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Messaggi del 05/05/2011

CHIELLINI: "TRE VITTORIE PER SPERARE ANCORA"

Post n°4649 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di FORNASARI


"Tre vittorie per sperare ancorare". E' il titolo del messaggio pubblicato da Giorgio Chiellini sul proprio sito ufficiale. Il difensore toscano suona la carica in vista di un finale di stagione che vede la Juventus ancora in corsa per il quarto posto: "La vittoria contro la Lazio ci permette ancora di rientrare nel gruppo di squadre che giocano per andare in Champions League - scrive Giorgio -. Rimane il rimpianto per qualche punto perso in precedenza, ma ora bisogna provare a fare tre vittorie e poi faremo i conti alla fine del campionato. Sono contento di essere finalmente rientrato e di non avere più nessun fastidio, ora l'obiettivo è solo quello di finire al massimo la stagione anche a livello personale", conclude Chiello.

 
 
 

Benzema, č rottura con Mourinho...

Post n°4648 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Filippo Gabutti

"Non sono venuto qui per parlare degli arbitri, voglio parlare della partita, dobbiamo segnare a tutti i costi. Noi siamo una grande squadra e proveremo a vincere" dichiarava Karim Benzema (23) durante la conferenza stampa di lunedì prima del confronto tra  Barcellona e Real Madrid, valevole per il ritorno delle semifinali di Champions League. Come rivela il quotidiano spagnolo El Pais, queste parole non sarebbero piaciute affatto a Josè Mourinho, il quale avrebbe voluto sentire ben altre dichiarazioni dal suo giocatore. Benzema, sarebbe dovuto partire titolare nella sfida del Camp Nou, ma alla fine Mourinho lo avrebbe punito per non aver criticato l'arbitraggio della partita di andata. Secondo El Pais, subito dopo la conferenza stampa, Mourinho avrebbe cancellato Benzema dalla formazione iniziale e durante il match di martedì, nonostante l'attacco madridista si trovasse in forte difficoltà, si sarebbe rifiutato di fargli giocare almeno uno scampolo. Nel post- partita Benzema avrebbe esternato ai suoi compagni tutta la sua rabbia per non aver giocato neanche un minuto: "Se fossi entrato avrei segnato", segnando di fatto la definitiva rottura con il tecnico portoghese. Sembra ormai inevitabile una cessione nel mercato estivo, e diverse squadre sono pronte ad accoglierlo a braccia aperte, Juventus e Arsenal in primis.

 
 
 

DEL PIERO: "Rinnovo per vincere lo scudetto, questo č il primo pensiero."

Post n°4647 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

 " La firma il 5 maggio? Non è stata una coincidenza..."
© foto di Alberto Fornasari

Dopo aver rinnovato il contratto con la Juventus per un altro anno, Alessandro Del Piero ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport. Ecco le sue dichiarazioni, trascritte integralmente da TuttoJuve.com:

Che sensazioni hai rispetto a quel contratto che hai firmato nel 1993?
"Ottime, belle. Belle sensazioni. Anche nel '93 erano bellissime. Oggi magari con qualche motivazione diversa lo sono ugualmente. Sono felice che sia di nuovo qui, perchè - come sempre vi ho detto e vi ho raccontato - era quello che volevo per il prossimo anno, quindi sono contento".

Si sono dette tante cose in questo periodo. Com'è andata questo piccolo parto. Il presidente Agnelli diceva che non è stato così difficile raggiungere l'accordo...
"No, infatti, non è stato difficile, anche perchè non è che ci fosse tanto da discutere. Si è fatto solamente quello che si doveva fare, con tempi più o meno lunghi a seconda dei punti di vista, però poi in questo contesto io ho scelto un bel giorno, che è quello di oggi, quindi va bene così".

Tu hai detto che è un bel giorno: è stato scelto per coincidenza questo 5 maggio oppure perchè lo scudetto a cui sei più affezionato lo hai vinto il 5 maggio del 2002?
"E' capitato in quella occasione, quindi sicuramente è una piacevole ricorrenza. Va benissimo così...".

Quindi è solo una coincidenza...
"Diciamo che...visto che siamo arrivati a questo periodo lo abbiamo fatto coincidere".

Ci avete spiazzato con questa firma nel nuovo stadio. Come vi è venuto in mente e quando?
"E' stata sicuramente una piacevole sorpresa. Per tutti, me compreso. E' stato bello firmare nel nuovo stadio, che è molto bello e che sarà finalmente la nostra casa il prossimo anno. Quindi dobbiamo dire che è stato più che altro significativo e siamo contenti, anche di avervi spiazzato. Una volta ci può stare".

Questo gesto che ha fatto oggi il presidente Agnelli, cioè invitarti a firmare nel nuovo stadio, ti ha fatto sentire qualcosa di diverso, la storia che rappresenti per la Juventus?
"L'affetto del presidente, di Andrea, nei miei confronti, non è mai mancato, di conseguenza oggi è stata una piacevole conferma, una piacevole sorpresa. Da parte sua e della famiglia, nei miei confronti c'è sempre stata molta attenzione. Ho avuto il privilegio di godere di questo e ne sono felice".

Agnelli ha detto che non è un contratto per quello che hai fatto in passato o in questa stagione, ma per quello che farai nella prossima. Come accogli queste parole?
"Molto bene perchè ha evidenziato sicuramente una cosa importante, che non è un contratto di fine carriera, ma un contratto sportivo sotto tutti gli aspetti. Ed è piacevole che lui e tutti lo confermino. Poi io fortunatamente lo vedo anche domenicalmente e quindi sono felice che il prossimo anno sia concentrato su questi aspetti. E poi si vedrà...".

Il gol a Tokio che ha regalato alla Juventus l'Intercontinentale, quello del 5 maggio a Udine che che regalato lo scudetto e quello dei 200 gol in casa contro il Frosinone: quale scegli dei tre?
"Mi chiedi di scegliere tra tre figli...Devo dire che i primi due....non dico che abbiano più importanza, ma sono arrivati in situazioni diverse. Sono tutti e tre uguali. In tutti e tre ho gioito tanto per motivi diversi e ho goduto tanto. Ovvia la mia risposta, ma non mi schiero su queste cose. Quindi tutti e tre".

Tu adesso sei papà. C'è anche un gol che ti lega al ricordo di tuo papà, che è quello contro il Bari nel 2001. Cosa ti diceva tuo papà della Juventus, quando da ragazzino sei andato a Torino?
"Lui era tifoso della Juventus ed è stato sempre molto attaccato a me, a mio fratello, come deve fare un genitore, cioè essere sempre presente, ma senza mai giudicare troppo. E' sempre stato al mio fianco e questo è stato fantastico, quindi lo ricordo sempre con estremo affetto questo gol, anche se è arrivato in una settimana sicuramente molto triste e molto brutta per quanto mi riguarda".

Vogliamo sottolineare le 42 partite di questa stagione in cui sei stato disponibile. Una stagione in cui tante squadre hanno avuto tanti infortuni. Cosa significa? Che sei un supereroe?
"Mi piace quella del supereroe, ma purtroppo non credo sia così. Credo invece che l'amore e la passione con cui mi alleno, con cui gioco, con cui vivo, soprattutto negli ultimi tre anni, dove poi i miei figli mi hanno dato gioie immense, mi aiuti tanto. Sono molto contento dei dati che sono stati detti. Sono dati che ormai ci sono da cinque anni. Probabilmente sono più giovane di questi 36/37 anni che dite. Datemene magari qualcuno in meno, così quella stella che dice il presidente la prendiamo, se non il prossimo anno, gli altri anni".

Il presidente ha detto che resti per vincere lo scudetto. E' uno slogan, è un qualcosa in cui credi davvero?
"Questa squadra, questa società, deve avere il massimo delle ambizioni. E' giusto che il presidente dica così. Io lo penso continuamente. Ogni volta che si scende in campo bisogna pensare di vincere e cercare di fare tutto per vincere. Poi la strada che ci porterà a questo può essere più o meno tortuosa. E' difficile, ci sono anche tanti altri fattori, però questo dev'essere sicuramente il nostro primo pensiero, quello di vincere".

 
 
 

Del Piero: ancora uno...

Post n°4646 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

F. Del Re

Eravamo ragazzi. Siamo d'età, come si dice dalle mie parti.
Avevamo entrambi il poster di Platini in camera. Io i miei sogni da calciatore li avevo già riposti nel cassetto della fantasia. Allora i miei sogni erano nei tuoi piedi fatati, quelli che ci fecero vincere il primo Viareggio dopo lustri.

Allora i miei sogni diventarono splendide realtà quella fredda domenica di Dicembre, quando ti vidi realizzare uno dei gol più belli di sempre, lì sotto dove ero io, Curva Scirea, terzo anello alla balaustra, vicino ai distinti; il gol alla Fiorentina, uno di quelli che fanno la Storia.

Come Te, Alessandro. Hai fatto la storia di questo club bello e maledetto, dagli altri, da chi ci ha sempre odiato, ma anche da chi ci avrebbe dovuto difendere.

Ora sono 18 gli anni in bianconero. A 18 anni si è uomini; si prende la patente; ci ricorda che la Legge diventa una cosa seria e da rispettare.

18 anni sono una vita. Una vita in bianconero. Un altro anno, ancora uno per chi come noi, ormai trentasettenni, dovrebbe appendere le famose scarpe al chiodo. Tu no. Tu hai ancora un anno. E poi forse un altro anno ancora. Finchè non ti riuscirà di riportare il nostro Amore laddove merita; laddove avremmo dovuto stare. Un altro anno ancora, per tornare ad essere di nuovo eroi, magari per un solo giorno. Ancora.




I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be Heroes, just for one day

And you, you can be mean
And I, I'll drink all the time
'Cause we're lovers, and that is a fact
Yes we're lovers, and that is that


Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Sebbene niente li porterà via
Li possiamo battere, solo per un giorno
Possiamo essere Eroi, solo per un giorno

E tu, tu puoi essere mediocre
E io, io berrò tutto il tempo
Perché siamo amanti, e questo è un fatto
Si siamo amanti, è proprio così


Courtesly from David Bowie

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1576

 
 
 

IL 5 MAGGIO 2002...

Post n°4645 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

Ronaldo in lacrime, Moratti attonito, Materazzi che si lamenta, Conte che gode. Il racconto di una domenica di straordinaria e meravigliosa follia.

È terminato il campionato 1999/2000 ed il calcio italiano è dominato dalle squadre romane; la Roma di Capello ha appena vinto lo scudetto, strappato ai cugini laziali, vincitori l’anno precedente. Juventus, Milan ed Inter sono le grandi sconfitte e meditano una pronta riscossa.

La Juventus è la più furiosa di tutte; i due campionati appena trascorsi, sono finiti fra mille polemiche, errori arbitrali, “diluvi universali”, passaporti falsi e decreti pro giocatori extracomunitari dell’ultimo secondo. La triade juventina (Moggi-Giraudo-Bettega, con la supervisione di Umberto Agnelli) decide di tornare all’antico, scaricando il tecnico Ancelotti e recuperando Marcello Lippi, l’allenatore degli ultimi successi, che viene dal fallimento interista. L’operazione ritorno, che ha visto di recente dei personaggi del calibro di Trapattoni, Sacchi e Capello fallire miseramente, non spaventa il tecnico viareggino, che progetta una squadra rifondata in difesa e potenziata atleticamente a centrocampo. La campagna acquisti è vistosa; arrivano il portiere Buffon ed il campione del Mondo Thuram, gioielli del Parma, per 175 miliardi di Lire complessivi. Dalla Lazio viene ingaggiato il nuovo pilastro di centrocampo, il ceco Pavel Nedved, infaticabile ed illuminato trascinatore, per 70 miliardi. L’esborso è compensato da due addii eccellenti; sua maestà Zidane al Real Madrid, per l’incredibile cifra di 150 miliardi e Filippo Inzaghi, al Milan, per 80.

Lippi costruisce una squadra raramente brillante, ma molto compatta, specie dopo qualche aggiustamento tattico: il portiere della Nazionale, Buffon, è una sicurezza, nonostante un avvio incerto; davanti a lui l’assetto definitivo prevede Thuram a destra (dopo l’avvio al centro, posizione che predilige) col recupero del formidabile grande “vecchio” Ferrara accanto a Montero (oppure Iuliano) nel cuore del reparto difensivo, mentre a sinistra Pessotto è sempre molto affidabile. A centrocampo la diga Tacchinardi al centro, il veloce incursore Zambrotta a destra ed il coriaceo Davids a sinistra coprono la straripante vitalità di Nedved, spostato sulla trequarti dopo l’avvio a sinistra, con strepitosi esiti. L’infaticabile Conte completa un reparto atleticamente superbo. In avanti, Trezeguet, un animale da goal che partecipa poco alla manovra, ma infila reti in continuazione e che sale sul trono dei bomber grazie anche all’aiuto del mobile Del Piero, recuperato a grandi livelli, anche sotto rete. Poco fortunato il cileno Salas, alternativa di lusso, presto emarginato da un grave incidente.

Anche il Milan pensa in grande; terminato sesto nella stagione precedente, dopo aver alternato tre allenatori (Zaccheroni, Tassotti e Maldini), si affida al turco Fatih Terim, che ha dato spettacolo con la Fiorentina. Arrivano Filippo Inzaghi e Rui Costa e tanto basta per far sognare i tifosi rossoneri.

Dopo il fallimento Lippi ed il disastro Tardelli (che ha dalla sua un derby perso per 0-6) anche l’Inter si affida ad un tecnico straniero; è l’argentino Hector Cuper che fatto benissimo in Spagna, sia con il “piccolo” Maiorca che con il Valencia. È soprannominato l’eterno secondo, perché non ha vinto niente d’importante (con la squadra delle Baleari ha perso la Coppa delle Coppe, sconfitto dalla Lazio in finale, con il Valencia è arrivato secondo in campionato ed ha perso due finali di Champions League, contro il Bayern Monaco ed il Real Madrid) ma i tifosi nerazzurri non sono superstiziosi. Finalmente si è ricomposta la grande coppia dei sogni; un allenatore argentino ed un Moratti come presidente, come nell’epoca della “Grande Inter” del “Mago” Herrera. Come sempre, la campagna acquisti è faraonica; arrivano Toldo, Materazzi, Georgatos, Coincençao, Cristiano Zanetti, Dalmat, Kallon, Ventola, Fontana, gli argentini Guglielminpietro, Sorondo e Vivas, i turchi Emre e Buruk. Ma lo sforzo più imponente è l’ennesimo tentativo di recuperare Ronaldo, per permettere al “fenomeno” di formare la coppia da sogno con Christian Vieri.

La Lazio, perso Eriksson, si affida a Dino Zoff e si presenta ai blocchi di partenza con molti volti nuovi; Stam, Fiore, Liverani, Giannichedda, Mendieta e Kovacevic, scambiato con Salas, finito alla Juventus.

Fabio Capello, invece, non cambia; la sua Roma è fortissima e bastano un paio di acquisti ben mirati. Il primo è il più roboante e riguarda il gioiellino del calcio italiano, Antonio Cassano, grandissimo talento ma caratterialmente impossibile da gestire. Il ragazzo della “Bari vecchia” costa al presidente Sensi ben 60 miliardi di Lire, ma ha solamente diciannove anni ed un futuro radioso davanti a lui. Arriva anche, dal Monaco, il pupillo di “Don Fabio”, quel Christian Panucci che ha seguito il tecnico friulano sia Milano che a Madrid. Per il resto, la squadra capitolina si affida all’estro di Francesco Totti ed ai goals del “Re Leone” Batistuta.

Ma la squadra rivelazione del campionato sarà il Chievo, squadra di un quartiere di Verona; uscita dal limbo dei dilettanti nel 1986, approda in serie B nel 1994 e, da quest’anno, si affaccia nel campionato di serie A. Il miracolo porta la firma del giovane presidente Luca Campedelli e del tecnico Luigi Delneri, abile a costruire un meccanismo di gioco spettacolare ed efficace, con giocatori di secondo livello o quasi. Il portiere è Lupatelli, la linea difensiva rigorosamente a quattro, è composta da Moro, D’Angelo, D’Anna e Lanna. Davanti a loro, il regista Corini che risulterà uno dei migliori giocatori del campionato, assistito dal poderoso pistone Perrotta. Il gioco diventa arioso e ficcante sulle fasce laterali, dove corrono il velocissimo brasiliano Eriberto, a destra, e l’agile Manfredini sulla fascia mancina. In avanti la “torre” Corradi, l’efficace Marazzina ed il sempre valido Cossato, garantiscono gioco e goal.

Partono bene le tre grandi deluse; dopo quattro giornate, sono in testa alla classifica con 10 punti. Secondo è il Chievo con solo un punto da recuperare; i campioni d’Italia della Roma sono in netto ritardo, avendo appena cinque punti. Ma proprio la squadra di Capello da il primo scossone al campionato, andando a vincere al “Delle Alpi”, contro la Juventus; reti di Batistuta, con grandi responsabilità di Buffon, ed Asunçao. Così, l’Inter rimane sola in testa alla classifica, perché anche il Milan comincia a perdere terreno; ma proprio la squadra rossonera, giocando una partita memorabile, sconfiggerà i cugini interisti, nel primo derby della stagione, con un netto 4-2. A proposito di derby; in quello della “Mole”, la Juventus dilapida un vantaggio di 3 goal, permettendo la rimonta al Torino e fallendo pure un calcio di rigore nel finale, con il cileno Salas.

Ma presto si capisce che il Chievo sarà la squadra rivelazione del campionato; i clivensi, infatti, alla dodicesima giornata si trovano da soli al comando, con un punto di distacco dall’Inter (che perde nuovamente Ronaldo, infortunatosi contro il Lecce), 3 dalla Roma, 4 dal Milan (che nel frattempo ha esonerato Terim, sostituendolo con “Carletto Ancelotti” e che perde Inzaghi per tre mesi) e 6 sulla coppia Juventus e Lazio.

I bianconeri giocano male, Lippi non ha ancora trovato l’assetto definitivo della squadra; i problemi nascono sulla fascia sinistra. Infatti, Nedved e Davids si pestano i piedi, senza considerare l’abitudine di Del Piero di iniziare la propria azione da quella fascia. Perdendo a “San Siro” contro il Milan, il Chievo perde la testa della classifica, proprio a favore dei nerazzurri, ma i clivensi, due giornate dopo torneranno a “San Siro” e ne usciranno vittoriosi, proprio nel giorno della scomparsa dell’interista per eccellenza, l’avvocato “Peppino” Prisco. Sono giornate decisive anche per la Juventus; Nedved è tolto dalla fascia sinistra e lasciato libero di esprimersi secondo il suo estro. Lippi sposta anche Thuram sulla fascia destra, rispolverando Ciro Ferrara; la squadra bianconera ne ha un immediato beneficio ed infila una serie di risultati positivi che la porteranno ad effettuare una grandissima rimonta.

Alla fine del girone di andata la Roma è “Campione d’inverno” con 36 punti, seguono l’Inter ed il Chievo ad una lunghezza, la Juventus a 4 ed il Milan a 5. Alla ventiduesima giornata è sempre la Roma a comandare, ma seconda è la Juventus con solamente un punto da recuperare; l’Inter è a meno 2, il Chievo a meno 8, il Milan a meno 11!

Dalla giornata successiva l’Inter si riprende la testa della classifica; la Roma e la Juventus faticano a tenere il passo dei nerazzurri, il Chievo ed il Milan sono sempre molto staccate, nonostante, in casa rossonera, si sia corso ai ripari con gli ultimi acquisti Josè Mari e Javi Moreno. Ancora spettacolo nel derby di Torino; i bianconeri ed i granata si danno battaglia a viso aperto e la partita termina 2-2, con un goal di Maresca nel finale che, facendo il verso all’attaccante granata Ferrante, mostra le corna alla panchina del Torino. L’Inter vince il secondo derby della “Madonnina”, con un goal di Vieri negli ultimi minuti e mantiene la vetta della classifica, con una lunghezza di vantaggio sulla Juventus e due sulla Roma. Finisce 2-2 anche il “Derby d’Italia”, con un grandissimo goal di Seedorf negli ultimi minuti della partita, dopo che le reti di Trézéguet e Tudor avevano ribaltato il goal iniziale dello stesso olandese; la Roma, vincendo per 5-1 il derby, balza nuovamente in testa alla classifica.

L’Inter batte nettamente la Roma, alla ventottesima giornata, grazie alla doppietta di Recoba ed al goal di Vieri e si porta in testa, con 3 punti sui giallorossi, La Juventus esce sconfitta dal “Tardini” di Parma, subendo la rete decisiva di Lamouchi nella ripresa. Vincono anche il Milan ed il Chievo, quest’ultimo nel derby contro il Verona, grazie a 2 reti del bomber Cossato.

A sei giornate dalla fine la Juventus, pareggiando al “Delle Alpi” con la Lazio, scivola a sei punti dall’Inter e sembra tagliata fuori definitivamente dallo scudetto; ma mai dare per morta la “Vecchia Signora”. Già dalla domenica successiva dimezza i punti di svantaggio, grazie alla larga vittoria per 4-0 a Perugia ed all’incredibile sconfitta casalinga dei nerazzurri contro l’Atalanta. Pareggia anche la Roma a Venezia, dopo essere stata in svantaggio per 2-0; grande protagonista l’arbitro Collina, che regala due rigori inesistenti ai giallorossi.

A tre giornate dalla fine la rimonta bianconera è quasi compiuta; ma che sofferenza! A pochi minuti dalla fine, l’Inter sta vincendo a Verona contro il Chievo, mentre la Juventus pareggia a Piacenza; la squadra nerazzurra avrebbe cinque punti di vantaggio a due giornate dalla fine, in pratica lo scudetto in tasca. Ma non finirà così; Nedved segna un goal favoloso, mentre il Chievo pareggia in una delle sue ultime azioni. La classifica dice: Inter 66 punti, Juventus 65, Roma 64. La penultima giornata è interlocutoria; i nerazzurri battono 3-1 il Piacenza, i bianconeri 5-0 il Brescia ed i giallorossi battono il Chievo con lo stesso risultato, 5-0.

Tutto si decide all’ultima giornata; è il 5 maggio 2002, una data che rimarrà nella storia del calcio italiano. L’Inter è di scena a Roma, contro la Lazio; i tifosi biancoazzurri sono in conflitto con il loro presidente e, per protesta, promettono di tifare per l’Inter. Tantissimi sono i tifosi giunti da Milano e lo stadio “Olimpico” è completamente vestito di nerazzurro. Atmosfera completamente diversa ad Udine; certo, il colore predominante è il bianconero, ma solo perché sono i colori sociali dei padroni di casa. Tanti tifosi juventini, è vero, ma lo stadio non tifa certamente per la “Vecchia Signora”. La Roma è di scena a Torino, con la squadra granata che non ha più niente da chiedere al campionato.

«So già come andrà a finire», dice Capello, allenatore romanista, «vinceranno tutte e tre e la classifica non cambierà».

Ore 15:00 si parte. Nemmeno il tempo di controllare le formazioni e la Juventus è già passata in vantaggio; preciso cross di Conte e zuccata decisiva di Trézéguet, capocannoniere insieme al piacentino Hübner. Dopo nemmeno dieci minuti, lo stesso attaccante francese lancia in contropiede Del Piero; diagonale preciso di “Ale” e la Juventus ha già chiuso la pratica Udinese. Non resta, per i tifosi bianconeri, che rimanere attaccati alla radio per avere buone notizie da Roma; notizie che arrivano subito, ma non sono quelle sperate. Infatti, grazie ad un clamoroso errore del portiere laziale Peruzzi, “Bobo” Vieri porta in vantaggio l’Inter; lo stadio “Olimpico” ribolle di entusiasmo, i tifosi juventini sono in un mesto silenzio.

Ma il pomeriggio è ancora lungo, dopotutto non sono che passati pochi minuti dall’inizio delle partite. Diciannovesimo minuto, un brivido scuote le due tifoserie; il ceko Poborsky, approfitta di una dormita colossale della difesa interista e realizza il goal del pareggio laziale. Ad Udine è il finimondo, a Roma è una marcia funebre; ma i tifosi juventini non possono festeggiare a lungo, perché quattro minuti dopo Di Biagio riporta avanti l’Inter. Questa volta è davvero finita, pensano gli juventini; si sbaglieranno di grosso. Manca pochissimo alla fine del primo tempo; ad Udine non succede niente, la partita è finita dopo il goal di Del Piero. Ancora un brivido di gioia scuote i tifosi juventini; di nuovo Poborsky, con l’involontario aiuto del suo connazionale Gresko, gonfia la rete nerazzurra e porta il risultato sul 2-2. Fine dei primi tempi; la classifica dice Juventus campione d’Italia, Inter seconda, Roma (ancora ferma sullo 0-0) terza.

Inizia la ripresa. Le gambe dei giocatori nerazzurri, già di legno, diventano di marmo ed il pallone è una bomba che fa paura solo a sfiorarlo; la tattica non conta più, la confusione e la rabbia sono le uniche cose che servono in questi momenti. Cuper fuma l’ennesima sigaretta, Massimo Moratti è di pietra; al suo fianco Tronchetti Provera perde la proverbiale abbronzatura. Il trionfo annunciato inizia a trasformarsi sempre di più in una sconfitta storica. Al decimo minuto la tragedia nerazzurra ha la faccia impassibile di Simeone, l’ex interista, che di testa batte Toldo e non esulta. Adesso tutto diventa impossibile, assurdamente impossibile; tra la squadra nerazzurra e lo scudetto ci sono due goals da realizzare, in poco più di mezzora. Allo stadio di Udine, logicamente, si respira tutta un’altra aria; i tifosi, ma anche i giocatori stessi, cominciano a crederci. Lippi cerca di mantenere la calma, ma è quasi impossibile; i tifosi bianconeri cantano, qualcuno piange, il grande sogno si sta avverando.

A Torino, intanto segna Cassano e l’Inter scivola al terzo posto, scavalcata anche dalla Roma. La lotta disperata di Vieri, i lampi di classe impotente di Ronaldo e le corse di Dalmat non riescono a spostare il risultato; il cronometro che prima sembrava bloccato, ora nella testa degli interisti corre veloce come mai. L’ultima spallata è di Simone Inzaghi; cross da sinistra e goal di testa per il 4-2 che regala lo scudetto alla Juventus e gela lo stadio “Olimpico”.

La partita più strana del mondo è finita; piangono i tifosi interisti, festeggiano quelli juventini. Allo stadio “Olimpico” Vieri è immobile, Ronaldo al suo fianco si copre la faccia con le mani e piange disperato. Materazzi impreca contro i giocatori laziali; «Due anni fa vi avevamo fatto vincere, vi avevamo fatto vincere». Gresko singhiozza, Moratti è attonito, Hector Cuper fuma da solo la millesima sigaretta, ripensando alla sua fama di eterno secondo. Ad Udine, invece, è gioia allo stato puro; capitan Conte urla tutta la sua rabbia: «Qualcuno che era a Perugia e rideva, oggi piange … ed io godo, godo, godo».

Lippi è raggiante; l’avevano definito una minestra riscaldata, ora è un gladiatore che saluta la folla dopo l’ennesimo trionfo.

Finisce il campionato 2001/02; come quel giovedì del 1967, la Juventus supera sul filo di lana l’Inter. Come tante altre volte, sono i tifosi juventini a gioire; come tante altre volte, i tifosi nerazzurri rincasano sconfitti, piangenti con la bandiera arrotolata, quella con stampato sopra il 14° scudetto, che solo un manipolo di furfanti gli regalerà a tavolino qualche anno dopo.

Ma questa, è tutta un’altra storia.

 
 
 

Del Piero su Facebook - "Oggi č una giornata speciale"

Post n°4644 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Alessandro Del Piero dalla sua pagina ufficiale su Facebook lancia un messaggio ai tifosi bianconeri: "Oggi è una giornata speciale". Solo un ricordo del 5 maggio 2002 o anche l'annuncio che in giornata arriverà la tanto attesa firma?

 
 
 

Calciopoli, radiazione Moggi: il Coni stoppa la Figc...

Post n°4643 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

 
L’Alta Corte vuole vedere chiaro sulla norma creata per i casi dell’ex dg Juve, di Giraudo e Mazzini. La prima udienza del 19 maggio dovrebbe slittare in attesa di sapere se la Figc si è mossa secondo legge
TORINO, 5 maggio - Il Coni vuole vederci chia­ro sulle radiazioni di Moggi, Giraudo, Mazzini e tutti co­loro (circa quaranta) sui quali pendeva la pena mas­sima fin dai processi del 2006, ma soltanto oggi la Figc ha deciso di considera­re. Il problema è che per far­lo ha fabbricato una norma ad hoc, istituendo un proce­dimento, con tanto di proces­so (dibattimento incluso) da svolgersi davanti alla Disci­plinare. Contro quella nor­ma aveva fatto ricorso al Co­ni l’avvocato Flavia Torto­rella che difende Innocenzo Mazzini. E il Coni ora pren­derà in esame quel ricorso, indagando sulla vicenda. L’Alta Corte ha infatti dispo­sto un’ordinanza con la qua­le dispone una vera e pro­pria istruttoria e chiede tut­te le informazioni del caso alla Figc. Il tutto per discute­re il ricorso in un’udienza fissata il 23 maggio. A que­sto punto, l’altra udienza, quella che la Figc aveva fis­sato per il 19 maggio e nella quale avrebbe discusso le ra­diazioni, è logicamente a ri­schio.

 
 
 

BUON 5 MAGGIO A TUTTI....

Post n°4642 pubblicato il 05 Maggio 2011 da nadir63l
 

 
 
 

     

 

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