LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 27/03/2011
Krasic, Melo, Aquilani e Marchisio: ecco il quartetto bianconero di centrocampo che ha spinto la Juventus nei primi mesi della stagione verso le zone nobili della classifica. All’alba del confronto con il Parma (6 gennaio 2011) dopo le diciassette giornate disputate sino a quel momento la distanza che separava la Vecchia Signora da Napoli e Lazio, entrambe seconde a pari merito, era di soli due punti. Il Milan, in testa, aveva cinque lunghezze di vantaggio sui bianconeri. L’Udinese, che Madama annientò con un secco 4-0 in trasferta alla terza gara di questo campionato (19 settembre 2010), aveva otto punti in meno della formazione allenata da Del Neri. Viene da piangere a pensare che attualmente le parti si sono invertite, con la squadra di Guidolin che si ritrova solitaria in quarta posizione ad undici punti di distacco dai torinesi. In previsione della partita con i ducali Amauri si ripresentò agli ordini del tecnico di Aquileia per cercare di guadagnarsi nuovamente la sua fiducia e quella della società. Per riuscire nell’intento aveva a propria disposizione un mese intero: gennaio, quello della riapertura del calciomercato. Causa infortunio era rimasto lontano dai campi di gioco dal precedente 13 novembre (Juventus-Roma 1-1), quando subentrò a Marchisio ad un quarto d’ora circa dal termine dell’incontro. Del Neri era dubbioso se schierarlo sin dall’inizio: "Probabilmente farò una staffetta tra loro due (Del Piero, ndr). Io penso che Amauri abbia recuperato, l’ho visto dimagrito e in buone condizioni". L’incidente al ginocchio occorso a Quagliarella dopo soli sei minuti impose al tecnico di rivedere i suoi piani, inserendo subito la punta al posto dell’attaccante di Castellammare di Stabia. La successiva espulsione di Melo aprì ufficialmente la crisi juventina, aggravata dai quattro goals con i quali gli ospiti uscirono vittoriosi dallo stadio "Olimpico". Amauri attualmente gioca proprio nel Parma, mentre il centrocampista brasiliano figura nella lista dei possibili partenti per la prossima stagione. Quella nella quale non saranno ammessi ulteriori fallimenti, dove i tifosi non accetteranno più di sentir parlare di fair play finanziario, etica, bilancio, quotazione in borsa, progetti, introiti provenienti dal nuovo stadio e via dicendo. Si discute molto - come sempre, d’altronde - "intorno" e "dentro" alla Vecchia Signora. Ma si è smesso di vincere. Da anni. Parole (troppe) mai accompagnate dai fatti. Amauri Carvalho de Oliveira, Felipe Melo Vicente de Carvalho, Diego Ribas da Cunha: la colonia brasiliana della Juventus che iniziò l’avventura nello scorso campionato con Ciro Ferrara in panchina rischia ora di scomparire definitivamente. Prima di ottenere la cittadinanza italiana l’attaccante venne acquistato dalla Juventus nel 2008 per un corrispettivo di circa ventitré milioni di euro (al lordo delle cessioni al Palermo - definitive ed in comproprietà - di Nocerino e Lanzafame). Più di settanta milioni di euro spesi in due anni per costruire una Juventus all’insegna del calcio spettacolo: una spina dorsale tutta italiana (la famosa "ItalJuve" ancora in voga) rinforzata da una colonia brasiliana come mai era accaduto in passato. Dal 1897 al 2008 soltanto tredici giocatori provenienti da quella nazione avevano indossato con alterne fortune la maglia bianconera: Pedro Sernagiotto, Leonardo Colella, Bruno Siciliano, Armando Miranda, Nenè, Dino Da Costa, Fernando Josè Puglia, Cinesinho, José Altafini, Julio Cesar, Gladstone, Athirson, Emerson. Poi, in due sessioni di calciomercato estivo ne arrivarono tre. Del centrocampo titolare della Vecchia Signora di quest’anno Aquilani e lo stesso Melo sono quelli a cui il futuro potrebbe riservare un’esperienza lontana da Torino. L’ex giocatore del Liverpool, dopo un buon avvio di stagione, ha peggiorato il livello delle proprie prestazioni di pari passo con il crescere dei problemi del club di appartenenza. Con l’Italia di Cesare Prandelli, un po’ come capitato per alcuni compagni bianconeri convocati in nazionale, è accaduto il contrario. Intervistato sull’argomento ha risposto: "In azzurro c’è più serenità. E poi, quando giochi con gente di grande qualità, è più facile fare bene". Quando mancano i risultati è difficile che ci possa essere "serenità", a maggior ragione in un ambiente che negli ultimi cinque anni ne ha dovuto sopportare di tutti i colori. Per quanto concerne la "qualità" bisogna chiedere informazioni a coloro i quali dovranno riportare al più presto la Juventus nelle posizioni che le competono. Nel loro taccuino figura - tra i tanti - il nome di Bastos, giocatore attualmente in forza al Lione. Un brasiliano, il possibile "diciassettesimo" pronto a trasferirsi sotto la Mole (oltre al sogno Neymar). Anche se non conta la nazionalità di chi vestirà nel prossimo futuro la maglia bianconera, quanto l’apporto di pura e vera classe che dovrà fornire alla Vecchia Signora. Perché d’ora in poi sarà vietato sbagliare. E parlare. Da parte di tutti, non solo degli allenatori. |
Antonio Conte nuovo tecnico della Juventus? Non vuole pensarci l'ex centrocampista bianconero, ora alla guida del Siena. Poco fa, Repubblica ha riportato le parole di Conte in merito: "Sono chiacchiere, ci sono abituato - dice Conte - succedeva anche quando era a Bari e ho vinto il campionato, lo prendo come un buon auspicio. Adesso penso solo al Siena. Allenare gente come Krasic o Bastos (possibile acquisto della Juventus, ndr)? Se il presidente Mezzaroma me li compra li alleno volentieri". |
Il Presidente della Fifa Joseph Blatter, dopo aver annunciato nei giorni scorsi la sua nuova candidatura per un eventuale quarto mandato alla presidenza Fifa e aver dichiarato che in ogni caso questa volta sarà l’ultima, ha rilasciato delle dichiarazioni su un suo possibile successore ed erede nella persona del Presidente Uefa Michel Platini, mostrandosi possibilista: "Platini desidera candidarsi alla presidenza della Fifa nel 2015 – ha detto Blatter - Sente di avere la capacità di fare questo passo avanti". Meno entusiasta e deciso è sembrato Blatter sulla proposta di Platini di giocare i Mondiali del 2022, in programma in Qatar in inverno: "Credo che si debba giocare in condizioni climatiche ottimali - ha spiegato - In occasione dell'ultimo Comitato esecutivo abbiamo deciso di adottare un nuovo calendario internazionale (che entrerebbe in vigore dal 2014). È una cosa che stiamo studiando e a cui stiamo lavorando ma non abbiamo ancora finito". |
Il giovane talento del Santos regala spettacolo sotto gli occhi di Paratici, osservatore Juve LONDRA, 27 marzo - Il Brasile ha battuto 2-0 la Scozia in un'amichevole giocata all'Emirates Stadium di Londra. Grande prestazione per Neymar, vero protagonista della sfida, autore di una splendida doppietta: al 38' pt e al 32' st (calcio di rigore). Buone prestazioni anche per Julio Cesar, Lucio e Thiago Silva che non hanno subito infortuni e dunque saranno a disposizione di Leonardo e Allegri per il derby di sabato prossimo. Neymar ha dato spettacolo sotto gli occhi di Fabio Paratici, responsabile dell’area tecnica bianconera in tribuna all'Emirates. TABELLINO - Brasile-Scozia 2-0 (1-0) in un'amichevole giocata a Londra all'Emirates Stadium. Brasile (4-4-2): Julio Cesar; Daniel Alves, Lucio, Thiago Silva, Andrè Santos; Lucas Leiva (41' st Sandro), Ramires, Elano (36' st Elias), Jadson (26' st Lucas); Neymar (44' st Renato Augusto), Leandro Damiao (33' st Jonas). All.: Menezes. Scozia (4-5-1): McGregor; Hutton, Berra (27' st Wilson), Caldwell, Whittaker (19' st Commons); Crainey, Mc Arthur (11' st Bannan), Brown, Adam (32' st Snodgrass), Morrison (47' st Cowie); Miller (41' st Mackail-Smith). All.: Levein. Arbitro: Webb (Inghilterra) Reti: nel pt 41' Neymar; nel st 31' Neymar (rigore). |
Alberto Aquilani, centrocampista della Juve in prestito dal Liverpool con diritto di riscatto in favore dei bianconeri, parla della squadra di Del Neri, della Roma, prossima avversaria del club bianconero ed ex squadra del calciatore romano di nascita, e del suo futuro dal ritiro della nazionale azzurra a Coverciano, dove il commissario tecnico Cesare Prandelli sta preparando la sfida di martedi sera con l'Ucraina. In primo luogo Aquilani si sofferma sulla Juve: "Alla Juventus abbiamo tanti giocatori forti e un ottimo allenatore. Abbiamo solo bisogno di tempo e vivremo queste ultime otto partite come se fossero delle finali. Dovremo salvare il salvabile e onorare la maglia, anche se al momento manca serenità e tranquillità". In seguito, il giocatore si sofferma sulla Roma, prossima avversaria della Juve, e sulla sua esperienza in giallorosso: "Non mi sono mai sentito scaricato dalla Roma, in quel periodo capii che non c’era più spazio per me. Non ho nostalgia della Roma, ho nostalgia della mia famiglia e degli amici che vivono a Roma. Se farò gol non esulterò, dal pubblico mi aspetto affetto ma non so se arriverà. Totti? E’ sempre Totti e mi spaventa sempre anche quando si dice che non sta bene. Montella? Sin da quando giocava si capiva che aveva le idee chiare, non è un caso che stia facendo bene come allenatore”. Infine, un pensiero sul suo futuro, ancora piuttosto incerto, e diviso tra l'Italia e l'Inghilterra: "Non ho avuto nessun contatto, nè con i dirigenti del Liverpool, nè con quelli della Juventus. C’è un accordo, sapevo di essere solo in prestito e che a maggio si sarebbero tirate le somme ma ho vissuto questi mesi senza ossessione e sono tranquillo sul mio futuro”. |
Difficilmente torneranno certi fasti del passato" L'ex manager Renault pessimista sul futuro bianconero: "Bisogna puntare ad una dimensione simile a quella dell'Udinese o della Fiorentina". Flavio Briatore, ex team manager della Renault Formula 1 e grande tifoso della Juventus, esprime il proprio pensiero sul momento bianconero in un'intervista concessa a Tuttosport: "Penso che Andrea Agnelli stia lavorando bene, considerando la situazione che ha trovato. Rispetto alla Juve di Capello, manca un tesoretto di centinaia di milioni. La rifondazione è un processo lungo. Se lo stadio di proprietà aiuterà? Certo. Ma a fronte di maggiori entrate ci saranno anche maggiori spese. Il mio umore di tifoso? Noi juventini dobbiamo pensare che difficilmente torneranno certi fasti del passato. La 'Famiglia' non è più quella dei tempi dell'Avvocato o del papà di Andrea. E anche la città, comprese le sue potenzialità, non è più quella. Allora c'era il cuore pulsante della Fiat e un formidabile indotto. Più la forza finanziaria delle banche cittadine. Oggi è tutto diverso. Quindi non penso che si potrà raggiungere in fretta il livello delle milanesi. Bisogna puntare ad una dimensione simile a quella dell'Udinese o della Fiorentina". |
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I bianconeri tornano forte sul terzino dell’Arsenal. Prima ci ha provato Bettega, poi Marotta: la richiesta, però, era di 15 milioni. Ora i bianconeri possono sfruttare l’amicizia di Paratici con Grimaldi, collaboratore di Wenger LONDRA, 27 marzo - E’ una festa a sorpresa quella brasileira della Juve. La missione di Fabio Paratici a Londra (a chi si fosse perso le precedenti puntate, ricordiamo che l’uomo mercato bianconero oggi sarà in tribuna all’Emirates per seguire Brasile- Scozia) non è infatti orientata soltanto a trarre ulteriori indicazioni sulla qualità di Neymar e Lucas, i due ragazzotti paulisti che mezzo mondo (quello ricco), Juve compresa, segue e magari insegue. Il coordinatore dell’area tecnica bianconera in realtà si è mosso verso l’Inghilterra con una doppia finalità e la parte nascosta, va da sé, potrebbe essere quella destinata a dare i frutti sperati. La Juve è infatti tornata con decisione assoluta su Gael Clichy, il terzino sinistro dell’Arsenal che - come siamo stati in grado di ricostruire - un anno fa riuscì nell’impresa invero clamorosa di mettere d’accordo Roberto Bettega (cioè la dirigenza vecchia) e Beppe Marotta (quella nuova). Nel giro di tre mesi, infatti, entrambi provarono a sfilare il francese ad Arsene Wenger, senza riuscirci. La trattativa però è ripartita e, come vedremo, su basi che la rendono decisamente più semplice rispetto a dodici mesi fa. BUFFON E CLICHY - La missione londinese di Bettega risale allo scorso mese di aprile e curiosamente coincise con i giorni in cui maturò il ribaltone societario (a dimostrazione di come l’operazione decisa da John Elkann e Andrea Agnelli sorprese un po’ tutti, perlomeno nella tempistica). In realtà si trattò di una doppia missione, perché Bettega si recò anche a Manchester per incontrare Alex Ferguson al fine di valutare se vi fossero le condizioni per cedere Gigi Buffon allo United. Una manovra di cui il portiere venne presto a conoscenza. Infatti i lettori più attenti ricorderanno le dichiarazioni sibilline in merito al proprio futuro rilasciate da Buffon nelle ultime giornate dello scorso campionato. Quanto a Clichy, Bettega e i suoi collaboratori si sentirono chiedere da Arsene Wenger una cifra attorno ai 12 milioni, mentre il giocatore, assistito nella circostanza dal padre, fece presente di aspettarsi un ingaggio da 3,5 milioni netti a stagione. La trattativa a quel punto si chiuse bruscamente e non perché mancassero margini per portarla a buon fine. Semplicemente, come già sottolineato, al ritorno in Italia per Bettega si chiuse la seconda esperienza dirigenziale in bianconero. CLICHY BIS - A questo punto passiamo a fine agosto, quando attraverso un noto mediatore internazionale la Juve tornò alla carica con Wenger per avere Clichy. Parliamo degli ultimi, frenetici, giorni del mercato juventino targato Marotta. La risposta del tecnico alsaziano ancora una volta non fu negativa, anzi. Wenger si disse disponibile a cedere il suo connazionale, alzando però la posta a 15 milioni (nel calcio chi ha merce pregiata in vetrina a fine agosto non la svende). Troppi per la Juve, che rinunciò. A quel punto nelle pieghe della trattativa uscì il prestito di Armand Traorè. Ma ancora una volta, lo ripetiamo, il vero obiettivo bianconero era Clichy. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14