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Messaggi del 05/09/2011

Calciopoli: combattere sul serio...

Post n°5321 pubblicato il 05 Settembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Dario (Juve 1897-2006)

A distanza di qualche settimana dalla bellicosa conferenza stampa convocata da Andrea Agnelli in quel di Roma, con la quale si è finalmente passati dalle parole ai fatti, proviamo ad analizzare in breve quali siano gli effettivi obiettivi, le strategie e i bersagli da colpire dall'azione legale intrapresa dalla società Juventus.

Obiettivi – Sul fine ultimo della sua battaglia il Presidente juventino non ha voluto ambiguità di sorta: si fermerà solo quando i due scudetti rubati (a noi, non da noi) saranno tornati al sicuro a casa loro.
Questo però è un risultato che cercherà di conseguire a medio/lungo termine, quando e se i Tribunali penali avranno certificato la correttezza dell'operato dei vecchi vertici societari.
Per il momento si agisce solo per ottenere la tanto sbandierata “parità di trattamento”, oggetto dell'esposto dell'anno scorso e della recente mancata decisione della FIGC, che di fatto si traduce nella necessità di sfilare all'Inter quello scudetto frettolosamente assegnato e certamente non meritato.
L'esito positivo dei processi a Moggi e Giraudo diviene pertanto, per esplicita ammissione, la condicio sine qua non per chiedere la revocazione delle sentenze del 2006.

Strategie – La strategia tracciata dai legali juventini è quella di percorrere la via della giustizia interna, prima sportiva (gli arbitri del TNAS) e poi, eventualmente, amministrativa (TAR e Consiglio di Stato).
Ricordando come presso la giustizia amministrativa è possibile chiedere anche il risarcimento dei danni, c'è da dire che al momento questi sarebbero solo quelli, principalmente d'immagine, causati dalla già citata disparità di trattamento.
Dato atto che la Società di Corso Galileo Ferraris al momento prudentemente non ne ha quantificato l'ammontare, attendendo forse ulteriori sviluppi, è comunque palese che il grosso dei danni potrà essere chiesto – anche questo – solo una volta accertata l'ingiustizia delle sentenze sportive del 2006.

Bersagli – E' stato finalmente chiarito anche un altro punto controverso: al di là delle roventi polemiche e del motivato astio nutrito dai tifosi, il vero nemico della Juventus oggi non è l'Inter ma le istituzioni calcistiche.
A parte la necessità di scucire lo scudetto della discordia non vi sono altre esplicite rivendicazioni indirizzate verso la società nerazzurra, almeno per il momento.
Inutile sognare sanzioni sportive che colpiscano l'Inter: agli attuali vertici societari della Juventus questo argomento non interessa (o non conviene? ) e pertanto il discutibile provvedimento con cui Palazzi ha ritenuto prescritti gli illeciti commessi dalla banda Moratti non verrà – da parte bianconera – messo in discussione.
L'autentico bersaglio della strategia societaria è invece la FIGC, ritenuta incapace di governare il calcio italiano e di garantire la già citata “parità di trattamento” tra tutte le società affiliate.
La Federazione sarà insomma chiamata ad assumersi le proprie responsabilità patrimoniali, erariali ed anche politiche, dato che gli esposti inoltrati presso Corte dei Conti, CONI, Ministero dell'interno e persino UEFA hanno come obiettivo nemmeno troppo nascosto quello di sollecitare un eventuale commissariamento della stessa FIGC.

La risolutezza mostrata da Andrea Agnelli, lo stuolo di avvocati che lo circondava, l'enfasi data alla conferenza stampa e le frasi al vetriolo di John Elkann danno, forse per la prima volta nell'era post-calciopoli, un'idea di compattezza e unità d'intenti che lascia ben sperare.
Rimane l'ombra del ritiro del ricorso al TAR (estate 2006) che, per quanto lontana, continua ad agitare i sonni dei tifosi più scettici.
In realtà, nonostante il grave ritardo con cui la Juventus è passata dalle parole ai fatti, non é troppo tardi per ottenere finalmente giustizia.
L'importante è che questa volta la dirigenza e la proprietà decidano di fare sul serio e di combattere con risolutezza su tutti i campi e, lasciatemelo dire, con tutti i mezzi.

Dario (Juve 1897-2006)

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1830


 
 
 

PATTI CHIARI...

Post n°5320 pubblicato il 05 Settembre 2011 da nadir63l
 

© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

Ha messo le cose in chiaro, ancora una volta, ancora con decisione, ancora con stile. Antonio Conte non le manda a dire e esprime chiaramente il suo pensiero. Nelle parole lette ieri, viene chiaro in mente il concetto di calcio di Conte. Il gioco è la priorità e i campioni devono aiutare la squadra a esprimere quel modello di gioco. Concetti chiari, semplici ma estremamente efficaci che partono da due presupposti base: juventinità e pazienza. Se i tifosi si fideranno di lui non andranno delusi. La ricetta che dovranno mettere in campo i tifosi è la passione ma anche la pazienza. Non sarà facile vedere una Juventus da subito vincente, ma se i tifosi staranno vicini e non criticheranno subito a prescindere sarà più facile avvicinarsi se non raggiungere in tempi rapidi l'obiettivo che è la base della juventinità: la vittoria. Da domenica ci vorrà, come dice Conte "la filosofia dell’umiltà. Lo dico sempre ai ragazzi, ci vuole l’umiltà di una provinciale, quella cattiveria, quella corsa, quella bava alla bocca". Per vincere con i ducali che l'anno passato hanno fatto 6/6 ci vorrà questa umiltà e cattiveria. I tifosi hanno già pronta la dose di pazienza in caso di prime prestazioni non in linea con l'obiettivo, anche se sarebbe meglio iniziare con una vittoria nel nuovo stadio per vendicare il recente passato, del resto Conte il Parma lo ha battuto tante volte... meglio non perdere le buone abitudini. 

 
 
 

I giorni “travagliati” dell’ex campionato più bello del mondo...

Post n°5319 pubblicato il 05 Settembre 2011 da nadir63l
 


Immagine IPB

di G. Fiorito

Gli stadi italiani sono rimasti vuoti a causa dello sciopero dei calciatori e solo nelle ultime ore si è allontanata l’ipotesi di ulteriori giornate di stop.
Il calciomercato si è giocato le sue ultime carte e non è detto che la falsa partenza sia dispiaciuta ai più.
A bocce ferme si ragiona meglio. Così avrebbe dovuto essere anche per la FIGC, tradizionalmente al lavoro a campionati fermi per curare le ferite di un calcio alla deriva.

L’incompetente
Abete però era fiducioso: Il calcio è fatto di tifo e anche di faziosità e identità. I due club (Juventus e Inter) stanno ognuna cercando di difendere la propria posizione. In questo noi abbiamo un ruolo marginale perché siamo qui a tutelare l'interesse del calcio in generale, nel pieno rispetto delle regole. Con il calcio giocato le polemiche svaniranno”. Invece il calcio non ha voluto saperne di essere giocato. Si è rivoltato contro se stesso. A volte lo fa anche il tifo.

Prendiamo lo juventino
Marco Travaglio . Avevamo creduto avesse trovato la fonte di tutto il malcostume pallonaro italico: Luciano Moggi. Lo avevamo lasciato il 9 giugno su L’Espresso ad augurarsi la pronta radiazione del “soggetto di dubbia moralità”, prontamente accontentato. Senonchè, colui che avrebbe “offeso e umiliato il calcio italiano con i suoi comportamenti scellerati” sembra essersi stufato dei modi spicci e ripetitivi del moralizzatore di parte e avrebbe deciso di querelarlo dopo l’ennesima uscita su Radio Deejay nella quale lo qualificava come “ladro”, ospite di Linus. Siccome Travaglio in data 22 agosto ha preteso, ancora una volta su L’Espresso, di fare un excursus piuttosto personale di storia bianconera degli ultimi anni senza nemmeno badare di controllare alcuni semplici ma significativi dettagli, ma è convinto di potere allargare il raggio di accuse oltre “il ladro Moggi” e di accusarmi di revanscismo e di appartenere alla parte più becera della tifoseria juventina, credo di avere anch’io il diritto di dire quello che penso. 14 milioni siamo veramente tanti e di qualcuno si farebbe volentieri a meno, specialmente se la sua appartenenza alla parte di tifoseria che preferisce è di quelle che entrano e escono dalla porta di servizio a seconda di chi si predispone a governare. Alle mie colpe e a quelle di tutti gli altri che sono stati definiti in questi anni anche rancorosi, tifosi di serie B e squadristi, si sommano secondo Travaglio quelle del presidente Agnelli, che cavalcandole avrebbe ripreso il controllo della Juventus dopo la signorile parentesi di Cobolli Gigli e Blanc, i quali avevano tentato di recuperare lo stile e la serie A dopo i maneggi di Moggi & C. Per non passare alla storia come il presidente che non ha vinto nemmeno la Coppa del Nonno, Andrea rivorrebbe gli scudetti sottratti non per colpa di chi commise gli illeciti, ma di Guido Rossi e un complotto di toghe nerazzurre.
Nemmeno un tifoso interista fazioso avrebbe saputo travisare meglio i fatti. Sono stati proprio 5 anni di gestione scellerata della Juventus da parte dei due “manager gentiluomini” a condurla a uno dei gradini più bassi, in tema di risultati sportivi, della sua storia e a riportare l’erede di Umberto alla presidenza della squadra bianconera.
Travaglio cavalca la tesi del dualismo Gianni/Umberto e appare schierato, come è sempre nel suo dna. Purtroppo, a mio avviso, anche anacronistico e poco propenso a una visione della realtà scevra da condizionamenti di partito. Io preferisco fare il tifo per la Juventus sempre e comunque, ma non posso fidarmi di un giornalista che invece di indagare i fatti persegue un risultato utile alla sua parte. I fatti dicono che di illeciti commessi da Moggi e Giraudo 5 anni di processi non sono bastati a trovarne, mentre ne hanno trovati, piaccia o non piaccia, per altri che si autoproclamavano onesti. Pertanto Andrea Agnelli ha ragione a definire lo scudetto passato dalle maglie bianconere a quelle nerazzurre, che furono terze e non seconde in campionato come riporta il giornalista, “lo scudetto dei prescritti”.
Quanto al consiglio dato sprezzantemente all’”Agnellino” di dare una ripassata alla sentenza della Cassazione del 2006 del processo per doping, suggerirei a Travaglio dei toni più rispettosi, che non guastano mai, e di farlo suo. La sentenza è del 2007.
Per non correre il rischio di essere impreciso, Andrea ha avuto l’accortezza di circondarsi nel corso della recente conferenza stampa con la quale ha annunciato le prossime mosse della Juventus riguardo a calciopoli, di legali ed esperti di tutto rispetto. Maneggiare la prescrizione e tutto quanto riguarda la giustizia è diventato pane quotidiano per la Juventus, mentre altre società venivano prescritte e graziate per tanti reati.

A Travaglio non interessano i passaporti falsi, le patenti ricettate, i dossieraggi illegali e nemmeno i bilanci gonfiati. Lui ha la fissazione del doping, ma non di quello amministrativo, perché in quel contesto la sentenza fu chiara per la Triade: il fatto non sussiste.
Rieccolo il suo asso nella manica: i dirigenti juventini, graziati dalla prescrizione, avrebbero dopato i calciatori bianconeri dal ‘94 al ’98, il periodo d’oro di Lippi e da restituire ci sarebbero tre scudetti, una Champions, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e un’Intercontinentale. Ma il verdetto di quel processo fu di assoluzione per la Juventus per il capo d’imputazione che riguardava la somministrazione di sostanze dopanti. La Cassazione confermò la sentenza d'Appello, annullando soltanto il disposto che assolveva il medico Agricola e l'AD Giraudo per l'abuso di farmaci leciti, affermando che solo su questo punto il processo si sarebbe dovuto rifare se non fossero sopravvenuti i termini della prescrizione.

Quanto alla restituzione dei trofei vinti, il TAS di Losanna, che ha risposto alla richiesta di un parere da parte della Procura Antidoping del Coni, ha assolto la Juventus decretando la non punibilità di quei comportamenti.
L’Inter non risulta essere stata sottoposta ad alcun procedimento né per i dossieraggi illegali, la cui inchiesta della FIGC fu archiviata, né per gli illeciti riscontrati da Palazzi. Rinunci alla prescrizione e quando i processi saranno giunti all’ultimo grado di giudizio, trarremo le conseguenze su chi in questi anni ha “offeso e umiliato il calcio italiano con i suoi comportamenti scellerati”.

L’integerrimo
Cobolli Gigli ha dichiarato che “non è un problema di scudetti” e che oggi Andrea fa bene a preannunciare azioni legali, poiché nel 2006 non era emerso nulla che potesse scagionare la Juventus. Il processo della giustizia sportiva del 2006, frettoloso e dettato da elementi di giudizio incompleti a causa dei risultati di un’indagine che ha fornito prove selezionate, costituisce il vero scandalo di calciopoli.

Zanetti ha dichiarato che lo scudetto 2005-2006 vale quanto gli altri e che si sente orgoglioso di essere un giocatore dell’Inter, ma che di calciopoli è incredibile che ancora si parli.
Perché? L’unica paura che noi juventini beceri e revanscisti non abbiamo è la paura della verità.

Secondo
De Laurentiis i suoi colleghi pensano ancora allo scudetto del 2006 invece che al futuro. Dice che è contro l’ignoranza di non capire il momento di crisi che si sta attraversando, che ad Abete importa far partire il campionato e ognuno pensa a salvare se stesso.
Dovrebbe chiedersi se a forza di ignorare gli errori del passato non abbia oggi il presente che ha colpevolmente meritato. In tanti giocano a fare le vittime, ma nessuno si ricorda che Moggi e Giraudo sono stati radiati sulla base di sentenze rese che oggi è possibile riconoscere come ingiuste.

Signori ha dichiarato di non capire l’accanimento contro la sua persona. L’ex giocatore afferma di aver pagato migliaia di euro per avere le intercettazioni relative al suo caso, molte delle quali lo scagionerebbero e non sono state prese in considerazione.

Anche Luciano Moggi ha dovuto comprarsi la verità. Una verità scomoda per tutti. Che ha permesso di rileggere calciopoli dall’angolatura della realtà. Di fronte alla quale la FIGC si è dichiarata incompetente. Svuotandosi di senso e di dignità. Quella dignità che Della Valle chiede da quasi due mesi a Moratti. Che la Juventus e i suoi tifosi “beceri” ma tenaci hanno deciso di riconquistare, affinché il calcio italiano non debba lentamente dileguarsi nelle luci dei riflettori spenti di uno stadio. Oscurato da un’assenza di giustizia e responsabilità che assomiglia al silenzio dell’omertà.

Pubblicato da calcio GP


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1831


 
 
 

     

 

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