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Messaggi del 16/08/2011

Ju29ro - La Juve non si fida più. La FIGC sprecherà la sua chance .

Post n°5265 pubblicato il 16 Agosto 2011 da nadir63l
 

Fonte: "Ju29ro.com"
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo gli iniziali commenti di sufficienza alla conferenza stampa di Andrea Agnelli, provenienti da Massimo Moratti e perfino dal Presidente della Figc, probabilmente nelle stanze del potere calcistico italiano avranno cominciato a fare qualche considerazione un pochino più approfondita, almeno si spera per loro.
Il punto centrale delle iniziative della Juventus è la richiesta di danni che è formulata in modo articolato.
In attesa dei giudizi penali di Napoli, sul tavolo c'è la disparità di trattamento all'interno dell'ordinamento calcistico italiano: buona o cattiva che sia stata la decisione della giustizia sportiva e del commissario straordinario nel 2006 - se ne potrà riparlare dopo i processi di Napoli - un dato è certo e si può riassumere nel "due pesi e due misure, due tempi e due decisioni", che finiscono inevitabilmente col danneggiare una società e avvantaggiare le altre, una in particolare, che viene ulteriormente premiata con l'assegnazione di un titolo. L'incredibile dichiarazione di incompetenza del 2011 ribadisce, a distanza di cinque anni, la volontà di non vedere e non sentire altro, lasciando intravedere che la FIGC si arroccherà sulla pretesa di autonomia dell'ordinamento calcistico rispetto a quello dello Stato, incurante del fatto che l'ordinamento statale riconosce ai suoi cittadini diritti inviolabili e risarcibili in caso di lesione.
Sul concetto di parità di trattamento da parte della FIGC la Juve investe anche gli organi dell'UEFA per ottenere un pronunciamento che la FIGC rifiuta di fare.
Ma veniamo ai danni. Il ricorso al TNAS offre alla FIGC una grossa chance, la possibilità di chiudere la vertenza patrimoniale in modo simbolico, purché dia ampia ragione del torto subito dalla Juve; ma, per evitare strascichi nelle sedi giurisdizionali dello Stato, si dovrebbe coprire l'intera rivendicazione sollevata dalla Juventus: ci fu un torto nel 2006 e ce n’è stato un altro nel 2011 nel non decidere sulla revoca del cartone; equitativamente si potrebbe liquidare un risarcimento simbolico di 1 euro.
Ovviamente questo comporterebbe il riconoscimento della legittimità degli scudetti vinti sul campo, la loro restituzione immediata e la riabilitazione della società ingiustamente retrocessa in serie B, cancellando anche quella sanzione.
Andrea Agnelli ha sintetizzato la linea adottata con poche ma chiare parole: "Se ci ridanno i due scudetti, chiudo la vertenza domani stesso".
Il percorso procedurale potrebbe essere la revisione d'ufficio, da parte della stessa FIGC, del processo Calciopoli messo su in fretta e furia - molta furia - dalla Federazione.
Da un punto di vista patrimoniale un vero affare per la FIGC, che altrimenti rischierebbe risarcimenti nell'ordine di 200-400 milioni di euro.
Ci sono elementi per una revisione d'ufficio oggi? Sì, secondo le nostre analisi.
Giustamente però la Juventus non si muove ora per presentare una propria istanza di revocazione, aspetta di avere in mano sentenze dello Stato, quelle di Napoli su Moggi e Giraudo per intenderci (non necessariamente definitive, ma necessariamente favorevoli agli imputati), perché non si fida della terzietà degli organismi sportivi. E fa molto bene, visti i numerosi precedenti facilmente documentabili. Quando sarà il momento si farà pure quello, ora sarebbe un regalo e una perdita di tempo.
Ora si muova la FIGC, con la revisione d'ufficio, se vuole evitare il rischio, sempre più probabile, di affrontare risarcimenti pesantissimi.
In questa ottica hanno un senso preciso anche gli esposti della Juve al Prefetto e al Ministro per gli Interni, organi di vigilanza e controllo della FIGC come di tutte le persone giuridiche, tanto per ricordare che l'ordinamento calcistico esiste solo all'interno dell'ordinamento dello Stato. Stanno a significare più o meno questo: guardate cosa combinano costoro e vi avvisiamo che la nostra disponibilità finisce qui, oltre non andiamo; poi non lamentatevi se le nostre rivendicazioni risarcitorie non saranno affatto simboliche.
Cosa farà la FIGC? Pensiamo nulla, a meno che non vi siano costretti con un commissariamento. L'atteggiamento di Abete pare infatti quello di un osservatore esterno che commenta con rispetto apparente quello che sta accadendo, come se non c'entrasse niente.
La parola d'ordine è "non possiamo farci nulla", che fa da sinistro controcanto alle poco simpatiche reazioni di Massimo Moratti, che invita Andrea Agnelli a rilassarsi e ad andare in ferie. Come se la benzina per le FIAT non la vendessero anche altri petrolieri.
Cosa farà invece la grande stampa sportiva? Le capriole, eleganti o sguaiate a seconda del rango, ma pur sempre capriole.

 
 
 

FIGC: c’è da fare, anzi da rifare tutto ..

Post n°5264 pubblicato il 16 Agosto 2011 da nadir63l
 

di Giusy

Immagine IPB

All’inizio di luglio, in contemporanea con la consegna di Palazzi al Consiglio Federale della relazione che non è servita per la revoca dello scudetto 2005-2006 all’Inter, Claudio Cerasa, giornalista della redazione del Foglio, ha deciso di gettare la spugna e di far parlare cuore e ragione. Di un interista. A lui nemmeno importava leggere che Palazzi si era finalmente deciso a fare la buona azione con annessa prescrizione di ammettere gli illeciti di marca nerazzurra, lui era sinceramente indignato di dover passare alla storia come approfittatore. E con un bel sussulto etico ammetteva che gli scudetti si vincono sul campo senza l’aiuto di un qualunque Guido Rossi e che l’Inter non aveva in quel campionato una squadra all’altezza di primeggiare. Proponeva quindi un appello agli interisti di buona volontà per firmare la restituzione di una cosa mai appartenuta, da rimettere al presidente Moratti, che nemmeno dopo le richieste esplicite di Della Valle di sedere a un tavolo di discussione per riconsiderare scudetto e calciopoli, ha voluto saperne di metterci né la faccia, né la dignità.

L’argomento è rimasto d’attualità, essendo stato lo stesso Abete chiamato a risponderne a Piccioni sulla Gazzetta dello Sport.
Nell’imminenza di grandi battaglie, i capi riuniscono le truppe per fare un discorso arrembante onde affrontare il nemico nello stato d’animo giusto. Abete non ha usato toni enfatici da eroe, piuttosto che ricordare Cesare o Alessandro Magno, ha impersonato prevedibilmente il ruolo di Don Abbondio, sfuggendo ancora una volta alle responsabilità sue e della FIGC.

Non può farci niente se Della Valle ha lanciato l’idea e nessuno lo ha seguito nell’impresa. Non mette in relazione l’astio che la faccenda potrebbe aver generato tra i tifosi in vista di un campionato prossimo ulteriormente invelenito, non ritiene che la Federazione abbia non deciso.
Ha deciso infatti di non decidere. Però è molto intrigato come cittadino, non certo nelle sue funzioni di Presidente della Federazione, intorno alla vicenda delle intercettazioni coi baffi, perché ci tiene a non mantenersi su un doppio binario. Nonostante l’etica non vada in prescrizione, quello scudetto andava assegnato e se c’è da recriminare bisogna rivolgersi ad Auricchio, Narducci e Beatrice. Lo farà Prioreschi a settembre.

Presto sapremo se anche la Juventus deciderà di sfoderare le armi. Da rifare c’è anzitutto il processo del 2006. In Figc sono al lavoro per sbobinare le famose 170.000 telefonate, quelle che secondo Abete chi sa perché solo Moggi ha avuto interesse a spulciare, tra l’altro a sue spese, che saranno utili per generare condizioni di denuncia o autodenuncia, qualora le istituzioni avessero sbagliato, al di là della loro inutilizzabilità per fini disciplinari.
Che tanto lui probabilmente andrà a dare lustro alla UEFA da vicepresidente. Per il calcio italiano ha già fatto abbastanza.

Prandelli ne fa una questione culturale se la Spagna oggi è campione del mondo e noi perdiamo terreno a livello di nazionale e di club? Non gli torna in mente la Juventus e le frotte di calciatori prestati alla causa azzurra. Non pone mente alle cantere e a come la società bianconera si stava attrezzando a lavorare sui vivai.

Galliani lamenta di essere passati dal ristorante in pizzeria? Bei tempi quelli del ristorante di Meani. Ma oggi per Abete è tutta colpa della classe dirigente del calcio italiano, nella quale magnanimamente si comprende, anzi, della classe dirigente del paese e poco importa se il mea culpa ipocrita non serve a niente. In ogni caso quelli della lega A sanno solo pensare ai diritti televisivi e non è colpa di Beretta se deve dividersi tra la carica di presidente di lega uscente e quella di capo delle relazioni esterne di Unicredit.

I calciatori minacciano di bloccare con uno sciopero l’inizio dei campionati? A fare la voce grossa non sono solo tutti i capitani di serie A, ma anche il piissimo presidente dell’AIC Damiano Tommasi, che accusa la federazione di incapacità.
La questione può far sorridere, abituati come siamo a pensare ai calciatori come a una casta di privilegiati, ma le questioni di principio hanno un loro valore e a tutti i lavoratori bisogna garantire i diritti acquisiti.

Padovan inoltre ha dichiarato che non sono stati osservati dalla lega gli accordi presi otto mesi fa. Da SKY apprendiamo che nodi cruciali sarebbero gli allenamenti dei fuori rosa separati dal resto della squadra e la richiesta di essere ceduti a compagini di uguale blasone e di conseguenza guadagni. L’assemblea di lega è prevista per il 19 agosto e la discussione sui calciatori per giorno 1 settembre, a campionato iniziato.

Ultima annotazione. Buffon piacerebbe si desse da fare egualmente tra sindacato e diritti dei rancorosi. I quali sulle questioni di principio in merito alla giustizia ne avrebbero da raccontargliene, se non le ha ancora capite.

Intanto la legge sugli stadi non decollerà nemmeno quest’anno prima del campionato. Con buona pace delle lamentele di Galliani, che dovrebbe ricordarsi che se lui è la classe dirigente del calcio, il suo capo rappresenta quella del paese. Tanto a noi importa poco. Lo stadio, almeno quello, è fatto e finito.

Rimane aperta la questione delle radiazioni. Ad Abete sta bene com’è andata, perché ha concesso il contraddittorio, naturalmente sulle sentenze rese. I legali di Moggi hanno invece acquisito le carte occultate che riguardano il lodo Preziosi, ma per il presidente della FIGC non è stato nascosto nulla, basta farsi bene i conti. Modo sibillino di esprimersi di fronte a un’altra situazione nella quale si scorgono disparità di trattamento.

Arriviamo così alle poco attese sentenze di primo grado in merito a scommessopoli, frustrate e anticipate dai patteggiamenti, ignorata la responsabilità oggettiva e diretta delle società, Atalanta compresa. Porta bene la casacca neroblu. Tra prescrizioni e pentimenti di serie B nemmeno lo spavento.

In mezzo a tanti giochini burocratici si è tornati in campo per la Supercoppa Italiana. Ha vinto il Milan e Galliani ha commentato che si è chiusa una stagione vincente per i colori rossoneri, ma tra venti giorni sarà tutto da rifare.

In casa Inter contestato l’arbitraggio di Rizzoli. Chi sa che Moratti non stia rimpiangendo De Santis. Con la giacchetta nera cupolara per eccellenza, pluripedinata e arcispiata, il 20 agosto 2005 al Delle Alpi l’Inter sconfisse la Juventus aggiudicandosi proprio la Supercoppa Italiana dopo 16 anni. L’arbitro De Santis annullò per fuorigioco al 44’ del primo tempo una rete a Trezeguet.
Un lusso che in Cina non è stato concesso ai nerazzurri.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1804


 
 
 

Notts County, il tecnico Allen: "Per noi la sfida con la Juve è un'occasione unica. Non possiamo rinunciare"

Post n°5263 pubblicato il 16 Agosto 2011 da nadir63l
 

Fervono i preparativi per l'inaugurazione dell'avveniristico stadio della Vecchia Signora, in programma l'8 settembre prossimo. La Juventus celebrerà l'evento sfidando in amichevole il Notts County, il club da cui, nel lontano 1903, ha ereditato la maglia a strisce verticali bianconere. Una grande emozione, non solo per tutta la Juve, ma anche per la squadra inglese, come conferma l'allenatore Martin Allen, ai microfoni di Sky Sports news. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com: "Per i giocatori e per l'intera società - e lo dico senza voler mancare di rispetto a nessuno - andare in Italia, giocare a Torino contro la Juventus nel nuovo stadio, è una cosa che ti capita una sola volta nella vita. Per questi giocatori, incluso me stesso, sarà una grande esperienza, un'opportunità a cui non possiamo davvero rinunciare. E per questo abbiamo accettato", ha spiegato il tecnico del Notts County.

 
 
 

CHI ACCENDE LA LAMPADINA?

Post n°5262 pubblicato il 16 Agosto 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

L'anno passato tutti abbiamo visto che il miglior periodo della Juventus è stato quello in cui la squadra ha potuto contare su un Krasic in stato di grazia. Partite come quelle del girone di andata dove prima della sosta la Juventus lottava per una posizione d'onore. Spento il serbo la squadra ha cominciato a navigare a vista con disfatte e qualche vittoria onorevole come con Lazio e Roma.

Ci sono ancora 13 giorni di tempo circa prima della chiusura del mercato e Marotta dovrebbe cercare assolutamente di rimediare a questa carenza della formazione che ha in Krasic, se ritornerà quello dell'anno passato, una forza sulla destra, mentre sulla sinistra non c'è nessuno capace di poter fare la differenza.

Servirebbe qualcuno capace di accendere la lampadina, inventare. Pasquato ha dimostrato che avendo qualcuno anche a sinistra si possono creare situazioni importanti.

Più di Perotti, ovviamente più di Giaccherini, più di Vargas, più di Elia e anche più di Afellay, il nome perfetto sarebbe quello di Eden Hazard, talento belga del Lille che a dispetto della giovane età ha già dimostrato in Francia di essere capace di dare qualità e non solo. Estro, fantasia, dribbling e gol, quello che servirebbe con un giocatore adatto sia per un 4-2-4 che per un 4-3-3. Il giocatore sarebbe perfetto come esterno alto o come fantasista dietro alle punte libero si svariare, diciamo alla Zidane.

Alla Juventus servono giocatori veloci, alla Giaccherini appunto, ma il giocatore del Cesena non è propriamente uno che cambia l volto di una squadra.

Se si vuole accendere un minimo la fantasia in vista dell'inizio del campionato, Hazard è il nome giusto. Con un colpo del genere Marotta accenderebbe in un colpo solo le fantasie dei tifosi e la luce sulla fascia sinistra.

 

 
 
 

BASTOS, addio definitivo alla Juve: "Stanco di aspettare, resto al Lione

Post n°5261 pubblicato il 16 Agosto 2011 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

"Stanco di aspettare" la Juventus, Michel Bastos, ha deciso di rimanere almeno un'altra stagione a Lione. L'esterno brasiliano ha comunicato la propria intenzione sulle colonne di France Football, alla vigilia del preliminare di Champions League contro il Rubin Kazan. "Cos'è successo? La Juve ha presentato due offerte che l'Olympique Lione non ha accettato. Ora, nella mia testa, avevo bisogno di essere sicuro. volevo sapere dove avrei giocato. Ero stanco di aspettare e ho preso una decisione. Rimango al Lione", le parole del giocatore, riprese da TuttoJuve.com. 

 
 
 

     

 

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