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Messaggi del 17/06/2011

Riscatto Matri, la Juve mette sul piatto Boniperti...

Post n°4935 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico Gaetano

La questione relativa al riscatto dei giocatori bianconeri "precari" rimane spinosa per Beppe Marotta il quale sta trattando su più fronti. Nelle ultime ore sono state gettate le basi per il riscatto di Fabio Quagliarella, uno dei trascinatori della Juventus nella prima parte di stagione che dovrebbe rimanere a Torino anche nella prossima stagione. In questi giorni poi si sta trattando con il Cagliari il riscatto di Alessandro Matri (ingaggiato a gennaio proprio per ovviare all'infortunio occorso a Quagliarella) che negli ultimi mesi ha dimostrato ampiamente di meritarsi la conferma da parte dei dirigenti bianconeri. Per assicurarsi il cartellino dell'attaccante Marotta avrebbe intenzione di inserire delle contropartite tecniche al fine di limitare l'esborso economico. In particolare il direttore avrebbe proposto a Massimo Cellino il prestito di Filippo Boniperti, nipote di Giampiero, autore di qualche apparizione in prima squadra nel corso dell'ultimo campionato. Del giovane centrocampista bianconero il Cagliari potrebbe ottenere il diritto di riscatto della metà del cartellino. Sono attesi sviluppi nei prossimi giorni.

 
 
 

Dalla Spagna, Juve e Inter in vantaggio sul Barça per Rossi

Post n°4934 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

Il club catalano avrebbe offerto 17 milioni più incentivi. La Juve 25 più Sissoko, mentre l'Inter 23 più Pandev
Dove giocherà Giuseppe Rossi la prossima stagione?
Dove giocherà Giuseppe Rossi la prossima stagione?
© foto di Giacomo Morini

Continuano a susseguirsi a ritmi serrati le voci su Giuseppe Rossi, l'attaccante italiano più ricercato in questa fase del calciomercato. Secondo alcune indiscrezioni che arrivano dalla Spagna, la Juve e l'Inter sarebbero in vantaggio per l'acquisto del cartellino del giocatore. Sul sito iberico madrid-barcelona.com, infatti, si legge che l'offerta delle delle big italiane supererebbe quella degli azulgrana, che avrebbero messo sul piatto 17 milioni cash più incentivi in base al rendimento nella prossima stagione. Un massimo di 27 milioni. Meno di quella dell'Inter, 23 milioni più Goran Pandev e di quella della Juve, che avrebbe avanzato la proposta sulla base di 25 miloni più il cartellino di Momo Sissoko. Il centrocampista maliano della Juve darebbe qualche chance in più alla Vecchia Signora, visto che è stato cercato dal club del sottomarino giallo nella passata stagione.

 
 
 

Agente Vucinic: "A Roma qualcosa si è rotto. E' vero, mi sono incontrato con la Juve"

Post n°4933 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico Gaetano

L'agente di Mirko Vucinic, Alessandro Lucci, ha confermato ai microfoni di Sky Sport i problemi del suo assistito con l'ambiente romanista ed i contatti preliminari con la Juventus: "Sono andato in Inghilterra per fare il punto della situazione. Oltre a Vucinic, vogliamo trovare valide alternative a una ventina di nostri assistiti - le parole dell'agente, riprese da Tmw -. E' una fase in cui si parla molto, il viaggio non è stato esplicitamente per Mirko Vucinic. L'interessamento delle inglesi nei confronti di Mirko risale a tanto tempo, fa, noi non abbiamo parlato con nessuno. E' una fase interlocutoria, bisogna prima capire se il suo rapporto con la Roma è terminato. Siamo ancora in una fase di studio. C'è un po' di malessere perché negli ultimi anni Roma l'ha apprezzato a momento alternati. Lui nella Capitale si trova molto bene, la volontà era quella di rimanere il più a lungo possibile. Poi nel calcio accade che qualcosa si può rompere. Abbiamo incontrato Sabatini, lo rivedremo per capire se è una strada senza ritorno. Juventus? E' vero che mi sono incontrato con i dirigenti della Juventus, ma abbiamo parlato di tanti calciatori. Loro hanno chiesto informazioni su Mirko, come lo hanno fatto tante società, ma di questo si è trattato. Da qui a farla passare per una trattativa ce ne passa".

 
 
 

Oliviero Beha: “Palazzi ci sta prendendo per i fondelli”

Post n°4932 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

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Tra ansie e angoscie, almeno una certezza: sul caso Calciopoli, così come sul caso Scommettopoli, ci stanno prendendo per i fondelli. Moggi, Giraudo, Mazzini radiati dalla Disciplinare dopo che la richiesta di radiazione era stata fatta nel luglio del 2006 ai tempi della giustizia sportiva “presto e bene”. Radiati il 15 giugno 2011: non bastano le date per capire? Tra un mese sarebbero scaduti i termini. Perché hanno aspettato tanto? Per gettare in pasto all’opinione pubblica una polpetta avvelenata che la distraesse da Scommettopoli? Per far vedere che alla fin fine il Procuratore Federale del calcio, l’accusa, il PM del pallone, Stefano Palazzi, comunque porta a casa  qualcosa? O altrimenti perché, dopo ben cinque anni? Trovate la risposta continuando a leggere…

Si obietta: ma un colpevole è un colpevole. Rispondo: certamente. Ma il processo prima che a Moggi va fatto al potere calcistico, a come funziona la giustizia sportiva, a come vengono usate le sentenze, ai giochi di potere che ci sono dietro. La conferma ce l’avete da Scommettopoli, in cui lo stesso Palazzi svolge il medesimo ruolo: indaga e rinvia a giudizio,oggi come nel 2006. E sta venendo fuori che Palazzi in Federazione insabbia (cfr.lo scandalo di “Premiopoli” sul web, per facilitarvi la comprensione della faccenda, o i miei scritti sul Fatto, o l’Espresso in edicola) tutto quello che può insabbiare. Nel caso di Moggi, Giraudo e Mazzini, chi mi dice che Palazzi non sapesse già nel 2006 che nello scandalo erano coinvolte tante altre figure importanti del calcio, come è venuto fuori nel processo penale in corso a Napoli?

Perché mi devo fidare di Palazzi dopo quello che è documentato su di lui? E da chi dipende Palazzi se non da Abete, presidente federale? E nel 2006 Abete non era il vice del presidente Carraro? E non ci sono intercettazioni su Carraro (poi ovviamente prosciolto con urgenza da quella stessa giustizia sportiva da lui superveduta) del tenore di quelle su Moggi e soci? Quindi l’obiezione fasulla e amplificata dai media collusi, “intanto giustizia su Moggi, liberiamoci di un colpevole”, si scontra con la logica e la natura di chi lo ha giudicato.

I latini dicevano “summum ius, summa iniuria”, massimo diritto, massima offesa, o giù di lì. Per quello che avete letto finora, e senza tifo juventino pro o contro Moggi, è chiaro che qui di ius ce n’è pochissimo e invece c’è una gigantesca presa per il di dietro dell’opinione pubblica italiana. Mentre fioccano le notizie dalla Procura di Cremona, e Palazzi dovrebbe indagare su tutto ciò e cominciare gli interrogatori. Mi domando come, e con che faccia. In altri campi, questa mole di sospetti peserebbe come un macigno su chi amministra la giustizia assai più che su eventuali colpevoli scelti nel mazzo, a quel che si è visto e sentito nel Tribunale di Napoli, nel mazzo e con cura… Invece qui la stampa dimentica tutto ciò e archivia il caso con la “discarica Moggi”. Io me ne vergognerei…

Di Oliviero Beha per ‘Il Fatto Quotidiano’

 
 
 

L’Espresso: “Premiopoli” dopo “Calciopoli” e “Scommessopoli”?

Post n°4931 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

“A quel punto il collaboratore della Federcalcio mi disse come fare a ingannare le regole. E assicurò che avrebbe contattato il mio presidente Mezzaroma per spiegargli come non pagare la quota a carico del Siena”.

Nei verbali della giustizia sportiva si materializza un altro scandalo del pallone. Le scommesse e i risultati combinati non c’entrano. Si tratta di una trama di mediatori e funzionari sleali che arriva al cuore del problema: l’incapacità del calcio italiano di fare pulizia al suo interno. E questo nuovo imbroglio va a soffocare le risorse che potrebbero far resuscitare il gioco più amato: i vivai giovanili delle squadre minori.

Il meccanismo è semplice: quando un calciatore cresciuto nei dilettanti esordisce in serie A o in Nazionale, alla società che lo ha svezzato spetta un emolumento in denaro. La cifra dipende dagli anni di militanza e varia tra i 18 mila e i 100 mila euro. Con quei soldi, tra i dilettanti, si tira avanti una stagione: ossigeno puro per un universo di club minuscoli in bancarotta costante. La partita dei premi di formazione vale globalmente alcuni milioni di euro.

Ma si scontra con un problema formale: ricostruire con i documenti ufficiali la storia anagrafica di un ragazzo diventato campione non è semplice. Gli archivi informatizzati esistono soltanto dal 2000 e spesso l’unico modo per risalire ai primi anni di carriera è ricorrere all’autocertificazione. E’ questo il varco sfruttato da alcuni per contaminare la regola virtuosa. Costringendo i calciatori a mentire. Garantendo denaro per il disbrigo della pratica. Ponendosi come intermediari tra le parti. Arrivando prima di altri a informazioni che solo chi lavorava in Federcalcio poteva consultare. Con scarsa fantasia gli addetti ai lavori parlano di “Premiopoli”. E’ in questa sciarada di rimborsi, carte bollate e mezzi silenzi che si nasconde una “Calciopoli” di retroguardia, che potrebbe esplodere con imprevedibili danni collaterali. La procura federale ha aperto un’inchiesta, contestando la violazione di tre articoli del codice di giustizia sportiva. Ma i primi investigatori che si sono occupati del caso sono stati allontanati e tra pochi giorni il tempo per l’indagine terminerà. Mentre se gli atti dell’istruttoria venissero trasmessi alla magistratura ordinaria si potrebbero ipotizzare reati molto gravi: truffa, falso in atto pubblico e appropriazione indebita. Tutto però resta nei cassetti di Stefano Palazzi, il grande inquisitore del football.

Autocertificazione Birikina
Per lungo tempo i premi agli allevatori di fuoriclasse sono stati trascurati o ignorati dalle società d’origine. Poi all’improvviso le grandi squadre sono state sommerse dalle richieste, inoltrate dai piccoli e gestite dalla Federazione. In moltissimi casi, si basavano su una autocertificazione in cui il neocampione dichiarava di provenire dal campetto di una provinciale. Una delle pratiche rilette poi dagli investigatori è quella di Federico Marchetti, il portiere a cui il bel campionato del 2010 vale il Mondiale sudafricano da titolare al posto dell’infortunato Buffon. Rientrato a Cagliari, Marchetti entra però in rotta di collisione con il presidente Cellino. Vorrebbe trasferirsi alla Sampdoria ma nell’attesa, finisce fuori rosa. Perché? Mistero. Ma molti parlano di una sua autocertificazione, con una firma su cui si addensano sospetti, che attesta il passato giovanile nella Radio Birikina Luparense e che ha fatto infuriare il presidente sardo Massimo Cellino, costretto a versare 50 mila euro a vantaggio della Birikina, formazione padovana di prima categoria.
Dopo una crescente serie di segnalazioni e voci, l’indagine sul rebus dei premi viene aperta da due investigatori della superprocura calcistica guidata da Stefano Palazzi: il sostituto Marco Mattioli e un collaboratore esperto dello stesso ufficio, Giovanni Grauso. I due ascoltano dirigenti, presidenti, debitori e creditori. Mettono in luce tasselli, ombre, menzogne, guadagni illeciti e contraddizioni. Scoprono che la pratica Marchetti è stata curata, come molte altre, da un 38enne toscano, F. F.: “l’Informatore”. Nell’operazione i giocatori, eventuale veicolo del delitto e parte lesa, non guadagnavano un euro. Lo facevano altri: “Premiopoli” è una storia di soldi e di strane figure professionali.

Mediazioni sospette
“L’Informatore” non è un allenatore, non è un procuratore, non è un dirigente, non è un tesserato. Ma si agita. Conosce in tempo reale informazioni che solo i pochissimi eletti che hanno accesso a S 400, il sistema computerizzato della Federazione, dovrebbero poter ottenere. Un calciatore esordisce in serie A? Ed ecco “L’Informatore” risalire rapido ai dati che lo riguardano o reperire l’autocertificazione. Telefona alla famiglia del giocatore. Si pone come negoziatore tra le società minori e la Federazione (incamerando una percentuale non inferiore al 20 per cento della transazione). Alza il telefono: “Il giocatore Mario ha esordito in serie A, voi avete diritto a tanti soldi. Della pratica mi occuperei io, quando otterrete l’indennizzo, una parte sarà mia..”. Mattioli e Grauso corrono veloci e portano in superficie più di 80 casi simili a quello di Marchetti. Sotto la lente finiscono anche i premi per azzurri come Sirigu e Balotelli. Contestualmente tracima la rabbia delle società di serie A che hanno staccato, non sempre persuasi da procedure trasparenti, assegni pesanti ai club di categoria inferiore. Chievo, Livorno e Catania su tutti. Il direttore generale dei siciliani Pietro Lo Monaco è furente: “Se dalla Federazione non arriva chiarezza su una questione che da anni era nelle mani di un suo uomo, Amerigo Pichi, la cercheremo altrove. L’ok ai pagamenti ci arrivava dal governo del calcio ed è naturalmente a loro che chiederemo eventuali risarcimenti”.

Un uomo chiamato semaforo

Amerigo Pichi, un ex professore di matematica in ottimi rapporti personali con il presidente Giancarlo Abete, è l’uomo chiave di questa storia. Per anni ha gestito le domande di ammissione ai finanziamenti nello stesso ufficio “lavoro e premi” in cui lavorava anche la “zarina” dell’affaire “Calciopoli”, Maria Grazia Fazi. In federazione Pichi era soprannominato “Semaforo”. Era lui a decidere, dopo aver consultato la documentazione, se le richieste potevano passare o dovevano fermarsi. Si è dimesso il 14 agosto del 2010. Dopo qualche deposizione compromettente sul suo conto e dopo che senza averne diritto, si era scoperto che la sua scrivania, in spregio a qualunque conflitto d’interessi, era frequentata da vicino dall’agente Fifa Marion Poteras, rappresentante di giocatori dalle varie nazionalità. Che nei saloni del calciomercato milanese, ai dirigenti impegnati nelle trattative si presentava così: “Ricorda? Ci siamo visti da Pichi. Se ha bisogno di un bomber mi chiami pure…”. Ma ci sono anche accuse dirette, come quella di Stefano Osti, segretario generale del Siena: “Pichi mi parlò di F. F., indicandolo come l’uomo dietro la pratica delle autocertificazioni. Mi disse che avrebbe chiamato il presidente Mezzaroma per spiegargli come evitare di sborsare il premio”.

Tranquilli, ci pensa Palazzi
A ottobre del 2010 accade qualcosa di molto strano. Improvvisamente, nonostante l’indagine proceda senza esitazione, Mattioli e Grauso vengono fermati. Invitati a togliersi dai piedi. Trasferiti d’urgenza dopo anni di carriera nella procura federale o dimissionati. Negli stessi giorni, in un albergo a due passi dall’aeroporto romano di Fiumicino, si svolge una riunione congiunta tra arbitri, dirigenti e alte sfere della Federazione. In quelle sede, i manager delle serie A si fanno sentire: vogliono chiarezza sul moltiplicarsi dei premi e delle autocertificazioni. Chiedono ai dirigenti federali le ragioni dell’allontanamento di Mattioli e Grauso dal caso: pretendono certezze, vengono rassicurati.

Della soluzione della questione si occuperà direttamente il presidente Abete, affidando il compito di illuminare il campo alla superprocura di Stefano Palazzi. Il magistrato conduce personalmente qualche nuova audizione, promette ranghi serrati e risposte rapide. Ma in breve, della vicenda non si sa più nulla. Entro fine mese, in coincidenza con la scadenza del mandato dello stesso Palazzi (sarà rinnovato almeno per un anno) la procura sportiva della Figc dovrà decidere se archiviare o aprire il procedimento. Non ci saranno altri supplementi di indagine. E Palazzi, alle prese anche con la scommessopoli cremonese è chiamato a fornire risposte che allontanino dalla sua struttura la martellante nomea di neo “Porto delle nebbie”.

Uno strano furto
Dopo la riforma del 2007 e l’accorpamento tra ufficio indagini e procura federale, non c’è scandalo che non arrivi nel presidiato fortino di Palazzi. Vicende che valgono oro, come il ricorso della Juve sullo scudetto 2006. Porte blindate, guardie giurate, telecamere ovunque per difendere fascicoli su operazioni che possono avere ripercussioni su campionati milionari. Eppure, il 19 aprile accade l’impensabile. Qualcuno entra nell’ufficio “lavoro e premi ” e sottrae “chirurgicamente” dal faldone preziose carte del caso Premiopoli. Va a colpo sicuro: tra i fogli rubati, brillano le autocertificazioni di alcuni noti calciatori coinvolti nella vicenda. Furto anomalo, quasi impossibile. Il successore di Amerigo Pichi, Fabio Branchini si rivolge ai carabinieri. Quando “Tuttosport” si occupa dell’incursione, un alterato comunicato della Federazione fa sapere che il massimo organismo del calcio conserva copie conformi “del materiale sottratto”. E’ una giustificazione che imbarazza per l’ingenuità. La fotocopia di un’autocertificazione, in caso di un procedimento penale o sportivo, non avrebbe nessun valore.

Il conto alla rovescia
Palazzi planò sul pallone devastato del maggio 2006 in sostituzione dell’ex titolare dell’ufficio indagini, il generale delle Fiamme Gialle Italo Pappa, dimessosi dopo tre decenni. Dietro i suoi Ray-Ban fumé, il potere scosso da Calciopoli cercava disperatamente un punto di vista. E il capo degli 007 della Figc lo offrì. Picchiando duro, con qualche eccezione in zona milanista. Palazzi non ama sorridere. Preferisce accentrare e decidere, in assoluta autonomia. La tendenza gli attira critiche feroci. Lo detestava Cossiga, emulato da juventini e laziali. Oggi, tra tante vicende da prima pagina, il grande inquisitore deve dare una risposta anche su questo scandalo che getta ombre sulla stessa Federcalcio.

I dirigenti come Lo Monaco del Catania, interpellati da “l’Espresso” confermano la propria indignazione e quelli tirati in causa come il patron senese Massimo Mezzaroma dettano frasi secche: “Non ho mai incontrato né conosciuto i personaggi in questione”. E’ d’obbligo registrare le autodifese degli altri protagonisti, a iniziare da F. F., “l’Informatore”. Prima si preoccupa: “Come ha avuto il mio numero?”, poi sostiene che il suo lavoro di intermediazione sia del tutto lecito, infine si descrive. Esagerando: “Il mio metodo d’indagine è quello di Woodward e Bernstein. Mi piace scavare nel passato dei calciatori. Ci guadagno? Certo, ma meno di quanto non sia stato detto”. Poi l’ammissione. Grave, irrituale: “Ogni tanto qualche informazione mi arrivava dalle stanze della Federazione, non lo nego, ma da chi preferisco non dirlo. Forse sarà capitato che abbia suggerito a un calciatore di procedere all’autocertificazione per aiutare una piccola realtà in difficoltà in cui aveva militato”.

“L’Informatore” ha deposto due volte in procura (“non ero obbligato a farlo”) e si dipinge come un Robin Hood che toglie ai ricchi per aiutare i poveri del calcio. Amerigo Pichi, con il quale per mesi ebbe ottimi rapporti, nell’ultimo interrogatorio prima di dimettersi disse: “Riconosco le sue pratiche perché sono le più intricate e ho l’impressione che qualcuno gli passi informazioni riservate”. Lui replica stupito: “Pichi può dire quello che vuole. Io lo chiamavo rappresentando gli interessi delle piccole società, gli chiedevo cosa bisognasse fare per far andare avanti la pratica e lui mi rispondeva”. Pichi non c’è più, “l’Informatore” continua nella sua opera e nonostante Palazzi debba chiudere in fretta, l’inchiesta sembra morta. Chi ha rubato a chi? E soprattutto, c’è speranza che le istituzioni sportive ridiano credibilità al calcio senza bisogno di aspettare intercettazioni, manette e pubblici ministeri?

(Malcolm Pagani, espresso.repubblica.it)


 
 
 

Juve, l'ex Ancelotti verso il Psg

Post n°4930 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Leonardo ed Ancelotti, ancora loro; dopo il passaggio di consegne avvenuto due stagioni fa sulla panchina del Milan i due potrebbero ritrovarsi di nuovo insieme da allenatore e dirigente.
L'Equipe infatti ne è sicura: Leo avrebbe scelto l'ex Chelsea come nuovo tecnico del club parigino; i nuovi proprietari provenienti dal Qatar hanno grandi ambizioni e grandissima disponibilità di denaro, e potrebbero mettere in mano al buon Carletto una squadra di tutto rispetto.
L'unico ostacolo sarebbe liberare l'attuale allenatore del Psg Kombouarè, forte di un contratto fino al 2013 e non intenzionato a lasciare così facilmente; specialmente ora che a Parigi potrebbero arrivare grandi giocatori.
Leonardo però nel nuovo club andrà a ricoprire un ruolo di primo ordine e avrebbe in mano le questioni dell'intera area sportiva: per questo motivo, il brasiliano avrebbe già scelto colui che dovrà guidare il Psg verso un futuro vincente e vorrà convincere i nuovi proprietari dell'abilità dell'ex tecnico della Juve. Poi ci sarebbe da convincere solo Ancelotti, libero dal Chelsea e in cerca di una nuova squadra.

 
 
 

Tuttosport - Juve, lunedì giorno decisivo per Lichtsteiner

Post n°4929 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

 

© foto di Federico Gaetano

Continuamente rimandato, l'annuncio del passaggio di Stephan Lichtsteiner (27), potrebbe arrivare lunedì, come riportato da Tuttosport. Ad inizio settimana ci sarà infatti, l'ultimo e decisivo incontro tra Lazio e Juve per definire gli ultimi passaggi dell'operazione che porterà lo svizzero a Torino. I problemi che hanno casuato questi continui rinvii sono principalmente due: il milione di euro che separa la domanda dei biancocelesti e l'offerta bianconera, e la trattativa in fase di stallo per portare Abdoulay Konko (27) dal Genoa alla Lazio, visto che il francese sarebbe il naturale sostituto di Lichtsteiner.

 
 
 

Aston Villa: McLeish e' il nuovo tecnico

Post n°4928 pubblicato il 17 Giugno 2011 da nadir63l
 

Per l'ex manager del Birmingham tre anni di contratto
foto ANSA
foto ANSA
(ANSA) - LONDRA, 17 GIU - L'Aston Villa ufficializza l'ingaggio di Alex McLeish: per l'ex manager del Birmingham contratto di 3 anni. La nomina del tecnico scozzese ha scatenato i tifosi dei Villans che hanno organizzato una manifestazione di protesta fuori dallo stadio. Motivo dell'ostilita', il passato di McLeish sulla panchina dei cugini. Nell'ultima stagione il Birmingham ha vinto la Carling Cup ma e' poi retrocesso. L'Aston Villa e' stato allenato da Gerard Houllier, poi dimessosi per problemi di salute

 
 
 

     

 

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