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Messaggi del 10/05/2011

Tuttosport - De Paola: "Decisione forte"

Post n°4695 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Paolo De Paola per "Tuttosport"
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

E pensare che la Juve, intesa come società, si infu­riò tantissimo contro questo giornale - tanto da emettere un comunicato - peril titolo «Indegni» pub­blicato in prima pagina all’indomani del 2-2 con il Cesena. Allora, un eccesso d’orgoglio e una esagera­ta difesa d’ufficio fecero perdere di vista ai dirigenti il succo della critica che rivolgevamo soprattutto a squadra e allenatore. La ripetiamo adesso con iden­tica chiarezza visto che due mesi dopo si è ripetuta la stessa situazione. Il problema della Juve è questo: i giocatori non seguo­no l’allenatore e l’allenatore non riesce ad imporre nulla alla squadra. Il nostro è un rilievo puramente tecnico. C’è un difetto di approccio alla partita e un’assenza di concentrazione dei giocatori se la Juve è stata recuperata ben otto volte quest’anno dopo es­sere passata in vantaggio. I più clamorosi pareggi so­no stati il 3-3 con la Samp, l’1-1 con la Roma, l’1-1 col Chievo, il 2-2 col Cesena, il 2-2 col Catania, infine il 2-2 di ieri ancora con il Chievo. Disarmante. Se que­sta stessa squadra è però in grado di battere Inter, Mi­lan, Roma e Lazio vuol dire che su questo telaio, con doverosi inserimenti di qualità, si può lavorare, ma non con questo allenatore. Del resto, le parole di Marotta dopo la partita sono sta­te abbastanza chiare in tal senso. Ora il problema è la scelta del nuovo tecnico. Occorre una decisione for­te e innovativa con un unico imperativo: basta errori.

 
 
 

Federico Ferri: "Possibile sorpresa per la panchina della Juventus, deciderą Agnelli"

Post n°4694 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Collegato da Torino dopo l'amaro pari interno contro il Chievo durante la trasmissione Sky "E' sempre calciomercato" il giornalista dell'emittente satellitare Federico Ferri ha parlato della situazione futura della panchina della Juventus. Una situazione non ancora chiara ma che quasi certamente non vedrà in corsa Gigi Delneri: "Ormai le possibilità si sono ridotte su una conferma, alla fine l'ultima parola spetterà ad Andrea Agnelli ma le parole di Marotta sanno di esonero, è chiaro che l'andazzo della Juventus nelle ultime uscite non è accettabile in quanto non si è guardato tanto ai risultati ma a come sono maturati. I nomi che si fanno sono i solii, Mazzarri, Conte che è molto apprezzato dai tifosi ma che la società per ora non prende in considerazione e si parla anche di Van Gaal che però mi pare un'ipotesi improbabile. Agnelli ha difeso fino alla gara con il Chievo Delneri ora però è deciso a cambiarlo e si potrebbe anche andare verso un nome a sorpresa come fece il padre Umberto nel 2004 quando quasi in punto di morte scelse Fabio Capello a sorpresa quando sembrava delineato un testa a testa tra Deschamps e Prandelli. Aspettiamoci dunque anche una scelta improvvisa".

 
 
 

Esposto Juve: «365 giorni dopo, aspettiamo risposte»

Post n°4693 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

  
Il club bianconero sul proprio sito ufficiale dice la sua sul ritardo di Palazzi nel prendere una decisione sullo Scudetto del 2006: «Siamo sempre vigili sull'esposto presentato un anno fa. La parità di trattamento prerogativa della giustizia, soprattutto nei confronti di quei tifosi che attendono una semplice risposta»
ROMA, 10 maggio - Anche la Juve "festeggia" il primo anniversario, i primi 365 giorni, dalla presentazione dell'esposto del club bianconero per il ritiro dello Scudetto 2006 assegnato all'Inter. Ecco il comunicato apparso sul sito ufficiale della società piemontese: «Juventus Football Club sottolinea che il decorrere del tempo non ha minimamente affievolito l'attenzione della Società per le vicende dell'esposto alla Federazione Italiana Giuoco Calcio presentato ormai un anno fa, in data 10 maggio 2010 per l'esattezza. Al rispetto per l'autonomia degli organi di giustizia sportiva fa da contrappeso il senso di responsabilità nei confronti di milioni di tifosi che da troppo tempo attendono una semplice risposta. La parità di trattamento deve sempre essere prerogativa della giustizia, in ogni sede, ordine e grado di giudizio».

 
 
 

Gianluca Di Marzio: "Juve, con Mazzarri niente Pirlo. Il grande colpo puņ essere Tevez"

Post n°4692 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

L'esperto di mercato parla delle mosse future dei bianconeri.
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Giornalista Sky e editorialista di Tuttomercatoweb Gianluca Di Marzio è intervenuto come di consueto nella trasmissione dell'emittente satellitare "E' sempre calciomercato" analizzando la situazione della Juventus inerente a panchina e campo. Sul nome del futuro allenatore in corsa sembra al momento rimanere un solo nome anche se nulla pare definito: "Il destino di Delneri è appeso a un filo, c'è ancora una minima possibilità di conferma ma ormai pare molto tenue. Prima della gara con il Chievo c'era la forte convinzione di proseguire con lui ma questo risultato lo toglie quasi in via definitiva dalla corsa. In pole c'è Mazzarri ora, a breve si incontrerà con De Laurentiis, da li ci sarà o la riappacificazione o la rottura definitiva. In alternativa nelle ultime ore si è fatto molto il nome di Louis Van Gaal ma non abbiamo trovato riscontri a proposito". Sui giocatori nel mirino o in partenza: "Pirlo è sempre nel mirino ma in caso di arrivo di Mazzarri sarebbe una pista da escludere, il colpo che si tenterà di eseguire è quello che porta a Tevez con il quale ci sono già stati degli incontri mentre è da cancellare il nome di Javier Pastore viste le richieste esorbitanti di Zamparini e anche per le caratteristiche del giocatore. Sempre sul fronte arrivi Bastos è bloccato perchè prima si valuterà la questione inerente agli extra-comunitari mentre c'è da registrare l'inserimento della Roma su Leandro Damiao. Infine il Malaga ha contattato Luca Toni che però pare non essere intenzionato ad accettare la proposta andalusa".

 
 
 

MOGGI su Libero: "Anche l'Inter ha 18 scudetti? Moratti dovrebbe rifare i conti"

Post n°4691 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Luciano Moggi per "Libero"
© foto di Micri Comunication

Dice il proverbio “chi si consola, gode”. E Moratti si consola come può. A proposito infatti di una prospettiva ipotizzata da Berlusconi, «un anno noi, un anno l’Inter», il patron nerazzurro ha ribattuto piccato: «Per il momento siamo 5-1». Sarebbero normali baruffe, se non fosse che nei cinque scudetti Moratti ha messo anche quello gratificatogli dall’ex componente del Cda nerazzurro Guido Rossi ed ora in mano a Palazzi, che deve ancora rispondere (da un anno) all’esposto della Juve. Viene spontaneo domandarsi se si possa mai accostare uno scudetto vinto sul campo ad uno ricevuto per grazia di una situazione irreale? Almeno il pudore di metterlo in un elenco a parte. Il raffronto sugli scudetti complessivi dice 18 sia per Milan sia per l’Inter (compreso quello di cartone). Strano che dalle parti rossonere non si sia replicato su questo punto. Ha tentato invece di ribattere Moratti a Capello («Il Milan ha vinto il primo campionato vero dopo Calciopoli»), pensiero chiaro: gli effetti di Calciopoli e dell’infer - nale macchinazione che la creò si sono plasmati come un maleficio e solo ora si vede l’effetto contrario, che farà ridestare, speriamo, anzitutto la Juve. Non si deve morire di un campionato solo milanese, come invece gli autori di Calciopoli vorrebbero.
Intuizioni vincenti - C’è anche, udite udite, una confessione subliminale della Gazzetta. Tratteggiando Ibra, ne scrive come «l’uomo degli otto scudetti vinti in giro per l’Euro - pa». Commenta giustamente Ju29ro: «Quelli del 2005 e 2006 sono dunque nostri, lo dice anche il giornale considerato superpartes dall’accusa nell’aula del Tribunale di Napoli». Intanto, non possiamo che dichiararci soddisfatti delle nostre predizioni dell’estate scorsa: avevamo detto “Milan”, avevamo detto “Ibra”. Galliani è stato bravo sul mercato, quando è andato in difficoltà per i troppi infortuni: sono arrivati Van Bommel, Boateng e Robinho, così come era arrivato Thiago Silva. Indovinata la scelta di Allegri, con il quale ci trovammo sulla stessa linea per il caso Ronaldinho. Scrivemmo più volte che al di là di qualche “numero” la sua presenza non aiutava affatto. Non abbiamo dubbi di come l’Ibra in più, il Dinho inmeno, e la capacità tattica di Allegri, abbiamo aperto al Milan la porta dello scudetto dopo sette anni. Poi, com’è chiaro, tutti hanno dato il loro contributo; massiccio quello di Thiago Silva, conosciuto quello di Nesta: una linea Maginot, 23 gol subiti contro i 40 dell’Inter e i 35 del Napoli. Poi Seedorf, una sfida vinta con una parte non piccola del tifo che lo contestava, e anche Gattuso, che ha esemplificato a suo modo la sua personale rinascita («mi avevano dato per morto») e l’Abbiati che ha lasciato poco spazio all’entrante Amelia. Chiaro che il Milan non si vuol fermare, stasera a Palermo cerca il lasciapassare per la finale di Coppa Italia, in vista il 28° titolo del club più vittorioso del mondo,unpunto sul quale Berlusconi è molto sensibile. Bisognerà però vincere per forza perché all’andata i rosanero impattarono un prezioso 2-2. E in finale ci potrebbe essere anche il derby, ancora milanese, se l’Inter la spunterà domani sullaRoma. I nerazzurri hanno dato l’impressione di aver ritrovato l’antico smalto superando quasi in nonchalance la Fiorentina. Rispetto a quando era il secondo di Mancini, Mihajlovic se l’è fatta sotto, tenendo Mutu in panchina per più di un tempo.
Patron avventato - Due assist di Eto’o e un super Pazzini hanno assicurato ai nerazzurri il secondo posto. Non ha più importanza il big match di domenica sera con il Napoli al San Paolo. Niente prospettiva di vicecampioni per gli azzurri di Mazzarri, battuti rovinosamente a Lecce: Cavani espulso, De Laurentiis imbufalito come non mai. Dalla furia presidenziale non si è salvato nessuno, men che meno Mazzarri; sua la colpa, lascia intendere il patron, di un Napoli “indegno”. I vecchi saggi del calcio dicevano che sotto l’effetto di pesanti disfatte i patron non dovrebbero mai parlare nell’immediato. Botte da orbi per il quartoposto. In vantaggio l’Udinese, che ha scavalcato la Lazio, grazie al para-rigori Handanovic ma “grazie” anche a Zarate. Sul fondo dramma senza fine per la Samp: altro che aiuto dei cugini. Peggio il Brescia, suicidatosi in casa contro il Catania, spera il Lecce con due punti in più della Samp. Teoricamente ancora a rischio Cesena e Bologna.

 
 
 

Calciopoli, udienza del 10.05.2011...

Post n°4690 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

  GLI ARTICOLI DI GLMDJ
 
 Farsopoli di N. REDAZIONE del 10/05/2011 11.17.26

 



Nuova udienza nell’aula 216 del Tribunale di Napoli, riservata alla conclusione della requisitoria del pm Narducci. La prima parte è stata interamente trascritta dalla nostra redazione e potete trovarla a questo link.

SCHEDE STRANIERE


Intercettazione, acquisizione, distribuzione. Il pm Narducci, riprendendo le affermazioni fatte dal consulente della difesa (le schede potevano essere intercettabili), pone il problema sotto altra luce, ritenendo il nodo cruciale quello che riguarda la modalità di acquisizione e distribuzione. Si ritorna a parlare del racconto di De Cillis e Betolini e si pone nuovamente l’accento sulle intestazioni fittizie. Quello che ha permesso di individuare gli utilizzatori di queste schede, in mancanza di dati utili alla loro individuazioni ed essendo linee di conversazione esclusiva e quasi inattaccabile dall’ascolto esterno, sono state delle disattenzioni, laddove non sono state rispettate le indicazioni di utilizzo e quindi usate per telefonate che hanno poi reso possibile la loro individuazione. Narducci afferma che nel momento in cui, si pensava ad una falla del sistema, si passava a schede di altro paese.

Collegamento tra scheda e persona fisica. Il pubblico ministero afferma, contestando ancora il perito, di aver verificato nel corso delle indagini, come le schede sono state utilizzate in diversi luoghi che permettono di riferirli a persone non necessariamente legate al solo luogo di residenza. La “mancanza” addebitata dalle difese al lavoro di Di Laroni, cioè la verifica se una determinata persona si trovava in quel determinato luogo, è stata colmata dalla verifica di altri dati (telefonate a Coverciano durante il raduno e telefonate durante le trasferte di lavoro). Narducci continua affermando che non esiste l’opzione secondo cui, constatata la presenza della persona in un determinato luogo, la scheda fosse stata utilizzata contemporaneamente in altro luogo.
Si ritorna a parlare della scheda di Paparesta padre e di come, nell’ipotesi di Narducci, sia stata consegnata per cercare di “ammorbidire” il figlio. Il discorso è allargato alle presunte indicazioni sull’utilizzo delle schede, sul rapporto con i due designatori e il timore del doppio gioco. Il pm mette in evidenza l’utilizzo delle presunte schede anche per chiamate ai famigliari e l’utilizzo diretto da parte di Gianluca Paparesta (si ricordano diversi episodi, come quello di Reggio, di Bagno di Romagna e Quarto d’Altino).

Qualche numero. Si è partiti da un primo gruppo ristretto di 9 utenze intestate a De Cillis e da queste prime schede vengono individuati altri gruppi (54 numeri stranieri utilizzati da Moggi, Fabiani, Bergamo, Pairetto, Bertini, Cassarà, Dattilo, De Santis, Gabriele, Paparesta, Pieri, Racalbuto e Ambrosino; le utenze con 185 e 168 finali i carabinieri ne ipotizzano l’uso a Paparesta). Vengono riproposti altri collegamenti tra Gianluca Paparesta e i luoghi in cui si è man mano spostato (Coverciano e durante le partite Siena-Bologna, Messina-Fiorentina, Brescia-Bologna, Lecce-Reggina, Sampdoria-Siena, Atalanta-Chievo; l’intercettazione alle 12.06 del 07.11.2004 di Moggi e l’intercettazione del 17.01.2005 quando Paparesta a Quarto D’Altino).

Stesse celle delle schede nazionali. Narducci evidenzia come alcuni imputati sono stati sottoposti ad attività di intercettazione per cui è possibile effettuare una ulteriore verifica: le schede straniere impegnano le stesse celle delle schede nazionali che sono conosciute. Riporta a questo punto alcuni esempi che dimostrano, a suo dire, questa teoria, prendendo in esame Moggi e Bergamo con varie ipotesi.

La scheda attribuita a Pairetto. Anche per questa utenza, oltre all'individuazione delle celle riferibili ai comuni di Rivoli (residenza) e Nichelino (luogo di svolgimento della sua attività lavorativa), l’elemento di “certa attribuzione” viene individuato dall’ utilizzazione del 213 finale in occasione di 5 raduni arbitrali a Coverciano ( e uno a Milano) nel periodo compreso tra novembre 2004 a gennaio 2005. Vengono elencati, anche in questo caso, alcuni esempi con ipotesi varie a sostegno. Due sono le schede attribuite a Pairetto: il 213 finale utilizzata dal 26.11.2004 e fino al 10.2.2005 e l’altra scheda, quella avente l’135 finale, in cui ci sono dati sovrapponibili a quelli relativi al luogo di residenza e ai raduni arbitrali.

Le schede di Pieri e Racalbuto. Il pm parla di una schede di rilevanza straordinaria (perché è importante per le conclusioni a cui si può pervenire), quella riferibile a Pieri, ricordando che è stato condannato nel rito abbreviato. Le schede attribuite sono 2 (958 e 799 finali). Narducci riporta l‘intercettazione del 10 gennaio 2005, in cui Moggi risponde ad un altro interlocutore mentre è al telefono con Bozzo: l’ignoto interlocutore è stato ritenuto per l’appunto Pieri. Si prosegue ricordando altre situazioni e formulando altre ipotesi.
Anche le schede attribuite a Racalbuto vengono “individuate” dall’aggancio di celle in corrispondenza di eventi a cui partecipa (Coverciano e durante le trasferte di alcune gare da lui arbitrate).

La scheda di Fabiani. Anche per Fabiani, il pm riesuma l’intercettazione del 16.8.2004, delle 22.55, dove vi è un'ambientale in cui Moggi dice ad un interlocutore di dire ad altra persona di accendere quell’altro telefono. "Quello svizzero?", dice l’altro, "Sì", risponde Moggi. Anche per la scheda di Fabiani, il ragionamento è sempre lo stesso, cioè l’aggancio delle celle e le relative ipotesi.

La scheda di Bertini. Il ragionamento di Narducci parte sempre dall’aggancio delle celle nella città di residenza e nei luoghi frequentati da Bertini, dai raduni di Coverciano a quelli relativi agli incontri di calcio da lui arbitrati. Per i 5 eventi, riferiti a incontri all’estero, non esiste traffico di questa utenza in territorio nazionale.Per il resto vale il ragionamento già esposto con le relative ipotesi investigative.

Le schede attribuite a Dattilo e De Santis. Narducci continua a parlare delle sim svizzere, questa volta riferite all'ex arbitro Dattilo e all’altro ex fischietto De Santis. Narducci non ritiene veritieri i certificati del ministero della Giustizia che attestano la presenza di De Santis ad un corso, mentre la sua presunta sim agiva a Coverciano ( le circostanze non coincidono con gli orari di frequenza dei corsi).

Conclusione sulle schede svizzere. Il pubblico mistero ricorda in conclusione le ammissioni sulle sim svizzere, come quella di Bergamo, mentre non è possibile avere la stessa conferma per Pairetto.

Matrix. Narducci ricorda di come, durante la trasmissione Matrix, fu lo stesso Moggia parlare della cena di Natale del 2004, di come, dopo aver saputo dello spionaggio Telecom, disse ai presenti che usava schede svizzere (erano presenti anche Bergamo e Pairetto). Inconsistente per il pm, la scusante di voler sfuggire allo spionaggio Telecom, perché se il rischio era quello legato al calciomercato, perché le schede non sono state date anche a Giraudo e agli altri collaboratori di mercato? Perché le ha date solo ai designatori con cui non doveva parlare di mercato?

Narducci torna nuovamente a parlare delle famose cene e incontri, dello contrapposizione tra i due designatori, il ruolo di M. Grazia Fazi, De Santis e la combriccola romana.

 
 
 

Juve, insidia araba per Pirlo

Post n°4689 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Andrea Pirlo alla Juve la prossima stagione non è così scontato come sembra. Il centrocampista 32 enne del Milan e della nazionale azzurra, che vedrà scadere a giugno il contratto che lo lega al club rossonero, sarebbe stato tentato, secondo la "Gazzetta dello Sport", dal club arabo del Al - Sadd, che ha sede a Doha, in Qatar, e che sarebbe disposto a offire al giocatore bresciano un contratto quadriennale da 7 milioni di euro a stagione. Un'offerta senza dubbio importante, che potrebbe spingere l'esperto regista lontano dalla Juve e dall'Italia. Su Pirlo è costante anche l'interesse del Malaga, che con la nuova proprietà, anch'essa araba, può disporre di somme ingenti per il mercato.

 
 
 

Juve, Leandro Damiao costa 50 milioni di euro

Post n°4688 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

 

La Juventus potrebbe rinuciare alla possibilità di ingaggiare Leandro Damiao, attaccante 21 enne dell'Internacional di Porto Alegre. Il giovane giocatore brasiliano, autore di una grande stagione, che lo ha portato anche a vestire la maglia della Selecao nella partita amichevole contro la Scozia, piace molto al club bianconero, ma ha una clausola rescissoria ammontante a 50 milioni di euro, che, qualora non dovesse essere soggetta a sconti da parte della dirigenza del club brasiliano, renderebbe di fatto impossibile un suo acquisto in vista della prossima stagione. Damiao, che nella stagione in corso ha realizzato al momento 16 gol in 12 partite, interessa anche a Inter e Roma.  

 
 
 

Cuccureddu: "Juve, ti servono grandi giocatori e un tecnico di esperienza internazionale

Post n°4687 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Antonello Cuccureddu, ex giocatore della Juventus, per la quale ha militato dal 1969 al 1981, intervistato da "Tuttomercatoweb.com", fa il punto sul momento poco felice vissuto dal club bianconero, che, dopo il pareggio ottenuto ieri contro il Chievo, pare destinato a rimanere fuori dalle coppe europee la prossima stagione: "Se si vuole competere con Inter e Milan, servono giocatori di livello internazionale. Bisogna cercare di prendere un allenatore che abbia un curriculum ed un livello internazionale. Per Delneri parlano i risultati, anche se le colpe non sono certo solo sue. In campo vanno i giocatori, e la dirigenza stessa non ha azzeccato tutte le mosse che ha fatto, anzi". Cuccureddu si esprime poi su Mazzarri, al momento uno dei principali candidati a sedersi sulla panchina bianconera in sostituzione di Del Neri: "Di Mazzari posso dire che sicuramente è preparato, ma bisogna vedere come gestisce il gruppo e non dimentichiamoci dei problemi che ha avuto a Napoli con Quagliarella".

 
 
 

Un'occasione da non perdere

Post n°4686 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Non tutti i mali vengono per nuocere. Il pareggio contro il Chievo ha finalmente messo in chiaro una serie di punti fermi dai quali ripartire. E il primo della lista è l'allenatore, da cambiare subito, senza se e senza ma.
Certe volte è proprio il caso di dire "meglio tardi che mai". Marotta, che già da un paio di mesi nutriva seri dubbi sulla riconferma di Delneri, ieri sera, nel dopopartita, ha colto l'occasione al volo, liquidando di fatto l'esperienza di 'Gino' sulla panchina bianconera. Con buona pace di Andrea Agnelli che lo aveva sempre difeso.
E' un'occasione da non perdere, e questa volta non si può più sbagliare. Perché se sostituisci Ranieri con Ferrara o, peggio, Zaccheroni con Delneri, beh, un po' te la sei andata a cercare. Adesso basta.
E' davvero Walter Mazzarri l'uomo giusto da cui ripartire? Sicuramente è un tecnico con un peso specifico diverso da Gigi Delneri, e non perché abbia vinto di più, ma per la personalità che mette sul campo, nello spogliatoio e anche - e soprattutto - nelle stanze dei bottoni. Si pensi solo a come sta gestendo in questi giorni il rapporto con il suo presidente Aurelio De Laurentiis.
Noi però pensiamo ad un altro tipo allenatore. Pensiamo a qualcuno dal curriculum indiscutibile, un fuoriclasse della panchina, un colpo a sorpresa che grazie al suo carisma possa far tornare ai tifosi l'entusiasmo e la speranza. Uno che metta in riga tutti, anche alcuni dirigenti. Uno come Louis van Gaal.

 
 
 

La Juventus dą la sveglia a Palazzi: "A 365 giorni dall'esposto alla FIGC aspettiamo risposte

Post n°4685 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

Ad un anno esatto dalla presentazione dell'esposto per il ritiro dello scudetto 2006 assegnato all'Inter, la Juventus manda un chiaro messaggio alla Federcalcio ed al flemmatico Palazzi, attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale


"Juventus Football Club sottolinea che il decorrere del tempo non ha minimamente affievolito l'attenzione della Società per le vicende dell'esposto alla Federazione Italiana Giuoco Calcio presentato ormai un anno fa, in data 10 maggio 2010 per l'esattezza. Al rispetto per l'autonomia degli organi di giustizia sportiva fa da contrappeso il senso di responsabilità nei confronti di milioni di tifosi che da troppo tempo attendono una semplice risposta. La parità di trattamento deve sempre essere prerogativa della giustizia, in ogni sede, ordine e grado di giudizio".

 
 
 

GIOCATEVI IL 29...

Post n°4684 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nadir63l
 

 

Se oggi vi diciamo che 29 è il numero del giorno, vi verrebbe in mente il numero degli scudetti bianconeri. Eh si, sono 29, lo dice il sito della Juventus, lo dice la storia, lo dice il blasone. Non lo dice Massimo Moratti, perchè non ha il pallottolliere, ma state tranquilli, abbiamo provveduto a mandarglielo a casa. Sono 365 giorni che aspettiamo un esposto... nelle stanze dei bottoni ormai la Juventus conta come il due di picche, ma questa è un'altra storia.. Non vogliamo parlare di scudetti, il 29 oggi è un numero grottesco per altri motivi. E' il numero dei gol subiti in casa dalla Juventus in questa stagione. 29 gol... tantissimi in 18 partite, fanno 1,6 gol presi a partita. Praticamente chi va allo stadio è sicuro di vedere un gol avversario e se va male... magari 2. Ma la cosa più grottesca è che con 29 gol questa squadra è la peggior difesa casalinga in casa del campionato (strano che la stessa sia la seconda miglior difesa in trasferta dopo il Milan). Ma come mai succede questo? Semplice... la risposta. Questa squadra vince quando non ha l'obbligo di vincere e va in crisi (ben 12 quest'anno) quando deve portare a casa il risultato. Ormai gli indizi sono prove: Catania e Chievo sono partite uguali. Quella con il Bologna un'altra e anche quelle con il Bari e il Brescia sono state vittorie sofferte (con squadre non di primissimo piano).Questa squadra ha dato il meglio quando non aveva obblighi. A Roma con Lazio e Roma, a Milano, con il Milan.

Questa squadra ha molte lacune. I centrali sono di buon livello, i portieri pure, sugli esterni abbiamo dubbi, ma non è solo colpa loro. La colpa è di tutti, del pacchetto. Perchè se prendi un gol, ma poi commetti errori come quelli sulla ribattuta del palo, quelli sono errori di lucidità e prontezza di squadra, di reparto. Facciano pensare questi 29 gol presi. I giocatori vanno presi in attacco per eccitare i tifosi, ma se poi prendi 29 gol in casa non serve prendere altri 5 attaccanti, serve prendere gente che sappia metterci il carattere, la voglia, la determinazione. Servono i leader. La Juventus passata prendeva i leader alla Deschamps, alla Conte e li metteva in campo. Serve gente che sappia portare a casa i tre punti...e sappia fare da allenatore in campo, perchè poi in campo vanno quegli 11 e puoi avere anche Copperfield in panchina che fa le magie, ma se poi in campo nessuno usa la bacchetta, uscirà sempre come numero magico il 29...

 
 
 

     

 

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