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Messaggi del 06/05/2011

MOGGI su Libero: "Chi zittisce Lotito non si ricorda di certe esecuzioni sommarie..."

Post n°4655 pubblicato il 06 Maggio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Luciano Moggi per "Libero"
© foto di Micri Comunication

Non ho motivi di comunanza di idee né di difformità preconcette con Claudio Lotito, ma la crociata e il “favete linguis” ammannita dalla Gazzetta al presidente della Lazio («zitto tu») è al di fuori dell’ordinario ed in più l’articolista così dotto e letterario riesuma vecchi concetti, adattandoli alle sue tesi, anzi postulati, perché quelli degli altri vanno dimostrati, quelli della rosea no. Tipico di un giornale che pretende sempre di impartire lezioni, ha cercato di far imbastire processi, anticipato sentenze e collaborato anche alle investigazioni con un suo giornalista, situazione vietata dalle norme di categoria. Dalle bacchettate a Lotito e dal pezzo a lui dedicato spulcio alcune perle, una delle quali riferita a un pensiero illustre, ma su ben altri campi (Giovanni Falcone): «La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità, ma del khomeinismo; le voci che passano di bocca in bocca diventano dogmi». Eccola, la verità, tirata fuori come un autogol; le vociche diventanodogmi sono quelle che crearono Calciopoli, con l’aggravante che la rosea ci mise molto di suo per trasformare le chiacchiere da bar in verità. Stavolta però l’articolista si preoccupa al contrario, «a sparare fango senza prove - avverte - si rompe il giocattolo». Se la rosea avesse avuto queste preoccupazioni nel 2006 sarebbe stata scritta un’altra storia, non pilotata; ma nessuno controllò se le accuse avevano fondamento, le voci furono erette a dogmi e il rogo appiccato. Non c’erano prove di illeciti, sentenziò il processo sportivo, ma bastò il sentimento popolare, costruito sulle chiacchiere da bar.
Ambiente esplosivo - L’ambiente è ora agitato ben più che nel 2006, non c’è n’è uno che si senta sereno, si preoccupa anche il Lecce. Una situazione infuocata, ma per non intaccare il suo postulato l’articolista sentenzia che «a prescindere dall’esito dei processi su Calciocaos, oggi l’aria è inconfutabilmente migliore». Il Calciocaos è “ovviamente” Calciopoli. La rosea, che continuava e continua tuttora ad infierire, creò anche Moggiopoli e qualche direttore che si è avvicendato se ne gloriò, dovendosi poi arrendere all’evi - denza, emersa dalle intercettazioni “ritrovate”. Ma non era neanche il “così facevan tutti” commentato con boriosa reprimenda dalla Gazzetta nel momento in cui qualche commentatore ritenne di configurare in quel modo il comportamento di tanti dirigenti e di tanti club nel 2006 e qualche anno antecedente. E ciò per il semplice fatto che rispetto ai comportamenti messi a setaccio del sottoscritto, lontani anni luce da quello che facevano altri, tra i quali il presidente pro tempore di queglianni dell’Inter, Giacinto Facchetti, che non parlava solo con i designatori (consentito); parlava con gli arbitri e addirittura a Bertini, arbitro di Cagliari-Inter del 12 maggio 2005, semifinale di Coppa Italia, chiese di modificare il 4 (vittorie)-4 (pareggi)-4 (sconfitte) che poi erano i risultati conseguiti con Bertini arbitro, in 5-4-4 (che voleva dire “fammi vincere”); che entrava nello spogliatoio degli arbitri tra il primo e il secondo tempo (era vietato), e chiedeva al designatore di inserire nelle griglie arbitri preclusi per potersi garantire il fischietto preferito. Queste non sono voci, sono fatti usciti dalle intercettazioni che erano state ritenute «non rilevanti».
Paura dei tribunali - L’articolista insiste infine su altri punti con sue personali interpretazioni, sostenendo che «con tanto equilibrio al vertice, ogni errore viene enfatizzato, acquista più visibilità». È il contrario. Se ogni errore viene enfatizzato è perché cenesonoassai di più, e se c’è equilibrio al vertice è perché il campionato èmediocre, non ci sono più le squadre forti, non c’è più una Juve che schierò nella finale dei mondiali 2006 dieci propri giocatori tra l’Italia e la Francia (lo ha ricordato anche un campione come Gentile nei giorni scorsi). Ma Garlando queste cose le sa anche se non le scrive, non può infatti sfuggirgli che sono le grandi squadre che fanno grandi i campionati, e non viceversa. Un incubo tormenta la Gazzetta, quello dei tribunali ordinari, ed infatti sul punto la bacchettata a Lotito è durissima. «Il presidente della Lazio, che allude alla giustizia ordinaria - dice l’articolista - non deve dimenticare che con un’azienda ordinaria difficilmente avrebbe spalmato tanti debiti». Tradotto, in situazione ordinaria Lotito non sarebbe esistito (nel calcio). Non proprio elegante.

 
 
 

ALTRO CHE CALCIOPOLI...

Post n°4654 pubblicato il 06 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Giacomo Morini

Più di 300 partite truccate per un giro d'affari di centinaia di milioni di euro, arbitri comprati con bustarelle da settemila euro, loschi faccendieri incaricati di girare il mondo per organizzare amichevoli dal risultato scontato, almeno sei Federcalcio affiliate alla Fifa sotto inchiesta. Una rete criminale di dimensioni globali che negli ultimi tre anni ha manipolato a piacimento il risultato di tantissime partite, anche ufficiali. E' questo l'inquietante scenario, sempre più concreto, che sta emergendo da una maxi-inchiesta promossa dalla Fifa.
Al centro delle indagini - scrive il Daily Telegraph - un cittadino originario di Singapore, Wilson Raj Perumal, residente fino allo scorso febbraio nei pressi dello stadio di Wembley (Londra). Oltre ad essere il braccio operativo, Peramul sarebbe il collettore di una più ampia organizzazione di truffatori (con sedi a Singapore e in Malesia), in stretti rapporti con numerose nazioni dell'Europa dell'Est. Già colpevole di truffa, violenza e furto, lo scorso anno Perumal è scappato da Singapore dopo essere stato condannato a cinque anni di "regime correttivo" per aver investito un poliziotto. E' ricomparso qualche mese più tardi a Londra, da dove - questi i sospetti di Fifa e Interpool - ha organizzato centinaia di partire "sospette", soprattutto della nazionale dello Zimbabwe. O come la discussa amichevole tra il Bahrain e una finta nazionale del Togo: lo scorso settembre lo stesso Telegraph aveva denunciato il coinvolgimento di Perumal in quella farsa calcistica.
Fermato dalle autorità finlandesi lo scorso 25 febbraio, Perumal attualmente si trova in stato di fermo, accusato di aver cercato di truccare anche partite del campionato finlandese.
Nella stessa indagine sono rimasti coinvolti 11 giocatori finlandesi, tutti arrestati. Secondo gli inquirenti, però, il giro di complici è destinato ad allargarsi a macchia d'olio, perché Peramul ha potuto contare anche sull'aiuto di numerosi arbitri, corrotti per agevolare determinati risultati o eventi durante le partite incriminate (espulsioni, numeri di calcio d'angolo).
La conferma dell'indagine è arrivata direttamente dal massimo responsabile della sicurezza della Fifa, Chris Eaton, ex agente della Interpol: "Esiste una minaccia globale sull'integrità dello sport. L'Inghilterra è la patria del calcio e Londra un centro finanziario di primaria importanza.
Non ci sorprende che gli aspetti economici di questa truffa siano stati gestiti dalla capitale britannica. Interrogando delle persone implicate nell'affare, abbiamo scoperto che i truffatori spendono fino a 200mila euro per combinare il risultato di una gara amichevole internazionale". Nella rete degli inquirenti sono già finiti numerosi dirigenti di almeno sei Federcalcio, ai quali la Fifa ha promesso - in caso di colpevolezza acclarata - pene esemplari.

 
 
 

Il nostro calcio da terzo mondo...

Post n°4653 pubblicato il 06 Maggio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di P. Cicconofri

Siamo alla fiera delle banalità. In una settimana è stato detto di tutto, con la normalità di chi non nasconde nemmeno più le evidenze. Gli argomenti sono sempre gli stessi: le lamentele sugli arbitraggi, l’indirizzo anti—juventino della gazzetta e la solerzia con cui il Presidente federale interviene nel giustificare un comportamento che sconfessa ancora una volta calciopoli. Una situazione che tende a ripetersi dopo ogni giornata di campionato e che sembra accanirsi contro quella concezione di “calcio pulito” che dal 2006 hanno cercato di proporre senza convinzione. Una minestra riscaldata dove dentro finisce un po’ tutto e tutti, un po’ per voglia di apparire, un po’ per giustificare l’ennesimo fallimento.

Massimo Moratti, da grande sportivo, si complimenta con il Milan: «Chi vince lo scudetto, lo merita sempre ha avuto più continuità e più possibilità di esprimersi al meglio». Utilizzando un termine coniato dal maresciallo Auricchio, possiamo dire che il patron interista si è sdoganato per questa stagione. E’ chiaro che il privilegio di poter decidere chi vince con merito, non può che essere riservato al presidente dell’onestà . E’ solo una banalità ricordare che l’inter si è appropriata di uno scudetto dopo essersi classificata terza in un campionato dove non si è espressa al meglio…

Lotito, non accetta la sconfitta con la Juventus o ancora meglio, non vuole che la Roma si avvicini alla conquista di un posto in champions league e torna a piangere davanti ai microfoni, abbracciando la politica del così fan tutti . D’altra parte è nella cultura sportiva italiana, la convinzione che quando si perde la colpa è solo dell’arbitro e che il miglior attacco rimane quello delle “chiacchiere da bar”, capaci di rendere indolore anche una sconfitta. In questo modo offri al tifoso la scusa per aggrapparsi agli episodi, lo educhi a non accettare il verdetto del campo, lo porti alla costruzione di teoremi che in questo caso sono incentrati verso la volata champions della Roma. Calciopoli insegna che la costanza premia. Forse, la protezione tanto cara che la politica, da sempre, riserva alle squadre capitoline, questa volta vedrebbe favorita la Roma dello zio Tom. Lotito non ci sta. L’insinuazione del dubbio, il polverone mediatico, il vittimismo sono mezzi idonei a preparare nel dovuto modo le prossime partite. D’alta parte, sponda romane, è tutto un rivendicare; basta solo ricordare quella partita dello scorso anno in cui la Lazio, davanti alle maglie nerazzurre, decise di non giocare.

Abete dichiara, a chi chiede se la Roma è stata favorita da qualche episodio arbitrale: «E' una valutazione che si può fare, ci può essere uno sbilanciamento, ma va letto in questa chiave: gli errori sono fisiologici, e quando si sbaglia c'è chi se ne avvantaggia e chi, meno fortunato, gli errori li subisce. In questo senso, è un dato positivo: altrimenti saremmo di fronte ad una statistica perfetta o, peggio, alla legge della compensazione, che non è accettabile. Mi rifiuto, però, di parlare di un confronto solo fra Lazio e Roma, di favori per una squadra piuttosto che l'altra». Sorprendono ancora una volta queste dichiarazioni , mentre a Napoli il pm Narducci, ha iniziato la sua requisitoria, dove ha parlato di pressing corruttivo, volendo in questo modo indicare un sistema che coinvolgeva gli arbitri al tempo di calciopoli; sistema che non aveva bisogno di rigori e cartellini rossi, ma a cui bastava fermare il gioco a centrocampo (tutto qua?). Dopo cinque anni di processo penale non sono riusciti a trovare elementi chiari per giustificare una condanna e l’attuale presidente della Figc parla di errori fisiologici e di uno sbilanciamento che ci può stare. Sarebbe opportuno avvertire Narducci …

La gazzetta dello sport, ritorna ad occuparsi di calciopoli. Nessuna sorpresa, d’altra parte da quotidiano super partes (lo ha lasciato intendere Narducci nella sua requisitoria) continua a dare spazio alla sola accuse. Alla vergogna non c’è limite…

Palazzi, sentirà Lotito a seguito delle gravi affermazioni rilasciate dopo la partita Lazio – Juventus. Lotito ha dichiarato: «Se avessi qualcosa di penale da denunciare, sarei andato subito in Procura. Se non l’ho fatto, significa che non ho nulla da denunciare. Quindi sarà Palazzi a dovermi spiegare perché mi ha convocato». Sono tante le cose che Palazzi deve spiegare come il fatto che da un anno tergiversa sulla decisione relativa all’esposto presentato dalla Juventus...
Non meravigliamoci se l’italia calcistica va verso la deriva. L’interesse non è il calcio o lo sport, ma ben altro. Ogni giorni sono i fatti a dimostrarlo, non le chiacchiere da bar.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1577


 
 
 

CUCCUREDDU: "Ho svezzato Del Piero. Il Trap stava per mandarlo in prestito..."

Post n°4652 pubblicato il 06 Maggio 2011 da nadir63l
 

 
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nella giornata di ieri, durante la trasmissione "Stile Juventus" di NuovaSpazioRadio, è stato dato l'annuncio ufficiale della firma di Capitan Del Piero per un'altra stagione con la maglia bianconera. Subito dopo lo splendido omaggio del conduttore Nicola de Bonis al numero 10 Juventino, è intervenuto in diretta Antonello Cuccureddu, suo primissimo allenatore nella Primavera vincente di quel periodo. Ecco il riassunto dell'intervento del "Cuccu":

Ciao Mister, Alex ancora un anno con la Signora, possiamo dire che l'hai svezzato tu..
"Certo, un po' con me è stato. Ci aiutò a vincere Campionato e Viareggio".

Come lo ricordi?
"Piccolino, magrolino, ma con una grandissima classe. Andai a vederlo col Presidente Boniperti a Padova e rimasi subito impressionato da lui".

Giocava nel ruolo attuale?
"Sì, ha giocato sempre nella posizione attuale, io personalmente non lo vincolai mai da tatticismi. Uno così va lasciato libero di fare, da giovani si ha uno spirito straordinario che d'altronde non lo ha abbandonato mai. Oggi corre come allora...".

Ma ci avresti scommesso mille lire su una carriera tale?
"Sì, ci avrei scommesso. Non era facile immaginare una carriera di questo livello, ma da quello che faceva intravedere le speranze erano elevate. Classe innata, faceva la differenza".

Il rapporto con lui?
"Splendido, è un ragazzo per bene, ottime qualità morali, educato, rispettoso. Ce ne fossero come lui, difficile oggi da trovare ragazzi così".

Mi regali una curiosita' su di lui?
"Ricordo che il Trap lo stava per mandare in prestito, era abitudine mandare i giovani fuori a maturare per una stagione, ma dopo le splendide cose che fece vedere con noi decise di trattenerlo per rinforzare la prima squadra... Da li iniziò la leggenda.

 
 
 

ma ora sul mercato dovrà fare sul serio. Vi racconto la storia di Domoraud..."

Post n°4651 pubblicato il 06 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Micri Comunication

Bentornato. Non posso che cominciare con questo augurio rivolto al Napoli il mio editoriale di questa settimana, ricordando e rendendo merito all'impresa degli azzurri, ritornati nella competizione più importante d'Europa. Adesso arriva il difficile: riuscire a riconfermare quanto di buono già mostrato in questa stagione, fino magari a migliorarsi ulteriormente per puntare sempre più in alto. Sono dell'idea che questo tentativo verrà fatto ancora da Walter Mazzarri. Credo poco alle voci che lo vogliono già d'accordo con la Juve, e ritengo piuttosto che entrambe le società finiranno per mantenere la loro guida tecnica attuale.
Il Napoli dovrà invece intervenire radicalmente sul mercato, senza lanciarsi in spese pazze e poco consone alla politica societari, ma provando a conciliare i conti con la qualità. Il Napoli ha bisogno di calciatori che sappiano dettare i tempi, di un bel centrocampista con piedi e testa, e di un rinforzo in difesa; sono questi i ruoli che devono essere implementati con acquisti di spessore. Reputo inutile, invece, concentrarsi sull'attacco, soprattutto perchè i riscontri forniti in questa stagione hanno già dato ampie garanzie. A tal proposito, mi sento di frenare gli entusiasmi su Inler, che per quanto bravo e di valore assoluto insindacabile, non ha quelle caratteristiche di metronomo che invece servirebbero agli azzurri, perlomeno a mio parere.
Chi affronterà un mercato che necessita di una rifondazione generale, è invece l'Inter. I nerazzurri saranno spinti dall'entusiasmo portato da Guardiola, che come vi ho anticipato da tempo sarà alla guida degli attuali campioni del mondo, provando a gettare le basi per un cambiamento radicale. Sanchez sarà il punto di partenza per quanto concerne la fase avanzata, un giocatore vero, il cileno, veloce ed abilissimo tecnicamente. L'ideale per sconvolgere i reparti arretrati avversari. Anche se, non mi stanco di ribadirlo, è necessario che chi di dovere sappia impiegarlo nella maniera più opportuna. E' una seconda punta, e come tale deve giocare. Nessuna alchimia tattica, lasciatelo giocare e ci sarà da divertirsi.
La Juve, dopo aver finalmente e giustamente rinnovato alla sua vera bandiera, ripartirà da Delneri. La società è convinta di dare seguito al progetto iniziato un anno fa, provando a concedere un'ulteriore stagione al tecnico scelto da Marotta per riportare i colori bianconeri alle vette che competono loro. Sarà però il mercato, anche in questo caso, il vero punto focale, ancor più che la scelta dell'allenatore del futuro, o in questo caso del presente. Marotta dovrà essere in grado non solo di apportare quelle modifiche sostanziali (chiamasi campioni veri) ad una squadra in grado di competere solo agonisticamente con le avversarie dirette; ma dovrà anche essere bravo a piazzare i vari acquisti non all'altezza dell'ultima estate.
D'altra parte, anche questa è una delle competenze base nella professione che ricopre. Chiudo con un aneddoto simpatico e divertente, che riguarda un acquisto dell'Inter di qualche anno fa: Cyril Domoraud. Si può dire che l'ivoriano, sbarcato in Italia con la nomea di nuovo Thuram, fui io a portarlo in nerazzurro. Vi spiego brevemente come. Mi trovavo a Marsiglia ad osservare un giocatore, quando notai poche file sotto alla mia un osservatore nerazzurro, anche lui giunto per lo stesso mio obiettivo. A quel punto iniziai a tessere le lodi di Domoraud, a voce alta affinchè fossi sentito. Il lunedì seguente quasi tutti i quotidiani sportivi aprirono titolando sull'acquisto di Domoraud da parte dell'Inter.
Senza un po' di astuzia, non si va da nessuna parte...

 
 
 

Agnelli non molla Delneri. Pirlo vuole la Juve, Tevez trattativa concreta.

Post n°4650 pubblicato il 06 Maggio 2011 da nadir63l
 

 
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Durante l'edizione delle 13 di Sky Sport 24 è intervenuto Federico Ferri, giornalista che segue per l'emittente satellitare i bianconeri, per fare il punto sulla situazione allenatore e mercato. Tante le notizie e le indiscrezione lanciate.

Delneri o Mazzarri -  L'unica soluzione al momento è quella dell'attesa. Dare delle certezze sul futuro di Delneri e su quello di Mazzarri in questo momento è un atto un po' presuntuoso. Le società stesse hanno a che fare con una soluzione in evoluzione. In questo momento, ci sono due piani alla Juventus. Uno è quello del cambiamento, con unico nome ora Mazzarri, mentre l'altro è quello della continuità con la conferma di Delneri. E la sua permanenza ha un sostenitore importantissimo che è Andrea Agnelli che ha voluto Delneri tramite Marotta e non ha intenzione di abbandonare il tecnico tanto facilmente. Vuole ancora prendersi del tempo, vuole verificare che nelle ultime tre partite arrivino delle risposte come negli ultimi minuti contro la Lazio, per davvero consentire  a Delneri di giocarsi tutte le carte. Se poi la situazione non migliorasse, si verificherebbero le altre soluzioni. Non si parla di un rinnovo, il contratto è biennale e Agnelli vorrebbe che fosse rispettato. Tenere un allenatore che, pure è arrivato a fine stagione con molte difficoltà perché sappiamo che i risultati non sono ottimi, anche se non tutti imputabili a Delneri, e che ha problemi con la parte organizzata della tifoseria, e confermarlo sarebbe secondo me un gesto di merito. Una stagione a scadenza sarebbe una bomba a orologeria, ma credo che alla Juve siano pronti a correre questo rischio e Delneri sa di potersi giocare ancora delle chances perché Agnelli non lo ha scaricato sebbene sia più probabile, 60%, che arrivi Mazzarri.

Centrocampo -  La Juve sta cercamente scegliendo un giocatore di qualità, un giocatore di personalità e qualità a centrocampo, l'alternativa è tra Pirlo e Montolivo, non credo arriveranno entrambi, ma ci sono già stati i contatti coi giocatori. Pirlo, che ha più possibilità di arrivare, difficilmente resterà al Milan e ha dato il via libera a trasferirsi alla Juve, ma manca ancora la decisione definitiva della società bianconera e la trattativa economica. Pirlo comunque ha espresso il proprio gradimento a un trasferimento alla Juve. Montolivo rappresenterebbe un investimento di minor peso da un punto di vista dell'ingaggio, ma più alto per il trasferimento. La Juve in quel ruolo cerca un regista, basti pensare che c'è un'idea anche Xabi Alonso. L'altra idea è quella di prendere Pazienza a parametro zero, nome che rimanda a Mazzarri ma che non comporta per forze di cose l'arrivo dell'allenatore a Torino. La Juve vuole un giocatore di quantità e Paziena corrisponde a questo identikit. Dobbiamo verificare la permanenza di Melo: se dovesse arrivare una buona offerta, sia Felipe che la Juventus sarebbero pronte a dividere le strade.

Attaccante - Tevez, Rossi o Aguero? Nel mondo ideale, se dovessero fare una scelta Agnelli, Marotta e Paratici sceglierebbero Tevez, ma poi c'è una trattatativa da fare, ma l'incontro c'è stato e non credo che la Juventus si sieda attorno a un tavolo sapendo di non poter prendere un giocatore. Costa tantissimo, ci sono molte contraindicazione, ma è un obiettivo serio, concreto che la Juventus sta seguendo. Aguero? Magari la Juve sta facendo un po' di fumo per nascondere altri obiettivi.

 
 
 

     

 

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