LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 04/04/2011
I bianconeri oggi hanno usufruito di una giornata di relax dopo la bella vittoria di domenica sera all' Olimpico contro gli uomini di Montella che ora in classifica distano solo due lunghezze. Da martedì si riprenderanno gli allenamenti in vista della gara interna di domenica alle 12.30 contro il Genoa. L'allenamento si svolgerà di pomeriggio e sarà il primo dei due che sarà effettuato dopo pranzo. Il secondo è previsto per sabato, giorno di vigilia del match casalingo. Mercoledì, giovedì e venerdì i bianconeri si alleneranno in mattinata. Come riportato sul sito ufficiale della Juve prenderà sicuramente parte agli allenamenti e quindi sarà disponibile per il match di domenica anche il numero 1 Gigi Buffon. |
Siamo una squadra e in questo periodo difficile lo stiamo dimostrando. Ma non basta..." Dal suo sito ufficiale Alessandro Del Piero commenta la vittoriosa partita di ieri sera e spiega il suo stato d'animo vista la forzata assenza all'Olimpico: "Devo dire che prima della partita “rosicavo” (termine perfetto, dato che abbiamo giocato a Roma…) e non poco perché ci tenevo davvero a essere in campo con i miei compagni - scrive il numero 10 juventino -. Purtroppo questo piccolo incidente di percorso che mi ha fermato me lo ha impedito… Ma dopo la partita, ragazzi, mi sono sentito molto molto meglio! La vittoria di ieri è stata importantissima per il nostro cammino di ripresa. Ci siamo imposti su un campo difficile contro un ottimo avversario. Siamo una squadra e in questo periodo difficile lo stiamo dimostrando. Ma ovviamente non basta, non possiamo e non dobbiamo fermarci. Ci sono ancora sette tappe per terminare il nostro viaggio come tutti vogliamo che finisca…". |
Fonte: di Filippo Merli per generazioneditalenti.com Il segreto è la valvola. Cristian Pasquato sistema il pallone con cura per colpire il punto esatto. “Prima di tirare una punizione - ha raccontato tempo fa alla Gazzetta dello Sport - metto la palla così, con la valvola rivolta verso l’alto per dare l’effetto. Ma è più un fatto mentale: a volte in allenamento non ci faccio caso e mi riescono lo stesso”. Le hanno calciate in tutti i modi: a foglia morta, con le tre dita, sopra la barriera, sotto la barriera, a scendere, a giro, di potenza, di precisione, con l’effetto Magnus reso famoso da una telecronaca di Fabio Caressa dopo un gol di Pirlo. Ognuno al suo stile e spesso lo stile fa scuola: allora ecco la punizione alla Beckham, alla Roberto Carlos, alla Ronaldinho, alla Zico, alla Mihajlovic, alla Juninho, alla Cristiano Ronaldo. Pasquato è cresciuto con quella alla Del Piero. L’ha osservato in allenamento, quando Alex si divertiva a superare le sagome e a metterla all’incrocio, l’ha studiato, ha preso spunto da quelle parabole e ha inventato la punizione alla Pasquato. “Finora - dice a Generazioneditalenti.com - quelle vincenti sono sei: i calci da fermo restano la mia specialità”. Il fantasista del Modena, 21 anni, è stato il grande protagonista della sfida alla rappresentativa serba che si è giocata mercoledì scorso a Sassuolo. Questa è davvero un’Italia di serie B: nella squadra di Massimo Piscedda - che al Ricci ha vinto 2-0 - giocano i migliori giovani della serie cadetta, da Bonaventura a Mendicino, da Viola a Mazzarani, compagno di squadra di Pasquato. “Per noi giovani - continua Cristian, che sabato ha segnato la rete decisiva al Livorno - la B Italia è una grande vetrina. Ci dà la possibilità di metterci in mostra e di confrontarci con i pari età di altre nazioni”. Al Ricci erano presenti diversi osservatori, televisioni, inviati dei giornali e altri addetti ai lavori. “Per noi giovani è davvero un’occasione importante, un’opportunità da sfruttare”. Il ritornello è sempre quello: cultura dei giovani, valorizzazione dei vivai, nuove generazioni da crescere e svezzare sui campi di serie A. Oggi, però, pochi ragazzi hanno il posto fisso nella massima categoria. Il precariato esiste anche nel pallone e costringe i giovani a scendere di categoria per giocare con la giusta continuità. “In Italia - spiega Pasquato - siamo svantaggiati rispetto ad altri Paesi, dove giocatori di 17-18 anni sono stabilmente nella rosa della prima squadra e, se dimostrano di avere testa e qualità, a 20 anni sono titolari”. Qui, invece, si punta sull’usato sicuro. “Spesso il giocatore d’esperienza viene preferito al giovane per raggiungere risultati immediati. Vincere è la cosa più importante, ma è difficile che per farlo un allenatore punti su una squadra composta da soli giovani. Ho fatto due ritiri con la Juve e mi sono trovato benissimo. Se metti un giovane tra dieci campioni è difficile che sbagli la partita, tanto è concentrato e determinato a fare bene. Può sbagliare un passaggio, può fallire un gol, ma darà tutto in ogni gara. Ecco, servirebbe maggiore fiducia nei ragazzi”. Domanda marzulliana: meglio fare panchina in una grande squadra o giocare con continuità in B? “Per un giovane è fondamentale giocare. Certo, stare in gruppo con grandi giocatori è importante, puoi imparare qualcosa di nuovo in ogni allenamento, ma ciò che conta di più è stare in campo il giorno della partita”. Meglio la gavetta, allora. “Un paio d’anni in serie B o in Lega Pro possono essere molto costruttivi per un giovane”. Cesare Prandelli ha proposto di far partecipare l’Under 21 al campionato di serie B. “Premetto che non conosco i dettagli e il regolamento, ma potrebbe essere un progetto interessante”. Lewis Holtby, il ventunenne tedesco che ha segnato una doppietta alla squadra di Ferrara nell’amichevole di Kassel, gioca titolare nel Mainz, la squadra rivelazione della Bundesliga. Molti giocatori dell’Under 21 azzurra, invece, sono panchinari con poche presenze all’attivo. “Basta pensare alla Germania Under 21 che affrontò l’Italia un paio d’anni fa. Oggi gran parte di quei giocatori formano la nazionale maggiore che è arrivata terza al Mondiale sudafricano...”. Prandelli ci prova. Il tacco di Giovinco per il gol di Matri, nell’amichevole con l’Ucraina, ha evidenziato ancora una volta l’intenzione del citì di ringiovanire e rifondare. Alla fine della stagione Pasquato, che come Giovinco è in prestito dalla Juve, potrebbe tornare a Torino, anche se i giornali parlano già di un possibile trasferimento a Cagliari nell’ambito dell’affare Matri. “La Juve è il mio sogno. Devo tantissimo alla società bianconera, mi ha formato sia come persona sia come giocatore. So che non è facile, ma un giorno mi piacerebbe ricambiare”. Cristian ha ancora il poster di Del Piero appeso alla parete. Sono entrambi veneti, sono cresciuti nel Padova e sono entrambi fantasisti: le coincidenze alimentano il paragone. “Alex è il mio idolo. Ho avuto la fortuna di allenarmi spesso con lui, è un grande esempio, soprattutto come uomo. Persona splendida e fuoriclasse assoluto”. Cristian si diverte a superare le sagome e a mettere il pallone all’incrocio, come faceva Del Piero. I ragazzini del Modena provano a imitare la punizione alla Pasquato. |
Il centrocampista bianconero: «Il mio futuro? A breve si conoscerà. Per ora penso solo a finire bene la stagione e dare tutto per il club che mi ha dato l’occasione di tornare in Italia e di rivestire l'azzurro» TORINO, 4 aprile - Per una volta, Alberto Aquilani ha dovuto festeggiare una sconfitta della sua Roma. Merito del colpo della Juventus che, per la terza volta di fila, ha espugnato la casa giallorossa. Il giorno dopo il 2-0 all’Olimpico, il centrocampista ha trascorso il lunedì nella sua città natale. Tanto relax, ma anche l’occasione per un incontro speciale: quello con gli amici dello Juventus Club Rai. A margine dell’incontro, come riporta il sito ufficiale del club bianconero, Alberto ha parlato con i cronisti. Il primo pensiero è per la gara contro la Roma, la prima da ex nello stadio che tante volte l’ha visto protagonista. «Prima della partita – confessa Aquilani – ho parlato con Totti e De Rossi, ma anche con tutti gli altri ex compagni. Per me, giocare all’Olimpico è stata un’emozione diversa e particolare, ma appena iniziata la sfida è finito tutto e ho pensato solo alla Juve». Juve che per la terza stagione consecutiva ha fatto il pieno di punti nella tana giallorossa. Una vittoria fondamentale, quella di ieri, per rilanciare le quotazioni della squadra bianconera: «Ci tenevamo tutti a fare bene e ci siamo riusciti. Abbiamo vinto e questo per tutti noi è stata una grande soddisfazione. Ora non dobbiamo pensare a particolari obiettivi, ma partita dopo partita. Quindi concentrarsi subito su quella con il Genoa, da cercare di vincere per continuare la rincorsa». La vittoria contro la squadra che l’ha lanciato, per Aquilani è arrivata al termine di due settimane intense. Caratterizzate dalla parentesi con la Nazionale, in cui ha offerto ottime prestazioni con Slovenia e Ucraina. «Da un po’ sto facendo bene – conclude l’ex giallorosso -, purtroppo spesso i risultati condizionano le prestazioni dei singoli. Ma tutta la Juve sta crescendo. Il mio futuro? A breve si conoscerà. Per ora penso solo a finire bene la stagione e dare tutto per la Juve che mi ha dato l’occasione di tornare in Italia e di rivestire la maglia azzurra». |
Fonte: di Fulvio Bianchi per "La Repubblica" La Figc sta cercando un sistema per poter radiare Moggi, Giraudo e Mazzini (mentre Preziosi ha patteggiato). Abete ha ereditato questa grana dal commissario Guido Rossi: sono stati persi anni e adesso siamo arrivati (quasi) all'estate, quando i condannati per Calciopoli torneranno liberi. Giraudo vuole lavorare in Belgio (e pare abbia già un accordo), Moggi vuole lavorare in Italia (ma non è che in questi anni sia stato con le mani in mano...) e Mazzini non ha intenzione di rientrare nel mondo del calcio (almeno ad un certo livello) però è stato il primo a dare battaglia. L'ex n.2 della Figc si è rivolto al Coni (alta corte di giustizia sportiva) chiedendo se è normale che la Corte di giustizia federale (della Figc) sia quella che deve prendere una decisione definitiva sulle preclusioni (o radiazioni, se preferite) quando la stessa Corte ha già detto che queste radiazioni debbono "ritenersi implicite". Insomma, si sa benissimo come la pensa. E' come se uno andasse alla Corte d'appello, dopo una condanna di primo grado, sapendo già quale sarà il verdetto. Una cosa quantomeno strana, no? Il Coni ora dovrà pronunciarsi: Mazzini segue l'iter previsto dalle norme (essendo ancora un tesserato) ma è pronto ad andare anche al Tar del Lazio. "E' già tutto scritto alla Corte federale, non capisco che serenità di giudizio ci possa essere...", si chiede l'ex presidente della Federcalcio. In seno al consiglio federale, intanto, c'è chi è molto dubbioso in merito all'iter che è stato studiato per queste radiazioni, e aspetta la sentenza di Napoli... |
Ieri ha firmato il sesto gol con la maglia della Juventus, diciassettesimo in questo campionato. Alessandro Matri continua a stazionare nelle prime posizioni della classifica marcatori. Senza considerare i rigori, sarebbe addirittura davanti al fenomeno Eto'o e decisamente più vicino ai re dei bomber Cavani e Di Natale. "Mitra Matri" può comunque essere orgoglioso di guardare dal basso verso l'alto campioni super-pagati ed incensati come Ibrahimovic, Pato e Pazzini. 25 RETI: Cavani (4) (Napoli); Di Natale (5) (Udinese) |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14