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Messaggi del 27/03/2011

DALLA JUVENTUS "BRASILIANA" AD UNA DI QUALITA'?

Post n°4342 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

Krasic, Melo, Aquilani e Marchisio: ecco il quartetto bianconero di centrocampo che ha spinto la Juventus nei primi mesi della stagione verso le zone nobili della classifica. All’alba del confronto con il Parma (6 gennaio 2011) dopo le diciassette giornate disputate sino a quel momento la distanza che separava la Vecchia Signora da Napoli e Lazio, entrambe seconde a pari merito, era di soli due punti. Il Milan, in testa, aveva cinque lunghezze di vantaggio sui bianconeri.

L’Udinese, che Madama annientò con un secco 4-0 in trasferta alla terza gara di questo campionato (19 settembre 2010), aveva otto punti in meno della formazione allenata da Del Neri. Viene da piangere a pensare che attualmente le parti si sono invertite, con la squadra di Guidolin che si ritrova solitaria in quarta posizione ad undici punti di distacco dai torinesi.

In previsione della partita con i ducali Amauri si ripresentò agli ordini del tecnico di Aquileia per cercare di guadagnarsi nuovamente la sua fiducia e quella della società. Per riuscire nell’intento aveva a propria disposizione un mese intero: gennaio, quello della riapertura del calciomercato. Causa infortunio era rimasto lontano dai campi di gioco dal precedente 13 novembre (Juventus-Roma 1-1), quando subentrò a Marchisio ad un quarto d’ora circa dal termine dell’incontro. Del Neri era dubbioso se schierarlo sin dall’inizio: "Probabilmente farò una staffetta tra loro due (Del Piero, ndr). Io penso che Amauri abbia recuperato, l’ho visto dimagrito e in buone condizioni". L’incidente al ginocchio occorso a Quagliarella dopo soli sei minuti impose al tecnico di rivedere i suoi piani, inserendo subito la punta al posto dell’attaccante di Castellammare di Stabia. La successiva espulsione di Melo aprì ufficialmente la crisi juventina, aggravata dai quattro goals con i quali gli ospiti uscirono vittoriosi dallo stadio "Olimpico".

Amauri attualmente gioca proprio nel Parma, mentre il centrocampista brasiliano figura nella lista dei possibili partenti per la prossima stagione. Quella nella quale non saranno ammessi ulteriori fallimenti, dove i tifosi non accetteranno più di sentir parlare di fair play finanziario, etica, bilancio, quotazione in borsa, progetti, introiti provenienti dal nuovo stadio e via dicendo. Si discute molto - come sempre, d’altronde - "intorno" e "dentro" alla Vecchia Signora. Ma si è smesso di vincere. Da anni. Parole (troppe) mai accompagnate dai fatti.

Amauri Carvalho de Oliveira, Felipe Melo Vicente de Carvalho, Diego Ribas da Cunha: la colonia brasiliana della Juventus che iniziò l’avventura nello scorso campionato con Ciro Ferrara in panchina rischia ora di scomparire definitivamente. Prima di ottenere la cittadinanza italiana l’attaccante venne acquistato dalla Juventus nel 2008 per un corrispettivo di circa ventitré milioni di euro (al lordo delle cessioni al Palermo - definitive ed in comproprietà - di Nocerino e Lanzafame).
Alessio Secco e Pantaleo Corvino si incontrarono l’estate successiva a Reggio Emilia per impostare la trattativa che portò Melo alla corte della Vecchia Signora: la cifra concordata fu di venticinque milioni di euro, leggermente abbassata dal successivo passaggio di Marco Marchionni ai viola. Non sembrò vero al direttore sportivo della Fiorentina di avere la possibilità di rivendere il centrocampista acquistato l’anno prima dall’Almeria per soli otto milioni. I bianconeri si ritrovarono così ad avere un mediano preso per fare il regista e pagato (poco) più di un trequartista.
Altri ventiquattro milioni (più "spiccioli") vennero versati nelle casse del Werder Brema per il passaggio di Diego dai tedeschi ai bianconeri. Trascorso un campionato il calciatore ha poi fatto ritorno in Germania, questa volta al Wolfsburg.

Più di settanta milioni di euro spesi in due anni per costruire una Juventus all’insegna del calcio spettacolo: una spina dorsale tutta italiana (la famosa "ItalJuve" ancora in voga) rinforzata da una colonia brasiliana come mai era accaduto in passato. Dal 1897 al 2008 soltanto tredici giocatori provenienti da quella nazione avevano indossato con alterne fortune la maglia bianconera: Pedro Sernagiotto, Leonardo Colella, Bruno Siciliano, Armando Miranda, Nenè, Dino Da Costa, Fernando Josè Puglia, Cinesinho, José Altafini, Julio Cesar, Gladstone, Athirson, Emerson. Poi, in due sessioni di calciomercato estivo ne arrivarono tre.

Del centrocampo titolare della Vecchia Signora di quest’anno Aquilani e lo stesso Melo sono quelli a cui il futuro potrebbe riservare un’esperienza lontana da Torino. L’ex giocatore del Liverpool, dopo un buon avvio di stagione, ha peggiorato il livello delle proprie prestazioni di pari passo con il crescere dei problemi del club di appartenenza. Con l’Italia di Cesare Prandelli, un po’ come capitato per alcuni compagni bianconeri convocati in nazionale, è accaduto il contrario. Intervistato sull’argomento ha risposto: "In azzurro c’è più serenità. E poi, quando giochi con gente di grande qualità, è più facile fare bene".

Quando mancano i risultati è difficile che ci possa essere "serenità", a maggior ragione in un ambiente che negli ultimi cinque anni ne ha dovuto sopportare di tutti i colori. Per quanto concerne la "qualità" bisogna chiedere informazioni a coloro i quali dovranno riportare al più presto la Juventus nelle posizioni che le competono. Nel loro taccuino figura - tra i tanti - il nome di Bastos, giocatore attualmente in forza al Lione. Un brasiliano, il possibile "diciassettesimo" pronto a trasferirsi sotto la Mole (oltre al sogno Neymar). Anche se non conta la nazionalità di chi vestirà nel prossimo futuro la maglia bianconera, quanto l’apporto di pura e vera classe che dovrà fornire alla Vecchia Signora. Perché d’ora in poi sarà vietato sbagliare. E parlare. Da parte di tutti, non solo degli allenatori.
Conterà soltanto tornare a vincere.

 
 
 

Juventus, Conte: "Tante chiacchiere, ora penso solo al Siena"

Post n°4341 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

Antonio Conte nuovo tecnico della Juventus? Non vuole pensarci l'ex centrocampista bianconero, ora alla guida del Siena. Poco fa, Repubblica ha riportato le parole di Conte in merito: "Sono chiacchiere, ci sono abituato - dice Conte - succedeva anche quando era a Bari e ho vinto il campionato, lo prendo come un buon auspicio. Adesso penso solo al Siena. Allenare gente come Krasic o Bastos (possibile acquisto della Juventus, ndr)? Se il presidente Mezzaroma me li compra li alleno volentieri".

 
 
 

Blatter nomina il suo delfino. E' Le Roi...

Post n°4340 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Giacomo Morini

Il Presidente della Fifa Joseph Blatter, dopo aver annunciato nei giorni scorsi la sua nuova candidatura per un eventuale quarto mandato alla presidenza Fifa e aver dichiarato che in ogni caso questa volta sarà l’ultima, ha rilasciato delle dichiarazioni su un suo possibile successore ed erede nella persona del Presidente Uefa Michel Platini, mostrandosi possibilista: "Platini desidera candidarsi alla presidenza della Fifa nel 2015 – ha detto Blatter - Sente di avere la capacità di fare questo passo avanti". Meno entusiasta e deciso è sembrato Blatter sulla proposta di Platini di giocare i Mondiali del 2022, in programma in Qatar in inverno: "Credo che si debba giocare in condizioni climatiche ottimali - ha spiegato - In occasione dell'ultimo Comitato esecutivo abbiamo deciso di adottare un nuovo calendario internazionale (che entrerebbe in vigore dal 2014). È una cosa che stiamo studiando e a cui stiamo lavorando ma non abbiamo ancora finito".

 
 
 

Neymar, che show col Brasile: doppietta alla Scozia...

Post n°4339 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
Il giovane talento del Santos regala spettacolo sotto gli occhi di Paratici, osservatore Juve
LONDRA, 27 marzo - Il Brasile ha battuto 2-0 la Scozia in un'amichevole giocata all'Emirates Stadium di Londra. Grande prestazione per Neymar, vero protagonista della sfida, autore di una splendida doppietta: al 38' pt e al 32' st (calcio di rigore). Buone prestazioni anche per Julio Cesar, Lucio e Thiago Silva che non hanno subito infortuni e dunque saranno a disposizione di Leonardo e Allegri per il derby di sabato prossimo. Neymar ha dato spettacolo sotto gli occhi di Fabio Paratici, respon­sabile dell’a­rea tecnica bianconera in tribuna all'Emirates.

TABELLINO - Brasile-Scozia 2-0 (1-0) in un'amichevole giocata a Londra all'Emirates Stadium. Brasile (4-4-2): Julio Cesar; Daniel Alves, Lucio, Thiago Silva, Andrè Santos; Lucas Leiva (41' st Sandro), Ramires, Elano (36' st Elias), Jadson (26' st Lucas); Neymar (44' st Renato Augusto), Leandro Damiao (33' st Jonas). All.: Menezes. Scozia (4-5-1): McGregor; Hutton, Berra (27' st Wilson), Caldwell, Whittaker (19' st Commons); Crainey, Mc Arthur (11' st Bannan), Brown, Adam (32' st Snodgrass), Morrison (47' st Cowie); Miller (41' st Mackail-Smith). All.: Levein. Arbitro: Webb (Inghilterra) Reti: nel pt 41' Neymar; nel st 31' Neymar (rigore).

 
 
 

AQUILANI: "Se segno alla Roma non esulto. Dobbiamo salvare il salvabile, saranno otto finali per noi"

Post n°4338 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Alberto Aquilani, centrocampista della Juve in prestito dal Liverpool con diritto di riscatto in favore dei bianconeri, parla della squadra di Del Neri, della Roma, prossima avversaria del club bianconero ed ex squadra del calciatore romano di nascita, e del suo futuro dal ritiro della nazionale azzurra a Coverciano, dove il commissario tecnico Cesare Prandelli sta preparando la sfida di martedi sera con l'Ucraina. In primo luogo Aquilani si sofferma sulla Juve: "Alla Juventus abbiamo tanti giocatori forti e un ottimo allenatore. Abbiamo solo bisogno di tempo e vivremo queste ultime otto partite come se fossero delle finali. Dovremo salvare il salvabile e onorare la maglia, anche se al momento manca serenità e tranquillità". In seguito, il giocatore si sofferma sulla Roma, prossima avversaria della Juve, e sulla sua esperienza in giallorosso: "Non mi sono mai sentito scaricato dalla Roma, in quel periodo capii che non c’era più spazio per me. Non ho nostalgia della Roma, ho nostalgia della mia famiglia e degli amici che vivono a Roma. Se farò gol non esulterò, dal pubblico mi aspetto affetto ma non so se arriverà. Totti? E’ sempre Totti e mi spaventa sempre anche quando si dice che non sta bene. Montella? Sin da quando giocava si capiva che aveva le idee chiare, non è un caso che stia facendo bene come allenatore”. Infine, un pensiero sul suo futuro, ancora piuttosto incerto, e diviso tra l'Italia e l'Inghilterra: "Non ho avuto nessun contatto, nè con i dirigenti del Liverpool, nè con quelli della Juventus. C’è un accordo, sapevo di essere solo in prestito e che a maggio si sarebbero tirate le somme ma ho vissuto questi mesi senza ossessione e sono tranquillo sul mio futuro”.

 
 
 

Briatore a Tuttosport: "Cara Juve, mancano i milioni. La Famiglia non è più quella di una volta.

Post n°4337 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

 Difficilmente torneranno certi fasti del passato"
L'ex manager Renault pessimista sul futuro bianconero: "Bisogna puntare ad una dimensione simile a quella dell'Udinese o della Fiorentina".
© foto di Daniele Buffa/Image sport

Flavio Briatore, ex team manager della Renault Formula 1 e grande tifoso della Juventus, esprime il proprio pensiero sul momento bianconero in un'intervista concessa a Tuttosport: "Penso che Andrea Agnelli stia lavorando bene, considerando la situazione che ha trovato. Rispetto alla Juve di Capello, manca un tesoretto di centinaia di milioni. La rifondazione è un processo lungo. Se lo stadio di proprietà aiuterà? Certo. Ma a fronte di maggiori entrate ci saranno anche maggiori spese. Il mio umore di tifoso? Noi juventini dobbiamo pensare che difficilmente torneranno certi fasti del passato. La 'Famiglia' non è più quella dei tempi dell'Avvocato o del papà di Andrea. E anche la città, comprese le sue potenzialità, non è più quella. Allora c'era il cuore pulsante della Fiat e un formidabile indotto. Più la forza finanziaria delle banche cittadine. Oggi è tutto diverso. Quindi non penso che si potrà raggiungere in fretta il livello delle milanesi. Bisogna puntare ad una dimensione simile a quella dell'Udinese o della Fiorentina".

 
 
 

Lettera aperta al cronista Italo Cucci...

Post n°4336 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Egregio Direttore Italio Cucci,

Mi permetta innanzi tutto di ringraziarla e di sentirmi lusingato nel sapere che ha la bontà di leggere i miei articoli (di fattura estremamente dilettantesca) che vengono pubblicati su questo sito, ma ancor di più mi fa piacere sapere che anche Lei è un frequentatore di GLMDJ e questo, senza dubbio, è merito della redazione e delle persone che da anni si dedicano a questa causa.

Dr. Cucci nella puntata di Domenica 20.03.11 lei mi ha mandato un messaggio diretto, rammentando un articolo di un po' di tempo fa nel quale le feci rilevare che le sue, ma non solo le sue, critiche nei confronti dell'operato di Gigi Delneri contribuiscono a formare una sorta di "sentimento popolare" simile a quello tristemente noto che portò nel 2006 alla condanna della Juventus per il reato di "illecito strutturato", che se qualch'uno avrà la bontà di spiegarmi cosa significhi gliene sarò eternamente riconoscente per il resto dei miei giorni. Rispondendomi mi ha fatto notare che lei è un semplice cronista e come tale si limita a riportare dei fatti. Mi sono preso alcuni giorni per riflettere, perchè c'era -e continua ad esserci- qualche cosa che non mi convince nella sua affermazione.

Un cronista scrupoloso, penso, dovrebbe dar conto al pubblico degli eventi importanti che riguardano il calcio italiano, sopratutto in una trasmissione come "La giostra dei gol" che si rivolge a noi italiani all'estero; allora perchè, da cronista scrupoloso, non informa noi "espatriati" di quello che sta succedendo nell'aula del Tribunale di Napoli dove si sta celebrando il processo Peanale relativo ai fatti di Farsopoli? Questo Dr. Cucci mi pare doveroso da parte sua dal momento che nel 2006 subito si schierò con i “colpevolisti”. Non dubito che lo fece per dovere di cronaca, lo stesso dovere di cronaca che, però, dovrebbe muoverla oggi per far conoscere che oltre a quelle della Juventus, di Giraudo e di Moggi (se ci sono) stanno emergendo responsabilità di altre società e di altri personaggi, fino ad oggi definiti e definitisi onesti.

Ma torniamo al calcio giocato; Dr. Cucci, io credo che lei abbia tutto il diritto di criticare la Juventus e Delneri se questo è il suo pensiero, le rammento, però, che durante la prima parte della stagione lei ha più volte detto che la Juventus doveva assimilare la mentalità di Delneri, lo stesso Delneri che oggi giudica inadeguato per la Juventus. Direttore se il dovere di cronaca la obbliga a giudicare in base ai risultati mi sta bene e lo accetto. Però lo stesso dovere di cronaca richiederebbe un’analisi più approfondita che mi permetto di suggerirle.

Sono ormai tre stagioni e quattro diversi allenatori che fanno precipitare la Juventus dopo la sosta natalizia in crisi senza senso; il cronista dovrebbe sottolineare questa “anomalia”. Non crede, senza voler fare della dietrologia, che il fenomeno è perlomeno strano? Non crede, Dr. Cucci, che un cronista attento dovrebbe rimarcare l'anomalia di Farsopoli e delle sue conseguenze sportive e non? Il 24.03.2011 l'ha fatto addirittura il cronista Sconcerti.

Dr. Cucci, lei e molti suoi colleghi avete a disposizione un mezzo potentissimo che è la televisione, e spesso ho il sospetto che questo mezzo venga usato da voi per canalizzare o per formare quello stesso “sentimento popolare” che fatale fu alla Juventus nell'estate del 2006. La stimo e ritengo che sia una persona intelligente e credo che sarebbe offensivo per lei se pensassi che lei fosse davvero convinto che le radici della crisi della Juventus fosse solo Delneri. Dr. Cucci, io credo piuttosto che per lei come per altri “osservatori” del mondo pallonaro italiano scagliarsi contro Delneri sia il mezzo per “colpire” altri.

Le vorrei ricordare il sarcasmo con il quale accolse un anno fa la nomina di Andrea Agnelli alla Presidenza della Juventus; con il senno di poi, non è che lei (ma anche altri) sta approfittando del momento assolutamente negativo della Juventus per cercare di delegittimare chi chiede giustizia? Per dovere di cronaca, perchè non si domanda a chi giovano questi crolli nella seconda parte delle ultime tre stagioni? Non crede che sarebbe interessante per il cronista raccontare questo? E non dovrebbe essere dovere di cronaca ricordare agli italiani all’estero che sono passati più di 300 giorni da quando Andrea Agnelli ha chiesto la revoca dello scudetto di cartone dell'Inter senza aver ancora ottenuto una risposta in merito nonostante le verità emerse a Napoli? Anche questa è cronaca caro Direttore.

Dr. Cucci, lei ed i suoi colleghi cronisti avete a disposizione platee enormi ed è molto facile creare il consenso o il dissenso. Noi abbiamo a disposizione solo un piccolo sito in internet per cercare di analizzare le cause ed evidenziarne le anomalie. Però ricordi, Dr. Cucci, che Davide alla fine ebbe la meglio su Golia.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1496


 
 
 

Juve, c'è il piano per prendere Clichy..

Post n°4335 pubblicato il 27 Marzo 2011 da nadir63l
 

 
I bianconeri tornano forte sul terzino dell’Arsenal. Prima ci ha provato Bettega, poi Marotta: la richiesta, però, era di 15 milioni. Ora i bianconeri possono sfruttare l’amicizia di Paratici con Grimaldi, collaboratore di Wenger
LONDRA, 27 marzoE’ una festa a sorpresa quel­la brasileira della Juve. La missione di Fabio Paratici a Londra (a chi si fosse perso le precedenti puntate, ricordiamo che l’uomo mercato bianconero oggi sarà in tribuna all’Emirates per seguire Bra­sile- Scozia) non è infatti orientata sol­tanto a trarre ulteriori indicazioni sulla qualità di Neymar e Lucas, i due ragaz­zotti paulisti che mezzo mondo (quello ricco), Juve compresa, segue e magari in­segue. Il coordinatore dell’area tecnica bianconera in realtà si è mosso verso l’Inghilterra con una doppia finalità e la parte nascosta, va da sé, potrebbe esse­re quella destinata a dare i frutti spera­ti. La Juve è infatti tornata con decisio­ne assoluta su Gael Clichy, il terzino si­nistro dell’Arsenal che - come siamo sta­ti in grado di ricostruire - un anno fa riu­scì nell’impresa invero clamorosa di met­tere d’accordo Roberto Bettega (cioè la dirigenza vecchia) e Beppe Marotta (quella nuova). Nel giro di tre mesi, in­fatti, entrambi provarono a sfilare il francese ad Arsene Wenger, senza riu­scirci. La trattativa però è ripartita e, co­me vedremo, su basi che la rendono de­cisamente più semplice rispetto a dodici mesi fa.

BUFFON E CLICHY - La missione londi­nese di Bettega risale allo scorso mese di aprile e curiosamente coincise con i gior­ni in cui maturò il ribaltone societario (a dimostrazione di come l’operazione de­cisa da John Elkann e Andrea Agnelli sorprese un po’ tutti, perlomeno nella tempistica). In realtà si trattò di una doppia missione, perché Bettega si recò anche a Manchester per incontrare Alex Ferguson al fine di valutare se vi fosse­ro le condizioni per cedere Gigi Buffon allo United. Una manovra di cui il por­tiere venne presto a conoscenza. Infatti i lettori più attenti ricorderanno le di­chiarazioni sibilline in merito al proprio futuro rilasciate da Buffon nelle ultime giornate dello scorso campionato. Quan­to a Clichy, Bettega e i suoi collaborato­ri si sentirono chiedere da Arsene Wen­ger una cifra attorno ai 12 milioni, men­tre il giocatore, assistito nella circostan­za dal padre, fece presente di aspettarsi un ingaggio da 3,5 milioni netti a stagio­ne. La trattativa a quel punto si chiuse bruscamente e non perché mancassero margini per portarla a buon fine. Sem­plicemente, come già sottolineato, al ri­torno in Italia per Bettega si chiuse la seconda esperienza dirigenziale in bian­conero.

CLICHY BIS - A questo punto passiamo a fine agosto, quando attraverso un noto mediatore internazionale la Juve tornò alla carica con Wenger per avere Clichy. Parliamo degli ultimi, frenetici, giorni del mercato juventino targato Marotta. La risposta del tecnico alsaziano ancora una volta non fu negativa, anzi. Wenger si disse disponibile a cedere il suo conna­zionale, alzando però la posta a 15 milio­ni (nel calcio chi ha merce pregiata in vetrina a fine agosto non la svende). Troppi per la Juve, che rinunciò. A quel punto nelle pieghe della trattativa uscì il prestito di Armand Traorè. Ma ancora una volta, lo ripetiamo, il vero obiettivo bianconero era Clichy.

 
 
 

     

 

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