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Messaggi del 05/07/2011

Triunfo - Vidal vicinissimo alla Juve...

Post n°5021 pubblicato il 05 Luglio 2011 da nadir63l
 

Dal Cile ne sono certi: il calciatore è ad un passo dalla Juve
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport

Nelle ultime ore, dal Cile, è rimbalzata la clamorosa indiscrezione, che vorrebbe Arturo Vidal, centrocampista cileno del Bayer Leverkusen,  vicinissimo alla Juventus. Stando a quanto afferma il quotidiano sportivo cileno "Triunfo", il club bianconero sarebbe pronto a presentarsi con una mega-offerta da 21 milioni di euro dinanzi al direttore sportivo del club delle aspirine, Rudi Voeller, per assicurarsi il talento della Roja, autore del gol vittoria nella sfida della scorsa notte contro il Messico. Sempre secondo il giornale cileno, la Juve è pronta ad offrire al calciatore cileno, tramite il suo entourage, un contratto di 3,7 milioni di euro all'anno. Certo, un affare dal considerevole esborso economico, ma le potenzialità e le qualità di Vidal potrebbero anche giustificare tale sforzo. A confermare l'interesse per Vidal è Rudi Voller, ds del Leverkusen: «Arturo è un calciatore molto conteso, ci sono numerosi club che vogliono acquistarlo. Noi lo cederemo solamente all'estero quando ci arriverà un'offerta che riterremo opportuna. In ogni caso noi speriamo che possa restare con noi». Perso il sogno Sanchez, Marotta starebbe quindi per regalare ad Antonio Conte un altro gioiellino cileno, il dinamico mediano Arturo Vidal.

 
 
 

Tuttosport - De Paola: "Nel 2006 la Juve pagņ per tutti, la giustizia sportiva ora faccia il suo dovere"

Post n°5020 pubblicato il 05 Luglio 2011 da nadir63l
 

Fonte: di Paolo de Paola per "Tuttosport"
© foto di Federico De Luca

Ora la parola passa al Consiglio federale e al presidente Giancarlo Abete. Ma ciò che Stefano Palazzi ha consegnato nel­le loro mani è paragonabi­le a un rigore a porta vuo­ta. Fallirlo, questo sì, sa­rebbe da condanna im­mediata. La relazione con la quale il procuratore fe­derale spiega il mancato deferimento dell’Inter ­ma solo perché fuori tem­po massimo - getta un ma­cigno etico sulla società nerazzurra. Insomma, nessun «punto a favore», come aveva frettolosamente commen­tato a caldo Massimo Mo­ratti, latore ieri di una rea­zione incontrollata. La pa­gina 57 di questa lunga e articolata relazione espo­ne il club nerazzurro a una clamorosa figuraccia. Altro che etica, altro che lezioni di morale: qui va rivisto tutto, perché l’uni­ca società uscita con le os­sa veramente rotte da cal­ciopoli è stata la Juventus, mentre dalle parole scrit­te da Palazzi si evince che l’Inter viene collocata quantomeno sullo stesso piano dei bianconeri, stan­ti le medesime violazioni dell’articolo 1 e dell’arti­colo 6 del codice sportivo. Si tratta degli stessi artico­li che furono fatali alla Ju­ventus (con la differenza che l’articolo 6 della Juve fu “strutturale” e non di­retto come ha evidenziato Palazzi per l’Inter) e che le costarono la retrocessio­ne in serie B con penaliz­zazione, la liquefazione del patrimonio giocatori, due scudetti strappati dal pet­to e una vergognosa con­danna universale da par­te del mondo del calcio.

Ora sappiamo che tutto ciò è scaturito da una sen­tenza frettolosa. Ora sap­piamo che quella della Ju­ventus non era una cupo­la. Ora sappiamo che an­che altre società erano per lo meno a conoscenza del­lo stesso sistema. Ora sap­piamo che il contesto era diverso e, quindi, avrebbe prodotto sentenze diverse. Palazzi ha dato al Consi­glio federale un primo, si­gnificativo mattone per costruire una giustizia ve­ra. Per di più, sempre ieri è accaduto anche un altro episodio importante: la mancata ricusazione del giudice Casoria al proces­so di Napoli. Il procedi­mento ordinario andrà avanti senza lo spaurac­chio dell’archiviazione e probabilmente si conclu­derà a settembre-ottobre. Che la giustizia sportiva faccia lo stesso: vada avanti!

Tuttosport è stato il paladi­no di una battaglia sacro­santa (come testimonia lo stesso Palazzi nella prima pagina della sua relazio­ne), non contro l’Inter ma per il ripristino della verità e il rispetto della giustizia. Abbiamo più volte sollecitato Palazzi da que­ste colonne, invitandolo ad andare a fondo su una vi­cenda ancora tutta da chiarire: gli diamo atto che, sia pure con qualche ritardo, ha agito con un doveroso scrupolo e una inconsueta (per il mondo della giustizia sportiva) coerenza.

Lungi dall’essere contenti o sollevati per una simile situazione, rimaniamo però comprensibilmente sbalorditi perciò che pote­va, anzi doveva essere, la sentenza del 2006. Se cer­te intercettazioni fossero state considerate con cer­tosina attenzione e a tem­po debito, l’Inter sarebbe stata retrocessa almeno in serie B, la storia dei recen­ti trionfi nerazzurri an­drebbe riscritta e sicura­mente andrebbe ricorret­ta la traiettoria agonistica della Juventus. Ma forse non è ancora tardi per ri­mediare.

 
 
 

MOGGI a Tuttosport: "Volevate Calciopoli? Eccola qua. Se Moratti č onesto rinunci alla prescrizione"

Post n°5019 pubblicato il 05 Luglio 2011 da nadir63l
 


Luciano Moggi, ha letto la relazione di Palazzi?
«Finalmente siamo riusciti a tirargliele fuori ‘ ste cose!» .

La ritiene una sua vittoria?
«No, nessuna vittoria. Ci vuole ancora tempo per la vittoria come la intendo io. Per quello che mi hanno fatto e che hanno fatto alla Juventus ci vuole ben altro. Diciamo che ora finalmente mi godo il fatto che qualcuno mi ha ascoltato. Peccato che sia tardi... Io certe cose le dicevo nel 2006» .

Palazzi scrive: Moratti può rinunciare alla pre scrizione. Lei cosa farebbe al suo posto?
«Io al suo posto avrei evitato di andare in giro a dire che ero pulito e onesto per tutti questi anni, ora quel le frasi sono ancora più stridenti alla luce della relazione di Palazzi. E, comunque, se lui pensa di essere davvero così onesto, allora rinunci alla prescrizione! Ora penso a quelle immagini dei giocatori del l’Inter che cantano: “vinciamo senza rubare”. Mi sa che devono inventarsi un nuovo coro adesso... ».

Senza il lavoro dei suoi legali a Napoli tutto questo non sarebbe stato possibi­le...
«Hanno sbagliato a darmi per morto. Pensavano che dopo le condanne del 2006 io dormissi e invece non ho dormito. Anche se questa battaglia mi è costata un mucchio di quattrini » .

Per chi l’ha fatta?
«Per me, è ovvio. Per i tifosi juventini che continuano a volermi bene e che meritavano qualcosa di meglio che una mancata difesa nel 2006. E per quei poveri dia­voli di arbitri che sono finiti triturati in questa faccenda senza avere nessuna colpa. Gente che è stata rovinata senza alcuna colpa: Cassarà, Pieri, De Santis, Dattilo... E’ soprattutto per loro che voglio che venga ristabilita la verità. E’ buffo, dicevano che ero amico degli arbitri e non era vero, lo sono diventato adesso perché meritano giustizia » .

Con queste telefonate nel 2006, le sentenze sarebbe state diverse?
«Beh, iniziamo a dire che la Juventus e il sottoscritto non hanno avuto nessun articolo 6 diretto, al contrario dell’Inter, almeno secondo quanto si legge nella relazione Palazzi... D’altra parte quando Cobolli Gigli dichiara, una volta dimesso da presidente, che Guido Rossi doveva colpire la Juventus. O quando l’assistente Coppola dice in tribunale che gli inquirenti respinsero la sua proposta di collaborare dicendogli: l’Inter non ci interessa. In somma...»

Lei vuol far capire che la mancata difesa della Juventus fa parte di quel di segno?
«No, non dico questo. Dico che siamo rimasti soli al l’improvviso. E che la mancata difesa della Juventus ha sicuramente incoraggiato l’atteggiamento giustizialista dell’estate 2006».

A questo punto lei continua nella sua battaglia: sta preparando la richiesta della revisione ex articolo 39?
«Assolutamente sì. Hanno voluto Calciopoli? Bene, ora se la prendano, ma tutta però, il pacchetto completo. Qualcuno piangerà, qualcuno dovrà spiegare, tutti devono stare attenti» .

Ma, dica la verità, si aspettava una relazione di Pa lazzi così dura nei confronti dell’Inter dopo tutto quello che la giustizia sportiva ha fatto in questi anni?
«Io ho sempre fiducia nella giustizia, ora finalmente ha letto bene le situazioni. Cinque anni fa le lesse ma le e poi perse troppo tempo. Ma io non mollo e alla fine la verità viene a galla» .

Effettivamente sono tante le battaglie che sta com battendo dal punto di vi sta legale. Oggi è a Napoli per l’ennesima udienza del processo penale, venerdì sarà a Roma davanti alla corte di giustizia federale per l’appello contro la radiazione...
«E’ sapete una cosa buffa. Io dopo cinque anni vengo radiato senza aver avuto nemmeno un articolo 6, Moratti con l’articolo 6 a carico dell’Inter dopo cinque anni viene prescritto! A ripensarci non è buffo: è kafkiano!» .

A cosa penserà questa sera prima di addormentarsi?
«Che io ho ricevuto moltissimo dal mondo del calcio italiano e al mondo del calcio ho dato anche tantissimo, per esempio, una nazionale campione del mondo costruita con i miei giocatori. Insomma, è un pareggio. Alla fine vorrei pareggiare anche con la giustizia, quella sportiva e quella penale. Mi sembrerebbe... giusto » .
http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=55263

 
 
 

ILLECITA ONESTA'...

Post n°5018 pubblicato il 05 Luglio 2011 da nadir63l
 

"Nel 2006 l'Inter compì illecito sportivo".
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Hai voglia ad avere la faccia tosta di negare l’evidenza continuando a definirti onesto. Hai voglia a dichiararti scandalizzato da quanto sta avvenendo in queste ore nel mondo del calcio. I fatti dicono il contrario, prove, questa volta si ci sono, alla mano. Altro che “illeciti strutturali” o intercettazioni taroccate ad hoc dai media e dai farsopolisti, insomma.

Di scandalizzati, semmai, siamo noi juventini che da sei anni siamo costretti a ingoiare fango, per usare un termine non volgare, praticamente ogni giorno. A sentirci ripetere che la squadra di Ibra, Thuram, Nedved e cinque campioni del mondo aveva bisogno di rubare. Che Moggi chiudeva gli arbitri negli spogliatoi o truccava con la telepatia i sorteggi. Noi onesti per davvero, che le vittorie ce le siamo sempre godute e meritate sul campo, noi che gli scudetti ce li sentiamo tutti nostri, che sono VENTINOVE non per partito preso, ma per logica, per verità dei fatti. E che ancora dobbiamo sorbirci i piagnistei di chi, come il presidente dell'Inter, nemmeno davanti all'evidenza ammetterebbe le proprie colpe.

Ma oggi forse qualcosa è cambiato e magari finalmente potremmo scoprire che in Italia esiste ancora un po’ di Giustizia, di quella con la “G” maiuscola. Nel nostro caso quella sportiva, che ha dato ieri finalmente un segnale di vita con la relazione di Stefano Palazzi a proposito delle recenti prescrizioni sulle telefonate riemerse ad aprile 2010 per merito della difesa di Luciano Moggi. Quelle, per intenderci, che per Narducci nemmeno esistevano…

Dice il Superprocuratore federale: “Giacinto FACCHETTI aveva una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo con entrambi i designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, fra i cui scopi emerge tra l'altro il fine di condizionare il settore arbitrale. [...] Alla luce dei principi posti dalla decisione della CAF (del 14 luglio 2006), va rilevato che la condotta del Facchetti appare presentare notevoli e molteplici profili di rilievo disciplinare. In questa trattazione specifica della posizione del Facchetti, è appena il caso di rilevare che la società Internazionale F.C. di Milano, oltre che essere interessata da condotte tenute dal proprio Presidente che, ad avviso di questa Procura federale, presentano una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l'unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come già anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in seguito.

Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l'esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, intercorsi fra il Presidente della società Internazionale F.C., Giacinto FACCHETTI ed entrambi i designatori arbitrali, Paolo BERGAMO e Pierluigi PAIRETTO, fra i cui scopi emerge, fra l'altro, il fine di condizionare il settore arbitrale.

La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti...”

Ma Palazzi ne ha anche per Moratti stesso, che viene definito a sua volta colpevole, in quanto era “comunque informato della circostanza che Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore.”

Per poi concludere: “Ne consegue che la condotta del tesserato in esame (Moratti –Ndr), in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell'art. 1 CGS vigente all'epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati. [...] E’ emersa l'esistenza di una rete consolidata di rapporti di natura non regolamentare diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale”.

Curioso, infine, quanto scrive sempre Palazzi a proposito della prescrizione del reato comunque compiuto dall’Inter: "I fatti sono prescritti, ma alla prescrizione si può rinunciare".

Come a dire “visto che siete onesti, rinunciate alla prescrizione…”.

Noi, invece, aggiungiamo solo che nemmeno il più fanatico degli interisti, a oggi, forse avrebbe il coraggio di aprire bocca o accampare scuse. Per cui ci auguriamo che non serva altro per smuovere Abete e la FIGC.

 
 
 

Calciopoli: aspettiamo a cantare vittoria....

Post n°5017 pubblicato il 05 Luglio 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

M. Lancieri

Le ultime notizie, su tutti i fronti, sembrano finalmente darci ragione.

Prima di tutto sulla situazione tragicomica della Figc, tanto scalcagnata da non trovare neppure il documento ufficiale che conferirebbe lo scudetto 2006 all’inter e da rischiare addirittura l’ennesimo commissariamento, almeno stando ai rumors apparsi sui giornali.

In secondo luogo, anche Palazzi si sta allineando, almeno parzialmente, sulle nostre posizioni: sembra che la relazione del procuratore sportivo spieghi come l’operato dell’inter prefarsopoli fosse ben più scorretto di quello della Juve moggiana.

Infine, anche per quanto riguarda il processo di Napoli, le notizie sono buone: la Casoria ha superato indenne anche la terza richiesta di ricusazione e terminerà il processo.

Ma siamo sicuri di potere finalmente tirare un sospiro di sollievo?

Che la gestione della Figc fosse penosa non è una novità. Ma negli ultimi anni abbiamo visto bene come costoro se ne freghino delle norme e della giustizia: l’unico interesse dei vertici federali è conservare le poltrone, stando bene attenti a non offendere troppo i vari potentati che potrebbero danneggiarli. Certo, il continuo spregio delle leggi potrebbe costare caro alle cariatidi federali,
ma fino a quando alla Juve si eviterà di spingere sull’acceleratore, Abete e compagni potranno continuare a dormire sonni tranquilli.

Per quanto riguarda Palazzi, la sua azione è stata chirurgica. Quando fu il momento di bastonare la Juve, la Figc ci mise meno che scartare un gelato: si disse che la giustizia sportiva non poteva attendere i tempi di quella ordinaria e che bisognava fare in fretta. Non vennero ascoltati i testimoni, non venne tenuto conto delle parole di Bergamo, che spiegava come fosse normale da parte di tutte le società chiamarlo e chiedere “sostegno”, dal momento che nessun regolamento lo impediva. Niente. La Juve fu spedita in B in un batter d’occhio, anche grazie alla complicità della stessa proprietà juventina, che si guardò bene dal difendere squadra e dirigenti. Borrelli, che pure prese parte allo scempio, tenne a precisare che le indagini non andavano interrotte. Eppure nessuno si mosse, fino a quando, grazie alla strenua difesa di Moggi in quel di Napoli, non comparvero (con sommo dispiacere dei PM napoletani ed interisti) anche le intercettazioni di Facchetti e compagni. Nonostante questo, ci sono voluti anni, prima che Palazzi si decidesse a prenderne atto e a scrivere un paio di paginette da comunicare agli organi federali. Caso strano, quelle paginette sono arrivate proprio appena la prescrizione ha coperto tutto (secondo lui). E allora Palazzi può permettersi di fare l’eroe, denunciando la gravità dell’operato interista. Tanto, ormai, nessuno potrà più fare nulla…

Passerà la linea che tutti gli anti-juventini chiedevano: tutti colpevoli. Ma, a causa della prescrizione, ha pagato (e pagherà) solo la Juve.
La gravità della situazione è che la stessa proprietà juventina, nonostante un paio di comunicati ed un esposto, sembra essersi allineata su questo percorso. E lo dimostra il fatto che, prima di chiedere la revisione del processo, voglia attendere il terzo grado di giudizio a Napoli, pur essendo consapevole che ben difficilmente ci si arriverà prima della solita prescrizione. Probabilmente, anche in Corso Galfer sono convinti che la sottrazione di uno scudetto dalla bacheca di una squadra che l’aveva scippato ai legittimi proprietari sia sufficiente a rabbonire gran parte dei “rancorosi” che ancora oggi, dopo 5 anni, pretendono giustizia.

Infine, consideriamo la situazione della Casoria. Sicuramente, c’è da essere contenti di non avere assistito all’ennesima oscenità pseudo-giudiziaria. Ma stiamo bene attenti a non cadere nello stesso errore dei PM: la Casoria non è tifosa di nessuno e la sentenza è tutt’altro che già scritta. Inoltre, gli interessi in gioco sono enormi e, purtroppo, non abbiamo poteri forti dalla nostra parte, dal momento che la stessa Exor finora ha dimostrato di esserci avversaria.

E allora sarà meglio aspettare, prima di cantare vittoria: la strada è ancora lunga e continuiamo a percorrerla da soli.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1710


 
 
 

La Stampa - Scudetto a termine. Choccanti le accuse di Palazzi ai nerazzurri ...

Post n°5016 pubblicato il 05 Luglio 2011 da nadir63l
 

La testata torinese pubblica alcuni passi della relazione di Palazzi, quella su cui la Figc dovrà esprimersi sulla revoca o meno dello Scudetto 2006. Una relazione che come annunciato è stata durissima nei confronti dell'Inter.
© foto di Alberto Fornasari

Mercato in secondo piano su quasi tutte le sezioni sportive dei quotidiani generalisti nazionali. A capeggiare sono le pubblicazioni delle relazione di Palazzi sul secondo filone di inchieste che riguardano presunti illeciti commessi dall'allora presidente nerazzurro Giacinto Facchetti. Illeciti che sfuggirono alle procure che allora indagarono su quella che fu definita “Cupola” del Calcio. Filone che viene definito Calciopoli-bis.

Così titola la vicenda La Stampa: “Scudetto a Termine”. Accuse choc del Pm. Ma la prescrizione annulla la pena. Palazzi: “Inter colpevole di illecito sportivo. La Federcalcio valuti la fondatezza della richiesta Juve”. All'interno dell'articolo: Senza il salvacondotto della prescrizione, l’Inter filerebbe dritta a processo per «illecito sportivo». Con cinque anni di ritardo, per telefonate che nel 2006 chissà perché non c’erano, questo racconta il procuratore della Federcalcio StefanoPalazzi nelle 72 pagine di motivazioni su «Calciopoli bis». Con quel che avrebbero rischiato, per i nerazzurri l’eventuale confisca dello scudetto 2006 sarà come pagare una multa per divieto di sosta.

Sempre all'interno dell'articolo si legge che Il club (nerazzurro, ndr) avrebbe cercato di “ottenere vantaggi col condizionamento del settore arbitrale”. Sarebbero stati lesi gli articoli 1 (slealtà sportiva) e l'articolo 6 (illecito sportivo). Le colpe di Giacinto Facchetti, all’epoca presidente nerazzurro, avrebbero come da norme travolto il club: «Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta della società ai sensi dei previgenti artt. 6, 9, comma 3, e 2, comma 4, CGS». Un po’ meno grave la posizione di Massimo Moratti, che ai tempi era solo il proprietario della società: «Comunque informato della circostanza che Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore».

Dunque: «Ne consegue che la condotta di Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell’art.1 CGS vigente all’epoca dei fatti». A cinque anni di distanza tutti i fatti in questione sono prescritti. L'unica cosa che rimane pendente è l'assegnazione del titolo 2006. Quello di cartone che la Juve ha chiesto che venga tolto dal palmares dei nerazzurri.

Ad opininone della testata torinese il passo più duro della relazione del pm può senza dubbio essere questo:«La società Internazionale F.C. Di Milano, oltre che essere interessata da condotte tenute dal proprio presidente che, ad avviso di questa Procura federale, presentano una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l’unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare». Della responsabilità dei nerazzurri, su condotte specifiche, Palazzi non ha alcun dubbio: «Assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra». In un altro passo, il procuratore federale, nega anche la legittima difesa invocata dai nerazzurri per bocca di Moratti: «Sulla pretesa convinzione di agire in presenza di una causa scriminante che, si ripete, questa Procura valuta insussistente».

 
 
 

     

 

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