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Messaggi del 08/07/2011

ZIEGLER: "E' un sogno essere qui. Conte ci ha trasmesso la mentalità Juve. Abbiamo fame di vittorie"

Post n°5044 pubblicato il 08 Luglio 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Reto Ziegler è il primo giocatore della Juventus a presentarsi nella sala stampa del ritiro bianconero di Bardonecchia. La redazione di TuttoJuve.com sta seguendo in diretta la conferenza del terzino svizzero. Ecco la trascrizione integrale:

Sono i primi giorni qui a Bardonecchia. Che impressione hai avuto?
"Per me è tutto nuovo. E' vero che è un'esperienza  molto bella di poter giocare con una squadra così. Io ho lavorato tanto per arrivare a questo punto e sto godendo questa esperienza e questi primi giorni".

Prima di arrivare alla Juve sei stato in ballo tra Milan e Lazio. Ci spieghi un po' come è andata e perchè ha scelto di venire qui...
"Comunque io ho scelto la Juve, perchè la Juve è la Juve. E' difficile rifiutare la Juve. Mi volevano già l'anno scorso e per me naturalmente non era difficile scegliere. Ho deciso di venire qua una volta che il campionato era finito, perchè volevo concentrarmi sulla Sampdoria, che era in una situazione difficile; ma una volta che il campionato è finito è andato tutto molto veloce. Per quanto riguarda il Milan e la Lazio, mi hanno contattato a gennaio e poi non è successo niente perchè c'erano cose tra i presidenti che non andavano, sicuramente anche i soldi. Ma adesso sono felice di essere juventino". 

Tu sei passato dalla retrocessione della Samp alla Juventus, dove si lotta per altri traguardi. La vedi come una rivincita personale?
"No, è vero che è stata un'esperienza brutta con la Sampdoria e spero anche che ritornino in serie A perchè lo meritano. Se la Juventus mi ha preso è perchè mi conoscono bene, conoscono le mie qualità e adesso voglio naturalmente ripagare i dirigenti sul campo".

Tu e Lichtsteiner qui, Inler uomo mercato, la Svizzera Under 21 che fa grandi cose. Cosa sta cambiando nel vostro calcio che fino a poco tempo fan era considerato di serie B. Sei orgoglioso di questo movimento?
"Credo che in Svizzera si lavora molto bene nel settore giovanile. Io ho potuto anche festeggiare un campionato con Lichtsteiner, siamo cresciuti insieme al Grassophers e ci sono tanti giovani importanti con la società svizzera. Siamo giocatori interessanti per i campionati più importanti d'Europa e naturalmente rappresentare il mio Paese in una squadra così per me è anche un grande orgoglio".

Scusa, hai giocato insieme a Lichtsteiner?
"Sì, al Grassophers. Abbiamo vinto il titolo 2003 insieme".

Chi ti ha convinto di più ad accettare la Juve? Delneri o Marotta? E quanto ha pesato la loro presenza nella tua scelta?
"Io ho parlato soprattutto con i dirigenti, con Marotta e Paratici, perchè loro due mi conoscono meglio. Sono loro due che mi hanno preso alla Sampdoria quando giocavo al Tottenham. E' vero che c'era Delneri, che ho avuto, ma se sono qui è per la Juve e non per un allenatore. Io sono molto contento di essere qua e adesso abbiamo Conte che veramente ha trasmesso la mentalità della Juve. Io sono pronto come i miei compagni per affrontare questo campionato".

Che cosa vi ha detto ieri sera il Presidente quando è venuto a cena con voi? Vi ha chiesto qualcosa in particolare?
"No, ci ha soprattutto salutato, ma non ha parlato davanti alla squadra".

Conte ti ha già spiegato, ha già spiegato a voi terzini come dovrete aiutare il centrocampo che avrà, come modulo, soltanto due elementi?
"Sì, posso aggiungere che prima del pranzo abbiamo analizzato l'allenamento di ieri. Era la prima volta che riguardo un allenamento e questa è una cosa molto bella, molto positiva. E' normale che il secondo giorno, però piano piano, noi terzini, iniziamo a capire quello che vuole il mister. E' chiaro che cambia un po' dal 4-4-2 con cui giocavo l'anno scorso, ma è molto molto simile. Comunque credo che una delle mie forze è la corsa e ci sarà tanta corsa da fare, ma sono pronto per quello".

Vorrei che cercassi di spiegare meglio: è vero che tu hai parlato con Marotta, ma era stato Delneri a richiederti. Lui è stato un allenatore che ha dato una svolta alla tua carriera. Volevo sapere se per te sarà molto diverso giocare con Conte, rispetto a Delneri...
"Non sono d'accordo. Sono anche i dirigenti che mi volevano. Sicuramente sarebbe stato bello giocare con Delneri, perchè è normale che mi conosceva e sarebbe stato anche molto facile per me entrare in questa squadra. Ma per noi adesso è l'inizio della stagione, ripartiamo tutti da zero, siamo tutti sullo stesso livello, con un allenatore nuovo, che per me è grandissimo, perchè come giocatore ha potuto festeggiare tanti successi. Ripeto, sono i dirigenti che mi volevano e non solo l'allenatore".

La Juventus negli ultimi due anni ha avuto tante difficoltà. Che idea ti sei fatto tu vedendola da fuori? Cosa pensi che debba cambiare per riportare la Juve ai suoi livelli vincenti. E che responsabilità hai per essere uno di quelli scelti per accelerare questo processo...
"La responsabilità sicuramente è grande per tutti noi, ma abbiamo una squadra veramente forte, con dei campioni. Abbiamo tutto noi nelle mani. Adesso è solo l'inizio, ma io sono convinto che possiamo fare molto bene. E' normale che i tifosi, i dirigenti, ma soprattutto noi abbiamo fame. Io ho fame di vittorie e voglio festeggiare con la Juventus tanti successi".

Avevi un idolo o un modello quando hai iniziato a giocare? Nel tuo ruolo o in generale...
"Sì, un idolo sicuramente è sempre stato Roberto Carlos per me, perchè è un terzino che spinge tantissimo, ha un bellissimo tiro. A parte lui, anche Maldini. Ho guardato tante partite di Maldini. Per quello, ripeto, è un sogno essere qua, portare questa maglia ti dà anche grande forza, a parte la responsabilità. Poter giocare in una squadra così per me è un sogno". 

Volevo sapere se tu sei proprio nato terzino o se lo sei diventato nel corso degli anni...
"Sì, in Svizzera, nel 2003, quando abbiamo vinto il campionato anche con Lichtsteiner, giocavo già terzino. A 15 anni mi hanno detto che se volevo fare una grande carriera o arrivare il più lontano possibile dovevo giocare terzino. Non si sono sbagliati".

Prima dove giocavi?
"Prima giocavo un po' più avanti, come esterno".(redazione TuttoJuve)

 
 
 

Prioreschi a Il Fatto Quotidiano: "Dalla Juve nessun illecito"

Post n°5043 pubblicato il 08 Luglio 2011 da nadir63l
 

Fonte: Il Fatto Quotidiano
© foto di Micri Comunication

Egregio Direttore, il quotidiano da Lei diretto ha pubblicato in prima pagina un articolo di Marco Travaglio dal titolo “Pallo - nari e pallisti”, dedicato alla vicenda “Calciopoli”. Sono rimasto francamente sorpreso, essendo nota la dimestichezza con la quale il Dott. Travaglio si muove tra atti processuali e pandette, nel leggere circostanze e fatti oggettivamente falsi che l’ar ticolista ha cercato di spacciare come essere accaduti. Mi riferisco anzitutto all’af fermazione “secondo cui non basta telefonare ai designatori per commettere illecito: occorre che le pressioni arrivino agli arbitri e li condizionino. La qual cosa Palazzi non è riuscito a provare per nessun club, eccetto la Juve”. So di dare una delusione allo “juventino” Travaglio, ma né il dott. Palazzi né altri hanno mai accertato la circostanza che lui ha riferito. Anzi, la giustizia sportiva che nel 2006 si è occupata della vicenda, ha ritenuto responsabili Moggi e Giraudo di una serie di violazioni dell’articolo 1 (“slealtà spor tiva”), ma ha escluso l’illecito sportivo che pure era stato contestato da Palazzi. Mi rendo conto che il Dott. Travaglio è più avvezzo con il diritto penale che con quello sportivo, ma spero che finalmente anche lui riesca a comprendere che Luciano Moggi non è stato sanzionato dalla giustizia sportiva per aver truccato incontri di calcio. La seconda delusione che sono costretto a dare al Suo vicedirettore è la seguente: se avesse letto con più attenzione la richiesta di archiviazione del Dott. Palazzi, avrebbe notato che per l’In - ter il procuratore federale ha contestato proprio l’illecito sportivo e il condizionamento diretto sugli arbitri da parte della società. Sul punto, è sufficiente ricordare la visita di Facchetti all’arbitro Bertini prima della partita di Coppa Italia Cagliari- Inter del 12 maggio 2005, quando l’allora presidente dell’Inter, prima dell’incontro, è entrato nello spogliatoio per ricordare all’arbitro il suo score di quattro pareggi, quattro vittorie e quattro sconfitte nelle gare arbitrate della squadra nerazzurra, e l’imbarazzo di Bertini per tale condotta del Facchetti, come emerge da una intercettazione telefonica. Una delle tante “sfuggite” agli inquirenti. Per non parlare poi dei rapporti di Facchetti con l’arbitro Nucini (il famoso “cavallo di Troia ”), arbitro in attività, a favore del quale l’allora dirigente dell’Inter si è prodigato per trovare un posto di lavoro, anche con chi poi ha assunto l’incarico di amministratore delegato della società. Sarebbe quindi opportuno che il Dott. Travaglio, evitasse di fare pronostici di proscioglimento che, alla luce di una attenta e competente lettura delle carte, sono alquanto azzardati. Faccio presente infine che: contrariamente a quanto scritto non ci sono nel processo intercettazioni di Moggi e Giraudo del tenore di quelle di Facchetti. Ricordo, che gli inquirenti napoletani ignoravano persino l’esistenza delle telefonate degli altri dirigenti calcistici, ed è solo per questo motivo che non è stata fatta alcuna valutazione sotto il profilo della rilevanza penale. Sarebbe quindi il caso che il giornalista, si documentasse meglio (...). Dimenticavo: meglio avvocati e giornalisti à la car te che un giornalista a menu turistico. Ovviamente, conoscendo la Sua correttezza, non ritengo di dover richiamare l’art. 8 della legge 47 dell’8 febbraio 1948 per far pubblicare questa risposta avendo la certezza che Lei lo farà.
* avvocato, difensore di Luciano Moggi

 
 
 

L'ex direttore moggi:"Moratti non può nascondersi dietro la morte di Facchetti, restituisca lo scudetto 2006"

Post n°5042 pubblicato il 08 Luglio 2011 da nadir63l
 

Moggi: "Scudetto 2006? Nessuna delibera di assegnazione, quello scudetto è ancora della Juve. Moratti lo restituisca"

© foto di Micri Comunication

Luciano Moggi non perde mai occasione per ribadire la sua ferrea posizione su Calciopoli e sullo scudetto 2006. "Domandatelo al consiglio federale, certo è che devono toglierlo all'Inter - le parole dell'ex direttore generale bianconero rilasciate al Parco dei Principi di Roma (dove nel pomeriggio è previsto il secondo grado del processo per la sua radiazione) -. E' inutile che Moratti si nasconda dietro la morte di Facchetti, cosa che ovviamente come uomo mi è dispiaciuta molto, ma le voci non si cancellano. Se fossi nei panni del presidente dell'Inter, farei buon viso a cattivo gioco e lo ridarei indietro. Tra l'altro  - ha aggiunto - mi pare che manchi anche la delibera di assegnazione di quel titolo: c'è solo un comunicato stampa, quindi per me quello scudetto è ancora della Juve".

 
 
 

Aigner: "Fu decisione di Guido Rossi assegnare lo scudetto 2006 all'Inter"

Post n°5041 pubblicato il 08 Luglio 2011 da nadir63l
 

"Il nostro compito si limitava a dover riscrivere la classifica, fu Guido Rossi a voler assegnare lo scudetto all'Inter"
© foto di Federico De Luca

Gerhard Aigner, uno dei 3 "saggi" consultati dalla Figc nel corso dell scandalo Calciopoli del 2006,  ai microfoni di Sky Sport24 torna a parlare dell'assegnazione dello scudetto 2006 all'Inter: "Non ho mai detto che i nerazzurri dovessero essere i campioni d'Italia. La decisione di assegnare lo scudetto 2005/2006 all'Inter fu presa da Guido Rossi, che ha fatto il massimo per tutelare il calcio italiano. Non so se il commissario fosse veramente convinto che l'Inter meritasse il titolo. Noi fummo chiamati solo per verificare se gli statuti e i regolamenti di Uefa, Figc e Lega  potessero consentire la creazione di una nuova classifica, dopo la penalizzazione delle società coinvolte nello scandalo. Io, Massimo Coccia e Roberto Pardolesi ci limitammo a specificare se ci fosse la possibilità di riscrivere la classifica, per presentare una classifica di squadre da iscrivere alle coppe europee. Noi rispondemmo positivamente, ma la decisione di assegnare lo scudetto 2006 fu di Guido Rossi

 
 
 

Juve, torna di moda Vargas: Martinez o Sissoko a Firenze?

Post n°5040 pubblicato il 08 Luglio 2011 da nadir63l
 

Fonte: La Nazione
© foto di Giacomo Morini

La Juventus sembra essere tornata con decisione su Juan Manuel Vargas, centrocampista esterno 27 enne della Fiorentina e della nazionale peruviana, con la quale, in questi giorni, sta disputando la Coppa America. Per avere il forte centrocampista, il club bianconero sarebbe disposto ad offrire ai toscani una somma in denaro, quantificabile in circa 8 milioni di euro, oltre a una contropartita tecnica. I viola sarebbero molto interessati ad Jorge Martinez, che Mihajlovic vorrebbe rilanciare a grandi livelli dopo la brutta stagione vissuta in bianconero, ma il ds viola Corvino potrebbe provare a chiedere alla Juve Momo Sissoko, giocatore che da sempre fa gola alla Fiorentina. Sembra comunque difficile che il centrocampista maliano possa accettare Firenze come destinazione, dal momento che il club dei Della Valle non disputerà le coppe europee la prossima stagione, e che non potrebbe corrispondere al giocatore l'ingaggio che attualmente percepisce a Torino.

 
 
 

Un uso strumentale del ricordo?

Post n°5039 pubblicato il 08 Luglio 2011 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di M. Barbato

Proviamo ad affrontare uno degli argomenti più in voga in questi giorni, e tanto facilmente utilizzato per distogliere l’attenzione dal problema vero.
Credo sia giusto farlo per sgombrare il campo da equivoci artatamente proposti, che provano a creare una ignobile confusione fra cose terrene e cose che terrene non sono più
Voglio parlare di Giacinto Facchetti, ma non di chi fosse lui in vita. Di lui so solo che fu uno splendido esempio di giocatore di calcio e che è stato uomo come me, con i suoi umani pregi e difetti.
Voglio parlare invece dell’uso, a mio avviso strumentale, che si sta facendo in questi giorni del suo ricordo.
In tanti evocano la sua figura; e quasi tutti credono opportuno metterlo in paragone con Luciano Moggi. Anzi quasi tutti dicono che qualcuno ha osato metterli a paragone, praticamente il diavolo e l’acqua santa.
Giacinto Facchetti è stato uno dei più grandi calciatori che l’Italia abbia mai avuto e Luciano Moggi il più grande Direttore Sportivo di calcio che l’Italia abbia mai avuto. Chissà che non si siano anche incontrati quando Moratti voleva portare Moggi all’Inter.
Cosa accomuna questi due nomi?
Il loro ambiente lavorativo e il fatto che il comportamento di tutti e due sia stato attenzionato dall’Ufficio Indagini della FIGC.
Che cosa li divide?
Il fatto che purtroppo Facchetti è venuto a mancare qualche anno fa ed è stato accusato oggi. Luciano Moggi, invece, è già stato processato e condannato dalla Giustizia Sportiva nel 2006, e ha il privilegio di essere ancora in vita.
Ma evidentemente sembra che Moggi questo privilegio lo debba pagare in termini di giudizio da parte di persone che, in nome di una apparente appartenenza lobbistica...quando non è semplice e becero tifo, credono di avere il diritto di poter gettare fango su di lui in misura direttamente proporzionale alla limpidezza ed onestà che il ricordo di Facchetti giustamente evoca in tutti.

Ho sentito qualche giorno fa il giornalista Maurizio Mannoni intervenire in una trasmissione radiofonica che parlava di calcio.
Io chiedo al sig. Maurizio Mannoni, ma lo potrei chiedere a tante altre persone che solo in virtù di una visibilità mediatica - che dimostrano di non meritare - si riempiono la bocca di suggestive e demagogiche opinioni: chi dà il diritto di asserire che accostare Luciano Moggi a Giacinto Facchetti sia una follia pura, che sia un oltraggio alla bellezza?
Per quale motivo non sarebbe possibile, in questo banale contesto che è il calcio, accostare i nomi di due persone che hanno lavorato nello stesso ambiente e per un certo periodo rivestito simili ruoli?
Solo perché uno è disprezzato ed è vivo e l’altro era amato e purtroppo non c’è più?
Chi dà il diritto di usare lo splendido (e anche da me condiviso) ricordo che tutti hanno di Facchetti per ridimensionare un'altra persona?
Non mi ha dato fastidio il sostenere che Facchetti non abbia commesso le stesse violazioni che ha commesso Moggi. Mi ha dato fastidio l’avvertire quella sorta di obbligata illibatezza che si deve a chi purtroppo è mancato e che sembra debba essere la ragione principale della innocenza di Facchetti per le inutili (per lui ormai) violazioni di cui è stato accusato.
Si parla di violazioni alle norme di un gioco, di cose che purtroppo – e dovrebbe dolersene soprattutto Mannoni che viene invitato a parlarne in nome della sua riconosciuta fede per la squadra senza macchie e senza vergogna – fanno anche esse parte del gioco...
Chi dà il diritto di lasciare che un giudizio su una vicenda di carattere sportivo sia esteso a chi ascolta lasciando percepire il “profumo” di una sorta di pietas che con tutto ha a che vedere tranne che con il calcio??
Ho citato Maurizio Mannoni, ma penso a tutti quelli che in questi giorni manifestano lo stesso sdegno per il presunto accostamento fra Facchetti e Moggi.

Giacinto Facchetti, come chiunque abbia lasciato questo mondo, ha il diritto di essere ricordato come uomo, come padre e come amico di chi ha avuto la fortuna di conoscere una persona che da tutti è sempre stato considerato un “signore”, nulla di più.
Che abbia, eventualmente, commesso errori in terra per nessun motivo potrebbe mettere in discussione il suo ricordo e offuscare i suoi meriti.
E per altro le eventuali responsabilità messe in risalto dal Procuratore Sportivo nella sua relazione sui comportamenti del compianto Facchetti, in un mondo così equivoco come il mondo del calcio, proprio non mi sembrano in grado di macchiare in alcuna maniera la sua integrità morale.
A me quelle accuse proprio non sembrano cose gravi, forse sanzionabili per una Procura Sportiva, ma di certo in alcuna maniera in grado di offuscarne la sua integrità morale.

Io ritengo che il ricordo di una persona che non c’è più non possa essere quasi strumentalizzato, soprattutto in nome del calcio o di uno scudetto.
Succede invece che l’odio per Moggi, quell’odio che alimenta da ogni parte quello che è uno stupido gioco, porti gente come Mannoni ed altri a far leva sul ricordo di una persona che non c’è più e che sono certo vorrebbe essere ricordato per altri motivi.
E non posso nascondere che il sentire coinvolta una persona defunta in questa vicenda calcistica mi riporta alla mente tutte quelle volte in cui nel nome del dio Pallone viene strumentalizzato – seppur in maniera diversa - il ricordo di 39 angeli che hanno perso la vita ad una partita di calcio, solo ed unicamente per ferire chi tifa un’altra squadra.

Anche il Ministro Ignazio La Russa si indigna e parla di attacco vergognoso alla figura di Facchetti.
Sa cosa c’è di veramente vergognoso, signor Ministro? Che una persona come lei, una persona che spesso concede qualche svago al suo ruolo istituzionale inserendosi in salotti calcistici (dove a volte maleducatamente rifiuta anche il confronto dialettico con chi, come l’invece educatissimo Massimo Zampini, non è interista come lei), vada a dire che è pronto ad andare a testimoniare davanti al Consiglio Federale sull’onestà del suo amico!!
Ma perché dovrebbe andarci?
Perché inquina la sua ammirevole testimonianza sulla onestà di Facchetti come uomo con il desiderio di andare davanti al Consiglio Federale dove in discussione non è l’onestà di una persona che non c’è più, ma solo la revoca di uno scudetto alla squadra per cui lei tifa?
Anche lei Ministro forse dimentica che si sta parlando di calcio....di eventuali infrazioni a un gioco stupido che è nulla in confronto alla morte. E beato lei che ha avuto la fortuna di conoscere una persona che mai ha commesso errori nella sua vita.

Non posso, infine, non rivolgermi anche a chi, più di tutti, ha manifestato il suo orrore.
Lei, signor Presidente Massimo Moratti, era amico di quell’uomo. E lo apprezzava.
Ma cosa c’entra, signor Moratti, che lei urli al mondo il suo sdegno per il vedere coinvolta una persona che non c’è più??
Per quale motivo dovrebbe essere una cosa di cattivo gusto?
Cosa puoi mai c’entrare la statura morale di una persona scomparsa con la valutazione fatta all’interno di un organismo sportivo su eventuali infrazioni al regolamento di uno sport?
Anche a lei ricordo che si sta parlando di calcio.....che un eventuale errore o leggerezza, seppur anche fatta in buona fede e commessa in vita, mai e poi mai potrebbe sporcare il ricordo di chi abbiamo amato.
Sa cosa io trovo invece di dubbio gusto, signor Moratti?
Che nella homepage del sito ufficiale della sua squadra campeggi (solo) da poco la foto del povero Giacinto Facchetti e una sua lettera personale a lui scritta.
Il dolore e la misericordia per i cari che abbiamo perso non si dovrebbero usare in quel modo. Ma è una mia opinione.
Però mi tolga una curiosità, caro Presidente così indignato: il 31 marzo del 2011, dopo il colloquio che ebbe con il Procuratore Palazzi, lei dichiarò “Mi hanno letto la trascrizione di alcune intercettazioni... è stato un incontro sereno ed educato da entrambe le parti..... chiaramente sono più che convinto delle mie posizioni ma questo non toglie a loro la libertà di giudizio”.
Devo quindi presumere che quel giorno lei e Palazzi abbiate parlato di Facchetti. Devo desumere che il Procuratore le abbia fatto leggere anche le intercettazioni del Presidente dell’Inter all’epoca (poi, sempre solo per curiosità, un giorno ci spiegherà come mai proprio in quella stagione non era lei il Presidente..). E questa mia deduzione trova anche conforto dal fatto che nella relazione consegnata da Palazzi diverse volte si fa riferimento a sue dichiarazioni rese quel giorno al Procuratore Federale in merito a richieste di chiarimenti sul significato delle intercettazioni riguardanti Facchetti.
E allora mi dica una cosa, signor Moratti: per quale motivo al termine di quel colloquio di tre mesi fa, invece di parlare di incontro sereno ed educato, lei non ha subito esteso al mondo il suo sdegno per vedere coinvolta in questa vicenda Giacinto Facchetti??
Perché ha atteso di entrare in possesso, pochi giorni fa, della relazione di Palazzi per urlare al mondo il suo sgomento per quel coinvolgimento?
Eppure è stato tre mesi fa che lei ha appreso che il nome di Giacinto Facchetti era in qualche maniera coinvolto in quell’indagine, di certo non lunedì scorso quando il mondo ha scoperto la non limpidezza della sua squadra onesta.
Me lo spieghi, la prego, perché altrimenti mi viene da pensare che lo sdegno per l’accostamento del nome di Giacinto Facchetti a questa vicenda sia stato ritenuto valido e pertinente solo dinanzi ad un prescritto deferimento e non invece quando lei ne è venuto a conoscenza. E non è possibile che sia così.
Un ultima cosa voglio dire riguardo alla ricorrente, e anche questa intrisa di sdegno, “Ora che non può difendersi”.
Lo difenda lei, Presidente...perché se c’è una cosa che è chiara a tutti è che lei è il padrone dell’Inter e ho dei forti dubbi che, qualunque cosa possa aver fatto in vita Giacinto Facchetti in nome della sua onesta squadra, lei non ne fosse a conoscenza e non ne fosse d’accordo. Lo faccia, rinunci alla prescrizione e lo faccia.
Uno dei privilegi di cui godono le persone che non ci sono più è proprio quello di non dover rispondere a queste stupide cose terrene.
Lasciamo riposare in pace Giacinto Facchetti, e torniamo a litigare, noi che ci siamo, per queste pagliacciate.


Totò – ‘A livella:

Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!


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