 milione, mentre i bianconeri non hanno ancora avanzata nessuna offerta. 

 
 
 

Il sentimento che uccide..

Post n°4276 pubblicato il 19 Marzo 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di F. Zagari

Quando Cesare Ruperto, presidente della Commissione d'appello federale della FIGC, in data 14 luglio 2006, diede lettura della sentenza di primo grado del processo denominato Calciopoli, dichiarando "...nella valutazione del materiale probatorio la Commissione si limiterà ad indicare quegli elementi di sicura valenza, che non si prestano ad interpretazioni equivoche, perché già solo dall’analisi di taluni fatti incontrovertibili emerge a chiare lettere ciò che era nella opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio.", i più rimasero esterrefatti, trasecolati, di come un magistrato italiano abbia potuto sentenziare quanto sopra riportato, aggiungendo che si era creata "...un’atmosfera inquinata, una insana temperie avvolgente il campionato di serie A." ,
Quando Piero Sandulli, in data 28 luglio 2006, dichiarò al Corriere della Sera: "...non ho sostenuto che il campionato 2004-05 non è stato falsato, ma che non abbiamo prove che sia stato falsato. Non c’è prova di consumati illeciti",, i più rimasero senza parole, stupiti, di come un noto professore di procedura civile, in tema di Calciopoli, abbia potuto affermare quanto sopra, aggiungendo: "...non si può inseguire quello che non esiste.".
Quando Mario Serio, uno dei cinque membri della Corte Federale presieduta da Sandulli, sempre in data 28 luglio del 2006, dichiarò a Repubblica "...abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo, abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d’onda", i più rimasero a bocca aperta, interdetti, di come un membro della Corte giudicante di Calciopoli abbia potuto affermare quanto sopra, aggiungendo: "...un giudice è un uomo e io credo sia giusto interpretare il diritto."
Quando Massimo Meroni, procuratore aggiunto di Bergamo, in data 16 marzo 2011, in una conferenza stampa dallo stesso indetta ha dichiarato: "...il pm non rappresenta se stesso ma la collettività", i più sono rimasti indifferenti, imperturbabili, di fronte a uomini che disconoscono il loro ruolo e gli articoli della Costituzione, altri, me compreso, si sono scandalizzati del fatto che si possa giungere ad essere rappresentanti della legge senza possedere i basilari, che si possa avere quel tipo di potere pensandosi "rappresentanti della collettività", quella che sentimentalmente uccide dal febbraio del 1992.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1480


 
 
 

L'avvocato Prioreschi: «Palazzi, chiedi il fascicolo»

Post n°4275 pubblicato il 19 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
Il legale: «Può avere una rilevanza sportiva per l’Inter»
TORINO, 19 marzo - Il processo penale che avrebbe dovuto dare un se­guito alle sentenze sportive di Calciopoli arranca. E non solo. A più di due anni dall’inizio della fase dibat­timentale e quando sono trascorsi pochi giorni dalla chiusura della stessa ( con la deposizione controversa di Nucini), si delinea sem­pre più chiaro una quadro generale in netto contrasto con le verità presunte di quel processo sportivo che, in tutta fretta, sulla spinta emotiva di clamorose rive­lazioni, nell’estate del 2006 spedì la Juventus in serie B e ridisegnò le gerarchie del calcio nazionale. Oggi, alla luce di quanto emerso a Napoli, la cosiddetta cu­pola a capo della quale pa­re si trovasse Luciano Moggi, coinvolge in realtà molti altri protagonisti. E continuano a non emergere prove a proposito di pre­sunti sorteggi truccati. « Eppure in quindici giorni di Calciopoli furono taglia­te teste peggio che ai tem­pi di Robespierre... » , ricor­da l’avvocato Maurilio Prioreschi, legale di Moggi.

Avvocato, ora si parla molto di un “fascicolo se­greto”, un documento re­lativo forse a un esposto che l’Inter avrebbe pre­sentato ai giudici già nel 2000 e con il quale, nel ca­so, il club nerazzurro avrebbe violato la clauso­la compromissoria. Lei so­stiene che, a questo pun­to, sarebbe il procuratore federale Stefano Palazzi a dover intervenire?
«Secondo me, se lo facesse, si atterrebbe a quelli che sono i suoi doveri. Perché stiamo parlando di un mo­dello 45, che non contiene notizia di reato, ma se ci ri­feriamo alla legge 401/ 1989 del codice civile, sappiamo anche che gli or­gani della disciplina spor­tiva, ai fini della propria competenza, possono chie­dere copia degli atti del procedimento. E’ accaduto già in altre circostanze, sempre riferite alla specifi­cità della frode sportiva, e se quindi è questa l’inter­pretazione della norma, credo che Palazzi, aldilà del fatto che ci sia o meno una notizia di reato, debba visionare il fascicolo in questione».

Crede che possa emerge­re qualche dettaglio tale da dare forza all’esposto presentato dalla Juventus contro l’assegnazione del­lo scudetto 2006 all’Inter? E da mettere in dubbio Calciopoli?
«Non lo escludo. E comun­que in questo dibattimento sono già emersi comporta­menti riconducibili all’In­ter che gridano vendetta. Allora io dico: Palazzi, chie­di l’acquisizione del fasci­colo e poi vedi... Clausola compromissoria violata? Sinceramente non voglio credere che l’inter abbia potuto commettere un er­rore simile. Ma se qualcosa c’è, serve una verifica. Di­rei che la struttura di calci­poli trema. Qui sono emer­se prove dibattimentali, le stesse dichiarazioni di Fac­chetti junior, quelle di Nu­cini... Il processo di Napoli è andato a rilento, mentre quello sportivo in quindici giorni fece solo vittime... » .

 
 
 

Tuttosport - Toni potrebbe fare da mediatore per Ribery: "Gli ho detto di venire qui...."

Post n°4274 pubblicato il 19 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Come riporta l'edizione odierna di Tuttosport,  la Juventus starebbe lavorando all'arrivo di un nome "eccellente" da regalare al prossimo allenatore, che potrebbe essere Luciano Spalletti: il campione nel mirino dei bianconeri potrebbe essere Franck Ribery (28). Pare ormai certo l'addio a fine stagione della fortissima ala francese, alla Baviera. Sono molte le squadre che starebbero pensando a Ribery, tra cui Real Madrid e Milan. La Juventus avrebbe, in questo caso, un leggero vantaggio rispetto alle rivali: gli ottimi rapporti tra il francese e la punta bianconera Luca Toni (33), potrebbero infatti agevolare la Vecchia Signora, in un trattativa che porterebbe a Torino un giocatore certo di qualità. Toni potrebbe fare da mediatore tra Ribery e la società torinese.
"Sento Ribery - ha ammesso l'attaccante bianconero -. Al Bayern eravamo sempre insieme: lui è simpaticissimo. Ora è tra i più forti al mondo. Gliel'ho detto: dai, vieni qui, raggiungimi. So che ha delle difficoltà, non si trova benissimo...".

 
 
 

     

 

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